Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 November 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 2 - Edizione IN)
Il tesoro di Mont'e Prama
La fine dei nuraghi e una nuova società 
 
Le tribù costiere nuragiche dell'Isola avevano stretti rapporti con la Corsica, le Baleari e appresso la Toscana, la Sicilia, Creta, la Grecia micenea, Cipro, l'Egitto e il Vicino Oriente. In seno ai tre grandi popoli degli Iliesi a Sud dei rilievi del Marghine, dei Balari a Nord Ovest e dei Corsi nel Nord Est, nell'isola dei nuraghi, avevano un ruolo sostanzialmente autonomo le tribù, molte delle quali note ancora in età romana, come i Galilesi e i Siculesi tra gli Iliesi, i Lugudonesi e gli Akonitai tra i Balari.
I CAPITRIBÙ Al vertice della società nuragica erano una cinquantina di capotribù, riconoscibili negli "eraclidi re tespiadi Iolei" dello storico siculo Diodoro, padroni assoluti di tutto ciò che conteneva il loro territorio. Risiedevano nei castelli formati da un bastione pluriturrito protetto da una solida muraglia di cinta, anch'essa turrita, capaci di ospitare una folta guarnigione di soldati, quali Su Nuraxi di Barumini, Arrubiu-Orroli e il più antico protonuraghe di Su Mulinu in Villanovafranca.
I CANTONI A un livello subalterno stavano i capi dei cantoni, che avevano i beni in concessione, dimoranti nei castelli privi di cinta esterna, e appresso coloro che risiedevano nei nuraghi a una torre singola e, infine, gli abitanti dei villaggi, la forza lavoro primaria. La persistenza dell'uso dei sepolcri collettivi, le "tombe di giganti" e l'uccisione rituale dei vecchi padri presuppongono la continuità anacronistica del sistema ereditario matrilineare, retaggio neolitico connesso al dominio cultuale della dea Madre Terra. Il sistema politico tribale resistette per tutto il tempo in cui furono costruiti i nuraghi, ben 600 anni, all'incirca tra il 1600 e il 1000 avanti Cristo. Il fulcro del sistema era un modello insediativo basato sulla fondazione progressiva di nuovi nuraghi e nuovi villaggi.
SETTEMILA NURAGHI Furono edificati 7.000 e forse più nuraghi, di cui la metà circa pluriturriti, e 2500-3000 villaggi che portarono a uno straordinario incremento demografico, con picco stimato in circa 500 mila abitanti tra i secoli XIII e XII a.C.
LA FINE DELLE TRIBÙ Intorno all'anno Mille a.C., il sistema tribale ebbe termine. Non furono aggressioni dall'esterno o catastrofici eventi naturali a provocarne la fine ma una rivoluzione interna della popolazione subalterna, i capi minori e gli abitanti dei villaggi, innescata sia dalla intrinseca debolezza del modello di popolamento che generava una progressiva parcellizzazione delle terre disponibili e di conseguenza crisi sociali e fenomeni migratori, sia dall'effetto a catena dei mutamenti politici verificatisi qualche tempo prima nell'Est del Mediterraneo dove, caduti i regimi assoluti dei grandi regni, erano sorti piccoli distretti territoriali guidati da città governate da magistrati eletti da un consiglio degli anziani, quali gli shofetim, i giudici delle città fenicie e delle tribù israelitiche.
L'evento della fine della società tribale è registrata da un prezioso passo di Diodoro Siculo, secondo il quale dopo molte generazioni, i capi tribali iolei (iliesi), cacciati via e rifugiatisi in Italia, furono sostituiti dagli "aristoi" locali, i migliori cittadini delle comunità. Allora la società, oramai patrilineare, cambiò volto. Lo stesso Diodoro racconta degli edifici meravigliosi (daidaleia) degli Iolei costruiti nell'isola, tra cui i gymnasia (le palestre), i dikasteria, cioè le rotonde consiliari presiedute dai giudici descritte già da Omero nell'Odissea, ma anche delle altre cose che «rendono felice la vita».
UNA NUOVA SOCIETÀ In effetti, nel Bronzo finale, i nuraghi furono devastati sistematicamente e poco dopo, come si osserva a Santa Imbenia di Alghero, nei citati Su Nuraxi e Su Mulinu e in tanti altri siti, i villaggi si impadronirono anche fisicamente delle residenze fortificate dei capi poiché le case padronali, a più ambienti attorno a un cortile centrale, furono edificate sulle rovine dei nuraghi. È un cambiamento epocale in cui emerge la nuova forma di governo cittadino, definito aristocratico e di fatto tendenzialmente democratico, guidato dai supremi magistrati ("giudici") eletti dagli anziani riuniti nelle grandi rotonde consiliari, come quelle di S. Vittoria di Serri e di Santa Cristina di Paulilatino. Nasce la proprietà privata e gli abitanti dei villaggi sono i possessori delle terre, del bestiame, dei prodotti artigianali, dei frutti del commercio. Ora non si costruiscono più "tombe di giganti" e appaiono le necropoli con tombe a inumazione individuale su pozzetto, come quelle di Antas-Fluminimaggiore, Monte Prama e Is Aruttas di Cabras.
I LUOGHI SACRI Nel I Ferro iniziale (900-730 a.C.), proliferano i templi e gli stessi nuraghi (Su Mulinu, Nurdole di Orani, etc.) sono trasformati in luoghi sacri, spesso dedicati alla dea Luna "Orgia", manifestazione della dea Madre Terra, la Gea dei Greci, in cui si venera l'antenato (Norax) simboleggiato dal cippo-nuraghe. L'accumulo delle ricchezze nei templi e nei santuari, lo sviluppo degli scambi commerciali portano all'adozione di codici numerali e alla nascita di un sistema di scrittura alfabetica. Come documenta l'architettura e la bronzistica figurata e strumentale, il villaggio si dota, oltre che di templi, di altre strutture adeguate ad un centro protourbano, in primo luogo la sala consiliare degli anziani, rotonde termali con sedili, vasche e forno, piccoli anfiteatri gradonati, come quello di Su Romanzesu di Bitti, destinati ai giochi, alle gare di lotta e pugilato e ad attività ludiche (canto, musica, danza) connesse con le festività, ma si dotano anche di officine di metallurghi e carpentieri, forni per la ceramica e laboratori agricoli con torchi per il vino.
MERCANTI E MARINAI Fanno la loro comparsa le prime strade nelle piane e circolano i carri, trainati per lo più dai buoi ma anche meno frequentemente da cavalli. Si espande enormemente il commercio interno e sul mare. Le coste sarde accolsero profughi e mercanti provenienti da varie regioni del Mediterraneo e al contrario i prodotti sardi raggiunsero l'Etruria e altre terra d'oltre Tirreno, la penisola iberica, l'Africa Settentrionale, Creta e Cipro.
PERIODO DI BENESSERE Il benessere si diffuse nell'isola, forse come non mai, e proprio allora furono innalzate le grandi statue degli eroi di Monte Prama. Qualche decennio prima del 700 a.C. una furia devastante, forse provocata da violente azioni volte a introdurre regimi monarchici analoghi a quelli dell'Etruria e del Lazio, si abbatté sulle rotonde consiliari dei villaggi sedi del potere aristocratico e, riteniamo, sulle stesse statue della necropoli di Monte Prama, quest'ultima non più in uso sino alla fine del sec. IV a.C., portando all'abbandono di tanti villaggi e ad una terribile crisi delle comunità sarde che ebbe l'epilogo finale con l'occupazione cartaginese del 510 a.C.
Giovanni Ugas, già direttore archeologo nella Soprintendenza di Cagliari e Oristano e già ricercatore e docente di Preistoria e Protostoria nell'Università di Cagliari, è autore di numerosi scavi e studi sui siti e i monumenti d'età nuragica e prenuragica. Svolge attività di ricerca sull'età del Bronzo nel Mediterraneo con il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Haifa in Israele. Ha scritto numerosi saggi in riviste specialistiche e libri, tra cui ricordiamo "L'architettura e la cultura materiale nuragica: il tempo dei protonuraghi" (Cagliari, Saredit 1999), "L'alba dei nuraghi " (Cagliari, Fabula, 2006) e una parte del recente volume "Giganti di Pietra. Monte Prama" (Fabula).
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Ente Foreste, inizia la corsa
Avviati il “reclutamento” e il bando per il direttore generale
Il commissario firma i primi atti. Ma in maggioranza la questione non è stata discussa
 
