Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 March 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Università
Sì ai concorsi per docenti e ricercatori: nuovi bandi
 
Via libera ai concorsi per docenti e ricercatori universitari. Gli organi collegiali dell'Ateneo - Senato e Cda - hanno deliberato di procedere all'emissione di nuovi bandi per le procedure di chiamata di 16 professori associati e per il reclutamento di 14 ricercatori (di cui tre di tipo B).
La delibera si aggiunge a quelle già approvate nei mesi scorsi: complessivamente l'Ateneo ha finora emanato 126 bandi per professore associato, 39 per professore ordinario, 3 per ricercatore di tipo A e 21 per ricercatore di tipo B. «Si è attivato un significativo rinnovamento della docenza, con l'ingresso negli organici di 40 nuovi docenti e con il riconoscimento dei meriti scientifici dei giovani ricercatori che hanno brillantemente conseguito le recenti abilitazioni scientifiche nazionali - dichiara il rettore, Giovanni Melis - l'Ateneo ha utilizzato le possibilità concorsuali derivanti dalle cessazioni per pensionamenti e dalla premialità collegata alla solidità degli equilibri economici e finanziari del bilancio».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
UINIVERSITÀ
 
Si svolgerà domani il dibattito pubblico tra i candidati rettore organizzato dagli studenti di UniCa2.0, alle 16.30 nella casa dello studente di via Trentino (sala Cosseddu). Moderatore Luca Santus e Giuseppe Esposito.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Expo, l'Isola è un fantasma
La Regione in grave ritardo su comunicazione e marketing
L'EVENTO. Il progetto appena affidato alle facoltà di Architettura di Cagliari e Alghero
 
Expo 2015: maggio si avvicina, la Sardegna sta a guardare. Mancano sessanta giorni al grande evento internazionale, una lunga vetrina di cinque mesi a cui parteciperanno 145 paesi da tutto il mondo, ma la Regione è in alto mare. Ad oggi non c'è nulla di pronto: logo, comunicazione istituzionale, perfino lo stand è ancora da definire. «Ci stiamo lavorando», confermano dall'ufficio stampa della Giunta. «Il progetto è stato affidato alle facoltà di Architettura, fra Cagliari e Alghero». Riusciranno nell'impresa? Un lavoro obiettivamente in salita visto che chi dovrà rimboccarsi le maniche per mettere in campo idee, slogan, brochure, avrà appena due mesi di tempo. Forse meno, considerando il fatto che le maestranze non ci sono: le due università dovranno bandire le borse di studio per arruolare braccia e cervelli.
IL DIPARTIMENTO La conferma arriva dal direttore del Dipartimento di Architettura di Alghero, Arnaldo Cecchini: «Si tratta di un progetto di ricerca: abbiamo appena ricevuto una lettera di intenti dell'assessorato al Turismo. Per ora è un atto formale in cui ci viene chiesto di occuparci di immagine e comunicazione. Di concerto col collega di Cagliari, Antonello Sanna, definiremo i dettagli della convenzione per poi bandire le borse». I tempi? «Siamo in grande ritardo, pura follia, ma sarà un lavoro eccezionale». Non bastava la dimenticanza del Ministero, per l'assenza della Sardegna sul sito promozionale Verybello, dove non c'era traccia di Sant'Efisio, il Redentore e giganti di Mont'e Prama. Ora ci si mette anche la Regione, con l'acqua alla gola su tutti i fronti.
IL PROGRAMMA La delibera che detta il cronoprogramma per presentarsi all'Expo 2015 è del 29 dicembre scorso, ultima riunione della giunta Pigliaru del 2014. Un finanziamento di 3 milioni e 490 mila euro per portare la Sardegna nel mondo. Di questi, 390 mila euro sono affidati alle università di Sassari e Cagliari che dovranno occuparsi del progetto creativo. Mentre lo staff milanese, dalla cabina di regia che coordina il grande evento, pare non abbia ancora le idee chiare sugli spazi che potrà o dovrà occupare l'Isola, per uno stand espositivo che cambia dimensioni di giorno in giorno.
LO STAND Il lunedì si allarga, il mercoledì diventa più piccolo: dai 75 ai 65 metri quadri o chissà. Insomma la Regione brancola nel buio senza avere certezza su dove, come e quando potrà impossessarsi di uno spazio all'interno di un'area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, dove ci saranno più di 140 Paesi e organizzazioni internazionali. Una vetrina d'eccellenza per oltre 20 milioni di visitatori attesi all'evento più importante d'Italia alla quale la Sardegna rischia di arrivare impreparata.
IN MOSTRA Per ora si sa che le eccellenze naturalistiche, ambientali e culturali dell'Isola saranno protagoniste durante la mostra sulla “potenza della bellezza”, uno dei quattro temi selezionati per la grande rassegna di immagini delle regioni che caratterizzerà il padiglione Italia dell'esposizione universale di Milano. E che la troupe televisiva dell'Expo, già in Sardegna, dovrà documentare località e monumenti: «Le riprese saranno effettuate in altissima definizione con l'assistenza logistica e organizzativa della fondazione Sardegna Film Commission». Scenari, paesaggi naturali, angoli rappresentativi della storia del territorio appariranno in tutta la loro bellezza sui maxi schermi del padiglione.
GLI SPOT «Per la Sardegna», spiega l'assessore regionale al Turismo Francesco Morandi, «gli allestitori del padiglione hanno scelto il parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena, i paesaggi del parco geominerario del Sulcis e la sala settecentesca della biblioteca universitaria di Cagliari». Saranno tre spot sulla Sardegna: un'idea bellissima, manca la promozione.
Ilenia Mura
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 45 - Edizione CA)
Enti culturali a stecchetto, fondi in meno per Isre e Nivola
NUORO. Il centrodestra contesta i tagli. La maggioranza: tanti residui, nessun rischio
 
