Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 May 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Seimila in fila per Buoncammino
Nuovo boom di presenze, ex carcere aperto anche oggi dalle 10 
Ieri una giornata di visite guidate, musica, tavole rotonde e letture sul tema della reclusione
 
La signora, marito e bimbi al seguito, filma tutto con lo smartphone, sbarre, porte blindate, camminamenti: «Questa cella l'altra volta non l'avevano aperta», commenta a un certo punto. Lei e i suoi cari, così come altri, sono in visita a Buoncammino per la seconda volta. Ieri mattina hanno fatto la fila sotto il sole proprio come il 21 o il 22 marzo l'avevano fatta, insieme ad altri 30 mila, sotto la pioggia. E molti faranno altrettanto oggi, seconda giornata di apertura, orario continuato dalle 10 alle 20. Il boom di presenze di ieri (2.000 di mattina, più 4.000 di sera, e i minorenni sono esclusi dal calcolo) si spiega anche così: una visita non basta a saziare la fame di sapere, vedere, capire cosa succedesse dietro le mura che fino a sei mesi fa sono state le più inaccessibili della città. Si attraversano corridoi, si guardano con inquietudine le reti robuste che servivano a impedire agli aspiranti suicidi di buttarsi di sotto, si curiosa dagli spioncini che permettevano agli agenti di non perdere mai d'occhio i reclusi.
MONGIU Raggiante Maria Antonietta Mongiu, presidente regionale del Fai (Fondo ambiente italiano), cui si deve l'iniziativa: «È fondamentale che Buoncammino venga aperto e usato, che si riempia di voci e di persone e non resti vuoto perché, vuoto, cadrebbe nel degrado. Questo luogo comincia ad avere un aspetto diverso: non ha perso memoria, non ha perso il suo senso e la città comincia ad appropriarsene».
SARDI E TURISTI In fila tanti sardi ma anche diversi turisti, presenti in città per il ponte di Sant'Efisio, che hanno voluto approfittare dei due giorni di apertura: cartina alla mano, guidati da insegnanti e alunni dell'istituto comprensivo Ciusa di Cagliari e del liceo scientifico Einaudi di Senorbì, i visitatori hanno ripercorso l'itinerario d'ingresso dei detenuti nel più grande edificio di Cagliari, sviluppato su un'area di 15 mila metri quadrati. Ancora Mongiu: «Bello vedere tutti questi giovani, e tanti bambini. Sono venute le famiglie. Ha visto i tedeschi? Compatti, organizzati, con le scarpe adatte: sono abituati. Ma anche i cagliaritani stanno imparando. I voli low cost sono serviti: la gente è andata fuori, ha imparato a vedere i monumenti e ora replica quest'esperienza nella sua città».
PRODOTTI GALEOTTI A fine percorso, tappa nel gazebo in cui vengono venduti i prodotti del lavoro dei detenuti nelle colonie penali di Mamone, Isili e Is Arenas: olio, formaggio, pomodori secchi, tutto a chilometro zero. Il marchio è un gioco di parole: Galeghiotto. È il progetto Colonia, che punta a favorire l'inclusione sociale di chi fa l'esperienza del carcere.
RIFLESSIONI Uno dei temi su cui ieri si è riflettuto nell'ambito delle tre tavole rotonde tenute a Buoncammino nell'arco della giornata. Dopo i saluti di Gianfranco Pala, ultimo direttore della casa circondariale, della stessa Mongiu, del sindaco Massimo Zedda, del rettore Maria Del Zompo, del questore Filippo Dispenza e del procuratore Mauro Mura, si sono confrontati Elena Sorci, Silvano Tagliagambe, Gianluigi Gessa, Mauro Papoff, Pietro Ciarlo e Bachisio Bandinu, Gian Franca Fois, Cinzia Cittarella, Teresa Pala, Fiorella Pilato, Annalisa Diaz, Mario Marchetti, Carlo Pilia, Ettore Cannavera, Giampaolo Cassitta, Marcello Fois, Laura Cabras, Michela Capone, Michele Pio Ledda, Savina Dolores Massa, Paolo Limbardi, Nicolò Migheli, Claudia Musio, Pietro Picciau e Gianni Zanata. Tra un dibattito e l'altro sono stati letti brani letterari ispirati al mondo della reclusione e scritti da donne: Rita Dedola, Maria Francesca Chiappe, Vanessa Podda, Anna Lisa Diaz, Francesca Gallus, Susi Ronchi. A proposito di letteratura, si è parlato anche de La cella di Gaudì, libro che raccoglie 12 racconti di altrettanti autori: il volume era in vendita, e il ricavato servirà a finanziare una borsa di studio per il figlio di un detenuto. In serata, per completare la festa, sul viale, musica dal vivo.
Marco Noce
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
In fila nel tunnel sotterraneo:
l'ospedale-museo svela i segreti
SAN GIOVANNI DI DIO. Successo delle prime due giornate dedicate alla scoperta dei locali
 
