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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 April 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
I sardi premiati alle Olimpiadi di matematica
Ieri, alla Cittadella universitaria di Monserrato, il rettore Maria Del Zompo ha premiato i 192 vincitori delle semifinali di zona dei campionati internazionali dei Giochi matematici. A Cagliari i giochi, giunti alla 18ma edizione, sono stati organizzati dal Centro di ricerca e sperimentazione dell'educazione matematica, diretto dalla professoressa Maria Polo, con l'Ufficio scolastico regionale e l'Università.
Nella categoria GP (universitari e adulti), primo premio a Fabio Lilliu, seguito da Giovanni Ambu e Andrea Urru. Per le altre categorie premiati Michele Gaviano (L2), Simone Orrù (L1), Giada Lo Bocchiaro (C2) e Nicola Lugas (C1). Il 16 maggio i sardi voleranno a Milano per la finale nazionale che selezionerà la squadra che rappresenterà l'Italia ai campionati di Parigi di fine agosto.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Nella grande camera tra via Is Mirrionis e via Marengo verrà inserita argilla espansa
INIEZIONI PER LA CAVITÀ MALATA
Una terapia d'urto per mettere in sicurezza piazza d'Armi
L'ultimo tonfo a metà febbraio di tre anni fa. L'asfalto era andato giù, trascinandosi nel ventre della terra la paura di chi risiede in piazza d'Armi, di chi nella facoltà di Ingegneria studia, insegna, lavora. In effetti la voragine che si aprì tra il 15 febbraio del 2012 in questa parte di città classificata ad alto rischio idrogeologico (come d'altra parte il rione di via Peschiera, dove entro l'estate inizieranno i lavori di messa in sicurezza del quartiere) interessò anche uno spicchio del Dipartimento, tanto da imporre la chiusura temporanea del laboratorio Grandi modelli.
 I CROLLI Problema non nuovo, per l'area compresa tra la salita di via Is Mirrionis, viale Merello e viale San Vincenzo. E si chiama cavità. Ce ne sono ben tre, nel sottosuolo. Una, quella di Su Stiddiu , sotto e tra viale San Vincenzo e viale Buon Cammino, non crea problemi. L'altra, divisa in due enormi camere con una strozzatura al centro, proprio sotto il Web Bar tra via in Mirrionis e via Marengo, preoccupa non poco. Ed è per questo che in questi anni la zona è stata sottoposta a uno studio accurato per poter avviare un piano di messa in sicurezza. Lo ha predisposto l'Amministrazione comunale sfruttando i fondi messi a disposizione dall'ex commissario straordinario per il rischio idrogeologico. Ottocentomila euro di fondi regionali che serviranno per dare stabilità a una piazza dove si affaccia un palazzo ma anche i dipartimenti universitari di discipline umanistiche e ingegneria ma anche attraversata giornalmente da migliaia di auto.
IL SINDACO «Anche in questo caso si è fatta la scelta del progetto integrato», hanno spiegato il sindaco Massimo Zedda e l'assessore alla Mobilità, Mauro Coni durante la recente presentazione dei lavori imminenti per via Peschiera e la sistemazione del rione sopra piazza d'Armi. «Sarà l'impresa che si è aggiudicata le opere a predisporre il progetto esecutivo». Un intervento che durerà quattro mesi e che inevitabilmente, seppur si tratti di un piano non particolarmente complesso, avrà un impatto sulla viabilità.
 LE OPERE «Si interverrà - ha detto Coni - su una parte della grande cavità tra via Is Mirrionis e via Marengo. Delle due stanze, una sta infatti bene, l'altra sta male e quest'ultima ha già provocato, negli anni scorsi, dei cedimenti. Nella strozzatura tra le due camere verrà realizzata una separazione-rinforzo e una volta completata la divisione si procederà con le iniezioni di argilla espansa che andrà a occupare il vuoto». Impedendo anche alle infiltrazioni d'acqua di compromettere la stabilità di piazza D'Armi.
