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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 February 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 13 febbraio 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Aumentare le tasse universitarie è giusto ma solo per le fasce più abbienti
PER LE ALTRE SERVE UN SISTEMA DI AGEVOLAZIONI
H o visto la proposta di legge presentata dal deputato Marco Meloni che riguarda, tra l'altro, una diminuzione delle tasse universitarie nell'intento di favorire l'incremento del numero di laureati nel nostro Paese.
Debbo dire che la proposta contiene anche alcune misure condivisibili ma risente purtroppo del riflesso pavloviano della sinistra: tutto deve essere pagato dallo Stato con i soldi pubblici.
Ma dove prende lo Stato questi soldi ? Come è noto a tutti, almeno a quelli che le pagano, lo Stato li prende dalle tasche degli italiani con le tasse.
E allora vediamo perché la proposta di Meloni rischia di essere un clamoroso autogol e di non raggiungere affatto i fini che essa si propone.
Dagli ultimi dati disponibili risulta che il 93% degli italiani, che ha un reddito inferiore ai 40.000 euro, paga il 54% delle tasse totali e, va da sé, il restante 46% è invece pagato dal 7% dei concittadini che hanno un reddito superiore a 40.000 euro annui.
Conosciamo, però, la distribuzione degli studenti per categorie di reddito, il 75% degli studenti proviene dal 7% delle famiglie più agiate, mentre solo il 25% proviene dal restante 93%.
Ora si consideri che il costo sostenuto direttamente dalla Stato per le Università è di circa 7.5 miliardi mentre altri 3 circa vengono sborsati dalle Regioni a vario titolo.
Quindi le Università italiane costano complessivamente poco più di dieci miliardi che, per il ragionamento esposto in premessa, sono pagati per 5.4 miliardi dal 93% della popolazione più povera e per il 4.6 miliardi dalla popolazione più ricca.
Ma siccome questa manda all'Università il 75% degli studenti non è difficile calcolare che la parte più povera degli italiani paga i costi dell'Università non solo per i propri figli, che con tanti sacrifici riesce a far studiare, ma, paradossalmente, anche per un buon 25% di studenti che sono però espressi dalla parte più ricca della popolazione.
In parole semplici, siamo riusciti a costruire una situazione in cui i poveri pagano con le loro tasse l'Università ai figli dei ricchi!
Forse allora è meglio se riformiamo il modello e, invece di ridurre le tasse universitarie, le aumentiamo per tutti fino al vero costo e poi chi può le paga e chi non può, ma se lo merita, si prende una borsa di studio che lo Stato paga sia con la fiscalità generale, sia facendo pagare il costo reale degli studi alle famiglie che possono farlo.
Franco Meloni
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 13 febbraio 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Tra due mesi aprirà anche la San Gottardo-Settimo per collegare l'hinterland con Cagliari
AL POLICLINICO IN METROPOLITANA
Con il tram fino al capolinea sospeso: domani l'inaugurazione
In 21 minuti da piazza Repubblica al Policlinico con la Linea rossa. E si potrà cambiare a Monserrato-San Gottardo con la Linea blu per raggiungere la stazione di Settimo, al netto dell'attesa dell'altro tram Arst, in 24 minuti da Cagliari. In tutte le fermate saranno trasmessi in filodiffusione la musica e i programmi di Radiolina. Ormai è imminente: da domani alle 10, giorno dell'inaugurazione, il tratto per il Policlinico sarà una realtà per personale e pazienti dell'ospedale e per gli studenti dell'Università attraverso il nuovo tratto che salta la Statale 554 con un viadotto.
LE PROSPETTIVE Più avanti, forse già tra due mesi, si potrà arrivare col tram anche a Settimo. Si partirà da via San Gottardo e, attraversando la vecchia stazione a Monserrato, la vettura dell'Arst si addentrerà nel territorio di Selargius (dov'è prevista una fermata, ancora da realizzare) proprio fino a Settimo. Sono in corso le prove tecniche. Da sistemare le banchine al capolinea e a Selargius, dove però il servizio sarà attivo in una seconda fase, entro dicembre: la pensilina sorgerà subito prima del cavalcavia della 554 a ridosso della zona di Paluna, al confine con Monserrato. La Cagliari metropolitana, almeno dal punto di vista del trasporto delle persone, inizia a delinearsi.
