Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 January 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

LA NUOVA SARDEGNA
1 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 16
Ingegneri in rivolta contro la Regione
Una norma elimina gli intermediari esterni, tutti i progetti passeranno ai tecnici di Area. Protesta dei professionisti
di Felice Testa
 
CAGLIARI I professionisti dell'area tecnica, ingegneri, architetti, geometri, agronomi, periti industriali, agrotecnici, chimici, in Sardegna sono oltre 15mila. Una fetta importante del Pil regionale. La norma inserita nel disegno di legge di bilancio della Regione, che elimina gli "intermediari esterni", cioè i professionisti dell'area tecnica, nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche, rischia di rivelarsi un colpo durissimo per l'intero settore. L'articolo 5 della Finanziaria regionale 2015, prevede che "entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale debba presentare un disegno di legge di riforma di Area (l'Azienda regionale per l'edilizia abitativa) al fine di attribuire , tra l'altro, le funzioni di studio, progettazione e attuazione delle opere pubbliche di competenza regionale". Per l'Ordine degli ingegneri di Cagliari, la scelta della Giunta è nient'altro che un trucco: «Un escamotage per eludere un problema piuttosto che risolverlo definitivamente. Un altro passo indietro nel processo di snellimento della pubblica amministrazione». «È paradossale – dice Gaetano Nastasi, presidente degli Ingegneri di Cagliari e componente del consiglio direttivo della Rete delle professioni tecniche della Sardegna – che per ridurre i tempi del processo di realizzazione delle opere pubbliche si cancelli una fase, quella dell'individuazione del team di progettazione secondo i principi comunitari di qualità e trasparenza, piuttosto che assumersi la responsabilità di riorganizzare la macchina amministrativa e fare in modo che riesca a gestire con efficacia e tempestività queste procedure. Si reitera l'errore di accentrare sulla pubblica amministrazione ruoli e competenze che possono essere delegati all'esterno, distogliendo tempo e risorse da quelle attività di pianificazione e controllo che le competono invece in via esclusiva». La norma, secondo Nastasi, non solo colpisce il lavoro dei professionisti e non serve a far risparmiare la Pubblica amministrazione, ma scarica, anche, parte dei costi sulla collettività. «In questa norma – spiega – ci sono due aspetti: da una parte, quello delle ricadute negative per i professionisti che lavorano nel settore, oltre alle conseguenze per i giovani laureati che avrebbero, di fatto, preclusa la possibilità di inserimento e formazione. Dall'altra, i costi occulti scaricati sui cittadini. Non è vero che un progetto realizzato all'interno dell'amministrazione costa meno. Le amministrazioni per compensare le carenze di organico ricorreranno alle consulenze esterne, spezzettando il progetto in tanti tasselli alla fine non omogenei, svilendo il ruolo centrale del progetto, presupposto essenziale per la qualità dell'opera. Per quanto riguarda i costi e il risparmio – prosegue il presidente degli Ingegneri – possiamo usare dei parametri precisi: a livello europeo l'incidenza dei costi connessi ai servizi tecnici nelle opere pubbliche si assesta su valori minimi del 20 %. Con la progettazione interna si continua a raccontare ai cittadini che con il 2%, cioè gli incentivi pagati ai dipendenti pubblici, si realizzano tutte le attività tecniche. Invece, la differenza, il 18%, è il costo occulto che viene caricato sui cittadini, i soldi che servono a pagare dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici, con l'aggravio che il meccanismo introduce ulteriori costi sociali legati all'inefficienza della macchina amministrativa i cui dipendenti sono distolti dalle loro funzioni. La riforma – aggiunge – viene giustificata con l'obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione delle opere pubbliche. In realtà il problema viene aggirato senza essere risolto: la Regione fa suo un ruolo che dovrebbe essere dei liberi professionisti e trascura il compito di stimolo dell'iniziativa privata, distogliendo il proprio personale, già esiguo, dalle funzioni di pianificazione e controllo. Dovrebbe, invece, riorganizzarsi per espletare le gare di appalto in tempi celeri, dando garanzie ai cittadini e alle imprese, assicurando ricadute positive sul territorio, attraverso, ad esempio, l'istituzione della stazione unica appaltante. Su questi punti, lo stesso presidente Pigliaru aveva sottoscritto con noi, come candidato alla presidenza della Regione, un documento di programma per una riforma strutturale della pubblica amministrazione in Sardegna. Quell’impegno è rimasto lettera morta. C’è da capire, anche, perché per i dipendenti pubblici che effettuano i progetti non vengono richiesti gli stessi requisiti, garanzia di qualità, vincolanti per i progettisti esterni. La Regione ha a disposizione il personale con questi requisiti e può permettersi di utilizzarlo in questo modo? Sarebbe importante – conclude – che l'amministrazione regionale pensasse piuttosto a gestire in modo efficiente l'enorme patrimonio immobiliare di cui dispone, destinando allo scopo risorse e competenze di cui dispone, mentre riserva al Servizio di manutenzione un organico risibile: due ingegneri e cinque geometri per tutta la Sardegna».
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Università, incontro sulle infiltrazioni mafiose nell’isola
 
