Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Università in lutto
La scomparsa del prof di Informatica
Il mondo universitario cagliaritano è in lutto per la morte di Giulio Concas, 50 anni, docente di Informatica della facoltà di Ingegneria, scomparso tragicamente all'alba di ieri. Laureato alla Normale di Pisa in Scienze dell'Informazione nel 1989, negli anni Concas è diventato un punto di riferimento per lo sviluppo e l'espansione di internet e dei modelli informatici nell'Isola.
Già responsabile dei servizi web dell'ateneo dai primi anni Novanta, il docente ha lavorato come consulente a numerosi progetti all'avanguardia: dal lancio di FreeNet con Tiscali allo sviluppo del progetto Marte col Crs4 a iniziative col gruppo Unione Sarda. È stato anche uno dei padri sardi dei software “Open Source” (i programmi che si possono scambiare liberamente), una passione che lo ha portato a collaborare col Cern per lo sviluppo dei primi server web e coinvolgendo sempre nei progetti i propri studenti. È stato uno dei fondatori del progetto porcovino.com , portale di commercio elettronico del vino rivolto ai mercati asiatici. La sua scomparsa è stata accolta con incredulità da studenti e colleghi. (fr. pi.)
 
 
 
 
 
2 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
T-Hotel. NEONATOLOGI A CONFRONTO
Da martedì 21 a sabato 25, il T-Hotel ospiterà la decima edizione dell'International Workshop di neonatologia curato dal professor Vassilios Fanos. Con oltre cinquemila partecipanti alle precedenti edizioni, il workshop è riconosciuto dalle più quotate società scientifiche, dall'alto patronato del presidente della Repubblica e dall'Unicef. Neonatologi, pediatri, ostetrici, perinatologi, laboratoristi, cardiologi pediatri e quanti si occupano di neonati sono il bersaglio del workshop. Previsti anche sei convegni satellite, un corso sulla gestione del dolore neonatale, la nona edizione del convegno neonatologico infermieristico "Terra di Sardegna" con gli infermieri di undici Centri di terapia intensiva neonatale. Poster selezionati e riconoscimenti in denaro sono previsti per i contributi dei giovani specialisti. Per informazioni: Patrizia Baire, tel.: 070.675.3107.


 

 
 
3 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Gli archeologi: «Vietato fare anche il più piccolo errore»
Il Gigante con la testa oggi trasloca al museo
Questa volta l'operazione sarà molto più delicata e pericolosa. Il Gigante che stamattina presto abbandonerà per sempre la terra del Sinis dove ha riposato per tremila anni (almeno così dicono gli studiosi del Mediterraneo), ha la testa ben salda al collo. Per chi dunque si occuperà del trasporto dalla collina di Mont'e Prama al museo civico Giovanni Marongiu di Cabras non sarà un lavoro facile.
Intanto, per precauzione vista la fragilità dell'enorme reperto in alcune parti abbastanza umido, i restauratori della Soprintendenza in questi giorni hanno lavorato per proteggere al meglio la statua. Il collo, ad esempio, è stato ingessato con tecniche all'avanguardia per tenerlo fermo il più possibile, sia quando verrà sollevato che durante il trasporto. Del resto di fronte a tutti ci sarà l'unico Gigante della storia scoperto con la testa attaccata al collo e senza nessun tipo di frattura. Ma è stata protetta anche la parte superiore dello scudo del pugilatore. «Non possiamo permetterci di fare nemmeno un errore - commenta l'archeologo oristanese Momo Zucca dell'Università di Sassari -, ma sono certo che i tecnici faranno un lavoro eccellente come è già successo per l'altro reperto che è arrivato senza nessun tipo di problema».
Ieri sera, nel Sinis a pochi chilometri dalle spiagge più belle della costa, è terminata l'ingabbiatura del Gigante con diverse assi di legno e polistirolo all'interno. Oggi le ultime operazioni con il trapano e poi via verso Cabras, destinazione via Tharros all'ingresso del paese. Ma del sito dove lavorano gli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari aiutati da quattro detenuti del carcere di Massama, ieri si è parlato anche in consiglio Regionale nel corso della discussione sull'assestamento di bilancio. Gianni Tatti (Udc) ha presentato un emendamento assieme ai colleghi Oscar Cherchi e Attilio Dedoni lo stanziamento di un milione di euro per la salvaguardia del sito archeologico. Sul quale è intervenuto anche Attilio Dedoni (Riformatori): «Stupisce, e induce a pensare le cose peggiori, il perdurare del silenzio della Giunta regionale relativamente alla vicenda dello scippo degli scavi archeologici di Mont'e Prama da parte del Ministero dei Beni Culturali».
Sara Pinna




