Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 October 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
In Breve
MASTER IN MANAGEMENT
 
Sino a lunedì 3 novembre è possibile iscriversi alla selezione per l'accesso al master in Management delle imprese cooperative. Il corso prevede 10 mesi di lezioni, stage e seminari. La Regione garantisce la copertura di buona parte delle spese di iscrizione.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 17 - Edizione OR)
Pigliaru: «Non ci sono soldi»
Il presidente visita l'Università e assicura che si impegna a far arrivare i fondi arretrati
Sull'aeroporto glissa: «Per fortuna lo scalo di Elmas è vicino» 
 
Metodo bastone e carota. «La Regione ha pochi soldi, ma crediamo nell'università di Oristano». Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru ieri ha parlato chiaro a studenti, docenti e personale del Consorzio Uno durante la sua visita all'ateneo. Tagli confermati: il fondo unico per l'università diffusa da 6 passa a 4 milioni e mezzo. L'incontro si è chiuso con tante speranze per il futuro della sede e la promessa di pagare in tempi brevi almeno una parte dei fondi del 2013 (finora mai arrivati). Sulle altre questioni aperte dell'Oristanese come l'aeroporto di Fenosu, poche ma significative parole: «Non siete poi così lontani da Elmas».
L'INCONTRO Dopo l'inaugurazione dell'anno scolastico al liceo classico De Castro, Francesco Pigliaru arriva al Chiostro del Carmine. «In diciotto anni è il primo governatore che viene a trovarci» esordisce la presidente del Consorzio, Pupa Tarantini che sciorina dati e illustra i successi dei 5 corsi di laurea «unici in Sardegna e tipici, legati al territorio». Ancora la scuola di specializzazione in archeologia subacquea, poi le note dolenti: dai fondi del 2013 all'indebitamento del Consorzio. Tra gli studenti Pietro Serra, laureando pendolare di Macomer, racconta la sua esperienza, poi è la volta degli amministratori (il presidente della Provincia De Seneen, il sindaco Tendas e la deputata Caterina Pes). La responsabile dell'amministrazione del Consorzio Marilena Spiga si sofferma sulle difficoltà «dobbiamo fare il rendiconto per il 2013, ma i soldi non sono arrivati».
LA REPLICA «Ho sempre creduto nell'università del territorio ma dobbiamo capire cosa è» ha esordito Pigliaru. Sul problema dei fondi 2013 ha tirato subito in ballo Cappellaci. «Non ci sto a prendermi responsabilità non mie - attacca - Appena siamo arrivati, eravamo bloccati dal patto di stabilità, Cappellacci aveva speso parecchio prima di andar via». Poi l'impegno per liquidare subito una parte di quelle risorse, infine il fondo unico: «Vedremo se 5 milioni sono pochi o meno, bisognerà capire come sono stati spesi euro per euro - ha spiegato- E comunque non c'è solo la Regione: ci sono anche i comuni, le province e, se questa università è così importante, tutti devono mobilitarsi anche gli imprenditori». Infine l'impegno per dare regole certe all'università diffusa e chiudere il bilancio 2015 entro l'anno per programmare da subito le risorse. E intanto in Consiglio regionale proprio ieri è stato bocciato l'emendamento dei consiglieri regionali di minoranza dell'Oristanese che chiedevano di non tagliare i fondi.
IL TERRITORIO Sulla vertenza Oristano il presidente ha rimandato la discussione ad un prossimo incontro, sull'aeroporto ha glissato in attesa di approfondire l'argomento ma già il riferimento alla vicinanza di Fenosu a Elmas la dice lunga.
Valeria Pinna
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Mont'e Prama, le mani sui Giganti
Legami tra il Pd e la coop emiliana
LA DENUNCIA. L'impresa, scelta dal ministero, che sostituirà gli archeologi sardi nel sito
 
Mani rosse sui Giganti? Così pare. Sfrattati gli archeologi sardi dell'università bravi a scoprire il tesoro di storia di Mont'e Prama: dentro, i loro colleghi sbarcati da Reggio Emilia, chiamati a indagare ancora sui misteri dei Giganti direttamente dal ministero della Cultura. Tutto bene: la procedura (appalto negoziato senza bando) è legittima, il costo della campagna (360 milioni in due anni) congruo soprattutto se la Regione ci metterà del suo come ha già fatto capire. C'è un ma, un sospetto che col passare dei giorni sta prendendo corpo: l'ha messo nero su bianco ieri pomeriggio l'ex governatore Ugo Cappellacci.
