Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 November 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
MEDICINA. Annuncio a sorpresa del ministro dopo la mobilitazione
Test sbagliati, indietro tutta: prove salve, niente ripetizione
Spese, mesi di preparazione, frustrazioni. Un danno incalcolabile e il ministro ha ascoltato: le prove per l'ingresso alle scuole di specializzazione di Medicina non saranno ripetute. Annullato l'annullamento. Un sollievo generale l'annuncio - ieri a tarda sera - del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, dopo il parere dell'Avvocatura dello Stato e la riunione della Commissione nazionale incaricata in estate di validare le domande dei quiz. In pratica, sono state «neutralizzate» due domande considerate «non pertinenti». Da qui il ricalcolo dei punteggi. Test validi, scongiurata la ripetizione del “concorsone”.
Salvo altri colpi di scena, è la soluzione più invocata. «Grave anomalia», aveva detto eufemisticamente il ministero: un “semplice” scambio di domande fra le prove del 29 e quelle del 31 ottobre nelle aree Medica e Servizi clinici. «Grottesco» il commento generale. Grande imputato il Consorzio interuniversitario incaricato della gestione. Per capire bene «di cosa stiamo parlando, oggi un medico senza specializzazione è come se non si fosse laureato», ricorda il presidente dell'Ordine dei medici di Cagliari, Raimondo Ibba.
Un passaggio vitale. Che stavolta ha coinvolto più di undicimila giovani per cinquemila borse. Nell'Isola, tra i laureati delle università di Cagliari e Sassari, si stimano circa 400 candidati. L'errore e la cancellazione sembravano un modo perfetto «per tagliare le gambe». Soprattutto in una regione «dove c'è un preoccupante problema di occupazione», sottolinea Carlo Piredda, vicepresidente della sede di Cagliari dell'associazione di categoria Sigm: «È in continuo aumento il numero dei giovani medici che lasciano la Sardegna per trovare lavoro all'estero». Uno spreco incredibile: «Lo Stato spende soldi per far laureare i giovani, creare medici e consegnarli alle altre nazioni». Conseguenza della mancanza di pianificazione: «Si insiste a non individuare le figure che servono realmente», a non programmare «il fabbisogno dei prossimi anni».
Nelle università sarde l'atteggiamento è stato subito d'attesa: «Noi non abbiamo avuto un ruolo», ha constatato il preside della facoltà di Medicina, Paolo Contu. «Ci adegueremo a quanto stabilirà il ministero», hanno aggiunto da Sassari. Mentre in tutto il Paese è scattata la mobilitazione: note delle forze politiche, proteste delle associazioni dei medici e dei consumatori, annunci di class action, ricorsi e denunce. È ancora in programma domani a Roma una manifestazione davanti al Miur (a Cagliari, alle 11, incontro all'Ordine dei medici). Ovviamente il ministro spera che ora le acque si calmino. Il Sigm - ma la richiesta si è levata da più parti - ha proposto di «convalidare» in tutto o in parte i quesiti nell'area medica e dei servizi e il Miur ha trovato la soluzione. L'«anomalia» è stata aggiustata, ma c'è un sistema da cambiare.
Roberto Cossu


 
 
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2 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
EVA MAMELI CALVINO
Alla figura della scienziata Eva Mameli Calvino è dedicato il convegno di giovedì e venerdì prossimi, curato dall'Università e dal Centro di iniziativa democratica. Lavori giovedì dalle 16 in Rettorato, venerdì dalle 9 alla Cittadella dei musei.


 
 
 
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3 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Cultura (Pagina 35 - Edizione CA)
CONFERENZA. Università di Bogotà
Marrocu racconta Angioy e la Sardegna
Revoluciones de periferia: “Giommaria Angioy y la Revolución Sarda (1793-1796)” è il tema della conferenza che lo storico Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea all'Università di Cagliari terrà giovedì 6 prossimo al Centro de Estudios en Historia di Bogotà in Colombia. L'appuntamento è alle 16 nel Salón G-401 Universidad Externado de Colombia.
Marrocu è autore di numerosi articoli sul pensiero Fabiano, sul movimento dei lavoratori inglese e la Sardegna contemporanea.
Tra gli altri lavori dello storico bisogna segnalare “Laburismo e trade unions” (1981); “Il modello laburista” (1985); la introduzione alla prima tradizione italiana dei “Saggi fabiani” (1990); “Procurad' 'e Moderare. Racconto popolare della Rivoluzione sarda”, 1793-1796 (1996), biografia di “Beatrice Webb. Il salotto della signora Webb”, 1992 e “Georges Orwell. Orwell, La solitudine di uno scrittore”, 2009. Luciano Marrocu è anche romanziere.


