RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
Da domani a Cagliari un convegno sulla studiosa, madre di Italo Calvino
Lo sguardo di figlio non le ha reso giustizia, cristallizzandola nell’immagine di «maga buona che coltiva gli iris». È vero, nel ritratto ci sono potenti riferimenti all’Orlando Furioso e al fiore della conoscenza, ma Eva Mameli Calvino era molto di più di una “maga buona” della Stazione Sperimentale di Floricoltura di Sanremo. Era un’esperta microscopista, capace di seguire ai Caraibi, un agronomo, Mario Calvino, uomo affascinante di cui sa pochissimo, e sposarlo; il suo senso pragmatico del vivere le suggerisce di scrivere una lettera al Duce, quando capisce che la carriera accademica è pregiudicata dalla distanza tra Cagliari e Sanremo. È una sarda che mette a frutto il dono dei genitori: avere curiosità per altri orizzonti e coltivare rapporti, che inesorabilmente si intrecceranno con gli accadimenti storici del tempo, la prima guerra mondiale e il fascismo.
RETTORATO E CITTADELLA
Muffe e microscopi: una sassarese fuori dal comune a torto messa in ombra
“Eva Mameli Calvino, itinerario al microscopio” è il tema del convegno in programma a Cagliari domani e venerdì, a cura dell’Università di Cagliari e del Centro di iniziativa democratica. La prima giornata di lavori si terrà, alle 16, nell’Aula magna del Rettorato. Dopo l’intervento di Pietro Maurandi (Cid), seguiranno le relazioni di Paola Govoni (Università di Bologna) su “Il caso dei Mameli Calvino: dal mito alla storia” e di Eugenia Tognotti (Università di Sassari) che parlerà delle “Donne nell’Università italiana tra ’800 e ’900”. Giancarlo Nonni (Università di Cagliari) ci porterà negli “Ambienti accademici della prima metà del ’900”, mentre Annalena Cogoni (Università di Cagliari) parlerà di Eva Mameli Calvino e della sua esperienza all’Orto Botanico di Cagliari. Il giorno successivo si inizia alle 9 nell’aula “Roberto Coroneo”, alla Cittadella dei Musei. Durante i lavori coordinati dal professor Nonnoi, Maria Cristina Secci affronterà il tema “Dalla Sardegna all’America latina con microscopio e famiglia”; Mauro Ballero parlerà dell’attività scientifica di Eva Mameli Calvino e Micaela Morelli si soffermerà su “Donne e scienza, l’esempio della Calvino”. I relatori sono docenti dell’Università di Cagliari. La voce della Liguria sarà quella della Direttrice della Biblioteca di Sanremo, mentre il giornalista Giacomo Mameli ricorderà la figura dello scienziato Floriano.
L’iniziativa intende approfondire la figura della botanica sassarese e di altre donne scienziate negli atenei sardi a cavallo tra Otto e Novecento e contribuire al superamento dell’immagine frammentaria nella quale Eva Mameli è oggi intrappolata, riportando alla luce il suo profilo più autentico, facendola uscire dal cono d’ombra che la sovrastante figura del figlio, Italo Calvino, ha proiettato su di lei.
Sempre domani (alle 20, al Ghetto, Sala delle mura in via Santa Croce 18) si terrà lo spettacolo “Eva Mameli Calvino. Il baule dei ricordi”, adattamento e regia di Marco Parodi con Elena Pau. Il programma si può consultare sul sito web Sardoa-La Sardegna e le scienze, www.sardoa.eu
2 - L’Unione Sarda di mercoledì 5 novembre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 14 - Edizione OR)
Un milione all’Università
Una promessa è stata mantenuta. E 1 milione di euro è stato accreditato dalla Regione al Consorzio Uno, come aveva garantito il presidente Pigliaru durante la sua visita in città. Si tratta di risorse che si riferiscono al 2103 (non sono materialmente disponibili, ma sono state assegnate) e che non bastano. O meglio non risolvono i problemi dell’università oristanese visto che non si sa nulla delle risorse per il 2014. La Giunta regionale ha approvato la riduzione del fondo unico per le sedi universitarie decentrate (da 6 milioni si passa a 4 e mezzo) e adesso bisognerà aspettare la ripartizione di quelle somme. Studenti, docenti e la dirigenza del Consorzio avevano lanciato l’allarme per il rischio di dover ridimensionare i corsi. ( v. p. )
Io, lo scienziato
L’editoriale dell’americano Revolution of Beauty del 18 settembre - tradotto da Rosella Zoccheddu - è dedicato allo scienziato Graziano Pinna.
