Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 July 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Energia sarda pagata a peso d'oro
Scenario beffa: nell'Isola si produce più di quanto si consuma
Rispetto alla media europea un'impresa sborsa dal 20 al 30% in più in attesa del metano

In Sardegna produciamo più energia di quanto ne occorra, moltissima arriva da fonti rinnovabili (soprattutto eolico e fotovoltaico), eppure continuiamo a pagarla almeno un 20-30% in più rispetto alla media europea. Il costo dell'energia è un "vecchio" problema che adesso la Regione si appresta ad affrontare in modo organico mediante la presentazione del piano energetico regionale che, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, dovrebbe indicare per la Sardegna la via del metano.
Con l'obiettivo di analizzare le implicazioni di carattere tecnico ed economico del sistema di produzione e trasmissione di energia elettrica, l'Aeit (associazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica, e telecomunicazioni), la più antica associazione italiana che mette insieme professionisti nei settori dell'energia elettrica, ha organizzato un convegno a Cagliari. Titolo: «Produzione e consumi di energia elettrica in Sardegna: tecnologie, costi e opportunità».
Una regione come la Sardegna ha una potenza di quasi un GW di energia dall'eolico (993,4 MW), che rappresenta oltre l'11% della produzione nazionale, e oltre 700 MW dal fotovoltaico (il 4% circa della produzione nazionale). Un bel vantaggio, ma solo apparente. In realtà questa quantità di energia da fonti rinnovabili la paghiamo con un ricarico del 35% sulle nostre bollette. Si chiamano “oneri di servizio” e rappresentano il contributo che ciascuno di noi deve versare in cambio degli incentivi che lo Stato ha riconosciuto alle aziende che hanno investito nelle rinnovabili. «A livello nazionale, gli incentivi ci costano 13 miliardi di euro», spiega Fabrizio Pilo, docente del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'università di Cagliari.
In questo modo potrebbe sembrare che tutta la "colpa" del prezzo elevato dell'energia elettrica sia delle rinnovabili. Non è così, naturalmente. «Perché proprio grazie alle rinnovabili anche noi possiamo beneficiare di una diminuzione del prezzo di mercato dell'energia» (da 130 euro a 60 per megawattora). Riduzione che però viene completamente annullata da quel 35% di oneri di servizio che grava sulle bollette e da «una cattiva gestione del sistema», dice ancora il professor Pilo. Per fare un esempio, quando il vento diminuisce, l'energia da eolico che viene a mancare ci viene comunque garantita e fornita dal gestore che a quel punto ce la vende, naturalmente, a un prezzo di mercato superiore rispetto a quello stabilito per la fornitura normale. Ed è così che si perdono i vantaggi derivanti dalle rinnovabili. Per evitare che ciò accada, occorrerebbe allora una diversa gestione del sistema.
Ecco allora le proposte in campo. «L'accumulo di energia unito a una maggiore flessibilità della domanda degli utenti, può rappresentare una buona soluzione», spiega ancora Fabrizio Pilo. «Accumulo sia di piccola taglia, per sopperire alle fluttuazioni, sia di taglia più grande, per conservare energia e utilizzarla quando ci occorre».
Insomma, gestendo meglio l'intero sistema «abbiamo margini per la riduzione dei costi». Anche perché l'altra faccia della medaglia è rappresentata dal fatto che, soprattutto d'estate, per tantissime ore della giornata l'energia che utilizziamo è prodotta unicamente da rinnovabili.
Mauro Madeddu

L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 38 - Edizione CA)
Nasce il distretto culturale, nuova scommessa di sviluppo
NUORO. Istituzioni e operatori economici insieme per dare gambe al progetto

