Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 December 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
«L'ex carcere agli studenti»
Il rettore Giovanni Melis: ma va conservata la memoria
IL FUTURO DI BUONCAMMINO. Rilanciata l'idea del “polo universitario urbano”
 
Quando la partita su Buoncammino sarà chiusa lui molto probabilmente non sarà più alla guida dell'Università. Ma sulla possibile destinazione dell'ex carcere chiuso dopo 159 anni, Giovanni Melis, rettore dell'ateneo cagliaritano in scadenza nel 2015, ha le idee piuttosto chiare.
«Credo che la soluzione migliore sarebbe destinarne una parte agli studenti, realizzando un pensionato, mentre l'altra potrebbe ospitare un grande museo delle carceri, che mantenga intatta la memoria di un luogo storico. Naturalmente c'è da capire i margini di manovra che consente la Sovrintendenza, inoltre in base alla mia esperienza stiamo parlando di un investimento molto pesante. L'alternativa piuttosto drastica è invece quella di farci un bellissimo albergo, ma considerati i costi e i vincoli architettonici la ritengo un'opzione quasi irrealizzabile».
Dunque all'Università Buoncammino farebbe comodo?
«Certamente, gli studentati a disposizione sono assolutamente insufficienti. Pensi che al momento abbiamo mille posti letto mentre nelle graduatorie abbiamo quasi quattromila ragazzi. Le dico di più, servirebbe anche se si concretizzasse il campus in viale la Plaia».
Ma voi siete pronti a fare la vostra parte?
«Noi abbiamo già iniziato a farla. L'ex carcere può essere inserito perfettamente nell'idea del polo universitario urbano, che comprende una serie di progetti molti dei quali già in fase avanzata. Da tempo dialoghiamo con la Regione, il Comune e la Sovrintendenza per arrivare a questo obiettivo. Prendiamo la clinica Macciotta: presto diventerà una struttura di servizio per la didattica del polo economico-giuridico. Ci saranno aule, una biblioteca storica, l'archivio storico dell'ateneo e anche un piccolo incubatore di imprese. Il progetto è già finanziato dobbiamo solo bandire l'appalto e i lavori dovrebbero iniziare nel primo semestre del 2015. Il discorso però è più ampio: c'è da capire cosa si intende fare dell'ospedale San Giovanni di Dio, da dove stiamo progressivamente trasferendo le cliniche nella cittadella di Monserrato, ma anche del palazzo delle Scienze. Anche in questo caso noi abbiamo tanti progetti, ma serve una visione d'insieme da parte di tutti i soggetti coinvolti».
Non è che pensate troppo in grande?
«Forse, ma bisogna avere sempre il coraggio di guardare al futuro. Stiamo parlando di un'area dalle enormi potenzialità e con infinite risorse: ci sono tutte le facoltà storiche, la clinica Aresu, l'Anfiteatro, la necoproli di Tuvixeddu, l'orto dei Cappuccini e quello botanico, l'ex ospedale militare. Serve una visione d'insieme per valorizzare questo immenso patrimonio, seguendo due indirizzi di fondo: quello universitario-culturale e quello storico-turistico.
E Buoncammino sarebbe la ciliegina sulla torta?
«Esattamente. L'ex carcere si inserirebbe perfettamente in questo contesto, anche se l'impressione è che i lavori da fare per renderlo fruibile siano tanti».
Ma lei lo scommetterebbe un euro su una soluzione a breve?
«Bisogna essere sempre ottimisti, altrimenti è finita. Io ci credo, anche se quando penso alla lentezza della burocrazia italiana, beh qualche dubbio viene anche a me».
Massimo Ledda
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Docente di economia, in carica dal 2009
 
Nato a Cagliari nel 1945, Giovanni Melis si è laureato in Economia e commercio nel 1968 ed è professore ordinario di Economia aziendale dal 1990. È Rettore dell'Università dall'ottobre del 2009, quando vinse le elezioni con 738 voti (57,08%).
Già Preside della facoltà di Economia, Direttore del “Dipartimento di ricerche aziendali: economia, diritto e comunicazione”, presidente del Consiglio del Corso di Laurea Magistrale in Economia Manageriale, componente del Senato Accademico e del Consiglio di amministrazione dell'Ateneo, è membro ordinario dell'Accademia italiana di economia aziendale e della Società italiana di storia della ragioneria e socio fondatore della Società italiana docenti di ragioneria e economia aziendale. È autore di diverse monografie e articoli su riviste nazionali ed internazionali. Ha svolto incarichi di responsabilità dirigenziale e di consulenza in enti pubblici e società commerciali. Il suo mandato scadrà nel 2015.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Barracciu e gli accademici ai ferri corti sui Giganti
CABRAS. Polemica sulla sorveglianza, mentre i volontari restano di guardia
 