«Il lago che si forma all'interno, spesso e erroneamente definito un bacino naturale, è frutto di infiltrazioni insidiose che vanno evidentemente contrastate e rese innocue», ha precisa l'assessore.
 VIA PESCHIERA Insomma, mentre per la piazza bisognerà attendere ancora un bel po' di tempo, per via Peschiera-via Marengo gli interventi di messa in sicurezza inizieranno già quest'estate.
Andrea Piras
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
TECNOLOGIA
È in arrivo “Naustrip”, l'app per chi va per mare
L'idea di un gruppo di giovani sardi potrebbe rivoluzionare il mondo della nautica da diporto. Con “Naustrip”, questo il nome della start up cagliaritana, sarà possibile mettere a disposizione la propria barca o il proprio yacht o prenotare un'uscita lungo le coste sarde. Si potranno studiare trasferimenti da un porto all'altro o pianificare una semplice uscita per scopi ricreativi. Tutto si svolgerà online, col proprio computer o navigando con il tablet di fronte al timone dell'imbarcazione che si intende pubblicizzare.
 Un'applicazione che assomiglia vagamente a Uber, il terrore dei tassisti di tutto il mondo. Questa volta non ci sarà un'autista pronto a sfrecciare sull'asfalto ma un capitano deciso a salpare insieme a turisti o curiosi. Comandante che sarà giudicato dagli utenti: sul sito internet è presente una sezione in cui i passeggeri potranno lasciare la propria recensione rispetto alla qualità del servizio trovato a bordo. Tutto secondo i dettami del web 2.0 e della sharing economy.
 Un progetto ambizioso premiato dall'Università di Cagliari nell'ambito della seconda edizione del “Contamination Lab”.
Alberto Fara, ceo della società, spiega lo spirito del progetto: «Con Naustrip turisti e amanti della nautica potranno vivere il mare scoprendo i segreti della costa con una persona del luogo. Il servizio sarà operativo dal prossimo fine settimana».
Matteo Mascia
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Diciannovesima edizione da sabato al 31 maggio: a Cagliari visite anche a Palazzo regio
Seicento “monumenti aperti” raccontati dagli studenti
E adesso si scopre che il 70% degli stranieri cerca luoghi di interesse culturale, archeologico e storico, mentre soltanto il 14% viaggia per le spiagge e il mare. Lo dice l'assessore regionale al Turismo. Quindi, “Monumenti aperti” potrebbe essere un importante richiamo, un'attrazione forte per chi fa vacanze brevi in primavera. Invece così non è, neppure con il grande giro delle navi da crociera che approdano al porto di Cagliari causa allarme terrorismo in Tunisia si è riusciti a creare un circolo virtuoso.
Ma tant'è, la manifestazione, arrivata all'edizione numero 19, avrà il solito successo perché è il momento in cui i sardi si riappropriano del loro immenso patrimonio artistico grazie all'opportunità di visitare (anche) luoghi solitamente chiusi oppure senza guide.
“Monumenti aperti” 2015, dal 18 aprile al 31 maggio, ha numeri da capogiro: cinquantuno comuni, gemellaggio con Mango e Santo Stefano Belbo in Piemonte, un'offerta di oltre 600 siti, undicimila volontari, il tradizionale coinvolgimento degli studenti di elementari, medie, superiori e università, decine di migliaia di brochure e cartine da diffondere, tanti sponsor, spettacoli e iniziative collaterali.
