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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 February 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 febbraio 2015 / Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
CABRAS
Il primo melone ha l'età del bronzo: scoperti 47 semi in un pozzo nuragico
Il primo melone del Mediterraneo era made in Sardegna. Nuove sorprese dai pozzi, antichi più di tremila anni, scoperti dalla Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano a Cabras. In uno dei pozzi sono stati rinvenuti 47 semi di meloni risalenti a oltre tremila anni fa. Sino a oggi la coltivazione era attribuita al periodo greco e romano, ma diversi secoli dopo. I nuragici già nell'età del bronzo, a quanto pare dalle ultime scoperte, avevano già confidenza con il delizioso frutto. I semi di melone ritrovati all'interno del pozzo N di Sa Osa sono stati datati al C14 tra il 1310-1120 a.C. e costituiscono attualmente la prima testimonianza certa della coltivazione del melone nel bacino del Mediterraneo. Il gruppo di archeobotanica del Centro conservazione biodiversità dell'Università di Cagliari, diretto da Gianluigi Bacchetta, ha da poco pubblicato i risultati degli ultimi studi incentrati sui semi di vite rinvenuti nel loro interno, fornendo importanti indizi sull'origine della viticultura in Sardegna ed in Europa. Ora, grazie anche alla collaborazione con i migliori specialisti nazionali e internazionali del settore, come il gruppo di ricerca in archeobiologia dell'Instituto de Historia di Madrid, l'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree di Sesto Fiorentino, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed il laboratorio di Palinologia e Paleobotanica dell'Università di Roma La Sapienza, il contenuto del pozzo più ricco di reperti, il pozzo N, è stato accuratamente studiato sotto tutti i diversi aspetti botanici.
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 febbraio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
PROMOZIONE. Un connubio tra la cultura e il basket per la nuova campagna strategica dell'Isola
Giganti di Mont'e Prama e Dinamo:
uno spot mondiale per la Sardegna
Roba da Giganti. Quelli del Mont'e Prama e quelli della Dinamo. Cultura e sport vanno a braccetto per impulso della Regione. Dal connubio tra i due Giants (per dirla all'americana), o, se si preferisce, dalla sinergia tra due assessorati regionali, nasce una campagna strategica dall'obiettivo nobile: «togliere una pàtina di polvere e di ruggine dall'immagine della Sardegna». Le virgolette sono appiccicate all'eloquio sciolto e molto modenese (sembra di sentire il sottosegretario Graziano Delrio, che però è di Reggio Emilia) a Francesco Morandi, uno che fino a un anno fa dirigeva la facoltà di Turismo del polo universitario di Olbia e oggi si trova ad applicare cotanto sapere all'ambizioso progetto di «far vivere la Sardegna per 300 giorni all'anno».
 IDEE-FORZA Sono tre i valori sui quali la Regione intende puntare per attrarre turisti, in previsione dell'Expo 2015, ma anche negli anni a venire. Il primo: la Sardegna, patria della qualità della vita. Poi, i Giganti di Mont'e Prama come magneti culturali, capaci di esportare in tutto il mondo, nella loro veste di ambasciatori di un messaggio alto, il nome e l'immagine della Sardegna. E, infine, il valore del turismo attivo e sportivo. Su questa trilogia dell'accoglienza, Morandi e la collega Claudia Firino, non solo hanno rimarcato l'importanza di cooperare per un unico progetto e non in ordine sparso, ma sono apparsi convinti che i risultati arriveranno presto. La strategia del rinnovo d'immagine della nostra isola riserverà infatti diverse novità che verranno veicolate gradualmente, quasi centellinate, giusto per creare un po' di suspense. Si comincerà con immagini - gigantesche, ovviamente - da incollare nelle pareti dei tre aeroporti sardi, ma Morandi ha assicurato che altri mezzi promuoveranno l'isola come dio comanda, e come mai si era fatto prima. A monte del progetto infatti «c'è uno studio» illustrato in sintesi da Antonio Usai, un consulente ben vestito e con i congiuntivi a posto, al quale spetta il compito di declinare «le linee-guida di un piano strategico indirizzato al mercato nazionale e internazionale. La Dinamo è un canale innovativo, la Dinamo e i Giganti di Mont'e Prama sono un veicolo, indossano i panni di ambasciatori che ci promuovono nel mondo».
 LA DINAMO Alla conferenza stampa di ieri hanno assistito alcuni giocatori della Dinamo (Jeff Books, Jack De Vecchi, Massimo Chessa, Matteo Formenti, Brian Sacchetti e Manuel Vanuzzo), il presidente Stefano Sardara e il coach Meo Sacchetti, tutti felici come una pasqua per quel logo dei Giganti di Mont'e Prama applicato alle magliette dei cestisti (chissà perché nella divisa di gioco l'apostrofo è scomparso) a partire dalla prima gara della Final Eight di Coppa Italia, in programma domani a Desio, dopo il felice (nello sport è obbligatorio essere scaramantici) esperimento casalingo con il Pistoia. Sardara (uno sveglio, un altro che conosce l'uso dei congiuntivi), sia Jack De Vecchio (che ha parlato a a nome degli atleti) hanno apprezzato. «Per noi - ha spiegato il presidente del club sassarese - il rapporto di collaborazione con la Regione è ormai un fatto assodato, normale. Quindi, andiamo avanti con soddisfazione». C'è da credergli perché l'investimento della Regione su questa campagna non è una sciocchezza: 750 mila euro, da oggi alla fine della stagione. «Impieghiamo queste risorse - ha spiegato Morandi - perché i Giganti rappresentano uno strumento per promuovere la Sardegna, in base a studi di settore e obiettivi da centrare. Potremmo estendere la nostra azione ad altri, compreso il Cagliari, secondo questi criteri».
 CIFRE Sorrisi sinceri anche da parte del sindaco di Cabras Francesco Carrus («i visitatori dei Giganti sono triplicati in un anno»), e di Donatella Mureddu, della Soprintendenza dei Beni Culturali della Sardegna («con lo sport si veicolano valori positivi e il connubio tra archeologia e attività sportiva porta alle Olimpiadi»).
Spazio ai numeri, ora. Francesco Morandi ha allargato l'orizzonte, consapevole che questa campagna valica i confini di un fatto sportivo per assurgere a una prova decisiva per il suo assessorato e (forse) per il suo futuro in giunta. «Nei prossimi cinque anni - ha raccontato l'assessore - arriveranno in Italia 500 milioni di turisti cinesi. Ebbene, il 67% è attratto da eventi culturali, solo il 15% verrà per il mare. Quando la Dinamo ha preso un giocatore dalla Cina, i contatti web sono cresciuti in modo esponenziale. Questa è la ragione per cui abbiamo legato l'immagine dei Giganti e quella della Dinamo a beneficio della Sardegna». Dati interessanti, infine, anche sulle presenze legate allo sport. «In Italia - ha concluso Morandi - ci sono 20 milioni di cittadini che praticano un'attività sportiva amatoriale. A fronte di 10mila professionisti, mi soffermerei sui 6,5 milioni di dilettanti. Questo mercato vale 60 milioni di pernottamenti, pari a un miliardo e mezzo di euro».
 Augusto Ditel
 @augustoditel
 
