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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
L'assessore Firino: le università sarde lavoreranno ancora, evitiamo gli scontri
Così ha vinto la coop rossa
La scelta del Ministero: ecco nomi, bandi e procedure

Sarà la Archeosistemi, una cooperativa con sede a Reggio Emilia, a proseguire gli scavi nei siti archeologici di Mont'e Prama e Tharros. L'offerta della società emiliana ha prevalso su quella delle altre 17 imprese che sono state invitate a partecipare alla procedura negoziata indetta dalla Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Archeosistemi si è aggiudicata la campagna di scavo grazie a un ribasso del 29 per cento che ha ridotto l'importo della gara di 129 mila euro da 430.898 a 301.629 euro.
Il curriculum della cooperativa affiliata a Legacoop comprende lavori pubblici in Italia e all'estero ma anche in Sardegna, dove ha effettuato lo scavo archeologico subacqueo di una nave da trasporto di epoca romana nella banchina “Ichnusa” del Porto di Cagliari. Quale progetto abbia predisposto la coop sull'area archeologica del Sinis non è noto: il direttore generale, Ivan Chiesi, non rilascia dichiarazioni, né parla il responsabile unico del procedimento Marco Minoja, ex soprintendente per i Beni Archeologi della Sardegna da gennaio transitato proprio ai vertici della direzione regionale dell'Emilia-Romagna.
FIRINO: COLLABOREREMO L'ex governatore Ugo Cappellacci ieri con un'interpellanza al presidente della Regione ha chiesto la revoca della procedura «per ragioni di opportunità» provocando la risposta stizzita della sottosegretaria ai Beni culturali Francesca Barracciu: «È ora di smetterla di avvelenare i pozzi, basta con la demagogia». L'assessore regionale alla Cultura Claudia Firino invita a mantenere la calma: «Il fatto che la soprintendenza gestisca gli scavi archeologici ed abbia aggiudicato la gara a una società emiliana non significa che le professionalità sarde non verranno coinvolte nei cantieri né che non si possano stipulare accordi con chi ha già lavorato nell'area, cioè le Università». Firino aggiunge che la Regione sta lavorando in silenzio su due fronti: un accordo di programma-quadro con i ministeri dello Sviluppo economico e dei Beni culturali sul fronte dell'ulteriore valorizzazione dei Giganti e la vigilanza e il controllo dell'area di quello e di altri siti. «Non vogliamo lavorare sull'emergenza ma su soluzioni strutturali e questo richiede più tempo».
SALE: ACQUISTIAMO L'AREA Gavino Sale (Irs) si affida al Codice Urbani per fare due proposte: «Il Ministero può dare in concessione a soggetti pubblici o privati l'esecuzione delle ricerche e in base a questa norma la Regione potrebbe diventare autorità di gestione dell'aerea degli scavi. Oppure», aggiunge, «potrebbe acquistare i terreni circostanti in modo da diventare parte in causa nel caso di eventuali allargamenti dell'area archeologica». Insomma, Archeosistemi scavi nell'aera di circa trecento metri quadri e la Regione prenda possesso degli altri 6500 metri dove «si ritiene ci possano essere un altro centinaio di Giganti».
Fabio Manca


 
 