 
 
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4 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Economia (Pagina 9 - Edizione CA)
Carta Uniss
Una tessera milleusi per studenti universitari
Una tessera dai mille usi. Partirà domani la distribuzione della nuova Carta Uniss destinata gratuitamente a 14.000 studenti dell'Università di Sassari e realizzata in collaborazione con il Banco di Sardegna.
La scheda sarà il riferimento dell'amministrazione dell'Università e dell'Ersu di Sassari per l'accreditamento delle borse di studio, delle borse Erasmus, dei rimborsi delle tasse, pagamenti e incentivi vari. «La carta multiservizi è stata voluta dall'Università», ha confermato il rettore Attilio Mastino. Una novità accolta con entusiasmo soprattutto per facilitare l'accesso ai servizi offerti dall'Ateneo ai propri iscritti, a cominciare da quelli della biblioteca fino ad arrivare, dal 2015, al riconoscimento dello studente durante l'utilizzo del servizio mensa.
La Carta Uniss sarà inoltre associata a un vero codice Iban per effettuare le principali operazioni bancarie, compreso l'accesso al servizio di internet banking Smart Web. Gli iscritti più meritevoli riceveranno così la somma di duecento euro. Sarà a breve l'Università, via sms e mail, a comunicare agli iscritti quando presentarsi agli sportelli del Banco di Sardegna per il ritiro e l'attivazione gratuiti della Carta.
La collaborazione dell'istituto di credito al mondo accademico per ora si limiterà soltanto al capoluogo sassarese, ma non si esclude in futuro non lontano l'attivazione degli stessi servizi anche per gli studenti dell'Ateneo cagliaritano. ( lu. ma. )


 
 
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5 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
ERSU. Oggi un incontro
Erasmus+, gli studenti all'estero
Un'esperienza all'estero arricchisce il bagaglio culturale dei giovani: non solo per il fatto che imparano o perfezionano la conoscenza di una lingua straniera, ma perché si confrontano con altre mentalità. Proprio il programma Erasmus+, più in particolare il Servizio volontario europeo, saranno spiegati nel dettaglio oggi alle 16.30 nella sala conferenze dell'Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario, che organizza l'iniziativa assieme all'associazione Tdm 2000), al settimo piano della sede amministrativa, nel corso Vittorio Emanuele 68.
L'incontro, secondo di un ciclo di iniziative organizzate dallo Sportello Sim nell'ambito del servizio “Student jobs”, sarà l'occasione per presentare tutte le opportunità e i bandi presenti a livello locale e fornire informazioni e supporto a chi si appresta a fare un'esperienza di mobilità all'estero.

 


 
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6 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
BUONCAMMINO. Il direttore: tutto pronto a dicembre. La protesta dei sindacati
Carcere, slitta la chiusura
La denuncia: a Uta cantieri aperti e assenza di collaudi
Infiltrazioni, mancanza di collaudi. Per non parlare dell'assenza di linee telefoniche e cattiva gestione degli agenti. Il conto alla rovescia per il trasferimento dei detenuti da Buoncammino al nuovo istituto di pena di Uta è già iniziato, ma il percorso non è affatto in discesa.
L'AFFONDO «Il carcere di Uta è ancora un cantiere, dove è impossibile far convivere in sicurezza agenti, reclusi, civili e volontari. L'apertura del nuovo penitenziario, come in un Risiko, coinciderebbe con la chiusura degli istituti di Macomer e Iglesias e la scuola di Monastir. Vogliamo chiarezza. Che fine faranno gli agenti che lavorano in quelle strutture?», si chiede Michele Cireddu della Uil che, con le altre sigle sindacali, annuncia battaglia: «Organizzeremo un sit in di protesta sotto gli uffici di via Tuveri».
 DICHIARAZIONE DI GUERRA «Nel nuovo carcere di Uta non c'è traccia di collaudi, di certificati di prevenzione antincendio e dell'obbligatorio certificato di agibilità». Lo denuncia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che parla della struttura come di «un pozzo senza fondo. Il quadro finanziario di questo carcere ha raggiunto l'esorbitante cifra di 94,5 milioni di euro, a fronte di una disponibilità per euro 89,8 milioni». Pili annuncia battaglia: «Ho inoltrato al ministero della Giustizia la richiesta di accesso agli atti per le procedure di certificazione e collaudi e una diffida a ottemperare a tutti gli obblighi di legge in materia di sicurezza per edifici pubblici. Analoga richiesta di accesso agli atti ho inoltrato al comune di Uta, alla Asl e al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco. Non si può operare con tanta spregiudicatezza sulla pelle dei lavoratori e degli agenti penitenziari».
 NIENTE TELEFONI A rincarare la dose si aggiunge Maria Grazia Caligaris dell'associazione Socialismo, diritti riforme che denuncia «l'assenza di linee telefoniche nell'area sanitaria del Villaggio penitenziario di Uta. Non sono stati ancora ultimati i lavori non solo dell'ala destinata ai detenuti sottoposti al regime duro del 41 bis ma anche di quella sanitaria. Ci sono anche problemi irrisolti nel seminterrato a causa delle infiltrazioni d'acqua che richiedono l'utilizzo di pompe».
 IL DIRETTORE «Se tutto fila liscio la data di apertura è fissata per i primi di dicembre», il direttore Gianfranco Pala è cauto. «A giorni le ditte che stanno realizzando il carcere chiederanno i nulla osta ai Vigili del fuoco. Aspetto anche che mi dicano dove trasferire 80 detenuti in eccedenza. Solo dopo potremo pianificare con la prefettura il trasferimento a Uta».
 IL FUTURO «Bar, ristoranti, musei, spazi per gli studenti. L'importante è che Stato, Regione, Comune e Università trovino un accordo anche con i privati per mettere a disposizione della città il carcere di Buoncammino». Il sindaco Massimo Zedda pensa al futuro dell'immensa struttura sull'omonimo colle. «Va inserita in un piano di utilizzo che rispetti i vincoli».
Andrea Artizzu
 