Nel suo profilo Facebook ha pubblicato un paio di documenti, rintracciabili con una semplice ricerca su Google. Tracce scritte che fanno pensare a un legame «organico» tra il Pd e la cordata di Reggio Emilia che pianterà le bandiere a Mont'e Prama. «Non dò nessun giudizio malevolo, chiedo solo un chiarimento: qualcuno può darci spiegazioni e dirci che si tratta di una spiacevole coincidenza?».
Intanto le coincidenze sono due e fanno un indizio. La Tecton è la società cooperativa di Reggio Emilia che è spina dorsale del raggruppamento di imprese che si è aggiudicato i lavori presso il sito archeologico Mont'e Prama. Da un verbale di una riunione del Pd del 29 luglio 2009 risulta che una riunione di donne democratiche si svolge nella «Sala Tecton Pd di via Costituzione 25 Reggio Emilia». Un'altra circostanza, scoperta da Cappellacci, è contenuta nel brano di un'intervista a un dirigente del Pd emiliano che rispondeva a chi gli chiedeva come mai alla festa del partito i militanti addetti ai servizi indossavano grembiuli con il marchio Tecton. «Ah, beh sì. Sulla festa siamo spietati, chiediamo soldi a tutti».
La Tecton (stando almeno al suo sito internet) è un colosso del sistema della Lega delle cooperative in Emilia: nata vent'anni fa dalla fusione di tre storiche coop rosse (muratori, braccianti e pittori), è una holding che fa business nelle costruzioni, nell'allestimento dei musei, negli impianti sportivi, nel restauro di edifici, antichi e moderni. Nella sua mission c'è anche l'archeologia e in questa veste entra in campo Mont'e Prama. «Mandante» dell Raggruppamento temporaneo di imprese che ha come capogruppo Archeosistemi, ditta di Reggio Emilia. Un pool beneficiato dal ministero della Cultura con un lavoro prestigioso, dato il valore dei reperti riemersi nella collina del Sinis.
E la Regione? «È pronta a fare la sua parte nella vicenda dei giganti di Mont'e Prama», ha assicurato ieri il governatore Francesco Pigliaru, prima dell'incontro con gli studenti e i docenti dei corsi universitari di Oristano.
«Possiamo intervenire sulle cose più banali come la recinzione e la messa in sicurezza del cantiere», ha detto Pigliaru, puntualizzando però che la Regione è pronta a intervenire con risorse proprie anche e soprattutto per intensificare e accelerare gli scavi e la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale portato alla luce dagli archeologi nel sito di Mont'e Prama tra gli anni '70 e oggi. A questo proposito, ha anche fatto un preciso riferimento alla Cina, spiegando che quando hanno scoperto i loro «giganti» di terracotta non hanno aspettato 40 anni per completare gli scavi e farne il loro biglietto da visita in tutto il mondo.
Pigliaru non ha fatto alcun riferimento alle polemiche di questi giorni sull'appalto della prossima campagna di scavi ma ha assicurato la volontà della Regione di lavorare per dare valore e visibilità a tutta la civiltà nuragica. Quindi bocche cucite sulla polemica, neanche un dubbio sulle scelte ministeriali.
