Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 February 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia – pagina 39
La terra di mezzo per gli studi
Studenti del nord Africa a Cagliari e Sassari per imparare
UNIVERSITÀ. Progetti di cooperazione finanziati dalla Fondazione Banco di Sardegna
 
Una nuova linfa per gli atenei sardi arriverà dal Nord dell’Africa. Saranno centoventi gli studenti algerini, marocchini e tunisini che dal prossimo anno accademico potranno frequentare le facoltà universitarie di Cagliari e Sassari grazie ad altrettante borse di studio concesse dal progetto “Sardegna Terra di Mezzo”, finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna con l’Unione delle Università del Mediterraneo in collaborazione con gli atenei di Cagliari e Sassari. L’accordo è stato annunciato ieri alla presenza del Presidente della Fondazione, Antonello Cabras, del Rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, Hmaid Ben Aziza, rettore dell’Università di Tunisi, Ilham Berrada, vice-rettrice dell’Università Mohammed V di Agdal-Rabat, Ben Ali Abdallah, vice-rettore dell’Università di Algeri e Franco Rizzi, Segretario generale dell’Unimed. Cabras ha anticipato sul tempo gli scettici pronti a storcere il naso per un’iniziativa che, di fatto, sovvenziona il percorso accademico di studenti non sardi. «Perché lo abbiamo fatto? Perché siamo convinti che il sostegno alla ricerca, all’alta formazione e all’Università in Sardegna si possa dare anche incentivando il confronto con realtà straniere. Crediamo inoltre che gli scambi tra l’Isola e la sponda sud del Mediterraneo si inseriscano in un quadro socioeconomico più ampio, nel quale saranno coinvolti scienza, cultura e prospettive commerciali». Il numero uno dalla Fondazione non ha parlato di cifre. L’ammontare di fondi stanziati non è stato ancora definito, ma «si potranno integrare le risorse iniziali con ulteriori somme in base al numero degli studenti interessati». La selezione delle domande sarà affidata agli atenei stranieri, entusiasti di poter concedere ai migliori iscritti un’esperienza accademica europea. «È un’opportunità importante per tanti giovani nordafricani di potersi formare all’estero», ha confermato il rettore di Tunisi «perché in Sardegna saranno in grado di crescere e riportare in patria le conoscenze acquisite». Ma c’è di più. «I nostri giovani», ha aggiunto la collega marocchina «al termine del progetto torneranno a casa come un valore aggiunto della comunità, saranno capaci di confrontarsi con culture differenti e scardinare quei cliché razziali che hanno diviso paesi così vicini e allo stesso tempo così distanti». La soddisfazione per l’accordo raggiunto arriva anche dal Rettore dell’ateneo cagliaritano, Giovanni Melis. «Un’iniziativa in perfetta sintonia con le nostre relazioni internazionali che porterà importanti ricadute economiche e sociali sul territorio».
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OR)
Promessa della Regione: Architettura non chiuderà
ALGHERO. Dopo la manifestazione di docenti e allievi a Cagliari
 