Dopo la battaglia unitaria dei consiglieri regionali nuoresi per il riconoscimento dell'area di crisi, rispunta la divisione dei ruoli sui fondi agli enti culturali. Venerdì sera il consiglio regionale boccia gli emendamenti alla Finanziaria presentati da Luigi Crisponi (Riformatori) e Pietro Pittalis (Forza Italia) per assegnare un milione di euro all'Isre e 250 mila euro al museo Nivola di Orani. La maggioranza rassicura che il funzionamento di entrambe le strutture non subirà conseguenze. Ma il presidente dell'Isre, Bruno Murgia, ammette la sua preoccupazione perché l'Istituto superiore regionale etnografico avrà un bilancio di 2 milioni e mezzo, anziché di 3 milioni e mezzo. «Se così fosse, temo che la situazione sia di grande crisi», dice. L'Isre avrà invece 60 mila euro per la tutela delle espressioni artistiche poetiche e musicali della Sardegna.
L'ATTACCO L'emendamento della discordia - non concordato con la maggioranza - tiene banco nel dibattito politico. «La bocciatura è una scelta scellerata», commenta duro Crisponi. «Non sono enti da parcheggio ma presidi culturali storici del territorio». Crisponi e Pittalis puntano l'indice «sulla disparità di trattamento rispetto alle tante associazioni, enti e organismi di ogni tipo destinatari di provvidenze decise dalla maggioranza in consiglio regionale. Abbiamo chiesto provocatoriamente alla Giunta se avessero a cuore le sorti del prestigioso ente regionale o avessero in animo la sua chiusura o il trasferimento della sede a Cagliari».
I RESIDUI «Sulla spesa obbligatoria ci sono residui importanti. Quindi nessun rischio», sottolinea il vice capogruppo del Pd, Roberto Deriu che richiama, invece, la necessità di una riorganizzazione degli enti culturali posta in Aula. Efisio Arbau, consigliere di La Base, fa proprie le rassicurazioni dell'assessore al Bilancio Raffaele Paci: la disponibilità dei residui non farebbe correre rischi né all'Isre né al museo Nivola. «Se mancheranno risorse nell'assestamento di bilancio, a metà anno, le troveremo. La Giunta è molto attenta a entrambe le realtà culturali. Capisco i colleghi dell'opposizione con i quali stiamo collaborando sulle grandi questioni del territorio, ma non vedo un grosso problema». Sullo sfondo la revisione degli enti culturali, a partire dall'università, annunciata dal presidente Francesco Pigliaru. Tema su cui i sette consiglieri regionali nuoresi, di maggioranza e di opposizione, ritrovano l'unità.
Marilena Orunesu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
Architettura dimenticata, il preside sbatte la porta 
ALGHERO. Dalla Regione elemosina di 300 mila euro: Cecchini va via
 