La kermesse è stata presentata ieri durante un'affollata conferenza stampa (un'altra è in programma fra tre settimane per la parte che riguarda il capoluogo, con il tema “la città del '900”) da Fabrizio Frongia, dell'associazione organizzatrice Imago Mundi Onlus. Poi: dall'assessore al Turismo, Francesco Morandi, che ha parlato di tendenze di mercati internazionali e di “calamite” come i Giganti di Mont'e Prama (che però non rientrano tra le meraviglie del ricco programma); dall'assessora alla Cultura e Pubblica istruzione Claudia Firino, che per il 2016 vorrebbe una preparazione all'evento da parte dei ragazzi e dei loro insegnanti che duri da settembre a giugno; dal commissario straordinario della Provincia di Cagliari, Franco Sardi, che sta lavorando per fare di Palazzo Regio un museo a pagamento; da Giovanna Damiani, neo responsabile dell'ufficio del Mibact che si occupa di promozione dei musei statali in Sardegna. Ancora: il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, evidenzia che il Palazzo di via Roma sarà finalmente di nuovo aperto alla gente (l'8 e il 9 maggio) e per la prima volta i visitatori saranno accompagnati dagli studenti e non dai funzionari, in un percorso «che ha importanti aspetti architettonici e illustrerà le opere d'arte di diversi artisti sardi, uno fra tutti Costantino Nivola».
“Monumenti aperti” costa 100 mila euro agli enti locali interessati, 50 mila euro è il contributo dell'assessorato regionale al Turismo, ha il patrocinio della presidenza del Senato della Repubblica e del ministero dei Beni culturali e del Turismo. Tutte le informazioni su www.monumentiaperti.com, la diretta su Facebook, Twitter e Instagram.
Cristina Cossu
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Provincia Ogliastra (Pagina 25 - Edizione OR)
LANUSEI. Dipendenze in Ogliastra: i dati sono allarmanti
Un numero verde Serd contro droga e alcol
Stesse percentuali di una grande città, numeri di cui non andare fieri. Intorno al Serd, il servizio della Asl per le dipendenze, ruotano duecento assistiti equamente divisi tra alcolisti e tossici. Usano alcol, oppiacei e cannabinnoidi, cocaina ed eroina, sono giovani e meno giovani. Al momento sono cinquanta i pazienti in terapia che assumono surrogati sintetici e su di loro è concentrata l'attività dello sportello Serd al Poliambulatorio di Lanusei. Tuttavia molte persone con problemi di droga non sanno di averli. Sono invisibili. Pensando a loro la Asl ha attivato un numero verde (800557722) e un indirizzo di posta elettronica (prevenzionesardegna.it@asl8cagliari.it).
«Questo servizio - spiega il responsabile del Serd Antonello Demontis - integra il lavoro che il nostro sportello svolge ogni giorno. Chi chiama sa che dall'altra parte del filo potrà trovare persone competenti disposte ad aiutarlo».
Il numero verde è pensato per tutti coloro che volessero chiedere consigli a persone qualificate. Una buona parola con un valore ancora più importante se l'interlocutore è un giovane.
 GIORNATE DI STUDIO Per presentare il “Programma di prevenzione e diagnosi precoce delle dipendenze da droghe e comportamentali” la Asl organizza due giornate di studio: a Tortolì lunedì 20 aprile, il giorno successivo a Lanusei. La mattina (dalle 10,30 alle 13,30 sono in programma gli incontri con gli studenti), il pomeriggio (dalle 16 alle 18) quello con i genitori. A Lanusei l'appuntamento è nell'aula magna del Liceo Da Vinci, a Tortolì in quella dell'Iti.
Tra gli ospiti i massimi esperti in Sardegna del settore a cominciare da Giovanni Biggio, neurofarmacologo dell'Università di Cagliari con una relazione “Le droghe e il cervello”.
Con lui Massimo Diana, direttore del Serd di Cagliari (vecchie e nuove dipendenze e nuovi scenari). Parleranno agli studenti e ai genitori anche Massimiliano Serra e Marina Velluzzi (psicologo e psichiatra del progetto Prevenzione Sardegna.it) e Patrizia Staffa (psicologa Serd Lanusei).
Si. L.
