Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
RETTORATO. Si prepara il terreno al voto di maggio per la successione a Melis
Università, test di elezioni: Maria Del Zompo ci riprova?
Sussurri, mormorii, voci di corridoio. Eppur qualcosa si muove dentro le mura di Palazzo Belgrano. Nessuno l’ammette, meno che mai il Magnifico in carica, ma dietro le quinte si comincia a preparare il terreno della prossima competizione. Proprio così: all’Università è già tempo di parlare di elezioni, anche se al voto si andrà solo fra sette mesi (maggio 2015) e solo allora il rettore economista, Giovanni Melis, che nel 2009 ha posto fine al regno Mistretta, cederà la poltrona dopo sei anni, tanto dura il mandato dei Magnifici secondo la riforma Gelmini.
 SCENARI Di voci ne girano, segno che l’argomento-successione è uno dei più ghiotti all’ateneo, fra docenti e studenti. Intanto sui possibili candidati. Un nome dato per «molto probabile» da Radio Università e dintorni è quello della professoressa neuroscienziata Maria Del Zompo: unica donna protagonista delle elezioni 2009, uscì di scena dalla sfida di sei anni fa con ben 429 voti, pagando la scelta di Medicina di candidare in quella stessa tornata un altro medico, l’anatomopatologo Gavino Faa, poi sconfitto da Melis al ballottaggio. Questa volta, si dice che Medicina non farà lo stesso errore, e candiderà solo lei.
Più confuse, al momento, le mosse a Piazza D’Armi, attorno alla quale girano più nomi: da Giacomo Cao, ordinario di ingegneria chimica, a Paolo Fadda, uno degli attuali prorettori, politicamente vicino ai Riformatori di Fantola. Non solo: pronto a tentare il grande salto anche Giorgio Massacci, ex preside di Ingegneria, molto apprezzato anche dagli studenti, i primi a leggere nei suoi interventi la volontà di candidarsi. Medicina e Ingegneria, assi di quel “bipartitismo universitario” che ha espresso i rettori per 30 anni (Duilio Casula per 12 anni e Mistretta per gli altri 18), ritorneranno in campo più agguerrite che mai. Ma, in una sfida del genere, non è il caso di sottovalutare altri nomi, all’apparenza meno forti. Lo stesso Melis era riuscito a infilarsi come terzo incomodo, fra la Del Zompo e Faa, uscendo vittorioso da una competizione inziata sotto altri pronostici.
RETTORE-DONNA? Al momento non sembra che Ingegneria abbia un nome capace di unire tutta la facoltà: si tira in ballo anche quello di Alessandra Carucci (preside di Ingegneria-Architettura), considerato un ottimo nome femminile da spendere come quello di Alessandra Fanni (stessa facoltà), coordinatrice del nucleo di valutazione d’ateneo. E se la sfida si farà rosa sembra che Paola Piras, prorettore alla Didattica e fino allo scorso anno vice del sindaco Zedda, non si tirerà indietro. Con la benedizione di viale Fra Ignazio.
Carla Raggio


 
L’UNIONE SARDA

2 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
SERRI
Istituito il laboratorio permanente di archeologia
È nato a Serri il primo laboratorio permanente di archeologia del paesaggio della Sardegna che si occuperà di ricerca e didattica. Istituito grazie alla convenzione tra il Comune di Serri, l’Università degli Studi di Cagliari e dell’Universidad de Granada (Spagna), si avvale della collaborazione di docenti universitari. Parteciperanno assegnisti, dottorandi di ricerca, laureandi e allievi delle due Università. Il Laboratorio nasce con l’idea di sperimentare le varie tecniche d’analisi territoriale e ha lo scopo di effettuare survey archeologici e di realizzare cartografie archeologiche e valutazioni di rischio archeologico. Per l’eccezionalità dei ritrovamenti dunque il santuario di Serri è diventato il luogo prescelto per questo progetto. A questo sono legate attività collaterali: giornate di studio, laboratori didattici, percorsi turistici, corsi di formazione, museologia. «È una svolta - dice il sindaco Samuele Gaviano - nello studio del territorio».
Sonia Gioia
 
 
 