Prove generali di distretto culturale nuorese. Il gruppo di lavoro c'è da tempo, studi, ricerche, ricognizioni sul campo sono avviati da diversi mesi. Ieri mattina il lancio ufficiale di quello che si pone come lo strumento capace di dare gambe e organizzare oltre l'occasionalità il fermento virtuoso e creativo che pulsa nelle vene di Barbagia, Baronia e dintorni.
I PARTNER Non solo capoluogo barbaricino: il progetto coinvolge anche Bitti, Dorgali, Mamoiada, Oliena, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Orune, Osidda e Sarule. A promuoverlo una task force: Confindustria, Confapi, Legacoop, Confesercenti. Capofila l'associazione Dialogo e rinnovamento, l'Università del Sacro Cuore di Milano, la Camera di commercio di Nuoro, Confindustria. Rappresentate rispettivamente da Antonello Menne, Agostino Cicalò, Roberto Bornioli. Obiettivi «tutelare, valorizzare, sostenere e rilanciare l'industria della cultura in un'ottica di crescita», rimarca Menne. Presenti ieri anche il prefetto Giovanni Meloni e il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Saverio Ceglie.
ORGANIZZARE L'ESISTENTE Base di tutto, il concetto che la cultura può essere volano di sviluppo. «Può cioè produrre economia», spiega Cicalò. Il professor Francesco Timpano della Cattolica osserva: «A ben guardare il distretto nuorese esiste già. Si tratta solo di dare un'organizzazione razionale all'esistente. Renderlo riconoscibile attraverso il cosiddetto brand , marchio commerciale che in questo caso identificherebbe una vasta area», sottolinea l'accademico.
PIANO D'AZIONE «Necessario un piano d'azione che passi per il marketing, la formazione, la riqualificazione urbana, le tecnologie, l'imprenditorialità creativa», conclude Timpano. La nuova realtà opererà secondo una pianificazione triennale. Sarà massimo il coinvolgimento degli attori locali, di coloro che di cultura vivono, la cultura la producono, in cultura investono. A iniziare dagli operatori turistici che oggi spesso si muovono in ordine sparso, giocando da solisti.
RETE DEL FUTURO Da qui l'appello a creare una rete e agire in sinergia. Sollecito rivolto in particolare alle eccellenze che con passione già rendono fervido questo territorio. E che ieri hanno condiviso la propria esperienza. Tra gli altri il regista Salvatore Mereu, Vanna Fois della casa editrice Ilisso, Lorenzo Giusti, direttore del Man, Giovanni Sedda di Portale Sardegna, Dario Giovanetti dell'hotel Su Lithu, Lorenzo Palermo dell'Ailun, Nicola Pirina di Make in Nuoro, Massimiliano Troncia di Destination Sardinia network, Vincenzo Grosso di Seunalab.
Francesca Gungui

L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 38 - Edizione CA)
I simboli distintivi
dell'Atene che verrà

NUORO Un progetto aperto sul modello di tante realtà che in Italia e Europa operano con successo. Grandi ambizioni muovono i primi passi del distretto culturale nuorese che ieri ha visto il proprio battesimo ufficiale. «L'obiettivo principale è rilanciare la produttività di un territorio omogeneo per patrimonio tangibile e intangibile», spiega ieri Antonello Menne di “Dialogo e rinnovamento”, oltre che docente alla Cattolica. «Lo scopo che ci prefiggiamo è innanzitutto avviare un dialogo costruttivo con gli attori principali delle comunità», continua. «L'idea che ci accompagna è contribuire a sostenere tutto ciò che a livello locale viene realizzato sotto il vessillo della cultura in senso lato. In un'ottica di ottimizzazione e innovazione. Cinema, televisione, radio, libri, architettura, comunicazione a vari livelli, rappresentazioni artistiche». Menne conclude: «Naturalmente tutto ciò deve viaggiare su binari di segni distintivi, simboli. Che qui portano i nomi di coloro che crearono il sogno e l'immagine della Atene sarda . Grazia Deledda, Sebastiano e Salvatore Satta, Antonio Ballero. E ancora Francesco Ciusa e gli altri. Per la buona riuscita è però fondamentale la cooperazione tra le parti, una predisposizione purtroppo non scontata in questa provincia. E non possiamo prescindere dalla collaborazione tra mondo profit e no profit. I cittadini devono infine sentirsi protagonisti, essere coinvolti nelle scelte. Incentiveremo una migliore organizzazione dell'esistente in un'ottica di sviluppo».
Fr. Gu.


LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Chiusa l’Unità di Valutazione Alzheimer
La Asl pronta a farsi carico dei pazienti rimasti senza assistenza. Gli altri centri sono in via Tempio e a San Camillo

di Pinuccio Saba

SASSARI «Un paio di giorni fa siamo andati al Centro di Valutazione per l’Alzheimer di viale Italia, ma quel servizio non esiste più». Non nascondono timori e preoccupazioni i familiari di un ammalato di Alzheimer, al momento sotto terapia che consente quantomeno di rallentare l’evolversi della malattia. E da diverso tempo, come confermano alla Asl di Sassari, il servizio offerto anche dal Policlinico Sassarese non esiste più. L’azienda sanitaria non conosce le ragioni, le motivazioni che hanno portato i vertici del Policlinico a chiudere un servizio così importante. Almeno ufficialmente. I problemi sono sorti alla fine dello scorso anno, quando il responsabile dell’unità di valutazione Antonio Nieddu, medico di 64 anni, era stato coinvolto in un’inchiesta con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Asl sassarese. Un’accusa che gli era costata anche la detenzione domiciliare. Qualche tempo dopo il Centro di valutazione Alzheimer ha smesso di funzionare e lo stesso reparto di Geriatria (al quale era annessa l’unità di valutazione) è stato ridimensionato. In città, però, esistono altre due Unità di valutazione per l’Alzheimer che fanno capo alla Asl numero 1 (l’ex Inam di via Tempio) e all’Azienda ospedaliera universitaria (San Camillo). «Noi, veramente, a San Camillo ci siamo già stati – spiegano ancora i congiunti della persona colpita dalla malattia – ma ci hanno detto che possono fissarci un appuntamento solo fra cinque o sei mesi, comunque non prima di dicembre . E a noi sta scadendo il Piano Terapeutico che può essere predisposto solo dalle unità di valutazione autorizzate. Non possiamo lasciare l’ammalato senza farmaci, rischiamo di veder precipitare la situazione e senza la possibilità di recupero». La normativa per l’Alzheimr è infatti molto chiara: solo i centri specializzati possono stabilire il piano terapeutico anche se spetta poi al medico di base “ricettare” i farmaci prescritti. Un problema che riguarda tantissime famiglie: l’Alzheimer, infatti, non colpisce solo il paziente, ma coinvolge e sconvolge l’intero nucleo familiare. Un disturbo invalidante e irrreversibile sempre più diffuso legato all’avanzare dell’età che, nei paesi occidentali, tende sfiorare gli ottant’anni per gli uomini, limute abbondantemente superato dalle donne. Dopo la chiusura dell’Unità di Valutazione del Policlinico, l’Azienda Asl sta correndo ai ripari. «Premesso che il il Centro di Valutazione del Policlinico non aveva alcun rapporto con la Asl, se non per il pagamento delle prestazioni effettuate dopo l’accreditamento da parte della Regione – spiegano – l’Asl si farà carico di questi pazienti. Abbiamo già chiesto al Policlinico l’elenco dei pazienti in carico al loro Centro di Valutazione, e in base a quell’elenco adegueremo la struttura di via Tempio. In realtà si sta già predisponendo un primo piano di intrevento per far fronte alle esigenze degli utenti, ma solo quando avremo un quadro più chiaro potremo pensare all’adeguamento della pianta organica e degli ambulatori». «Non lasceremo nessuno a piedi – è la conclusione – ,solo dobbiamo avere un quadro completo della situazione per poter intervenire in maniera più efficace. Nel frattempo gli utenti possono già contattare gli uffici di via Tempio, dove potranno avere chiarimenti e spiegazioni. E magari fissare anche un appuntamento».

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 29
Distretto culturale alle prove generali
Agostino Cicalò: «Un’occasione per il territorio»
Ma manca ancora uno studio di fattibilità