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
VIALE CIUSA. L'immobile fu donato alla Regione dal “conte rosso”
VILLA ASQUER, ALTRA VITA
Da residenza di nobili a casa dei poveri Caritas
Da residenza di nobili a casa dei poveri. C'è chi vorrebbe riportarla agli antichi splendori ma Villa Asquer sembra avere tutt'altri progetti: accogliere i meno abbienti e dare un sostegno a chi soffre. Vista da viale Ciusa, la villa che l'avvocato Giuseppe Asquer lasciò in eredità alla Regione, attuale proprietaria, sembra vuota e abbandonata, tanto da indignare i cagliaritani, cittadini, politici e associazioni, che spesso hanno dovuto sollevare la voce per richiamare l'attenzione sul degrado dello storico immobile. Più volte rifugio di sbandati e tossici, Villa Asquer ha conosciuto diverse stagioni, fra un tentativo e l'altro di recupero: prima il Comune che l'ha utilizzata per mostre e cinema all'aperto, poi l'Università con i servizi sull'internazionalizzazione e l'Erasmus. Molto prima la villa aveva ospitato anche il Cral regionale, che ne ha gestito i campi da tennis, forse i primi costruiti in città.
INTERROGATIVI E oggi? Oggi Villa Asquer non sarà uno splendore ma - fa sapere l'assessore regionale all'Urbanistica Cristiano Erriu - «è utilizzata per finalità caritatevoli, da quando, andata via l'Università, la gestione è stata data alla Caritas, con una convenzione siglata nel 2011 per 9 anni», quindi fino al 2020. Dentro l'edificio, come spiega don Marco Lai, è già in funzione un servizio di accoglienza notturno dei senza fissa dimora, e sta per partire l'attività di un ambulatorio di medici volontari della Caritas per gli indigenti (manca l'autorizzazione per il trasferimento da viale Sant'Ignazio), assieme a un centro diurno di animazione per disabili e loro famiglie. «Finalmente il conte rosso potrà riposare felice», dice don Lai ricordando la volontà del proprietario che, nel lascito testamentario, aveva disposto che la Regione ne facesse un uso sociale, un convitto di studio per i poveri meritevoli avrebbe voluto il conte. «Villa Asquer non è assolutamente abbandonata e ora svolge quel ruolo sociale voluto dal proprietario, sempre molto sensibile verso i poveri».
IL FUTURO Nel futuro chissà. Certo è che Villa Asquer, precisa l'assessore Erriu, «al pari di Villa Laura a Sant'Avendrace, per la quale c'è già un finanziamento ad hoc di 5 milioni di euro merita particolare attenzione, anche per le risorse che si dovranno individuare per il suo recupero storico e architettonico». Intanto le luci ogni notte si accendono, grazie alla Caritas che offre venti posti letto a chi ne ha bisogno. Il progetto però è ben più ambizioso e nei prossimi cinque anni, da qui alla fine della convenzione, si potrà fare di più. Grazie a Villa Asquer.
Carla Raggio
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OR)
Sassari
Agronomi e forestali oggi a confronto
Al via all'Università di Sassari e nelle sua sede gemmata a Nuoro, il primo “Agronomist and forester day”, evento organizzato dal Conaf in collaborazione con gli atenei italiani e le federazioni regionali. La giornata prevede una diretta streaming dalla sede del Consiglio nazionale, in collegamento con tutti gli atenei italiani sede di esame di Stato, con il coinvolgimento degli ordini e delle federazioni presenti sul territorio nazionale.
Oggi ogni ateneo, rispetto alle proprie specificità, proporrà un argomento da sviluppare durante la diretta e a Sassari interverranno Corradu Fenu, consigliere nazionale Conaf; Pasqualino Tammaro, presidente dell'ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Oristano e Manuela Sedda, presidente dell'ordine della provincia di Sassari. La giornata avrà inizio alle 9 con i saluti dei presidenti per andare in collegamento streaming con la sede del Conaf in via Po, a Roma. ( c. fi. )
 
 
8 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
La rivoluzione
Un unico Polo pediatrico nei progetti della Asl 8
Difficoltà da affrontare e superare, in vista della rivoluzione del polo pediatrico unico per Cagliari. La Asl 8 spiega così i disagi che si registrano al Microcitemico: «Ad oggi», è scritto in una nota dell'azienda sanitaria, «sono presenti alcune criticità che stiamo cercando di risolvere in un'ottica di visone globale del progetto e non di singolo problema. C'è una legge regionale del 2014 che prevede l'accorpamento del Microcitemico al Brotzu, e quindi la revisione degli aspetti di organizzazione sanitaria da atto aziendale che coinvolgono la Regione, la Asl, il Brotzu e l'Azienda Mista. Il nostro obiettivo», continua il comunicato, «è quello di superare la frammentazione di servizi disseminati in diverse parti della città che si occupano di problematiche e patologie dell'età evolutiva, realizzando un vero e proprio ospedale pediatrico».