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2 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
L'INTERVISTA. Parla l'archeologo oristanese che ha coordinato gli scavi nell'area del Sinis
Zucca: «Parte del mio cuore resterà tra i Giganti»
ORISTANO «Parte del mio cuore rimarrà li a Mont'e Prama, inutile negarlo. Purtroppo non possiamo pretendere di avere l'esclusiva. Ma sono certo che prima o poi tornerò». L'archeologo oristanese Raimondo Zucca, uno dei massimi esperti al mondo di storia del Mediterraneo, sta per fare le valigie e abbandonare la collina del Sinis dove assieme agli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari scava da maggio e che a breve sarà gestita dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo.
Zucca non nasconde il suo dispiacere di dover lasciare quel sito ricco di tesori. Del resto, anche nel 1976 ci fu sempre lui a togliere da sotto terra tutti gli altri Giganti oggi in esposizione tra il museo di Cabras e Cagliari. «Fare polemiche non ha senso, evidentemente la ditta di Reggio Emilia che ha vinto la gara per continuare a scoprire cosa nasconde Mont'e Prama era la migliore», commenta Zucca con tono pacato. «Mi consola sapere che prima o poi anche gli archeologici che subentrano a noi finiranno. Su 60 mila metri quadri, è stato scavato un decimo, ecco perché ci sarà nuovamente lavoro per le Università sarde, finanziamenti permettendo». Momo Zucca poi si lascia andare: «Sarà difficile alzarsi la mattina e non andare più nel Sinis. Eppure mi piacerebbe passarci, almeno una volta». Un pensiero poi va al suo team: «I nostri archeologi sono stati veramente bravi. Come anche i quattro detenuti del casa circondariale di Massama che hanno collaborato in tutti questi mesi. Talmente bravi che abbiamo deciso di chiamare le statue scoperte come loro».
Per le Università di Cagliari e sassari comunque il lavoro non è finito. Il progetto prevede sia diversi convegni sulle ultime scoperte ma anche la stesura di un libro dedicato ai ritrovamenti.
Intanto Doddore Meloni, leader del movimento Meris ha offerto «gratuitamente e subito» un servizio notturno di guardiania, «purché le istituzioni mettano a disposizione un gruppo elettrogeno e una roulotte».
Per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, «tutti i sardi devono sollevarsi per difendere la loro storia dal colonialismo culturale del Governo nazionale, che ancora una volta vuole appropriarsi degli studi sul nostro passato per sminuirlo e addomesticarlo, ribadendo la tesi secondo cui i sardi sono sempre stati un popolo arretrato e sottosviluppato».
Sara Pinna
 

 
 
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3 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
UNIVERSITÀ
Pigliaru incontra gli studenti

Università oristanese appesa a un filo, legato stretto alla Regione. Ed è proprio con la speranza che vengano scongiurati i tagli che gli studenti dei corsi di laurea del Chiostro del Carmine si preparano a incontrare il presidente della Regione. Francesco Pigliaru ha accettato l'invito delle associazioni studentesche e venerdì (l'appuntamento è alle 11.15) incontrerà i 700 universitari oristanesi, i professori ma anche i dipendenti del Consorzio Uno. Un faccia a faccia molto atteso per discutere della situazione attuale e delle prospettive future. L'ipotesi di tagliare un milione e mezzo di euro dal fondo unico per le università decentrate (complessivamente 6 milioni) sta creando molta preoccupazione, anche perché al Consorzio Uno non sono ancora arrivati i due milioni 161 mila euro stanziati per il 2013. E per il 2014 non si conosce ancora l'entità del finanziamento. (v. p.)



L’UNIONE SARDA

4 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Agenda Oristano (Pagina 18 - Edizione OR)
ORISTANO. Sabato 18 in via Degli Artigiani
La grande riforma mancata: l'economista Paolo Savona racconta Francesco Cossiga

