Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 December 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 27 - Edizione OR)
Professor Avatar insegna il canto a tenore di Orune
Il progetto unisce docenti e allievi del Volta alla Sorbona di Parigi
 
Molto presto, indossando solo uno speciale caschetto collegato ad un pc, un Avatar sarà capace di insegnare a chiunque, e ovunque, le tecniche del canto a tenore di Orune. Si chiama i-Treasures, il progetto portato avanti dall'istituto tecnologie didattiche del Cnr a Genova, l'Università della Sorbonne di Parigi “Pierre et Marie Curie” che grazie alla collaborazione dell'associazione Tenores Sardegna e la partecipazione degli alunni dell'istituto superiore Alessandro Volta di Nuoro ha provato a creare un modello digitale per insegnare e divulgare il canto a tenore.
GLI ARTEFICI Gli studenti Josef Calia e Nicola Pala e gli ex compagni del “Volta” Franco Monni e Antonio Marras dal 12 al 16 novembre erano a Parigi dove hanno messo a disposizione le loro capacità e le loro conoscenze sul canto a tenore di Orune. Prima di ogni canzone i quattro hanno indossato un elmetto speciale che ha catturato tutti i dati sulle loro performance artistiche. I sensori hanno registrato le note, ma anche le vibrazioni delle corde vocali, le emissioni nasali, la respirazione, insomma ogni variazione biologica del corpo umano durante il canto. Tutti i dati registrati sono stati immagazzinati, fusi e interpretati da un programma per cercare di produrre un modello del canto a tenore, da poter poi usare come base nell'insegnamento, che potrà fare direttamente un Avatar, cioè un docente digitale. Così un newyorkese o un indiano potranno utilizzare l'avatar e imparare attraverso una piattaforma internet il patrimonio culturale del canto a tenore sardo, che dal 2003 è stato inserito dall'Unesco tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
LE GUIDE Il responsabile del progetto in Sardegna, Sebastiano Pilosu, etnomusicologo, e il presidente dell'associazione Tenores Sardegna Salvatore Ghisu hanno guidato gli studenti a Parigi. «Nella nostra isola - ha spiegato Pilosu - abbiamo settanta gruppi di canti a tenore, abbiamo scelto Orune perché lì, tutti i giovani si avvicinano a questo patrimonio». Si tratta solo di un primo passo, con la tecnologia utilizzata per salvare, apprendere e insegnare il canto a tenore come patrimonio culturale intangibile. Progetto che va oltre la semplice digitalizzazione dei contenuti culturali, favorendone la diffusione. «È impossibile catturare la ricchezza e le variazioni di ogni singolo canto a tenore, tra cui l'improvvisazione - ha ammesso in collegamento skype Francesca Pozzi, ricercatrice del Cnr di Genova - ma abbiamo voluto solo provare a riprodurre un modello, una performance tipica, che possa essere usata da chiunque lo voglia per imparare». Soddisfatti e orgogliosi gli alunni del “Volta”, Josef Calia e Nicola Pala. «Per noi è un onore e un orgoglio poter mostrare ed esportare le nostre tradizioni in tutto il mondo».
Fabio Ledda
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
A Seui l’unica pianta carnivora dell’isola
Il botanico Bacchetta autore dell’eccezionale scoperta: «Progenitrice di altre specie, è rarissima»
 