Antonio Martis
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il verdetto non fermerà
i progetti già avviati in città
 
Non c'era in palio un biglietto per il paradiso né il riconoscimento di un percorso virtuoso già avviato o semplicemente annunciato. Diventare Capitale europea della cultura 2019 era e resta un'opportunità, un tapis roulant per reinventare, su basi culturali, un'idea nuova di città. I sassi di Matera, le piazze senesi, la biblioteca di Ravenna, l'Università perugina, il paesaggio del Salento, poi il Castello, i colori, il mare della nostra città: ciascun candidato aveva (ha) le carte in regola per fregiarsi del titolo di Capitale della cultura. La vittoria di Matera - onore al merito e alla bellezza - premia una speranza e l'idea di un progetto da realizzare. Il mancato riconoscimento degli altri cinque candidati, al di là dell'amarezza che accompagna ogni sogno infranto, non è una bocciatura. Non lo è certamente per Cagliari. Paradossalmente, l'annuncio fatto ieri dal ministro Franceschini a Roma, ha dato un nome al vincitore di una sfida ma non ha chiuso la partita per gli sconfitti . Cagliari e gli amministratori (il sindaco Massimo Zedda e l'assessore Enrica Puggioni in testa) sanno bene che ottenere per la città la patente di Capitale europea della cultura avrebbe moltiplicato - anzi, ingantito - i risultati per gli sforzi finora fatti per sostenere la candidatura. Ma se la vittoria non avrebbe modificato la natura e il numero dei progetti messi in campo e già avviati, la mancata vittoria - hanno garantito sindaco e assessori - non ne fermerà la prosecuzione. Cagliari non ha acchiappato il sogno ma non è stata per questo retrocessa, tanto più che il ministro Franceschini ha assicurato che il Governo sosterrà allo stesso modo i progetti di tutti i candidati.
Pietro Picciau
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Eventi
Festival della Scienza: se la robotica è anche poesia
A Cagliari dal 4 al 9 novembre prossimo tra l'Exma' e il parco di Monte Claro
 
La scienza ci aiuta. Piccolo, efficacissimo assioma che racchiude un universo di conoscenza, progresso, qualità della vita. Grazie alla scienza dormiamo sonni tranquilli, ci possiamo curare meglio, siamo in grado di capire i sistemi che governano il mondo e scoprire i fantastici segreti della natura. “La scienza ci aiuta” è anche il messaggio scelto quest'anno per la settima edizione del Festival della Scienza, che si svolge a Cagliari dal 4 al 9 novembre, come sempre diviso tra l'Exma' e il parco di Monte Claro. Un appuntamento ricco, intelligente, cresciuto negli anni, così da conquistare un pubblico sempre più numeroso tra le scolaresche di tutta la Sardegna e di estimatori anche oltre mare, che hanno chiesto di prendervi parte. Lo dice, con un misurato orgoglio, Carla Romagnino, presidente del comitato Scienza-società-scienza, organizzatore di un festival di qualità, a dispetto delle risorse finanziare sempre più esigue.
E sarà una donna ad aprire il 4 novembre, alle 16,30, la rassegna nella sala conferenza dell'Exma'. Speranza Falciano, della Sapienza di Roma e vicepresidente dell'istituto nazionale di Fisica nucleare, spiegherà come la ricerca di base necessita di tecnologie sempre più raffinate: elettronica, robotica, strumentazione medicale, campi dove è maggiore la ricaduta degli sviluppi tecnologici.
Il menu proposto è così ricco da poter, è il caso di dirlo, soddisfare tutti i palati. Un esempio: cibo e scienza e arte insieme. La produzione casearia sarda attinge alla tradizione ma è proiettata anche verso il futuro, con formaggi “innovativi”. Se ne parla giovedì 9 alle 18 a Monte Claro in una tavola rotonda con produttori di formaggio coordinata dall'antropologa Alessandra Guigoni.
Per stare più nella tradizione scientifica, sempre il 6 alle 10,30 (Exma'), in videoconferenza il fisico del Cern di Ginevra Ugo Amaldi cercherà di convincerci della bellezza e dell'utilità della scienza, perché i sistemi del mondo che descrive e spiega sono belli come i corpi celesti, gli animali e le piante. C'è persino poesia. Di certo c'è musica, protagonista del giorno di chiusura della rassegna, il 9 alle 18 al parco di Monte Claro, con un doppio appuntamento tra musicisti e matematici: dall'unione delle nozioni scientifiche e dall'ispirazione nasce l'arte dei suoni.