Nel 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga inviava alle Camere un messaggio sulle riforme costituzionali.
«Il sentimento di gratitudine non ci deve impedire la riflessione critica e l'impegno politico per valutarla nel confronto dei mutati tempi e quindi per migliorarla e ammodernarla. Per quanto attiene al sistema bicamerale il problema di fondo irrisolto, cioè quello di realizzare una concreta differenziazione nella pari dignità, tra i due rami del Parlamento, veniva in discussione insieme con quello della riforma e della integrazione del Senato».
Il "picconatore" prima di tutti gli altri percepì gli eventi che avrebbero cambiato il mondo e quindi la necessità di modificare la Costituzione.
In quella lettera, Francesco Cossiga ricordava Calamandrei che paragonò il testo dei Padri costituenti a «un libertino di mezza età al quale un'amante giovane aveva strappato tutti i capelli bianchi per ringiovanirlo e una vecchia moglie tutti i capelli neri per invecchiarlo, sicché alla fine era rimasto calvo».
Gli atti sulla "Grande riforma mancata" sono stati raccolti dal giornalista Pasquale Chessa e dall'economista Paolo Savona. Le pagine raccontano un lungo viaggio che dopo 23 anni non si è ancora concluso.
La presentazione sabato 18 alle 18 nella sala della Citroen Fasauto in via Degli Artigiani 7. Commentano l'onorevole Giorgio Macciotta, lo storico Francesco Cesare Casula, il professore Gianmario Demuro. Coordina Giovanni Maria Dettori, direttore Rai Sardegna. Presenti la professoressa Anna Maria Cossiga, Pasquale Chessa e Paolo Savona.
Antonio Masala


 
L’UNIONE SARDA

5 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
«Città di mare, è questo
il segreto del nostro successo»
Una città “mignon” che «non ha nulla da invidiare a Sidney, San Francisco, Edimburgo, Rio». Dal punto di vista dell'architettura del paesaggio Cagliari ha tutte le carte in regola e non ha nulla da temere rispetto alle grandi città del mondo.
Chi meglio di Pasquale Mistretta, il Magnifico Rettore per eccellenza (al governo dell'università per 18 anni), urbanista di prestigio, può dirlo? «Questa città ha due volti, inutile nasconderlo: dal punto di vista del paesaggio non ha nulla da invidiare alle altre, soprattutto se si tiene conto dei colori del mare così diversi, che cambiano se visti dal lato Poetto o dal lato porto, dalla Sella del diavolo o dagli stagni di Molentargius e di Santa Gilla. Contrasti di colori che, assieme alla morfologia della città, spiccano subito agli occhi di chi non ci conosce e ci vede per la prima volta: i colori della città di mare e che le città della terraferma non hanno».
E l'altro volto? «L'altro - aggiunge Mistretta - è quello della città vissuta e sono molto titubante a difenderlo, considerando quanto c'è ancora molto da fare sull'aspetto sociale, sul centro storico, su alcuni servizi fondamentali in una città che vive di angoli di bar e di angoli di strada». Insomma la Cagliari vincente deve cominciare a prendersi cura della Cagliari più “povera”: riempire di contenuti anche quest'“altra” città vuol dire poter vincere qualunque sfida. (c. ra.)
 

 
 
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6 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
ERSU. Via Trentino
Comunicare, tre corsi per imparare
L'associazione Caravella youth in action, in collaborazione con l'Università, organizza l'iniziativa “CommunicationLab”: tre conferenze sulla comunicazione intesa come scienza, con l'obiettivo di fornire strumenti per migliorare la comunicazione nei rapporti interpersonali. Attraverso l'analisi delle dinamiche relazionali e dei linguaggi del corpo, gli allievi costruiranno un quadro di riferimento teorico-pratico per gestire la comunicazione in modo efficace.
I corsi inizieranno venerdì 24 e si terranno dalle ore 9 alle 18 nella sede dell'Ersu di via Trentino. Nel primo incontro, Edoardo Corna tratterà le strategie di comunicazione e le dinamiche relazionali. Il 7 novembre lezione di Piero Zilio sulla comunicazione nei social media, a dicembre Andrea Podda parlerà della comunicazione con Seo.
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
7 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Domani i seminari al Duca degli Abruzzi di Elmas
La Sardegna nella Grande Guerra

