Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 April 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di  martedì 7 aprile 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
L'azienda ospedaliero-universitaria di Sassari replica a Tedde (FI)
«LA COMMISSIONE GIUDICATRICE È LEGITTIMA»
«La commissione giudicatrice nella procedura di affidamento dei servizi tecnici per l'ampliamento del Policlinico di Sassari è stata nominata nel pieno rispetto della normativa vigente».
Lo sostiene la direzione aziendale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, che replica alle «sconcertanti accuse di illegittimità» mosse dal consigliere di Forza Italia Marco Tedde. «L'articolo 84 del Codice degli Appalti al comma 3 precisa come la commissione debba di norma essere presieduta da un dirigente della stazione appaltante, criterio rispettato dalla Aou di Sassari, così come quello richiamato al comma 8, dove la norma fornisce indicazioni in merito alla nomina dei commissari diversi dal presidente».
«La composizione della commissione nominata», prosegue la nota, «garantisce, in linea con le indicazioni del legislatore, le necessarie competenze tecniche ed amministrative in relazione all'oggetto dell'affidamento che, si deve ricordare, non era la valutazione di progetti di natura edilizia, bensì dei requisiti di carattere tecnico amministrativo e delle proposte metodologiche che i concorrenti proponevano in relazione alle specifiche esigenze tecniche, sanitarie e amministrative dell'Aou».
«Se l'onorevole Tedde avesse approfondito la normativa e la giurisprudenza recente in materia, avrebbe potuto facilmente verificare le pronunce al proposito: il Tar Lazio Sez. III, con sentenze n° 10123 del 27/11/2013 e n° 9198 del 28/10/2013, chiarisce che “Non è necessario che l'esperienza professionale di ciascun componente della commissione giudicatrice copra tutti i possibili ambiti oggetto di gara, in quanto è la Commissione unitamente considerata che deve garantire quel grado di conoscenze tecniche richiesto in ossequio al principio del buon andamento della pubblica amministrazione”, e che, in tema di professionalità dei componenti della commissione giudicatrice nelle gare pubbliche di appalto, il requisito generale dell'esperienza “nello specifico cui si riferisce l'oggetto del contratto”, di cui al comma 2 dell'art. 84 del Codice degli appalti, deve essere inteso gradatamente e in modo coerente con la poliedricità delle competenze di volta in volta richieste in relazione alla complessiva prestazione da affidare (indirizzo confermato dal Consiglio di Stato costantemente: cfr. in particolare la recente sentenza n. 92 (sez. V) del 16.1.2015). In merito alle ulteriori offensive affermazioni sul professionista ingegnere», prosegue la direzione dell'Azienda ospedaliero-universitaria, «occorre precisare che era stato a suo tempo nominato Responsabile unico del procedimento dell'appalto in questione, così come di molti altri appalti di lavori in sanità».
«In base alla norma ed alla giurisprudenza su citate, il vaglio di assoluta professionalità e competenza riguardo a tali procedure vale per tutti gli altri componenti della Commissione». Peraltro «ad oggi nessun ricorso è stato proposto da parte dei diretti contro interessati che hanno avuto integrale accesso alla documentazione».
 
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di  martedì 7 aprile 2015 / Provincia di Nuoro (Pagina 33 - Edizione CA)
Dorgali, conferenze
Scuola e famiglia
 “Disturbi specifici dell'apprendimento: scuola, famiglia e società”. Sono i temi del seminario organizzato dal Rotary club di Dorgali che si svolgerà l'11 aprile alle ore 18 nella sala consiliare del Comune. Dopo i saluti del presidente del Rotary Franco Rosu e del sindaco Angelo Carta, interverranno docenti e specialisti dell'università di Cagliari come Carmelo Masala, Donatella Rita Petretto e Carlo Zuddas. Modera Gianluigi Lilliu.
 
