Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 January 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 - L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Tasse e agevolazioni per i più furbi
 
Sono una studentessa della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari. Leggo con stupore che la Giunta regionale, pur essendo guidata e composta da illustri professori universitari, ha deciso di aumentare, già dal corrente anno accademico, la tassa Ersu per il diritto allo studio, che passa dagli attuali sessantadue a centoquaranta euro, oltre il doppio, per chi dichiara redditi superiori ai venticinquemila euro lordi annui. La giustificazione è ineccepibile: l’aumento è imposto da una legge nazionale a cui la Sardegna non ha potuto far altro che adeguarsi. Ma è possibile che a farne le spese siano sempre i soliti, cioè quelli che dichiarano fedelmente tutti i loro redditi? O vogliamo far credere che una famiglia con figli che studiano all’università e un reddito netto di millecinquecento euro al mese (perché questo significa venticinquemila euro lordi all’anno) sia ricca? Basta scorrere rapidamente le graduatorie delle borse di studio Ersu per rendersi conto che spesso a godere delle agevolazioni non sono gli studenti più bisognosi, ma quelli più furbi. Sono circondata da colleghi che si presentano a lezione con macchine di lusso, abiti griffati e telefoni di ultima generazione, eppure sono titolari di borsa di studio. Sono questi i poveri che io devo finanziare con il mio reddito da nababbi? È da anni che assisto inerme a questo spettacolo. Perché l’Ersu e l’Agenzia delle Entrate non fanno i controlli sulle dichiarazioni?
Lettera firmata
 
L’UNIONE SARDA
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 24 - Edizione CA)
I guardiani lasciano il Sinis
Da domani gli archeologi tornano a Mont’e Prama 
Smonta il presidio anti tombaroli. «Ma non abbandoniamo i Giganti»
Michele Masala
 
CABRAS Escono i guardiani, rientrano gli archeologi. Chi per 13 giorni ha presidiato gli scavi di Mont’e Prama, “abbandonati” dagli studiosi per le vacanze, torna a casa. «Dall’otto gennaio riprendiamo le ricerche», ha annunciato Momo Zucca, responsabile per gli scavi dell’Università di Sassari che sarà impegnato nel Sinis sino a marzo, quando poi inizierà i lavori una coop di Reggio Emilia che ha vinto un appalto del Ministero, «anche se gira voce che qui non verranno. Noi crediamo a Zucca e andiamo via. Ma non è un addio: saremo qui virtualmente e mi auguro che per la sicurezza si possano avere delle dirette streaming». Antonello Gregorini, presidente dell’associazione Nurnet, è stato nominato portavoce dei sardi che in questi giorni hanno formato il presidio anti tombaroli.
L’ASSEMBLEA Ieri si sono ritrovati a pochi metri dallo scavo per denunciare «una situazione vergognosa che si trascina da 40 anni», accusare una burocrazia elefantiaca ed evidenziare alcune incongruenze legate all’appalto. Ma anche per lanciare proposte «perché i Giganti rappresentano un’unicità nell’eccellenza della Sardegna», ha ribadito Giorgio Valdes. «Abbiamo avuto centinaia di visite da tutta l’Isola e migliaia di contatti sui social network - sottolinea Gregorini - Vogliamo difendere la nostra cultura e chiediamo che venga insegnata ai nostri figli. Ma rileviamo anche alcuni aspetti un po’ particolari. Siamo qui anche per ricordare Francesco Nicosia, soprintendente che per primo ha capito l’importanza dei Giganti togliendoli dal magazzino del museo di Cagliari per portarli nel centro restauri di Sassari, e Sisinnio Poddi, che ha denunciato la loro presenza nel Sinis».
I DUBBI L’avvocato Antonio Leoni ha preso in mano il protocollo d’intesa con il quale si sono aperti gli scavi «e ci sono diversi dubbi di legittimità visto che l’unico che può dare autorizzazioni è il Ministero - dice Gregorini - Ma a noi va benissimo che abbiano iniziato le ricerche però poi non si possono abbandonare gli scavi». Il deputato sulcitano del Pd Emanuele Cani ha sposato la battaglia portata avanti da gente comune e una costellazione di associazioni. «È giusto che ai sardi venga riconosciuta la storia e la lingua. Chi ha la competenza deve trovare i soldi per investire nel Sinis e nella cultura di tutta l’Isola». «Anche se è grazie ad alcuni privati che oggi conosciamo i Giganti: li hanno trovati e custoditi in casa denunciandone l’esistenza, come Mena Cossu» - ha detto Leonardo Melis.
LA STORIA Lorenzo Scano e Lino Melis erano dipendenti della Soprintendenza. Ricordano «il trasporto dei Giganti da Cagliari e Sassari avvenuto nel 2003 e poi il silenzio sino all’apparizione del milione e 200 mila euro». E la figura di Francesco Nicosia: «È stato il primo a capire l’importanza di questi ritrovamenti, che ribaltano le teorie e le date della statuaria mondiale, tanto che aveva proposto di portare un braccio con uno scudo all’apertura delle Olimpiadi di Atene, cosa che poi non avvenne».
I GUARDIANI Andrea Andrillo di Cagliari per due giorni è stato di guardia davanti allo scavo: «Era un dovere civico essere qui. E infatti eravamo in tanti, l’ultima volta una dozzina di persone arrivata da Cagliari e Sassari e senza essere portatori di bandiere politiche. Cosa mi ha spinto ad arrivare qui? La stessa molla per cui quando ci sono alluvioni vai a spalare fango. Siamo partecipi di un evento fondamentale per tutti noi».
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 - La Nuova Sardegna
Prima pagina
università
«Concorsi truccati»
Aperte due inchieste a Nuoro e Cagliari
 