Chi è allegro campa cent’anni
Si intitola “In Sardegna, regione campionessa mondiale di longevità, regna il buon umore” l’articolo di Paloma Oliveto pubblicato il 9 luglio e tradotto da Massimo Caregnato.
SCIENZA ED ETICA I CONFINI NELLO SPORT
Il risvolto è doppio: da un lato elettronica e informatica ci aiutano a monitorare le prestazioni; fibre sempre più leggere diventano pelle per sfidare la resistenza dell’acqua e racchette dei tennisti si fanno flessibili. Dall’altro c’è chi ha usato tutti i saperi della scienza per avere un fisico capace di sopportare tutto, tranne le regole limpide dello sport. A raccontarci come le prestazioni sportive siano in bilico tra scienza ed etica saranno questa mattina alle 9 nella sala conferenze dell’Exma’ Alessandro Donati, consulente del World Anti Doping Agency e di Francesco Marcello del Comitato Scientifico Chinesiologi.
LA CULTURA SALVERÀ L’ECONOMIA
Il quesito, retorico, è se con la Cultura si mangia. E dato che è certo che con la Cultura non solo ci si può sostentare ma persino reggere intere economie nazionali, allora la vera domanda è: qual è la strada perché le attività culturali possano essere il pilastro del Bel Paese? Una o più risposte proverà a darle il convegno della seconda edizione di Éntula, il festival letterario diffuso che da luglio a fine novembre fa tappa in trentuno comuni della Sardegna per conto dell’associazione Lìberos. Si parte con un’anteprima dopodomani a Cagliari e poi, insieme al Consorzio Due Giare, ci si sposta sabato e domenica a Villa Verde nello spazio Move the Box.
Lingua blu, stop agli allarmismi
Appello dalla Regione: «È il momento di combattere insieme»
Allarme Lingua blu? Macché. «Anzi», dice l’assessore alla Sanità Luigi Arru. Se non tranquilla, la situazione è «incoraggiante». Quest’anno sono stati registrati appena 8 focolai, 15 i capi morti e/o abbattuti. Tutto merito di una vaccinazione di massa (l’80 per cento degli ovini), in tempo utile per rimediare alla «catastrofe» dell’anno scorso. Quando effettivamente «ci siamo distratti», completa il discorso l’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi. Il verbo è bonariamente collettivo, ma non coinvolge chi ha governato la Regione dopo il disastro. E comunque non è tempo di rimpianti: ora bisogna viaggiare uniti, perché «abbiamo intelligenza e forze per fare bene», aggiunge Arru. Appello rivolto anche al leader del movimento dei pastori sardi, Felice Floris, l’unico a intervenire in un dibattito post-relazioni che non decolla.