SASSARI Si è parlato di infiltrazioni mafiose in Sardegna nel corso dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi nell’aula Spagna nel Dipartimento di Giurisprudenza di viale Mancini. La conferenza era organizzata da Elsa Sassari, sede locale dell'associazione europea di studenti di Giurisprudenza. Il tema, attuale e controverso dell’incontro, è stato quello delle infiltrazioni mafiose in Sardegna, e ha visto la presenza di due ospiti eccellenti: Bibiana Pala, capo della Squadra Mobile di Sassari e Claudio Lo Curto, avvocato generale della Repubblica presso la sezione distaccata della Corte d’Appello di Sassari e procuratore generale della Repubblica ad interim presso la sede di Cagliari, dopo il pensionamento di Ettore Angioni. L’intervento della dottoressa Pala è stato incentrato sull’attività di prevenzione della polizia giudiziaria finalizzata al contrasto della corruzione e delle infiltrazioni, mafiose e non, nel tessuto economico sociale della Sardegna e sul pericolo derivante dalla dislocazione nell’isola di soggetti sottoposti a 41 bis. Claudio Lo Curto ha invece tenuto una lezione sulle misure di prevenzione patrimoniali come mezzo di contrasto nei confronti della criminalità organizzata, che ha interessato l’aula gremita, da studenti di Giurisprudenza e non solo: numerosi esterni si sono recati nel dipartimento per ascoltare quest’illustrissimo ospite. Il dottor Lo Curto, siciliano di nascita, collaborò con i magistrati Falcone e Borsellino nel 1986 nell'istruzione del maxiprocesso.
 

 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Perché creare studenti di serie B?
 
Dopo aver letto con attenzione il nuovo bando per gli assegni di merito offerti dalla Regione Sardegna e aver appreso con sconfortante delusione che ai consolidati requisiti di partecipazione il Consiglio regionale ha deciso di affiancare parametri difficilmente imputabili al merito, vale a dire l'essere iscritto a un corso di laurea tecnico-scientifico e avere un ISEE non superiore ai 35000 euro, è subentrata una più marcata e profonda delusione. Infatti, la scelta di escludere preventivamente tutti gli studenti iscritti ai corsi di laurea non scientifici riassume una chiara visione politica, nel cui programma di crescita e sviluppo regionale non sono evidentemente contemplati gli attuali studenti e futuri maestri, professori, magistrati, avvocati, giornalisti, linguisti, operatori museali, economisti, archeologi, storici dell'arte, politologi, ma anche medici, infermieri, insomma tutti coloro i quali risultano iscritti a un corso di laurea che, secondo la classifica CINECA, non rientra in area scientifica. Conosco le difficoltà economiche della nostra Regione e comprendo la decisione di incentivare un particolare ramo di studi auspicando così un mirato sviluppo economico ma, con l'ottimismo e la carica di chi a 25 anni ha appena concluso un percorso di studi umanistici, credo che la scelta aprioristica di non valorizzare un'ampia e sfaccettata area di studi come quelli umanistici, sociali e sanitari, danneggi fortemente la Sardegna che ha ancora tante potenzialità inespresse, per lo sviluppo delle quali c'è bisogno dell'impegno di tutti. Così, se gli assegni di merito sono una misura ideata dalla Regione per «sostenere il diritto allo studio degli studenti universitari capaci e meritevoli per permettere il raggiungimento dei livelli più alti degli studi, favorendo in tal modo la crescita del capitale umano, quale risorsa fondamentale per uno sviluppo economico duraturo e sostenibile del territorio regionale», non dovrebbero esistere categorie di studenti di serie A e altri di serie B.
Laura Marchinu
Mogoro
 