 
4 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
IL CASO. Marco Minoja parla delle polemiche sull'aggiudicazione degli scavi a una coop emiliana
L'ex soprintendente respinge le accuse «Gara trasparente, applicata la legge»
«La procedura adottata per l'aggiudicazione degli scavi a Mont'e Prama è esattamente quella prevista dal Codice dei Contratti. Ed è finalizzata proprio ad assicurare la più alta qualificazione delle imprese aggiudicatarie insieme alla più rigorosa trasparenza dell'affidamento».
Marco Minoja, ex Soprintendente per i beni archeologici della Sardegna e responsabile del procedimento per la gara per il recupero dell'area archeologica del Sinis, garantisce la correttezza del suo operato e il «profondo amore per la ricerca archeologica in Sardegna». E auspica la fine delle polemiche «che non giovano alla alla comprensione e alla conoscenza».
Vero è che l'aggiudicazione dei lavori alla Archeosistemi di Reggio Emilia per un importo di poco più di 301 mila euro continua a far discutere. L'ex governatore Ugo Cappellacci ribadisce la richiesta di revoca dell'aggiudicazione, rivela di aver fatto una richiesta di accesso agli atti alla Direzione regionale dei beni culturali e si chiede perché non è stata data adeguata pubblicità a un bando così importante. Il deputato di Unidos Mauro Pili continua invece a ritenere sospetto, anzi «vergognoso», il fatto che abbia vinto una «coop rossa» con sede nella stessa regione del Ministro dei Beni culturali Franceschini. Per Minoja le polemiche non hanno fondamento. «L'aggiudicazione è frutto di una selezione del contraente effettuata a norma di legge, esattamente la modalità prevista per quel tipo di lavori e per quelle misure economiche», spiega.
Il meccanismo, tuttavia, non fuga i dubbi sulla possibilità di fare una scelta arbitraria e sono in tanti a mettere l'accento sulla coincidenza che ad aggiudicarsi la gara sia stata una cooperativa dell'Emilia-Romagna, la regione dove opera Minoja. «La procedura negoziata non comporta in alcun modo una scelta arbitraria dell'aggiudicatario ma mette a gara tra di loro le offerte di almeno 15 operatori economici», spiega. «La logica è solo una: l'individuazione del soggetto più qualificato e vantaggioso per la pubblica amministrazione e, per suo tramite, per la comunità. Nel caso di Mont'e Prama», prosegue il sovrintendente emiliano, «sono state invitate 17 imprese, il trenta per cento delle quali sarde, tra le più qualificate, esperte e specializzate dell'intero panorama nazionale, caratterizzate da una qualificazione professionale adeguata a rispondere alle esigenze di uno scavo complesso e di altissima specializzazione come quello di Mont'e Prama, che sta a cuore a me come sono sicuro a tutti i cittadini interessati alla cultura archeologica, indipendentemente dalla residenza e dalla nazionalità».
Quanto all'estromissione dal cantiere delle Università di Cagliari e Sassari, Minoja garantisce che la collaborazione proseguirà. «La mia considerazione sul loro operato è testimoniata dall'infinità di atti e di esperienze di cooperazione che nel quinquennio in cui ho retto le Soprintendenze sarde ho vissuto in prima persona e stimolare al massimo grado. Nello specifico di Mont'e Prama, poi, esiste un protocollo di intesa basato su un progetto condiviso, e basterebbe applicare quanto è previsto lì dentro per assicurare lo svolgimento concorde delle operazioni».
Sulla procedura di gara è intervenuta anche l'Aniem: «Situazioni come questa si sarebbero evitate se il sistema di affidamento dei lavori sotto soglia a imprese sarde deliberato dalla Giunta fosse già operativo».
Fabio Manca
 