 LINEA ROSSA Il tragitto da piazza Repubblica a Monserrato-San Gottardo è conosciuto. Con uno dei nove tram Skoda in dotazione (220 posti, 42 posti a sedere e 4 riservati) si attraversa la città capoluogo da viale Marconi, lambendo prima Largo Gennari, Genneruxi e via Mercalli, per poi arrivare in via Vesalio, all'Auchan ed entrare a Monserrato. Dopo via Caracalla e via del Redentore si raggiunge San Gottardo. Da domani saranno attive altre due fermate: quella di via dell'Argine e, infine, quella del Policlinico. Sospese. Da San Gottardo si sale sul viadotto che salta la 554, opera costata 20 milioni. In un minuto si arriva in via dell'Argine, stazione che sorge sopra il viadotto: due ascensori e una scalinata permetteranno agli utenti di raggiungere a piedi la destinazione prescelta. Altri due minuti e si arriva al Policlinico: stazione uguale alla precedente, con due ascensori e scalinata a disposizione che per i medici e gli infermieri dell'ospedale e gli studenti dell'Università diventerà un'alternativa di trasporto alle lunghe code in auto. Il rosso è il colore che domina nella nuova fermata. A proposito: Antonio Scanu, della Fiab Cagliari Città Ciclabile Onlus, chiede ad Arst e Regione che si trovino soluzioni per favorire la cosiddetta intermodalità treno-bici anche nelle stazioni sospese. E per evitare ai ciclisti di portare in spalla le bici salendo ripide scale per raggiungere la fermata, propone l'utilizzo di un meccanismo che le trascina al livello dei passamano. Città ciclabile chiede anche «parcheggi bici coperti e con videosorveglianza». La frequenza media del tram nei giorni feriali sarà di 10 minuti, la domenica e i festivi di 20. La prima carrozza partirà da Repubblica alle 6, l'ultimo rientrerà dal Policlinico alle 22,26.
 LINEA BLU Anche chi deve recarsi a Cagliari da Settimo o da Selargius presto potrà usufruire del servizio. Si tratta di un tram-treno: le vetture sono le stesse utilizzate sulla Repubblica-San Gottardo. La diversità è che non c'è la doppia linea e che sui binari circolano anche i treni locali. In base al regolamento ferroviario deve essere stabilita un'alternanza. Sarà garantita attraverso particolari giunti che impediranno la percorrenza su rotaia del treno quando è in viaggio il tram e viceversa. Il percorso da San Gottardo è in rettilineo, percorribile a 70 orari: attraverso cinque passaggi a livello automatizzati e uno presidiato si attraversano la vecchia stazione di Monserrato, Selargius, Settimo, tagliando la 554 e i campi del Campidano. In arrivo da Settimo e Selargius si potrà proseguire per il Policlinico con le stesse modalità del percorso Repubblica-San Gottardo. Un mese fa è stata disattivata la linea aerea per un furto di rame, ma la situazione è stata ristabilita. Sono in corso le prove tecniche da parte di Arst e Regione: quando arriveranno il nullaosta dei tecnici del ministero dei Trasporti e il visto della Regione il metrò sarà realtà anche nel Campidano. Forse tra due mesi.
Lorenzo Piras (@lorenzopiras71)
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
3 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 13 febbraio 2015 / Sassari - Pagina 28
«UN NUOVO SVILUPPO È ANCORA POSSIBILE»
Il presidente Pigliaru ha già ribadito all’Eni che non rinunceremo alle risorse previste
di Gianni Bazzoni
SASSARI Nella provincia di Sassari, dal 2009 al 2014, sono sparite quasi mille imprese e nello stesso periodo sono andati perduti 7mila posti di lavoro per un totale di 45 milioni di salari cancellati. E la crisi è intervenuta su un tessuto economico già fortemente indebolito, con un aumento progressivo delle famiglie in stato di povertà. Il crollo dell’industria e l’assenza di una politica di rilancio, basata anche su soluzioni alternative, ha causato conseguenze gravissime con un impoverimento complessivo del territorio che pure ha risorse straordinarie in settori differenti. L’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras, sassarese, parla per la prima volta di un progetto di riconversione industriale e di riqualificazione. E scommette sulle potenzialità del Sassarese, con la convinzione che da Porto Torres può essere avviato un nuovo modello di sviluppo compatibile. Immagino che si riferisca alla chimica verde e a Matrìca... «I soli impianti di Matrìca non bastano, non possono compensare in termini di forza impiegata e di imprese quanto avveniva con il Petrolchimico in pieno esercizio. Servono nuove iniziative, con la realizzazione di una filiera a monte: quella delle produzioni agricole, ho visto di recente l’intesa tra Novamont e Coldiretti». La gente è diffidente, l’Eni è visto come un ente ostile che ha lasciato ferite profonde da queste parti. La Regione lo sa? «Il presidente Pigliaru ha già comunicato all’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi che non c’è nessuna disponibilità a consentire che qualcuno si sfili dagli accordi sottoscritti: non rinunceremo alle risorse». Sulla chimica verde c’è ancora parecchia incertezza e sui programmi si registrano passi lenti. Non è cambiato niente? «Su mia proposta e del collega Paci, la giunta regionale - colmando un forte ritardo - ha aderito al Cluster nazionale della chimica verde, network di imprese e ricerca nel campo della bioeconomia. Rafforzeremo le azioni di sostegno alla biodegradabilità e alla ricerca in produzioni a basso impatto ambientale». Le bonifiche: tutti ne parlano e si riempiono la bocca ma sono diventate una favola per tutte