L’UNIONE SARDA

3 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Speciale (Pagina 37 - Edizione CA)
BIOCAMP
Un workshop per i talenti della ricerca
Stanno per chiudersi le iscrizione alla seconda edizione italiana del Novartis Biocamp, dedicata ai giovani talenti, che quest’anno si svolgerà in collaborazione con l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Milano. Lo scorso anno per la Sardegna ha partecipato Claudia Pisanu dell’Università di Cagliari. Il workshop è riservato a 30 giovani talenti della ricerca, italiani e stranieri residenti in Italia, provenienti dalle facoltà scientifiche delle università italiane e si svolgerà a Milano dal 15 al 17 dicembre. Per candidarsi si dovrà inviare, insieme al curriculum accademico, un progetto di ricerca in ambito immunologico o oncologico, che sarà valutato da un comitato. Per ciascuna delle due aree di ricerca sarà selezionato, al termine del BioCamp, il partecipante più meritevole. Ai vincitori un aiuto finanziario per partecipare a un congresso internazionale e la pubblicazione su una rivista scientifica. (fe. me.)
 
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 14 - Edizione OR)
Mancano i due milioni del 2013. Il presidente del Consorzio Uno: corsi in pericolo
UNIVERSITÀ A RISCHIO CHIUSURA  Fondi tagliati dalla Regione: ieri il sit-in davanti al Chiostro
Lo striscione sul muro del Chiostro del Carmine parla chiaro. L’Università oristanese è, ancora una volta, appesa a un filo: mancano le risorse e se per il 2014 dovessero realizzarsi i tagli annunciati dalla Regione, i cinque corsi di laurea sono a rischio. Da qui parte la battaglia dell’intero territorio: ieri un sit in, organizzato dai Giovani di Forza Italia, ha richiamato i consiglieri regionali, comunali e provinciali di Oristano. Accanto a loro la dirigenza del Consorzio Uno e tanti studenti. Obiettivo? Bloccare i tagli e lasciare invariato il fondo di 6 milioni di euro per le università decentrate: un emendamento all’assestamento di bilancio è stato presentato oggi in Consiglio regionale.
LA SITUAZIONE Al Consorzio Uno non sono ancora arrivati i due milioni 161 mila euro assegnati dalla Regione per il 2013. E, ad anno accademico iniziato, non si sa ancora quale sarà lo stanziamento per il 2014. «Da oltre tre anni gestisco debiti - osserva la presidente Pupa Tarantini - e lo faccio con orgoglio perché credo nell’università. Ci siamo dovuti indebitare con le banche, ma non potremo continuare così». Già dall’anno scorso il Consorzio ha dovuto fare scelte difficili, ma obbligate. «Lavoriamo senza alcun gettone - va avanti - la dirigenza si è abbassata lo stipendio e gli operatori continuano a fare le stesse ore di lavoro ma con compensi decurtati». Su questi temi un anno fa c’era stato un duro scontro con il Comune. «Ma non avevamo altre soluzioni» aggiunge. Senza dimenticare le spese: oltre agli stipendi, anche l’affitto per i laboratori. Il Comune aveva promesso di mettere a disposizione gratuitamente i locali per ospitare quelle attività, ma ancora non è stato fatto niente.
LA PROTESTA «Chiediamo un patto tra enti locali e Regione per garantire i fondi almeno per un triennio - sostiene Antonio Iatalese, Giovani FI - e di non istituire la nuova agenzia regionale utilizzando quei 600 mila euro per l’università». Il consigliere regionale dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato i risultati positivi dell’ateneo oristanese «una realtà che funziona, lo dimostra il fatto che un’altissima percentuale di laureati trova subito lavoro». Massimo sostegno anche dal consigliere dell’Udc Gianni Tatti, mentre l’esponente di FI, Oscar Cherchi ha puntato il dito contro «il disinteresse della Giunta regionale, forse legato alle lobbies universitarie di Sassari e Cagliari. Non vorrei che si arrivasse alla chiusura dei corsi tagliando di anno in anno i finanziamenti». I consiglieri comunali Andrea Lutzu, Salvatore Ledda e Massimiliano Sanna sottolineano che anche «sull’università la Giunta Tendas ha fallito». Il consiglio provinciale era rappresentato dal presidente Mauro Solinas.
GLI STUDENTI «L’offerta formativa e la presenza di classi selezionate in cui poter seguire al meglio il percorso di studi garantendo una maggior preparazione dei ragazzi sono punti di forza dell’università di Oristano» commenta Michela Loi, rappresentante studenti all’Ersu di Sassari e responsabile Studenti per le libertà.
Valeria Pinna
 