 
 
 
5 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
Il meteorologo Tidili: i mari accumulano calore, è un fattore molto pericoloso
METEO, INCUBO A NOVEMBRE «In Sardegna possibili eventi come quello di Genova»
«Eventi come quelli di Genova si possono presentare anche in Sardegna già tra poche settimane. I mari stanno accumulando calore ed energia: un fattore estremamente pericoloso. D'altronde, non a caso, negli ultimi vent'anni abbiamo avuto anche qui vari temporali superiori ai 300 o 400 millimetri d'acqua in poche ore». Non ha ancora trent'anni, ma tra gli appassionati di clima nel web Matteo Tidili è già un nome conosciuto. Sul sito Sardegna Clima, il portale nel quale scrive, sforna previsioni e analisi che se sgarrano lo fanno di pochissimo.
 LE TRAGEDIE La laurea in Scienze della Terra con specializzazione in meteorologia l'ha conseguita a Cagliari, con una tesi sulla prima disastrosa alluvione che colpì il capoluogo ligure il 4 novembre 2011. «Si poteva prevedere 24 ore prima» ammette Tidili. «Spesso si sente dire che si tratta di eventi imprevedibili, ma non è così. Quanto accaduto a Genova, ma anche molti nubifragi verificatisi in Sardegna negli ultimi 10 anni, si potevano prevedere con un giorno d'anticipo attraverso l'analisi di modelli ad alta risoluzione chiamati LAM».
LA PAURA IN SARDEGNA Sempre più esperti confermano che anche l'Isola sarà esposta al rischio di nubifragi già da novembre. «È colpa del caldo» svela Matteo Tidili: «Per molti» spiega, «questo clima autunnale anomalo è ragione di gioia perché si può continuare ad andare al mare, tuttavia si sta accumulando nel Mediterraneo e nei mari prospicienti la Sardegna un'enorme quantità di calore ed energia: un potenziale serbatoio per eventi di portata estrema». A far paura sono soprattutto le temperature marine. «Ormai sono tropicali» ribadisce il meteorologo, «stabili sopra i 25 gradi e questa condizione continuerà così sino al mese prossimo».
I RISCHI Il rischio è quello di assistere alla comparsa di temporali devastanti: bombe d'acqua che in poche ore si trasformeranno in diluvi. «A Villagrande nel 2004 si sono registrati 500 millimetri d'acqua in sei ore» ricorda Tidili, «a Capoterra nel 2008 ne abbiamo avuto 450. Lo scorso anno in Gallura e in varie altre zone dell'Isola si sono superati i 350 millimetri. Eventi estremi, comuni anche ad altre regioni, ma la Sardegna registra il più alto tasso di mortalità su queste calamità».
 I MODELLI PIÙ SOFISTICATI «Ora molti di questi eventi si possono prevedere con 24 ore d'anticipo» ribadisce l'esperto, «attraverso i modelli ad alta risoluzione si possono conoscere sia gli accumuli attesi che l'intensità oraria della precipitazione, oltre alla localizzazione geografica delle aree interessate e l'eventuale scenario meteo-idrologico con una previsione degli allagamenti». Ma se la tecnologia sforna informazioni sempre più precise, i rischi arrivano dalla scarsa comunicazione. «Migliorando le informazioni alla popolazione» sottolinea Tidili, «si possono evitano molti danni. Con 24 ore d'anticipo si possono chiudere strade e ponti per tempo, pianificando gli interventi emergenziali».
 IL SERVIZIO DI PREVENZIONE I comuni si possono dotare di servizi di prevenzione meteorologica. «Si aggiungono a quelli della Protezione civile» conclude Tidili, «e non si limitano agli stati d'allerta sulla criticità (ordinaria, moderata, elevata), spesso difficili da interpretare dai cittadini. Forniscono indicazioni più dettagliate sulla portata dell'evento in arrivo». Per oggi, a conferma, la Protezione ha diramato un allerta di criticità ordinaria.
Francesco Pinna

