Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 November 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di lunedì 3 novembre 2014 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Riformatori
«L’Arst tagli le corse inutili e le potenzi dove c’è più richiesta»
«I problemi finanziari dell’Arst impongono un’attenta riflessione sul servizio e sulla sua razionalizzazione. Stop alle corse inutili e importante potenziamento dell’offerta di trasporto dove maggiore è la domanda, cioè sull’Area Vasta di Cagliari».
Lo chiede il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che punta l’indice soprattutto sulla scarsa offerta nell’area del policlinico universitario di Monserrato. C’è un buco vistoso nel sosta de trasporti dell’area vasta, quello di Sestu, ancora oggi collegato con modalità di tipo extraurbano.
«È arrivato il momento che l’Arst - dice Cossa - riveda la sua strategia e le sue tratte. Troppe le corse inutili nel territorio e scarsi i servizi da e per Sestu e verso l’Area Vasta. In particolare è difficilissimo il collegamento tra Sestu e il Policlinico Duilio Casula, che ha invece potenziato l’offerta di servizi sanitari. Chiediamo all’Arst e alla Regione di intervenire con decisione per rendere il trasporto pubblico davvero al passo con i tempi e con la richiesta che arriva dai cittadini».
 
 
2 - L’Unione Sarda di lunedì 3 novembre 2014 / Cultura (Pagina 25 - Edizione CA)
SCIENZA Il padre della missione Rosetta racconta i 30 anni per raggiungere una cometa
A caccia di polvere di stelle: l’avventura di Angelo Atzei
Marco Noce, inviato
Maracalagonis. Da tre mesi, dopo dieci anni passati a vagare per il sistema solare rimbalzando dall’orbita di un pianeta a quello di un asteroide, la sonda spaziale Rosetta ruota attorno alla cometa Churyumov-Gerasimenko. Tra nove giorni sgancerà un modulo che, alla velocità di un metro al secondo, scenderà fino a toccare il suolo ghiacciato e ci conficcherà dentro i suoi arpioni. Un incontro ai confini del sistema solare: per poter studiare le comete occorre arrivarci quando non hanno la coda, cioè quando la loro orbita eccentrica le porta abbastanza lontano dal sole da evitare lo scioglimento del ghiaccio sporco (più metalli primordiali) di cui sono fatte.
Angelo Atzei assisterà all’evento da Darmstadt, in Germania, nella sede operativa della Esa, l’Agenzia spaziale europea anche se non lavora più per l’ente da undici anni: quando il progetto Rosetta è partito, trent’anni fa, in cabina di regia c’era lui. Nato a Bonorva (ma per caso: «Mio padre era carabiniere e veniva trasferito spesso»), vive da decenni in Olanda ma appena può trascorre le vacanze a Torre delle Stelle, luogo dal nome appropriato alla carriera dello scienziato: laurea in fisica a Cagliari, poi, dopo il servizio militare in Aeronautica, il perfezionamento a Parigi grazie a progetti finanziati dalla Nato. Nel 1967, quando si decise di creare l’Esa, fu chiamato a farne parte. Ed era lì quando, nel 1984, vari gruppi di ricercatori chiesero all’agenzia di studiare approfonditamente le comete, «gli unici corpi, nell’universo, che non si sono complicati», dice: «Sono al centro di questioni legate all’origine della vita sulla Terra, come il motivo per cui c’è l’acqua: un’ipotesi è che sia la conseguenza di un bombardamento di comete sul nostro pianeta».
Lo studio di fattibilità cominciò nel 1987. La Nasa era in campo accanto all’Esa: «In questa fase si pensava non solo di arrivare sulla cometa e fare analisi sul posto, come succederà, ma di prelevare un campione di materiale e riportarlo sulla Terra. A questo scopo gli americani avrebbero fornito un generatore nucleare a radioisotopi che avrebbe consentito il rientro della sonda». Nel ’91, il dietrofront: gli Usa uscirono dalla partita, addio generatore. Rimasero però i ricercatori americani, che hanno voluto condurre fino in fondo le loro ricerche. Quello stesso anno, il progetto venne presentato al mondo. E successe a Cagliari: «Ci tenevo a coinvolgere l’università in cui mi ero laureato». Alla Cittadella dei musei, per tre giorni, si confrontarono scienziati di mezzo mondo.
Rosetta è partita il 2 marzo del 2004. Atzei era già in pensione, e prima di andarci aveva avuto modo di occuparsi di tutt’altro: ha diretto un gruppo di studio multidisciplinare che disegnava scenari strategico-tecnologici per l’Europa del 2020.
A bordo della sonda figlia, strumentazioni raffinatissime messe a punto dalle migliori industrie europee: «Per ciascun apparato sono previsti tre gradi di ridondanza: significa che per finire fuori uso deve subire tre guasti contemporaneamente».
Il viaggio è stato lungo. La sonda è alimentata da due ali di pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia anche in condizioni di luce scarsissima, ma soprattutto ha sfruttato la forza di gravità: la rotta era disegnata in modo tale che la sonda si avvicinasse a Marte e due asteroidi tanto da esserne attratta e “lanciata”, con un effetto fionda. «È come se ogni corpo celeste le avesse dato un calcio nel sedere», scherza il fisico che, dopo una vita passata a fare ricerche spaziali, si dice scettico sulla teoria del Big Bang («non spiega granché») e convinto dell’esistenza di Dio («a modo mio») e ritiene probabilissimo che «in altri degli infiniti universi che esistano» vivano «altri uomini»: «Perché dovremmo essere unici? Siamo piccoli, infinitesimali, e dobbiamo accettare i grandissimi misteri con cui ci confrontiamo», sorride.
Che ne sarà di Rosetta? «Una volta terminate le analisi, la sonda figlia resterà ancorata alla cometa e quella madre, esaurita l’autonomia energetica, andrà alla deriva nello spazio».


