Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 October 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 60 - Edizione CA)
«Una vecchia generazione che non sa cedere il potere»
INCONTRI. Remo Bodei e Sandro Catani ieri mattina alla Facoltà di Economia di Cagliari
 
Dentiere al potere. La frase, priva di delicatezza ma dal grande impatto mediatico, è stata coniata per rappresentare una società italiana gestita da una classe dirigente ultrasessantenne e poco propensa a lasciare i posti di potere. Gli anziani sono veramente incapaci di cedere il testimone? O sono i giovani a non saperlo conquistare?
Su questo cortocircuito generazionale che divide ancora l'opinione pubblica si è incentrata ieri mattina alla Facoltà di Economia del capoluogo la presentazione di due libri scritti da altrettanti cagliaritani illustri: il filosofo Remo Bodei, 76 anni, autore di “Generazioni” (Laterza) e Sandro Catani, 67 anni, guru internazionale nella gestione delle risorse umane, con “Gerontocrazia” (Garzanti).
Dall'incontro di queste due menti è emerso quanto nuova e vecchia generazione si confrontino ormai, senza esclusione di colpi: la prima, sgomitante, in cerca di una chance per ottenere fiducia e responsabilità; la seconda, invece, si aggrappa con le unghie alle poltrone nel tentativo di mantenere un ruolo attivo nelle stanze dei bottoni. Alla discussione hanno dato un contributo anche Giuseppe Marci e Vinicio Busacchi, docenti della Facoltà di Studi umanistici a Cagliari, e Paola Piras, professoressa di Diritto amministrativo.
Scomodando Aristotele, Dante e Macchiavelli, Bodei ha invocato addirittura «un colpo di mano politico che agevoli un ricambio, senza essere però aizzato da una smania di rottamazione che non sappia fare distinzioni». Aprire le porte alle nuove leve deve quindi diventare obbligatorio in un momento in cui ricomporre la frattura tra padri e figli sembra altrimenti difficile: «Giovani senza più speranza in un futuro e vecchi non più umiliati dall'età avanzata non troveranno mai una mediazione».
Catani punta invece il dito sull'Economia. Sui 400 nomi che secondo lui tirerebbero i fili di un intero Paese: «Banchieri, sindacalisti, imprenditori e politici - spiega il professore tracciandone un profilo - uomini, ricchi, e quasi tutti settantenni». Anche lui ne è convinto: il passaggio di consegne non sarà spontaneo. «Servono leggi che impongano di cedere il posto superati i 70 anni, non oltre». D'altronde la pensione nel ventunesimo secolo non è più noiosa come una volta. «Io penso ancora di avere tanto tempo davanti - conferma Catani - ho una vigna in cui piantare Nuragus e Bovale. Per il futuro sono di certo occupato».
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
L'astrofisico che viaggia fra le stelle: «Vi racconto come cambia il mondo»
Un cagliaritano ha scoperto la “pulsar” più luminosa dell'universo: il suo successo è su Nature
 
Per lui il colmo sarebbe stato nascere sotto una cattiva stella. E invece a segnare il suo destino è stata la stella più luminosa dell'universo. Quando l'ha vista, Matteo Bachetti, astrofisico cagliaritano, non ci voleva credere: «Ho pensato a un errore». Altro che, aveva scoperto la “pulsar” più brillante, che poi gli è valsa la pubblicazione su Nature. Ci aveva visto bene, non tanto con i suoi occhi quanto con quelli del telescopio spaziale Nustar della Nasa: dentro la galassia che stava perlustrando c'era una “pulsar”, da lui scambiata per uno dei “soliti” buchi neri che ben conosce, perché era molto diversa dalle altre fino allora osservate. La stella (di neutroni) da lui scoperta - e sta qui la novità - è la più luminosa mai vista: di pulsar se ne sono osservate tante, ma come questa, che brilla come 10 milioni di Soli messi assieme, mai. A 33 anni, per Matteo Bachetti, è quasi una scoperta da “Premio Nobel”. «Non esageriamo», si difende il giovane studioso, sfornato dall'Università di Cagliari con laurea in Fisica nel 2006 e dottorato nel 2010. «Certo - scherza - mio nonno non l'avrebbe mai vista, ci vuole un'ottima conoscenza di quei dati per poterla individuare. Ed è scontato che la fortuna giochi un ruolo importante, non capita a tutti di pubblicare su Nature».
Com'è andata lo racconta lui stesso, dopo il rientro a Cagliari da Tolosa, dove ha lavorato all'Institut de Recherche en Astrophysique et Planetologie, insegnando e facendo ricerca per quattro anni con un team di americani. È qui, in Francia, che è stata fatta la famosa scoperta. «Quasi per caso - racconta Bachetti - noi abbiamo puntato il telescopio sulla galassia M82, a circa 12 milioni di anni luce dalla Terra, per circa tre settimane perché era esplosa una Supernova, ossia una stella che arriva alla fine della propria vita ed esplode». Un evento molto interessante da studiare, tanto che molti satelliti astronomici hanno puntato in quella direzione. «Credevamo di guardare questa esplosione con il telescopio utilizzato per rilevare i raggi x da sorgenti presenti nello spazio e ci siamo messi ad analizzare i dati di queste sorgenti che già conoscevamo e che pensavamo fossero buchi neri, piuttosto grossi». Sembravano buchi neri, invece era una pulsar, quindi una stella di neutroni, solo che così luminose mai se ne son viste. «Mi sono accorto - spiega Bachetti - che il segnale di questa sorgente pulsava e indicava, quindi, che non potesse essere un buco nero. Era una pulsar ma nessuno se l'aspettava perché non si pensava che queste stelle potessero essere 10 volte più brillanti dei modelli teorici di questi oggetti».
Da buon insegnante, Bachetti traduce la sua scoperta ai comuni mortali che vorrebbero capire a cosa servirà quest'avvistamento nello spazio. «Nel tempo scala di vita della persona non cambia assolutamente niente, ma per la nostra comprensione dell'universo è determinante». Questa pulsar, insomma, ha scombinato le teorie degli astronomi, mandando letteralmente all'aria concetti che la scienza non ha mai messo in dubbio. «La prima è che quando si osservano sorgenti così luminose debbano per forza essere dei buchi neri».
Tutto questo accade a febbraio scorso, a Tolosa. E ora che Bachetti è rientrato a Cagliari, da settembre lavora all'Osservatorio astronomico di Selargius, partecipando anche ai lavori di validazione scientifica del radiotelescopio di San Basilio (non ancora utilizzato a pieno regime). Ciò non vuol dire che il “papà” che l'ha portata a battesimo, mollerà la pulsar nello spazio. «Ora è interessante capire come funziona, osservandola ad altre lunghezze d'onda», spiega l'astrofisico sardo, responsabile di una parte del progetto realizzato con colleghi che operano in America. Importante sapere di cosa si nutrono, perché a quanto pare anche le stelle mangiano.
«La luminosità di questi oggetti dipende da quanta materia mangiano, più ne mangiano più sono luminosi. Anche i buchi neri, più compatti delle stelle di neutroni, crescono in base alla quantità di materia che mangiano - sottolinea Bachetti - la velocità con cui cresce il buco nero influenza il modo in cui l'universo si evolve. Quindi avendo trovato un oggetto che mangia materia molto più velocemente di quanto ci si aspettava vuol dire che l'universo non si è evoluto alla velocità finora prevista: cambia la nostra conoscenza dell'universo, tutte le altre pulsar conosciute rientravano nei limiti teorici del modelli». Inutile dirlo: con Bachetti anche la Sardegna vola nello spazio. Il racconto della sua scoperta è per noi sardi un viaggio fra le stelle.
Carla Raggio
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 51 - Edizione CA)
Università,
Città in Comune all'attacco
 
Nuovo affondo del gruppo consiliare Città in Comune contro l'amministrazione. Al centro del contendere il consorzio universitario che dopo tanto tempo è ancora guidato da un commissario: «Fra qualche giorno si concluderà il terzo anno del mai realizzato passaggio alla Fondazione», si legge in un comunicato, «il consorzio è sempre commissariato senza una convincente spiegazione. Mai un progetto concreto di rilancio, di un programma che possa godere di risorse certe e non saltuarie, concesse benevolmente, occasionali».
L'ATTACCO Città in Comune va a testa bassa contro il commissario Caterina Loi: «Il cui ruolo non è più comprensibile né tanto meno scusabile, senza titoli né competenze per reggere il fardello che tre anni fa le è stato cucito addosso, probabilmente per antiche benemerenze di epoca savoiarda», insinua la nota. «L'impresa è fuori della sua portata. Non riusciamo a passare dalle parole, dalle promesse, dalle ambiguità alle vie di fatto, e ancora non è chiaro se vogliamo la presenza dell'Università a Nuoro. Perdura il senso di abbandono. Crediamo siano stati superati tutti i tempi sopportabili e che sia arrivato il momento in cui il Comune e la Provincia procedano alla nomina del Consiglio di amministrazione e di indirizzo». Città in Comune non risparmia nessuno: «L'assessore comunale con delega all'Università penosamente tace. Il suo silenzio continua per tutti gli anni del suo mandato. Non sappiamo quale idea di Università abbia per Nuoro».
Fr. Gu.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
fondi a rischio
Campus Ersu: ormai è corsa contro il tempo
 
Sassari – pagina 23
Bando Ersu, si complica la vicenda
L’assessorato regionale all’Istruzione: fondi a rischio se non si spendono. La dirigente chiede un atto di indirizzo al Cda
 
SASSARI Si complica la vicenda del campus universitario dell’Ersu. A rimescolare le carte è stata la lettera inviata dalla direzione dell’assessorato regionale all’Istruzione all’Ente per il diritto allo studio in cui, delibera del Cipe alla mano, si fa presente che se entro il 31 dicembre prossimo non verrà perfezionata l’obbligazione giuridica vincolante (cioè il contratto per l’acquisizione dell’area in cui costruire la casa degli studenti universitari) il progetto non sarà più finanziato e il finanziamento regionale (20 milioni più altri 20 di fondi europei) potrà essere riassegnato, ma con penalizzazioni consistenti soltanto se entro la fine del 2015 si sarà messa in moto la macchina per avviare i lavori. Nella concitata riunione del consiglio d’amministrazione che si è tenuta l’altro ieri, la missiva arrivata da Cagliari è pesata come un macigno perché l’Ersu si è ritrovato davanti a un bivio: da una parte c’è il rischio, ormai davvero reale, che il prossimo anno si perderanno i soldi, dall’altra c’è la contrarietà più volte dichiarata da parte del sindaco Nicola Sanna (che vuole gli universitari nella caserma La Marmora) a dare l’approvazione a progetti che prevedano una variante al piano urbanistico. E a quanto se ne sa, per tutte le aree proposte dai privati, qualcuna di più, altre di meno, servirebbe una variazione dello strumento urbanistico. Inoltre dalla direzione dell’assessorato guidato da Claudia Firino è anche arrivato l’avvertimento che con la riduzione dei finanziamenti a causa delle penalizzazioni previste per il loro mancato utilizzo entro i termini, si rischierebbe di non avere a disposizione una somma sufficiente a pagare l’acquisto dell’area. Tenuto conto che con quei soldi il campus lo si deve anche costruire. Un terreno scivoloso, insomma, quello in cui si ritroverebbe l’Ersu, perchè se firmasse un contratto e non fosse poi nelle condizioni di onorarlo, si potrebbero aprire contenziosi. Una vera patata bollente per il presidente Gianni Poggiu e il consiglio d’amministrazione dell’Ersu, tanto che la direttrice Maria Assunta Serra ha chiesto con una nota al cda un atto di indirizzo affinchè venga messo nero su bianco in quale direzione si dovrà procedere. Insistere nell’iter? Ma si tratterebbe di una partita al buio, perché il sindaco è fermo sulle sue posizioni. Non proseguire? Ma si perderanno i fondi. Insomma, l’unico modo è avviare il dialogo con il Comune, che con la giunta Sanna non è mai cominciato, perché, come è stato rilevato durante la riunione, soltanto sedendosi attorno a un tavolo si potrà uscire dall’impasse. Alla fine, considerato che i consiglieri del cda presenti e anche il rappresentante degli studenti hanno espresso perplessità si è deciso un momento di riflessione e un aggiornamento della seduta. Ma la tensione è stata alta per tutta la riunione. Intanto giovedì scorso, ben al di là dei tempi previsti, la commissione appositamente nominata dall’Ersu ha valutato le offerte tecniche presentate dai proprietari di aree che erano già passate a un primo vaglio, assegnando a ciascuna un punteggio. Punteggio che, combinato con quello dell’offerta economica, quando le buste relative a quest’ultima saranno aperte in seduta pubblica, consentirà di decretare il vincitore della gara. E mentre il tempo stringe, non si comprende come tutta la vicenda si concluderà. Ma quei 40 milioni, per le ricadute economiche che potrebbero avere, la città li aspetta. E se andranno persi, sia l’Ersu che il Comune dovranno spiegare il perché. (p.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 23
Simone Campus:
«A Cagliari si fa, e qui si litiga»
 
«A Cagliari a valere sugli stessi fondi per lo sviluppo si è sperimentato un accordo di programma sul campus che ha permesso, senza le polemiche che invece a Sassari impazzano da anni, di trovare una soluzione». Simone Campus, consigliere comunale del Pd ed ex rappresentante degli studenti nel cda dell’Ersu, stigmatizza l’atteggiamento dell’Ersu e chiede di fermare il bando. «Per la residenza universitaria ci si orienti a riqualificare edifici pubblici esistenti – afferma –. E non mi fermo qui. L’Ersu e la Regione cedano la vecchia sede di via Carbonazzi oggi vuota al Comune per creare residenze popolari e si attivino per avviare finalmente i lavori nella proprietà in via Canopolo e nella vecchia sede dell’ex Fondazione Brigata Sassari,per dare nuovi alloggi universitari».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 26
il seminario
Il ruolo della mediazione
per alleggerire i tribunali
 
SASSARI Il ruolo della mediazione commerciale. Il giornalismo alla prova del funzionamento concreto di moderni istituti giuridici. E la divulgazione delle grandi opportunità legate a uno strumento nato per evitare l’intasamento dei tribunali con le cause civili. Una mole di contenziosi in molti casi risolvibili attraverso una semplice trattativa fra le parti, senza formalità eccessive, in tempi rapidi e con notevoli risparmi fiscali. Di tutto questo, e molto altro sul piano tecnico, si è parlato l’altro ieri all’università. Nel “quadrilatero” di viale Mancini che ospita il dipartimento di scienze giuridiche si è infatti svolto un seminario di aggiornamento promosso dall’Ordine regionale dei giornalisti, in collaborazione con il Centro di mediazione dell’ateneo sassarese. Interventi di Francesco Sini, preside uscente della facoltà di Giurisprudenza, dell’avvocato Silvio Zicconi, della professoressa Maria Antonietta Foddai, responsabile del Centro e docente di filosofia del diritto e del giornalista Pier Giorgio Pinna. Oltre che del presidente dell’Ordine Filippo Peretti, che ha introdotto e coordinato i lavori. Alla fine, nella sala Segni, un dibattito animato dalle domande di studenti e redattori ha permesso di chiarire diversi aspetti d’interesse collettivo generale. E soprattutto di definire meglio i passaggi legati all’introduzione nel sistema del ruolo dei mediatori. Ma chi sono questi nuovi professionisti? Né arbitri né giudici né negoziatori tesi a sviluppare soltanto una transazione o un negoziato tra le parti, sono invece terzi imparziali incaricati di facilitare un accordo tra persone e rappresentanti di società commerciali, tutti soggetti in conflitto sulla base di contrapposti diritti. Il compito dei mediatori civili? Evitare l’avvio di cause e processi formali. In quali ambiti? Si va dalle liti condominiali agli scontri fra eredi, sino alle controversie sulla diffamazione mezzo stampa e alla malasanità che non sconfinino in campo penale. L’obiettivo finale - imposto dall’Europa e assecondato dal governo nazionale - è quello di agevolare le persone che si trovino in contrasto per permettere di trovare una soluzione di compromesso ai loro problemi. E di fatto alleggerire così il lavoro dei magistrati nel settore della giustizia civile.

Questionnaire and social

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