 
 
 
6 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Università
Geologi dell'Università di Cagliari sono coinvolti in una scoperta che può cambiare gli scenari derivanti dallo studio di alcuni fenomeni legati alle glaciazioni, come le estinzioni di massa. Il lavoro deriva dalla sintesi dei risultati di due équipe di ricerca: la prima, italo-francese, ha lavorato nel Nord Africa, la seconda, canadese, ha lavorato nel Nord America. Allo studio ha partecipato Alfredo Loi, docente di Geologia e stratigrafia del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Cagliari, che studia da diversi anni la registrazione delle variazioni del livello degli oceani nei depositi sedimentari del Paleozoico, l'era geologica compresa tra 541 a 252 milioni di anni fa. Lo studio pubblicato su Nature rivela che nel Periodo Ordoviciano terminale non ci fu un'unica enorme glaciazione, come si pensava finora, ma più cicli simili a quelli del recente Quaternario.
 
 
 
 
 
7 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Agenda
“La Grande Guerra di Otto Dix” spiegata  stasera a Cagliari da Giorgio Pellegrini
CINETECA Questa sera alle 20.30 alla Cineteca sarda di Cagliari, in viale Trieste 126, si terrà la conferenza dal titolo “Selbstbildnis als Mars - La Grande Guerra di Otto Dix”, nell'anniversario dello scoppio del primo conflitto mondiale. Giorgio Pellegrini, storico e critico dell'arte all'Università di Cagliari, intraprenderà un percorso volto a far riflettere sulla rappresentazione della Grande Guerra nelle arti figurative e in particolare nell'opera del pittore tedesco Otto Dix (1891-1969), uno dei maggiori esponenti del movimento Nuova oggettività. L'appuntamento, organizzato dall'Acit Cagliari, in collaborazione con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria e l'Università degli Studi di Cagliari, Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche, Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni, Corso di Laurea in Scienze Politiche, col patrocinio e il contributo di Goethe-Institut e Ambasciata di Germania in Italia, è la terza di quattro serate su storia, esperienza e rappresentazione della prima guerra mondiale in Germania.
 ARKADIA Storia, esoterismo e scienza stasera alle 19.30 al circolo Le streghe di Cagliari (via Piccioni, 12) che ospita la presentazione del romanzo di Daniele Congiu “La chiave di Velikovsky” (Arkadia Editore), in occasione della prossima pubblicazione in Spagna per Algaida Editores. Si tratta di una trasposizione scenica del romanzo che vedrà in scena l'autore cagliaritano insieme a Nunzio Caponio, Consuelo Melis e Silvia Serafi. Nel corso della serata sarà possibile ascoltare anche la musica di Antonio Lai, compositore e docente di Orchestrazione, analisi ed epistemologia della musica all'Università di Parigi VIII.
 FRASSINELLI Oggi alle 18 alla Feltrinelli Point (via Paoli, 19) inizia il tour di presentazioni del nuovo libro di Anna Melis “L'ultimo fiore dell'anima” (Frassinelli). Insieme all'autrice cagliaritana ci sarà Claudio Moica. Domani, alle 18.30 Anna Melis sarà a Guspini con Lucia Cossu, per il festival Éntula curato da Lìberos, nel complesso Case a Corte, via Caprera. (gr.pi.)
 