 

L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di  martedì 7 aprile 2015 / Ogliastra (Pagina 35 - Edizione CA)
LANUSEI. Un progetto dell'amministrazione Ferreli per formare professionisti
Le guide turistiche certificate spedite a studiare in Germania
I turisti non sono più quelli di una volta. Vorrebbero perfino trovare ad attenderli professionisti esperti di storia, cultura, ambiente e enogastronomia. Poliglotti con il bollino blu e gastronauti certificati, capaci di dissertare di economia e archeologia nuragica con i più esigenti visitatori teutonici. L'amministrazione comunale ha deciso di investire in formazione e creare un gruppo di guide di alto livello: operatori di un territorio che guarda con sempre più interesse ai mercati turistici di Germania, Austria e Svizzera.
 LE FALLE È una delle principali falle nel sistema turistico locale insieme all'assenza del concetto di rete territoriale. Mancano gli operatori capaci di garantire servizi di alto livello ai turisti stranieri. Il Comune di Lanusei cerca di porre rimedio con un progetto frutto di un intesa con la Camera di commercio tedesca. Cinque corsisti (le iscrizioni sono aperte) potranno intraprendere un percorso di formazione. Diverranno professionisti con un abilitazione garantita da un marchio di qualità di cui lo stesso Comune si farà garante.
MASTER AND BACK L'idea di questo master and back sui generis è mutuata dall'esperienza dei paesi germanofoni dove gilde e corporazioni hanno affinato l'iter formativo. E proprio in Germania si terrà una parte dei corsi. La futura guida dovrà avere conoscenze storiche, geografiche economiche ed etnografiche della realtà tedesca. Oltre a parlare la lingua.
 I REQUISITI I requisiti per l'ammissione al corso sono molto selettivi: è necessario essere laureati o specializzati nel settore dell'accoglienza e parlare un inglese di buon livello. Ma all'atto dell'iscrizione si dovrà presentare una relazione sulla storia e la cultura della Sardegna e di Lanusei in particolare.
Ultimata la fase preparatoria l'approccio sarà interculturale, con corsi di lingua tedesca, seminari di cultura enogastronomica sarda. Un esame intermedio chiarirà se il candidato è idoneo a continuare il cammino.
Le materie danno l'idea di dove si voglia arrivare: archeologia del territorio ogliastrino, storia e tradizioni della Germania, archeologia. Ci sarà un soggiorno in terra tedesca di cinque settimane in cui si dovrà partecipare ad una manifestazione organizzata ad hoc.
IMPRENDITORI Le persone dovranno essere in grado di relazionarsi con il mercato straniero, in particolare Austria, Germania e Svizzera, proporre pacchetti vacanza e valorizzare il territorio. Al termine saranno imprenditori delle loro stesse potenzialità.
Simone Loi
 
 

 
 
LA NUOVA SARDEGNA

4 – LA NUOVA SARDEGNA di  martedì 7 aprile 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
LA MORTE DI GIOVANNI BERLINGUER

E’ deceduto ieri notte a 90 anni
FUNERALI DOMANI ALLA SAPIENZA
ROMA. È morto nella notte di ieri a Roma Giovanni Berlinguer. Aveva 90 anni. Figlio dell'avvocato e politico Mario, fratello del leader comunista Enrico, deputato per tre legislature con il Pci, Giovanni Berlinguer era laureato in Medicina, con abilitazione all’insegnamento di Medicina sociale e di Igiene. È stato consigliere provinciale del Pci a Roma e più volte eletto deputato e, per una legislatura, senatore. Nel 2007, dopo lo scioglimento dei Ds che porterà alla nascita del Partito Democratico aderisce a Sinistra Democratica. Fino al maggio 2009 Giovanni Berlinguer è stato deputato al parlamento europeo di Strasburgo. Ieri, dalle ore 18 alle 20, e oggi, dalle ore 8 fino alle 20, nella sala della Protomoteca del Campidoglio è stata allestita la camera ardente. Il feretro è stato accolto al suo arrivo in Campidoglio dal sindaco di Roma Ignazio Marino, insieme al sindaco c’era anche Walter Veltroni, con loro anche i familiari del medico e politico. I funerali si svolgeranno domani alle 10 all’università della Sapienza, ateneo romano dove Berlinguer è stato docente di Medicina sociale.