Un’inchiesta giudiziaria a Nuoro, un’altra a Cagliari con il direttore generale dell’Università Aldo Urru indagato per abuso d’ufficio. Sullo sfondo le denunce di una precaria di lungo corso, prima allontanata dall’Ateneo cagliaritano dopo ventisette anni di servizio e poi bocciata a una selezione svolta al Consorzio nuorese per la promozione degli studi universitari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 - La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Indagato per abuso d’ufficio il direttore generale dell’Università del capoluogo
Sospetto di combine al Consorzio degli studi nuorese per favorire una candidata
Una precaria denuncia: l’Ateneo trucca i concorsi
di Mauro Lissia
 
CAGLIARI Un’inchiesta giudiziaria a Nuoro, un’altra a Cagliari con il direttore generale dell’Università Aldo Urru indagato per abuso d’ufficio. Sullo sfondo le denunce di una precaria di lungo corso, prima allontanata dall’Ateneo cagliaritano dopo ventisette anni di servizio e poi bocciata a una selezione svolta al Consorzio nuorese per la promozione degli studi universitari forse per far posto, con un ritocco postumo al bando, a una giovane candidata più gradita agli uffici. Tra ritorsioni e ipotesi di reciproci favori tra figure di spicco del mondo universitario, due procure - i pm Marco Cocco a Cagliari e Giorgio Bucciarelli a Nuoro - e un tribunale del lavoro cercano di capire se - ed eventualmente fino a che punto - i diritti di Maria Rimedia Vardeu (58 anni) originaria di Orosei siano stati immolati sull’altare dell’interesse privato in un’istituzione pubblica. L’esposto a Nuoro. Se la vicenda cagliaritana è stata già al centro della cronaca, quella nuorese è inedita e sembra promettere sviluppi a breve scadenza, quando il pm Bucciarelli stabilirà se sia fondato il sospetto che qualcuno abbia truccato le carte. Ma vediamo che cosa è accaduto, seguendo l’esposto depositato dall’avvocato Basilio Brodu per conto della funzionaria. C’è un bando di selezione pubblicato il 20 dicembre 2013 al Consorzio universitario di Nuoro, lo firma la dirigente Luisa Mattu. In palio è un contratto annuale di collaborazione per la segreteria didattica del corso di Infermieristica, sede di Cagliari. Arrivano sei candidature: rimasta senza lavoro dopo il benservito incassato a Cagliari partecipa anche la Vardeu. A leggere i criteri è proprio lei che dovrebbe vincere facile, le ragioni sono evidenti: il punteggio si calcola sulla base di laurea, voto di laurea ed esperienze nella pubblica amministrazione. Il sorpasso. Dall’alto dei suoi ventisette anni di servizio all’Università, la Vardeu sembra in una botte di ferro. Ma ecco che a bando pubblicato cambiano le regole: malgrado non fosse previsto, contano anche master e conoscenza delle lingue. Così la candidata più anziana finisce terza e il contratto va a Fiorella Garofalo, più avanti di 28 punti. È un colpo durissimo per la Vardeu, che prima chiede la revisione della selezione segnalando l’irregolarità della modifica postuma. Poi, al diniego della Mattu, incarica l’avvocato Brodu di presentare un esposto alla Procura. Tra una carta bollata e l’altra salta fuori un dettaglio che il legale riferisce puntualmente nella denuncia: la Garofalo è cugina di Barbara Cau, guarda caso responsabile della segreteria didattica del corso di Infermieristica a Medicina, a Cagliari. Come dire - è scritto nell’esposto - la diretta referente della funzionaria Mattu. Riepilogando i sospetti: selezione mirata, bando