LA LINGUA BLU ADESSO NON FA PIÙ PAURA Nel 2014 solo 8 focolai. Un record dopo il primato negativo del 2013. Si punta su nuovi vaccini e trappole a led
di Felice Testa
CAGLIARI La Blue Tongue è un flagello che colpisce le campagne della Sardegna da 14 anni. Una catastrofe che, tradotta in cifre, significa 750mila capi di bestiame morti, 22mila focolai rilevati, perdite economiche per oltre 175 milioni di euro e un danno al patrimonio genetico ovino ancora tutto da valutare. I dati, presentati da Marco Pittau in apertura del convegno «La febbre catarrale degli ovini», promosso, a Cagliari da Regione e Laore, parlano di un durissimo colpo dato al più importante comparto zootecnico dell’isola. Un’epidemia che ha avuto il suo apice nel periodo tra il 2000 e il 2002, alcuni anni di pausa, fino a una recrudescenza nel 2013, con un picco che si avvicina al record di inizio millennio. Un’importante remissione di focolai e di decessi di animali si è registrata nel 2014, sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru. «Nel 2014 – precisa - gli ovini morti sono stati 15, i focolai 8. Nel 2013 ci sono stati 113.769 decessi e 15.777 focolai. Dal nostro insediamento abbiamo agito tenendo conto dell’emergenza, mettendo a disposizione per tempo i vaccini, istituendo un tavolo con l’assessorato all’Agricoltura. Non ci sono stati effetti collaterali né sulla qualità del latte né sulle nascite. Quello che ora occorre fare è confrontarci senza pregiudizi, sapendo che è una battaglia da condurre insieme. Le malattie e le epidemie sono internazionali e non un fenomeno sardo. Il convegno di oggi lo ha dimostrato, indicando le aree di diffusione del virus della Lingua Blu nel mondo». La battaglia contro la Blue Tongue è tutt’altro che vinta, il virus non è stato debellato ma ci sono nuove speranze e una diversa consapevolezza del percorso da fare. La via maestra, secondo Polly Roy, docente alla London School di igiene e medicina tropicale, considerata una delle massime virologhe viventi, resta quella della vaccinazione. «Il virus della Blue Tongue – spiega – è partito agli inizia del ’900 dal Sud Africa e si è esteso, praticamente a tutti i paesi del mondo, ed è presente con 25 sierotipi diversi. Il nostro laboratorio ha elaborato un vaccino sintetico, il Vlp, che imita il virus ma non contiene materiale genetico e non si replica nell’animale. Attraverso un cocktail di vaccini riusciamo a colpire tutti i sierotipi esistenti. Abbiamo fatto tesoro degli errori del passato e il Vlp offre una protezione totale, senza effetti collaterali». Altre soluzioni sembrano, tuttavia, possibili, in una logica di lotta integrata. Tra le armi possibili quella illustrata da Anna Liscia, del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente, dell’università di Cagliari. Il team dell’università di Cagliari ha elaborato un sistema di trappole a luce, innescate con Kairomoni, ormoni sessuali degli insetti. Un metodo che ha dato risultati positivi nel controllo della popolazione di Culicoides e che ha il pregio di costare poco e di avere un impatto ambientale praticamente nullo. La tecnica proposta dall’università di Cagliari, piace al Movimento dei pastori sardi: «Il problema - dichiara Felice Floris, leader del Mps - è ridurre il numero degli insetti. Qualunque cosa non sia il vaccino, per noi allevatori va benissimo. Le trappole hanno il vantaggio di essere pulite, ecologiche senza danni per l’ambiente». Il vettore del virus della Blue Tongue, il moscerino Culicoides, è un pezzo di preistoria vivente: «Ha fatto la sua comparsa 94 milioni di anni fa – precisa Miguel Angel Miranda Chueca, zoologo, docente dell’Università delle isole Baleari – e già allora, probabilmente succhiava il sangue dei dinosauri. Il controllo dei Culicoides è difficile, non esistono prodotti specifici, solo insetticidi generali. I repellenti si sono rivelati efficaci in laboratorio ma non sul campo. Per combatterlo dobbiamo conoscere sempre meglio questo insetto, solo così sarà possibile intervenire in modo efficace». La proposta di un programma di controllo integrato ai vettori della Blue Tongue, viene presentato da Gavino Delrio, professore emerito di entomologia, del dipartimento di agraria dell’università di Sassari: «La ricerca - afferma - deve avere come obiettivo lo studio delle specie vettrici, il rilevamento dei siti di sviluppo larvale, la sperimentazione di tecniche di lotta. Deve puntare a fornire informazioni agli allevatori per la gestione igienica delle aziende e per la riduzione dei focolai larvali e la lotta diretta contro adulti e larve dei Culicoides». A conclusione del convegno, l’assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, lancia un appello all’unità: «Quello che è accaduto nel 2013, non dovrà più ripetersi. Vogliamo creare un nuovo percorso in un clima di collaborazione e con un approccio collettivo al problema».