Nel film “Uomini contro”, girato nel 1970 da Francesco Rosi e ispirato alle memorie di guerra di Emilio Lussu raccolte in “Un anno sull'altipiano”, accade che il maggiore Malchiodi, ormai del tutto fuori di senno, venga abbattuto dai suoi stessi uomini. Il sottotenente Sassu, ritenuto responsabile dell'episodio, sarà successivamente condannato alla fucilazione. «Mica vero», assicura Stefano Pira, docente di Storia contemporanea all'Università di Cagliari. «I documenti d'archivio hanno dimostrato che la vicenda, realmente accaduta, ebbe un epilogo ben diverso: l'ufficiale che guidò l'ammutinamento venne assolto».
Leggende, luoghi comuni, miti più o meno fondati: sulla Prima Guerra Mondiale si è scritto e raccontato un po' di tutto, tanto che oggi, a distanza di cent'anni, è forte l'esigenza di rileggere quelle sanguinose pagine del nostro recente passato con la lente d'ingrandimento dell'analisi scientifica e storiografica. È questo l'obiettivo del ciclo di quattro seminari sul tema “La Sardegna nella Prima Guerra Mondiale: dalla vittoria mutilata al mito della Brigata Sassari. Centenario della Grande Guerra - Conflitto e conseguenze nell'Isola”, il cui primo appuntamento è previsto per domani a Elmas, dalle 9 alle 18, all'istituto Duca degli Abruzzi, mentre le altre tappe avranno luogo a Oristano, Nuoro e Sassari.
Organizzato dall'Ufficio Scolastico Regionale sotto l'egida del ministero dell'Istruzione e in collaborazione con il Comitato Grandi Eventi della Presidenza del Consiglio, con la fondazione di ricerca Giuseppe Siotto, le prefetture e gli atenei sardi, il seminario vedrà gli interventi degli storici Francesco Atzeni, Aldo Accardo, Monica Grossi, Mauro Pala, Stefano Pira, Gianluca Borzoni, Giampaolo Salice e Paolo Gaspari. «Ci rivolgiamo in primis agli insegnanti. Sarebbe ora di sfrondare certe lezioni da retaggi di matrice politica e riportare i fatti per come essi si svolsero», prosegue Stefano Pira, che sull'epopea dei Dimònios è chiaro: «Il mito si è nutrito di atti di eroismo individuali ai limiti dell'incoscienza, ma questo non fa automaticamente del sardo un soldato migliore di altri. Al contrario, almeno fino alla Crimea i nostri avi erano noti per l'avversione alla disciplina militare». È però vero che il sangue di tanti sardi bagnò le trincee della Grande Guerra: «I chiamati al fronte furono più di 100.000, e ciò fu per l'isola l'avvio di un cambiamento epocale. I reduci aderirono al Partito Sardo d'Azione, non al Fascismo. Tra essi già si udivano i primi vagiti di quell'indipendentismo oggi così tornato in auge. Mussolini, abile stratega, riuscì nell'operazione di accostare gli ideali sardisti agli obiettivi del partito fascista tarpando allo stesso tempo le ali alle spinte autonomiste».
E i generali italiani, così impreparati? «La verità è che lo scenario era del tutto nuovo. Si trattò della prima guerra condotta con armi di distruzione di massa, inclusi i gas. In Italia una certa retorica di dannunziana memoria ha lamentato una “vittoria mutilata” e dipinto i nostri combattenti come una massa scalcagnata e disorganizzata. Ma rimangono scolpite le battaglie dell'Isonzo così come le prodezze sul Piave e sul Monte Grappa dopo la sconfitta di Caporetto, dalla quale ci risollevammo in fretta». E la Sardegna, in tutto ciò? «Dalle nostre parti fu gettato il seme di un senso di patria fino ad allora sconosciuto, una religione civile che portò a innalzare ovunque monumenti ai caduti. Era dai tempi del conflitto tra Arborea e Aragona che la nazione sarda non si ritrovava così stretta all'ombra di un unico stendardo».
Fabio Marcello
 
 
 