Un tweet velenoso per comunicare che se il sito di Mont'e Prama non è più sorvegliato è colpa delle Università sarde. Ieri, a mezzanotte e 24 minuti, il sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu, cinguetta: «Responsabilità scavi e sito fino a marzo è delle università di Ca e SS». L'esponente del Governo, interviene dopo che tanti appassionati di archeologia e storia dell'Isola hanno raggiunto il Sinis. Presidio volontario di sorveglianza che alla Barracciu non dispiace: «Grazie ai volontari pro Mont'e Prama», scrive su Twitter.
LE UNIVERSITÀ Ma gli accademici non subiscono in silenzio. Pronti a dimostrare con le carte cosa diceva il progetto “Archeologia Mont'e Prama”, grazie al quale l'estate scorsa sono venuti alla luce altri quattro Giganti. «L'accordo tra noi e la Soprintendenza prevedeva una guardia giurata sino all'apertura delle tombe», spiega Gaetano Ranieri, il geo fisico dell'Università di Cagliari che ha analizzato il terreno con il geo radar. «Una volta finito il lavoro, il sito poteva rimanere incustodito. Se avessimo avuto i soldi per finanziare il controllo non ci saremmo certo tirati indietro». E l'archeologo Momo Zucca (che aveva provocatoriamente messo a disposizione la sua carta di credito per pagare la sorveglianza) aggiunge: «La sicurezza è stata garantita fino alla fine dello scavo. Poi i finanziamenti sono finiti».
LA SOPRINTENDENZA Ieri è intervenuto anche Marco Minoja, già soprintendente per i Beni archeologici della Sardegna:«Le tombe sono state tutte scavate e abbiamo fatto attenzione a non lasciare reperti asportabili. La Soprintendenza ha già rivolto alla Curia, proprietaria dell'area, la richiesta di poter procedere con la recinzione del sito».
I VOLONTARI I custodi volontari ribadiscono che è necessaria una presenza costante, visto il continuo viavai. Secondo l'assessore regionale Claudia Firino, la sorveglianza c'è: «Il Corpo forestale è preposto ai controlli da un mese» ha ricordato l'altro ieri. «Ma i forestali passano solo sporadicamente - dice Giacomo Porcu - soprattutto dopo che noi volontari siamo intervenuti». A trovarli ieri è andata anche la deputata Caterina Pes: «Il sito deve essere salvaguardato. Apprezzo il coinvolgimento di chi ha deciso di presidiarlo testimoniando un importante senso civico. Ho assicurato il mio impegno perché la presenza delle istituzioni non venga meno». L'ex presidente Ugo Cappellacci, invece, invita la Regione a chiedere «l'immediata convocazione della cabina di regia permanente prevista nel protocollo del 2011». Se la Sardegna deve rimediare «alle omissioni del Ministero», sostiene, sarebbe giusto che gestisse direttamente i beni culturali. «Ovviamente con le relative risorse». Intanto, cresce la fama internazionale dei Giganti: ieri se n'è occupata anche la tv spagnola Cuatro.
Sara Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 19 - Edizione OR)
Magomadas, tesi di laurea
Viticoltura, il libro
 
Diventerà un libro il materiale raccolto da Anna Maria Angioi per la stesura della sua tesi di laurea imperniata sulla plurisecolare e consolidata tradizione della viticoltura magomadese. Il volume, intitolato “Il lessico della viticoltura tradizionale, inchiesta linguistica a Magomadas”, verrà stampato inizialmente in 100 copie e sarà donato gratuitamente alla biblioteca comunale di Magomadas e dei paesi del circondario. (s. b.)
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
pigliaru e arru hanno incontrato i commissari di asl e aou
Sanità, subito un colpo di scena: rinuncia Lenzotti (Brotzu)
 