 
 
8 - L’Unione Sarda di giovedì 16 ottobre 2014 / Cronaca di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
NUORO. Massimo Peddio, accusato di truffa, aveva vinto al Tar contro l'Ersu
Il ristoratore: «Pasti agli studenti, tutto in regola»
«Ogni badge corrispondeva a un pasto. Massimo Peddio ha sempre strisciato la scheda magnetica dopo aver fornito il pranzo agli studenti». L'avvocato Gianfranco Mattana, che assiste il ristoratore finito sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato e che oggi comparirà davanti al gup di Nuoro, inizia a dare la sua versione dei fatti difendendo a trecentosessanta gradi l'operato del suo cliente.
Secondo l'accusa Peddio faceva figurare che nel suo ristorante pranzassero molti più studenti di quanti invece fossero nella realtà. Gli inquirenti avrebbero paragonato la contabilità dell'indagato con quella di un altro gestore che garantiva il servizio in un periodo diverso notando una differenza notevole nella fatturazione.
Incuriosiscono però alcuni retroscena nei rapporti tra Massimo Peddio e l'Ersu, l'ente regionale per il diritto allo studio dal quale l'indagato si era aggiudicato l'appalto per la somministrazione dei pasti agli studenti universitari di Nuoro. Peddio, dopo aver vinto la gara per il servizio mensa nel dicembre del 2010, a febbraio del 2011 viene escluso dall'Ersu con una determina nella quale si sostiene che l'offerta dell'imprenditore fosse irregolare. Peddio non si dà per vinto e con il suo legale fa ricorso al Tar. Il tribunale amministrativo regionale nel giugno del 2011 accoglie positivamente il ricorso e condanna l'Ersu al pagamento di 9 mila euro per le spese di lite. Una sentenza che consente a Peddio di riprendere nel settembre successivo il servizio per gli studenti barbaricini. In regime di assoluta regolarità. «Il mio assistito non ha mai ricevuto visite da parte dei Nas, tantomeno è stato costretto a sospendere il servizio per questo», sottolinea l'avvocato Mattana. «I controlli di routine degli ufficiali sanitari hanno sempre dato esito negativo».
L. U.




LA NUOVA SARDEGNA 
9 - La Nuova Sardegna di giovedì 16 ottobre 2014 / Pagina 9 - Sardegna
MONT’E PRAMA L’Università di Sassari: «Scavi a noi fino a marzo»
Il rettore dell’ateneo di Sassari richiama gli accordi già siglati. Emendamento in Regione: un milione per valorizzare il sito
SCAVI, UNIVERSITÀ IN CAMPO SINO A MARZO
di Roberto Petretto
CABRAS Le università di Cagliari e Sassari non lasceranno il campo prima del marzo del 2015: è il rettore dell’ateneo sassarese, Attilio Mastino, a dichiararlo nell’intervento che pubblichiamo qui sotto. «Hanno le competenze e i mezzi affinchè il cantiere “Archeologia di Mont’e Prama”? possa proseguire fino al 31 marzo 2015». Una risposta alle sollecitazioni del ministero dei Beni culturali che aveva chiesto i tempi di conclusione dell’attuale campagna di scavo, in modo da programmare quella successiva che realizzare il vecchio progetto dell’Arcus grazie a un finanziamento di 250mila euro (altri 450mila sono destinati a Tharros) che dovrebbe essere gestito dalla società Archeosistemi di Reggio Emilia. Le risorse ci sono, puntualizza Mastino, e per ora continuerà il lavoro ripreso dagli archeologi della Soprintendenza e delle due università, dopo più di trent’anni di silenzio. Cosa succederà dopo per ora lo si può solo ipotizzare. Dal ministero nessuna conferma sulla notizia dell’aggiudicazione provvisoria del nuovo progetto alla Archeosistemi. E anche dalla società cooperativa non arriva alcun commento. Abbondano invece le reazioni alle decisioni del ministero dei Beni culturali. Anche ieri i commenti sono stati numerosi, soprattutto da ambienti del centrodestra. In consiglio regionale i consiglieri eletti in provincia di Oristano hanno anche presentato un emendamento al bilancio: «Un milione di euro per salvaguardare il sito di Mont'e Prama. È quanto l'Udc ha chiesto oggi nel corso della discussione generale – ha detto il consigliere regionale dell'Udc, Gianni Tatti –. Ho presentato un emendamento assieme ai colleghi Oscar Cherchi e Attilio Dedoni per la valorizzazione di questo importantissimo sito archeologico, bene della Sardegna e del mondo intero». Sulle procedura di affidamento della nuova campagna di scavi ha invece presentato una richiesta di accesso agli atti al Ministero dei Beni culturali l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «Abbiamo inviato alla direzione regionale dei beni culturali una richiesta di accesso agli atti per fare luce sull'assegnazione del recupero, dell'indagine scientifica e valorizzazione delle aree archeologiche di Mont'e Prama e Tharros». Cappellacci solleva dubbi: «Con quali motivazioni è stata seguita una procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando, che individua a priori la rosa dei partecipanti? Qualora dalle carte dovesse essere confermato il ribasso d'asta del 29%, vorremmo capire quali prestazioni dovrebbero essere effettuate e quanto durerà la somma stanziata». Il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, si scaglia contro l’esecutivo regionale: «Stupisce, e induce a pensare le cose peggiori, il perdurare del silenzio della giunta», ma ancor più contro l’ex soprintendente Marco Minoja: «Già si era distinto all'epoca dell'allestimento della mostra sui Giganti per aver rifiutato la collaborazione di illustri studiosi di caratura internazionale nella predisposizione del catalogo dell'esposizione, per poi presentare un misero libretto curato in prima persona: è lui, che a gennaio ha lasciato la soprintendenza cagliaritana per accasarsi a Reggio Emilia, il responsabile unico del procedimento che ha portato all'affidamento degli scavi alla Archeosistemi». @Petretto



