Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 January 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 37 - Edizione CA)
Il futuro dell’Ateneo
Un buon allenatore per l’Università
Giuseppe Marci *
 
Trovo significativa l’attenzione con cui i mezzi d’informazione e l’opinione pubblica seguono le vicende dell’Università di Cagliari. Certo, l’anticipata conclusione del rettorato Melis e la curiosità che accompagna la formazione delle candidature per l’importante carica possono essere una spiegazione. Come di sicuro lo sono, del resto, la dietrologia e quel tanto di gossip che inevitabilmente compaiono anche nelle più serie vicende della nostra vita pubblica.
Ma voglio considerare positivamente l’intenzione di quanti, insistentemente, rivolgono la domanda: chi sarà il prossimo Rettore? Quasi avvertissero che da quella scelta dipendono non gli affari interni di un’istituzione, per quanto importante, ma l’avvenire di una più vasta e ampia comunità che per certi aspetti coincide con la stessa Sardegna. E forse non è un caso che, in drammatica coincidenza, siano apparsi i dati che dicono della drastica riduzione dei finanziamenti statali; del reale pericolo di ridimensionamento dei due atenei sardi; quindi delle minori possibilità di formazione dei giovani, del loro inserimento lavorativo in contesti che favoriscano la crescita economica e sociale di un’intera regione.
Chi chiede del futuro Rettore, quindi, ne abbia consapevolezza o meno, sta chiedendo se esista un progetto: quale Università, nei prossimi sei anni del mandato rettorale; e potrà l’Università dare un contributo positivo al superamento della crisi che non è solo nostra, ma in una realtà già debole colpisce con particolare virulenza?
Interrogativi essenziali, per i quali non sarà sufficiente una risposta tutta interna al mondo accademico che dica di governance o enunci teoremi destinati a rimanere nelle dichiarazioni programmatiche dei candidati alla carica rettorale. Né, tanto meno, sarà possibile pensare di risolvere la situazione restando impaniati nei vischiosi fili delle ingegnerie istituzionali in cui la riforma del 2010 ci ha avvolti impedendoci di pensare un progetto capace di mettere contemporaneamente all’opera le risorse intellettuali e umane che i docenti, gli studenti e il personale amministrativo indubitabilmente possiedono.
Per mia esperienza, nessuno ha mai rifiutato di rispondere all’appello ben formulato da un leader convincente e capace di creare un gruppo coeso che superi le diversità dei ruoli e muova verso obiettivi comuni. Ci vuole un allenatore che sappia infondere fiducia, che favorisca l’elaborazione di strategie condivise al cui interno sia esaltato il contributo di ciascuno.
* Docente all’Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
«Pressioni sul Lirico»
Le dimissioni del costituzionalista Ciarlo dal cdi
Il Teatro spende anche se è fermo: “la guerra Zedda-Meli deve finire”
 