Ancora sugli assegni di merito
Politici, complimenti. Non avete avuto la forza di mantenere gli assegni di merito degni di tale denominazione, di cercare altre soluzioni se non escludere. Come tutte le borse, dell'Ersu e di Enti di varia natura, nelle quali il merito è comunque un parametro per calcolare punteggio e stilare le graduatorie, avete eretto dei paletti che non permettono a tutti di concorrere; non siete riusciti a mantenere come parametro principe il merito a prescindere dal corso di studi e dal reddito. Mi associo alla disapprovazione e allo sdegno di tutti i ragazzi ragazze sardi.
Marisa Onnis
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 58 - Edizione CA)
Giornata della memoria
Il grande convegno martedì a Cagliari al Polo Umanistico
In ricordo di Primo Levi, voce indomita della Shoah 
 
Certo, la domanda era ingenua. «Esiste la malvagità?», gli aveva chiesto una sua lettrice, appena undicenne. Esiste eccome, avrebbe potuto risponderle. Primo Levi però, sapeva che la cattiveria da sola fa ben poco. Nel lontano 1983, con una lettera datata 25 aprile, alla ragazzina che aveva letto e riletto “Se questo è un uomo” (Monica Perosino, oggi giornalista de La Stampa), aveva scritto: «Piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi». Allora, come oggi, l'humus di ogni tragedia è il non voler sapere. La tenace avversione per la memoria, fin troppo umana, che scolora il passato, o ne irrigidisce il ricordo in vuoti riti. Anche per questo il convegno per la Giornata della memoria, organizzato dall'Università di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio, l'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia (Issra) e l'Istituto tecnico industriale D. Scano, è dedicato a Primo Levi.
L'incontro, che si terrà martedì alle 15,30, in via Is Mirrionis, nell'aula magna del Polo Umanistico dell'Ateneo cagliaritano, servirà a restituire senso a una giornata, istituita dieci anni fa per celebrare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, che mostra segni di stanchezza, appesantita com'è da una retorica celebrativa e da un linguaggio che fa spettacolo dell'orrore. Non è certo quel che auspicava lo scrittore, detenuto nel campo di sterminio polacco, la cui opera omnia, tradotta in lingua inglese, sarà pubblicata a New York nel 2015. Dell'intellettuale torinese, testimone emblematico dell'Olocausto, che ha individuato nel desiderio di comprendere e conoscere il modo più autentico di commemorare la Shoah, parlerà Fabio Levi, direttore del Centro internazionale di studi Primo Levi e coordinatore, insieme a Peppino Ortoleva, di una bella mostra sull'autore de “I sommersi e i salvati”, a Torino fino ad aprile.
Su questo stesso terreno si muove il convegno, intitolato “1945. Liberazione e ritorno”, che, come spiega lo storico dell'Università di Cagliari Claudio Natoli, intende rivisitare lo spirito della liberazione e in che maniera, nei decenni successivi esso abbia inciso sulla costruzione di una nuova Europa democratica.
Il dibattito, introdotto dal direttore del Dipartimento di studi storici, Francesco Atzeni, (interverrà con Natoli e Levi, Enzo Collotti, tra i massimi studiosi a livello europeo del nazismo, del fascismo e della Shoah), ripercorrerà gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. È' questo periodo, secondo Natoli, che porterà a termine la gestazione di alcuni tra gli esiti più significativi di quello scontro di civiltà che è stata la seconda guerra mondiale. L'esperienza dolorosa dell'Olocausto, la grande alleanza antifascista, i movimenti della Resistenza, nella loro contrapposizione dialettica, hanno maturato una nuova cultura dei diritti umani e delle relazioni tra i popoli. Come spesso succede nella storia dell'uomo, i mostri partoriscono angeli. Alla liberazione è seguito, secondo il professor Natoli, una riflessione più ampia sui diritti universali che si allargavano alla sfera sociale e del lavoro, oltre a quella più strettamente politica, e in mancanza dei quali la libertà dell'individuo era una formula vuota. Allo stesso modo, il ripudio della politica razzista e imperialista della Germania, ha posto le basi per l'affermazione dell'eguaglianza tra i popoli e della pace come condizione indispensabile per il loro sviluppo ed emancipazione.
In altre parole, come suggerisce l'incontro alla cui realizzazione hanno collaborato varie scuole superiori di Cagliari e l'Ufficio scolastico regionale, un anniversario è molto di più che una commemorazione, piuttosto un'imperdibile occasione di riflessione storica.
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Zedda: «Ben vengano le idee sul San Giovanni»
IL DIBATTITO. Il presidente della Regione ha ipotizzato una casa dello studente
 
