Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 December 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di domenica 7 dicembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Policlinico
Da ieri si partorisce anche in acqua

Da ieri al Policlinico Duilio Casula si partorisce anche in acqua: il primo bimbo ha visto la luce nella vasca della sala Zaffiro della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Blocco Q, diretta dal professor Gian Benedetto Melis. Sono già tante le donne che hanno chiesto di poter partorire in acqua. E tante hanno già provato l’esperienza del travaglio in acqua che riduce sensibilmente la fase dilatante e il dolore provato dalle future mamme.
Un’equipe, quella di Melis, tutta al femminile: Cinzia Murgia, responsabile del parto in acqua, e le ostetriche Maria Paola Fercia e Debora Carrus, specializzate in questo tipo di travaglio e parto.
Il professor Melis: «Concludiamo con soddisfazione un anno di attività del padiglione Q. Tante nascite, tante facilitazioni, tante metodiche naturali di cura del dolore, analgesia epidurale per tutte le donne che lo desiderano. Ed ora il travaglio-parto in acqua realizzato e nuove metodiche di trattamento del dolore».
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’Unione Sarda di domenica 7 dicembre 2014 / Provincia di Sassari (Pagina 55 - Edizione CA)
SASSARI. Incompatibile l’incarico di commissario Ente foreste
Ultimatum del rettore al direttore di Agraria
«Egregio professore, lei deve scegliere: o fa il direttore del Dipartimento di agraria o lascia l’incarico di commissario straordinario dell’Ente foreste. Le due cose insieme sono inconciliabili». È più o meno questo il tenore della lettera che il rettore Massimo Carpinelli ha inviato a Giuseppe Pulina. Se n’è avuta notizia proprio per iniziativa dell’interessato che la scorsa settimana ha convocato il consiglio di Dipartimento per informarlo della lettera del rettore.
RICORSO AL TAR Ai suoi collaboratori ha anticipato che nel caso si arrivasse ad una contestazione formale della sua posizione in seno all’Ateneo ricorrerebbe al Tar. «Non ho alcuna intenzione di lasciare la direzione del Dipartimento né l’Ente foreste: ho chiesto e ottenuto (dal precedente rettore, Attilio Mastino) l’autorizzazione ad accettare l’incarico in Regione. Credo di non aver infranto alcun regolamento».
Massimo Carpinelli, rettore dal 3 novembre scorso, non è dello stesso avviso. La lettera inviata a Pulina, d’altro canto, è in linea con la sua idea di una gestione rigorosa dell’Università manifestata durante la campagna elettorale per la successione a Mastino. Alle persone più vicine ha confidato che tutti i suoi provvedimenti nel merito sulle incompatibilità sarebbero stati guidati esclusivamente dalle norme e dai regolamenti e non da valutazioni soggettive o di natura “politica”.
REQUISITI Nel caso di Pulina il rettore ritiene sussistano elementi di incompatibilità dell’incarico di commissario straordinario dell’Ente foreste con quello di professore a tempo pieno, requisito essenziale per poter dirigere un dipartimento.
Il cammino del professor Pulina verso la Regione comincia col presidente Pigliaru, che lo conosce e lo stima. Lo ritiene il candidato più idoneo per assumere il delicato incarico di commissario straordinario dell’Ente foreste, un carrozzone di oltre 5 mila dipendenti dispersi in ogni angola dell’Isola. Il suo compito dovrebbe ottimisticamente esaurirsi in sei mesi. Così si legge nel decreto di nomina approvato dal presidente della Giunta il 29 ottobre scorso in cui è anche precisato che il commissario percepirà il compenso previsto per il presidente del consiglio d’amministrazione dell’Ente foreste dalla legge regionale 23.8.95 n.20, art.6. L’azione del rettore avrà ripercussioni anche in Regione dove sarebbero cominciate le verifiche di legge.