CAGLIARI Colpo di scena: uno degli undici commissari della sanità ha rinunciato. L’ha fatto all’improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse e proprio nel giorno in cui invece avrebbe dovuto aprire l’ufficio che gli era stato assegnato dalla giunta Pigliaru. Tra l’altro non un posto da poco, ma fra i più ambiti e contesi: l’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari. Ebbene sì, Giorgio Lenzotti, 61 anni, medico ogliastrino, emigrato da tempo all’Asl di Modena, ha comunicato alla Giunta: «Grazie, ma io passo». Perché? Per «stretti motivi personali», ha scritto in un telegramma, anche se potrebbe esserci un retroscena politico. Lungo strada, il designato pare si sia sentito abbandonato dal partito di riferimento, Sel, che nei fatti ha disconosciuto la paternità della nomina, e lui per non finire impallinato fra otto mesi, è rimasto dov’era e a fare quello che fa: il direttore sanitario del presidio unico provinciale di Modena, appunto. La rinuncia si è trasformata, quasi subito, in un bel guaio politico per la Giunta. Sabato 20 dicembre il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore alla Salute, Luigi Arru, dopo un’estenuante maratona, erano sicuri di aver chiuso la partita, e invece no. Purtroppo per loro, hanno una casella ancora da riempire: «La rinuncia – è stato il commento diplomatico di Arru – non era attesa e nel più breve tempo possibile la Giunta nominerà un altro commissario che abbia le stesse competenze e la stessa professionalità del dottor Lenzotti». Si sa già che diversi partiti della maggioranza sono ritornati subito alla carica: il Brotzu, dal 2015 amministrerà anche gli ospedali Microcitemico e Oncologico, è una prima scelta e da sempre fa gola a molti. Fra uno o due giorni si saprà chi subentrerà a Lenzotti e soprattutto quale fetta della maggioranza avrà vinto questa partita ora gioca ai tempi supplementari. Un papabile potrebbe essere Giovanni Monni, primario ginecologo al Microcitemico e vicepresidente dell'associazione mondiale di medicina perinatale. La cerimonia. Il telegramma arrivato da Modena e firmato da Lenzotti, ieri ha scombussolato eccome la cerimonia d’insediamento dei commissari. Organizzata nel salone delle bandiere della Torre di viale Trento, doveva essere l’occasione per lanciare in gran spolvero l’inizio della nuova era targata centrosinistra. Alla fine a presenziare sono stati solo in dieci: Agostino Sussarellu (Sassari), Paolo Tecleme (Gallura), Mario Carmine Palermo (Nuoro), Federico Argiolas (Ogliastra), Maria Giovanna Porcu (Oristano), Maria Maddalena Giua (Medio Campidano), Antonio Onnis (Sulcis), Savina Ortu (Cagliari), Giorgio Sorrentino (Policlinico universitario di Cagliari) e Giuseppe Pintor (Azienda Mista di Sassari). È stata una riunione a porte chiuse di neanche quaranta minuti, in cui sono state gettate le basi per raddrizzare una sanità che oggi costa 3,2 miliardi e ha accumulato 400 milioni di disavanzo. L’obiettivo dichiarato è riportarla in un anno vicino al tetto dei 2,8 miliardi. La missione. Pigliaru è stato chiaro: «Tutti insieme dobbiamo condividere questa sfida così importante: migliorare il servizio e farlo con efficienza, riducendo gli sprechi». Per poi aggiungere, rivolto ai commissari: «Alla Giunta spetta dare gli indirizzi, monitorare e valutare. A voi lavorare con l’alta qualità tecnica che via appartiene e con un approccio da portatori di interesse sempre generale, senza mai cedere a certe vecchie logiche che non sono più ammesse». L’assessore Arru è stato se possibile persino più diretto: «Le Asl non dovranno essere più undici repubbliche indipendenti, ma formare un sistema integrato tra Aziende e Regione con il miglior utilizzo possibile delle risorse. Contiamo molto sul lavoro di squadra in cui l’imperativo etico è e sarà: puntare sulla competenza in ogni scelta. Solo così il cittadino-paziente sardo ritornerà ad avere fiducia nel sistema sanitario regionale». Le nomine. Subito dopo Capodanno, i dieci commissari in carica nomineranno il loro team. Ognuno ha due nomine a disposizione: direttore amministrativo e direttore sanitario. Anche questi incarichi, come quelli dei traghettatori, sarà a tempo: quattro mesi più eventuali altri quattro. Il sindacato. Nel giorno dell’insediamento, il segretario generale della Cisl, Oriana Putzolu, ha voluto lasciare un segno: «Sull’operato della Giunta e di commissari – ha scritto – vigileranno i sindacati, che si chiaro da subito non ha accetteranno tagli di alcun genere alla sanità in Sardegna. Se i commissari saranno in grado di farlo, sarà un bene per tutti e anche per loro che così un domani avranno un titolo in più per proporsi alla guida delle future Asl». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
le altre delibere
Nasce l’unità di progetto per l’Expo 2015
 