Quaranta minuti dopo mezzogiorno si mette in marcia l'ultimo gruppo della mattinata. Gli occhi sono fissi sul maxi schermo all'ingresso, scorrono vecchie immagini: i primi anni dell'ospedale, la corsa disperata ai rifugi durante i bombardamenti del 1943. Sono in venticinque ad ascoltare in silenzio le spiegazioni della guida. Giusto qualche minuto di sosta, prima di avviarsi tra corridoi che profumano d'antico. Un viaggio di venti minuti tra statue quasi a dimensione d'uomo, fotografie ingiallite e i duecento metri di sotterranei scavati sotto il cemento dei palazzi cresciuti a dismisura. Il San Giovanni di Dio spalanca le porte al pubblico per la prima volta, e riesce a fare il botto: tremila visitatori il primo maggio, in sole quattro ore. Con i due turni di ieri arriva a quota quattromilaseicentotrentadue. E oggi si replica.
IL TOUR C'è la vecchia farmacia, «tutto ciò che vedete qui è originale», assicura la guida mostrando garze e ferri chirurgici. In un angolo fa bella mostra un frigorifero con il congelatore. Poi su per le scale, la Cappella al primo piano cattura gli sguardi, con i suoi quadroni nelle tonalità del blu e color oro. «È diventata parrocchia nel 1944, pensate che la cupola è identica alla chiesa di SantAntonio, a Napoli». Terminate le spiegazioni la tappa è davanti alla parete accanto all'ingresso: a raccontare la storia più vecchia dell'ospedale civile ci pensano le stampe in bianco e nero disposte con cura l'una accanto all'altra. Ci sono le foto dei lebbrosari, e il centro per le malattie tubercolari, «rimasto in funzione sino quando non venne realizzato il Binaghi». E poi le suore vincenziane che si occupavano del Nido. Al piano superiore spicca un quadro del 1700: raffigura Santa Rosalia, mentre riceve il sacramento della comunione. Breve tappa davanti alle statue dei benefattori e poi dritti sino ai sotterranei. L'atmosfera è suggestiva, le luci soffuse. «Inizialmente potevano ospitare più o meno centocinquanta persone, poi vennero ingranditi, sino ad accoglierne duemila». È qui che i cagliaritani trovarono rifugio e salvezza mentre la città veniva devastata dalle bombe del '43. Qualche metro più avanti spiccano le maschere antigas.
IL PROGRAMMA Oggi si riparte, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Ad accogliere i visitatori ci saranno medici, infermieri e personale amministrativo dell'Azienda ospedaliero-universitaria, guide per l'occasione e volontari. Sono previsti appuntamenti con i bambini e i ragazzi lunedì 4, sabato 9 e domenica 10 (dalle 16 alle 19, hall San Giovanni di Dio, a cura della Clinica Pediatrica e Ludohospital Il Sole), mostre di pittura e fotografiche (sino al 10 maggio, corridoi San Giovanni), e anche concerti. Oggi tocca al Black Soul Choir - concerto di musica gospel, alle 18, Aula Costa, il 6 maggio Giovani talenti in concerto - Sezione musicale scuola Media Rosas di Quartu Sant'Elena alle 17. Infine due convegni: il primo, l'8 maggio alle 17 (Aula Costa) sulla Sanità e Cagliari, con l'assessore ai Servizi sociali Luigi Minerba, Rosanna Laconi (direttore del Pronto Soccorso), Emilio Montaldo (Medicina Generale); il secondo il 10 maggio su “Cagliari e la guerra” con il partigiano Geppe, Nino Garau, alle 10.30 Aula Dermos.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 53 - Edizione CA)
Nuoro
Comincia il Maggio universitario
 
Politiche per il turismo eco-sostenibile nella aree forestali della Sardegna. È questo il tema del convengo che mercoledì prossimo inaugurerà il Maggio universitario nuorese, manifestazione organizzata degli studenti dell'università barbaricina. Ad aprire il cartellone sarà il convegno che dalle 17 nella sala della Camera di Commercio di Nuoro, vedrà intervenire il presidente Agostino Cicalo, la consigliera regionale Anna Maria Busia, l'assessore alla cultura, sport, turismo e spettacolo del Comune di Nuoro, Leonardo Moro, e quello della Provincia di Nuoro, Gianfranca Logias. Anche quest'anno l'Ausf (Associazione Universitaria Studenti Forestali con lo slogan “Viviamo ciò che abbiamo, inventiamo ciò che non abbiamo” promuove quindi una serie di eventi in occasione del Maggio universitario nuorese, giunto alla sua sesta edizione. Seminari, incontri scientifici, dibattiti, manifestazioni ed escursioni in foresta che saranno condivisi con gli altri studenti nuoresi e del territorio. ( f. le. )
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 63 - Edizione CA)
L'evento
UniverCity per cinquemila 
Il concertone è un grande successo
 