Tra gli ospiti, un ritorno: il genetista Edoardo Boncinelli che venerdì 7 novembre condurrà il dibattito sulla scienza e la tecnica soffermandosi sul differente approccio, scienza come conoscenza e scienza come tecnica. Lo scienziato è testimone di una delle più affascinanti avventure scientifiche, ovvero il cammino della genetica arrivata a decifrare il suo codice.
Sono solo alcuni degli ottanta appuntamenti, pensati per raccontare la scienza nella sua varietà di linguaggi. Lo faranno gli oltre 50 ospiti che si divideranno nelle tre direttrici in cui è articolato il festival. La prima è “la scienza ci aiuta a leggere” con sezioni interamente dedicate alla lettura, dove non mancheranno le anteprime, come quella del libro “Hanno taggato Biancaneve”, la favola riletta da Monica Marelli, alla luce delle nuove tecnologie o quella di Carlo Dore che presenta un libro dedicato al pittore Carmelo Floris. “La scienza ci aiuta a comprendere” con mostre, laboratori interattivi, percorsi naturalistici. Infine “la scienza ci aiuta a comunicare” con seminari, tavole rotonde, animazione, teatro e poesia.
Se noi siamo scienza più di quanto sappiamo, è vero che la scienza e il fare scienza sconfinano in campi delicati come l'etica e la bioetica. La professoressa Maria Del Zompo, dell'Università di Cagliari, il 5 novembre alle 10,30 all'Exma' spiegherà come la bioetica abbia le chiavi per usare con saggezza le nuove scoperte. E di etica e scienza si parlerà sempre il 5 all'Exma' con Alessandro Donati del World Antidoping Agency e con Francesco Marcello del comitato scientifico chinesiologi. L'attenzione è tutta per il mondo dello sport. Per tutti gli appuntamenti www.festivalscienzacagliari.it
Caterina Pinna
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
consorzio uno
Pigliaru giura:
«L’università non chiuderà»
 
La visita oristanese del presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, porta con sè la promessa dell’impegno della Regione per non chiudere l’università. «Finché ci sarò io, esisterà anche il Consorzio Uno perché credo in questa esperienza», ha detto.
A PAGINA 23
 
7 – La Nuova Sardegna
Oristano – pagina 23
Il Consorzio Uno non chiuderà
Promessa del presidente della giunta regionale Pigliaru: «Credo in questa esperienza, va potenziata»
 
ORISTANO «Finchè ci sarò io il Consorzio Uno ci sarà. E non lo dico per ricevere applausi, ma perchè credo nel vostro lavoro; e dalla mia parte, e dalla vostra, non ci sono solo speranze e desideri, ma numeri, fatti, elementi concreti che ci fanno ritenere che l’università diffusa è una risorsa. Dobbiamo decidere come sarà nel futuro, non se ci sarà o meno». Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha trascorso la mattinata nel capoluogo parlando di scuola e incontrando studenti: prima al liceo De Castro, poi nella sede del Consorzio, a rassicurare studenti e personale, accorsi numerosi, sui possibili tagli regionali alle sedi decentrate delle due università (Oristano, Nuoro, Olbia e Iglesias, che nel 2013 hanno ricevuto tutte insieme 6 milioni di euro). «Vedo le vostre facce di giovani attenti e preparati, vedo una bella comunità che discute e si appassiona ai temi del sapere e del lavoro, ecco perchè vi posso garantire che questa presidenza non ha alcun dubbio nel ritenere valida questa esperienza, che però da sperimentazione di successo deve radicarsi ancor di più con regole e risorse certe. E non lo dico adesso perchè sono davanti a voi (praticamente tutto il corpo docente e un centinaio di studenti del Consorzio, ndr) ma perchè ci credo e la prova sta nel fatto che già sette anni fa, appena mi dimisi da assessore alla programmazione della giunta guidata da Renato Soru scrissi per la Nuova Sardegna un editoriale a favore dell’Università diffusa. L’ho detto in tempi non sospetti e lo ribadisco: il problema è quale università diffusa vogliamo costruire. Immagino che la vostra esperienza vada ancor più valorizzata: fate bene