10 - La Nuova Sardegna di giovedì 16 ottobre 2014 / LA PROSECUZIONE DEI LAVORI
QUEL CANTIERE RESTI PALESTRA DI CONFRONTO
di ATTILIO MASTINO
Il nostro grande maestro dell'archeologia sarda, Giovanni Lilliu, nelle pagine conclusive del suo lavoro del 1977 "Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica", additando la straordinaria importanza del sito di Mont’e Prama, rivolgeva al Soprintendente professor Barreca «l'invito di voler tener ben presente il luogo di Mont’e Prama per un esteso e definitivo scavo scientifico per il quale l'Istituto di antichità archeologia e arte della facoltà di lettere dell'università di Cagliari è disposto fin d'ora, a dare la propria direzione in collaborazione con la soprintendenza». In seguito alla scoperta a Mont’e Prama, durante le arature del novembre 1977, di due nuovi torsi di statue il soprintendente archeologo Ferruccio Barreca, in accordo con il professor Lilliu, decise di avviare immediatamente un cantiere archeologico a Mont’e Prama, diretto in loco da Carlo Tronchetti per la soprintendenza e da Maria Luisa Ferrarese Ceruti per l'università di Cagliari, durante le prime tre settimane del dicembre 1977. Questa intesa tra soprintendenza e università del lontano 1977 si è riprodotta per il medesimo luogo di Mont’e Prama, a partire dal 5 maggio 2014. In base a un accordo quadro del 2 maggio scorso sottoscritto dalla direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Sardegna, dalla soprintendenza per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, dall'università di Sassari, dall'università di Cagliari, dal Comune di Cabras, dalla casa circondariale di Oristano-Massama e dal Consorzio Uno di Oristano per la promozione degli studi universitari, che gestisce fra l'altro la scuola di specializzazione in beni archeologici di Sassari nella sede di Oristano. Gli atenei sardi sono fieri di poter lavorare insieme alla soprintendenza e ai suoi valorosi nostri colleghi dottori Alessandro Usai e Emina Usai. I lavori sono finanziati dalla Regione e dai due atenei nel quadro del progetto "Archeologia di Mont’e Prama". A Mont’e Prama ogni giorno hanno operato anche i nostri amici della casa circondariale di Oristano-Massama, una giovane di Cabras, i nostri brillanti colleghi della soprintendenza, i docenti di Cagliari e di Sassari, i dottorandi, gli specializzandi degli atenei sardi, le infaticabili archeologhe Luciana Tocco e Adriana Scarpa, tutto il personale del Consorzio Uno di Oristano. Vogliamo che questo continui a essere un luogo di amicizia, di fraternità e di scienza, dove ogni divergenza possa essere superata e dove vengano valutate le ragioni di tutti. Le università di Sassari e di Cagliari hanno le competenze e i mezzi affinché il cantiere "Archeologia di Mont’e Prama" possa proseguire fino al 31 marzo 2015. La continuazione dei lavori è possibile anche in considerazione della nascita, con il 1° gennaio 2015, della Direzione generale della ricerca del Mibac, che definirà la sinergia nella ricerca e nella formazione di questo stesso ministero e del Miur, mediante un accordo quadro sottoscritto dai due ministri. Mont’e Prama sta diventando una straordinaria palestra per il confronto fra studenti e studiosi. Dove tutti sono accolti con affabilità perché la conoscenza che si costruisce ogni giorno sia, sempre di più, patrimonio comune.


