Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 November 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
La spada nei secoli, dal gladio allo sport
Originale convegno oggi e domani alla Cittadella
Intervengono docenti di Cagliari, Sassari e diverse università italiane e straniere, c'è anche una mostra
 
Di scherma si parla in Italia ogni quattro anni, in occasione delle Olimpiadi perché i nostri atleti ad ogni edizione fanno incetta di titoli e medaglie. Poi ritorna ad essere uno sport d'élite, nel senso di poca popolarità in un paese soprattutto votato al pallone. Nella storia delle Olimpiadi moderne i moschiettieri azzurri e i vari dream team femminili hanno conquistato 121 medaglie, di cui 48 d'oro, staccando ogni altra disciplina. Non parliamo poi di titoli e trofei mondiali. Quando si dice scherma il pensiero va alla sua arma più antica e tradizionale, la spada, quella - per intenderci - usata nei duelli anche in tempi moderni (nonostante fossero proibiti). Il primo direttore de L'Unione Sarda, raccontano le cronache, MarcelloVinelli, fu un abile spadaccino per difendere il suo onore di giornalista onesto di fronte ad insulti diffamanti.
Ma gli spadisti più famosi entrati nella leggenda sono il mitico livornese Nedo Nadi (1894-1940), ancora oggi l'italiano che ha vinto più medaglie d'oro in asssoluto (sei), anche se qualcuno gli preferisce il milanese Edoardo Mangiarotti (morto nel 2012 a 98 anni) con sei ori e 7 tra argenti e bronzi. La spada è l'arma da combattimento per eccellenza che colpisce di punta tutto il corpo, creata per uccidere, d'attacco o di difesa. Mentre sciabola e fioretto sono arrivati dopo come armi convenzionali per altri usi. I vari tipi di spada esistono sin da epoche remote, tramandati nei secoli e conservati nei musei a testimonianza di epoche, costumi e pratiche belliche differenti. Così dalle spade dei nostri guerrieri nuragici, ai gladi dei gladiatori, agli spadoni a due mani medievali, sino alle più raffinate evoluzioni moderne.
CONVEGNO Di storia della spada se ne parla oggi e domani in un originalissimo convegno internazionale organizzato dall'Università di Cagliari in collaborazione con la Federazione regionale scherma (Fis) e il Centro universitario sportivo (Cus Cagliari). Si svolgerà alla Cittadella dei musei, nell'aula Roberto Coroneo dalle 15,30 e domani dalle 9.
UNA MOSTRA Nel contempo e sino a domenica nella Sala mostre della Cittadella sarà visitabile l'esposizione “L'arte di combattere”, con spade provenienti dalla collezione privata di Giovanni Cannas.
OSPITI STRANIERI L'iniziativa (dal titolo “Patha, spada, épéé. Ideologia e prassi”) nasce dall'idea di un docente di storia romana, archeologo ed appassionato di scherma, Antonio Maria Corda, in collaborazione con la collega docente di Archivistìca Cecilia Tasca, da giovane valida schermitrice. Numerosi e interessanti per originalità gli interventi dei vari specialisti provenienti anche dalle università del Missouri (Silvia Sarias), Parigi (Michel Yves Perrin), Barcellona (Marc Mayer), Algeri (Ouiza Ait Amara), e naturamente di Cagliari e Sassari. Introdurrà il direttore del Dipartimento di Storia e Beni culturali Francesco Atzeni e chiuderà il rettore dell'ateneo sassarese Attilio Mastino. Relazioni di docenti delle università di Bologna, Macerata e della Pontificia facoltà Teologia della Sardegna, previsto l'intervento del vescovo di Alghero Morfino.
C. F.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
ARPAS. Presentato il documento La carta del bioclima
Sarà un punto di riferimento importante per la lotta agli incendi, per la prevenzione dei dissesti idrogeologici e per la pianificazione urbanistica.
 
È la nuova Carta bioclimatica della Sardegna realizzata dall'Arpas e dalle Università di Sassari e della Basilicata, presentata ieri dagli esperti degli atenei e dall'assessore regionale all'Ambiente Donatella Spano. La carta racchiude parametri climatici, biologici e cartografici e li analizza insieme individuando in tutta l'isola 43 aree bioclimatiche con fauna e vegetazione che cambiano a seconda della zona geografica. Il documento consentirà di valutare in anticipo la risposta dei animali e vegetali ai cambiamenti climatici in atto e permetterà una gestione migliore delle risorse ambientali, oltre ad aiutare nella prevenzione dei disastri idrogeologici. Le implicazioni della Carta sono molteplici. (mar. pi.)
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
prevenzione
Presentata la carta bioclimatica
 