ad andare a scovare i “pigri” quelli che non si iscriverebbero ad un ateneo, perchè sono proprio quelli che fanno la differenza (gli altri hanno tante e tali motivazioni da andare avanti per conto loro) a maggior ragione in una isola come la nostra dove il numero dei laureati è in calo: questa è una follia che non possiamo permetterci. E fate bene – risponde Pigliaru alla rappresentante del personale – a contestare il fatto che ogni anno vengono cambiante le regole su cui si basano i finanziamenti. Ci vogliono regole certe, ed è folle che sia la Regione, con l’assessorato all’Istruzione a stabilire i criteri di assegnazione dei fondi alle sedi decentrate delle università. Adesso si cambia: regole certe, stabili e fondi in tempo e non con anni di ritardo. Ma vorrei aggiungere un ulteriore elemento di riflessione: questo presidio interessa tutto il territorio; è giusto che le realtà locali facciano nel loro piccolo la loro parte, insieme alle imprese, affinchè nulla di ciò che adesso e un domani si costruirà qui vada perduto». Il presidente non si sottrarre alle critiche sul ritardo cronico nell’assegnazione dei fondi, «ma rispondo solo dal mio insediamento in poi non per chi ha fatto pasticci prima», e promette in tempi immediati almeno lo sblocco del contributo 2013-2014, senza i quali, come ha ricordato la presidente del Consorzio Pupa Tarantini non abbiamo nulla in cassa. «È la prima volta che un presidente di Regione viene qui in diciotto anni di attività del Consorzio, ed è significativo che l’occasione sia stata offerta da un invito formale degli studenti, cuore e anima di questi corsi di laurea». Nei saluti non di circostanza del deputato Pes, del presidente della Provincia De Seneen e del sindaco Tendas l’impegno a mantenere vivo e produttivo il Consorzio «piccolo gioiello della città, luogo vivo e fecondo di cultura», ha detto Caterina Pes, anche perchè, ha ricordato Enrico Sanjust coordinatore del corso di laurea di biotecnologie industriali «questo consorzio restitiusce al territorio ragazzi formati e capaci che hanno non solo della provincia ma di tutta l’isola». A riprova, come ha detto nelle sue conclusioni Pigliaru, che una università nel territorio c’è già e funziona. «Ma voglio che diventi eccellente e sia ancor più all’avanguardia. Ma per far questo, confrontando gli esempi vincenti di università diffuse nei paesi più sviluppati, ci manca un solo elemento: la stanzialità dei docenti, la loro appartenenza a Oristano e non a Cagliari o a Sassari come adesso». In serata di ieri la nota polemica del capogruppo dei Riformatori in consiglio regionale Attiglio Dedoni che ha stigmatizzato la decisione del centrosinistra di respingere la sua proposta di ripristinare le somme destinate al Consorzio Uno decurtate con l’assestamento di bilancio. «Ma che lingua parla Pigliaru? In ogni caso la sua passerella oristanese non convince».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Oristano – pagina 23
Settecento studenti e quattro corsi
L’identikit del struttura: attraverso gli anni migliorata l’offerta formativa
ORISTANO La sede universitaria decentrata (sulla sua esatta denominazione c’è stato un divertente siparietto di un docente che ha elencato tutte le espressioni usate per definirla; una non si poteva mai usare: università...) ha la sede nel chiostro del Carmine e nasce nel 1994 da una intesa tra regione e provincia, con le prime lezioni che si tengono nel 1997 all’istituto commerciale. Dal 1997 vengono attivati i primi corsi (gemmati dai due atenei), quello di economia e gestione dei servizi turistici e di economia e amministrazione delle imprese. Nel 1999 arriva il corso di biotecnologie industriali, ed il corso in viticoltura ed enologia. Dal 2001 si attivano il corso di laurea triennale di conservazione e restauro dei beni culturali, quello in scienze ambientali e delle acque interne e lagunari, e il corso di tecnologie alimentari. Tre anni dopo arriva il primo corso