 
 
 
 
11 - La Nuova Sardegna di giovedì 16 ottobre 2014 / Lettere e commenti - Sassari
CAMPUS UNIVERSITARIO
L’Ersu ora pensi alla città, non premi la rendita fondiaria
La soluzione della caserma La Marmora va nella direzione giusta. No al mercato delle aree, meglio seguire politiche di riuso per risparmiare finanziamenti pubblici
Una vicenda che riguarda Sassari ma va oltre la dimensione locale. Protagonista l'Ersu, vagabondo da anni alla ricerca del modo per realizzare alcune centinaia di posti letto per studenti, maldestramente vincolata alla tipologia prediletta (dall'Ersu). Stella polare il campus visto al cinema (copyright Manlio Brigaglia), come quelli che in altre realtà consentono la convivenza di studenti e docenti, le attività didattiche intrecciate, in almeno un kmq, con la vita di una variegata popolazione. Soluzioni vintage, difficilmente replicabili pure dove sono state pensate. Figurarsi a Sassari: la parodia di Cambridge - in miniatura - che non c'entra nulla, ma proprio nulla con la storia e le attese più assennate della città, preoccupata che nuove mosse sbagliate possano fare altro scempio dell'urbs. L'ingente finanziamento da 40 milioni di euro a disposizione è un'occasione preziosa per opporre anticorpi al blob edilizio che ha già mostrato tutta la sua debordante rozzezza. Si auspicava "Sassari manna", nel senso di mirabile: non stravaccata fino a Porto Torres. E comunque con quella somma si può dare una risposta originale per l'obiettivo: una città bella e accogliente, quindi educativa proprio pensando ai giovani studenti - lo dovrebbe sapere chi si occupa di diritto allo studio. La prima proposta - nell'area dell'ex mulino Azzena - non stava in questo solco, ed é stata travolta da una marea di critiche riguardanti soprattutto l'ubicazione. Malvista dall'Università e da una parte dello stesso Cda dell'Ersu. Bocciata dal Comune a difesa di un diverso disegno (nello sfondo l'imbarazzo per lo sproposito della spesa prevista, 130mila euro per posto letto). Tempo perso dall'Ente regionale, che ha deciso di proseguire contromano (ancora con la contrarietà sull'ultimo bando di 3 consiglieri di amministrazione su 5). E in salita, perché si conferma la distanza dai programmi del Comune, convinto della priorità di ripopolare il centro, altrimenti condannato a un degrado irreversibile. Non si capisce perché questo programma lasci indifferente l' Ersu che dovrebbe essere fautore di politiche di riuso, continuamente invocate dalla Regione di cui è strumento. Ma c'è di più: bene avrebbe fatto l'Ente- così come suggerito da più parti - a privilegiare con ogni mezzo l'uso di proprietà pubbliche, che invece sono state escluse per capziose richieste poste nell' avviso ultimo (così per l'ex Brefotrofio oggi dell'Università: privo del requisito relativo al numero magico di posti letto sconsideratamente prefissato; e perché parrebbe - parrebbe? - gravato da vincoli genericamente evocati). Una strettoia ad excludendum, che porta dritto al mercato delle aree, a spendere ovviamente molto di più e con esiti peggiori. Perché l'Ersu si ostina ad agire in questo modo nonostante i dissensi dentro al Cda? Non lo spiega la direttrice, interprete della linea (politica?) dell'Ente su queste pagine (mentre riconosce che investimento in grado di incidere sensibilmente sul futuro di Sassari non può essere utilizzato contro le sue attese). La scelta del luogo dove insediare la popolazione, compresa quella studentesca, discende dalla strategia urbanistica, materia di esclusiva competenza del Consiglio comunale, il quale ha diritto di occuparsene senza la minaccia della perdita del finanziamento. Possibile - chiedo - che la Regione e il Cipe, supervisori del procedimento, non possano convenire rapidamente con un obiettivo sensato? Com'è la proposta del sindaco per il riuso della caserma La Marmora: lineare, adatta sotto ogni profilo al bisogno, al punto che ogni altra ipotesi appare superata. Nell'interesse della città che lo ha capito: lo dice con chiarezza il voto espresso finora nel sito de La Nuova Sardegna. Si può fare, immaginando che i rappresentanti di questo territorio a Cagliari e a Roma chiedano e ottengano di far calare - domani - il sipario su questa servitù militare simulata nel centro di Sassari. Penso anche che in questa temperie disgraziata, qui e ora, sarebbe molto meglio se quei 40 milioni si spendessero per lavori e quindi per dare lavoro a un bel po' di gente; e non per premiare ancora una volta la rendita fondiaria e il solito club.
 