 
L’UNIONE SARDA
 
7 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
POLICLINICO
L'Azienda mista è già nell'era digitale
Il giusto farmaco, somministrato al paziente giusto nella giusta dose e al giusto orario; il tutto registrato in maniera corretta. È la prospettiva offerta da una gestione informatizzata della distribuzione dei medicinali in un ospedale. Funziona così: il medico fa la sua prescrizione su un tablet, in Farmacia arriva in tempo reale, e da quel momento il prelievo del farmaco dagli armadi informatizzati, la distribuzione nei reparti tramite carrelli dotati di computer e la somministrazione (il paziente è identificato da un braccialetto con codice a barre) sono seguiti passo passo da un software.
Se ne è parlato una settimana fa al Policlinico di Monserrato: l'azienda ospedaliero-universitaria, dopo una sperimentazione in due reparti, ha annunciato l'entrata a regime del sistema. Il software dialogherà con il Sisar, il sistema informativo sanitario regionale. Un passo decisivo, secondo l'assessorato regionale alla Sanità, sarà arrivare all'adozione della cartella clinica elettronica di reparto. (m. n.)

 
BROTZU. «Questa decisione peserà sul futuro, va al di là dell'ordinaria amministrazione»
Farmaci, milioni e polemiche
Distribuzione informatica, appalto per nove anni: Uil critica
Nuovo fronte di tensione fra azienda e sindacati al Brotzu. Non bastasse la questione dell'ufficio tecnico, già al centro di una vertenza che ha portato alla proclamazione di uno sciopero, ecco scoppiare la grana Farmacia: una decina di giorni fa, i vertici dell'azienda hanno firmato il contratto di servizio con la ditta Ingegneria biomedica Santa Lucia, di Piacenza, che gestirà un sistema di distribuzione automatica dei farmaci nel più grande ospedale della Sardegna. Un servizio che, affidandosi a computer e lettori ottici, seguirà passo passo il percorso di ogni singola dose di medicinali dagli armadi della Farmacia al letto del paziente e dovrebbe garantire l'abbattimento sia degli errori di prescrizione e trascrizione sia (fattore tutt'altro che secondario) delle spese. Un contratto milionario (la base d'asta era di 15,6 milioni di euro) e a lunga durata: nove anni.
FRETTA Alla Uil, sempre più critica verso il direttore generale Antonio Garau, la faccenda non piace: «Non si capisce il motivo di tanta fretta», attacca Attilio Carta. «È inopportuno che un impegno così a lunga durata venga assunto da un'amministrazione a fine mandato (i commissariamenti di tutte le aziende sanitarie sarde vengono dati per imminenti, ndr) , impegnando l'amministrazione che verrà, anche in prospettiva di un ventilato accorpamento del Microcitemico e dell'Oncologico al Brotzu. Inoltre si è fatta una sperimentazione scientifica seria? Chi ha redatto la relazione finale da cui si evince un evidente e consistente risparmio nella gestione complessiva del farmaco? L'assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, che mesi fa invitò tutti i vertici delle Asl in carica a limitarsi all'ordinaria amministrazione, ha dato il suo assenso?»
 TRACCIABILITÀ La gara era stata bandita lo scorso febbraio e aggiudicata lo scorso luglio. Così come è successo all'azienda mista (dove la settimana scorsa è stata annunciata l'entrata in funzione di un sistema del tutto analogo a quello del Brotzu e che sarà gestito da un'associazione temporanea di imprese di cui fa parte la stessa Ingegneria biomedica Santa Lucia), la gara del Brotzu recepisce gli indirizzi dettati dalla Corte dei conti, che ha lanciato l'allarme sull'incremento della spesa sanitaria nell'isola, arrivando a ipotizzare responsabilità per procurato danno erariale. Tra sindacato e azienda c'è accordo sui principi di base: razionalizzazione della spesa farmaceutica, tracciabilità del percorso del farmaco, dalla prescrizione (che deve essere appropriata) alla somministrazione (che deve essere accurata), ricorso all'informatizzazione del processo anche con sistemi di identificazione del paziente con codice a barre. La divisione è sull'applicazione pratica data a quei principi.
 FATTORE UMANO «Il sistema adottato dai vertici aziendali - prosegue Attilio Carta - offre più ombre che luci: l'informatizzazione va bene, ci mancherebbe altro, ma non si può affidare tutto ai computer. Noi avremmo preferito qualche farmacista in più, in ospedale: la nostra proposta era di avere un farmacista per ogni reparto, in modo da garantire l'appropriatezza della prescrizione. Invece con questo sistema già si sente parlare di esuberi».
 DEPOTENZIAMENTO A dar fastidio al rappresentante dei lavoratori è anche il depotenziamento della Farmacia del Brotzu, attualmente diretta da Michela Pellecchia: «Era nata come centro d'eccellenza, destinata a fare sperimentazione, a lavorare in coordinamento con l'università. Anni fa - ricorda Carta - confezionava le sacche di nutrizione personalizzate, calibrate sulle esigenze alimentari di ciascun paziente: un modello che si pensava di estendere agli ospedali di tutta la provincia. Invece poi, proprio come per l'ufficio tecnico, abbiamo assistito a un sistematico smantellamento».
Marco Noce
 
 
 