Trecentomila euro, l'indispensabile per la sopravvivenza, la facoltà di Architettura riuscirà a portarli a casa. È uno dei risultati ottenuti dalla manifestazione di protesta che ieri pomeriggio allievi e docenti hanno messo in atto davanti al palazzo della Regione, a Cagliari. L'esercito è arrivato a bordo di tre pullman, armato di cartelli e slogan.
SIT-IN IN VIA ROMA C'era anche il sindaco Mario Bruno che, alle 15.30, mentre i ragazzi erano in sit-in in via Roma, ha raggiunto con una delegazione di aspiranti architetti il sesto piano per un incontro con il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e con l'assessore alla Pubblica istruzione Claudia Firino.
IL SINDACO «In campo ci sono varie ipotesi - riferisce il sindaco - la prima è che i 300 mila euro da destinare ad Architettura vengano attinti dal Fondo Unico per le Università e quindi sottratti a Sassari e questa - aggiunge - è la soluzione che ci piace di meno. Poi la possibilità che Alghero venga finalmente compresa tra le sedi decentrate con un finanziamento dedicato, ma è una strada più difficile e, ancora - continua - l'eventualità di costituire un capitolo ad hoc per le Università di eccellenza e, in questo caso, Alghero ci rientrerebbe a pieno titolo».
PETIZIONI E APPELLI Nel frattempo sul web è stata promossa una petizione che, nel giro di poche ore ha raccolto oltre cinquemila adesioni, con cui si chiede un finanziamento certo per il prossimo triennio, punto su cui l'assessore Firino ha dato ampie rassicurazioni: «Dobbiamo uscire dalla logica delle coperture d'emergenza». Un nutrito gruppo di professionisti internazionali che ha avuto occasione di collaborare con il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero ha voluto sottoscrivere un appello alle autorità accademiche e politiche affinché garantiscano «la normale vita a una istituzione che fa onore al Paese». Tra i firmatari docenti e architetti di tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda alla Catalogna, passando per l'Iuav di Venezia e il Politecnico di Milano. «Abbiamo saputo che il Dipartimento di Architettura potrebbe il prossimo anno non aprire le iscrizioni e quindi avviarsi a concludere la sua felice esperienza. La cosa ci meraviglia, ci preoccupa e ci scandalizza».
Caterina Fiori
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OR)
Sassari
Tasse raddoppiate: il rettore interviene
 
L'Università di Sassari interviene a sostegno degli studenti abbassando l'importo delle tasse universitarie. Per volontà del rettore Massimo Carpinelli, la terza rata della tassa di iscrizione, in scadenza il 30 aprile, sarà ridotta di 50 euro per tutti gli iscritti che abbiano maturato almeno 40 Crediti formativi universitari nello scorso anno accademico. «Come è noto, la Regione a partire da quest'anno accademico ha previsto l'aumento da 62 a 140 euro della tassa regionale Ersu, senza distinzione di fascia o reddito - spiega Carpinelli - come rettore sto vagliando attentamente ogni contromisura possibile. Nell'immediato, ho deciso di dare un concreto segnale di aiuto alle famiglie, coerentemente con la mia politica di sostegno al diritto allo studio». La riduzione della terza rata di iscrizione è un'agevolazione che l'Ateneo avrebbe dovuto applicare a partire dal prossimo anno accademico, ma il rettore ha voluto anticiparla.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Comune Cagliari? Non ha il titolo di “città”
Nel nuovo stemma civico figurerà solo la dicitura
 
Il dipartimento di Ingegneria civile e Architettura dell'Università aveva elaborato due versioni del nuovo stemma civico: sotto il disegno c'erano le scritte "Comune di Cagliari" o "Città di Cagliari". Ma per ora questa seconda variante dovrà rimanere nel cassetto. Perché al momento Cagliari non può ancora fregiarsi del titolo di città.
Un affronto? Il dettaglio è raccontato nero su bianco in una delle ultime delibere della Giunta comunale, quella che introduce alcune modifiche al “manuale tecnico d'uso dello stemma”. Dal 2000 per ottenere il titolo di città è necessario un «decreto del presidente della Repubblica su proposta del ministro dell'Interno ai Comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l'attuale importanza». La domanda è stata già presentata. Ma come è scritto nel documento «a tutt'oggi il Ministero non si è ancora espresso» e dunque «si rende opportuno precisare che fino a un pronunciamento positivo si dovrà usare solo la versione Comune di Cagliari». In Sardegna il decreto presidenziale è già arrivato per Ittiri, Lanusei, Macomer, Olbia, Quartu, Siniscola, Sorso, Tortolì. Il riconoscimento comunque non è discussione, almeno se si guarda la storia: Cagliari fa parte delle sette "Città Regie" del Regno di Sardegna, insieme ad Alghero, Bosa, Castelsardo, Iglesias, Oristano e Sassari. (m. r.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
INCONTRI. Cagliari, da Mieleamaro
Blasco Ferrer racconta il Medioevo
 
