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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 May 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 maggio 2015 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Chimica, medicina, agraria e ingegneria le facoltà consigliate
Figlio mio, devi laurearti Il 70% dei dottori sardi trova lavoro in cinque anni

Laurearsi conviene ancora: si trova lavoro più facilmente e le retribuzioni sono migliori. Il crollo nell'occupazione dei laureati che ha caratterizzato gli anni della crisi sembra essersi fermato e comincia a spuntare qualche timido segnale di ripresa, ma molto dipende dalla facoltà scelta. I due atenei sardi (Cagliari e Sassari) sono in media sotto il dato nazionale, con un tasso di occupazione (a cinque anni dal conseguimento del titolo) che si ferma a circa il 70% contro una media nazionale dell'86%. Ma alcuni settori offrono più sbocchi occupazionali in linea col resto dell'Italia: medicina, chimica-farmaceutica, ingegneria e architettura.
IL RAPPORTO ALMALAUREA A certificarlo sono i numeri di AlmaLaurea, il consorzio tra università che ogni anno tasta il polso alle performance occupazionali dei neo laureati. Secondo la diciassettesima indagine del consorzio, che ha coinvolto 490mila laureati in 65 atenei italiani (ma ormai il consorzio ne abbraccia 72, dopo l'ingresso di quasi tutte le università milanesi) a un anno dal conseguimento del titolo, il 66% dei laureati triennali (o di primo livello) è risultato occupato. Ed è andata anche meglio ai colleghi con laurea magistrale biennale il cui tasso di occupazione ha raggiunto il 70%. Mentre i laureati magistrali a ciclo unico hanno dovuto accontentarsi di un tasso di occupazione del 49%.
Ma per la prima volta si vedono quelli che il rapporto definisce «timidi segnali di ripresa»: una (quasi impercettibile) contrazione del tasso di disoccupazione per i laureati del 2013, mezzo punto percentuale in meno rispetto a chi ha discusso la tesi nel 2012.
IN SARDEGNA Nell'Isola i dati mostrano una situazione più sfavorevole per la condizione occupazionale «ma questo non deve sorprendere se si considera il contesto socio-economico che stiamo vivendo», commenta il rettore dell'Università di Sassari, Massimo Carpinelli. A dodici mesi dalla conclusione degli studi, in Sardegna risulta occupato il 42,3% dei laureati (41% Sassari e 43,7% Cagliari), un valore inferiore alla media nazionale che si attesta sul 56%. A cinque anni di distanza dal conseguimento del titolo invece il tasso di occupazione sale nell'Isola fino al 70% (quasi 75% a Cagliari e 64% a Sassari).
Per il rettore dell'ateneo turritano «è positivo il fatto che le percentuali di occupazione migliorino a cinque anni dalla laurea, ciò vuol dire che con l'esperienza acquisita sul campo e superate le comprensibili barriere dell'immediato post lauream la formazione di base risulta solida e vincente alla prova del tempo».
Timidamente ottimista anche la nuova responsabile dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo. «Il dato più evidente è che il numero degli occupati a cinque anni dalla laurea conseguita a Cagliari aumenta, rispetto al dato nazionale che mostra una diminuzione», sottolinea. «Dunque il nostro ateneo risulterebbe in contro tendenza rispetto alla media nazionale».
IL LAVORO Ma quali sono le lauree che offrono più opportunità? «A un anno dalla laurea l'insegnamento è l'area con il maggior successo nell'inserimento lavorativo, ma è anche interessante notare come, a cinque anni dal conseguimento del titolo, il settore chimico farmaceutico sia in grado di assorbire tutti i laureati», spiega Del Zompo che proviene proprio da questo settore. «Già dopo tre anni il settore medico mostra di assorbire oltre il 95% dei laureati. Infine, è da sottolineare come l'economico-statistico e architettura continuino a garantire oltre l'80% dell'occupazione a cinque anni dalla laurea». E non è molto diverso l'andamento nell'ateneo sassarese.
