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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 February 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 febbraio 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Un professore alla conquista di Marte
È un ingegnere chimico, Giacomo Cao, docente di piazza D'Armi, ricercatore dal 1990 e professore ordinario di Principi di Ingegneria chimica dal 2001. Due anni di esperienza negli Usa all'“University of Notre Dame”, a Cagliari coordina un gruppo di ricerca all'avanguardia nello sviluppo di tecnologie per l'esplorazione robotica e umana dello spazio, oltre ad occuparsi di temi legati ai processi chimici, alla produzione di materiali innovativi e alla medicina rigenerativa. Dal 2013 è presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna: «Le tecnologie per l'esplorazione umana dello spazio hanno ricadute importanti sulla terra», spiega Cao, convinto che «l'Università deve saper rappresentare al territorio visioni di futuro, come ad esempio l'aerospazio e la chimica verde, in grado di sostenere l'economia di questa terra».
Altri incarichi compaiono nel curriculum, tra cui quello di responsabile del programma di Bioingegneria del Crs4 e altri in strutture (come consorzi e società) non solo universitarie.
 
UNIVERSITÀ. Elezioni in marzo: Giacomo Cao è candidato alla carica di rettore
«PRONTI A TORNARE IN ORBITA»
L'ingegnere dello spazio: il nostro Ateneo volerà alto
L'ingegnere dello spazio è pronto per la sua missione. Non è Marte, ma un pianeta da esplorare c'è pur sempre, il pianeta-Università. E Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna, ci mette lo stesso entusiasmo, già se lo sogna questo “sbarco” al rettorato. Puntiglioso quanto basta per un ingegnere, non perde di vista l'orologio per riuscire a rispettare tutti gli appuntamenti che già riempiono la sua agenda elettorale. Tipico tour da candidato in corsa: un incontro con gli studenti («voglio migliorare i loro servizi»), uno con i docenti, un altro con il resto dell'Università. «Ma ne vale la pena», giura.
Perché professore?
«Sento che c'è desiderio di cambiare, voglia di mettere l'ateneo in mani adeguate».
Le sue?
«Non lo dico ma... quello che ci vuole: Cagliari è a un bivio, il rischio peggiore che pavento è che diventi una teaching university. Faremo di tutto per restare anche una research university».
Tradotto: didattica e ricerca.
«Un ateneo moderno deve saper coniugare armonicamente l'una e l'altra. Ma per raggiungere gli obiettivi di crescita dobbiamo ricostruire il senso di appartenenza, condividere, tutti assieme, politiche e strategie della realtà istituzionale. I due cuori dell'Università, quello docente e quello tecnico-amministrativo, quest'ultimo finora non ben valorizzato, devono poter lavorare assieme per la struttura a cui appartengono, pena un forte detrimento».
Cose urgenti da fare.
«È assolutamente necessario che rivisitiamo la convenzione Università-Azienda sanitaria (Aou) perché sia i docenti sia il personale tecnico-amministrativo trovino l'ambiente ideale dove mettere a disposizione le loro professionalità. E poi dobbiamo trovare risorse finanziarie libere per fare politica di ateneo».
Soldi? E dove sono?
«Possiamo attrarre studenti stranieri e io sto lavorando per favorire l'ingresso di giovani di lingua spagnola, più adattabili, puntando sul Sud e Centro America. Penso a scuole e master estivi e a corsi per chi, a una certa età, ha ancora il piacere di studiare: tre cose per procurarci quelle risorse libere per fare politica universitaria».
Lei parla di reclutamento di docenti di qualità: non è soddisfatto?
«Sarà necessario valorizzare il merito, anche nel caso dei ricercatori a tempo e degli assegnisti, per una ripartizione di fondi più equa. Va garantita la messa in ruolo di chi è capace, in riferimento agli standard nazionali, europei e internazionali».
Nel suo programma parla di task force?
«Sì, che si dedichi totalmente ai progetti di ricerca regionali, nazionali e internazionali, non solo europei, sfruttando i contatti con tutti gli attori del mondo scientifico, Cnr, Agenzie spaziali, Comunità europea».
È pronto a fare il rettore?
«Pur avendo svolto un'importante attività scientifica grazie al mio gruppo di lavoro, è da una ventina d'anni che maneggio e gestisco bilanci economici e patrimoniali. Competenze oggi imprescindibili per guidare un ateneo».
Tre ingegneri in corsa...
«Chissà che uno non vinca».
Rinuncerà ai viaggi spaziali?
«Io non ho mai viaggiato nello spazio, i voli parabolici li fanno i miei allievi. Ma viaggerò tantissimo, per il bene dell'ateneo».
Carla Raggio
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 febbraio 2015 / Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
AGENDA Guido Melis e lo Stato
“Fare lo Stato per fare gli italiani”, saggio dello storico Guido Melis, sarà presentato martedì, alle 16, nell'aula Baffi, viale Fra Ignazio, 78, Cagliari. Intervengono Paola Piras (Università di Cagliari) e Giulio Napolitano (Roma Tre). Modera Giacomo Mameli.
 