«Non aderisco al Pd, un’operazione di vertice»
SASSARI LA FORMAZIONE E L’IDEALE COMUNISTA
Addio all’uomo per cui la questione morale era al centro di tutto
di Costantino Cossu
Era la mattina di una giornata di febbraio del 1992, ventitré anni fa. Due mesi dopo, ad aprile, si sarebbero tenute le elezioni politiche dalle quali sarebbe nata l'undicesima legislatura della Repubblica. Senatore uscente, confermato all'assemblea di Palazzo Madama nel 1987, Giovanni Berlinguer aveva chiesto di non essere ricandidato. La stessa scelta l'aveva fatta un altro senatore sardo, Giuseppe Fiori. Fui inviato a Roma dalla Nuova per intervistarli entrambi. Berlinguer e Fiori uscivano dalla mischia volontariamente. Cosa che non capita tutti i giorni. Era interessante capire perché. Giovanni Berlinguer mi ricevette in una stanza fredda ma piena di luce, nel suo studio. Gentile, ascoltò le mie domande. Alla prima, il perché della rinuncia volontaria alla candidatura, rispose che, dopo tanti anni passati in Parlamento (fu eletto per la prima volta, alla Camera, nel 1972), gli sembrava giusto lasciare spazio a energie nuove. Poi la conversazione andò indietro nel tempo a percorrere le tappe di una vicenda personale e politica dentro la quale c'è un pezzo di storia della sinistra italiana ma anche un bel tratto di storia d'Italia. Non parlammo mai di Enrico, il fratello maggiore cui toccò in sorte di guidare il Partito nel quale anche Giovanni aveva militato. Non gli feci alcuna domande né lui portò lì il discorso. Solo un accenno agli anni sassaresi, l'impegno politico del nonno Enrico, del padre Mario e la «scelta di vita» del fratello. Un accenno per dire del clima nel quale s'era formato, la Sassari democratica, repubblicana e antifascista ricostruita poi mirabilmente nelle biografie di Enrico Berlinguer firmate da Giuseppe Fiori e da Chiara Valentini. Esattamente un anno prima, il 3 febbraio dell'anno precedente, dalle ceneri del Pci era nato il Pds. Giovanni Berlinguer stava nella corrente di sinistra, guidata da Fabio Mussi. Il Muro di Berlino era venuto giù meno di tre anni prima. C'era un orizzonte intero da ricostruire. Che fare? «Bisogna mantenere un ancoraggio forte alla cultura politica del socialismo europeo – mi rispose Giovanni Berlinguer –. Ma bisogna anche aprirsi ad altre visioni e ad altri temi oltre quello della difesa degli interessi del lavoro: l'ambiente, il ruolo delle donne, i diritti civili, il peso sempre maggiore che la conoscenza ha nel determinare i meccanismi dell'economia». Dopo più di un'ora di intervista, prima che io andassi via volle mostrarmi una foto: era l'immagine di una culla, tutta in legno. « Fatta da me – mi disse con un sorriso – per un mio nipotino». Aveva un piccolo laboratorio di falegnameria, mi spiegò, e costruiva mobili per la famiglia, piccole cose. Ritrovai, quel giorno a Roma, la stessa persona dolce e disponibile, rigorosa ma anche ironica, dotata di un fine senso dell'umorismo, che avevo conosciuto a Sassari nei primi anni Settanta, quando Giovanni Berlinguer insegnava Medicina sociale all'Università (l'incarico lo aveva avuto nel 1969 e lo avrebbe lasciato nel 1974, per andare a ricoprire la cattedra di Igiene a Roma). Insieme alla politica, infatti, c'era l'attività di insegnamento e di ricerca. C'è un suo libro, “Le mie pulci”, che ricostruisce per intero questo percorso. E ce n'è un altro, “Storia della salute”, in cui sono raccolti alcuni dei suoi scritti più importanti sul tema del rapporto fra medicina e società, fra scienza e limiti etici. Politico, quindi, ma anche uomo di vasta e raffinata cultura. Professore emerito in diverse università (Santo Domingo, Montréal, Brasilia), Giovanni Berlinguer ha ricoperto gli incarichi di responsabile del primo Piano sanitario (dal 1992 al 1995) e di presidente del Comitato nazionale di bioetica (1999), è stato membro del Consiglio sanitario nazionale (dal 1994 al 1996), dell'International Bioethics Committee dell'Unesco (dal 2001 al 2007) e della Commission on the Social Determinants of Health dell'Organizzazione mondiale della Sanità (dal 2005 al 2008). Nel maggio 2007, dopo lo scioglimento dei Ds che porterà alla nascita del Pd, Giovanni Berlinguer lasciò il partito e aderì a Sinistra democratica, poi confluita in Sel. Ad un giornalista dell'Unità che gli chiedeva perché non si riconosce nel Pd, rispose: «E' solo un'operazione di vertice. Un'operazione pilotata dall'alto, senz'anima, né anelito ideale o alone di consensi. Tra i contenuti che mancano, segnalo la questione morale. Senza la questione morale al centro, non può esservi oggi partecipazione vera. Così come non può esservi partecipazione senza raccogliere le spinte dei movimenti sulla pace, sui diritti civili e sociali, sul lavoro, sulla legalità. Tutte cose spesso considerate un disturbo dalla politica, e la cui marginalizzazione ha reso la politica separata e più povera». Tra i contenuti che mancano, la questione morale e il lavoro: uno sguardo all'oggi e si capisce che cosa Giovanni Berlinguer, coerente alle scelte di una vita intera, volesse dire.
 
