Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 February 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Del Zompo: “Non è un ateneo di serie B”
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
«L’Ateneo non è di serie B»
Del Zompo si ribella: non ci sto al deserto del territorio
UNIVERSITÀ. La farmacologa ci ritenta, forte dei 349 voti della precedente sfida
LA NEUROSCIENZIATA MARIA DEL ZOMPO È UNA DEI CINQUE CANDIDATI ALLA CARICA DI RETTORE. UNA SFIDA CHE CULMINERÀ A MARZO, FORSE CON UN BALLOTTAGGIO: CHI VINCE PRENDERÀ IL POSTO DELL’USCENTE GIOVANNI MELIS.
 
In questi cinque anni il pensiero di fare la Magnifica non l’ha mai abbandonata. Ed eccola qui, che ci riprova, Maria Del Zompo, forte anche di quel consenso record (349 voti) ricevuto la volta scorsa, al primo turno della competizione elettorale del 2009. Non ce l’ha fatta, allora. Ma oggi la farmacologa cagliaritana, allieva di Gessa, è pronta «più di ieri» a conquistare lo scettro di rettore (o forse rettrice, se preferirà) all’ateneo di via Università. È nel suo studio, al piano terra del San Giovanni di Dio, dove dirige l’Unità complessa di Farmacologia clinica, che parla di quel che vorrebbe fare se il timone di palazzo Belgrano passerà a marzo nelle sue mani.
Chi è Maria Del Zompo?
«La candidata con tre anime: l’anima del docente, che insegna Farmacologia, l’anima del ricercatore e l’anima del clinico».
A lei cosa piace di più, insegnare o far ricerca?
«Tutte e due. Ho scelto questo di mestiere, la figura universitaria che fa ricerca e didattica. Altrimenti avrei fatto il medico ospedaliero».
È la seconda volta...perché?
«Ci riprovo perché la volta scorsa sono stata la più votata alla prima votazione e sono uscita di scena, alla seconda, per una manciata di voti. Da subito i colleghi mi hanno detto, Maria, per favore, non mollare e da allora ho sempre combattuto per il nostro ateneo, imbrigliato in regole e provvedimenti sempre più asfissianti».
Dove vuole arrivare?
«A vincere, mi auguro. Credo nel valore università come tale, nella cultura che porta avanti, nell’università come ascensore sociale, unica vera realtà che ti dà la possibilità di migliorare la propria condizione sociale e lavorativa. Io ne sono la prova».
Cioè?
«Mio padre aveva la quinta elementare, così mia madre: loro hanno voluto fortemente che sia io che mia sorella avessimo una possibilità in più, quella che a loro non veniva concessa per questioni economiche».
Ormai l’università è accessibile a tutti?
«Così, così. In questi mesi si sta portando a compimento un percorso iniziato già nel 2009: vogliono ridurre al minimo il numero degli atenei e trasformare quelli che sopravviveranno in università di servizio, atenei di serie B, solo con lauree triennali, senza più ricerca. Ossia: desertificazione del territorio. Io non ci sto».
Come ribellarci?
«Dobbiamo recuperare il senso di appartenenza, condividendo tutto con studenti, docenti e personale: per me la chiara percezione dei problemi da parte di tutti, anche delle famiglie, ci aiuterà a fare le scelte adeguate».
Il problema vero sono i soldi.
«Io la penso così: grande attenzione al bilancio, agli indicatori ministeriali ed europei per portare a casa il massimo delle risorse ma senza dimenticare la nostra missione, quella di fare didattica. E la qualità della didattica dipende dalla qualità della ricerca».
Cose concrete?
«Oltre ai master e all’attivazione di convenzioni con altri atenei e industrie, penso alle Summer school, ai dottorati di ricerca per dei percorsi nei centri internazionali, ai programmi di mobilità degli studenti, da potenziare, e all’Ufficio Europa, per sostenere i gruppi di ricerca».
Non sarà troppo?
«Io sono pronta a rivendicare tutto questo. E, come me, sono sicura, il mio ateneo».
Carla Raggio
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Una donna di scienza e di cultura
 