le stagioni. Perché non si riesce a farle decollare seriamente? «Sulle bonifiche non si indietreggia di un passo. E il confronto con Eni serve a impedire eventuali disimpegni. Sulla reindustrializzazione a Porto Torres, un ruolo importante ritengo debbano svolgerlo le Università, a cominciare da quella di Sassari. E penso che sia necessario contribuire allo sviluppo economico e culturale del territorio, sfruttando tutti i vantaggi che il settore industriale può ancora offrire, con tecnologie innovative e nel doversoso rispetto dell’ambiente. E in questo ragionamento considero scontata l’importanza, per tutti noi, delle bonifiche». L’Università in primo piano quindi? «Mi sento di chiedere al rettore, di farsi promotore di iniziative internazionali, chiamando a Sassari studiosi e imprese del settore della bioeconomia per favorire confronti utili alla realizzazione dei progetti». I destini dell’industria non sono separati dalla questione energetica. Ha visto come somo andate finora le cose a Fiume Santo? «La vertenza con la multinazionale E.On - che ho seguito in stretto rapporto con le organizzazioni sindacali - è stata sempre caratterizzata dalla continua rivendicazione dell’accordo sottoscritto dall’allora giunta Soru. Oggi E.On ha ceduto l’impianto alla holding ceca Eph e la nostra determinazione resta alta. Nei giorni scorsi ci sono stati i primi incontri al ministero dello Sviluppo economico. Intanto la multinazionale tedesca deve garantire e confermare gli impegni assunti: a cominciare dalla demolizione e la bonifica dei gruppi 1 e 2, il revamping dei desolforatori dei gruppi 3 e 4». Nel capitolo energia, il tema ricorrente è quello del metano. Un miraggio per la Sardegna e per il territorio? «É un combustibile necessario per rendere competitive molte industrie. L’idea della Regione è quella di realizzare un sistema completamente interconnesso». Cosa significa? «Provo a spiegarlo: il sistema del gas va pensato esattamente come il network dell’energia elettrica, con Terna che ha garantito la interconnessione con la rete nazionale ed europea grazie a un investimento come il Sapei». Per il metano l’impresa appare piuttosto complessa: quali azioni credibili si possono fare? «La Regione ha chiesto alla Snam Rete Gas la medesima azione posta in essere da Terna, in modo da avere una rete sicura per l’approvvigionamento del metano. Il Ministero ha istituito un tavolo tecnico al quale saremo chiamati, come amministrazione regionale, a portare avanti la nostra azione con l’obiettivo di ridurre i costi della bolletta energetica per imprese e famiglie». É stato perso un sacco di tempo, la Sardegna è l’unica regione senza metano. Ci crede davvero? «Ci credo. L’interesse prioritario, in questo momento, è quello di ridurre i tempi di attuazione degli interventi. É vero, troppo tempo è stato perso con il precedente governo regionale». Ci vorrà parecchio tempo, nel frattempo che cosa si fa? «Una soluzione temporanea può essere quella dell’approvvigionamento con le unità mobili a basso costo: piccole navi metaniere che minimizzano le infrastrutture immediate a terra e consentono una notevole riduzione dei tempi per l’erogazione del gas metano nelle principali aree urbanizzate e industrializzate». Torna in gioco, con piena credibilità, anche il porto di Porto Torres? «Non ci sono dubbi, rappresenta la più grande infrastruttura logistica del centro-nord Sardegna, il principale scalo per i collegamenti con il nord Europa. L’attività di riforma avviata dall’assessore ai Trasporti Massimo Deiana deve essere l’occasione per fissare le priorità e rendere il porto funzionale all’idea di sviluppo che stiamo costruendo». Regge ancora il progetto della zona franca doganale? «Credo che sia indispensabile, uno stimolo efficace per lo sviluppo dei traffici commerciali. É formalmente delimitata: l’area è quella del Centro intermodale, struttura demaniale regionale, abbandonata da anni. Si tratta di 14 ettari con un capannone di duemila metri quadrati». Serve un salto di qualità e non una andatura a sbalzi. C’è ancora una speranza vera? «Servono anche decisioni e tanta determinazione nel perseguire gli obiettivi. Tra qualche giorno, nella discussione sulla Finanziaria regionale ci sarà spazio per parlare anche di risorse da impegnare. Il presidente Pigliaru ha dichiarato la volontà di chiedere al ministero dello Sviluppo economico l’istituzione dell’Area di crisi complessa per il triangolo Sassari, Porto Torres e Alghero. Consentirà di mettere insieme bonifiche e rilancio industriale. A Trieste, Piombino e Porto Marghera - di recente anche a Livorno - Governo, Regioni, Enti locali, sindacati e imprenditori lavorano con questo strumento».
Politiche pubbliche nel territorio, l’incontro del Pd
Oggi l’assessore Maria Grazia Piras parteciperà all’incontro promosso dal Partito democratico - alle 16 al Grazia Deledda - sul tema: «Da Porto Torres un nuovo modello di sviluppo compatibile. Quali politiche pubbliche?». Interverrà il segretario regionale del Pd Renato Soru. I lavori saranno aperti dalla relazione di Luciano Mura, presidente della Direzione provinciale. Partecipano il rettore dell’Università Massimo Carpinelli, il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras, Luca Saba di Coldiretti, l’Ad di Matrìca Catia Bastioli e Giovanni Squitieri, Ad di Invitalia. Modera Franco Borghetto.


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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