LE RETRIBUZIONI Non molto confortanti i dati sulle retribuzioni dei laureati magistrali a cinque anni dal titolo: in Sardegna si attestano su una media di 1.202 euro netti mensili, a fronte di un dato nazionale di 1.356 euro. «A questo proposito resta molto da fare sulla parità di genere», sottolinea il rettore di Cagliari. «I dati mostrano che il divario tra donne e uomini cresce con l'aumentare degli anni trascorsi dalla laurea». In media infatti le retribuzioni maschili sono più alte di circa duecento euro rispetto a quelle femminili. «Siamo ben consapevoli delle minori opportunità occupazionali che la Sardegna può offrire», conclude il rettore di Sassari Carpinelli «ma la laurea rappresenta ancora una garanzia di occupazione, anche e soprattutto in una situazione di crisi come quella attuale».
Marzia Piga
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 maggio 2015 / Speciale (Pagina 56 - Edizione CA)
RICERCA Grazie a marcatori immunologici
DIABETE TIPO 1: SI SCOPRE IN ANTICIPO
Una speranza in più, nella battaglia contro il diabete mellito di tipo 1. Ovvero, quello che ogni anno in Sardegna colpisce 37 persone su 100mila, facendone la seconda realtà mondiale dopo la Finlandia (42 casi su 100mila) e un cosiddetto hot spot nell'area mediterranea, che invece presenta valori decisamente inferiori, come il 4,6 della Grecia.
Uno studio, appena pubblicato su Acta Diabetologica - una delle più autorevoli riviste specialistiche- ed effettuato da un gruppo di ricercatori ed endocrinologi dell'Università di Cagliari, in collaborazione con il Bambin Gesù di Roma e l'Italian Hospital di Londra, ha potuto identificare alcuni marcatori immunologici utili a predire il rischio di contrarre il diabete tipo 1, comunemente chiamato giovanile, a ridurre i tempi della fase diagnostica e rendere più efficace il contrasto a una malattia subdola.
A differenza del diabete mellito di tipo 2, noto come senile (ma la casistica più recente e soprattutto l'aumento dell'obesità hanno allentato i confini anagrafici, cosicché molti casi possono riscontrarsi nella popolazione giovanile), il tipo 1 è una malattia autoimmune, che si sviluppa sulla base di una predisposizione genetica e ambientale ed è caratterizzata dalla distruzione progressiva delle cellule beta pancreatiche deputate alla produzione di insulina. Viene incubato a lungo, senza sintomi fino alla sua insorgenza, di solito acuta e spesso improvvisa, che può condurre persino al coma bambini fino a quel momento apparentemente sani.
Rintracciare marcatori a rischio è stato proprio l'obiettivo dell'analisi che il team formato da Fernanda Velluzzi (endocrinologa, responsabile dell'ambulatorio obesità dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari), Stefano Mariotti (direttore dipartimento scienze mediche), Marco Songini (direttore diabetologia azienda Brotzu) e Andrea Loviselli (endocrinologo, direttore scuola di specializzazione Medicina dello Sport) e Gianni Secci (ricercatore), ha condotto in oltre dieci anni di osservazione continua su 8448 studenti tra i 6 e 14 anni di età, iscritti alle scuole elementari e medie di 35 paesi e città della Sardegna. «Individuare un marcatore, quindi uno strumento che già nella fase preclinica evidenzia la predisposizione e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1, è un grande vantaggio dal punto di vista diagnostico», conferma la professoressa Velluzzi, «durante il periodo di osservazione, 43 bambini hanno sviluppato il diabete in un arco di tempo medio di quattro anni, con un picco d'insorgenza all'età di 15 anni e senza differenze statisticamente significative tra maschi e femmine». Quaranta di loro, al momento della prima indagine, mostravano anticorpi positivi. Quella che, con il senno di poi, si è rivelata una spia di insorgenza della patologia. «Sulla base di questi risultati», conferma il professor Loviselli, «la coorte di questi soggetti, che non hanno ancora contratto diabete, potrebbe in un futuro forse non lontano essere sottoposta a trattamenti preventivi, capaci di ridurre o addirittura eliminare l'avanzata del danno del pancreas e quindi di evitare l'insorgere della malattia». La ricerca si è sviluppata grazie alla sinergia con i centri diabetologici dell'isola, i medici di base, le famiglie e gli istituti scolastici, in un'operazione corale necessaria per analizzare un campione di popolazione omogeneo e rappresentativo.