«La Sardegna medievale, dall'anno Mille al XV secolo, fa la sua comparsa in modo repentino, con testi in sardo antico senza apparenti precursori. Questi documenti forniscono date di eventi, nomi di protagonisti, insomma uno spaccato della Sardegna autonoma». Eduardo Blasco Ferrer, ordinario di linguistica sarda e romanza all'università di Cagliari, introduce così il tema dell'incontro che si svolgerà sabato prossimo alle 18 alla Mieleamaro, in via Manno 88.
Affiancato dal giornalista Fabio Marcello, lo studioso approfondirà i temi trattati in “Crestomazia sarda dei primi secoli” (Illisso, 2003), una dei suoi lavori di maggior prestigio. «È stato il frutto di sette anni di ricerche negli archivi di mezza Europa» sottolinea Blasco Ferrer. Nell'opera, arricchita da un significativo apparato fotografico, sono proposte «date, genealogie e deduzioni storiche che in parte ribaltano le impostazioni tradizionali che resistono dai tempi delle pubblicazioni di Pasquale Tola».
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
La scheda
Contributi individuali
per l'alta formazione
 
Formarsi specializzarsi per poi tornare in Sardegna. È questo l'obiettivo del programma Master and Back destinato ai giovani laureati in possesso di un eccellente curriculum. Un'iniziativa che punta a sostenere la specializzazione professionale di circa 3.000 laureati. Il Master and Back prevede l'erogazione di contributi individuali a fondo perduto (voucher e borse di rientro) con il contributo del Fondo sociale europeo (Fse), per la partecipazione a percorsi di alta formazione, della durata minima di sei mesi e massima di tre anni, in università e organismi di alta formazione di qualità e reputazione riconosciute a livello internazionale che operano al di fuori del territorio regionale, come dottorati di ricerca; master universitari di II livello in Italia o master universitari all'estero; master di alta professionalizzazione presso istituzioni non universitarie; diplomi accademici di specializzazione e di formazione alla ricerca in campo artistico e musicale.
Il Master and Back è indirizzato anche verso stage e altre esperienze lavorative della durata minima di sei mesi e massima di un anno, in imprese, centri di ricerca pubblici e privati, associazioni imprenditoriali e di categoria, università, istituzioni pubbliche, agenzie di sviluppo economico che operano fuori dalla Sardegna, di riconosciuta qualità e reputazione a livello internazionale. Incentivati anche i percorsi di rientro, di durata biennale, a conclusione delle esperienze formative e professionali previste da Master and Back (o esperienze assimilabili ma che abbiano avuto luogo al di fuori del territorio regionale).
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
I numeri
La fabbrica di cervelli in fuga
 
Poco più del 50 per cento dei ragazzi che hanno usufruito del programma Master and back sono rientrati in Sardegna. Pochi, a dir la verità. La restante metà ha preferito sfruttare le occasioni create grazie alla laurea (conseguita nell'Isola) e l'alta formazione (finanziata da fondi regionali). Insomma, non è un'eresia affermare che l'iniziativa, voluta nel 2006 dalla Giunta guidata da Renato Soru, si sia dimostrata alla fine dei conti una fabbrica di cervelli in fuga. Ma quanti sono i ragazzi che hanno beneficiato del programma?
«Dal 2006 al 2013 gli studenti che hanno usufruito del Master and back sono 3948», fa sapere Roberta Nieddu, funzionario dell'Agenzia regionale del lavoro. «Nei sette anni del bando, le risorse del fondo sociale comunitario sono state circa 190 milioni di euro. Somme gestite dall'assessorato regionale al Lavoro». In quanti sono rientrati nell'Isola? «Secondo le nostre statistiche gli studenti che hanno effettuato il percorso di rientro sono stati 1985». Il programma è stato sfruttato meglio dalle donne che hanno raggiunto la percentuale del 59,4 per cento del totale. Altro dato importante riguarda l'età dei beneficiari: la percentuale più alta è racchiusa nella fascia dai 27 ai 30 anni (43,5 per cento), seguita da chi ha tra i 23 e i 26 anni (26,9 per cento). Gli studenti della provincia di Cagliari con il 41,7 per cento del totale sono i più numerosi. (a. a.)
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Azienda mista
Il logo è un cuore
 