3 - L’Unione Sarda di lunedì 3 novembre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
BIBLIOBUS. Via Is Mirrionis
Fumetti a spasso per la città
Fumetti a spasso per la città. Si svolgerà domani, dalle 10 alle 13,30 nel piazzale della facoltà di studi umanistici, in via Is Mirrionis 1, (più una seconda data e sede ancora da decidere, ma sempre nel capoluogo) l’iniziativa “Bibliobus a fumetti”, la distribuzione attraverso la biblioteca itinerante comunale di albi a fumetti tratti dal volume “Linee di sangue”: cinque storie sulla figura del vampiro, a cura del Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari in collaborazione con l’editore Taphros, con l’esecuzione dal vivo dai disegnatori dell’albo di schizzi e bozzetti. L’appuntamento è inserito nel quinto festival Nues, nell’ambito dei Piani locali giovani - Città metropolitane promossi dal Dipartimento della Gioventù della presidenza del Consiglio, dall’Anci - Associazione nazionale comuni italiani - nel progetto “Inter20”. (cl.m.)


4 - L’Unione Sarda di lunedì 3 novembre 2014 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Molti gli esentati: ecco la lista
Intestazione temporanea da oggi
L ’obbligo di intestazione temporanea dei veicoli (autoveicoli, rimorchi e motoveicoli, ma non ciclomotori né quadricicli leggeri) ai soggetti utilizzatori per periodi superiori a 30 giorni (art. 94 comma 4-bis del Codice della Strada), le preoccupazioni sono state ridimensionate dalla circolare n. 23743 emanata il 27 ottobre dalla divisione 5 della Motorizzazione.
L’obbligo di comunicare alla Motorizzazione a partire da oggi il nome di chi effettivamente utilizza un’autovettura della quale non sia contestualmente intestatario, riguarda difatti una platea ben più contenuta rispetto alle categorie in allarme, ovvero famiglie, imprenditori e professionisti. L’obbligo è circoscritto a chi dispone del veicolo a seguito di un accordo a titolo gratuito con il reale proprietario. Restano quindi fuori tutti i casi di uso condiviso o di prestito di veicoli che si possono abitualmente riscontrare in un nucleo familiare, per i cui componenti è prevista una specifica esenzione, o tra amici o in un’azienda.
Per le auto aziendali, l’annotazione non è obbligatoria per i veicoli concessi come fringe benefit (retribuzione in natura) o come mezzo parzialmente di servizio o ad uso promiscuo. L’obbligo inoltre riguarderà solo le situazioni che nasceranno da oggi, non quelle già in essere. Nulla vieta comunque di allineare intestatario e utilizzatore anche nei casi al di fuori della portata della norma.
Le comunicazioni devono essere effettuate nel termine di 30 giorni consecutivi dall’inizio della situazione oggetto di comunicazione e, in caso di contratti a scadenza, quest’ultima dev’essere comunicata unitamente all’eventuale proroga del contratto oltre i 30 giorni. In caso di noleggio a lungo termine (locazione senza conducente) comparirà solo il nome dell’azienda e non quello dell’utilizzatore. La norma ha infine incluso nell’obbligo di annotazione una serie di casi che fino ad oggi erano esenti:
Affidamento in custodia giudiziale; Variazione di denominazione di persone giuridiche o di generalità di persone fisiche; Uso da parte degli eredi del veicolo intestato al defunto (l’annotazione non comporta l’accettazione dell’eredità); Rent to buy; Veicolo incluso nel patrimonio di un trust e utilizzato dal trustee;
Disponibilità di mezzi intestati a soggetti giuridicamente incapaci (minori, interdetti).
L’annotazione è a carico dell’utilizzatore, non comporta modifiche sulla proprietà del veicolo ma per la pratica vanno pagate imposta di bollo (16 euro) e diritti Motorizzazione (9). Le sanzioni per la mancata annotazione scatteranno dal 4 dicembre, allo scadere del termine per le comunicazioni delle situazioni che troveranno avvio oggi.
Bernadette Dessalvi, dottore commercialista