in archeologia subacquea, a cui si affianca, ed è storia recente una articolata scuola di specializzazione. Dal punto di vista societario il consorzio è un ente di diritto privato, la cui attività è finanziata da Regione e Provincia. I contributi regionali al Consorzio hanno avuto una crescita costante dal 1996 al 2002 passando dal 516mila euro a 2,5 milioni. Da allora si è registrato un calo costante arrivando a 2,1 nel 2013. Questa somma fa parte dei 6 milioni che la Regione destina alle quattro sedi decentrate delle università (con Oristano, Nuoro, 2,7, Olbia 665mila euro e Iglesias 427mila euro). Nel corso degli anni la Provincia, ha concesso contributi di gestione per circa mezzo milione. L’offerta formativa è articolata in quattro settori: economia e gestione dei servizi turistici, con 309 studenti e 86 iscritti a questo anno di laurea. Il corso ha sfornato 276 laureati, con un tasso di occupazione del primo anno del 48 per cento. Biotecnologie industriali, 160 studenti, 50 iscritti al primo anno, 149 laureati con un tasso di occupazione a un anno dalla laurea del 28 per cento. Tecnologie viticole, enologiche e alimentari, con 195 studenti, 48 iscritti al primo anno, 181 laureati, con il 66 per cento di occupati a un anno dalla laurea. Scuola di specializzazione in beni archeologici, attivata dal 2011, e con collegamenti con le scuole mediterranee.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Oristano – pagina 23
L’APPELLO
“Se volete cancellarci ditecelo ora e in faccia”
 
ORISTANO Non capita tutti i giorni di dover introdurre un dibattito con l’intero corpo docente della tua università e il presidente della Regione, per giunta anche egli illustre professore. Ed ecco perchè le prime parole di Pietro Serra, studente laureando in tecnologie alimentari sono cariche di speranza: «Presidente, gli studenti del primo anno, quelli che si sono iscritti senza aver certezza sul prosieguo dei corsi, solo perchè hanno visto nelle loro classi liceali i docenti e il personale del Consorzio descrivere questa realtà come se fosse la loro, hanno dato fiducia alla Regione: professore ci creda con noi e intanto grazie per aver accettato l’invito». Dopo una breve descrizione della sua esperienza professionale, Pietro, nel salutare tutti i presenti si è fatto sopraffare dall’emozione, quella bella pulita e onesta. L’applauso, sentito e corale dei suoi colleghi ha coperto la voce incrinata, giusto in tempo per dare la parola ad altri studenti, i veri protagonisti della mattinata. Tra questi Sabina, residente a Dolianova «e per me sarebbe stato più facile recarmi a Cagliari», che ha scelto Oristano «perchè qui è come un campus; ormai per me questa è una seconda casa, e qui ho potuto mettere a frutto la mia laurea in economia e gestione dei servizi turistici, con tirocinii altrove non possibili». Tra gli studenti e i docenti, come Paolo Zucca, laureato qui in biotecnologie e poi docente, anche l’intervento appassionato di Marilena, dipendente della società che ha in appalto i servizi generali, la didattica, i laboratori e la biblioteca. Il suo è stato un appello alla concretezza subito raccolto da Pigliaru. «Da maggio abbiamo sottoscritto un contratto di solidarietà difensivo dalla durata di 18 mesi; ci siamo ridutto l’orario mediamente del 17 per cento; con quale spirito andiamo a parlare con i maturandi se non sappiano nulla del nostro futuro? Come facciamo a preparare i dati per l’assegnazione dei fondi se ogni anno cambiano i criteri? Abbiamo finito l’anno accademico senza aver avuto la disponiblità di un solo euro. Il 31 ottobre dovrò rendicontare i fondi dell’anno precedente che non ho mai visto. Signor presidente, meglio chiuderci di botto più che toglierci pian piano l’aria, senza che nessuno si prenda la responsabilità di averlo fatto». Personale e studenti possono star tranquilli. Il Consorzio non chiuderà. Parola di Pigliaru.
 

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