SEUI Scoperta la prima specie di pianta carnivora della Sardegna. «Cattura gli insetti rilasciando sulle foglie una sostanza mucillaginosa e poi li assorbe lentamente per degrado progressivo», spiega il professor Gianluigi Bacchetta. Il docente di botanica è il responsabile del Centro di conservazione delle biodiversità all'università di Cagliari. Ed è anche l’ autore dell'eccezionale ritrovamento insieme con la sua équipe di studio. La pianta è stata ribattezzata Pinguicula Sehuensis. Vive sui monti di Seui ed è a rischio estinzione. Un articolo sulla sua individuazione, e sulle modalità con le quali riesce a sopravvivere intrappolando mosche, ragni, api e farfalline, è stato appena pubblicato su Phytotaxa, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale di settore. Sì, perché quella avvenuta sui rilievi del Montarbu è una scoperta straordinaria in questa parte del globo. Le specie carnivore vivono di solito in altre regioni del pianeta. Nelle nostre vicinanze se ne conta una sola, sorella, in Corsica. «Ma la nostra ha comunque caratteristiche del tutto particolari», fa sapere Bacchitta. «Alta tra gli 8 e i 14 centimetri, con una rosetta di foglie basali di una decina di centimetri, è molto rara, minacciata dal pericolo di estinzione, perché sui tacchi del Montarbu di Seui ce ne sono meno di un migliaio», spiega Bacchetta, che ha firmato il dossier su Phytotaxa assieme ai colleghi Marcello Cannas e Lorenzo Peruzzi. Un lavoro scientifico al quale hanno dato prezioso apporto, oltre il Centro di conservazione delle biodiversità e Scienze dell’ambiente dell’ateneo cagliaritano, il dipartimento di biologia dell’università di Pisa. «La Pinguicula Sehuensis appartiene a un genere mai notato e mai descritto prima in Sardegna»,commenta Bacchetta, che per primo l’aveva avvistata già nel 2012, ma solo nei mesi successivi sino all’autunno di quest’anno ha poi avuto modo di esaminarla a fondo e capire meglio il meccanismo di assorbimento dei residui d’insetti dei quali si nutre. «Dall’analisi dei suoi cromosomi è risultato che la pianta è di un tipo ancestrale: la possiamo considerare la madre di una serie di esemplari della stessa specie», spiega ancora il botanico, sottolineando come anche quest’aspetto contribuisca a dare un valore sensazionale alla scoperta. Perché, com’è evidente, la piantina carnivora di Seui s’inserisce in quel filone di specie rare e antichissima che fanno della Sardegna un paradiso botanico da proteggere e preservare al meglio. (Pier Giorgio Pinna)
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
REGIONE
Commissione di inchiesta
sulla maxi spesa sanitaria
 
CAGLIARI Il Consiglio regionale avrà la sua commissione d’inchiesta sulla maxi spesa sanitaria. A presentare la richiesta, sottoscritta da oltre venti consiglieri della maggioranza di centrosinistra, è il stato il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu. Come previsto dal regolamento, se le firme sono oltre di un terzo dei consiglieri, il presidente non può che insediare la commissione speciale. Deriu spiega perché «è indispensabile» e chiarisce anche subito: «Non è un’indagine per sconfessare questo o quell’assessore, mentre è evidente la necessità di raccogliere il maggior numero di dati possibili prima che in Aula arrivi la riforma sanitaria vera e propria». Secondo il consigliere del Pd, «dobbiamo capire, con un’indagine capillare e attenta in ogni Azienda sanitaria, perché la nostra spesa sanitaria è finita fuori controllo». Le ultime statistiche fanno sapere che il tetto dei tre miliardi abbondanti, la metà del bilancio della Regione, è stato superato e ormai il disavanzo è prossimo ai 400 milioni. Ancora Deriu: «Le sacche di spreco devono essere individuate con certezza e lo stesso deve accadere con le inefficienze che tutti denuncino». È attraverso il dossier che verrà, la commissione d’inchiesta dovrebbe avere tre mesi di tempo per le indagini, sarà possibile – sostiene ancora Deriu – «avere le basi più oggettive possibili per capire dove il nostro sistema sanitario deve essere cambiato per forza soprattutto perché se non interveniamo subito, sappiamo che la spesa aumenterà ancora». Una previsione impossibile da immaginare fra pochi mesi anno quando entrerà a regime la contabilità della Regione che prevede il pareggio di bilancio. Fra i costi ci sarà allora anche la spesa sanitaria, fino a quest’anno fuori dal Patto di stabilità, e se salirà andranno in crisi le entrate e gli investimenti. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Sassari capitale dell’innovazione
Sfida tra 58 idee d’impresa, oggi la finale: 100mila euro in palio
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Case fatte di cartone, ma resistenti come la muraglia cinese; test del dna per stabilire se rischiamo di trasmettere malattie genetiche ai nostri futuri figli; un software e una piattaforma internet per comunicare con gli oggetti a distanza; la pillola a Led, killer di un batterio che attacca lo stomaco; il braccialetto che rileva allergeni e sostanze inquinanti nel cibo e nell’aria. Cinquantotto progetti in gara per conquistare il Premio nazionale per l’innovazione che alla sua dodicesima edizione ha scelto Sassari per rendere onore, e un pochino di soldi (c’è un assegno di 25 mila euro per ciascun vincitore delle quattro categorie Life sciences, Ict, Agrifood Cleantech, Industrial), ai progetti d’impresa “ad alto contenuto tecnologico” che portano il futuro qui, oggi. La manifestazione, organizzata dall'Università di Sassari e dall'associazione PNICube, in collaborazione con Comune di Sassari, Camera di Commercio e Confindustria del Nord Sardegna, ha preso il via ieri pomeriggio nel Palazzo della Frumentaria. Qui, dopo una breve cerimonia d’inaugurazione che ha visto gli interventi del rettore Massimo Carpinelli, del sindaco Nicola Sanna, del presidente di Iren spa e Escp Europe, Francesco Profumo (già ministro dell’Istruzione nel governo Monti) e del presidente dell’associazione PNICube, Marco Cantamessa, si sono spalancate le porte dell’Expo. Cinquantotto stand con gli imprenditori del futuro (in tutti i sensi) a illustrare nei minimi dettagli i loro progetti, e un fiume di visitatori fatto di curiosi, addetti ai lavori e potenziali finanziatori, ad ascoltare, attoniti e affascinati da tanto ingegno messo a disposizione della comunità. Sì perché tutti i progetti, dai più complicati e costosi, ai più semplici e attuabili senza grandi sforzi, condividono un aspetto indiscutibile: offrono servizi utili a migliorare lo stile e le aspettative di vita di tutti noi comuni mortali. Ecco allora l’ago cannula modificato, il test diagnostico del dna, le scarpe che si chiudono da sole, lo spazzolino da denti hi-tech per non autosufficienti, il codice genetico delle opere d’arte, l’olio di oliva extravergine in gel. E poi ci sono le quattro idee d’impresa made in Sardinia: Lifely, il software per comunicare con gli oggetti a distanza; Deep fisher, piattaforma software per la rilevazione precoce degli attacchi informatici; Sea me, moderna forma di eco-turismo partecipativo abbinato alla ricerca scientifica; Fast trial, piattaforma per rendere farmaci di ultima generazione disponibili a tutti in tempi brevi. Tutti in corsa per il premio dell’innovazione che sarà assegnato oggi alle 17.30 al Teatro Verdi, tutti in corsa per conquistare l’attenzione di qualcuno che creda in loro per sviluppare i progetti e trasformarli in vera impresa. E questo adesso, non nel futuro.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
soprintendenza
Bruno scrive al ministro: «No all’accorpamento»
Presentata anche una mozione al Comune di Sassari da parte del consigliere Salvatore Sanna con cui si chiede al sindaco Nicola Sanna di intervenire
 