Gibi Puggioni
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’Unione Sarda di domenica 7 dicembre 2014 / Provincia di Sassari (Pagina 55 - Edizione CA)
ALGHERO. Lettera a Pigliaru
Architettura senza risorse, dossier a Cagliari

Dei 300 mila euro promessi nemmeno l’ombra. Così la facoltà di Architettura con i suoi 562 iscritti rischia di non poter proseguire l’attività. Il direttore del Dipartimento, Arnaldo Cecchini, fa l’ultimo tentativo e chiama in causa il governatore Pigliaru, inviandogli una lettera e un dettagliato dossier con lo scopo di presentare i risultati, le attività svolte, le risorse impiegate e i progetti futuri. Nel 2002 la facoltà di Alghero aveva ottenuto circa un milione di euro come finanziamento di avvio, per arrivare ai 330 mila euro del 2013. «Ci sentiamo di dire che sono stati soldi spesi bene - commenta il preside - e ne diamo conto». Quest’anno non è arrivato ancora un centesimo, nonostante nel gennaio scorso il Consiglio regionale unanime avesse votato un ordine del giorno con il quale impegnava l’assessore alla Pubblica Istruzione «a disporre all’Università di Sassari di riservare una quota annua non inferiore a 300 mila euro per il funzionamento della facoltà». Senza le risorse previste inizierà «il soffocamento di questa esperienza, tanto utile e feconda», avverte Cecchini che ha già chiesto un incontro con il presidente della Regione. Nel dossier, oltre ai costi, anche i risultati raggiunti dal Dipartimento ancora primo nella classifica Censis-Repubblica, davanti al Politecnico di Milano e allo Iuav di Venezia. «Abbiamo pensato e costruito un modello formativo nuovo e al passo con i tempi. Una didattica di qualità, con un’apertura al mondo - continua Arnaldo Cecchini - Si può decidere che alla facoltà non debbano andare risorse aggiuntive, ma ci piacerebbe sapere perché». ( c. fi. )
 
  

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna di domenica 7 dicembre 2014 / Prima pagina
LA LAUREA OGGI RICORDA LA TV DI “AMICI”
di EUGENIA TOGNOTTI
Non che riguardi solo Sassari, in verità, il fenomeno della metamorfosi della discussione delle tesi di Laurea, ridotta a show e spettacolo, molto vicino a quello di trasmissioni genere Amici, con cascate di coriandoli e stelle filanti, palloncini, cuori o cuscini rosa shocking con corollario di foto e filmati da condividere su Facebook o su Youtube. Non per niente molti rettori di grandi atenei sono corsi ai ripari, limitando gli ingressi e stabilendo la regola della proclamazione collettiva. CONTINUA A PAGINA 21
 
Lettere e commenti - Pagina 21
Il giorno della laurea è oggi la brutta copia di “Amici”
C’è da sperare che vengano introdotte delle regole al più presto: è sconfortante che il modello televisivo s’imponga all’Università
Non che riguardi solo Sassari, in verità, il fenomeno della metamorfosi della discussione delle tesi di Laurea, ridotta a show e spettacolo, molto vicino a quello di trasmissioni genere Amici, con cascate di coriandoli e stelle filanti, palloncini, cuori o cuscini rosa shocking con corollario di foto e filmati da condividere su Facebook o su Youtube. Non per niente molti rettori di grandi atenei sono corsi ai ripari, limitando gli ingressi e stabilendo la regola della proclamazione collettiva sul modello anglosassone: così al Cà Foscari (Venezia), il conferimento del titolo di studio avviene in piazza S. Marco con una lectio magistralis di qualche eccellenza, in vari campi, ultimo, qualche giorno fa, Riccardo Donadon, il guru veneto delle start up. In centinaia, i neo-dottori si ritrovano alla Laurea day per ufficializzare la fine degli studi, in un’atmosfera di festa, com’è giusto che sia. Alle feste private i luoghi a ciò deputati e cioè discoteche, locali, pub, ristoranti, pizzerie, in modo che le aule dove si discutono le tesi (in genere l’Aula magna dell’Università o quella delle singole Facoltà) conservino l’atmosfera, se non austera, almeno seria, che si addice a un momento importante che segna uno spartiacque tra il mondo dei giovani e il mondo degli adulti. Senza assembramenti chiassosi, bambini giustamente annoiati e quindi irrequieti e rumorosi, fischi e urla scomposte di plauso, bipartisan, equamente distribuite a prescindere