LA NUOVA SARDEGNA
 
 
5 - La Nuova Sardegna di lunedì 3 novembre 2014 / Provincia di Oristano - Pagina 13
Ipotesi e certezze dal convegno organizzato dall’Università di Sassari
BOSA, NELLA STORIA PASSATA LA CHIAVE PER IL FUTURO
Secondo l’ex rettore Attilio Mastino lo sviluppo prossimo si baserà sull’ambiente
di Alessandro Farina
BOSA Il recente convegno sulla storia di Bosa organizzato dall’Università di Sassari ha o tracciato i nodi storici ancora aperti, legati alla millenaria presenza del borgo sul Temo. Ma ha anche lanciato un chiaro messaggio di speranza per il futuro della città, auspicando una rotta legata alle tante vitali peculiarità di un territorio ricco di potenzialità culturali e paesaggistiche. Gli interventi hanno permesso di analizzare vari aspetti del lungo passato di Bosa. Con momenti spesso ricchi di novità importanti sul fronte scientifico, e ipotesi e confronti ancora aperti sulla base dei reperti ritrovati negli scavi o negli archivi. A partire dal nodo della fondazione: Fenicio Punica per gli studiosi Zucca e Bartoloni, mentre Pittau propende per la tesi che la comunità locale trovi radici ben più antiche, in un insediamento nuragico. Altro “giallo” storico quello, dopo l’epoca della civitas romana, del “travaso” di popolazione dalla Bosa Vetus (nelle campagne attorno all’antica cattedrale di San Pietro sulla sponda sinistra del Temo), alla Bosa Nova. Nata probabilmente sotto l’ala protettrice del castello sul colle di Serravalle, e che ha inaugurato la fase signorile. Con la fortezza che daterebbe a partire dal 1260 (e non dal 1112, la data convenzionale) secondo lo storico Alessandro Soddu. Anche se, ha ricordato l’ex rettore Attilio Mastino, non è escluso che vicino al ponte ci fossero fondaci di genovesi e marsigliesi che attesterebbero un precedente insediamento. Ulteriori passaggi quelli sulla città arborense, nel 1300 (anni in cui si realizzano gli storici affreschi nella cappella palatina del castello), e poi sul periodo catalano aragonese, dopo il feudo dei Villamarì. Probabilmente nel 1626, racconta una iscrizione – non ancora pubblicata – recentemente ritrovata in una casa del Corso Vittorio Emanuele, ha spiegato la studiosa Cecilia Tasca. Tasca ha ricostruito suggestivamente l’arrivo di una colonna di trecento persone che ha percorso i gangli militari e civili della città, preso in carico le chiavi di Bosa e sistemato nel castello le insegne della nuova corona. Attilio Mastino ha ricordato alcune delle figure che hanno dato lustro ben oltre i confini locali: il vescovo e storico Giovanni Francesco Fara, Gerolamo Araolla, il poeta (amico di Torquato Tasso) Pietro Delitala. Nella parte finale del convegno l’attenzione si è incentrata nel periodo dal ventennio fascista (con non poca fatica ricostruttiva, vista l’assenza di documentazione) ai giorni nostri. Con l’innesto di spunti legati all’ambiente e alle tradizioni. Ma è sulle domande di Pasquale Mistretta che si è focalizzato il perno ideale dell’intero percorso convegnistico. All’insegna della domanda “Cosa sarà Bosa tra quarant’anni?” quando per la Sardegna si prevede un forte decremento demografico. zNel 1974 lo stesso Mistretta parlava di una Bosa come luogo sofisticato e originale, dove svolgere un’accoglienza di qualità», ha sottolineato Attilio Mastino. Che ha concluso con questa riflessione: «Non penso che Bosa farà passi indietro. Credo invece ai prossimi come anni di sviluppo. Che poggino sulle fondamenta di un ambiente incontaminato e ricco di storia e tradizioni».
 
 

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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