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8 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Speciale (Pagina 1 - Edizione IN)
In otto puntate
Una storia appassionante
Anthony Muroni
lla Sardegna degli anni Duemila non serve una nuova mitopoiesi ma una seria presa di coscienza sulla sua identità. Siamo infatti convinti che la storia non si fa creando leggende ma analizzando emergenze archeologiche e reperti, provvedendo poi a contestualizzarli e a renderli compatibili col periodo al quale risalgono. Anche per questo L'Unione Sarda ha scelto un approccio filologico, programmando la pubblicazione di otto inserti settimanali - ogni martedì - dedicati ai Giganti di Mont'e Prama. Nelle pagine curate dal vicedirettore Carlo Figari intendiamo dar voce agli addetti ai lavori, fornendo ai lettori (anche a quelli poco avvezzi alle letture di testi accademici) i più semplici e necessari strumenti per avvicinarsi alla scoperta.
Lo vogliamo fare in questo modo per mettere tutti al riparo da strumentalizzazioni di carattere ideologico o politico, che rischierebbero di distorcere la lettura del passato, anticipando un'interpretazione che solo la scienza potrà fornire in maniera attendibile.
Dobbiamo sapere chi erano i nostri antenati, dobbiamo disvelare la loro vera identità. E dobbiamo farlo mettendo in conto che si tratta di un passaggio fondamentale per l'inizio di un'opera di decodificazione e racconto della nostra civiltà passata, rifuggendo la tentazione di impiegare gli strumenti propri (o, peggio, quelli impropri) della storia per legittimare i bisogni identitari di un popolo che, nella costruzione di una memoria collettiva, legittimamente ambisce alla sua emancipazione.
Diamo il nostro contributo divulgativo, consci della responsabilità che essere il primo giornale della Sardegna ci assegna. Lo facciamo anche perché tutti abbiamo un compito nella gestione di questo particolare momento storico. Alla politica spetta quello di sostenere la ricerca e favorirne la valorizzazione, senza condizionare il lavoro degli archeologi. Compito delle istituzioni è anche quello di assicurare, senza altre esitazioni, tutela e fruibilità di luoghi e reperti.
Gli studiosi, dal canto loro, rifuggano la tentazione di tenere il dibattito all'interno delle università e delle soprintendenze. Devono predisporsi a rendere conto all'opinione pubblica dei loro studi e delle loro conclusioni. Se non lo facessero trascurerebbero colpevolmente le opportunità di crescita culturale, identitaria ed economica che potrebbero essere favorite dal crescente interesse che i sardi dimostrano nei confronti di scavi e scoperte.
La sfida è stata per ora raccolta dagli archeologi delle università e delle Soprintendenze, dai dirigenti dei musei di Cagliari e Cabras e del centro di restauro di Li Punti. Dunque, da chi ha lavorato negli scavi dagli anni '70 ai più recenti, nel recupero di oltre cinquemila frammenti e nell'attuale sistemazione. Leggendo i nostri inserti potrete trovare il racconto degli esperti che più a fondo hanno studiato il mistero dei Giganti: il loro contributo sul nostro giornale ci consentirà di capire meglio il valore e il significato di questo grande e unico tesoro.



 
L’UNIONE SARDA
 
9 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Speciale (Pagina 2 - Edizione IN)
Dalle origini del toponimo (con tre differenti versioni) alla simbologia delle statue di enormi dimensioni: ripercorriamo la complessa vicenda degli straordinari ritrovamenti
Intervista a Raimondo Zucca, oristanese, docente di antichità romane presso l'Università di Sassari, allievo di Peppeto Pau e Giovanni Lilliu. Ha diretto numerosi scavi in Sardegna e in Africa. Varia la sua bibliografia con un notevole numero di pubblicazioni e saggi che spaziano dall'età arcaica al medioevo. Collaboratore de L'Unione Sarda e di riviste specializzate. Direttore dell'Antiquarium arborense e organizzatore di eventi e mostre. Sin da giovane archeologo ha cominciato ad occuparsi dei ritrovamenti di Mont'e Prama, dove quest'anno ha condotto ricerche per conto dell'Università di Sassari in collaborazione con la Soprintendenza.