La vecchia clinica Macciotta non poteva più ospitare i bambini più piccoli, che con un'operazione in grande stile erano stati trasferiti in altre strutture, fino al Policlinico di Monserrato. Al momento, spiegano ancora da via Pier della Francesca, «vi sono diversi gruppi di lavoro impegnati a portare a termine gli obiettivi nei tempi previsti dalla legge, per trasformare quindi un'idea in realtà. Non solo lo scorporo del Microcitemico dalla Asl, quanto la realizzazione di un polo pediatrico, un luogo dove un soggetto che incontra problemi durante l'età evolutiva possa trovare una risposta completa ai bisogni di salute. Stiamo lavorando per creare un contesto omogeneo e coerente ad alta intensità, al pari dei più moderni ospedali pediatrici nazionali». (e. f.)
 
 
9 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
«Entro luglio»
Oncologico e Brotzu, sì alla fusione
Brotzu, Oncologico e Microcitemico, tre ospedali sotto il governo di un'unica azienda sanitaria. Una scommessa da vincere entro luglio. E per la quale si richiede l'impegno delle diverse parti in causa. Le grandi manovre amministrative sono in corso fin dalla nomina, decisa dalla Giunta regionale Pigliaru, di Gabriella Pintus al vertice degli uffici di via Peretti.
È lei il commissario che dovrà accorpare Microcitemico e Businco, adesso sotto il controllo della Asl 8, il più grande ospedale della Sardegna. Tre strutture lontane nemmeno un centinaio di metri, che le vecchie scelte politiche avevano voluto gestite da enti diversi. Dell'unificazione si parla da anni, almeno dal 2009, quando la proposta cominciò a prendere corpo, con la soriana Nerina Dirindin, assessore regionale alla Sanità. I sindacati levarono gli scudi, le associazioni dei pazienti si preoccuparono. I timori maggiori riguardavano proprio il futuro del Microcitemico: nessuno voleva che le eccellenze venissero annacquate.
Ma gli anni sono passati e le decisioni definitive non erano state prese. Adesso la macchina si è messa in moto: molte delibere del passato recente del Brotzu sono state revocate in vista del raggiungimento dell'obiettivo finale: l'unificazione degli ospedali.
La scadenza è fissata per luglio e nessuno, in via Peretti, vuole mancare il bersaglio. (e. f.)
 
 
10 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 16 aprile 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
MICROCITEMICO. Protesta l'associazione dei pazienti: «Nulla si muove»
Ecco l'ospedale-cantiere
L'ala nuova è ancora off limits per i talassemici
In ogni piano c'è un cartello che annuncia la fine dei lavori per il primo semestre del 2010. Ma esiste anche il calendario, impietoso: nel 2015 nel cortile del Microcitemico ci sono ancora le baracche da cantiere dove mangiano gli operai in pausa pranzo. «Dove stanno lavorando?». Al piano terra scuotono la testa, non lo sanno. È certo però che negli ultimi anni, accanto al vecchio stabile dell'ospedale dei bambini per le malattie rare, ne è cresciuto un altro di sei piani. L'ala nuova, così la chiamano tutti. Forse troppo nuova: «Ci sono delle sale operatorie destinate ai bambini oncoematologici. Pronte, con tutti i macchinari dentro. Ma sono ancora chiuse. Da tempo lottiamo per farle aprire, ma la situazione non si sblocca»: parole di Sandy Carboni, mamma di una piccola paziente in terapia e esponente dell'Asgop, associazione che aiuta i genitori dei piccoli che combattono contro la malattia. Nella vecchia ala continua ad entrare e uscire, da sempre, Ivano Argiolas, presidente di Thalassa Azione e animatore del gruppo “Difendiamo il Microcitemico”: «Eh, forse i cartelli sui lavori sono ancora lì perché dovevano sistemare anche i nostri piani, quelli dei talassemici, dal primo al terzo». In quelli superiori tutto è moderno, con il linoleum che scricchiola sotto le suole: nei loro nulla si è mosso.