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 febbraio 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Metro da Cagliari al Policlinico
Da oggi la metropolitana di superficie di Cagliari collega il capoluogo con il Policlinico di Monserrato: ieri l'inaugurazione del nuovo tratto, circa 1,8 chilometri, tutti su viadotto. Sopraelevato anche il capolinea, davanti al piazzale del polo ospedaliero: in futuro, una rampa collegherà la stazioncina alla nuova reception. La cittadella universitaria è a un passo. L'Arst punta ai 10mila passeggeri al giorno. NOCE A PAGINA 19

Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
La nuova opera è costata 20 milioni e segna una svolta nel sistema dei trasporti
METROPOLITANA, IL FUTURO È QUA
Piazza Repubblica-Policlinico in 22 minuti: corse da oggi
Finora, con i suoi 5.000 passeggeri al giorno di media, la metropolitana di superficie è servita soprattutto ai pendolari: a chi, vivendo nell'hinterland, lavora a Cagliari. Da oggi, con l'estensione del servizio fino al Policlinico di Monserrato, cambierà la vita ai cagliaritani: perché li porterà al polo ospedaliero e all'università, in 22 minuti da piazza Repubblica, al prezzo di un euro e 20 centesimi. Niente più code sulla 554, meno spese, meno inquinamento (i tram sono a motore elettrico), puntualità: molti diranno addio all'auto privata. L'Arst si aspetta, in breve tempo, di arrivare a 10mila passeggeri al giorno. E non è che l'inizio: la prospettiva a lungo termine, hanno ricordato il presidente dell'Arst, Giovanni Caria, e l'assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, è estendere la linea fino a piazza Matteotti, centro intermodale naturale del capoluogo. Il bando arriverà entro l'anno. Fra «tre-quattro settimane», inoltre, sarà inaugurata anche la Linea blu fino a Settimo San Pietro: ad allungare l'attesa, l'ennesimo furto di rame, messo a segno nei giorni scorsi.
Il nuovo tratto, da San Gottardo al Policlinico, è stato inaugurato ieri mattina: poco meno di un chilometro e 800 metri, tutti su un viadotto che ha un limitato impatto sul paesaggio (a differenza del ponte che permette di raggiungere la Cittadella universitaria dalla 554, quello sì pensato per “marcare” il territorio). La nuova strada ferrata è costata 20 milioni: dieci volte di meno rispetto all'ipotesi di una metropolitana sotterranea, che in passato ha avuto più di un sostenitore. L'opera è stata completata (più o meno) nei tempi previsti: il bando era del 2010. Sopraelevato anche il capolinea: si arriva di fronte al piazzale del Policlinico, a una decina di metri d'altezza. Per scendere, due rampe di scale e un ascensore. Ma entro l'anno, dice il commissario Giorgio Sorrentino, l'azienda mista metterà a bando i lavori per realizzare quattro nuovi corpi, uno dei quali, la reception, sorgerà accanto alla stazioncina sopraelevata: si attraverserà una rampa aerea e si sarà dentro l'area ospedaliera.
Il taglio del nastro a San Gottardo, nella stazioncina che per sei anni ha funto da capolinea e ieri ha ospitato una conferenza stampa da grandi occasioni. Autorità e giornalisti sono poi saliti a bordo per un rapido viaggio sulla metropolitana sopraelevata: due minuti per raggiungere la fermata intermedia dell'Argine, altri due per arrivare al Policlinico. Il futuro metropolitano di Cagliari, da oggi, è già presente.
Marco Noce
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Il vicesindaco: «Un giorno importante, ora il parcheggio di scambio»
L'ENTUSIASMO DI MONSERRATO
L'attesa è finita: San Valentino ha portato il nuovo tratto di metropolitana, da via San Gottardo al Policlinico. «I monserratini si innamoreranno di questa opportunità», dice l'assessore di Monserrato ai Lavori pubblici Valerio Sartini: «La domanda su quando sarebbe stata attiva la nuova fermata era la più frequente che mi arrivava dai cittadini». Il vicesindaco Marco Sacceddu aspetta di vedere gli sviluppi: «È un giorno importante per noi. La cooperativa Cento ha dato la disponibilità per utilizzare un piazzale per i parcheggi di scambio». L'assessore alla Cultura Marco Asunis spera sia «un'occasione per riaprire e dare il giusto valore al Museo delle Ferrovie complementari, oltre ai servizi riferiti alla pulizia, al verde, e alla gestione di un importante parcheggio di scambio che darà risposte importanti sul piano occupazionale».
Ieri, al taglio del nastro, oltre alla giunta era presente tutta la Commissione viabilità e traffico presieduta da Antonio Dessì: tutti i compoenti hanno devoluto il gettone della giornata alla ricerca sulla Sla. «Sotto il viadotto è già nel progetto la pista ciclabile - ha detto Dessì - e il museo potrebbe essere una buona occasione di turismo interno». Soddisfatto anche Roberto Rocca, Pd: «Da valutare anche come sarà il tracciato che porterà a Selargius e ci attraversa, oltre che la fermata nella 554».
Polemica Tiziana Terrana, di FI: «All'inaugurazione, mi sarei aspettata che Sacceddu prendesse la parola: evidentemente non contiamo abbastanza».
Virginia Saba
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
I COMMENTI DEIANA E ARST RAGGIANTI, COSSA CRITICO
Radioso Massimo Deiana, assessore regionale ai Trasporti: «Un importante tassello in un sistema in cui l'asse delle infrastrutture ferroviarie è centrale».
Per il direttore generale dell'Arst, Carlo Poledrini, l'opera «rivoluziona il sistema di trasporti tra Cagliari e l'hinterland, allineando la città con il cambiamento in atto nel mondo, verso un modello in cui i trasporti pubblici sono sempre più rilevanti. I tram sono elettrici, non inquinano, sono silenziosi e sicuri: ci sono impianti di videosorveglianza a bordo delle vetture, ma anche nelle stazioni e negli ascensori e nelle scale».
«Ora - il commento di Alessandro Boccone, direttore commerciale dell'Arst - la metropolitana diventa davvero dei cagliaritani».
Raggiante anche il direttore dei lavori, Ernesto Porcu, ingegnere Arst: «Sta prendendo forma un progetto cui abbiamo iniziato a lavorare nei primi anni '90. Ora sarà cruciale il completamento del tratto per piazza Matteotti, passando per via Dante sul lato Tribunale dei minori, e quello per Quartu, dove è fondamentale percorrere viale Colombo».
Fuori dal coro il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa: «Ora è più che mai necessario che l'Arst si preoccupi di collegare Sestu al Policlinico. La Regione - aggiunge - ponga fine alla situazione non più tollerabile di Sestu, che fa parte della Città metropolitana ma è servita da trasporti di tipo extraurbano». (m. n.)
 