Il tesoro di Mont'e Prama
Gli eroi poderosi di una grande civiltà
Monte Prama, Mont'e Prama o Monti e Prama: qual è il nome più corretto?
 Il più antico autore a trattare del luogo è il padre cappuccino Salvatore Vidal che in un opuscolo ("Scudo d'oro dell'eccellenza caralitana"), stampato a Firenze nel 1641 per difendere l'idea municipalistica del primato di Cagliari (e del Capo di sotto) su Sassari (e del Capo di sopra), elenca nei salti del Sinnis l'esistenza di quaranta città distrutte, tra cui Montigu de prama, ossia "il monticello delle palme (nane)". Segue il Cabreo del Legado Pío de Cabras, nell'Archivio Parrocchiale di S. Maria di Cabras, che registra il 14 gennaio 1762, un censo dovuto per le Messe in suffragio dei defunti, garantito da beni immobili "nel luogo detto Monti Palma". Nel 1765 in un atto di accordo fra le comunità di Cabras e di Riola Monti Palma risulta citato come elemento di confine.
 Quale toponimo preferiscono gli studiosi?
 Antonio Taramelli nell'Edizione archeologica della Carta d'Italia, nell'anno 1929, menziona un nuraghe e una necropoli romana nella località Monte Prama.
A partire dal saggio "Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica", del 1977, presentando per la prima volta l'area archeologica delle statue di Monte Prama Giovanni Lilliu utilizza l'oronimo (nome del monte) Monti Prama, che continuerà a preferire in tutti i suoi scritti.
Carlo Tronchetti che diresse le campagne di scavo nel dicembre 1977 e fra il luglio e l'ottobre del 1979, utilizza nei suoi scritti la forma Monte Prama, preferita anche dagli autori (Alessandro Bedini, lo stesso Tronchetti, Giovanni Ugas e Raimondo Zucca) del volume "I giganti di pietra. Monte Prama", pubblicato nel 2012 dall'editore Fabula.
Alessandro Usai, l'archeologo della Soprintendenza archeologica che condirige gli scavi di Monte Prama, in vari suoi lavori e nella mostra "1974-2014 Mont'e Prama" utilizza tale forma di oronimo, che pare la più aderente alla forma locale del toponimo.
 A quale periodo si fanno risalire i Giganti?
 Le prime datazioni li inserivano tra l'VIII e il VII secolo, le più recenti scoperte anticipano le date.
Quali sono le differenti ipotesi?
 La prima di Giovanni Lilliu che ha difeso un inquadramento della statuaria di Monte Prama nell' ambito dell' VIII secolo a.C. rilevando il perfetto riferimento allo stile "geometrico", prodotto di una società di aristocratici sorta già nel corso dell'ottavo.
 La seconda retrodata l'ipotesi di Lilliu?
Sì. Autorevoli studiosi (Fulvia Lo Schiavo, Vincenzo Santoni, Luisanna Usai) sostengono un innalzamento della produzione bronzistica figurata nuragica al X se non all'XI secolo a.C. proponendo, di conseguenza, una analoga cronologia per le statue di Monte Prama.
 Dopo gli ultimi ritrovamenti?
 Nel volume "Giganti di Pietra" gli autori sostengono una cronologia all'VIII secolo a. C., alla quale si riportano altri studiosi (Paolo Bernardini, Alessandro Usai, Marco Minoja). La recente scoperta di statue affini al bronzetto di un sacerdote- milite di Cavalupo, datato dal contesto tombale all'820 circa, suggerisce di proporre una forbice fra fine IX- primi dell'VIII secolo a.C.
 Che cos'erano questi Giganti?
 I Giganti di Monte Prama sono divenuti una espressione popolare, ma dobbiamo chiederci se sia accettabile o meno. Indubbiamente le statue in calcare del Sinis sono di dimensioni sovraumane, tant'è vero che Giovanni Lilliu applicò ad esse il termine greco per designare "statue di grandi dimensioni" kolossòi.
 Tutti gli studiosi concordano nel ritenere queste sculture rappresentazioni di antenati- eroi, appartenenti alla "bella età dei nuraghi", ossia l'età del bronzo tra il 1500 e il 1200 a.C. Non a caso insieme alle statue dei giganti abbiamo i "giganteschi" modelli di nuraghi e i betili troncoconici, anch'essi i più grandi della Sardegna, che simboleggiano i betili (pietre coniche o troncoconiche che rimandano agli dèi dell'oltretomba) delle tombe dei giganti dell'età del bronzo.
 Allora i giganti di Monte Prama sono gli eroi poderosi che avevano costruito i nuraghi e le tombe dei giganti?
I giganti e i modelli di nuraghe e i betili di Monte Prama sono il corrispettivo in scultura dei sonori esametri di Omero che narrano la saga degli eroi Achei sotto le mura di Troia.
 L'iconografia dei Giganti è unica, con questi occhi circolari e la ieraticità sacrale delle statue: che cosa rappresentano questi grandi occhi?
 Gli occhi dei Giganti sono due circoli concentrici (il più interno poté essere dipinto di nero a rappresentare la pupilla), eseguiti a compasso, strumento attestato nelle comunità sarde della prima età del ferro. I "doppi cerchielli" li ritroviamo nella ceramica, nella bronzistica, nella pietra della cultura sarda del IX- VIII secolo a.C.
A Sardara, nel tempio a pozzo di Santa Anastasìa, Antonio Taramelli individuò un vaso decorato da una figura umana impugnante una forcella, in cui gli occhi sono costituiti da "doppi cerchielli". La stessa stilizzazione la incontriamo nelle culture villanoviane, ad esempio nel bellissimo askòs (piccolo otre) "Benacci" di Bologna. Dunque i grandi occhi delle statue di Monte Prama sono la "cifra" stilistica del geometrico sardo.
Cosa simboleggiano i Giganti?
Sono statue funerarie che narrano una storia di eroi antichi, del tempo dei costruttori di nuraghi, nonostante le iconografie e gli elementi di stile ci riportino alla prima età del ferro. Per comprendere a pieno il significato delle statue antropomorfe dovremmo possedere l'intero complesso statuario di Monte Prama, mentre disponiamo delle statue (superstiti) individuate in uno spazio di una sessantina di metri di lunghezza e di 4 metri di larghezza. Le statue, fatte a pezzi probabilmente dai Cartaginesi intorno alla seconda metà del IV secolo a. C., sono state gettate a costituire una discarica sopra il filare più occidentale di tombe a pozzetto con lastrone di copertura e nell'antistante strada sepolcrale.
 Qual è il significato di pugilatori, arcieri e guerrieri?
Secondo Lilliu le statue raffigurano tre corpi militari: il meglio rappresentato, quello dei "pugilatori" sarebbe un gruppo addestrato al corpo a corpo o alla scalata dei nuraghi. Il secondo dei soldati arcieri, il terzo, più elitario, dei guerrieri con spada. Altri, come Carlo Tronchetti, ritengono che i pugilatori eternassero la celebrazione di giochi funerari cruenti svolti da coppie di combattenti che potevano giungere a schiantare l'avversario con un colpo di guantone, provvisto di una piastra con appuntiti elementi metallici. Attilio Mastino ha ricordato la presenza di arcieri e pugili nelle saghe eraclee, compresa quella relativa ai figli di Herakles in Sardegna, guidati da Iolao.