Chissà se il commissario straordinario riuscirà entro maggio prossimo (quando scadrà il suo mandato, che prevede un compenso lordo di 7288,83 euro al mese, circa 3500 netti) a compiere una missione fino a oggi risultata impossibile: riorganizzare l'Ente Foreste.
Il primo passo è fatto, la delibera che mette in moto la macchina del reclutamento è stata firmata: ha dato mandato alla direzione generale di avviare le procedure di reclutamento. Inoltre è stato predisposto il bando per la chiamata del direttore generale: dalla pubblicazione, dieci giorni per presentare domande.
Si corre, perché - secondo la Giunta - alla struttura mancano una serie di figure chiave. Dirigenti innanzitutto, sono 7 e dovrebbero essere 13, poi, appunto il direttore generale, quadri e impiegati. Anche il numero degli operai non torna: tra i presenti e quelli della pianta organica approvata nel 2013 dal vecchio cda e ancora valida ci sono differenze. Non si tratterà di fare solo assunzioni: per i vertici (fino agli impiegati di secondo livello) si proverà prima con la mobilità, poi via ai concorsi esterni. Per arrivare subito almeno a quota 100 unità “fresche”. Con il resto dei dipendenti bisogna mettere ordine nel caos cresciuto a dismisura nei tredici anni di attività dell'ente. Ulteriore spina nel fianco è l'età media (il 55% ha più di 50 anni, l'8% oltre 60, e gli scivoli sono bloccati) e il tasso di personale affetto da inidoneità alle mansioni (supera il 10%), situazione particolarmente difficile per un ente dedicato a interventi di carattere operativo.
Le dichiarazioni del commissario straordinario, il direttore del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari Giuseppe Pulina, hanno sollevato un polverone. Il sindacato è sceso sul sentiero di guerra ma attende l'incontro ufficiale - anche con l'assessore all'ambiente - fissato per dopodomani. Efisio Arbau (La Base) ha sottolineato che «la questione deve essere ancora affrontata in maggioranza, e che non è tempo di nuovi dirigenti e assunzioni». Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha annunciato che il gruppo, nei prossimi giorni convocherà il commissario «per farci raccontare della situazione dell'ente e delle sue intenzioni. Ci aspettiamo che presenti un piano alla Giunta e alla maggioranza. Mancano dirigenti? Vediamo». Antonio Solinas (Pd), presidente della Commissione consiliare ambiente, sottolinea: «Se vogliamo realmente riformare l'Ente Foreste, renderlo efficiente e produttivo, dobbiamo dargli un po' di testa, i dirigenti servono, c'è poco da fare - risolvere tutte le questioni sulle mansioni superiori e stabilizzare i precari». Il fatto è che questo discorso le istituzioni sarde lo fanno dal 2001 e niente è cambiato. Anzi. In una seduta del 23 luglio dell'anno scorso, il Consiglio traccia un lungo bilancio impietoso «sulla gravità politica e gestionale dell'ente», e alla fine, non emerge nessuna responsabilità precisa.
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra (Pagina 23 - Edizione OR)
Ulassai
Borse di studio
 
Un aiuto economico per i bravi studenti universitari. Il Comune ha pubblicato un bando per le borse di studio rivolto ai giovani studenti, residenti a Ulassai, che si siano dimostrati particolarmente capaci e meritevoli. I rimborsi vanno dai 1500 ai 2500 euro. È previsto inoltre un premio speciale per i neolaureati che abbiano conseguito una laurea quinquennale o di primo livello più la specialistica. Le borse di studio verranno erogate in diverse percentuali a seconda del reddito familiare certificato. I termini per la presentazione delle domande scadono il 26 novembre 2014. Ulteriori informazioni sul sito del Comune. ( m. ch. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Lettere al microscopio, dibattiti e seminari
Sino a fine mese un ciclo di venti appuntamenti organizzato dall’Università di Sassari
 
SASSARI Da oggi al 28 novembre il dottorato in Lingue, letterature e culture dell'età moderna e contemporanea, la scuola di dottorato in Scienze dei sistemi culturali e il dipartimento di Scienze umanistiche e sociali organizzano un ciclo di lezioni e seminari. La sede è quella della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università, in via Roma. Tra i partecipanti: Alfonso Berardinelli, Antonio Delogu, Luigi Frudá, Alberto Merler, Slim Mesfar, Jan Koenderink, Massimo Onofri, Sandra Petrignani, Maria Prezioso, Simonetta Sanna, Sylvain Trousselard. Tutte le lezioni sono aperte al pubblico. Si comincia oggi alle 13 con la relazione inaugurale di Antonio Delogu: “Posizioni del pensiero rispetto all'oggettività: prolegomeni tra filosofia e letteratura” (aula Dostoesvkij). Alle 18 la prima delle due lezioni che Alfonso Berardinelli, uno dei più importanti critici letterari italiani, terrà sul tema: “La poesia europea moderna e contemporanea. Ricognizioni e polemiche” (aula Lessing). La seconda è fissata per domani, sempre alle 18 e sempre in aula Lessing. Dopodomani, invece, Massimo Onofri terrà una lezione intitolata “Linee di storie della prosa italiana dal 1970 a oggi” (aula Lessing dalle 18). Da segnalare, mercoledì 26 alle 18 in aula Lessing, l’incontro con Sandra Petrignani sul tema: “Marguerite Duras e la cultura europea. Dialogo con Massimo Onofri”. E giovedì 27 alla 11,30 in aula Mameli la lezione di Simonetta Sanna su “Leggere la violenza”.

Questionnaire and social

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