Trenta giorni tondi tondi. Era stato nominato dal ministro dei Beni culturali il 15 dicembre, si è dimesso il 14 gennaio. «Troppo caos». Il costituzionalista Pietro Ciarlo ha lasciato il consiglio di indirizzo del Teatro lirico: «C’è una situazione di incertezza insostenibile, a cominciare da quel che è successo davanti alla commissione Bilancio».
Lo scontro fra sindaco e sovrintendente sulla proroga di quest’ultimo?
«In commissione bilancio si va a chiedere soldi non a litigare. La cifra stanziata dalla Regione è insufficiente».
Quanto?
«Cinque milioni e sette, ne servono almeno 8».
Hanno litigato su altro.
«Il teatro è fermo e ha costi anche se non lavora e qualcuno dice pure che la colpa è del cdi. Qualcuno deve abbassare i toni».
Chi? Zedda? Meli?
«Tutti. Il risultato della lite è che il presidente della commissione ha rinviato».
Lei però si è dimesso prima.
«Sì. C’è una situazione complessiva di conti che va capita, chiarita, affrontata. Io l’ho capita poco e non sono state messe le premesse per affrontarla».
Meli dice che i conti sono a posto.
«Io lo spero. Il problema è convincere gli organi».
E quali sono gli organi?
«Il cdi che è responsabile del bilancio. Abbiamo avuto un pre consuntivo 2014 aggiornato a ottobre e una bozza di lavoro per il preventivo 2015».
Ha detto che i soldi non bastano.
«Sicuramente no. Bisogna capire anche se lo Stato confermerà gli 8 milioni».
Quali le spese previste per il 2015?
«Quindici milioni di spese fisse più i costi degli allestimenti».
Quanto si prevede di avere in cassa?
«Questo è il punto. Speravo che dalla commissione uscisse un emendamento che elevasse lo stanziamento regionale, invece...».
Invece c’è stata la lite Zedda-Meli: ancora non si conosceva il parere del Mibac che ha dato ragione al sindaco, nessuna proroga per Meli.
«Devo dire che c’è un eccesso di pressioni».
Di che tipo?
«Ci dicono che il teatro costa oltre un milione al mese anche se resta fermo, si fa pressione sul cdi per avviare la stagione... ma se non ci sono le condizioni, cioè un conto consuntivo e un conto previsionale attendibile...».
Non si può avviare la stagione?
«Si può approvare un bilancio provvisorio sulla base di una stima prudenziale».
Ok. Ma le ragioni vere delle dimissioni? Pressioni politiche?
«Siccome c’è una conflittualità ci sono pressioni, non dirette ma ambientali. E poi la legge Bray detta una disciplina folle».
Che novità introduce?
«Scinde responsabilità e attività sui due organi: il cdi è responsabile del pareggio di bilancio ma la gestione è affidata ad altri».
Al sovrintendente.
«È una mina sotto tutte le fondazioni liriche».
Il sovrintendente spende e il cdi ne risponde?
«Sì. Legge 112 del 2014, articolo 11, commi 15 e 17: la disgrazia».
Questo è il motivo delle dimissioni?
«No, questo è uno dei motivi».
E gli altri?
«La normativa complica un quadro privo di sinergia e collaborazione».
La guerra tra Zedda e Meli?
«Certo. Deve finire».
Conosce l’origine?
«C’è una sostanziale reciproca sfiducia. Ma bisogna finirla sennò arriva il commissario».
Le sue dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno.
«No, lo avevo anticipato al cdi: senza chiarezza e un calo della rissosità mi sarei dimesso».
La rissa è solo tra sindaco ed ex sovrintendente?
«In questo breve ma intenso lavoro pochissimi hanno aiutato il Teatro lirico, tanti hanno soffiato sul fuoco».
Il cdi proporrà di nuovo Meli?
«Questo non lo so, oggi c’è la riunione, credo si farà un avviso pubblico».
Ci sono pressioni politiche per la nomina del sovrintendente?
«Vi sono preferenze e opposizioni».
Come mai la politica scende in campo per il Teatro lirico?
«No comment».
M. Francesca Chiappe
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Un Grande fratello per i Giganti
CABRAS. Negli scavi archeologici di Mont’e Prama il controllo a distanza della Forestale
 
Evidentemente le polemiche a qualcosa sono servite. Nella collina di Mont’e Prama dove ancora oggi sono in corso gli scavi, a breve arriveranno le telecamere della Forestale. Questo per evitare l’arrivo dei tombaroli soprattutto la notte, quando la zona a pochi metri dalle spiagge cabraresi è incustodita. Lo ha annunciato ieri in tarda serata l’assessore regionale dei Beni culturali Claudia Firino dopo aver convocato, in collaborazione con l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, un tavolo tecnico per discutere della predisposizione del servizio di vigilanza sul sito archeologico di Mont’e Prama dove oggi sono al lavoro le Università di Sassari e Cagliari. Hanno partecipato i rappresentanti della Direzione regionale per i Beni Culturali e paesaggistici della Sardegna, della Soprintendenza per i beni archeologici e per i Beni architettonici e paesaggistici, del Comune di Cabras, della diocesi di Oristano proprietaria dell’area e del corpo forestale. «Oggi abbiamo segnato l’inizio di una riflessione il cui orizzonte è la messa a sistema di un servizio di vigilanza che rimarca l’attenzione sul sito di Mont’e Prama», ha dichiarato l’esponente della Giunta Pigliaru.
In sostanza il progetto prevede l’installazione di tante termocamere capaci di rilevare la presenza umana e trasmettere immagini, tramite un’ulteriore videocamera, in diretta in una sala operativa che sarà gestita dalle forze di dell’ordine. Un sistema già sperimentato con buoni risultati in Sardegna nell’ambito della prevenzione degli incendi. Insomma, una buona notizia che arriva dopo che un gruppo di volontari appassionati di archeologia sarda, nelle settimane scorse aveva attirato l’attenzione proprio su questo problema. Sul fatto che tutti i curiosi, a qualsiasi ora, potevano entrare nel sito e passeggiare tranquillamente. Per questo avevano deciso di trascorrere le festività natalizie nella collina del Sinis per non lasciarla alla portata di tutti. ( sa. p. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
Prima pagella per la Finanziaria
Critiche le parti sociali su tagli e investimenti. I progetti presentati dagli assessori
 