 
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10 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Economia (Pagina 9 - Edizione CA)
MERCATO ELETTRONICO. Cresciuto in Sardegna il numero delle aziende iscritte agli archivi
Pubblica Amministrazione, guida agli acquisti digitali
Guida all'universo degli appalti digitali. Almeno un centinaio di addetti ai lavori ha affollato il Centro di Formazione Professionale Regionale di Cagliari per assistere al seminario “La qualità nel mercato elettronico della Pubblica Amministrazione”. L'evento, organizzato dello Sportello Appalti Imprese per sostenere gli operatori economici sardi ad entrare o consolidare la propria presenza nel mercato degli appalti pubblici, è stato ideato e promosso da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo Pa Fondazione.
Il Mercato elettronico della Pa (MePa) è una delle piattaforme informatiche nella quale gli enti pubblici abilitati possono acquistare beni e servizi offerti da fornitori iscritti e selezionati dallo stesso portale elettronico. Quindi una sorta di luogo virtuale in cui domanda e offerta, un tempo legate dalle tradizionali gare d'appalto, ora si possono confrontare direttamente in Rete. Da due anni queste procedure sono obbligatorie per le tutte le amministrazioni, enti locali compresi, ma il loro utilizzo, da parte di committenti e appaltatori, è ancora insufficiente. «Il mercato degli appalti ha cambiato le regole, ma non tutti le conoscono», spiega Vincenzo Francesco Perra, responsabile dello Sportello Appalti Imprese. «Questo incontro cerca così di illustrare le opportunità offerte dal MePa, quali trasparenza, semplicità e convenienza degli accordi stipulati».
In Sardegna, grazie anche al lavoro pionieristico del centro di Pula, la diffusione degli appalti elettronici ha raggiunto percentuali superiori alle medie nazionali. «L'Isola negli ultimi due anni ha fatto passi da gigante», conferma Perra «nel giugno 2014 possiamo contare 1153 imprese sarde iscritte agli archi del MePa, mentre nel 2012 erano soltanto 200". Di queste quasi 700 sono operatori cosiddetti "transanti", cioè attivi e operanti dal punto di vista commerciale con una crescita del 520% rispetto al 2012, superiore alla media nazionale che segna un +380%.
Un utilizzo più consapevole della piattaforma MePa da parte dei funzionari pubblici permetterebbe inoltre di portare benefici non soltanto economici. «Le amministrazioni preferiscono ancora presentare offerte regolate dal classico criterio del massimo ribasso», conclude Perra «utilizzando invece poco quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, scelta in base a determinati parametri, per esempio qualità, pregio tecnico o ecosostenibilità, che ne valutano la convenienza calcolata però nell'arco di più anni. Una conoscenza approfondita del MePa potrebbe rivelarsi quindi estremamente conveniente per i bilanci pubblici e preziosa per le ditte fornitrici».
 Luca Mascia

 
 
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11 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Cultura (Pagina 35 - Edizione CA)
I laboratori e gli stand di Sardegna Ricerche
L'agenda della manifestazione
Amaldi e Boncinelli incontrano il pubblico
Da oggi a domenica ritorna, per il settimo anno, il Cagliari Festival Scienza. Sei giorni di conferenze, incontri, laboratori, spettacoli e animazioni sul tema “La scienza ci aiuta”. Ospitata, anche quest'anno, all'Exma' e al Parco di Monte Claro, la rassegna è promossa e organizzata da Scienza Società Scienza, un comitato, presieduto da Carla Romagnino e nato dalla passione di alcuni docenti con l'obiettivo di mettere assieme risorse umane e finanziarie per organizzare manifestazioni dedicate alla scienza e creare, in Sardegna, un Centro della Scienza di respiro europeo.
 WORLD ANTI DOPING AGENCY Fra gli appuntamenti della settima edizione segnaliamo domani (alle 9, sala conferenze dell'Exma') “Prestazioni sportive, tra scienza e etica” con gli interventi di Alessandro Donati, consulente del World Anti Doping Agency e di Francesco Marcello del Comitato Scientifico Unione Nazionale Chinesiologi. La videoconferenza in diretta dal Cern di Ginevra (giovedì alle 10.30 sala conferenze dell'Exma') del fisico del Cern Ugo Amaldi, che cercherà di convincerci che “La scienza è utile e bella”. Un importante ritorno è quello del genetista Edoardo Boncinelli, protagonista di due appuntamenti (venerdì alle 10,30 e alle 18, sala conferenze Exma').
 SARDEGNA RICERCHE Anche Sardegna Ricerche e Crs4 parteciperanno al FestivalScienza. Partendo dal tema “la scienza ci aiuta” hanno scelto di presentare degli esempi di applicazioni tecnologiche utili per la società. Con uno spazio dedicato all'innovazione e alla tecnologia, presso la Sala delle Volte dell'Exma', Sardegna Ricerche propone l'angolo dei makers dove si potrà interagire con le attrezzature del FabLab e divertirsi con attività interattive del Crs4, quali il laboratorio per l'introduzione alle basi dell'elettronica (MakeyMakey) e il laboratorio su Arduino per principianti (Ardublock). Sempre nello spazio, il Crs4 proporrà l'esplorazione di Nurnet, il geoportale dei monumenti dell'era nuragica; il tavolo interattivo PickARock, sul quale sono disposte delle pietre che sollevate attivano filmati e musiche; il sistema HandyP@rking, per l'utilizzo intelligente delle aree destinate alla sosta dei veicoli. Il Crs4 sarà impegnato in dibattiti e conferenze. Il primo è “Esplorare virtualmente la realtà: l'esempio di Mont'e Prama” a cura di Fabio Bettio, Ruggero Pintus, Enrico Gobbetti del gruppo Visual Computing, in programma il giovedì alle 16.30 a Monte Claro.
 