L’UNIONE SARDA

8 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Dietro la riforma sanitaria
Si pensa a tutto ma non alla salute
di Massimo Dadea
La Commissione Sanità del Consiglio regionale ha approvato la “riforma” sanitaria. Ad essere sinceri appare abbastanza pretenzioso chiamare riforma una serie di norme che contraddicono lo spirito e le finalità che si volevano perseguire. Si voleva ridurre il numero delle ASL ed invece sono aumentate (Azienda regionale per le emergenze e urgenze e la Centrale regionale di committenza), si voleva ridurre il disavanzo della spesa sanitaria, ben 500 milioni di euro, ed invece si rischia di aggravarlo. Ma forse si tratta solo di un primo passo in attesa della riforma vera e propria. Ed allora vediamo di ipotizzare quali potranno essere i contenuti della riforma che verrà. Il sospetto è che si stia portando avanti un puro esercizio di ingegneria istituzionale: far coincidere la riforma della sanità con quella degli enti locali. Fare in modo che il numero delle Asl coincida con gli aggregati dei comuni (più unioni di comuni di nuova istituzione).
L'obiettivo sarebbe quello di individuare quattro Asl che scaturirebbero da una parziale scomposizione delle quattro province storiche, a cui si aggiungerebbero l'Azienda Ospedaliera di Cagliari (Brotzu, Oncologico e Microcitemico), le due Aziende miste Ospedaliero-Universitarie di Cagliari e Sassari, più l'Azienda per l'emergenza e la Centrale unica di committenza. Un dubbio sorge spontaneo: all'interno di queste ipotesi, che posto occupano i bisogni di salute dei cittadini sardi? Sembrerebbero non al primo posto. Si percepisce, in questo modo di operare, una modalità vecchia di affrontare il tema della salute. Si privilegia la «sanità» intesa come fatto gestionale e organizzativo (commissari, direttori generali, direttori sanitari, amministrativi, ospedali) a scapito della «salute», intesa come servizi reali per la prevenzione e alla cura delle malattie. Ecco perché sarebbe propedeutica una vera e propria rivoluzione culturale che ponesse al centro non gli aspetti gestionali ma la persona umana, i suoi bisogni, i suoi diritti. Un divario culturale testimoniato anche dal fatto che mentre a livello nazionale esiste il Ministero della Salute, in Sardegna vige ancora l'Assessorato della Sanità. La salute è un bene comune - così come il paesaggio, l'ambiente, l'acqua - ed è anche un diritto costituzionale da tutelare universalmente. In Sardegna poi non dovremmo dimenticare che esiste una stretta correlazione tra la salute, le condizioni socio-economiche, il livello culturale, gli stili di vita, l'ambiente, il lavoro, la sicurezza. Di questo dovrebbe occuparsi un governo regionale autenticamente riformista.
 
 
 
L’UNIONE SARDA

9 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Cronaca di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
NUORO. Massimo Peddio, originario di Desulo, sarà domani davanti al gup
TRUFFA SUI PASTI AGLI UNIVERSITARI Sotto inchiesta un ristoratore