 
 
12 - La Nuova Sardegna di giovedì 16 ottobre 2014 / Pagina 6 – Sardegna
AIDS PER UCCIDERE LA LEUCEMIA
Dai prossimi mesi terapia avveniristica nell’isola grazie al direttore del centro specialistico sardo
AL BUSINCO IL POLO DI RIFERIMENTO
Cagliari. Nell’Unità operativa dell’ospedale trapianti, laboratori e Day Hospital
SASSARI Direttore della Struttura complessa di ematologia, centro trapianti e dipartimento di oncologia medica al Businco di Cagliari, ospedale di riferimento per tutta l'isola, Emanuele Angelucci è uno dei maggiori esperti di tumori del sangue in Europa. Nato nel 1958, ha conseguito la laurea all'università di Bologna. Si è poi specializzato in ematologia, oncologia clinica e medicina interna nell'ateneo di Ancona. Dal 2010 il polo diretto da Angelucci ha ricevuto l'accreditamento, primo in Sardegna, per il programma trapianti del midollo osseo. Un processo esteso al Centro trasfusionale del Brotzu, coinvolto quando raccoglie cellule staminali emopoietiche per il Businco. A suo tempo hanno lavorato al progetto per il riconoscimento internazionale oltre 60 persone tra medici, infermieri, biologi, tecnici e operatori di supporto di tutta la Unità operativa di ematologia, in sinergia Programma trapianti. Quest’Unità, all’interno dell’Azienda sanitaria numero 8 dell’isola, già oggi costituisce di fatto un polo di eccellenza per le malattie cancerogene del sangue. Comprende al suo interno il reparto di chemioterapia, il centro trapianti "Wilma Deplano" di cellule staminali, il Day Hospital, l’ambulatorio e un laboratorio specialistico. È dotata di strutture per disabili. Una quarantina i posti letto: 12 per la degenza, 8 per i pazienti che si trovano in una fase acuta delle patologie, altrettanti per il centro trapianti, 13 nel Day Hospital.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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