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 febbraio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
MONUMENTI APERTI
Terzo appuntamento mercoledì alle 16 con i seminari di approfondimento “Le identità locali”, organizzati dall'associazione Imago Mundi Onlus in occasione della XIX edizione di Cagliari Monumenti Aperti 2015, che si svolgeranno al Centro Comunale d'Arte e Cultura “Il Ghetto Due”. Nella prima parte Fabio Pinna (Università di Cagliari) parlerà su Fabbriche, prodotti e operai: appunti per un'archeologia industriale della Cagliari del XX secolo; nella seconda parte invece Laura Zanini (Università di Cagliari) ci guiderà tra Piazze, spazi pubblici e luoghi dell'incontro della Cagliari del XX secolo. Gli interventi del XX secolo a Cagliari creano o rigenerano gli spazi dell'incontro sociale.
 
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di domenica 15 febbraio 2015 / Commenti (Pagina 56 - Edizione CA)
A proposito del progresso
Quella balena che non vediamo

Giuseppe Marci *
Provo a immaginare il mondo, quando fu inventata la ruota. I giovani che si appassionavano alla velocità e alla leggerezza. I vecchi preoccupati per la fine di tutto ciò che avevano conosciuto, la perdita dei valori e dell'identità. Una foto di Eric Smith ha avuto immediata diffusione: ritrae un uomo seduto su un'imbarcazione intento a guardare il cellulare, e non si accorge che una balena gli passa accanto, con l'affascinante accompagnamento degli uccelli marini. Fiumi di parole hanno commentato l'immagine: nuove generazioni modificate dal progresso tecnologico. Ma dai! è soltanto un imbecille. Che sarà del mondo, se non consideriamo degne di attenzione neppure le balene?
A me è capitato in treno, da Torino a Roma attraverso paesaggi coperti di neve che guardavo incantato dal finestrino. Improvvisamente la tendina si abbassa spegnendo la veduta. La risollevo, si riabbassa. Mi alzo per discutere della questione con chi sta nel sedile posteriore e, da lì, aziona il comando. È una ragazza, infastidita dalla luce sullo schermo del telefonino. Dei territori che attraversiamo non gliene importa assolutamente nulla. È attratta da un altrove, molto più lontano, verso il quale indirizza la sua comunicazione.
Così come, a pensarci, facciamo tutti, senza distinzione di sesso, nazionalità, lingua, colore della pelle, religione e stato economico. Basta guardarsi attorno andando per strada: anche quelli che camminano in gruppo parlano al telefono con qualcuno che sta lontano. C'è un'ansia di comunicazione che supera la prossimità e mira alla distanza. È la fine dei rapporti sociali e l'inizio di una disgregazione sociale? Può essere. Ma andrei cauto, prima di formulare un giudizio così drastico, ricordando come la generazione precedente la mia ci giudicava con forte preoccupazione e l'assoluta certezza che avremmo sfasciato tutto; avevamo i capelli lunghi e, quanto all'abbigliamento, portavamo l'eskimo che Guccini, in una sua canzone, avrebbe definito “innocente”: fortemente sospetto, comunque, e non solo per le ragioni della politica ma anche per quelle dell'igiene.
Chi esprimeva preoccupazioni, si sbagliava: il mondo non si è fermato, possiamo pensare anzi che sia andato avanti, con qualche significativo progresso. E così continuerà, credo, anche se il tizio fotografato sulla barca non ha visto la balena e la ragazza del treno si è perduta il paesaggio innevato. A proposito, abbiamo raggiunto un accomodamento: la tendina mezzo abbassata (per lei) e mezzo sollevata (per me).
* Docente all'Università di Cagliari



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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