SASSARI «La decisione di accorpare le Soprintendenze archeologiche di Sassari e Cagliari in un’unica direzione regionale è un preoccupante segnale di menomazione del territorio che produrrà prevedibili contraccolpi». È questo l’incipit della lettera che il sindaco di Alghero Mario Bruno ha inviato al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini dopo l’emanazione del decreto che di fatto sposta a Cagliari tutte le direzioni relative ai beni culturali. «L’incidenza sull’efficacia dell’attività amministrativa e sulla gestione della tutela subirà inevitabili e rischiosi rallentamenti causati da funzioni decisionali esiliate a Cagliari, con un notevole distacco dagli interessi dei Comuni come quello di Alghero che sulla ricchezza del proprio patrimonio archeologico basa ambiziosi programmi di sviluppo economico. Il decreto sulla riforma del Ministero dei Beni Culturali va peraltro a gravare in modo irreparabile su una situazione già debole della Soprintendenza, caratterizzata dalla persistente direzione ad interim che in questi anni ha mostrato ampiamente la sua inadeguatezza. Le chiedo quindi di farsi carico delle istanze di questa città e di questo territorio, affinché si possa giungere a una rivisitazione dell’assetto organizzativo degli uffici rispetto a quanto previsto dalle ripartizioni ipotizzate dal Mibact». E proteste continuano ad arrivare dal mondo politico e dalle associazioni. È di ieri la presentazione di una mozione nel consiglio comunale di Sassari da parte di Salvatore Sanna (Pd). «La soppressione della Soprintendenza è una scelta sicuramente sbagliata e che deve essere modificata al più presto perché non tiene conto di tutta una serie di aspetti di particolare rilevanza. In primo luogo dal 1958, anno di istituzione della seconda Soprintendenza, ad oggi il nostro patrimonio archeologico si è potenziato e diffuso in maniera esponenziale. Merito sicuramente delle professionalità e delle eccellenze che hanno ottenuto in questi anni risultati di grande prestigio. Facciamo un esempio su tutti citando il caso del restauro delle statue di Mont’e Prama. Per tutti questi motivi con la presente mozione si impegna il sindaco di Sassari a intervenire immediatamente nei confronti del Mibact per scongiurare l’accorpamento in un’unica direzione regionale dei beni archeologici, dislocata a Cagliari, e la conseguente soppressione della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro».

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