«Se a nessuno interessa che esista un Dipartimento di Architettura ad Alghero non mi resta che prenderne atto». Con queste motivazioni ieri pomeriggio il direttore Arnaldo Cecchini ha rassegnato le dimissioni.
RICHIESTE DISATTESE Al preside non è andato giù quel finanziamento di 300 mila euro elargito come una elemosina, in piena emergenza, con gli studenti sotto le finestre del Consiglio regionale che manifestavano per salvare la facoltà migliore d'Italia.
«Il governatore Pigliaru non ha trovato cinque minuti per riceverli - commenta - poi è entrato in aula, ha zittito l'assessore Firino e ha preteso che quei fondi venissero dati solo per un anno». Non è quello che chiedeva la comunità didattica. La prima istanza riguardava il riconoscimento di Alghero come sede decentrata. Poi risorse continuative e non una tantum e certamente non da sottrarre all'Ateneo di Sassari, poi un risarcimento per il mancato finanziamento del 2014. «Nessuna di queste è stata soddisfatta - continua Cecchini - eppure si trattava di richieste ragionevoli, equilibrate e sobrie».
DIMISSIONI Quindi le dimissioni, inoltrare al Rettore ieri pomeriggio. «Se alla comunità sarda, rappresentata dagli eletti dal popolo, all'Università di Sassari e a gran parte della cittadinanza di Alghero non interessano le sorti di Architettura - incalza il preside - non ha più alcun senso il mio ruolo. So che ho degli studenti meravigliosi ed è perché loro esistono che non decido di andare in pensione domani, ma resterò cercando di tornare a essere un bravo professore».
PIGLIARU Il direttore del Dipartimento nei giorni scorsi aveva lanciato un appello al governatore, perché motivasse davanti alla comunità di Architettura la decisione di voler destinare le briciole alla facoltà di Alghero. «So che mi ha telefonato - svela Arnaldo Cecchini - ma avevo il cellulare spento».
LA MOBILITAZIONE Gli studenti, intanto, hanno annunciato una mobilitazione «nazionale e internazionale». La presa di posizione in aula consiliare, infatti, «mette a rischio la sopravvivenza del nostro Dipartimento e apre scenari di potenziale arbitrarietà nella gestione e nei finanziamenti da dedicare all'istruzione pubblica».
Caterina Fiori
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Ussana
 
“Ussana, i nostri dottori si raccontano: mostra sulle tesi di laurea degli ussanesi”, è il titolo dell'iniziativa avviata nel Montegranatico e che celebra il lavoro accademico di una quarantina di cittadini con il progetto ideato da Manuela Simbula (dottore in Beni archeologici), dall'assessore Piero Meloni e della Pro loco. La mostra resterà aperta una settimana e comprende circa 37 tesi di laurea divise in 4 sezioni riguardanti il territorio di Ussana e la Sardegna. Il progetto ha coinvolto 110 laureati di tutte le età. «È un momento molto importante di incontro tra gli ussanesi che si scambiano le proprie esperienze di studio e lavorative», dice il sindaco Paolo Loddo. L'iniziativa avrà un seguito: chi lo desidera sarà chiamato ad illustrare il proprio lavoro di tesi, specie quelle riguardanti Ussana e il suo patrimonio culturale. (ig. pil.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
il direttore di architettura di Alghero
Cecchini: «Pigliaru mi ha deluso
ho deciso di dimettermi»
di Andrea Massidda
 