di Paolo Merlini

NUORO L’obiettivo è dichiarato apertamente: produrre economia con la cultura. Parole di Agostino Cicalò, presidente della Camera di commercio, che ha chiamato a raccolta protagonisti della cultura, e soggetti istituzionali che con questa si confrontano a vario titolo, per presentare il Distretto culturale Nuorese - Atene della Sardegna. Un organismo – per il momento ancora un’associazione culturale presieduta proprio da Cicalò – che agisca da collante fra le diverse realtà del territorio, ne favorisca la collaborazione e soprattutto attiri finanziamenti. Dove? Non solo a Nuoro, ma in un’area non limitata geograficamente, dice Cicalò, cioè suscettibile di ampliamento, che al momento oltre al capoluogo include undici comuni (Bitti, Dorgali, Mamoiada, Oliena, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Orune, Osidda e Sarule). Chi si attendeva la presentazione di uno studio di fattibilità per un progetto di cui si parla ormai da tre anni (l’associazione nasce nel 2012) probabilmente è rimasto deluso, anche se Antonello Menne, docente all’Università cattolica sacro cuore di Piacenza e presidente del comitato tecnico del distretto, lo dà in dirittura d’arrivo. Il modello, dice Menne, sarà quello dei distretti culturali di interesse europeo, e punterà allo sviluppo dell’industria culturale e creativa in un territorio che ha già una forte vocazione in questo senso. Da qui il riferimento all’Atene sarda, e al premio nobel Grazia Deledda, che nei suoi scritti fece eco al campanilismo dei protagonisti della straordinaria stagione culturale che Nuoro visse tra l’800 e il ’900 (Sebastiano Satta, Antonio Ballero, Francesco Ciusa). Una stagione, spiega Francesco Timpano, che affianca Menne, docente nella stessa università, nello studio di fattibilità, che è proseguita con scrittori come Salvatore Satta e Salvatore Cambosu sino ad arrivare ai giorni nostri. Con quali protagonisti? Per illustrarlo la Camera di commercio ha chiesto ad alcuni “testimonial” di raccontare la propria esperienza culturale o imprenditoriale, o entrambe in qualche caso. Come il regista Salvatore Mereu, che dal 2006 è anche produttore di se stesso, ma non solo, con la società fondata assieme alla moglie Elisabetta Soddu, e ambienta i suoi film in Sardegna sin dal cortometraggio che realizzò come tesi di laurea al Centro sperimentale di cinematografia. Lorenzo Giusti, direttore del Man, si dice a favore di un distretto culturale, che vede come una piattaforma sulla quale costruire i nodi di una rete culturale, mentre Stefania Piras, sindaco di Oniferi, parla della necessità di fare squadra verso un obiettivo comune. Il concetto di rete torna nelle parole di Roberto Bornioli, presidente della Confindustria nuorese e vice di Cicalò nell’associazione del distretto, in cui vede un’occasione di crescita occupazionale. Vanna Fois racconta l’esperienza della casa editrice Ilisso, cominciata con la prima pubblicazione nel 2006, e auspica la riapertura del museo Tribù, gestito dalla stessa casa editrice. Propone la creazione di un lab-art dedicato a fotografia e design nei propri spazi di casa Papandrea e la creazione di un centro studi dedicato al linguista tedesco Max Leopold Wagner. Fuori dal coro, fra i vari interventi, Vincenzo Grosso, uno degli artisti più interessanti sulla scena regionale e non solo, presente a nome dell’associazione Seunalab: «Siamo sei artisti, ci autofinanziamo, facciamo cultura con 45 euro al mese a testa». Come a dire, la cultura non è un bene di consumo qualsiasi, chi guida il distretto non dovrebbe dimenticarlo. Un segnale di diffidenza (il flop del parco letterario Grazia Deledda è nella memoria di molti tra i presenti) che velatamente traspare anche nelle parole dell’assessore alla Cultura Sebastian Cocco, alla sua prima uscita pubblica. «Va chiarito il ruolo dei comuni nel distretto – dice – che non deve essere marginale come avvenuto sin qua, e devono essere coinvolte le scuole».

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 29
l’associazione

L’associazione del Distretto culturale nuorese - Atene della Sardegna è composta da Camera di Commercio di Nuoro, Associazione Dialogo e Rinnovamento, Comune di Nuoro, Ascom – Confcommercio di Nuoro, Confindustria Sardegna Centrale, Confapi Sardegna Nuorese Ogliastra, Legacoop Nuoro e Ogliastra e Confesercenti Nuoro e Ogliastra. Il presidente è Agostino Cicalò (Camera di commercio), vice presidente è Roberto Bornioli (Confindustria), che fanno parte del direttivo insieme con Antonello Menne, Gianluca Deriu e Mirko Murgia; Menne è presidente del comitato tecnico di cui fanno parte ancora Deriu, più Luigi Ledda, Salvatorina Salis e Simone Tatti. Come si finanzia? «L’associazione ha i contributi della Camera di commercio e della Fondazione Banco di Sardegna», dice Cicalò. «La fondazione bancaria – spiega il presidente – sinora ha contribuito con 100mila euro suddivisi su due annualità. La Camera assicura il 30% dell’intero ammontare del progetto». Nel 2015 la fondazione non ha accolto la richiesta di un contributo pari a 150mila euro.

Questionnaire and social

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