dal voto dei neolaureati, prontamente incoronati con corone d’alloro da amici e parenti. Convocati in massa, si direbbe, e abbigliati come se partecipassero a una festa o a un party alle nove del mattino, le ragazze, con poche eccezioni, pericolosamente oscillanti su tacchi vertiginosi. Diffuso in tutte le università italiane - con varie gradazioni di eccessi, e conseguenti tentativi delle autorità accademiche di frenare la deriva - il fenomeno ha conosciuto a Sassari un’impressionante escalation. Lo hanno verificato nei giorni passanti e automobilisti che transitavano davanti all’Università, dove erano in corso diverse sessioni di Laurea. Stupiti e interdetti, ma anche giustamente irritati per il caos e gli ingorghi alla circolazione, hanno avuto l’impressione di assistere ad uno “spettacolo”, metà Amici, metà sagra di paese. Niente da spartire con le tradizionali manifestazioni dei goliardi, a cui i sassaresi sono abituati da sempre. La piazza era disseminata di tappeti di coriandoli e stelle filanti, con gruppi di neolaureati circondati da una massa festante. Ovunque, per terra, accanto ai contenitori dei rifiuti, lunghi cilindri di cartone, bottiglie rotte, cartelli. E malamente attaccati ai muri e ai pali della luce, tristi fogli A4, con i ritratti dei neolaureati, in bianco e nero, del genere usato per cani smarriti o umani di cui si sono perse le tracce. Davanti al grande portone dell’Università un rimorchio bloccava il traffico, con tre ragazzi in tuta bianca. Suoni, chiasso, urla scomposte, echi di canzonacce arrivavano in Aula Magna, gremita di parenti e amici dei laureandi, la cui fuoruscita dall’Aula, nell’alternarsi dei candidati, assumeva i caratteri di una transumanza, di persone, mazzi di fiori, palloncini, talora carrozzine. I ripetuti richiami al silenzio e alla compostezza dei presidenti di sessione non avevano ascolto. Come non condividere l’osservazione di Maurizio Bettini, ordinario di Filologia Classica a Siena? «La conclusione di un corso di studi universitari che prevede lezioni, letture, seminari, laboratori – ha scritto, commentando il fenomeno su Repubblica – dovrebbe segnare per i giovani l’ingresso in un mondo diverso: costituito da chi ha acquisito appunto un’altra cultura… rispetto a quella che aveva prima. Purtroppo però molti fra i nostri laureati quel giorno non passano affatto, se mai rientrano. Rientrano dentro “Amici” di Mediaset e dentro le enfatiche esibizioni fotografiche, modello Facebook, da cui già provenivano». C’è da sperare che vengano introdotte delle regole e presto: è sconfortante che il modello televisivo s’imponga all’Università.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna di domenica 7 dicembre 2014 / Cultura e spettacolo - Pagina 37
Sassari, martedì e mercoledì un seminario di studi sulla metamorfosi epocale
Una riflessione sulle nuove sfide offerte agli archivi letterari e alle biblioteche
DA GUTENBERG ALL’ERA DIGITALE
I BIT CAMBIERANNO LA LETTURA
Due momenti di formazione attraverso workshop sono dedicati al progetto “Sardinian Library. Portale del libro a stampa in Sardegna dal XV al XXI secolo”
di Paolo Coretti
SASSARI “La metamorfosi digitale/2. Archivi, biblioteche, filologia” è il titolo del seminario di studi che si terrà a Sassari il 9 e il 10 dicembre tra la Biblioteca Universitaria di Piazza Fiume e la sede del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, che è il principale organizzatore dell’iniziativa. Il seminario vuole mettere al centro la riflessione sugli archivi letterari e le biblioteche ai tempi della più importante rivoluzione della comunicazione dall’età di Gutenberg. La rivoluzione del chip produce uno scenario inedito, rispetto al quale anche le scienze umane devono avviare un ripensamento del proprio orizzonte disciplinare, degli oggetti di studio e degli strumenti da utilizzare. Se filosofi della comunicazione e psicologi cognitivi si interrogano ormai da anni sul nuovo sistema semiotico introdotto dalla comparsa dei testi digitali (elettronici, multimediali, ipertestuali) anche i filologi e il mondo delle biblioteche sono chiamati a intraprendere nuove sfide. La sostituzione inevitabile della carta con i bit dei file ha creato uno sconvolgimento