SASSARI Venerdì sera ha annunciato sul suo profilo Facebook un imminente sciopero della fame, poi ha staccato il telefonino sino al primo pomeriggio di ieri. «Avevo esami, per questo ho spento il cellulare. Anzi, a dire il vero l’ho fatto anche per evitare che la rabbia mi facesse straparlare. Ora però sono di nuovo zen», spiega Arnaldo Cecchini, direttore del dipartimento di Architettura di Alghero. Sarà, ma visto che il medico gli ha impedito di digiunare e che quindi lo sciopero è saltato, durante quella fase sonno/lavoro/meditazione ha maturato l’idea di dimettersi dal suo incarico. Al centro della scelta, «irrevocabile e già formalizzata con una lettera al rettore Massimo Carpinelli», la delusione per come sono andate le cose in consiglio regionale due giorni fa, quando l’ assemblea di via Roma ha approvato l’emendamento che stanzia 300mila euro al presidio accademico catalano. Un premio una tantum per i risultati eccellenti ottenuti in questi anni, come il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha voluto evidenziare nel testo del provvedimento. Cosa che - per quanto sembri paradossale - ha fatto cascare le braccia a Cecchini, il quale si aspettava un atto in grado di garantire al dipartimento una serenità economica duratura. «In realtà - spiega lui stesso - con i miei studenti avevamo fatto una richiesta molto precisa: quella di trasformare Architettura di Alghero in una sede decentrata capace di avere una continuità di finanziamenti propri. E invece, sotto forma di riconoscimento per meriti, non abbiamo ricevuto soldi aggiuntivi, ma sottratti di fatto alla dotazione già prevista per l’ateneo di Sassari. Insomma, una vera beffa». Cecchini dice che non tornerà sui suoi passi. E questo nonostante Pigliaru abbia cercato invano di parlarci. «Sì - ammette il direttore -, in effetti quando ho riacceso il telefono ho visto la sua chiamata e gli ho risposto con un messaggio: se deciderà di venire qui da noi a spiegare agli studenti e ai docenti il perché di quell’aggiunta all’emendamento posso assicurargli che sarà accolto con grande cordialità e magari riuscirà anche a convincerci di aver fatto la cosa giusta. Però io ritornerò comunque a fare il ricercatore. Ho meditato a lungo e devo ribadire che non è giusto e saggio che io continui a dirigere questo dipartimento. Del resto, se l’assemblea degli eletti dai sardi ha deciso che non ritiene di dover considerare importante e utile per la nostra terra che ci sia una sede universitaria ad Alghero, io non posso che adeguarmi alla volontà dei rappresentanti del popolo sovrano». Parole cariche di amarezza che appaiono ancora più chiare nel commento successivo. «Sono lieto che il consiglio regionale riconosca gli ottimi risultati che abbiamo ottenuto ad Alghero, ma non sono lieto che non riconosca la nostra specificità di sede decentrata. Non sono lieto che il merito e l’eccellenza non siano premiati con risorse aggiuntive, ma ritagliate sulla quota dell’università di Sassari, poi non sono lieto che il finanziamento non sia previsto per il triennio. E non sono lieto che l’eccellente 2014 non sia stato finanziato neanche con un centesimo». Finito? Macché. Per quanto in versione zen, Cecchini è un fiume in piena. Al punto che prova a dare una sua spiegazione al destino del dipartimento algherese. «Nessuno lo vuole dire apertamente - si sfoga -, ma tutti sanno che nel giro di pochi anni ci sarà una sostanziale unificazione dei due atenei sardi. È un lucido, insensato disegno che alcuni ambienti politico-culturali perseguono da tempo: Sassari conserverà verosimilmente soltanto Medicina, Agraria e Veterinaria, il resto sarà concentrato nel capoluogo regionale. Peccato che in questa logica di spartizione che va bene a tante persone ci sia una realtà come la nostra considerata inaffidabile perché fuori da tutti i giochi, da tutte le famiglie, da tutte le appartenenze. Così – conclude il direttore di Architettura – si insiste nel considerare la nostra una sede accademica suburbana. Ma Alghero non sta a Sassari come Monserrato sta a Cagliari. E mi dispiace che molti cittadini algheresi non abbiano la percezione di quanto stia accadendo: non li sento ostili, ma nemmeno tanto interessati. E allora io lascio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
Il sindaco: pronti a vendere i beni
Bruno per salvare la facoltà vuole mettere sul mercato gli immobili
di Gianni Olandi
 