I CARTELLI A sentire chi l'ospedale lo vive, i cartelli sparsi nei piani sembrano un capolavoro di inconsapevole autoironia. A firma del direttore generale c'è scritto: «Sono in corso i lavori di ampliamento e ristrutturazione del Microcitemico, la cui fine è prevista per il primo semestre del 2010». E la promessa: «A fine lavori avremmo tutti un ospedale più moderno, più accogliente e più tecnologico». “Avremmo”, non “avremo”: grammatica sgangherata che sfiora la profezia. Qualcuno ha anche barrato quel 2010, sostituito con un 2050. Un ottimistico pannello, all'esterno, è attaccato accanto a una scalinata chiusa con la fettuccia biancorossa dei lavori in corso. Sul retro nessun cartello, ma un altro ingresso inaccessibile: tutto quel lato nascosto dell'ospedale è stato transennato perché dalla facciata sono precipitati grossi pezzi d'intonaco.
L'ASGOP In ospedale molto è stato fatto dalla Asl 8 in questi anni. Ma qualcosa sembra essersi inceppato: «Per le sale operatorie ci era stato detto che non era disponibile l'équipe di anestesia», spiega ancora la Carboni, «adesso ci sono gli anestesisti ma mancano ancora le sale. I bambini sono costretti a trasferte in altri ospedali, per l'inserimento del catetere venoso cervicale, un procedimento mensile. Con tutti i pericoli, per piccoli col sistema immunitario a zero». Altro problema: «Non abbiamo gli psicologi, li paga l'associazione, ma i fondi sono finiti».
I TALASSEMICI «È in corso una rivoluzione, ma noi restiamo sospesi nel limbo», racconta Ivano Argiolas: «Con l'emergenza del trasferimento dei reparti dalla fatiscente clinica Macciotta», aggiunge, «si è deciso, ed è giusto, di dare priorità alla creazione del polo pediatrico. Ma adesso c'è una nuova necessità, ossia l'accorpamento al Brotzu»: un processo che sarà chiuso a luglio. «Abbiamo incontrato i commissari straordinari, Savina Ortu per la Asl e Graziella Pintus del Brotzu, che stanno lavorando alla fusione», spiega Argiolas, «ci hanno assicurato il loro impegno». Le trasfusioni, che durano anche cinque ore, avvengono in stanze piccole dove, dice, i bagni non sempre funzionano al meglio: «Non c'è nemmeno lo spazio per un accompagnatore. Tutti gli operatori sono grandiosi, ma in troppi aumentano le probabilità di errore».