Secondo l'accusa faceva figurare che nel suo ristorante di Nuoro convenzionato con l'Ersu (l'ente regionale per lo studio universitario), pranzassero molti più studenti di quanto avvenisse in realtà.
Si ipotizza che utilizzasse il badge anche in assenza dei commensali accrescendo in questo modo il numero degli ospiti. Una modalità che avrebbe ripetuto per diversi mesi incassando così illecitamente diverse migliaia di euro.
TRUFFA Per questo Massimo Peddio, originario di Desulo, ma da anni in città, dove è titolare dell'Hostaria pizzeria da Massimo di via Foscolo, comparirà domani davanti al giudice per le udienze preliminari che dovrà decidere se rinviarlo a giudizio o meno per l'ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato.
L'indagine coordinata dal pm Andrea Schirra della Procura di Nuoro è stata portata avanti con la massima discrezione dalla Guardia di Finanza.
LE INDAGINI Gli uomini delle Fiamme gialle avrebbero fatto una serie di appostamenti nel locale, ma anche sentito diversi testimoni. Tra questi numerosi studenti del Consorzio universitario nuorese (complessivamente erano 225 gli aventi diritto al pasto) che per convenzione con l'Ersu di Sassari, da cui dipende anche Nuoro, si sarebbero recati con regolarità nel locale di Peddio per consumare i pasti. Pranzi dal costo di 9 euro e 50 centesimi più Iva come stabilito dal bando. Diversi avrebbere lasciato al ristoratore anche la loro personale tessera magnetica.
L'ANOMALIA Nel trimestre febbraio, marzo e aprile del 2011 Peddio aveva ricevuto dall'Ersu una cifra superiore ai 64 mila euro. L'anno successivo, il ristoratore aveva avuto un problema con i carabinieri del Nas (nucleo anti sofisticazioni) ed era stato costretto temporaneamente a sospendere il servizio mensa agli studenti universitari. Così l'incarico era passato a un altro esercente cittadino, che nello stesso trimestre di riferimento (febbraio, marzo e aprile) aveva percepito dall'Ersu 18 mila euro. Una differenza enorme, di ben 45 mila euro, rispetto al suo predecessore che aveva così creato più di un sospetto da parte dei dirigenti dell'Ersu e dato un nuovo slancio alle indagini.
L'attività degli inquirenti riusciva così a raccogliere una serie di elementi per dimostrare che Peddio avrebbe artificiosamente aumentato il numero dei pasti su quelli effettivamente erogati. A Nuoro ora il servizio mensa viene gestito da Salvatore Maurelli, la cui ditta ha vinto l'ultimo bando.
Luca Urgu
 
 

 
L’UNIONE SARDA
 
10 - L’Unione Sarda di mercoledì 15 ottobre 2014 / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OR)
SASSARI. Pestaggio in piazza S. Caterina davanti ai figli
Un insegnante aggredito dal branco
L'hanno circondato in piazza Santa Caterina, ragazzi e ragazze, tra cui alcuni minorenni, e l'hanno riempito di botte. Quaranta giorni di cure per un occhio tumefatto, una spalla lussata e una operazione all'arcata orbitale. Vittima un giovane docente universitario aggredito a due passi da Palazzo Ducale, nel cuore della città. Il professore, che abita vicino alla piazza, era uscito di casa per protestare contro quei ragazzi che stavano facendo baccano ed è stato assalito. L'episodio risale a qualche giorno fa e ieri il sindaco Nicola Sanna ha fatto visita al docente. «Non si possono più rimandare le decisioni e i soggetti più violenti devono essere allontanati», ha commentato il primo cittadino e poi ha aggiunto: «Il Comune ha programmato una serie di interventi per i giovani, perché possano essere inseriti in attività di recupero e non si perdano per strada».
L'assessore Luca Taras ha fatto sapere che si provvederà a fare richiesta per l'acquisizione delle immagini girate dalle telecamere di sicurezza mentre, pare, già alcuni aggressori sarebbe stati identificati. «Sappiate che vi siamo vicini - ha detto il sindaco alla famiglia del docente - e che quanto accaduto non può essere tollerato. Noi ci stiamo già organizzando perché la violenza venga tagliata fuori dal nostro modo di interpretare la piazza».
Caterina Fiori