ALGHERO «Non siamo disposti a perdere la facoltà di architettura. Non lo è la città, gli algheresi, la classe politica e l'intero territorio». Mario Bruno interviene sulla controversia della facoltà. Lo fa dopo aver ribadito che la situazione è ancora in piena evoluzione, ed è in corso un colloquio costante il presidente della Regione Pigliaru. Si cerca di individuare la migliore soluzione. «La città fin dal primo momento ha già dimostrato tutta la condivisione verso Architettura – dice Bruno – mettendo a disposizione i pezzi pregiati del proprio patrimonio immobiliare, ma siamo disposti ad andare oltre, a mettere in vendita alcune proprietà del Comune per reperire le risorse e fare fronte alla situazione finanziaria della facoltà». Un gesto estremo che fornisce una chiara volontà della città in difesa di quello che viene considerato un patrimonio culturale dell'intera collettività algherese, ma non solo. «Sono convinto che Pigliaru riuscirà a trovare la soluzione giusta e soprattutto un assetto definitivo – prosegue il sindaco di Alghero – riconoscendo gli effettivi costi superiori che la facoltà incontra per il suo posizionamento ad Alghero». Bruno ammette che in queste ultime giornate di notizie a volte contrastanti e quasi mai tranquillizzanti sul futuro di Architettura ad Alghero, è sottoposto a frequenti domande da parte di cittadini che chiedono informazioni sul mantenimento della facoltà e soprattutto non riescono a capire per quale ragione viene messa in discussione la continuità didattica. «È un segno evidente di quanto l'istituzione scolastica dell'università di Sassari è entrata nei concetti comuni delle persone. Sembra che la facoltà non sia qui da una dozzina di anni ma ci sia sempre stata. Un segno di affetto che a mio giudizio costituisce un elemento di gradimento per lo stesso ateneo sassarese del quale dovrebbe andare orgoglioso». Sulle turbolenze politiche in atto in consiglio regionale Bruno sorvola, sono momenti fisiologici sostiene, alla fine prevarrà il buon senso. «È interesse di tutti - conclude – dimostrare concretamente la giusta attenzione anche verso tanti giovani, moltissimi provenienti dall'esterno e richiamati dalla qualità dei corsi di studio, che hanno riposto fiducia verso la nostra istituzione, facendo affrontare alle loro famiglie costi non secondari soprattutto in un momento di forte crisi economica come quello che stiamo attraversando». Il sindaco è in prima linea nella difesa della facoltà. E sul rischio che tante contrapposizioni, politiche e di campanile, possano alla fine determinare la chiusura di architettura ad Alghero, Bruno è lapidario. «Non ci voglio neanche pensare».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 28
Pigliaru scommette sull’università
Accordo storico multipartisan con tutti i consiglieri nuoresi
di Luciano Piras
 
NUORO Il momento è particolarmente favorevole. Anzi: storico. È la prima volta che un presidente della Regione è (a chiare lettere) sullo stesso binario dei consiglieri regionali nuoresi. Tutti a bordo dello stesso treno, ognuno con la propria bandiera di partito, ma insieme (finalmente) verso un unico obiettivo: l’università.
L’università (diffusa) a Nuoro. È grazie all’impegno bipartisan, o meglio: multipartisan, che l’ateneo barbaricino è riuscito a ottenere un milione di euro in più rispetto alla dotazione dell’anno scorso. La legge finanziaria appena approvata dal consiglio regionale ha portato i 4milioni e 630mila euro del 2014 a 5milioni e 630mila euro per il 2015.
Un balzo in avanti di quasi il 22 per cento. Un risultato eccezionale condiviso in parti uguali da Efisio Arbau (La Base), Angelo Carta (Psd’Az), Luigi Crisponi (Riformatori), Roberto Deriu (Pd), Daniela Forma (Pd), Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) ed Emilio Usula (Rossomori). Sono loro (in ordine rigorosamente alfabetico) che hanno pompato vapore in locomotiva, a Cagliari, nel parlamentino dei sardi, nel corso della preparazione e discussione della Finanziaria. In risposta al principale emendamento dei consiglierei nuoresi, condiviso e sottoscritto da numerosi altri colleghi appartenenti a tutti i gruppi del consiglio, è intervenuto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, impegnandosi a un personale intervento a coordinare tutte le azioni tese alla riorganizzazione e allo sviluppo dell’università a Nuoro. Pigliaru presiederà quindi a Nuoro una conferenza di tutti i soggetti coinvolti nella politica universitaria al fine di redigere un piano organico e pluriennale di sviluppo dell’università nel capoluogo di provincia sotto il profilo della didattica della ricerca, dell’alta formazione, delle dotazioni strumentali e delle sedi, dei servizi agli studenti e naturalmente delle dotazioni finanziare adeguate per consentire un sensibile incremento della qualità dell’offerta e del numero degli insegnamenti e degli studenti. Intanto i consiglieri regionali, in preparazione della conferenza di Nuoro, si impegnano a promuovere il confronto con il mondo universitario nuorese, con le autorità locali e con le varie istanze economiche e sociali.
 
 
 

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