Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 June 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
 1 – L’Unione Sarda
Provincia Gallura (Pagina 27 - Edizione CA)
Olbia
Nuova laurea magistrale
in Tourism management
 
Dal prossimo anno accademico sarà possibile continuare gli studi universitari anche in città con l'istituzione del corso di laurea magistrale in Economia aziendale, curriculum in tourism management. Le novità sono state presentate qualche giorno fa da Lucia Giovanelli, presidente del Corso di Laurea in Economia e management del turismo. Sono intervenuti anche Francesco Morandi, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio e i docenti del corso. Nel corso dell'evento è stato inoltre presentato il nuovo ordinamento del corso di laurea orientato a migliorare il percorso didattico e a focalizzare ulteriormente il settore turistico.
Nel frattempo prosegue il lavoro dell'amministrazione comunale per portare l'università dai locali dell'aeroporto al centro. A questo scopo è stato individuato l'edificio della Guardia di Finanza passato recentemente dalla Regione al Comune.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 28 - Edizione CA)
Sisaia ha quattromila anni ma proprio non li dimostra
Il saggio La ricostruzione del volto della donna operata al cranio nell'età del Bronzo
 
Sacerdotessa. Oppure figlia di un re-guerriero. Forse moglie di un medico-stregone. Sono soltanto ipotesi. Certamente questa donna, vissuta 1600 anni prima di Cristo - età del Bronzo antico, Cultura di Bonnanaro - fu sottoposta a un intervento di chirurgia cranica, straordinario e moderno per la tecnica eseguita.
Sisaia, così chiamata dagli scopritori (Gruppo speleologico Nuoro), era sepolta da sola in una grotta del monte Gutùrgios, a Lanaitto, versante di Dorgali, fatto inusuale per il periodo, che prediligeva le inumazioni collettive.
Lo scheletro di indubbio fascino scientifico per gli studiosi, ha spinto Ornella Becheroni, filosofa bioeticista e docente di Storia della medicina all'Università di Cagliari, specializzata in studi antropologici e archeologici, a un esperimento che nessuno aveva tentato in Sardegna: ridare un volto a Sisaia. Il risultato è contenuto in un libro, “Il Volto di Sisaia”, Carlo Delfino editore, che verrà presentato a Cagliari il 6 giugno (18,30 - sala dell'Ostello della Gioventù, hotel Marina, scalette di San Sepolcro).
«Si è trattato di un lavoro di equipe - spiega Ornella Becheroni - multidisciplinare. Il cranio di Sisaia è stato analizzato con esame TC dai radiologi dell'Ospedale San Giovanni di Dio A. O. U. di Cagliari».
L'indagine ha rilevato la presenza di un taglio circolare nell'osso parietale, effettuato allineando una serie di piccoli fori, la rondella ottenuta è stata asportata, verosimilmente, con finalità curative: ridurre un ematoma cerebrale, causa di cefalea o crisi epilettiche.
«Sisaia - prosegue Ornella Becheroni - è sopravvissuta per almeno due anni all'intervento. Lo dimostra sia il callo osseo formatosi attorno alla rondella, ricollocata con grande maestria dai chirurghi della preistoria, sia la presenza di una calcificazione a colata di cera, provocata dalla reazione del periostio per la raccolta di sangue all'interno del cranio».
Per ricostruire il volto di Sisaia al computer, poi, Ornella Becheroni si è avvalsa di tutti gli studi che risalgono a un secolo fa, analizzando le ossa facciali e lo scheletro della donna. «È morta a circa 30 anni - prosegue la docente - l'ho immaginata con i capelli corti, prima rasati per l'intervento e poi ricresciuti, la carnagione olivastra e gli occhi neri, tipici della donna dell'interno».
Il risultato è sorprendente, ha un innegabile valore scientifico e appaga la curiosità di chi davanti ai resti delle civiltà antiche desidera ricostruire mentalmente, non solo gli ambienti di vita comune, ma anche le facce. Così Sisaia ha quattromila anni, ma grazie al lavoro di Ornella Becheroni non li dimostra.
Paolo Carta
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 28 - Edizione CA)
Un saggio sul Congo
«Nessuno arriva mai a capire la guerra»
Parola dell'antropologo Luca Jourdan
 