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Università Il progetto di Sardoa d-library e la diffusione pensiero scientifico nell’Isola
UN GEOLOGO TRA DUE MONDI La storia, anche digitale, di Domenico Lovisato
F u un profugo istriano ante litteram (la sua Isola, alla fine della terza guerra di indipendenza, era rimasta in mano austriaca, così da spingerlo a coltivare sentimenti irredentisti); fu un garibaldino; di certo un uomo di scienza: matematico, geologo, naturalista, persino paleontologo. E in questa veste, a Cagliari, città che lo aveva adottato, catalogherà le teste di coccodrillo e il dente di uno squalo gigante, straordinari reperti di ere lontanissime, restituiti dal sottosuolo di Is Mirrionis. Val la pena di scoprire la storia di Domenico Lovisato, che a Cagliari ha insegnato dal 1884 fino al 1916, anno della sua morte, smentendo la frusta teoria che la Sardegna sia sempre stata solo periferia, anche nella storia della scienza e della cultura scientifica. «Non è così: idee scientifiche e filosofiche circolavano, eccome, anche nell’Isola». Ne è sicuro il professor Giancarlo Nonnoi, docente all’Università di Cagliari di Storia del pensiero scientifico e coordinatore del progetto universitario “Sardoa d-library”. Nato diversi anni fa, l’archivio digitale ha il merito di aver raccolto e digitalizzato materiale storico scientifico, rendendolo accessibile.
Questa mattina alle 10 alla Facoltà di Scienze (in via Trentino, 51 a Cagliari) si terrà la conferenza su “Domenico Lovisato: un geologo tra due mondi”, appuntamento inserito nella “Settimana del Pianeta Terra 2014”. «Racconteremo l’avventura umana e storica di Lovisato - spiega Nonnoi - e mostreremo anche il processo di digitalizzazione del materiale a lui appartenuto, un centinaio di carte manoscritte, pochi documenti a stampa, materiale comunque prezioso per delineare la figura di un intellettuale del suo tempo». Con il professor Nonnoi ci sarà la ricercatrice Silvia Conti, coordinatrice del progetto Sardoa.
Prima di approdare a Cagliari Lovisato era passato per Sassari, tappa di una vita piuttosto complessa, sempre in fuga. «Era una testa calda - racconta ancora Nonnoi - aveva sempre dei problemi con la polizia, era un propagandista, secondo il modello classico degli irredentisti». Lasciata l’Isola parte per Catanzaro e solo nel 1884 tornerà in Sardegna per ragioni professionali, vincitore di una cattedra a Cagliari.
Lavora con Quintino Sella e Felice Giordano (Sella è un politico ma è anche un ingegnere minerario): «Partecipa ai lavori della Carta Geologica di Italia, una mappatura del territorio, documento scientifico ancora oggi aggiornato». La tappa più avventurosa è indubbiamente la missione esplorativa in Patagonia e nella Terra del Fuoco, finanziata dal governo argentino. Dovrebbe ripercorrere la rotta già fatta, con successo, da Charles Darwin e da Robert FitzRoy sul suo brigantino “Beagle”. «Le cose non vanno come nei programmi - osserva ancora Nonnoi -; alla fine la missione approda nell’Isola degli Stati dove gli scienziati fanno rilievi e disegnano carte topografiche, ottenendo un buon risultato scientifico». Lo scienziato tiene un diario di bordo, il cui originale è custodito a Trieste. La missione si chiude con un naufragio. Nel 1882 rientra a Buones Aires dove l’accademia argentina gli assegna attestati e riconoscimenti. «È davvero interessante capire come questi intellettuali e scienziati si muovano grazie a reti di persone, garibaldini, mazziniani che in Argentina avevano trovato un’occupazione». Due anni dopo sarà a Cagliari dove insegnerà e documenterà di una terra, dove una volta sono arrivati i coccodrilli...
Caterina Pinna