Nell’ultima seduta di fine anno, la Giunta ha deliberato l’avvio dell’Unità di progetto, che coordinerà la partecipazione della Sardegna all’Expo 2015 di Milano. La gestione politica della missione è stata affidata all’assessorato al Turismo. Con un’altra delibera, è stato approvato dopo i rilievi della Corte dei conti lo stanziamento di 4,5 milioni per coprire le spese già sostenute dalle università decentrate di Nuoro (circa 2 milioni) e Oristano (1,7 milioni). Cinquecentomila euro sono stati assegnati al corso universitario di economia e imprese del turismo Olbia. Trecentomila al corso post laurea di Iglesias. Fra gli altri stanziamenti 5,6 milioni per il rilancio del settore suinicolo, con particolare attenzione nei confronti delle aziende che operano in zone ad alto rischio per la peste suina africana. Infine, la Giunta ha approvato il programma delle attività che dovranno essere svolte dal riformato Istituto zooprofilattico.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Volontari e forestali sorvegliano i Giganti
Pes: «Tutelare il sito»
La deputata del Pd: chi vigila dimostra grande senso civico
Cappellacci attacca il ministero. Le statue alla tv spagnola
di Simonetta Selloni
 
CABRAS Duemilaottocento anni di silenzio, poi la luce, 40 anni fa,alla quale sono però seguiti quattro decennio di buio. Le polemiche che si levano attorno ai Giganti di Mont’e Prama sembrano voler restituire gli arretrati – in termine di clamore – alle statue emerse dal Sinis. In questi giorni la questione è il servizio di sorveglianza dell’area di scavo, dove il cantiere delle Università di Cagliari e Sassari e Soprintendenza condurrà i lavori fino a marzo. Da quel punto in avanti, subentrerà il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, secondo un avvicendamento annunciato dal sottosegretario Francesca Barracciu, che dovrebbe partire dal mese di aprile e che ha sollevato reazioni e proteste. Ieri a Mon‘e Prama è andata anche la deputata (Pd) Caterina Pes. «Il sito archeologico deve essere salvaguardato con tutti i mezzi possibili – ha sottolineato Pes –. Per questo motivo apprezzo, oltre al prezioso lavoro della Sovraintendenza archeologica, anche il coinvolgimento appassionato di molti cittadini che hanno deciso, anche in condizioni meteo difficili, di presidiare il sito, testimoniando un importante senso civico e attaccamento al nostro patrimonio culturale». La deputata del Pd, che sulla guardiania del sito archeologico aveva presentato un'interrogazione al Mibact nel mese di settembre, ha infatti incontrato alcuni volontari che hanno trascorso la notte a pochi passi dagli scavi, e ha riscontrato la continua attività del Corpo forestale che assicura costantemente la sua presenza per il controllo dell'area. Qualche giorno fa, intanto, la televisione spagnola Cuatro ha dedicato un ampio speciale alle statue di Mont’e Prama. Nello studio, giganteggiavano, è il caso di dirlo, due riproduzioni dei Giganti, il cui mistero, è stato sondato dalla trasmissione. E sulla gestione della vigilanza e dell’intera campagna di scavi interviene anche l’ex presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci, consigliere regionale di Forza Italia. Con accenti critici. «Da adesso inizierà una gestione diretta degli scavi in Sardegna: erano ancora i primi di ottobre quando si rilanciava questo annuncio della sottosegretaria del ministero dei Beni Culturali», ha sostenuto Cappellacci. «Mentre l'anno volge al termine, la presenza del Ministero finora si è manifestata nella sola imposizione di un discutibile silenzio stampa ai veri protagonisti degli scavi, nell'affidamento senza pubblicazione di un bando dei lavori e della valorizzazione del sito ad una cooperativa di Reggio Emilia, ma soprattutto in un'evidente negligenza per quanto riguarda la custodia del sito archeologico» L’esponente azzurro rivolge un invito alla Giunta regionale, affinché chieda «l'immediata convocazione della cabina di regia permanente prevista nel protocollo del 2011, perché non si può restare nella perenne attesa delle decisioni ministeriali. La vicenda dimostra ancora una volta che, se è la Regione a doversi fare carico con risorse proprie delle omissioni del Ministero, che piomba in Sardegna per rivendicare il proprio ruolo ma scompare quando deve assolvere ai propri doveri, allora sarebbe giusto che l'intera gestione dei Beni Culturali diventasse di competenza regionale, ovviamente con il passaggio delle relative risorse».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 13
il premier e gli statali
«Nel pubblico impiego chi sbaglia pagherà»
di Gabriella Cerami
 