Un cuore rosso con i simboli di Regione e Università: ecco il nuovo logo dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. A a sceglierlo sono stati 3.018 cittadini e i lavoratori che hanno partecipato alla votazione on line. La consultazione è stata aperta venerdì e si è chiusa lunedì. La punta più alta di affluenza al voto è stata domenica: più di mille le preferenze. Il logo vincitore ha avuto la meglio con il 51 per cento (1545 voti) su altri due loghi in gara. Uno con i simboli di Regione e Università affiancati (ha ottenuto il 26 per cento delle preferenze e 788 voti) e l'altro simile ma con una croce rossa in trasparenza e due mori (23 per cento e 685 voti).
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
Quell'oro rosso made in Sardinia
LA SPERIMENTAZIONE. Dal camone al cor'e boi e al balente all'insegna della qualità
 
Avevano perso la battaglia con le grandi multinazionali del seme, costretti a rinunciare al nome storico, camone , per quel formidabile pomodorino coltivato in serra che aveva regalato onori alla cooperativa Santa Margherita di Pula. Una batosta che non ha fermato i serricoltori di Pula, agricoltori col pallino della ricerca e “coltivatori di testardaggine”, che non hanno smesso di lottare. Sfruttando ogni conoscenza, ogni frammento di cultura per spaziare nelle produzioni.
L'avevano fatto con i cor'e boi , utilizzando semi antichi conservati da un vecchio agricoltore. Scommessa vinta. Quel pomodoro da mensa è oggi realtà, un successo ottenuto ancora una volta andando a frugare nel Nuvum inomasticum trium idionatium , manoscritto del Settecento di padre Idefonso di Serramanna, dizionario di botanica trilingue (latino, italiano e spagnolo) dove si parla di tumates, amoris pomum, poma aurea. Insomma, del pomodoro.
Così, dopo i vari cor'e boi, cupido, bel rosso, minuetto, majore e baci di sole, balente (le eccellenze della Santa Margherita), tra il 2013 e il 2014 l'impegno è stato quello della sperimentazione. Obiettivo: ricostruire il pomodoro antico. Ci ha pensato un biologo marino, Gianfranco Siclari, figlio di Nino, che ha lasciato da parte il mare per tuffarsi nelle serre di famiglia. «La formazione per la creazione di nuovi ibridi», ricorda «è stata fatta dal genetista Nazareno Acciardi. Ha partecipato al progetto con i professori Mauro Ballero e Salvino Leoni dell'Università di Cagliari e Sassari: centomila semi ibridi sono stati venduti in Giappone». Il resto è stato piantato a Santa Margherita, restituendo i pomodorini ibridi. Una produzione che finirà, per il 90%, nei punti vendita di Eataly. (a. pi.)
 
L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Liturgia delle ore, un sardo nell'équipe per la revisione 
Cei. La traduzione italiana dal latino in previsione della nuova edizione vaticana
 