L’Unione Sarda ONLINE  - 14 ottobre 2014
Professore universitario pestato da quindici ragazzini davanti ai figli
Il docente si trovava insieme ai figli: è stato aggredito da quindici tra ragazzi e ragazze.
Aggredito e pestato a sangue dal branco, a due passi da casa, davanti agli occhi impietriti dei propri bambini. E' la drammatica disavventura di cui è stato vittima un docente universitario nel centro storico di Sassari. Stava rientrando a casa con i figli, si è fermato per chiedere ad un gruppo di ragazzini, sui quindici anni, che da qualche tempo staziona abitualmente nella piazza, di contenersi, di avere atteggiamenti più rispettosi per il resto della comunità in cui vivono. La risposta è stata tanto veemente quanto improvvisa. Anziché accettare l'invito del giovane professore, l'hanno circondato in quindici, ragazzi e ragazze, l'hanno strattonato e colpito a ripetizione con calci e pugni, fino a farlo cadere a terra. L'uomo non ha neanche avuto il tempo di provare a difendersi, ha urlato, ha chiamato aiuto, convincendo così la baby gang a scappare. Soccorso immediatamente, è stato trasportato in ospedale, dove i medici hanno provveduto a suturare l'arcata sopraciliare, a constatare la tumefazione di un occhio e la lussazione di una spalla, assegnando al docente quaranta giorni di cure. Il professore universitario ha ricevuto la visita del sindaco Nicola Sanna e degli assessori comunali. Hanno portato la solidarietà della città e hanno assicurato interventi urgenti per fermare l'escalation di violenza che da alcuni anni ha fatto ripiombare il centro storico nell'incubo che non ci sia rimedio per i suoi malanni di sempre, tra degrado e incuria.
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - La Nuova Sardegna di mercoledì 15 ottobre 2014 / Pagina 6 - Sardegna
GIGANTI DI MONT’E PRAMA Incertezza sui tempi di intervento, su condizioni e modalità fissate dal ministero per l’Archeosistemi di Reggio Emilia
Scavi alla coop emiliana: i nodi irrisolti
di Roberto Petretto
CABRAS Dal ministero dei Beni culturali non arrivano per ora delle conferme ufficiali, ma ormai è certo che la scelta per la realizzazione della nuova campagna di scavi a Mont’e Prama è caduta sulla Archeosistemi di Reggio Emilia. Si tratta di una società cooperativa specializzata con all’attivo già numerosi cantieri archeologici, fondata nel 1986 da un gruppo giovani laureati e laureandi in discipline umanistiche e scientifiche. Aderisce alla Legacoop. Il tentativo di avere conferme ufficiali direttamente dall’Archeosistemi cade nel nulla: una cortese ma ferma segretaria dice che al momento è impossibile parlare sia con il presidente e legale rappresentante, Lorenza Bronzoni, sia col direttore generale, Ivan Chiesi.
I toni diventano ancora più rigidi quando si accenna al motivo della richiesta, ai chiarimenti sugli scavi archeologici a Mont’e Prama. Insomma, sull’operazione, che è ancora in corso c’è massima riservatezza. Apparentemente non spiegabile, perché gli atti di questa operazione dovrebbero senz’altro essere pubblici, in tutte le sue fasi. il sottosegretario Francesca Barracciu, in un’intervista alla Nuova aveva ribadito la perfetta regolarità dell’operato del ministero. Il silenzio su alcuni aspetti però rischia di alimentare perplessità e polemiche su un’operazione che richiede massima trasparenza e visibilità. Ora, nonostante la cortina di riservatezza, il futuro responsabile della nuova campagna di scavi a Mont’e Prama ha comunque un nome. La Archeosistemi di Reggio Emilia, stando a cio che si legge nel sito web dell’azienda, «effettua scavi stratigrafici, schedature di siti e reperti, rilievi grafici e fotografici e restauri. Dal 1998 opera anche nel settore dei beni culturali e della gestione dei servizi museali». Al momento al ministero stanno procedendo alla fase della verifica della documentazione e poi i lavori verranno consegnati alla ditta emiliana. «I tempi - dice Massimo Casagrande, il funzionario del ministero che sta seguendo la pratica - sono quelli tecnici necessari all’espletamento della parte burocratica». Dei 700mila euro che verranno gestiti dalla Società Arcus (diramazione del ministero) soltanto 250mila andranno a Mont’e Prama. Il resto serviranno per gli interventi a Tharros, un insediamento importante del quale non bisogna comunque dimenticarsi e che ha bisogno anch’esso di opere urgenti. Paolo Bernardini dell’Università di Sassari, uno dei direttori scientifici dell’area, spezza una lancia a favore degli archeologi dell’Università che operano negli scavi: «Spero - dice Bernardini - che qualcuno abbia effettivamentepensato di proseguire la collaborazione con il personale della scuola di specializzazione di Oristano. Al momento ci sono risorse per proseguire almeno fino alla fine dell’anno. Noi, come tutti sanno, stiamo operando nel pieno rispetto della trasparenza e della legalità».
(ha collaborato Piero Marongiu ) @Petretto