modificato ad hoc, Vardeu eliminata per far posto a chi doveva passarle avanti e una forte puzza di combine. Sarà così? Oppure è il lungo precariato, seguito da cocenti delusioni di lavoro, a far veder tutto nero a Maria Rimedia Vardeu? A questi interrogativi dovrà dare una risposta la Procura nuorese, mentre quella cagliaritana ha già lavorato sulla denuncia presentata un anno prima agli uffici del capoluogo. La denuncia. Denuncia articolatissima, che parte dalla richiesta di stabilizzazione avanzata all’Ateneo: dopo ventisette anni di onorato servizio, l’impiegata si era convinta che fosse suo diritto. Idea che a riepilogare i fatti ha dovuto pagare molto cara: niente più rinnovo di quel contratto che la teneva comunque al lavoro da quasi trent’anni, con compiti di chiara responsabilità. Ma soprattutto - e qui siamo al paradosso - l’esclusione da un concorso interno in cui la commissione l’aveva dichiarata vincitrice. Il suo racconto dell’episodio è incredibile, eppure ci sono gli atti a confermare tutto: è il 15 aprile 2013 quando la Vardeu concorre a una selezione per due contratti annuali a Medicina e Chirurgia di Cagliari. Ed è il 6 maggio successivo quando la commissione le assegna uno dei due posti disponibili. Sembra fatta: la funzionaria viene chiamata dagli uffici a sottoscrivere il contratto, si presenta puntuale ma dall’alto arriva l’ordine di fermare tutto in extremis. E quando l’impiegata riesce a parlare col direttore generale per chiedere legittime spiegazioni, la risposta di Urru - a leggere l’esposto - è secca: «Lei non ci serve più, non abbiamo più bisogno di lei». Subito dopo l’Ateneo pubblica un nuovo bando per i due posti congelati a maggio. Come dire: i collaboratori ci servono, purchè non si chiamino Vardeu. L’indagine a Cagliari. Il dirigente è stato interrogato lo scorso 21 ottobre dalla Guardia di Finanza: assistito dall’avvocato Gianfranco Macciotta avrebbe sostenuto di essersi occupato del concorso solo della fase finale. Il verbale è all’esame del pm Cocco, l’indagine va avanti. Come la causa di lavoro, dove il difensore dell’impiegata - l’avvocato Ugo Ugas - ha citato come teste per la Verdeu anche Giammario Demuro, l’attuale assessore regionale agli Affari generali. Insomma: tre fronti giudiziari, ma nessun lavoro per una funzionaria che vorrebbe lasciarsi alle spalle un’esistenza da precaria.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 2
il presidente NAZIONALE fiaso
«Operazione verità sulle Asl prima degli accorpamenti»
 
CAGLIARI «Dopo l’annuncio di mega-accorpamenti da parte della Toscana, non vorremmo che la nuova ondata di commissariamenti in Friuli e Sardegna rappresentasse la volontà di messa in liquidazione delle Asl». Così il presidente della Federazione aziende sanitarie e ospedaliere, Francesco Ripa di Meana. «Come Fiaso – prosegue – ribadiamo la contrarietà ad Aziende di fatto ingestibili per dimensioni. Prima di procedere ad accorpamenti che potrebbero presentare problemi complessi, confidiamo perciò in una operazione- verità di valutazione dell’operato delle aziende in questi anni, partendo dai loro bilanci e dai risultati in termini di outcome». «Una verifica, questa, che auspichiamo sia alla base dei commissariamenti – conclude il presideente della federazione – Anche perché l’azzeramento delle pregresse gestioni comporterebbe un problema di trasparenza che non crediamo sia nelle intenzioni di alcuno porre».

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