Clara Mulas
 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 maggio 2015 / Speciale (Pagina 56 - Edizione CA)
Al Brotzu
I RISULTATI DELLO STUDIO IN UN CONVEGNO

Lo studio “Prediction of type 1 diabetes in Sardinian schoolchildren using islet cell autoantibodies: 10-year follow-up of the Sardinian schoolchildren type 1 diabetes prediction”, realizzato anche da specialisti dell'Università di Cagliari, sarà presentato venerdì 19 giugno nel capoluogo, durante il convegno “Type 1 Diabetes: Staging, Prevention and Cure 2015”, mattinata di approfondimento sulla malattia, in programma all'ospedale Brotzu con il patrocinio dalla federazione diabete Sardegna. Sarà l'occasione per fare il punto sulla prevenzione e mettere a confronto i dati epidemiologici regionali con quelli europei -dove l'Isola rappresenta un'infelice eccezione nell'asse decrescente tra nord e sud-e mondiali, illustrati da Ezio Bonifacio e Annette Ziegler, due fra più autorevoli ricercatori a livello internazionale sul diabete giovanile. (cl.m.)
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 maggio 2015 / Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
FESTIVAL DELLA FILOSOFIA
Benedetta Tobagi ieri al Massimo ha ragionato sul male
«Bisogna indagare il passato per riprenderci la verità»
«Cerchiamo la verità quando siamo indotti a farlo in funzione della situazione concreta, quando subiamo una specie di violenza che ci spinge verso questa ricerca». E la “situazione concreta”, come suggerisce Gilles Deleuze, è spesso un'indicibile sofferenza. La ricerca che porta alla cognizione del male inizia ogni volta che ci sono persone ferite, ha spiegato Benedetta Tobagi, citando il filosofo francese, in apertura del suo dialogo con l'amministrativista cagliaritana Paola Piras al Festival di Filosofia di Cagliari.
Dedicato a “Indagare il passato: la verità fra scienza e fiction”, l'incontro con la giornalista-scrittrice, è stato il quarto appuntamento della seconda giornata della kermesse, allestita al Massimo, dal Teatro di Sardegna e l'Università di Cagliari, curato dai filosofi Roberta De Monticelli e Pier Luigi Lecis.
Figlia di Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della Sera, ucciso dalla “Brigata 28 marzo” (il 28 maggio ricorre il 35esimo anniversario della morte), la scrittrice ha dedicato alla memoria del padre il libro “Come mi batte forte il tuo cuore”, in cui ne ricostruisce la vita e l'omicidio nel contesto storico e politico di quegli anni. In “Una stella incoronata di buio”, il suo ultimo lavoro, anch'esso uscito per Einaudi, ricostruisce la strage in piazza della Loggia a Brescia, il 28 maggio del 1974, nel corso di una manifestazione antifascista.
Di male non c'è una sola definizione, ma dal suo punto di vista e del periodo storico che ricostruisce nei suoi libri, che cos'è il male?
«Io rimango legata a una definizione che secondo me è onnicomprensiva e che i filosofi chiamano il male morale, il male compiuto dagli uomini. L'agire malvagio che esprime la totale assenza di empatia. Alla luce della storia degli orrori del '900 il male si è manifestato in modo inimmaginabile in precedenza, con atti che non solo distruggevano le vittime, ma toglievano loro l'umanità. Il terrorismo e le stragi sono anch'essi forme di male che distruggono la vita e l'umanità delle persone. Il terrorismo di sinistra, come le mafie, riduce le vittime a simbolo da colpire, le stragi a numero».