 
Le più alte cariche dello stato ricordano l’impegno politico dello scienziato
MATTARELLA: «PASSIONE CIVILE E RIGORE»
ROMA Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda, in un messaggio ai familiari, «la limpida figura» di Giovanni Berlinguer. «Personalità brillante e dotata di alto senso morale – scrive il capo dello Stato – medico di grande valore, seppe unire nella sua lunga carriera, che lo vide più volte in Parlamento passione civile, rigore scientifico e senso di profonda umanità». «Berlinguer ha portato in politica e nelle aule parlamentari il rigore etico dell'uomo di scienza, ed una importante vita accademica che gli fruttò diversi riconoscimenti». Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ricorda l'ex parlamentare e docente universitario. «Uomo di grande dignità, lascia in chi lo ha conosciuto un sentimento di profonda ammirazione. A nome mio personale e dell'intera assemblea del Senato – conclude il Presidente Grasso – invio ai familiari i sentimenti del più profondo cordoglio». «Con Giovanni Berlinguer scompare un protagonista della sanità pubblica italiana. Un medico e un uomo di cultura, prima ancora che un politico, impegnato nell’affermazione del diritto alla salute». Lo afferma Rosy Bindi in una nota. «Ha speso – dice l’esponente Pd – la sua intelligenza e la sua passione al servizio di un’idea di medicina umanizzante e di cura, come presa in carico di tutta la persona malata. Ricordo anche la battaglia in difesa del Servizio sanitario nazionale e della riforma varata dal Prodi». Per il presidente della Repubblica emerito Napolitano. «Resta agli atti del Parlamento il suo forte contributo alla elaborazione della riforma sanitaria del 1978. La sua vivacità intellettuale, preparazione professionale e passione politica ne fecero una figura singolare e di rilievo nella vita democratica del Paese». «Una persona di sinistra mite, combattiva, curiosa del futuro». Così in un tweet Nichi Vendola ricorda Giovanni Berlinguer. «Per lui scienza e politica erano al servizio del bene comune». Per Massimo D'Alema «Berlinguer seppe unire la passione politica e civile alla curiosità scientifica e ad una visione moderna che gli venivano dalla sua formazione e cultura».


QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

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