Milano, primavera del 386 d.C. La Basilica Nova è sotto l'assedio degli ariani, protetti dall'imperatrice Giustina. Al suo interno, il vescovo Ambrogio intona inni al Signore per rinfrancare lo spirito dei fedeli cattolici, il tutto sotto gli occhi di Agostino d'Ippona. «Il futuro santo e dottore della Chiesa fu testimone oculare della nascita degli inni nella civiltà cristiana occidentale. Erano composti in dimetri giambici, metro che può essere considerato l'antecedente del moderno ottonario», illustra Giampaolo Mele, docente di Storia della musica medievale e rinascimentale all'università di Sassari. Classe 1955, di Santu Lussurgiu, in qualità di esperto è stato di recente chiamato dalla Conferenza Episcopale Italiana a far parte dell'équipe per la revisione della traduzione italiana dal latino della liturgia delle ore, in previsione della nuova edizione vaticana.
«La liturgia delle ore scandiva i ritmi della vita quotidiana nei monasteri e nelle cattedrali medievali», sottolinea Mele. «Il fulcro era costituito dai Salmi, ed essa risultava un insieme di preghiere, cerimonie, canti, letture e silenzi». Ora la Cei intende procedere a una revisione in lingua italiana della materia, e ha chiamato in causa un autentico innologo . «Possiamo dire così, se vogliamo,- sorride Mele -partendo dal concetto di innologia come scienza che studia gli inni sotto il profilo della tradizione storica, filologica, musicologica e teologica. Essa inoltre non va confusa con l'innografia e l'innodia, rispettivamente l'analisi della tradizione letteraria e musicale degli inni e lo studio della tradizione liturgico-musicale degli stessi come innervata nell'Ufficio Divino». A questa materia lo studioso ha dedicato ricerche sfociate in una serie di pubblicazioni di rilievo internazionale. Con qualche sorpresa: «Non senza orgoglio posso affermare di aver individuato l'autore dell'inno di San Benedetto. Si tratta del monaco Cipriano di Montecassino, che lo compose nell'anno 754». Fino alla prima metà del XI secolo gli inni venivano scritti senza l'accompagnamento delle note musicali. In seguito, grazie anche all'influenza del rito romano come promosso dai francescani, fece la sua comparsa la notazione detta neumatica . «Non deve stupire il fatto che la Chiesa, almeno fino al 1200, guardasse a queste forme di preghiera con un certo sospetto», sottolinea Giampaolo Mele. «In fondo, non si tratta di testi tratti direttamente dalle sacre scritture quanto piuttosto di un genere che nasce come poesia cantata». Anche in Sardegna la tradizione degli inni è storicamente accertata. «Il salterio-innario Arborense, risalente all'epoca della giudicessa Eleonora, è tra le testimonianze più interessanti del tardo Medioevo», puntualizza Mele. «Contiene un centinaio di inni con alcune indubbie originalità in campo metrico e musicale. In età spagnola, la Chiesa d'Arborea adottò addirittura sue proprie intonazioni musicali di inni, come risulta da successive aggiunte in altri codici». Allo studioso piace ricordare «l'enorme impatto culturale degli inni nella letteratura e nella società. Ad essi si interessarono personaggi insospettabili quali, nel Ottocento, Jacob Grimm, il celebre autore di fiabe, o Gioacchino Belli, il padre della poesia in romanesco». Cosa resta oggi di questa eredità? «La liturgia delle ore è radicata nella devozione popolare» rimarca Mele. «Come in passato, l'uomo contemporaneo avverte la potenza poetica e spirituale di canti plurisecolari. Basti pensare a Veni creator spiritus, che i fedeli intonano durante le solennità liturgiche».
Fabio Marcello
 
L’UNIONE SARDA
11 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Il sito di Sa Osa: «Scempio inaudito»
Mauro Pili denuncia il degrado dell'area archeologica dove si ritrovarono i semi nuragici
 
«Uno scempio inaudito. Un cantiere posticcio, con reti da pollaio abbandonato, fango e soprattutto tracce di gommato in prossimità dei pozzi, proto-frigoriferi».
Parole forti pronunciate dal deputato Mauro Pili che instancabile continua il suo giro per denunciare lo stato di abbandono dei siti archeologici dell'Isola. Questa volta si è fermato a Sa Osa , nelle campagne di Cabras, dove un paio di anni fa sono stati recuperati i semi nuragici di vite e melone più antichi del Mediterraneo.
E proprio lì, da un paio di giorni sono tornati gli archeologi dell'università di Sassari per iniziare un altro scavo.
E Pili non si è lasciato sfuggire lo stato di devastazione del sito.
«Si tratta di una vera infamia non solo per la mancanza di rispetto verso un'area così rilevante ma soprattutto per le opportunità cancellate di promozione.
Per questo motivo si configurano reati di abbandono e devastazione di sito archeologico di cui il ministro Franceschini è il diretto e primo responsabile».
Pili sostiene che con questa scoperta la Sardegna potrebbe diventare terra esclusiva di un marchio a denominazione di origine nuragica. «E invece a Cabras il menefreghismo della Soprintendenza è totale».
Ma mentre il deputato annuncia un'azione parlamentare e giudiziaria, interviene il botanico Gianluigi Bacchetta, direttore del Centro conservazione biodiversità dell'Università di Cagliari. È fra gli esperti che hanno studiato i semi di melone e d'uva ritrovati a Sa Osa: «È vero, i siti archeologici in Sardegna non sono tutelati e valorizzati, ma la colpa è dello Stato che non concede fondi per la ricerca. Nemmeno Mauro Pili quando era presidente della Regione è riuscito a sborsare un euro».
Parla poi Alessandro Usai, archeologo della Soprintendenza e supervisore di questa ultima campagna di scavo a Sa Osa: «Non stiamo cercando nulla, si tratta di una verifica stratigrafica per capire come si siano riempiti i pozzi», spiega. E aggiunge: «Voglio però anche precisare che i semi di melone sono stati ritrovati esattamente dall'altra parte della strada. In questa zona dove siamo adesso non c'è assolutamente nulla». (s. p.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 2
L’Università guarda al Maghreb
Progetto di cooperazione: 100 studenti in Sardegna grazie a Fondazione Banco
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI Un centinaio di giovani di Tunisi, Algeri e Rabat verranno a studiare nelle università di Cagliari e Sassari. L’accordo è stato firmato ieri dai rettori dei diversi atenei interessati e da Antonello Cabras, presidente della Fondazione Banco di Sardegna che finanzierà la mobilità di 100, massimo 120 studenti. Formazione. Un accordo importante che coinvolge molti aspetti, dalla formazione all’economia, hanno affermato Giovanni Melis e Massimo Carpinelli, rettori delle università sarde, Hmaid Ben Aziza (Università di Tunisi), Ilham Berrada (Rabat), Ben Ali Abdallah (Algeri) e Aziz Rifki (segretariato generale della comunità marocchina). Iscrizioni. Chi potrà frequentare le Università di Cagliari e Sassari? Spiega Antonello Cabras: «Potranno iscriversi sia gli studenti del primo anno sia coloro che hanno già avviato gli studi nei loro Paesi e desiderano fare da noi la specialistica». La sfida partirà all’inizio del prossimo anno accademico. Borse. Il ruolo della Fondazione Banco di Sardegna, oltre ad aver promosso la collaborazione tra le due università sarde e quelle della sponda Sud del Mediterraneo, è di mettere a disposizione le risorse necessarie per le borse di studio. Ovviamente, spetterà alle strutture di Tunisi, Rabat e Algeri indicare i criteri con i quali selezionare gli studenti. Obiettivi. Qual è lo scopo principale dell’operazione? Le risposte sono molteplici: «La Fondazione Banco di Sardegna è impegnata a sostenere la ricerca scientifica e l’alta formazione», afferma Cabras, «e le università si arricchiscono anche dalla provenienza di studenti stranieri. Più è alto il livello di internazionalizzazione degli studenti e più l’università cresce nella sua dimensione». Spopolamento. C’è anche un motivo recondito di cui non si è fatto cenno ieri alla presentazione dell’accordo: le università sarde sono in sofferenza per via dell’emigrazione di tanti giovani verso gli atenei del Nord Italia. Ed è quindi un modo per rivitalizzarle. Scambi. Tra gli elementi importanti della mobilità studentesca, ci sono, ovviamente, gli scambi culturali tra la Sardegna e i Paesi del Maghreb, la sponda Sud del Mediterraneo su cui, per altro, pesano pregiudizi e luoghi comuni, così come ha ricordato ieri Franco Rizzi, segretario generale dell’Unimed (l’organismo che racchiude le università del Mediterraneo), autore di un libro importante sulle recenti primavere arabe (Mediterraneo in rivolta). Crescita. In sostanza – è la tesi di Franco Rizzi – gli scambi culturali si inquadrano nella crescita complessiva di un Paese. «Dobbiamo dare all’università il ruolo fondamentale che non è solo quello di preparare i giovani, ma è il rapporto con il territorio. È fondamentale capire come gli studenti potranno inserirsi nel tessuto sociale». Memoria. Le relazioni interculturali come fattore di crescita complessiva. «Si scommette in prospettiva», dice Antonello Cabras, «in genere chi si forma in un’università non perde la memoria quando torna nel proprio Paese: è quindi un seme che può determinare relazioni di prospettiva». Rettori. Giovanni Melis e Massimo Carpinelli sono fiduciosi. «È importante l’attenzione che rivolgiamo ai Paesi del Nord Europa ma non possiamo prescindere dalla collaborazione con i Paesi che abbiamo di fronte nel Mediterraneo», dice Giovanni Melis dell’Università di Cagliari». «I nostri colleghi dirigono università di grande livello: sono contento che abbiano scelto la Sardegna», afferma Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, «porteremo avanti questa iniziativa con tutte le forze che abbiamo». Cooperazione. Tutto questo è importante ma c’è un’ulteriore ambizione: tramutare il progetto in un piano di cooperazione internazionale. Il presidente della Fondazione Banco dice: «Pensiamo di coinvolgere in questa iniziativa le autorità nazionali, il ministero degli Esteri e il governo». È un modo per far crescere la cooperazione nel Mediterraneo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
Protesta creativa: A come Alghero, 0 come i fondi ricevuti
Studenti alla Regione per salvare la facoltà di Architettura
Incontri con Ganau e Firino. Emendamento alla Finanziaria
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI Futuri architetti. E chissà, future archistar. Che però hanno paura di rimanere senza casa. O meglio senza università in casa, ad Alghero. Tutta colpa dei finanziamenti, 300mila euro, che non sono arrivati. La mobilitazione già dalle settimane scorse è stata massiccia: c'è una petizione che ha raccolto cinquemila firme. E ieri c'è stata la manifestazione a Cagliari: graficamente ed esteticamente forse la più bella in assoluto nella lunga storia delle proteste davanti al consiglio regionale. Ma non per questo meno dura di tante altre. Le “truppe”, formate da circa duecento tra studenti e professori, sono partite da Alghero con tre pullman a metà mattina. E verso le 14 hanno iniziato a schierarsi in via Roma. Per una lunga giornata di battaglia. Partendo dalla fine sembra che uno spiraglio ci sia: un fondo premio da inserire subito in Finanziaria. Una sorta di riconoscimento ai primati nazionali di qualità collezionati in questi anni da Architettura ad Alghero. Dall'assessorato alla Cultura anche una rassicurazione: la facoltà non sparirà. Anzi sarà rafforzata. Pomo della discordia – questa l'indicazione degli studenti in una lettera consegnata anche al presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau e al presidente della Giunta Francesco Pigliaru – la mancata esecuzione di un ordine del giorno di un anno fa che proponeva la possibilità di attribuire al Dipartimento di Alghero un finanziamento di 300mila euro annui, per tre anni a partire dal 2014. Ad aggravare la situazione anche la mancata risposta all'interpellanza che chiedeva il riconoscimento di Architettura quale sede decentrata, la non attivazione delle misure richieste dal sindaco di Alghero Mario Bruno e dai capigruppo della maggioranza consiliare di Alghero. E la bocciatura degli emendamenti presentati in commissione. Le richieste degli universitari puntano al sodo, a ciò che serve per continuare ad andare avanti: finanziamento non una tantum, ma almeno per un triennio, fondi per il primo anno aumentati per il mancato finanziamento del 2014. E risorse non «inserite nella ripartizione standard tra gli atenei sardi, ma esplicitamente destinato in virtù delle specificità e dei risultati». Tanti nel corso di questi anni. Anche i prof insieme ai ragazzi: «Siamo sede decentrata e non suburbana – protesta Alessandro Plaisant, docente di Urbanistica – non si può considerare Alghero legata a Sassari alla stregua di Monserrato con Cagliari: nel 2013 si era pronunciato in questo senso anche il senato accademico». I futuri architetti si sono sbizzarriti con la fantasia: sotto i portici hanno mostrato decine di cartelli con la lettera A (di architettura, ma anche di Alghero) accompagnati da punti interrogativi. Come dire: il futuro è una domanda e non una certezza. Poi ben in evidenza quattro numeri: tutti zero. Zero fondi, servizi, aiuti e prospettive. Infine gli incontri con i politici. L'ultimo, quello con l'assessore alla Cultura Claudia Firino. Insieme al sindaco di Alghero. Dall'assessore sono arrivate le parole che gli studenti speravano di sentire: «Riconosciamo l’eccellenza del dipartimento di Architettura di Alghero. Non sono in discussione la sopravvivenza e tanto meno il proseguimento delle attività di Architettura». L’università, ha ricordato l’assessore, è una priorità della giunta regionale. La soluzione – è emerso ieri sera – potrebbe arrivare con un emendamento alla Finanziaria da 300mila euro da presentare direttamente in consiglio regionale. Tre le ipotesi: assegnare i soldi tramite il Fondo unico per l’università all’ateneo di Sassari; la stessa cifra da ripartire fra le università decentrate in cui Architettura sarebbe inclusa; oppure un emendamento che con 300mila euro (da reperire nelle pieghe del bilancio) premi le eccellenze espresse dagli atenei.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 18
DECISIONE DEL RETTORE
L’Università abbassa le tasse
«Aiuto concreto alle famiglie»
 
SASSARI Andare incontro alle famiglie, e valorizzare il merito degli studenti. L'Università ha deciso di promuovere azioni concrete e ha varato la riduzione dell'importo delle tasse universitarie. Per volontà del rettore Massimo Carpinelli, la terza rata della tassa di iscrizione, in scadenza il 30 aprile 2015, sarà infatti ridotta di 50 euro per tutti gli studenti che abbiano maturato almeno 40 Crediti formativi universitari nello scorso anno accademico. «Come è noto, la Regione, a partire da quest'anno accademico 2014/2015, ha previsto l'aumento da 62 a 140 euro della tassa regionale Ersu, senza distinzione di fascia o reddito. - spiega Massimo Carpinelli - Come rettore ho preso molto seriamente questa situazione e sto vagliando attentamente ogni contromisura possibile per evitare che le famiglie siano chiamate a sopportare ulteriori sacrifici. Nell'immediato, ho deciso di dare un concreto segnale di aiuto alle famiglie, coerentemente con la mia politica di sostegno al diritto allo studio». La riduzione della terza rata di iscrizione è un'agevolazione che l'Ateneo avrebbe dovuto applicare a partire dal prossimo anno accademico 2015/2016, ma il rettore ha voluto anticiparla per dare un sostegno reale agli studenti e alle famiglie che si trovano ad affrontare, ad anno ormai iniziato, un ulteriore esborso non preventivato. Si tratta di un segnale che ve nella direzione più volte espressa dal rettore Massimo Carpinelli di sostegno del diritto allo studio, nel pieno rispetto delle esigenze della famiglie, molte delle quali già attraversano momenti di grave difficoltà ma non rinunciano a sacrifici importanti per fare in modo che i loro figli possano frequentare l’Università, studiare, crescere e contribuire al miglioramento della società. Su questo tema - per ammissione dello stesso rettore - l’attenzione sarà sempre alta.

Questionnaire and social

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