Le migliaia di persone che il primo maggio hanno animato UniverCity Festival, alla Cittadella Universitaria di Monserrato, erano uno spettacolo nello spettacolo. Un'invasione di studenti e non, centinaia quelli arrivati da più parti d'Europa, ma bambini accompagnati dai genitori, ha animato la seconda edizione del grande festival universitario nell'Isola. L'evento, organizzato dall'associazione UniverCity, ha richiamato a Monserrato oltre cinquemila persone, forse più, forse meno, ma sempre comunque tantissimi. Tra loro anche la violinista cagliaritana Anna Tifu. «Sono venuta per lui, per assistere al suo primo concerto in Sardegna. Finalmente lo conosco, è un fenomeno. Sono una sua super fan», dice, mostrando il selfie appena realizzato nel backstage. Lui è Madh, 23 anni di Carbonia. Il nuovo fenomeno della scena musicale italiana era il pezzo forte, insieme al rapper di Olbia Salmo, del concertone.
Il clou della manifestazione, andata avanti dalla mattina fino alle due e mezza della notte, è arrivato poco dopo le 20, quando la scena se l'è presa Madh, ovvero Marco Cappai. Sul palco si muoveva come un “pifferaio magico”, mentre il cuore dei cinquemila galoppava veloce al ritmo di “Sayonara”, “Take care”, “Blood of leaves”. «Anche noi siamo qui per Madh», dicono Francesca Murtas e Martina Podda, arrivate da Carbonia.
«Questo Festival è uno spettacolo unico, divertente, pure economico, di cui si sentiva davvero la mancanza». «Facendo le debite proporzioni, si respira l'atmosfera che di solito si vive a Mondo Ichnusa», aggiungono Simone, 29 anni, e Gaspare, 25, di Serrenti. «Gli artisti sono bravissimi, ci sono tantissime persone e si può trascorrere un'intera giornata all'insegna del divertimento». Identico concetto viene espresso anche da Cecilia, Roberto, Giorgia, Fabio ed Emanuele. Hanno tra i 17 e 20 anni, e arrivano da Sardara e Sanluri. «E' tutto bellissimo, le persone, la musica».
Dopo Madh, l'attenzione è tutta per Salmo. Il rapper di Olbia, trapiantato a Milano, esordisce gridando quanto «è bello essere qui, perché è come tornare a casa». Un'ora e mezza di concerto, diciannove canzoni accompagnate da un densissimo ritmo elettronico, da “Russel Crowe” a “Venice beach”, fino a “Falsità e cortesia”, Salmo fa ballare tutti i cinquemila presenti. Uomini, donne, giovanissimi e meno giovani, tutti partecipano, gridano e ripetono i testi delle sue canzoni. Alle 22.30, chiude così: «Speriamo di rivederci presto, magari per un nuovo disco, se ci sarà un nuovo disco».
Il successo di Univercity è anche nei numeri: consumati 4.000 litri di birra e serviti più di 10.000 cocktail. Grande soddisfazione tra gli organizzatori. «Siamo molto contenti», afferma Fabrizio Mattu, studente di Medicina e presidente di UniverCity. «È una festa per tutti». L'appuntamento è già fissato per il 2016. «Se andrà tutto bene, l'evento sarà spalmato su due giornate».
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 63 - Edizione CA)
Decibel e malati
«Ci vuole rispetto per chi soffre»
LA POLEMICA. Frate Congiu
 
Musica alta a poche decine di metri dalle finestre dei malati del Policlinico di Monserrato. Così il concerto UniverCity, dal grande successo con cinquemila persone presenti sotto il palco, si porta dietro una scia di polemiche.
Critiche dirette non agli organizzatori, ma a chi ha detto “sì” senza pensare alle possibili conseguenze per le persone ricoverate. «Tutto autorizzato», racconta dispiaciuto frate Fabrizio Congiu, assistente religioso dell'azienda ospedaliero universitaria, «dai vertici dell'Università, del comune di Monserrato e della Questura come si legge nella circolare dell'azienda. Con questa decisione, tutto si può pensare tranne che ai responsabili di queste istituzioni interessi la formazione umanitaria e civile di questi ragazzi».
Congiu ha raccolto le lamentele di tanti malati che non si possono e non vogliono esporsi in prima persona. Lamentele riportate anche ai parenti che sono andati a trovare i loro familiari. «Ogni tipo di ricovero in ospedale», spiega l'assistente religioso, "dal mal di pancia al cancro terminale, dalla neurologia alla ginecologia, merita il massimo rispetto perché, dietro quei vetri tremanti a causa dei decibel, ci sono persone che soffrono. Musica altissima, schiamazzi fortissimi e vociare proprio lì, sotto le finestre dei pazienti che increduli si chiedono: fino a che ora durerà?».
Il concerto, come da autorizzazioni, è andato avanti fino alle due. Eccessivo? Si poteva organizzare con altri orari e un un luogo diverso? Chi ha dato le autorizzazioni certamente per la prossima edizione si porrà queste domande.
«Niente in contrario che i giovani si divertano e che lo facciano organizzando bellissime feste come quella dell'altro giorno», chiarisce Congiu. «Nella circolare dell'azienda erano stati previsti i possibili disagi per la viabilità in entrata e in uscita dall'ospedale di Monserrato, con una forte concentrazione durante le ore serali. Con qualche accorgimento in più si sarebbe evitato il rallentamento dell'umanità e della civiltà non rispettando le persone malate».
Matteo Vercelli

Questionnaire and social

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