impensabile soltanto qualche decennio fa. Tutti questi cambiamenti non devono essere visti con il sospetto che spesso genera la retorica dei "bei tempi passati", ma occorre saper cogliere l’enorme potenziale che è insito in questi strumenti tecnologici e saperli utilizzarli anche in funzione di salvaguardia e di promozione del nostro patrimonio storico-culturale. Temi dei quali il 9 alle 18,30 (nella sala Vestibolo dei benefattori della Biblioteca universitaria di piazza Fiume) discuteranno in una tavola rotonda alcuni dei più importanti scrittori sardi: Salvatore Mannuzzu, Bruno Tognolini Alberto Capitta, Francesco Abate, Rossana Copez, Flavio Soriga, che rifletteranno sul tema “Come cambia (se cambia) la lettura nell’era digitale”. Ma questo è solo uno dei tanti appuntamenti previsti. Al seminario, infatti, sono stati chiamati ad intervenire esperti di fama internazionale, allo scopo di fissare una sorta di stato dell’arte dei più interessanti progetti europei e non solo, che riguardano entrambi i versanti della metamorfosi digitale: la filologia digitale e le digital libraries: Klaus Kempf (Direttore della biblioteca di Monaco di Baviera) che è una celebrità nel mondo delle biblioteche digitali a cui si affiancherà Laura Ciancio responsabile del sistema bibliotecario nazionale delle politiche digitali e Giancarlo Nonnoi che presenterà il progetto di biblioteca scientifica digitale Sardoa. In ambito filologico saranno presenti Domenico Fiormonte dell’Università di Roma Tre e l’australiano Desmond Schmidt che recentemente ha vinto un prestigioso premio della British Library per la realizzazione di un applicativo innovativo. Interverranno anche alcuni noti esponenti della filologia italiana: Clelia Martignoni dell’Università di Pavia, Paola Italia ed Emilio Russo dell’Università La Sapienza, Franco Tomasi dell’Università di Padova, Simone Magherini dell’Università di Firenze. Andranno in scena anche alucni giovani studiosi: Giuseppe Seche dell’Università di Cagliari, Fabio Cusimano di Officina di Studi Medievali, Emmanuela Carbé dell’Università di Pavia, Alessio Giannanti dell’Università di Sassari. Un certo spazio sarà riservato anche alla tecnologia: Stephan Tratter della Treventus presenterà al pubblico lo Scan Robot (il più potente sistema di acquisizione dei libri robotizzato mai realizzato) il cui unico esemplare presente in Italia è proprio nel laboratorio Fondo Autografi Scrittori Sardi, del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali Uno degli intenti è quello di consolidare alcuni importanti progetti di digitalizzazione nati in Sardegna intorno al Fondo Autografi Scrittori Sardi, come il progetto “Sardinian Library. Portale del libro a stampa in Sardegna dal sec. XV al XXI” della Regione. A questo scopo sono stati pensati due momenti di formazione: il 10 dicembre si svolgeranno due workshop; uno dedicato alla filologia digitale, a cura di Domenico Fiormonte, e l’altro dedicato alle biblioteche digitali, a cura di Laura Ciancio. L’iscrizione ai due workshop è gratuita ma i posti sono limitati. Tra i promotori del seminario ci sono Aldo Maria Morace, responsabile scientifico del progetto e docente al Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali a Sassari, e Duilio Caocci del Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Cagliari. Il seminario - che verrà inaugurato il 9 dicembre alle 10,30 nella sala Vestibolo dei benefattori della Biblioteca di piazza Fiume - nasce anche come prosecuzione dell’importante lavoro svolto dal Fondo Autografi Scrittori Sardi che è stato fondato a Sassari nel 2008 e che può ormai vantare l’acquisizione di importanti opere letterarie sarde, a partire dalle famose agende manoscritte del “Giorno del giudizio” di Salvatore Satta, ma anche degli autori contemporanei che stanno facendo qui confluire i propri archivi letterari. La natura ibrida di questo archivio, in bilico tra gli autografi tradizionali (manoscritti e dattiloscritti) e i documenti elettronici ha fatto pensare all’opportunità di un seminario di approfondimento scientifico, a cui è sotteso il tentativo di definire nuove metodologie di conservazione e di studio che saranno utili nell’immediato futuro del Fondo.