CRONO-PROGRAMMA
Grande attesa per il passaggio di consegne
Cosa accadrà ora? Il sottosegretario Francesca Barracciu ha detto che il ministero attende dall’università una sorta di cronoprogramma che specifichi i tempi di conclusione della campagna di scavi a Mont’e Prama. Il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, (in carica sino all’avvio del nuovo anno accademico) ha risposto: «Non ho dato indicazioni sulla data di conclusione del cantiere», ma anche dato la massima disponibilità a un incontro. Disponibilità confermata, dall’altra parte anche da sottosegretario. Quindi università e ministero si incontreranno presto. Nel frattempo gli archeologi dell’università e della Soprintendenza portano avanti il progetto frutto del protocollo firmato a aprile da Sovrintendenza, università, Comune di Cabras, Casa circondariale e Consorzio Uno. Quei soldi non sono ancora finiti: Paolo Bernardini dell’Università di Sassari, dice: «Al momento ci sono risorse per proseguire almeno fino alla fine dell’anno». Ma il ministero sta anche spulciando i conti presentati sino a questo momento dall’Università per il progetto Mont’e Prama. Nell’attesa che si completi anche l’iter per l’aggiudicazione dei lavori che partiranno grazie ai fondi della società Arcus

E DODDORE SI OFFRE COME GUARDIANO VOLONTARIO
Cappellacci: «Difendere il ruolo dei nostri atenei»
CABRAS L’immediata revoca «per ragioni di opportunità», della procedura negoziata che ha assegnato all’Archeosistemi di Reggio Emilia il prosieguo degli scavi a Mont‘e Prama. La chiede Ugo Cappellacci, consigliere regionale di Forza Italia ed ex presidente della Regione, in una interpellanza presentata – con il reso del gruppo – ieri mattina. Cappellacci chiede anche che si intervenga «in base al protocollo siglato nel 2011 per la valorizzazione del complesso scultoreo e del sito archeologico di Mont'e Prama», e che si difenda il ruolo delle Università sarde. Secondo Cappellacci «Ora il Ministero non può comportarsi come un concitato buttafuori, imponendo silenzi, cacciando gli archeologi sardi e assegnando tutto ad una ditta emiliana, attraverso una procedura negoziata, senza la pubblicazione di un bando». «Tutti i sardi devono sollevarsi per difendere la loro storia dal colonialismo culturale del Governo nazionale, che ancora una volta vuole appropriarsi degli studi sul nostro passato per sminuirlo e addomesticarlo», è l’opinione di Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori Sardi - Liberaldemocratici in Consiglio regionale. Per Dedoni, «La Sardegna deve essere messa nelle condizioni di formare una sua scuola di archeologi, specializzati nello studio integrato delle epoche nuragica e prenuragica, per indagare con cognizione di causa sul proprio passato e creare una nuova industria culturale, in grado di attrarre finanziamenti e generare ricchezza sul territorio anziché disperderla come avviene oggi». Infine, Doddore Meloni, presidente di Meris Malu Entu, esprime a nome del movimento «la pronta e immediata assunzione della responsabilità di offrire gratuitamente, già dalla giornata di oggi, un servizio notturno permanente di guardianìa, purché le istituzioni mettano a disposizione un piccolo gruppo elettrogeno ed una roulotte, così da poter approntare efficacemente il presidio di guardia, a tutela vera e reale dei beni di tutti i sardi».




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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