Si riemerge con un ricordo di fratellanza e risa dal cuore di tenebra. «Seduto a bere birra e scherzare con gli amici» è la memoria che si accende spontanea dopo due anni e mezzo nella Repubblica Democratica del Congo. Luca Jourdan ha perso ogni sofisticazione e distanza. Nel suo racconto le parole rincorrono un sentimento gigantesco, la disciplina scientifica è incarnata nella moltitudine di uomini e cose: «Nessuno arriva mai a comprendere una guerra».
La magnifica testimonianza di Jourdan è diventata un libro,“Generazione kalashnikov- un antropologo dentro la guerra in Congo” (Editori Laterza), presentato a Cagliari all'interno della serie di appuntamenti dedicati al diritto all'informazione organizzati dalla Fondazione Luca Raggio, accompagnata in quest'occasione dalle associazioni Efys, Rete Radiè Resh e Africadegna.
Introdotto dalle professoresse Patrizia Manduchi a Bianca Carcangiu della Facoltà di Scienze Politiche l'antropologo dell'Università di Bologna ha aperto un varco nella storia dimenticata del Congo, sanguinosa proprietà privata di Leopoldo II, paradiso minerale per le compagnie commerciali, longa manus dell'imperialismo ottocentesco e luogo dell'oblio identitario promosso dalle missioni cattoliche. Poi la contemporaneità, con la devastante guerra civile del 1996, il presidente Kabila junior erede di una lunga filiera dittatoriale, 60 milizie che divorano le risorse naturali di un territorio immenso, feudalizzano in giacimenti d'oro, diamanti e coltan, la chimica necessaria agli oggetti del benessere occidentale.
Il Congo è un modello di dissoluzione statuale che oggi osserviamo con fervore nel Vicino Oriente: la violenza colonialista ha lasciato in eredità il metodo predatorio, il caos dove la popolazione “lecca le vetrine” dei beni irraggiungibili, i fanciulli sopravvivono e poi dominano con il fucile, da vittime a brutali signori della guerra, «le truppe uruguayane dell'ONU, giustamente, passano il tempo a bere il mate, senza immischiarsi». Luca Jourdan ha gli occhi spalancati sull'orrore. E sulla metà radiosa del Congo che vive e resiste. Ride.
Luca Foschi
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 17
Gli uffici dell’Ersu da dieci mesi senza appalto pulizie
Parte una segnalazione all’ufficio igiene dell’Asl numero 3
di Valeria Gianoglio
 
NUORO Da luglio dell’anno scorso sono sostanzialmente abbandonati a loro stessi, o alla buona volontà di qualche anima generosa. Scaduto da quasi un anno l’appalto delle pulizie, infatti, gli uffici nuoresi dell’Ersu, in via Salaris, che assistono gli universitari nuoresi in tantissime pratiche amministrative, sono l’ombra dei tempi che furono. E in alcuni punti somigliano più a una piccola discarica che a un ufficio che si occupa di studenti, cultura e borse di studio. Pavimenti luridi, uno dei due bagni occupato da buste di sporcizia, vecchie cassette e immondizia di vario genere, dosi industriali di polvere che si continuano ad accumulare impietose. E a poco serve, purtroppo, la pulizia che ogni tanto, presa dalla disperazione, fa l’unica dipendente degli uffici. Tant’è che dopo tante promesse tradite e annunci di intervento che poi non si sono tradotti in realtà, la dipendente dell’ufficio ha deciso di mettere su carta il problema e chiedere aiuto scrivendo direttamente all’ufficio di Igiene pubblica dell’Asl. «La presente – scrive la dipendente Ersu – per segnalare il grave stato di degrado e igiene dell’ufficio Ersu di Nuoro, sede distaccata di Sassari. Nonostante continui e ripetuti solleciti verbali e scritti, segnalo che dal mese di luglio 2014, non si provvede a effettuare le pulizie e l’igienizzazione con conseguenti disagi alla persona che vi opera dal lunedì al venerdì e all’utenza che lamenta continuamente di sentire il fetore proveniente dai servizi igienici che sono pieni di cassette e buste di immondizia». Ma le segnalazioni, ovviamente, non si sono fermate qui. Le lettere inviate in questi mesi per far conoscere la situazione degli uffici Ersu, ormai, non si contano. «Gli studenti nuoresi – scrive ancora la lavoratrice – oltre a non usufruire del servizio mensa e alloggi, si trovano a frequentare, a causa del totale disinteresse degli amministratori, gli uffici di accoglienza Ersu in via Salaris a Nuoro in condizioni igieniche disastrose. Pavimenti sporchi, uno dei deu bagni e un antibagno pieno di buste e cassette di immondizia, che altrimenti dovrebbero sostare nella sala d’aspetto. Da luglio del 2014, infatti, alla scadenza dell’ultimo contratto con la cooperativa Ecotopia non si provvede a eseguire l’igienizzazione dei locali. In questo totale stato di abbandono riteniamo che venga lesa la nostra dignità, e anche quella degli studenti e di chi vi lavora tutti i giorni, non possiamo recarci a espletare le pratiche che ci riguardano polvere e puzza che proviene dai bagni». Il problema, dunque, si trascina ormai da troppo tempo: sono ben dieci mesi, infatti, che gli uffici Ersu di Nuoro non vedono una pulizia che si rispetti, ma sono affidati soltanto alla buona volontà di chi ci lavora. E invece niente: dallo scorso mese di luglio l’appalto è scaduto, e se si esclude un intervento saltuario, nessuno poi si è preoccupato di rinnovare l’appalto o di cambiarlo. Anche gli studenti, ovviamente, risentono di questa situazione: alcuni di loro, infatti, hanno più volte lamentato il fetore che si sprigiona dai bagni e la polvere che ormai si sta insinuando dappertutto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 17
«Anche gli studenti cominciano a sentire il fetore»
 
Nelle scorse settimane si sono lamentati con decisione anche gli studenti universitari nuoresi, e in particolari quelli dell’Ausf, l’associazione degli studenti di scienze forestali e ambientali: «Non abbiamo più il servizio mensa, né quest’anno abbiamo mai avuto gli alloggi promessi». Le grane per l’Ersu a Nuoro, insomma, non sono solo quelle dell’appalto pulizie. Dopo la protesta degli universitari, la neo fondazione universitaria ha sentito alcuni studenti per capire meglio la situazione, ma finora ancora non ci sono state svolte. (v.g.)
 

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