Sardegna Oggi
Sardegna Oggi / domenica 7 dicembre 2014

Cagliari, all’Università vigilia di ’inaugurazione’ polemica. I sindacati: "Melis inadeguato, c’è poco da festeggiare"
Il 9 dicembre c’è l’ultima ’apertura’ dell’Anno accademico del rettore Giovanni Melis, tira aria di protesta. I sindacati che rappresentano il personale tecnico-amministrativo disertano la cerimonia: "Melis ha fatto scelte peggiorative rispetto alle già negative leggi nazionali. Chiunque arrivi dopo di lui non ripeta gli stessi errori".

CAGLIARI - Il Magnifico gioca d’anticipo sulla data di inaugurazione del 394esimo Anno accademico (come anticipato lo scorso 13 novembre da SardegnaOggi) - solitamente la cerimonia viene svolta a gennaio, lo stesso Melis l’ha riportata in auge, per la sua ultima volta si svolge un mese prima - e i sindacati di chi lavora nei corridoi e negli uffici dell’Ateneo preparano il terreno per una giornata che si annuncia ’non facile’. Nell’Aula Magna di palazzo Belgrano, martedì 9 dicembre, resta vuota la sedia del rappresentante del personale tecnico amministrativo. I motivi della protesta, si legge in un comunicato, verranno spiegati ’in un documento da diffondere martedì mattina, in concomitanza con l’inaugurazione dell’Anno accademico ma fuori dal palazzo di via Università’. Nessun intervento ’interno’, quindi, per quella che, di certo, è una della ultime ’uscite pubbliche’ del Melis-rettore. La più importante, almeno mediaticamente parlando: prima del via alla cerimonia, Melis tiene la classica conferenza stampa, dove non mancano "tutti i dati dell’attività dell’Ateneo, l’illustrazione delle prospettive e le decisioni assunte nell’ultimo anno". Con l’aggiunta, scontata, di poter sentire dalla viva voce di Melis "un primo bilancio del mandato".
Dal canto loro, i sindacati - presenti le sigle di Flc Cgil, Cisl Università, Uil Rua, Csa Cisal, Confsal Cisapuni - hanno già ’fotografato’ le azioni del Melis-rettore. Senza utilizzare il fioretto, anzi. "E tempo di bilanci per il rettore Melis, che svolgerà il suo ultimo discorso in un clima di consolidata protesta, perché l’insoddisfazione dei lavoratori non è un fulmine a ciel sereno ma una posizione manifesta e diffusa da anni. Diserteremo, in polemica con una gestione a dir poco inadeguata". Le varie sigle sindacali snocciolano poi le motivazioni che, a detta loro, avrebbero portato Melis "a fare scelte persino peggiorative rispetto a quelle leggi, Gelmini prima, legge di stabilità oggi, che altri atenei non hanno fatto. Personale ridotto, salari ristretti, aggiornamento professionale quasi azzerato e un’organizzazione del lavoro penalizzante, ecco il quadro che l’amministrazione universitaria ha creato negli ultimi cinque anni", proseguono infuriati i sindacati, che attaccano Melis su più fronti: "Un’offerta formativa inadeguata, un modello di organizzazione del lavoro ormai superato, i lavoratori interni privati di qualsiasi aspettativa di crescita professionale", e anche "l’applicazione delle regole nazionali sul turnover, col rettore che ha tagliato, in cinque anni, duecentocinquanta posti di lavoro. Si è disinteressato nella gestione dell’Azienda ospedaliera universitaria, commettendo un errore", questo perchè, secondo le rappresentanze dei lavoratori dell’Ateneo, "ha impoverito le professionalità impiegate e il ruolo e qualità della ricerca.
C’è spazio pure per un ragionamento legato al diritto allo studio: "Ormai sono parole vuote per oltre metà degli studenti, una nuova ma oramai consolidata categoria di senza diritti. Rispettiamo l’Università come istituzione scientifica superiore, ma martedì non c’è proprio nulla da festeggiare".
Paolo Rapeanu
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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