Sapere è necessario per costruire la propria identità. La ricostruzione della verità però, è problematica. La verità spesso accosta parole inconciliabili «Possiamo dire di più, la verità talvolta è feroce, costringe ad affrontare qualcosa di terribile e insopportabile. Credo che si possa tracciare un'analogia tra quello che avviene a livello della psiche individuale e a livello collettivo. La terapia delle parole cerca di aiutare il paziente a ricucire gli strappi del passato integrando i traumi in una narrazione di senso. Allo stesso modo per una collettività prendere atto delle atrocità compiute è una premessa necessaria per poter costruire una convivenza solida in cui i fantasmi della vendetta non ritornino a presentare il conto e nemmeno chi ha subito le violenze debba continuare a sentire il dolore di veder negata la verità» L.a memoria è controversa come la verità, a volte ricordare è un modo per intrappolare il dolore anziché liberarlo.
«La memoria può essere foriera di ulteriore violenza. Pensiamo a quello che accade tra Israele e Palestina, che è accaduto in Irlanda del Nord e in altri luoghi. Il filosofo Todorov ha distinto la memoria di morte dalla memoria di vita. La memoria di morte è quella per cui i terroristi intitolano le loro formazioni a compagni caduti per portare nuova morte. La memoria di vita è quella che raccoglie e rimette insieme i pezzi del passato per medicare le sofferenze delle vittime e cerca un modo di superare i conflitti senza versare altro sangue». Ogni ingiustizia esige una riparazione. Quale riparazione è possibile per le vittime delle varie “stragi impunite”? «Ogni essere umano ha bisogno di riconoscimento e le persone vivono come una violazione della loro identità il fatto che vengano mistificate vicende che li hanno colpiti nella loro carne e nei legami più stretti. La verità è importante perché è un patrimonio di conoscenza che serve alla società tutta e quindi ricostruirla può dare un significato nuovo alle macerie».
Il Festival si chiude oggi. Alle 11, lo storico Franco Cardini dialoga con Roberta De Monticelli su “Non nominare il nome di Dio invano: religione e politica”. Alle 16, il filosofo Remo Bodei discute con Elisabetta Cattanei su “Dolore, tragedia, conflitto”.
Franca Rita Porcu
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 17 maggio 2015 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
DATI SENSIBILI
Ecco lo spid, il codice per dialogare con la Pa
ROMA L'ultimo nato si chiama “spid”. È un codice che permette ai cittadini italiani di identificarsi e di accedere in sicurezza a tutti i servizi della Pubblica amministrazione, anche quelli che richiedono dati sensibili e personali, come quelli sanitari. Lo “spid” sarà la chiave d'accesso a un unico sistema gestito dalla Pa e permetterà di prenotare le analisi alle Asl e scaricare i referti sul pc di casa o sul telefonino. Ma anche di pagare le tasse o ricevere i rimborsi dell'Agenzia delle entrate, iscriversi a un concorso pubblico, ottenere un certificato.
Le regole per il debutto dello “spid” (sistema pubblico di identità digitale) sono pronte e aspettano solo il via libera del Garante della Privacy, a cui deve seguire la firma del nuovo direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. L'identità digitale passa, oltre che per le informazioni base (nome, cognome, indirizzo) e per canali diretti di comunicazione (mail e numero di telefono), anche per il cosiddetto pin unico, in termini tecnici “codice identificativo”, che sarà composto da 4 lettere e 10 caratteri alfanumerici, in tutto 14 click.