Maria Del Zompo, cagliaritana, 63 anni. Dopo la laurea in Medicina inizia la sua carriera, sempre all’Università di Cagliari, come precaria nel ’79. Diventa ricercatore nel 1980. Più di due anni li trascorre alla “Biological Psychiatry Branch” del National Institute of Mental Health, a Bethesda (Usa), dove ha collaborato con John Tallman sotto la direzione di Robert M. Post. Attualmente è professore ordinario di Farmacologia nel corso di laurea di Medicina e Chirurgia, ha diretto il Dipartimento di Neuroscienze “B.B. Brodie”, e attualmente è direttore del dipartimento di Scienze Biomediche, il più grande dell’Ateneo. La sua attività clinica si svolge presso l’Unità complessa di Farmacologia clinica al San Giovanni di Dio, una struttura dedicata ad alcune patologie nell’ambito delle neuroscienze cliniche, come la malattia bipolare e l’emicrania. Molti i riconoscimenti per la sua attività scientifica, sociale e culturale: l’ultimo il premio “Aidda”, donna dell’anno nel 2007.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Dal liberty alle torri del Cep
Le case raccontano Cagliari
Verso Monumenti Aperti
“Viaggio urbanistico” con l’architetto Franco Masala
 
Riscoprire l’anima di Cagliari attraverso il suo patrimonio architettonico e urbanistico. Questo lo scopo del ciclo di conferenze organizzato dall’associazione Imago Mundi, un percorso di accompagnamento verso la prossima edizione della rassegna “Monumenti aperti”. Iniziative sostenute dall’assessorato alla Cultura del capoluogo. Il primo viaggio attraverso progetti, stili ed epoche è stato reso possibile grazie a Franco Masala, architetto e componente dell’Associazione nazione di Storia dell’arte-Anisa. Attraverso un importante repertorio fotografico è stato possibile ripercorrere tutti i movimenti del Novecento.
«L’ambiente urbano cagliaritano offre una varietà di esempi architettonici spesso ignorati. Solo camminando per le vie della città ci si può rendere conto dell’esistenza di un patrimonio spesso trascurato o, peggio, caduto vittima di restauri ispirati da un malinteso senso del progresso», ha spiegato lo storico scorrendo alcune foto. Durante l’età giolittiana e il Ventennio le famiglie e gli impresari di Cagliari furono capaci di edificare palazzi e case di indiscusso valore artistico. I protagonisti di questa epopea furono Ubaldo Badas e Salvatore Rattu, autori di diverse decine di progetti. Masala, esaltando una delle più comuni caratteristiche dei vari periodi esaminati, si è concentrato sulle soluzioni d’angolo adottate dai progettisti. È stato quindi possibile passare dalle sinuosità del Liberty alla linearità e al tratto fermo del Razionalismo. Una dei progetti più importanti firmati da Badas prima del secondo conflitto mondiale è sicuramente quello della Colonia Dux del Poetto. Edificio che in troppi definiscono, erroneamente, ecomostro. L’edificio appoggiato sull’arenile è invece uno degli esempi più autentici dell’architettura razionalista insieme al palazzo “Vinceremo”, progettato da Enrico Pani e situato all’angolo tra le vie San Benedetto e Petrarca. Notevole anche il palazzo “Zedda-Zedda” di Rattu lungo la via Macomer, capace di esaltare le caratteristiche della sua facciata attraverso una semplice bicromia bianca e rossa. A catturare l’attenzione dell’osservatore esperto non sono però solo gli edifici più grandi e maestosi; diversi quartieri della città ospitano ville e palazzine in perfetta sintonia con il Liberty in voga nel resto del Paese. Un lascito per cui si devono ringraziare alcune delle più facoltose famiglie dell’epoca. Masala è poi passato ai decenni più recenti: «Anche dopo il 1945 Cagliari si seppe fare interprete delle ultime tendenze in campo architettonico. Badas continuò a progettare con ottimi risultati seguendo i dettami del cosiddetto Neoliberty». Suo, ad esempio, il padiglione per l’agricoltura della Fiera. Durante la seconda metà del Novecento conquistò la scena il Brutalismo, capace di utilizzare il cemento a vista senza remore o infingimenti. Ne sono esempi il dipartimento di Ingegneria mineraria di piazza D’Armi e il tribunale dei Minori.
L’edilizia popolare cagliaritana offre esempi di altrettanto valore. Le prime residenze costruite dallo Stato furono quelle tra via Bacaredda e via Balbo, realizzate nel 1911 in contemporanea con i primi interventi portati avanti nel resto del Regno. Alloggi seguiti, nel 1925, da quelli di via Manzoni. Su piazza Galilei si affaccia una testimonianza di “edilizia popolare di lusso”, il palazzo Incis. Vani riservati agli strati più alti del ceto impiegatizio. Notevoli le “case popolarissime” di piazza Kennedy, allora piazza Pirri, destinate agli impiegati pubblici con mansioni inferiori e disegnate da Badas. «Il secondo Novecento ci ha consegnato interventi di edilizia abitativa pubblica più decisi - secondo Masala - Progetti ambiziosi spesso traditi dal lassismo delle amministrazioni». Protagonista del primo dopoguerra fu Adalberto Libera, ingaggiato dall’Ina Casa e autore degli alloggi presenti lungo via Pessina e in alcune sue traverse. Noto a tutti lo skyline del Cep e gli interventi nei quartieri di Is Mirrionis e Sant’Elia.
Enrica Puggioni, assessore alla Cultura del comune di Cagliari, crede molto nella riscoperta dei luoghi della città: «Vogliamo restituire alla vita angoli spesso ignoti. Stiamo inoltre pensando di valorizzare San Michele ed Is Mirrionis, luoghi del cuore di Sergio Atzeni. In occasione del ventennale della sua scomparsa ci sembra giusto concentrarci sui quartieri che in qualche modo lo ispirarono».
Il prossimo appuntamento con la storia dell’architettura martedì prossimo alle 16 al Ghetto. Si parlerà dell’antica Cagliari.
Matteo Mascia
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Il nuovo procuratore generale
sarà il siciliano Roberto Saieva
 