CAGLIARI. 43 isole climatiche diverse nella stessa isola. Con salti notevoli, nel giro di poche decine di chilometri e diverse sfumature di colore. Il blu-viola nel Marghine Goceano, più a sud, dalle parti del Campidano di Oristano, la variazione cromatica punta decisamente sull'arancione, che indica clima secco e arido. Queste le caratteristiche della nuova carta bioclimatica della Sardegna. La «mappa», disegnata da Arpas-Regione, università di Sassari e Basilicata, indica paesaggi e temperatura stile Appennino o centro Europa. Un importante punto di riferimento per la lotta agli incendi e al dissesto idrogeologico. Ma anche per programmare piani urbanistici e attività produttive. Ma anche una carta in più per il turismo, con prove scientifiche che la Sardegna può offrire montagna e mare insieme, fresco e caldo, con una passeggiata di un'ora in auto tra un posto e l'altro. La mappa è stata elaborata da biologi e cartografi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Campus a Piandanna, la palla passa al Comune
Per l’opera universitaria serve una variante urbanistica, ma il via libera del Consiglio non è scontato
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Posizione dei terreni e qualità del progetto. Sono questi gli ingredienti che hanno spinto la commissione tecnica dell’Ersu a scegliere come futura sede del campus universitario l’area di 6,7 ettari, a Piandanna, offerta all’ente dagli eredi Satta-Branca e dalla famiglia Segni al prezzo di 10,72 milioni di euro. Proprio lo studio di fattibilità che suggerisce l’utilizzo ideale per quei terreni è stato decisivo per la determinazione del punteggio finale e per la conquista del primo posto nella graduatoria, per ora provvisoria, fra le cinque proposte (su dodici) arrivate alla fase finale delle valutazioni. Il progetto, redatto dall’ex preside della facoltà di Architettura dell’Università di Sassari, Vanni Maciocco, ha avuto una valutazione molto alta dalla commissione: 64 punti contro un massimo di 47 assegnato alle altre proposte tecniche. La costruzione del campus vero e proprio e l’assegnazione dell’area su cui dovrà sorgere sono due procedimenti completamente separati (per la realizzazione degli edifici l’Ersu dovrà bandire un’apposita gara pubblica), ma il progetto presentato per le tenute di Piandanna potrà essere usato come base di partenza per la progettazione definitiva. Il piano ideato per sfruttare al meglio i 6,7 ettari che si estendono fra la casa di cura privata San Nicola e l’Agenzia delle entrate, prevede la costruzione di undici fabbricati che si susseguono in contiguità lungo tutto il parco studentesco. Ciascuno di questi edifici si sviluppa al massimo su due piani, può accogliere fino a cinquanta studenti, possiede una corte interna e altri spazi comuni per lo studio e per la socializzazione. Poi ci sono gli spazi per i servizi dedicati non solo agli studenti, ma aperti a l’intera citta; stiamo parlando della mensa, l’auditorium, la sala conferenze, la biblioteca e perfino una cappella multireligiosa. Concentrate sul lato del terreno che confina con quello che sarà l’orto botanico del Polo naturalistico dell’Università, ci sono le strutture sportive: campi di calcio, calcetto, e pallacanestro, campi da tennis, palestra e piscina. È previsto anche un parcheggio seminterrato capace di ospitare 500 auto. Tutto questo progettato con un’alta sostenibilità energetica, integrato in un vero e proprio parco che salvaguarderà il verde già esistente (oliveto, cipressi, palme, carrubi). Sarà anche riqualificata una antica villa di campagna che sorge sul terreno e che sarà destinata ad attività culturali. All’interno del complesso è prevista esclusivamente una viabilità pedonale e ciclabile, con tre punti di accesso dall’esterno: da via Piandanna, dal piazzale dell’Agenzia delle entrate e dalla strada provinciale Sassari-Ittiri. Un progetto valutato come un piccolo gioiello architettonico dalla commissione tecnica dell’Ersu, e che comunque, potrebbe cadere nel vuoto. Il futuro utilizzo dell’area individuata dall’Ente per il diritto allo studio potrebbe infatti restare lettera morta. Prima l’assegnazione dovrà essere ratificata dal consiglio d’amministrazione dell’Ersu, che dovrebbe riunirsi già la prossima settimana. Poi, per costruire il campus universitario è necessaria una variante urbanistica, che dovrà essere approvata con una delibera ad hoc dal consiglio comunale. Un passaggio tutt’altro che scontato, e che mette a rischio il finanziamento pubblico di 40 milioni di euro (20 della Regione e 20 dell’Unione europea): se l’Ersu non dovesse siglare il contratto di acquisizione dei terreni su cui costruire il villaggio studentesco del futuro entro la fine dell’anno, quei fondi potrebbero volatilizzarsi. E i segnali che arrivano da Palazzo Ducale non sono proprio confortanti. Il sindaco Nicola Sanna ha lanciato pubblicamente un’idea alternativa alla costruzione del campus universitario alla periferia della città: realizzare residenze studentesche al centro storico, e in particolare cambiando pelle alla attuale caserma della Brigata Sassari, in piazza Castello. Un’idea che ha trovato subito l’appoggio di gran parte delle forze politiche sassaresi, sia a centrosinistra, sia a centrodestra. Ora quindi il futuro del campus universitario è più che mai nelle mani del Comune.

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