ROMA Nel pubblico impiego «chi sbaglia paga». A febbraio o a marzo arriveranno nuove regole per gli statali. Matteo Renzi prova così a chiudere le polemiche innescate dall’intervento del senatore di Scelta civica, Pietro Ichino, sull’applicabilità anche agli statali delle norme sui licenziamenti contenute nel jobs act. Il premier precisa che la riforma del mercato del lavoro si occupa solo di disciplinare i rapporti tra privati, mentre per quelli relativi al pubblico impiego ci sarà un provvedimento ad hoc. Di fronte a queste parole il Nuovo centrodestra resta scettico: «L’Europa potrebbe non apprezzare». «Le regole del pubblico impiego - spiega Renzi - le vedremo nella discussione del disegno di legge Madia», appunto quello sulla Pubblica amministrazione. «Le persone per bene - aggiunge - hanno il diritto di vedere punito chi sbaglia, ma col jobs act non c’entra niente, per questo ho chiesto di togliere il riferimento al pubblico impiego. Su questo sono pronto al confronto in Parlamento». Per il premier, le nuove regole dovranno dettare «le condizioni per mandare a casa i fannulloni. Chi lavora bene va premiato di più e chi non lavora bene deve essere punito». Nel pubblico, aggiunge il presidente del Consiglio, «non si può applicare esattamente il sistema del privato: se abbiamo deciso di non mettere lo scarso rendimento nel privato, questo non vuol dire che non lo si possa mettere nel pubblico impiego. E visto che si entra per concorso, si può immaginare che i giudici abbiano un ruolo maggiore». Nel conflitto tra Renzi e gli alleati di governo sui temi del lavoro, interviene il capogruppo al Senato di Area popolare, Maurizio Sacconi, che chiede: «Se non si ammette il licenziamento per scarso rendimento nel privato, è verosimile introdurlo nel pubblico?». Tornando al jobs act e al tema dei licenziamenti collettivi «vedremo cosa ci diranno le commissioni parlamentari, ma poi a decidere sarà il governo», sottolinea Renzi, che sulla possibilità di un referendum glissa: «Chi vivrà vedrà». Intanto Cesare Damiano, della minoranza dem, nella sfida con gli alfaniani incassa un punto e canta vittoria sul fronte della Pubblica amministrazione: «Renzi ha messo una pietra tombale, dopo l’opting out e lo scarso rendimento, anche all’ultima pretesa di Ncd e di Pietro Ichino di trasferire le regole del jobs act anche al settore pubblico». Ma sul jobs act avverte: «Ci batteremo per eliminare ogni riferimento ai licenziamenti collettivi». Renzi tuttavia non indietreggia: «Siamo al derby ideologico costante. In 10 mesi abbiamo fatto un riforma del mondo del lavoro molto più flessibile della Germania». Alla fine da Sacconi arriva un nuovo attacco: «Mi spiace dirlo, ma è una mezza riforma».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Connettività, ok all’offerta Tiscali
Consip ratifica la graduatoria. Il titolo in Borsa a +14,98%
 
MILANO I nove gruppi di telecomunicazioni che hanno partecipato alla gara per fornire la connettività alla pubblica amministrazione nei prossimi tre anni hanno ricevuto prima di Natale dalla Consip i documenti di dettaglio relativi alla graduatoria, che vede vincitrice Tiscali con un ribasso del 92 per cento rispetto al prezzo-base, seguita da Bt con un ribasso dell’88% e da Fastweb con un ribasso del 71%. I documenti ratificherebbero la graduatoria e quindi le due offerte più convenienti non risulterebbero anomale. Affinché i risultati della gara divengano operativi si attendono a questo punto due sviluppi: innanzitutto l’adesione all’offerta di almeno uno dei concorrenti battuti che accetti però il prezzo del vincitore, e poi l’avvio e il buon esito dei collaudi tecnici. Nel frattempo, e cioè negli ultimi quaranta giorni, il titolo Tiscali in Borsa ha registrato un’impennata di oltre il 20% (solo ieri si è registrato un balzo del 14,98% e a un certo punto il titolo era stato sospeso per eccesso di rialzo) e una forte crescita degli scambi, legata anche a voci di possibili nuove partnership e alla rinegoziazione dei debito bancario annunciata prima di Natale.

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