9 - La Nuova Sardegna di mercoledì 5 novembre 2014 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
Cagliari, oggi seconda giornata del festival. Incontri, laboratori e spettacoli all’Exmà e a Monte Claro
LA SCIENZA CI AIUTA, DALLA PITTURA ALLO SPORT
CAGLIARI “Prestazioni sportive, tra scienza ed etica” è il tema incandescente che apre stamane alle 9, nella sala delle conferenze dell’Exmà. la seconda giornata del festival della Scienza apertosi ieri con decine e decine di appuntamenti, tra laboratori, incontri, forum e spettacoli dedicati al tema “La scienza ci aiuta” scelto da Cienaza e società organizzatrice della manifestazione alla quale partecipano studiosi e docenti universitari aperta al mondo della scuola sarda con la partecipazione di centinaia di classi e scolaresche provenienti da tutta la Regione. A parlare di sport e doping sarà un esperto di prim’ordine come Sandro Donati, ex atleta e attualmente consulente del Wada (cioè World Anti Doping Agency). Con lui si confronterà Francesco Marcello del comitato scientifico Unione nazionale Chinesiologi. Nello stesso spazio dell’Exmà, al pomeriggio si parlerà invece di qualcosa di più rilassant: “Yoga della risata” con Carla Naitza e Alessandro Lauricella, Risorse Più Team. Costoro racconteranno le origini, la storia e le caratteristiche dello Yoga della Risata, una tecnica che combina esercizi di respirazione con esercizi di risata stimolata. Tra i numerosi appuntamenti in programma all’Exmà sono da segnalare anche il dibattito sulla bioetica Scienza e società: ricerca e etica (alle 10.30) condotto da Maria Del Zompo, Ordinario di Farmacologia all’Università di Cagliari, rivolto agli studenti dell’ultimo triennio scuole superiori e studenti universitari. Alla stessa ora, ma nell’Aula didattica, animazione con il fisico Bruno Brunetti e l’attore e regista Gaetano Marino in “Il Misterioso dottor Beep beep, ovvero, l’imprevedibile caso del professor Coyote”. Nella Sala conferenze alle 18 si rende conto della chimica e l’evoluzione della pittura con Adriano Zecchina. Alle 21, va in scena lo spettacolo “Per giove! Spazio e asteroidi”, a cura di Ignazio Porceddu dell’Osservatorio astronomico di Cagliari e gli attori Elio Turno Arthemalle e Felice Colucci. Al Parco di Monte Claro, da seguire due incontri nella sala polifunzionale. “L’architetura delle cose”, alle 16.30, seminario di Davide Peddis, dell’Istituto Struttura della materia Cnr di Roma che propone un viaggio nella fisica dello stato solido. Due ore dopo si parlerà de “L’esplorazione degli oceani e la geologia dei fondali marini” con Giovanni De Falco del Cnr. Si potrà assistere alla presentazione delle esplorazioni dei fondali marini dall’invenzione del Sonar alla spedizione tedesca Meteor con la scoperta della grande catena montuosa sottomarina, la dorsale medio atlantica, a oggi con i moderni ecografi multifascio e le tecnologie geofisiche (w.p.)