Manca solo l’ufficialità, ma salvo sorprese quasi impossibili il nuovo procuratore generale presso la corte d’Appello di Cagliari sarà Roberto Saieva. Il nome del magistrato siciliano, attualmente procuratore capo a Sassari, è stato infatti proposto all’unanimità dalla commissione del Csm, il che vale come un’investitura difficilmente attaccabile. Nei prossimi giorni la sua nomina verrà sottoposta al plenum dell’organismo di autogoverno della magistratura, che dovrà semplicemente ratificarla. Una formalità, dunque. Sostituirà alla guida degli uffici inquirenti sardi Ettore Angioni, che lascia la carica per raggiunti limiti d’età.
Nato ad Agrigento il 27 giugno del 1952, in magistratura dal 1978, già sostituto procuratore a Caltanissetta e grande amico di Rosario Livatino, il giudice-ragazzino ammazzato dalla mafia nel ’90 con cui ha lavorato per anni a delicatissime inchieste, Saieva è un profondo conoscitore della Sardegna. Prima di guidare la Procura di Sassari, dove è in carica dal 2009, era stato infatti a capo di quella di Nuoro dal 1998 al 2003. Una doppia esperienza intervallata soltanto dall’incarico alla Procura di Patti, nella sua Sicilia. Chiusa la partita del procuratore generale, presto si aprirà quella per la guida degli uffici inquirenti di Cagliari, Dda compresa: l’attuale procuratore capo Mauro Mura dovrebbe infatti andare in pensione entro l’anno. (m. le.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Diritto allo studio e tagli
 
La replica dell’Ersu «Nessun taglio dei fondi sul diritto allo studio». Questa la replica di Gianlugi Piras, consigliere dell’Ersu, alle accuse di questi giorni da parte di Fratelli d’Italia. «Quest’anno con Pigliaru siamo passati al 71% di copertura degli studenti idonei beneficiari con l’obiettivo futuro di conquistare il 100%. Con Cappellacci la copertura era di appena il 48%».
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Ecco il progetto per insegnare la storia sarda a scuola
Un gruppo di insegnanti e ricercatori ha fondato un’associazione e ha lanciato un’idea
 
La storia sarda non si studia nelle aule isolane. O comunque si studia poco. Come rimediare? «Con un processo che deve partire dal basso. La chiave di volta sono gli insegnanti. Non ci sono leggi che possano obbligarli a farlo o costringerli a usare un determinato testo. Loro si devono convincere dell’importanza di questo insegnamento e devono essere dotati di materiale didattico efficace per poter assolvere a questo compito». La proposta è del gruppo “Storia sarda nella scuola italiana” e di chi ha avuto l’idea di fondarlo nel giugno scorso, Maurizio Onnis, di Villanovaforru, che scrive testi scolastici per importanti case editrici italiane, Mondadori, Loescher e D’Anna.
Il nome del gruppo è il loro stesso fine. Hanno già individuato un libro di testo in formato digitale per la terza elementare, scaricabile da tutti su internet: 25 pagine in pdf sul periodo prenuragico, «in terza elementare si studia la storia sino all’origine della scrittura che corrisponde al prenuragico sardo», ha aggiunto Onnis, «è opportuno coprire col testo di storia sarda lo stesso periodo del testo annuale di storia generale». È uno dei punti del manifesto del gruppo, dove operano anche Anna Rosa Corda, insegnante di storia e italiano al liceo scientifico di San Gavino, Isabella Tore docente elementare a Oristano, l’archeologa Alessandra Garau e l’ingegnere informatico Andrea Deidda di Cagliari.
Nell’Isola dai banchi delle elementari all’Università insegnare la storia sarda è un’impresa ardua. Tagli di risorse, pochi finanziamenti. In molti, politici e uomini di cultura, hanno provato a rimediare a questo gap per l’identità del popolo sardo. Lo hanno fatto con proposte di legge in Consiglio regionale e sollecitando leggi per incentivare i docenti. «Partire dal basso», ha ribadito Onnis, «mancano strumenti didattici standard per tutti. Noi li stiamo creando».
Dopo il testo digitale per la terza elementare ne arriveranno altri. Come redigerli? Lo spiega il manifesto del gruppo. Un testo per ogni classe secondo gli stili dell’editoria scolastica corrente e in relazione alla lunghezza del programma ministeriale annuale e al numero di ore che ciascun insegnante potrà dedicargli. «Un libro di storia della prima media ha 250 pagine. Il testo sulla storia sarda non dovrà superare le 40», ha spiegato Onnis.
Infine, testi da usare al mattino in aula, tagliando le parti non essenziali del programma di storia generale. Ma per rendere interessanti e coinvolgenti questi testi per gli alunni servono disegni adeguati. L’appello finale di Onnis: «Abbiamo bisogno di un illustratore per le tavole dei nostri libri di storia».
Antonio Pintori
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
dopo il caso verybello
I Giganti e le occasioni sprecate nell’offerta culturale dell’isola
di Ruggiero Roggio
 
VeryBello.it è il sito dell’Expo, la sua vetrina. Dibattito critico sul nome, mentre si evidenziano dimenticanze significative nei contenuti. Dalla Sardegna si chiedono integrazioni, di includere quella particolare Sagra (i collegi elettorali...), i Giganti di Monte Prama. La Sottosegretaria Barracciu precisa: "non ho la delega all’Expo". Aspettiamo. I Territori d’arte all’assalto della diligenza del work in progress di VeryBello; ma, ricorda Calvino, la mappa dettagliata della Cina è la Cina stessa. Un sito è cosa complessa e ha efficacia per la sua essenzialità; come l’eleganza: Armani non sfoggia il guardaroba ma un capo alla volta. Forse abituati a far strada a piedi noi sardi dovremmo avere meno interesse al tram Expo. Semmai chiederci delle condizioni del nostro welfare culturale, di come le nostre eccellenze vivano il passaggio da una governance basata sull’erogazione di risorse dal centro alla periferia, alla crisi fiscale dello Stato. Che accentra la spesa (la riforma del Mibact, il Ministero riduce le Soprintendenze), ridisegna le Province e accorpa i Comuni. Ecco: il Codice Urbani andrà ripensato sulle competenze distribuite tra Stato (tutela e ricerca), Regioni (promozione), Comuni (valorizzazione). Da trent’anni in Sardegna il settore dei Beni Culturali (aree archeologiche, musei e biblioteche) è gestito in forme di assoluta precarietà. "Nessuno a casa" (non a caso) è il network sindacale che riunisce gli 800 operatori che erogano i servizi culturali sardi nella precarietà. Debolezze che pesano nella competizione globale: Giganti ok, ma vs l’esercito di terracotta cinese. A queste sfide la Sardegna deve rispondere. La Regione ha finanziato i Comuni senza obblighi di risultato, limitandosi a rendicontazioni amministrative lontane dalle performance gestionali. La proposta di nuovi e più attenti modelli non esce dalla logica Centro/Periferia, lontana dai processi di sussidiarietà che diano ai Territori la consapevolezza di "paesaggio culturale" di qualità, abitato da cittadini convinti di poterlo animare. Musei, aree archeologiche e biblioteche hanno limiti di sostenibilità; hanno funzionato poco il marketing territoriale, crowfounding e fund rising, la deducibilità fiscale delle sponsorizzazioni private, il sostegno di Fondazioni Bancarie. Monte Prama è scoperta di quaranta anni fa, in parte trascorsi dai Giganti al restauro. Oggi ulteriori scavi prospettano un Parco capace di "generare crescita economica". Perché questo inspiegato silenzio? quale reticolo di complicità, connivenze, subalternità copre. Lo Stato, - Università e Soprintendenze - non ha creduto nella scoperta, forse preferendo sostenere aree forti del Paese con un peso specifico superiore alla Sardegna nuragica. Ma i Giganti sono un’opportunità importante in un territorio già d’eccellenza. Il Sinis, Tharros e le zone umide, il mare, la Sartiglia e la Lotteria, la modicana e il casizolu, la vernaccia e i mustaccioli. Un po’ come il Parco dell’Asinara: dopo anni si insedia il Consiglio Direttivo, di cui auspico competenze per un’economia della cultura ad alto valore aggiunto e piani di gestione adeguati. Abbiamo la Costa Smeralda e sembriamo accontentarcene. Nessuno vieta alla Sardegna (indipendentismo 2.0?) un sito di eccellenza con i tanti beni di cui disponiamo. Della sua necessità lo ricorda Luigi Guiso: "Sthonenge riceve su Google 16 milioni di citazioni, la parola nuraghe solo 500 mila", e suggerisce di " Universalizzare la preistoria (e la storia), della Sardegna, renderla interessante al mondo". Strategie: non l’attesa del Canto a Tenore patrimonio dell’Unesco, l’Onu per una giornata di qualcosa, una Bandiera blu su di una spiaggia. Narrazioni, Parchi a tema, l’Economia delle Esperienze, esempi di politiche per i turisti che chiedono di vivere qui come "cittadini temporaneamente residenti". Una nuova Domanda, da sedurre con un’Offerta che generi crescita economica grazie a adeguate politiche turistico culturali.

Questionnaire and social

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