Con queste credenziali si potrà accedere ai servizi della Pa attraverso un'area dedicata, contraddistinta dal bottone “Entra con Italia.it”. L'Agenda per la Semplificazione, il piano per sburocratizzare la Pa aprendo le porte al digitale, indicava aprile come termine ultimo per la prima fase, ma lo spid non sarà testato prima di giugno. ( r. ec. )

 


LA NUOVA SARDEGNA

6 – LA NUOVA SARDEGNA di domenica 17 maggio 2015 / Sardegna - Pagina 4
WINE FESTIVAL
Nell’alimentazione i segreti dei centenari
Giovanni Barroccu
PORTOCERVO. I segreti della longevità sono un po' menooscuri. L'Ogliastra, la Blue zone nell'isola dei centenari sono state raccontate durante il Porto Cervo wine festival da: Gianni Pes, docente di Scienze biomediche all'università di Sassari e Alessio Tola, insegnante di Merceologia nell'ateneo turritano. «La Sardegna è la prima regione al mondo per longevità maschile e la seconda per quella femminile, parliamo di 14 Comuni concentrati in Ogliastra e di centenari in buona salute», spiega Pes. I segreti di questo prodigio della natura non stanno in complicati algoritmi o in cavie da laboratorio, ma si basano su principi semplici e regole di un'epoca che non esiste più. «I centenari in gioventù erano per lo più pastori o agricoltori, camminavano molto, su terreni ripidi – afferma Pes –, fino a 30 chilometri al giorno. L’attività fisica costante èimportante». «Mangiavano formaggi e conservati di maiale – aggiunge Tola –mane facevano un consumo morigerato. Se un pastore doveva stare fuori casa per un mese, si portava 30 fogli di pistoccu. Uno al giorno».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA

7 – LA NUOVA SARDEGNA di domenica 17 maggio 2015 / Sardegna – Cagliari 24 ore – Pagina 6
UNIVERSITÀ
Guida delle chieseromaniche
Martedì 19 maggio 2015 alle 17.30 nell’aula "Roberto Coroneo" della Cittadella dei Musei l’Associazione “Amici del Romanico” con la collaborazione del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università, presenta la prima Guida delle chiese romaniche in Sardegna, a cura di Andrea Pala, edita dalla Scuola Sarda Editrice, con testi di Silvia Marini e Nicoletta Zucca.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA

8 – LA NUOVA SARDEGNA di domenica 17 maggio 2015 / Oristano – Pagina 22
ORISTANO
MEETJOB, UNA PROFESSIONE DOPO LA LAUREA
Al Consorzio Uno due giorni dedicati a un evento formativo che punta sulla diffusione della conoscenza delle professionalità sviluppate dall’università oristanese
Anche quest'anno il Consorzio Uno, in collaborazione con le associazioni studentesche e i Corsi di Laurea, organizza il MeetJob, l'evento formativo finalizzato alla diffusione della conoscenza sulle professionalità operanti nei settori di interesse dei corsi di laurea attivi presso la sede universitaria di Oristano. Il primo appuntamento in calendario è quello dedicato al corso di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici in programma martedì e mercoledì. La mattina del 19 maggio in programma, a partire dalle ore 9.30, la conferenza sugli sbocchi occupazionali dell'Event Management con gli interventi di Leopoldo Lama, project manager e docente di Gestione degli Eventi dell’Università di Roma Tor Vergata, Elisa Mocci, wedding planner & designer, Luca Nieddu, direttore di produzione del festival “Time in Jazz” di Berchidda e Cristiana Andria, assistant director and MICE manager presso il Tanka Village Resort di Villasimius, laureata in Economia e Gestione dei Servizi Turistici. Le conclusioni saranno affidate a Giuseppe Melis, coordinatore corso di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici. Nel pomeriggio e nella giornata del 20 maggio si svolgerà invece un Workshop, riservato agli studenti di Egst, dal titolo “Gli eventi collaterali: idee e proposte per una valorizzazione a fini turistici della Sartiglia di Oristano”. Il workshop sarà introdotto da un seminario tenuto da Leopoldo Lama sul tema “Strumenti di Gestione degli eventi turistici” e da un intervento di approfondimento sulla Sartiglia di Oristano a cura di Maurizio Casu, responsabile Ufficio Attività Culturale e Scientifica della Fondazione Sa Sartiglia. Obiettivo del workshop sarà quello di stimolare i partecipanti a ideare e pianificare un evento collaterale alla manifestazione della Sartiglia, analizzandone e progettandone i differenti aspetti. Le diverse attività in programma per il MeetJob 2015 si svolgeranno presso il Teatro San Martino e il Chiostro del Carmine.


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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