Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 January 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
Grande guerra Via alle celebrazioni
I 13 mila nomi dei caduti sardi in un dvd 
 
Sono 13.602 i militari sardi caduti o dispersi nella Grande Guerra. I loro nomi figurano nell'Albo d'Oro pubblicato nel 1938 in epoca fascista e disponibile in poche ingiallite copie negli Archivi di Stato o dell'Esercito. Fra breve il volumone, ristampato in edizione anastatica e digitalizzato, diventa un dvd interattivo che verrà donato a tutti i 377 comuni dell'Isola. I nipoti e pronipoti dei caduti sardi potranno trovare i nomi, le informazioni sulla carriera militare, la morte e la sepoltura (se c'è stata) dei loro congiunti che lasciarono la Sardegna per andare a combattere al fronte. La realizzazione di questo dvd e la ristampa critica (tutti i nomi sono stati verificati e corretti numerosi errori presenti nell'edizione originale) sarà la prima delle numerose inziative previste per quest'anno e per il prossimi tre nell'ambito delle celebrazioni per l'entrara in guerra dell'Italia (24 maggio 1915).
IL COMITATO Ad annunciare il programma dei numerosi eventi è stato ieri il "Comitato sardo per il centenario della Grande Guerra", presieduto dall'ex procuratore generale Ettore Angioni e diretto nella parte scientifica e organizzativa dal professor Aldo Accardo, docente del Dipartimento di studi storici dell'ateneo cagliaritano durante un incontro svoltosi nel palazzo di Castello, sede della Fondazione Siotto. «Questa presentazione - sottolinea Accardo - avviene non a caso in una sala dove sono esposti i cimeli e la divisa di Luigi Siotto, figlio unico maschio di Giuseppe a cui è intitolata la Fondazione culturale promotrice insieme alla Fondazione Memoriale Garibaldi di Caprera del Comitato per il Centenario. Luigi, giovane sottotenente cagliaritano, fu ucciso nella battaglia di Montefiore nel 1916. Il suo ritratto, dipinto postumo da Filippo Figari e qui esposto, ce lo mostra intento a leggere una mappa al fronte in un tramonto di fuoco. È il ricordo di uno dei tredicimila sardi che come Luigi Siotto, si sono sacrificati per un ideale comune, quello dell'unità della Patria».
Accardo rileva che questa iniziativa per la Prima Guerra mondiale prosegue idealmente il triennio di celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia. «Sarà l'occasione per riflettere ancora sulla nostra storia e sul processo unitario», riprende Accardo che è anche presidente della "Siotto": «I nostri obiettivi sono molteplici, a partire da nuovi filoni di ricerche storiografiche che coinvolgeranno le due università sarde e soprattutto le scuole con incontri e attività per gli studenti. Un ruolo importante sarà svolto dall'Anci e da tutti i 377 Comuni sardi. Dobbiamo conoscere il nostro passato per riconoscere il presente, questo sarà lo slogan e il motivo dominante di tutte le iniziative».
PROTOCOLLO CON L'ANCI Durante l'incontro di ieri è stato firmato il protocollo d'intesa con l'Anci regionale, l'associazione dei Comuni italiani, qui rappresentata dal presidente Pier Sandro Scano: «Non c'è paese nell'Isola che non abbia nel cimitero numerose lapidi di caduti oppure un monumento nella piazza principale», afferma Scano: «Non c'è paese che non abbia epigrafi con i nomi dei suoi concittadini morti o scomparsi al fronte. Possiamo notare che le lapidi dedicate al '15-'18 sono ben più grandi di quelle che ricordano la Seconda guerra mondiale, a testimonianza del coinvolgimento dei sardi nel primo conflitto. Per questo ogni Comune farà la sua parte e chiederà ai propri abitanti di scavare nelle soffitte e nei cassetti di famiglia per trovare diari, lettere, documenti, cimeli di bisnonni e trisnonni. Io stesso ho scoperto una baionetta tra i vecchi ricordi conservati nella casa di mia madre, oggi novantenne. Tutto questo aiuterà a costruire una memoria collettiva».