10 - La Nuova Sardegna di mercoledì 5 novembre 2014 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
«ECCO CHE COSA MI PIACE DEI CINEPANETTONI» Alan O’Leary, università di Leeds, ha spiegato la sua ricerca agli studenti di Sassari: da Fellini a Christian De Sica e Grimaldi
di Fabio Canessa
SASSARI Docente all’università di Leeds in Inghilterra, ma irlandese come si può intuire dal cognome e come tiene a specificare lui stesso, Alan O’Leary è stato protagonista nei giorni scorsi a Sassari di un ciclo di lezioni sul cinema italiano. “Visti da fuori” il titolo degli incontri organizzati dal Dipartimento di scienze umanistiche e sociali e dalla scuola di dottorato in scienze dei sistemi culturali e lingue, letterature e culture dell’età moderna e contemporanea. Tra gli argomenti toccati da O’Leary, particolare spazio ha avuto il genere di film che rientrano nella categoria ormai conosciuta come quella dei cinepanettoni che il docente irlandese ha studiato in maniera approfondita. Perché i cinepanettoni? «Semplicemente perché si tratta di un fenomeno che ha avuto grande successo al botteghino e nessuno lo aveva preso in considerazione. Questi film hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico ed era il momento di studiarli». Che tipo di ricerca ha fatto? «Per capire un fenomeno bisogna avere un approccio fenomenologico. Prendere sul serio i gusti degli altri, mettere da parte il giudizio di qualità. Ho pubblicato un libro sui cinepanettoni e ho intervistato per esempio Christian De Sica, registi come Neri Parenti, sceneggiatori come Fausto Brizzi e Marco Martani, fan e critici del filone. È stata una ricerca interessante». Ma questi film sono arrivati pure in Gran Bretagna? «No, sostanzialmente i cinepanettoni non vengono distribuiti all’estero. Solo alcuni hanno girato un po’. Per esempio “Natale sul Nilo” è arrivato in Spagna». E quindi che tipo di cinema italiano può vedere chi vive per esempio a Leeds, dove lei insegna? «Non arriva molto, anzi pochissimo in sala. Un po’ il cinema di certi autori, come Sorrentino o Moretti. Però è interessante il fatto che ormai anche in tv danno delle serie italiane tipo “Gomorra” e “Romanzo criminale”». Conosce anche film di registi sardi? «Qualche film di Antonello Grimaldi che ho conosciuto qualche anno fa al festival Pensieri e parole dell’Asinara». Lei viene da un’altra isola poco abitata come l’Irlanda. Com’è la situazione cinematografica del suo Paese? «Non c’è una grande industria cinematografica. Qualche regista più conosciuto come Neal Jordan e piccoli film che ha volte hanno successo anche internazionale, come qualche anno fa “Once”. Ma devo dire che in fondo non sono un gran esperto, mi interessa di più il cinema italiano». E quali sono stati i film che hanno fatto nascere questa sua passione per il cinema italiano? «Ricordo la prima volta che ho visto “L’avventura” di Antonioni, ma anche “Roma città aperta” di Rossellini. E poi “Aprile”, “Caro diario”, “Palombella rossa” di Moretti». Il suo film preferito? «Se devo scegliere, il mio film preferito in assoluto e “Otto e mezzo” di Fellini». È ancora molto forte il mito di Fellini all’estero? «Sì, anche troppo. Alcuni colleghi, soprattutto americani, non vogliono parlare di altro. E su questo sbagliano secondo me. Bisogna studiare anche gli altri aspetti che sono stati trascurati». E lei dopo i cinepanettoni cosa studierà ? «Mi interessa il rapporto tra cinema e storia. Prima di buttarmi sui cinepanettoni avevo fatto una ricerca sulla rappresentazione del terrorismo in Italia, sugli anni di piombo, e ora stiamo sviluppando, io e alcuni colleghi, un grande progetto in cui cerchiamo di guardare di nuovo e ad ampio raggio il rapporto tra cinema italiano e storia del Paese».
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR