Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 October 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Scienze economiche
Sandro Catani e Remo Bodei oggi a Cagliari
 
Uno dei filosofi contemporanei più apprezzati incontra a Cagliari uno dei più autorevoli consulenti nel campo delle risorse umane. Oggi alle 10 nell'Aula Arcari appuntamento con due cagliaritani illustri: Remo Bodei e Sandro Catani (nella foto).
Sono loro gli ospiti della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche (viale Sant'Ignazio) che interverranno sul tema “Vecchi e giovani (nella vita, nell'amministrazione pubblica, nelle aziende private)” partendo dai rispettivi libri “Generazioni” e “Gerontocrazia”. Interventi di Giuseppe Marci e Vinicio Busacchi, docenti della Facoltà di Studi umanistici dell'Università di Cagliari. Coordina Paola Piras, docente di Diritto amministrativo.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
«Sorridete, paga la Regione»
Vincenzo Piras e il progetto finanziato con un milione
Il direttore della Clinica odontoiatrica parla di professione, evasione e incarichi
 
«Un sorriso addolcisce la vita, ma come la mettiamo se uno i denti proprio non li ha?»
Vincenzo Piras dispone di un milione tondo tondo per risolvere il problema di centinaia di sardi. Il direttore della Clinica odontoiatrica universitaria coordinerà il progetto finanziato dalla Regione: «Non sarò pagato, prendo già lo stipendio. Duecentomila euro lordi invece saranno il compenso per quattro odontotecnici, poco più di millecinquecento euro netti al mese per ciascuno».
Sessantadue anni, politicamente molto ma molto vicino all'Udc, Piras ha interessi e incarichi a tante latitudini professionali. È vice presidente di Sardegna ricerche, per esempio. Nel suo curriculum c'è anche la nomina nel consiglio di amministrazione dell'Istituto zooprofilattico: «All'inizio non ho fatto i salti di gioia, però ho provato a trasformarlo in un centro di referenza nazionale per la biologia animale». Quindici anni fa incappò in un'inchiesta sui viaggi organizzati e mai fatti dai pellegrini del Sud America per il Giubileo: «Mi sono autodenunciato e sono stato assolto da tutto, naturalmente. Purtroppo ho scoperto che il Messico è un posto dove la giustizia funziona in maniera particolare ». In questi giorni accompagna l'ambasciatore del Kazakistan nelle cerimonie ufficiali: «Ha chiesto a conoscenti e amici comuni chi l'avrebbe potuto aiutare nella visita in Sardegna e io ho dato la mia disponibilità».
Perché rifare i denti non fa parte del diritto alla salute?
«Diderot diceva: il sorriso è un biglietto da visita che tutti riconoscono . Ma in Italia viene ridotto a una questione di costi. I privati hanno occupato lo spazio lasciato dal pubblico. Le Asl danno un servizio scarso perché non hanno i soldi per fare altrimenti. Tutte le pratiche più costose sono a pagamento: è un'ingiustizia».
Le colpe dei dentisti?
«Essere figli di un dio minore: non hanno le possibilità degli altri medici, almeno dal punto di vista dei finanziamenti pubblici, che poi si traducono in cure ai cittadini».
Un milione dalla Regione è la strategia contro gli studi professionali low cost?
«No, perché in Sardegna non c'è una grande concorrenza».
Il senso dell'iniziativa?
«Una scelta bipartisan che dà una risposta sociale a un bisogno impellente. È un progetto bello che aiuta i più deboli. Tra le clausole c'è che i pazienti si impegnino a farsi seguire per un paio di anni, solo così possiamo avere un riscontro».
Quali interventi sono possibili?
«Il requisito è avere massimo quattro denti per arcata dentaria. In questi casi applicheremo una protesi per masticare, vivere meglio e sorridere. Ne approfitteremo per fare prevenzione sui tumori del cavo orale».
E gli altri interventi?
«Non abbiamo intenzione di portare via i pazienti ai dentisti».
Dagli specialisti low cost l'otturazione costa la metà.
«Questa categoria in Sardegna non esiste oppure è farlocca».
Ma in Croazia no.
«Un tempo andava di moda l'Olanda, ora altri Paesi. Il problema è: se capita una complicazione chi ci mette le mani e si assume la responsabilità? È molto meglio farsi curare qui, avere la certezza. Di tutto».
Sicuro che serietà e qualità non siano solo alibi?
«Non voglio dire che i dentisti di questi Paesi siano scarsi, alcuni fanno anche un ottimo lavoro, ma dal punto di vista organizzativo e medico legale è tutt'altra cosa. I denti non sono come i diamanti, non sono per sempre, vanno controllati, sistemati, tenuti efficienti, come le gomme dell'auto».
Fa parte di una categoria avida?
«È ovvio che se volessi potrei comportarmi diversamente, ma credo nella politica dei prezzi giusti. Detto questo, avido è l'essere umano, non solo i dentisti, ma anche gli avvocati, i giornalisti. Oltre alla salute si offre bellezza, e questo ha un costo. Però oggi ci sono anche dentisti disoccupati».
La categoria è in cima alla lista degli evasori.
«Per sfuggire al fisco è necessario essere in due. Perché molti clienti non vogliono la fattura? Forse perché lavorano in nero, non devono mostrare di avere introiti, così si spiega tutto. Se invece tutti pretendessero la fattura e pagassero le tasse vivremmo decisamente meglio».
Ha uno studio privato?
«Non più, lì faccio solo l'intramoenia allargata».
Quanti dentisti pubblici fanno migrare i pazienti verso gli studi privati?
«Può capitare ed è legittimo».
Di quali bisogna diffidare?
«Di chi non ha le carte in regola, per esempio non dispone di un'igienista e non è aggiornato. Da questi tenetevi sempre alla larga».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
CONGRESSO
SANITÀ. Al T Hotel
Neonatologia, ultimo giorno di workshop
 
Si conclude oggi la decima edizione del workshop internazionale di neonatologia “The last ten years, the next ten years in Neonatology”, dedicato al confronto tra neonatologi, pediatri, ostetrici, perinatologi, laboratoristi e cardiologi pediatri.
Dopo l'intervento di ieri del presidente Unicef Italia, Giacomo Guerrera, oggi alle ore 8,45 al T hotel saranno presentati i lavori di Vassilios Fanos dedicati alla patologia perinatale. Nel corso dell'incontro peritanologi e patologi discuteranno sugli ultimi 10 anni della neonatologia e della sua evoluzione, tra assistenza, ricerca e didattica. Interverranno Gavino Faa, Peter van Eyken e Generoso Bevilacqua.
A conclusione del convegno gli atti dei lavori saranno pubblicati su “Clinica chimica acta” e sul “Journal of pediatric and neonatal individualized medicine”.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 37 - Edizione CA)
Neapolis, trent'anni di archeologia
GUSPINI. Oggi convegno con Raimondo Zucca e Rita Melis
 
Trent'anni dedicati all'archeologia. Nato nel 1984 dalla passione per la storia, il gruppo archeologico Neapolis si è subito distinto per la scoperta fatta in un costone della Costa Verde, dove venne scoperto uno scheletro umano risalente a più di 8.500 anni fa. Il ritrovamento incoraggiò gli scavi da parte dell'Università e della Soprintendenza archeologica di Cagliari, che portarono all'individuazione di altri reperti ossei appartenenti a tre individui.
«L'associazione è composta da 150 soci effettivi e un centinaio di soci onorari, oltre a numerosi simpatizzanti che danno il loro contributo alla nostra attività», afferma il presidente Raimondo Racis. Dal 1989 il gruppo gestisce una biblioteca specializzata con una dotazione libraria di oltre 1.200 volumi e numerose pubblicazioni, frequentata da appassionati, ricercatori e studenti. E ha la sede nel Deposito comunale dei reperti archeologici rinvenuti nel territorio, dove è stato allestito un percorso museale, Antiquarium , visitato da scolaresche e appassionati.
Oggi alle 16,30, nel centro servizi del Pip, in occasione del trentennale, si tiene un convegno di studi. Interverranno l'archeologo Raimondo Zucca, che esporrà i risultati delle recenti scoperte nel sito di Monte Prama, e la geoarcheologa Rita Melis parlerà degli scavi condotti nella costa di Arbus.
Gian Paolo Pusceddu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Il convegno
E se la nascita di Bosa risalisse all'epoca nuragica?
Un'intensa due giorni di studi organizzata dall'Università di Sassari
 
Un viaggio nel tempo, alle radici profonde della presenza di una comunità umana lungo il corso del Temo, questo fiume che tanta parte ha avuto nella nascita e nella storia della città di Bosa. Un percorso, dalla memoria al presente, attraverso le tracce del lungo cammino nel tempo: Bosa, la sua storia, come mai prima d'ora è stata ricostruita, studiata, analizzata, con il ricorso a tecnologie innovative al servizio di un'archeologia moderna.
È il tema dell'interessantissimo convegno che da ieri e per due giorni riunisce nella città del Temo eminenti professori universitari e ricercatori, chiamati a discutere su “Bosa. La città e il suo territorio dall'età antica al mondo contemporaneo”. L'evento è organizzato dal Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione e dal Centro Interdipartimentale di Studi storici dell'Università di Sassari. Sono oltre cinquanta gli studiosi e gli esperti che si confrontano sui diversi temi che riguardano la città di Bosa: quelli archeologici, numismatici, giuridici, naturalistici, ambientali, economici. C'è grande attesa per le novità emerse dalle recenti campagne di scavi che hanno comportato anche l'uso di georadar e altre speciali attrezzature nei siti noti e in altri oggetto dell'indagine.
I dati aprono nuove prospettive sulle origini della città, finora fatte risalire alla penetrazione costiera dei Fenici. Sarebbe invece emersa la realtà di una preesistente comunità nuragica in riva al Temo, che consentirebbe di retrodatare le origini di Bosa ad epoche finora neppure immaginate. Si parlerà dei risultati delle campagne di scavi a San Pietro e nell'area del castello di Serravalle, ma anche in quella di Cornus e in alcuni comuni della Planargia. L'incontro di alto valore culturale si svolge nei giorni conclusivi del mandato del rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino.
Il via ai lavori è stato dato ieri nell'Auditorium dell'Episcopio. Dopo i saluti di rito, la prima sessione dei lavori ha riguardato il tema “La Planargia, il Temo e gli insediamenti umani dalla preistoria all'alto Medioevo”. Nel pomeriggio, la seconda sessione, dal titolo “Bosa e il suo territorio in età medievale”.
Nell'odierna mattina, la terza sessione sarà dedicata a “La città di Bosa nell'età moderna” e la quarta al tema “Bosa e Planargia in età contemporanea”.
Nel pomeriggio, si svolgerà l'ultima sessione, dedicata ad “Ambiente, cultura e tradizioni popolari”. I lavori saranno conclusi dal rettore uscente Attilio Mastino. Al termine della tavola rotonda si esibirà il Coro di Bosa.
Durante il convegno saranno presentati nuovi aspetti epigrafici, archeologici, paesaggistici, culturali, storici, agiografici e artistici della cittadina sul Temo, che verranno poi pubblicati negli atti del convegno.
Antonio Naitana
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 39
remo bodei
«Retorica e populismo, i killer che uccidono le nostre democrazie»
Il filosofo oggi a Cagliari per il nuovo libro, “Generazioni” Essere giovani in un mondo segnato da mutamenti radicali
di Giacomo Mameli
 
Stamani, presentando il libro "Generazioni" sulle divisioni canoniche della vita umana, spiegherà come e perché muta «la trama dell'esistenza individuale e dei rapporti di solidarietà tra le diverse età della vita». Perché è indiscutibile che oggi «la gioventù e la vecchiaia si dilatano e la maturità si restringe». Due giorni fa, nella Sala settecentesca dell'università di Cagliari, parlando a giuristi e filosofi sul trinomio "Verità Immagine Normatività", Remo Bodei, sempre impegnato a ragionare sui fondamentali, si era chiesto «se la democrazia esista ancora o non si viva – invece – nell'età della post-democrazia che assume il volto del populismo, della smobilitazione delle masse di cui parla Sheldon Wolin, dell'autocrazia elettiva, del conformismo, della degradazione della verità a semplice opinione. Si è inaridita la facoltà di giudicare, paralizzata da paura diffuse ad arte».
Sta parlando dell'Italia contemporanea di Matteo Renzi?
«Di tutte le democrazie occidentali. Italia compresa. Non c'è più la vox populi, ma si assiste alla manipolazione del consenso che porta all'infantilizzazione del pubblico, in un'orgia di retorica killer del ragionamento. Ciò che conta è la seduzione, piace la facondia, sentir battute. Cosa incanta di Beppe Grillo? Le sparate. Tutto ciò è retorica e la retorica uccide. Sono i nuovi dilaganti populismi, fenomeno delle democrazie attuali. C'è da concordare con Noam Chomsky: armarsi con armi di autodifesa contro la manipolazione sistematica dell'informazione».
Il cittadino è disarmato?
«Occorre fare in modo che il civis non sia espropriato di se stesso. Le democrazie appaiono come oligarchie mascherate. Con una politica sottoposta alla finanza. Perché la politica è ragionamento. La finanza no: seduce e dalla seduzione è difficile disinfettarsi. Nel mondo, anche in Cina, e non solo a Wall Street Francoforte o Piazza Affari, la ricchezza reale vale uno. La finanza sette. C'è un verme nella mela della democrazia, la politica sta in seconda fila. The King sono il dollaro, l'euro».
Ha detto che la ragion pubblica si degrada.
«È nelle cose. Nei meccanismi di protezione e garanzia dei cittadini qualcosa si è rotto, la caduta delle difese immunitarie ha lasciato maggior spazio di manovre alle potenze della seduzione. Alla politica di annunci senza fact checking non segue alcuna effettiva attuazione. Ma l'annuncio seduce. I ragionamenti, i progetti si trasformano in storytelling, narrazioni che si sovrappongono alla realtà, la mascherano. Addirittura: la sostituiscono. I reali decisori non sono quelli che vanno ai seggi elettorali ma le élites economiche transnazionali, anonime e prive di responsabilità nei confronti del cittadino comune. Cresce il tasso di insicurezza. E c'è il complementare bisogno di rassicurazione e protezione. Tutto ciò rende gli individui meno razionali e si crea uno stato d'animo di allerta mista a rassegnazione».
Rassegnati anche i giovani, quelli analizzati nel suo libro “Generazioni”.
«Dopo la generazione eroica, che ha attraversato le esperienze traumatiche delle due guerre mondiali, è venuta la generazione pratica di quelli nati attorno al 1945. In tempi più vicini si aggiunge la generazione X, quella che segue l'ondata dei baby boomers costituita dai nati fra il 1964 e il 1979. Vivono trasformazioni epocali: la fine del colonialismo, la guerra fredda, la dissoluzione dell'impero sovietico e la contrastata egemonia degli Stati Uniti».
Pur vicine, sembrano generazioni lontane.
«Oggi siamo alla generazione Y, o dei Millennials. I sociologi parlano di Generation Golf per quanti nel secolo scorso hanno vissuto un certo grado di benessere. C'è la Shampoo Generation con madri contestatrici e figli conformisti o teenager globali. O, ancora, Fun Generation, Fear Generation o Generation Me. Hanno sperimentato la nascita e l'influenza della televisione commerciale, in particolare dei reality shows e lo sviluppo del nuove tecnologie con competenze di cui erano totalmente prive le precedenti generazioni».
Cambiamenti molto più frequenti che nel passato.
«Il ricambio delle generazioni è nell'ordine naturale delle cose nel senso in cui Hegel ha sostenuto che 'la nascita dei figli è la morte dei genitori'. Ma la crisi economica, profonda, si riflette nel sociale. Le cifre più corrette le propone Joseph Stiglitz sul declino dei tenori di vita».
Quali sono, in sintesi?
«Una percentuale sempre crescente di adulti vive con i genitori: nel 2005 era il 14 per cento dei giovani fra 25 e 34 anni, oggi è schizzato al 19. Per le donne della stessa età l'incremento è stato dall'8 al 10 per cento. Chiamati a volte generazione boomerang, questi giovani sono costretti a rimanere a casa o a ritornarvi dopo la laurea perché non possono permettersi una vita indipendente. E sono caduti i muri. I padri sembrano animati dal desiderio di essere coetanei dei propri figli. Anche i matrimoni risentono della mancanza di un reddito di sicurezza. Nel 2010 il numero delle coppie che vivevano insieme senza sposarsi ha fatto un balzo in avanti del 13 per cento. Vivono insieme generazioni diverse per età e per costumi. Eppure la famiglia è assurta ad ammortizzatore principale degli effetti negativi provocati dall'abbassamento del welfare state, dalle crisi economiche o finanziarie e dalla mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani». Anche le famiglie in crisi hanno cessato di essere un porto accogliente?
«Sì, la casa non riesce a consolare l'uomo per le amarezze sofferte nel quotidiano confronto con la conflittualità sociale diffusa e la spietatezza del mercato del lavoro. La povertà cresce. E nessuno oggi è più sufficientemente al riparo dalle intemperie dell'esistenza: né gli adulti, né i bambini».
Citando "Il giorno del giudizio" di Salvatore Satta, riferendosi ai defunti del cimitero di Nuoro, lei cita la frase "gente sparita dalla memoria, gente dissolta nel nulla". Rischia il dissolvimento, oggi, anche l'opinione pubblica dei vivi?
«Purtroppo il dissolvimento dell'opinione pubblica dei vivi, come ho detto, è in corso perché – lo dimostrano le vicende attuali – le posizioni politiche sono mutevoli come il clima. Siamo realmente nella post-democrazia e post-ideologia. Panta rei, tutto muta».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 39
appuntamento alle 10
 
Oggi a Cagliari (ore 10, aula Arcari, viale Fra Ignazio, facoltà di Giurisprudenza) Remo Bodei e Sandro Catani presenteranno i volumi "Generazioni", sottotitolo "Età della vita, età delle cose" (Laterza) e "Gerontocrazia" (Garzanti). Organizza la facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Nei due volumi gli autori affrontano il tema dell’alternanza delle generazioni, nella vita e nell’organizzazione del lavoro pubblico e privato. All'iniziativa è stato dato il titolo "Vecchi e giovani (nella vita, nell'amministrazione pubblica, nelle aziende private)". Coordina la giurista Paola Piras, prorettore alla didattica dell'Università di Cagliari. Intervengono Vinicio Busacchi e Giuseppe Marci.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 11
Mille emendamenti per la Pa
Molte le modifiche in Parlamento alla riforma: dai concorsi ai poteri del premier
 
ROMA Quasi mille emendamenti per il disegno di legge delega definito più volte dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, «il cuore vero della riforma della Pubblica amministrazione». Tante sono quindi le proposte di modifica arrivate in commissione Affari costituzionali al Senato, dove il provvedimento sta affrontando il primo passaggio parlamentare. Tra i cambiamenti più significativi c’è l’attenuazione dei poteri del premier rispetto al potenziamento previsto nel ddl, l’eliminazione della strada del corso-concorso per l’accesso alla dirigenza pubblica e il salvataggio della figura del segretario comunale. La mole di emendamenti però non allarma il relatore, Giorgio Pagliari (Pd), che non scorge «una volontà ostruzionistica». Anche se stavolta la presentazione delle modifiche ha un valore in più: quelle bocciate non potranno essere riproposte in Aula, secondo le regole di un collegato alla legge di stabilità, qual è il ddl. Per ora sul tavolo ci sono poco meno di mille idee di riformulazione. Tra le correzioni siglate dal Pd, c’è la cancellazione di forme diverse dal concorso classico per diventare dirigenti della Pa e l’eliminazione di una fase iniziale a tempo determinato per quanti superano le prove. Sempre in tema di concorsi, viene riproposto il principio di scorrimento delle graduatorie degli idonei prima di indire nuovi bandi. E c’è un emendamento che spazza via il riferimento a un ruolo della presidenza del Consiglio rafforzato riguardo alla vigilanza sulle agenzie governative nazionali. Il richiamo a Palazzo Chigi salta pure nella parte della delega relativa agli uffici di collaborazione dei ministri: la determinazione delle risorse finanziarie non spetterebbe più al premier. E ancora, sul silenzio assenso tra amministrazioni centrali, in caso di mancato accordo a decidere resta sì il presidente, ma, viene aggiunto, previa delibera del Cdm. Il Pd invita anche a irrobustire il capitolo dedicato all’innovazione tecnologica nella Pa, aprendo alla Carta della cittadinanza digitale. Tra le ipotesi targate Pd anche quella che recupera i segretari comunali e provinciali.

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