«Ben vengano idee e progetti sul futuro del San Giovanni di Dio». Non si fa attendere la presa di posizione del sindaco Massimo Zedda, dopo l'ipotesi lanciata dal presidente della Regione.
Due giorni fa, durante un dibattito con i cittadini, Francesco Pigliaru ha annunciato l'intenzione di trasformare il vecchio ospedale civile in una casa dello studente. Il primo cittadino non si sbilancia più di tanto ma allarga l'obiettivo. «Su questo, sull'ex carcere Buoncammino, sul Marino e sulle servitù militari ci siamo dati appuntamento anche con altre istituzioni nei prossimi giorni», taglia corto. «Ma ne abbiamo discusso anche ieri mattina, al termine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario».
La politica continua a discutere ma il futuro della struttura cagliaritana è ancora incerto. A parole sarebbe già dovuta diventare prima un grande poliambulatorio, con centro geriatrico e Casa della salute, poi un campus universitario con biblioteca al servizio di tutte le facoltà. Tra le tante ipotesi - rimaste solo sulla carta - c'erano anche un albergo, un museo e un centro di aggregazione sociale.
È passato un anno e mezzo dal primo reparto trasferito al Policlinico universitario di Monserrato. Le operazioni di trasloco imposte dal decreto milleproroghe sono iniziate il 2 dicembre 2013, col reparto di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria. Poi è stata la volta della Neurologia, dal 23 luglio dell'anno scorso non più attiva nella struttura di via Ospedale. Da allora il presidio realizzato nel 1844 su progetto dell'architetto Gaetano Cima funziona solo in parte. Il timore è che possa fare la stessa fine dell'ex Marino. Rudere da decenni, mentre le istituzioni si rimpallano accuse e responsabilità.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
SPORTELLO SIM. Ersu e Tdm 2000
Il colloquio di lavoro, ecco le regole
 
L'Ersu Cagliari e l'Associazione Tdm 2000 hanno promosso per domani alle 16, nella sala conferenze dell'ente, un incontro pubblico di informazione su “Regole di successo per affrontare al meglio un colloquio di lavoro”. L'incontro, secondo seminario di un ciclo di iniziative organizzate mensilmente dallo “Sportello Sim”, nell'ambito del servizio Student Jobs, sarà l'occasione per fornire informazione, orientamento e assistenza, affrontando tutti gli aspetti principali dei vari tipi di colloqui e dando dei consigli pratici per far sì che vadano a buon fine. Lo sportello Sim, nato nel febbraio 2013, offre un servizio che sarà attivo per tutta la durata dell'anno accademico, di informazione, assistenza e illustrazione di concrete opportunità di mobilità in ambito prevalentemente europeo. Per informazione, Marina Patteri: 388-6528173.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
CORSO UNICEF
 
Via al 21° corso universitario Unicef-Ateneo venerdì prossimo alle 18, nell'aula magna della facoltà di Studi umanistici (ingresso da via Trentino). Patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna.

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