CAGLIARI La Finanziaria della Giunta comincia a essere passata al setaccio in Consiglio regionale. Il confronto è doppio: da una parte a sfilare sono le parti sociali, dall’altra sono gli assessori a spiegare quali saranno gli effetti della manovra. Dopo ogni consultazione, c’è sempre qualche notizia nuova e non mancano i giudizi sulla Finanziaria. Parti sociali. Dopo i dubbi dei sindacati regionali sugli investimenti a favore del rilancio dell’occupazione, sono state le associazioni degli Enti locali a esprimere «una valutazione critica sui tagli nei trasferimenti finanziari dalla Regione ai Comuni». Il caso dei 14 milioni in meno previsti nel Fondo unico ha provocato la protesta non solo dell’Anci e del Consiglio delle Autonomie, ma anche della commissione Autonomia del Consiglio e in particolare del vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu. Il presidente della commissione, Francesco Agus, ha detto: «In un momento di crisi profonda come quello attraversato dalla Sardegna tutto può essere fatto tranne che sottrarre risorse agli enti locali che più di tutti sono impegnati a sostenere le famiglie nel fronteggiare la crisi». Roberto Deriu ha annunciato invece che «non voterà una Finanziaria che penalizzi i Comuni» e questo è già un primo caso politico. Perplessità sulla manovra sono arrivate anche dai rettori delle università di Sassari e Cagliari, Massimo Carpinelli e Giovanni Melis: «Le Università – hanno detto – devono poter contare sui finanziamenti regionali per far fronte ai tagli drastici decisi dal Governo». Anche il mondo delle campagne, con le varie associazioni, ha sostenuto che «per l’agricoltura siamo di fronte a una riduzione degli investimenti mai vista». Critiche infine anche dalle associazioni del Terzo settore, il volontariato, sulla «genericità delle risorse assegnate». In ogni caso, da tutte le parti sociali sono arrivate delle proposte per migliorare la Finanziaria e che ora dovranno essere discusse nelle commissioni. Assessori. Virginia Mura, al Lavoro, ha detto che «nei capitoli di spesa per l’assessorato sono previsti quest’anno ventinove milioni in meno rispetto al 2014, ma nonostante i tagli l’obiettivo è rilanciare le politiche attive per rinserire 25mila lavoratori espulsi dal mercato o in cassa integrazione e rilanciare la formazione per 45mila giovani disoccupati o inoccupati». Ma un altro problema per l’assessore Mura è che dal Governo non sono arrivati i finanziamenti per coprire gli ammortizzatori sociali: mancano un centinaio di milioni. L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha presentato quali saranno gli effetti della Finanziaria su Abbanoa, «Verseremo l’ultima tranche della capitalizzazione, 20 milioni» e su come sarà investito il muto da 600 milioni in otto anni per le infrastrutture: «Con l’apertura dei cantieri, vogliamo recuperare in fretta l’handicap che da sempre pesa sulla Sardegna». L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha parlato soprattutto di bonifiche: «Nella Finanziaria, sono previsti diversi investimenti per La Maddalena, le ex aree minerarie del Sulcis e l’eliminazione dell’amianto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Tasse: gli studenti attaccano la Regione
Protesta del Forum contro l’aumento da 62 a 140 euro dell’imposta per il funzionamento dell’Ersu
 
SASSARI Gli studenti universitari non ci stanno a veder più che raddoppiata da un giorno all’altro la tassa per il diritto allo studio. La notizia del provvedimento preso dalla Regione ha fatto molto discutere e in questi giorni gli studenti si sono riuniti per prendere posizione su un fatto che inciderà non poco sui loro percorsi di studio. «Con un comunicato stampa uscito alla fine del 2014 - si legge in una nota firmata da Antonio Puddu, rappresentante degli studenti del Forum Studentesco nel Cda dell’Ersu - la giunta regionale ha annunciato di aver aumentato la tassa per il diritto allo studio da 62 euro a 140. È nostra intenzione denunciare fermamente questo provvedimento, in quanto privo di logica visto che viene adottato ad anno accademico ormai inoltrato, quando ogni famiglia aveva preventivato una spesa del 120 per cento inferiore a quella che in realtà si dovrà sostenere. L’aumento della tassa viene inoltre presentato come un successo da questa giunta, anche se realmente così non è in quanto le 600 borse di studio in più sbandierate dalla Regione, saranno in realtà messe a bando a partire dal prossimo anno accademico e saranno totalmente a carico degli studenti che pagano tale tassa (ovvero che dichiarano più di 25mila euro nella dichiarazione dei redditi)». Gli studenti del Forum si mostrano dunque fortemente contrari alle politiche messe in atto dalla Giunta in materia di diritto allo studio universitario «che non sembra essere una priorità contrariamente a quanto da loro affermato in campagna elettorale. Vogliamo inoltre denunciare - continua la nota - l’assenza di dialogo con il mondo della rappresentanza studentesca che non è stata minimamente coinvolta in nessuna iniziativa che la riguarda come protagonista, come ad esempio l’incremento dello stanziamento per le borse di studio del corrente anno accademico che la Regione ha deciso di destinare solamente alle matricole, anziché destinarle all’ente per essere distribuite più equamente tra tutte le categorie di studenti idonei non beneficiari. Infatti così facendo si sono trovati svantaggiati gli studenti degli anni successivi al primo che, trovatisi in mezzo al proprio percorso di studi senza borsa, speravano di poter rientrare nell’ulteriore stanziamento». Gli studenti chiedono dunque che ci sia una netta inversione di rotta e una maggior programmazione rispetto a queste tematiche.
 

Questionnaire and social

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