 
 
L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 febbraio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Sabato, alle 9,30 nell'aula Arcari (facoltà di Giurisprudenza, in viale Sant'Ignazio 17, è in programma il dibattito "La Cooperazione del No Profit per un Sostegno ai Flussi Migratori", organizzato dall'associazione Rete sarda della cooperazione internazionale.
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 febbraio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Questo pomeriggio convegno del Fondo ambiente italiano
L'energia e il consumo del suolo
 “La buona terra, fonti energetiche e impatto su suolo e ambiente in Sardegna” è l'iniziativa che la presidenza regionale del Fondo ambiente italiano e la delegazione cittadina organizzano oggi alle 16 alla Fondazione Banco di Sardegna, in via San Salvatore da Horta, sulla sottrazione delle terre all'uso agricolo.
Nei giorni scorsi, Fai e Wwf Italia hanno presentato emendamenti al nuovo testo base sul “contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” delle commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera. Chiedono una corsia preferenziale per l'approvazione del decreto, una definizione di “consumo del suolo” che non lasci spazio a interpretazioni, che si evitino nuove distinzioni che introducono pericolose varianti, oltre che disposizioni transitorie più severe per arginare il consumo di suoli fertili e ricchi di biodiversità ed estensione della moratoria sul consumo di nuovo suolo.
Dopo il saluto del presidente regionale del Fai Maria Antonietta Mongiu, parleranno il fisico Paolo Randaccio dell'Università, Andrea Vallebona (Pianificatore energie sostenibili), Alfonso Damiano e Luciano Burderi (Università di Cagliari. Coordinano il giornalista de L'Unione sarda Stefano Salone e il fisico dell'Università Franco Meloni. Subito dopo, avrà inizio la tavola rotonda.
 
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 febbraio 2015 / Sardegna - Pagina 2
Protesta delle associazioni accreditate presso le istituzioni europee
MOBILITÀ GIOVANILE, FONDI A RISCHIO
CAGLIARI  I giovani di quattro associazioni (Tdm 2000, Acli, Studenti in Città e Sulci’s Youth) hanno manifestato ieri mattina a Cagliari davanti al palazzo del consiglio regionale per protestare contro il taglio che si profila nella finanziaria in discussione nell’aula di via Roma dei contributi sulla mobilità internazionale culturale giovanile. Nel 2014, ad esempio, la Regione, attraverso la delibera di giunta del dicembre 2013 aveva erogato un finanziamento di 300mila euro alle Associazioni esperte in scambi internazionali e accreditate presso Istituzioni europee. Con il taglio attualmente contenuto nel testo in discussione c’è il rischio concreto e probabile di chiusura delle attività di mobilità internazionale in Sardegna. Attività quali scambi giovanili, corsi di formazione, volontariato che hanno rappresentato per molti giovani una straordinaria e irripetibile opportunità di crescita, formazione e scoperta del mondo sono dunque in pericolo chiusura. Con esso si andrebbe alla cancellazione del settore e dell’Europa per i giovani dell’isola. In un territorio afflitto da un’altissimo tasso di disoccupazione, la mobilità internazionale culturale giovanile, attuata nel quadro dei programmi comunitari, è stata identificata dalla Commissione Europea quale strumento per la trasmissione di competenze e capacità fondamentali per l'inserimento nel mondo del lavoro. Fra le associazioni che lo scorso anno si sono aggiudicate la fetta più alta dei fondi regionali ci sono, con 36mila euro, la Tdm2000 e la Nur di Cagliari, e le Mine Vaganti di Perfugas. (en.g.)
 
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 

6 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 febbraio 2015 / Prima Pagina
I sardi i primi a coltivare meloni
LA SCOPERTA DELL’ATENEO DI CAGLIARI
In un pozzo nuragico a Cabras i semi più antichi d’Europa
Dopo la vite, il melone. Non finiscono di sorprendere i pozzi nuragici scoperti dalla Soprintendenza a Cabras.
Il gruppo di archeobotanica dell'Università di Cagliari hanno ritrovato 47 semi riferibili all’Età del Bronzo (tra 1300 e il 1100 Avanti Cristo) che sono la prima testimonianza della coltivazione nel Mediterraneo.
 
LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 febbraio 2015 / Sardegna - Pagina 9
Ricercatori dell’Università di Cagliari hanno trovato a Cabras 47 semi, i più antichi del Mediterraneo
I SARDI SONO STATI I PRIMI A COLTIVARE I MELONI
CAGLIARI Dopo la vite, il melone. Non finiscono di sorprendere i pozzi, antichi più di tremila anni, scoperti dalla Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano a Cabras, sulla costa centro-occidentale della Sardegna. Il gruppo di archeobotanica del Centro conservazione biodiversità (Ccb) dell'Università di Cagliari, diretto da Gianluigi Bacchetta, ha da poco pubblicato i risultati degli ultimi studi incentrati sui semi di vite rinvenuti nel loro interno, fornendo importanti indizi sull’origine della viticoltura in Sardegna e in Europa. Ora, grazie anche alla collaborazione con i migliori specialisti nazionali ed internazionali del settore, come il gruppo di ricerca in archeobiologia dell’Instituto de Historia (Cchs-Csic) di Madrid, l’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (Ivalsa-Cnr) di Sesto Fiorentino, la Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana ed il laboratorio di Palinologia e Paleobotanica dell’Università di Roma La Sapienza, il contenuto del pozzo più ricco di reperti, il pozzo N, è stato accuratamente studiato sotto tutti i diversi aspetti botanici. Il ritrovamento di 47 semi di melone è il risultato di maggior rilievo, poiché fino ad oggi le prime evidenze relative alla coltivazione di questa specie erano relazionate solo al vicino e al medio Oriente. I semi di melone ritrovati all’interno del pozzo N di Sa Osa, riferibili all’età del Bronzo, sono stati datati al C14 tra il 1310–1120 a.C. e costituiscono attualmente la prima testimonianza certa della coltivazione del melone nel bacino del Mediterraneo. Prima d’oggi la diffusione del melone nel Mediterraneo era stata attribuita a Greci e Romani in periodi molto più recenti. Si stanno ora svolgendo analisi genetiche e morfologiche per approfondirne la loro origine e natura con la collaborazione del gruppo di ricerca sulle cucurbitacee del’Instituto de Conservación y Mejora de la Agrodiversidada Valenciana (Comav) dell’Università Politecnica di Valencia. Il contenuto di questi pozzi offre la possibilità di delineare un panorama ampio e variegato della gestione del territorio da parte delle popolazioni nuragiche che abitavano questi luoghi. Sono stati identificati centinaia di migliaia di semi, frutti, granuli pollinici e frammenti di legno e carbone di piante coltivate e selvatiche, come olivo, mirto, mora, frumento, orzo, prugnolo selvatico, cicerchia, ginepro, lentisco e molte altre ancora. Il quadro generale che è emerso evidenzia che il popolo nuragico aveva un’economia di sussistenza altamente sviluppata e una profonda conoscenza della flora e vegetazione della Sardegna, su cui eseguivano un’attenta selezione delle materie prime.
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 

7 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 febbraio 2015 / Attualità - Pagina 12
Il premier a Torino agli stabilimenti Fca. Sfida alla Germania: «Loro primi nel manifatturiero ma li riprenderemo»
RENZI CONTRO «L’INDUSTRIA DELLA LAGNA»
ROMA «Siamo un paese manifatturiero secondo solo alla Germania, ma li riprenderemo». Nella sua trasferta a Torino, dove visita il Centro Stile della Fca, poi gli stabilimenti di Mirafiori e infine interviene all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico, Matteo Renzi assicura che il rilancio che è in corso sarà «sorprendente per tutti», chiede un cambio «a 180 gradi» perché si deve pensare che l’Italia «è un paese in cui tutto è possibile» e si lascia andare ad uno scatto d’orgoglio. «Non siamo rassegnati all’idea di un’Italia pigra e rassegnata. Il nostro non è solo il paese della storia dell’arte e degli spaghetti. L’Italia è da sempre la terra in cui il domani arriva prima» scandisce il premier, che visita il centro dove si progettano i motori diesel della casa automobilistica. E ancora. «L’industria che vince non è quella della lagna ma quella dell’innovazione e della curiosità» affonda Renzi, che si dice «gasatissimo» dai progetti di Sergio Marchionne e incita i lavoratori ma anche i vertici della Fca e il sindaco di Torino, Piero Fassino, ad avere più fiducia nell’azione riformatrice del governo. «Siamo una realtà che continua ad avere molti limiti, fare le riforme vuol dire superarli». Renzi insiste molto su questo aspetto e dopo aver auspicato la fine «del noioso ping pong del talk show per il quale siamo solo un paese di cervelli in fuga, e a noi restano pancreas e fegato...», assicura che l’Italia è il paese che più di ogni altro «può trarre vantaggio dalla globalizzazione». L’obiettivo del governo è quello di completare riforme strutturali «che sono un cambio delle regole del gioco fondamentale e imprescindibile». Un concetto che il presidente del Consiglio ripete anche al Politecnico, dove ad attenderlo ci sono un centinaio di manifestanti (studenti, operai Fiom, esponenti di Rifondazione Comunista, Sel e No Tav), alcuni dei quali mascherati con nasi rossi da clown, che lo accolgono con fischi e proteste: «Renzi vattene, non sei il benvenuto». Ma Renzi, anche questa volta, tira dritto. E, dopo aver ricordato che tra le università ci sono atenei di serie A e di serie B, chiede che prevalga la logica del merito: «Pensare che tutto sia la stessa cosa è quanto di più antidemocratico ci sia perché più uguaglianza non significa egualitarismo. Il principio di uguaglianza mette tutti sullo stesso piano, ma alla partenza, non all’arrivo» . Nella trasferta torinese, non manca un appunto nei confronti di chi, nel Parlamento e nel paese, “rema contro”. Renzi non menziona Forza Italia, M5S o Sel, ma i suoi strali vanno a colpire proprio da quelle parti: «In democrazia il tuo compito non è bloccare gli altri ma creare le condizioni per prendere più voti alle successive elezioni...». (g.r.)




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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