FESTIVAL Parla Speranza Falciano, oggi protagonista della kermesse cagliaritana
«Dalla medicina all'arte la scienza è nostra amica»
Vorrei una scienza come amica. Ma forse amica è gia, solo che io non lo so. È questo il senso, in pillole, del Cagliari FestivalScienza, settima edizione. Conferenze, dibattiti e laboratori interattivi per apprezzare quanta ricerca c'è all'origine nelle cose che usiamo tutti i giorni per semplificarci la vita. Oggi l'inaugurazione, alle 16 nella sala conferenze dell'Exma' con la lezione magistrale di Speranza Falciano, fisico sperimentale, autrice di 300 articoli su riviste internazionali, vice presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
 Speranza Falciano, in che modo la scienza aiuta?
 «Sicuramente la scienza aiuta quando dalla ricerca di base si arriva a ricadute tecnologie che poi entrano nella vita quotidiana. L'abbiamo visto in tanti casi, e al FestivalScienza di Cagliari farò alcuni esempi che traggono origine dalla fisica delle particelle per poi giungere alle applicazioni per la medicina, la diagnostica e la terapia dei tumori. C'è anche la fisica applicata ai beni culturali e al patrimonio artistico italiano: per valutare lo stato di conservazione, il restauro e la conservazione. E poi, come disse Rita Levi Montalcini quando compì 100 anni: Internet è stata la rivoluzione più grande del Novecento. Non a caso il web è nato al Cern con l'obiettivo di migliorare le comunicazioni tra i ricercatori e per il controllo degli apparati sperimentali.»
 Che cosa resta da scoprire?
 «Dobbiamo ancora capire bene alcuni aspetti delle particelle elementari. Il bosone di Higgs ha posto un tassello importante per la definizione del modello standard, la teoria più aggiornata per la descrizione del mondo in cui viviamo, ma ci sono tante altre cose da capire. Per esempio la materia che conosciamo è soltanto una piccola percentuale di tutto l'universo: il resto, fatto di materia oscura, non sappiamo che cosa sia e il modello standard non ci aiuta. I fisici teorici sono al lavoro per proporre modelli alternativi o estensioni del modello standard.»
 Che ruolo svolge l'Infn nella ricerca italiana?
 «Ci sono 24 strutture in tutta Italia e 4 laboratori nazionali impegnati su più fronti. In particolare sviluppiamo la fisica agli acceleratori: al Cern di Ginevra, dove lavorano circa 3 mila fisici italiani, al FermiLab di Chicago, in Giappone, in Germania e in Francia. Siamo impegnati anche nella fisica astroparticellare, con la ricerca dell'antimateria nello spazio e su satelliti russi e cinesi. Inoltre conduciamo ricerche di eventi rari nei laboratori nazionali del Gran Sasso, il più grande laboratorio sotterraneo del mondo. Abbiamo poi una scuola di fisica teorica che lavora a ridosso degli esperimenti internazionali. Infine siamo impegnati nella progettazione di acceleratori più compatti con lo sviluppo di elettronica e sotfware. In quest'ultimo settore svolgono un grande lavoro i colleghi della sezione Infn di Cagliari, che ha appena festeggiato 25 anni, in particolare per gli esperimenti del Cern.»
 Cosa significa essere la prima donna a ricoprire la carica di vicepresidente dell'Istituto?
 «Ho trascorso la giovinezza all'estero e mi chiedevo sempre come mai ci fossero tante donne italiane nella fisica delle particelle. Se siamo molto numerose secondo me dipende dalla qualità della scuola superiore italiana. Il nostro è un ente in cui le cariche sono tutte elettive e questo rende il percorso estremamente semplice e trasparente. Sono molto onorata di questa carica, anche se è difficile conciliare la gestione e l'organizzazione della ricerca scientifica con la ricerca stessa e ho dovuto trascurare l'attività sperimentale.»
 A cosa serve un festival della scienza?
 «Permette di raccontare la ricerca, interagendo con gli spettatori, come si farà a Cagliari in questi giorni. Inoltre nei festival si espongono al pubblico delle comunità, quelle degli scienziati, che non sono visibili a tutti, tutti i giorni. Trovo l'esperienza di Cagliari molto interessante, con un comitato organizzatore di altissimo livello: è un'operazione di grande valore che deve continuare. E non solo per aumentare la conoscenza: i cittadini diventano più consapevoli.»
 Andrea Mameli
 
 
 
L’UNIONE SARDA

12 - L’Unione Sarda di martedì 4 novembre 2014 / Economia (Pagina 9 - Edizione CA)
LAVORO. Dopo dieci anni di esperienza il Jobs Act di Renzi ne ha annunciato la cancellazione
L'AGONIA DEI CONTRATTI A PROGETTO
In Sardegna sono 25.000, le donne meno pagate degli uomini
Si chiamavano “co.co.co.”, poi dal 2004 sono diventati “co.co.pro.”. Una variazione al nome, ma non al tema. Negli ultimi dieci anni è diventato l'acronimo più conosciuto del mercato del lavoro: collaboratore continuativo a progetto. Un contratto atipico, parasubordinato, non previsto dal codice civile, che la Riforma Biagi aveva istituito nel tentativo di rendere bianca quella zona grigia del mondo del lavoro che rischiava di virare verso il nero e l'irregolare. Dieci anni di esperienza hanno detto, però, che i “co.co.pro.” hanno fallito. Lo dice anche il Governo Renzi che con il Jobs act ne ha annunciato la cancellazione.
A uscire di scena, come spiegato dal ministro del Lavoro Poletti, saranno le forme «più permeabili agli abusi e quelle precarizzanti, come i contratti di collaborazione a progetto». Ma, al di là delle intenzioni del Governo, non tutto sarà superato: resteranno in piedi, magari dopo un restyling, le collaborazioni stagionali. «Non sono i contratti a creare i posti di lavoro: ben venga ogni semplificazione normativa», afferma l'assessore regionale la Lavoro, Virginia Mura. «Anche perché i co.co.pro. sono stati usati in modo distorto, come strumento di concorrenza sleale a scapito dei lavoratori».
In Sardegna l'esercito dei lavoratori con contratto a progetto, che il Governo punta a eliminare, conta più di venticinquemila persone. Secondo l'ultimo rapporto dell'Inps regionale riferito al 2013, i collaboratori a progetto sono 26.538, con un reddito medio annuo di 12.379 euro. Per le donne il reddito medio è poco più della metà di quello degli uomini con 8.682 euro contro i 16.020 degli uomini. Nel complesso, in Sardegna i lavoratori con contratti di collaborazione sono circa 127.000.
La decisione del Governo ha creato più di una preoccupazione tra i professionisti e nel mondo delle imprese. Al contrario, ha riscosso il consenso dei sindacati. «Speriamo che l'annuncio del Governo non sia stato solo uno spot», afferma Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Ci aspettiamo un intervento sui co.co.pro e sui falsi soci delle cooperative. Più in generale, un intervento che ridefinisca i contorni del lavoro autonomo, anche attraverso la previsione dell'equo compenso». Accanto alla decisione del Governo si schiera anche la Cisl. «La cancellazione va nella direzione della nostra campagna “Basta omertà sui precari”», dice Oriana Putzolu, segretario regionale. «I contratti flessibili, qualunque nome gli si voglia dare, devono avere le stesse tutele previdenziali dei contratti a tempo indeterminato».
Di diverso avviso i consulenti del lavoro. «La cancellazione tout court dei co.co.pro. potrebbe creare una situazione di minore occupazione, dal momento che i contratti sono in molti casi propedeutici a una possibile assunzione», spiega Marco Fenza, presidente dell'Ordine provinciale di Cagliari. «Non si capisce questa avversione della politica all'instaurazione di rapporti di lavoro parasubordinati attraverso i quali vengono percepiti compensi e sui quali vengono versati contributi previdenziali e tasse». Critico anche Marco Sulis, presidente di Confesercenti. «In assenza di strumenti alternativi, possibilmente migliori, cancellare i contratti è un errore. Ci si dovrebbe impegnare a per costruire un sistema nuovo che funzioni meglio».
Mauro Madeddu

 


LA NUOVA SARDEGNA
 
13 - La Nuova Sardegna di martedì 4 novembre 2014 / Attualità - Pagina 13
Il ministro Giannini: «I test di medicina non si dovranno ripetere»
«Le prove per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina del 29 e 31 ottobre non dovranno essere ripetute. Abbiamo trovato una soluzione che ci consente di salvare i test». Lo annuncia il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. «Le prove per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina del 29 e 31 ottobre non dovranno essere ripetute. Abbiamo trovato una soluzione che ci consente di salvare i test». Il ministro ieri ha riunito a Roma la Commissione nazionale incaricata in estate di validare le domande del quiz, che ha «vagliato i quesiti proposti ai candidati per l’area medica (29 ottobre) e quella dei servizi clinici (31 ottobre) stabilendo che, sia per l’una che per l’altra Area, 28 domande su 30 sono comunque valide ai fini della selezione», spiega il Miur. «A seguito di un confronto con l’Avvocatura dello Stato e del verbale della Commissione si è deciso di procedere, dunque, con il ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande considerate non pertinenti dal gruppo di esperti».
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

14 - La Nuova Sardegna di martedì 4 novembre 2014 / Economia Sardegna – Pagina 15
Esperti internazionali a Cagliari
CAGLIARI. Oggi al T Hotel dalle 9 convegno internazionale “Limbablu – la febbre catarrale degli ovini”. L’hanno organizzato gli assessori dell'Agricoltura (Elisabetta Falchi, nella foto) e della Sanità (Luigi Arru) con l'Agenzia Laore. Obiettivo: stimolare il confronto e il dibattito tra gli operatori della filiera. Dal 2000, anno della prima comparsa della malattia, in Sardegna, tra morti e abbattuti, si sono persi circa 900mila capi ovini e caprini. Interverranno studiosi dall'estero e delle università sarde: Polly Roy della School of Hygiene&Tropical Medicine di Londra, Miguel Angel Miranda, Laboratory of Zoology dell’Università delle Baleari, Gavino Delrio , Agraria dell’Università di Sassari, e Anna Maria Liscia, del Dipartimento di Scienze dell’ambiente di Cagliari.
 
 

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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