NUOVI STUDI Francesco Atzeni, direttore del Dipartimento di studi storici e docente di storia contemporanea ricorda che «i sardi mobilitati al fronte furono oltre centomila, il dieci per cento della popolazione, quindi non ci fu famiglia che non venne coinvolta nel conflitto. In molti plotoni si ritrovarono a combattere fianco a fianco fratelli, parenti e compaesani che parlavano la stessa lingua. L'università contribuirà a questi eventi con un grande appuntamento di storici a Sassari a fine novembre, naturale proseguimento del convegno svoltosi a Cagliari nel 2011 sul Risorgimento». «Inoltre - gli fa eco il collega Accardo - abbiamo avviato nuovi filoni di studi per rivedere in modo critico la Grande Guerra, oltre la retorica del fascismo e per superare le tante polemiche come quella sui generali e il "Cadornismo"».
MILITARI Le Forze Armate avranno un ruolo importante nelle iniziative per il centenario, come ribadisce il generale Arturo Nitti, da settembre quarantaduesimo comandante della Brigata Sassari: «L'anniversario - dice - coincide con i cent'anni della fondazione della brigata tutta sarda, la prima e unica dell'Esercito italiano a carattere regionale. Dei 13 mila caduti sardi, ottomila erano "Diavoli Rossi": ecco perché tra la Sardegna e la "Sassari" esistono forti legami che queste iniziative contribuiranno a rinsaldare».
Il presidente del Comitato Ettore Angioni, il prefetto Alessio Giuffrida e il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Francesco Feliciani concludono l'incontro auspicando il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle scuole. Come un appassionato contribuito arriverà dai circoli degli emigrati sardi della Fasi che promuoveranno numerose iniziative nel Veneto, nel Friuli e in Trentino, nei luoghi delle trincee che videro il sacrificio di tanti sardi.
Carlo Figari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
«Un'occasione unica per riscrivere la nostra storia»
Ettore Angioni ed Aldo Accardo illustrano il programma che coprirà quattro anni
 
«I materiali che il Comitato ha già iniziato a raccogliere costituiscono la testimonianza più viva delle trasformazioni morali, politiche e religiose che la trincea fece precipitare, non solo al fronte, ma in ogni angolo dell'Italia e della nostra isola», sostiene Ettore Angioni, quasi mezzo secolo di magistratura alle spalle ed ex procuratore generale, che ha assunto con giusto orgoglio l'incarico di presiedere il Comitato per il centenario: «La ristampa dell'Albo d'Oro con i 13 mila nomi dei caduti sardi costituisce il naturale punto di partenza per un lavoro di raccolta dati, documentazione, apparati bibliografici, diari, memorialistica varia, che formeranno la piattaforma necessaria per riscrivere una nuova storia della Grande Guerra e del suo rapporto con la Sardegna», sottolinea Angioni. Ed ecco in sintesi il programma già avviato e che andrà avanti sono alla 2018 con la ricorrenza della Vittoria.
A MAGGIO A TRIESTE Si comincia il 9 e 10 maggio - annuncia lo storico Aldo Accardo - con diverse iniziative organizzate in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e la Fasi (la Federazione dei circoli dei sardi): cerimonie a Trieste con la festa intitolata "Sa Die de sa Sardigna", poi a Udine, Gorizia, Padova, San Donà di Piave) e visite nei luoghi delle battaglie della Brigata Sassari che sarà rappresentata dalla celebre banda.
CONVEGNO A SASSARI A fine novembre si svolgerà, invece, un importante convegno nazionale presso l'Università di Sassari. Un ruolo fondamentale, per queste manifestazioni, viene svolto dagli studiosi dei due atenei sardi con pubblicazioni e nuovi studi. Dai prossimi mesi si moltiplicheranno le iniziative in tutte le scuole dell'Isola.
ALTRI EVENTI In programma conferenze, mostre e anche concerti in collaborazione con il Conservatorio di Sassari e l'Ente Lirico di Cagliari. Previste cerimonie nei luoghi simbolo quali L'Asinara (dove furono trasportati migliaia di prigionieri austroungarici); Armungia paese di Emilio Lussu; Villacidro per i percorsi letterari legati in ricordo di Giuseppe Dessì autore del romanzo "Il disertore" e del dramma "la Trincea".
OGGI AL ROTARY Intanto oggi, presso l'Hotel Caesar's, il Rotary Cagliari Sud ha promosso una serata dedicata al tema della Grande Guerra con una conversazione tenuta dal ricercatore Alberto Monteverde, scrittore e storico, che parlerà della figura del generale Carlo Sanna, il mitico su "babbu mannu" della Brigata Sassari. Monteverde ha curato l'archivio personale del generale. (c. f.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Isolamento e vergogna: il sapore amaro del ritorno
LA TESTIMONIANZA. Lo storico Enzo Collotti al convegno sui sopravvissuti all'orrore nazista
 
Aperti i cancelli dei lager nazisti, i deportati rientrarono a casa. Gli italiani furono gli ultimi ad essere rimpatriati. Se fu difficile riunirsi alle proprie famiglie, per via della impacciata burocrazia italiana, di più lo fu raccontare ciò che avevano vissuto. Al loro rientro, dopo la festa, calò il silenzio. Anzi, molto peggio, ricorda Enzo Collotti in occasione del settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, la diffidenza e l'isolamento accompagnò i sopravvissuti alla persecuzione nazista. Chi era rimasto in patria manifestò una radicale incapacità a comprendere il dramma di queste persone. Lo storico siciliano, ospite del convegno “1945. Liberazione e ritorno”, organizzato per la Giornata della Memoria dall'Ateneo di Cagliari con l'Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia e l'Istituto Tecnico Industriale Scano, ha raccontato, davanti a una platea perlopiù di giovanissimi, la liberazione dei campi e l'amara realtà del ritorno, fatta di silenzi e rimozioni.
Persino all'antifascista Emilio Lussu, ministro per l'Assistenza Postbellica nel governo Parri, cita ancora Collotti, parve di scorgere in quegli uomini e quelle donne estranei alla lotta di liberazione della nazione (erano altrove), una «mentalità arrogantemente totalitaria», un certo «rancore verso il Paese in generale e verso il governo in particolare».
Come ammise in più occasioni Primo Levi, l'autore di “Se questo è un uomo”, sopravvissuto ad Auschwitz, cui era dedicato il dibattito che si è svolto ieri pomeriggio, presso il Polo Umanistico dell'università cagliaritana, il pudore di chi visse l'orrore dei lager, per la maggioranza dei reduci, vinse sulla necessità di condividere il dolore del ricordo. Una reticenza che fece il paio con il sospetto di chi quella sofferenza avrebbe dovuto ascoltarla. Oggi, come allora, il dovere della conoscenza non può venir meno, come hanno ribadito gli altri relatori del dibattito, gli storici Claudio Natoli e Fabio Levi. Impegnarsi a sapere, e nello stesso tempo accettare che questo è un compito inesauribile, è l'unico modo per assumersi la responsabilità collettiva di ciò che è stato.
Ancora attuali, a dispetto della varia pubblicistica sull'argomento, sono le parole del generale americano Eisenhower quando, nell'aprile del '45, liberò il lager di Buchenwald, «qualsiasi cosa sia stata detta fino ad oggi è inadeguata a descrivere le condizioni di orrore» del sistema concentrazionario tedesco.
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 31 - Edizione IN)
Per Gianfranco Fara, presidente del Coni regionale, nuove opportunità possono nascere anche dallo Sport
 
Cultura e sport possono offrire opportunità di lavoro ai giovani nella nostra città e, più in generale, in Sardegna? Per Gianfranco Fara, presidente del Coni regionale, e Maria Antonietta Mongiu, ex assessore regionale all'Istruzione, con la convergenza di più volontà forse sì, anche se gli ostacoli lungo strada non mancano.
Per Fara le attività sportive con maggiore importanza e che possono dare un risvolto lavorativo in Sardegna sono il calcio e la pallacanestro, anche se in questo caso è limitato a poche squadre (quelle che partecipano alla serie A). «Per le altre discipline ormai ci sono poche possibilità lavorative e di guadagno», dice. «Il Coni in questi anni ha attuato delle iniziative che riguardano il lavoro giovanile. Ad esempio, 3-4 anni fa venne attuato un progetto tra ministero dell'Istruzione e il Coni nazionale, volto a portare nelle scuole l'alfabetizzazione motoria, assumendo laureati in Scienze motorie per un tempo determinato di quattro mesi. Quest'anno, invece, il Coni ha attuato il progetto “Lo sport in classe”: iniziato a settembre, si concluderà al termine dell'anno scolastico, e permette a 75 ragazzi laureati, sempre in Scienze motorie, di lavorare per un intero anno scolastico».
Delle future opportunità di lavoro ha parlato anche Maria Antonietta Mongiu: «La formazione che alcuni di noi hanno avuto, consentiva e in parte consente un'ampia gamma di lavori. Quando ero iscritta all'Università, la datazione più antica della Sardegna era intorno al quarto millennio avanti Cristo. Una generazione di studiosi ha retrodatato la storia della Sardegna a 200 mila anni fa. Questo significa che gli studi antichistici nell'Isola, se ricondotti a una centralità, possono essere fonte di lavoro non solo nella antichistica classica, cioè l'archeologia, la filologia, ma può essere fonte di lavoro anche la paleoantropologia, la scienza che studia le ossa degli antichi, la biologia, ma anche discipline come l'antropologia». Secondo Mongiu, «in questo momento, dovrebbe esserci una consapevolezza del ruolo che ha la Sardegna dal punto di vista della densità del suo insediamento, della ricchezza dei fuoriterra, ossia monumenti trovati insepolti. Ci sono luoghi dove abbiamo foreste primarie, per cui la nostra è un'Isola ricca dal punto di vista botanico e materiale. Questa è la possibilità che l'Istruzione sarda ha in tutti i tipi di studi. Abbiamo molto da lavorare sull'Istruzione, per fornire professionalità, e per far sì che si possa trovare lavoro in questo settore. Poi c'è l'ambito dell'accoglienza e del turismo, che conosciamo molto poco. Si potrebbero dare grandi possibilità se si avesse chiaro cos'è la Sardegna. L'altra grande scommessa da vincere è la natura: la Sardegna è il luogo dell'Europa che ha la più alta densità di paesaggio dove l'uomo non è mai stato».
Matteo Mandas, Matilde Puglisi
Eleonora Cadoni, Lucrezia Sini
Anna Picciau, Valeria Matta
Alessandro Murino, Francesca Spina
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Aou, completata la squadra ai vertici
 
SASSARI Il commissario straordinario della Azienda ospedaliero universitaria, Giuseppe Pintor, ha completato la squadra con la nomina di Antonella Virdis a direttore sanitario e di Salvatore Piras a direttore amministrativo. E ora l’Aou è pronta a perseguire gli obiettivi assegnati, « primo fra tutti – commenta Pintor – l'unificazione dei due grandi ospedali della città. Lavoreremo con impegno, in stretta collaborazione con l' Università e la Asl n. 1, nell'interesse del territorio». Antonella Virdis, 55 anni, medico con doppia specializzazione in chirurgia generale e igiene e medicina preventiva, è responsabile del servizio produzione, qualità e risk management della stessa Aou.Dal 2006 al 2009 ha lavorato nella direzione sanitaria della Asl sassarese in qualità di responsabile del "Programma di Gestione del Rischio clinico" , nel 2007 ha fatto parte del "Gruppo di lavoro Regionale per il Rischio Clinico". E' inoltre componente del Nucleo Tecnico di valutazione per l'accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie. Salvatore Piras, 55 anni, laureato in Scienze Politiche, ha particolare esperienza e competenze maturate nella gestione delle crisi aziendali, nei processi di ristrutturazione, riorganizzazione e delle Start-Up aziendali. Dirigente di ruolo a tempo indeterminato, ha ricoperto incarichi dirigenziali e di direzione generale nel settore delle imprese private, dell'industria e del facility management.

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