Enrico Fresu
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 16 aprile 2015 / Lettere e commenti - Pagine 1 e 17
INQUINAMENTO, DELITTO SENZA CASTIGO
di PIERO MANNIRONI
C’è una verità scomoda che tutti fingono di non conoscere: i reati ambientali sono spesso un delitto senza castigo. È l’esperienza che porta purtroppo a questa amara constatazione, a questa frustrante presa d’atto. Infatti, frugando negli archivi poco o nulla si trova su inchieste e processi che si sono conclusi inchiodando alle loro responsabilità coloro che hanno fatto della Sardegna la regione italiana più inquinata. CONTINUA A PAGINA 17

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
INQUINAMENTO, DELITTO SENZA CASTIGO
di PIERO MANNIRONI
C’è un vizio di sistema: un sistema normativo inadeguato incapace di legare un filo etico tra la devastazione ambientale e le sue conseguenze sulla salute
C’è una verità scomoda che tutti fingono di non conoscere: i reati ambientali sono spesso un delitto senza castigo. È l’esperienza che porta purtroppo a questa amara constatazione, a questa frustrante presa d’atto. Infatti, frugando negli archivi poco o nulla si trova su inchieste e processi che si sono conclusi inchiodando alle loro responsabilità, morali giuridiche, coloro che hanno fatto della Sardegna la regione italiana che ospita la maggiore estensione di aree inquinate: complessivamente 447.144 ettari rientrano infatti nei due siti di interesse nazionale (Sin) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e di Sassari-Porto Torres. C’è quasi una specie di afasia politica, di incapacità di denuncia e di mancanza di rigore, che porta a un’omissione gravissima. E cioè il non riconoscere che esiste un vizio di sistema, un’architettura normativa e di garanzie inadeguata che non è capace di legare un filo etico tra la devastazione ambientale e le sue drammatiche conseguenze sulla salute. E così troppo spesso non si denuncia chi aggredisce, ferisce e umilia l’ambiente, fino a corromperlo con veleni che poi si insinuano silenziosamente nelle nostre vite, alimentando una strage dolorosa, ma non riconosciuta. La desolante consuetudine è quella del limite del dibattito che si sviluppa su chi debbano ricadere gli oneri delle bonifiche, sulle estenuanti ricerche di fondi per guarire la natura ferita, sulle caratterizzazioni e sulle procedure amministrative. E questa evidenza chiama direttamente in causa la politica. La sua ignavia e la sua debolezza, prima di tutto. E in alcuni casi, forse, addirittura la sua complicità. Perché troppo spesso, mentre tragedie ambientali e umane si consumavano, la politica ha preferito nascondersi dietro le infinite dispute su metodi di rilevamento, in risultati di analisi non coerenti e quindi controversi, in silenzi sospetti e in minimizzazioni inquietanti. Dietro questa foglia di fico si nasconde una verità catastrofica che studi scientifici autorevoli hanno già raccontato. Documenti che non possono essere ignorati o rimossi. Uno dei primi è sicuramente la mappatura fatta nel 1994 dall'istituto di Igiene dell'Università di Sassari sulla mortalità da tumore in Sardegna. Una fotografia cruda dello stretto rapporto tra inquinamento industriale e crescita dei decessi per cancro. Uno studio nato senza la pretesa di scoprire il nesso causale tra agenti patogeni e malattia. Fissava semplicemente uno scenario che non aveva bisogno di essere spiegato. Da quello studio è emersa la mappa dell'inquinamento e della morte: Porto Torres, il Sulcis (soprattutto Portoscuso), Sarroch. Poi, nel 2006, l'allora assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin cercò conferme. Fece perciò monitorare quelle aree potenzialmente "stressate" dalle attività industriali e da quelle militari. Lo studio fu condotto dall'associazione temporanea d'impresa Esa, formata dall’università di Firenze, dall’Arpa Piemonte e dalle Asl di Milano e Roma, e finanziato dall'Ue. Il risultato fu quasi scontato: nelle aree industriali e minerarie della Sardegna la mortalità per tumori e malattie respiratorie, epatiche e dell'apparato digerente nel ventennio 1981-2001 è stata molto più alta delle media nazionale. A Porto Torres, il dato di cornice fu questo: rispetto alla media regionale, moriva il 4% in più degli uomini e il 9% delle donne. Ma scorporando il dato di Sassari città, che era incluso nella macroarea, si arrivò a numeri spaventosi. Per esempio, la percentuale dei sarcomi dei tessuti molli si impennava fino ad arrivare a un +77% negli uomini e +89% nelle donne rispetto alla media attesa. Nello stesso periodo, cominciarono a diffondersi anche alcuni dati inquietanti dell'area di Portoscuso che il giornalista Antonio Cederna aveva definito «un incubo». Secondo uno studio, l'incidenza dei tumori nel Sulcis era superiore di circa il 10% rispetto alla media sarda. Per alcuni tipi di patologie si arrivava addirittura a un +35%. Questi numeri, e il dolore che si portano dentro, sono la conseguenza dell’inquinamento industriale. E nessuno oggi può dire di non sapere.



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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