 
L’UNIONE SARDA

6 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 /Provincia di Oristano (Pagina 15 - Edizione OR)
Disoccupazione da record e reddito pro capite ultimo nell’Isola
«L’Oristanese è al collasso, la Regione ci deve aiutare»
L’Oristanese sull’orlo di un baratro. Un gap senza precedenti con le altre province: si parla di reddito pro capite inferiore al resto dell’Isola e della penisola, tasso di povertà da record, spopolamento, natalità a picco, ricchezza prodotta in calo e disoccupazione da brividi. Tutto ciò lo fanno presente politici e sindacati del territorio nel documento stilato a conclusione degli incontri sulla “Vertenza Oristano”. Il documento è stato inviato al presidente della Regione Francesco Pigliaru al quale si chiedono con la massima urgenza quegli interventi capaci di scongiurare una catastrofe senza ritorno.
 IL QUADRO Il documento è firmato dal presidente della Provincia Massimiliano de Seneen, dai consiglieri regionali Augusto e Oscar Cherchi, Attilio Dedoni, Antonio Solinas, Gianni Tatti e Mario Tendas, e dai sindacalisti Roberta Manca (Cgil), Angelo Medde (Uil), Duilio Sanna (Uil) e Federica Tilocca (Cisl). Sono loro ad accompagnare Pigliaru nella realtà oristanese, in bilico tra purgatorio e inferno. Si parte dal reddito pro capite: «È pari a 13.867 euro contro i 17.592 della media regionale e i 23.333 di quella nazionale». E siamo solo all’inizio. C’è il tasso di povertà al 23,8 per cento, rispetto alla media regionale del 20,4. Altro campanello d’allarme i dati demografici, con «gli abitanti della provincia come i meno numerosi: la popolazione è pari al 9 per cento di quella regionale». Ed è pure anziana: per ogni 100 giovani ci sono 208 ultrasessantenni, rispetto ai 151 della media nazionale e ai 161 della regionale. In più un basso indice di scolarizzazione e tanta disoccupazione: in particolare per quella giovanile «i dati sono allarmanti e rischiano di peggiorare: Oristano si assesta al 35 per cento contro il dato regionale del 29,6 e quello nazionale del 23». E per l’economia, «il settore industriale con il dato regionale più basso pari al 6 per cento mentre il crollo delle costruzioni ha portato il dato al 4,4, ultimo dell’isola».
 LE PRIORITÀ A Pigliaru si chiede il superamento del Patto di stabilità e il trasferimento di risorse. E per quanto concerne le infrastrutture resta centrale il rilancio dell’aeroporto e del porto. Uno sviluppo che non può prescindere neanche dal polo intermodale e dal raddoppiamento ferroviario Oristano-Cagliari. Ed è necessario dare sostegno ad agroalimentare, turismo e cultura, anche attraverso la salvaguardia dell’università di Oristano.
Fabrizio Carta
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

7 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 17 - Edizione OR)
TERRALBA
Pulizia del Rio Mogoro, incontri in Regione
Proseguono gli incontri a Cagliari fra l’amministrazione comunale e i funzionari regionali per trovare una soluzione ai problemi legati al rischio idrogeologico. Nell’ultima riunione erano anche presenti gli esperti dell’Università di Cagliari che hanno illustrato i primi risultati di una simulazione sugli effetti di un progetto di messa in sicurezza del Rio Mogoro. «Il progetto è in avanzata fase di studio e una volta realizzato consentirà di eliminare tutti i vincoli che il piano stralcio prevede - spiega il sindaco di Terralba Pietro Paolo Piras - Tuttavia la credibilità del progetto sta nella certezza dei finanziamenti e dei tempi di realizzazione. A tal fine è necessario che la fase di studio si concluda in tempo affinché il finanziamento sia inserito nella legge finanziaria regionale». Gli esperti dell’Università hanno dato la loro disponibilità a partecipare ad un incontro a Terralba per illustrare alla popolazione. ( a. l. )
 
 
 
 

 
L’UNIONE SARDA

8 - L’Unione Sarda di martedì 14 ottobre 2014 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Escluse le Università isolane. Polemiche per l’assenza di vigilanza nel sito
GIGANTI SCIPPATI AI SARDI
Scavi di Mont’e Prama affidati a una società emiliana
Via le università sarde, a scavare a Mont’e Prama tra qualche settimana arriverà una società emiliana che si è aggiudicata la gara da 430 mila euro bandita dalla Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Ma a suscitare polemiche non è solo l’estromissione degli Atenei che sinora avevano lavorato nel cantiere del Sinis scoprendo i tesori che custodiva ma anche il fatto che il Ministero abbia avocato a sé la gestione del sito. «Da Roma assumono un atteggiamento da buttafuori nei confronti degli ottimi esperti delle Università di Cagliari e Sassari», accusa l’ex governatore Ugo Cappellacci. A testimoniare la tensione nel cantiere è anche una lite tra un funzionario della sovrintendenza e un archeologo universitario documentata dalle telecamere di Videolina nell’area di scavo. Ieri, intanto, la statua del “Il pugilatore”, uno dei Giganti più interessanti, è stata trasferita nel museo di Cabras. Ancora polemiche per l’assenza di vigilanza nel sito, preso d’assalto da centinaia di appassionati.
MANCA, MOCCI ALLE PAGINE 2, 3


Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Sulla strada mancano le indicazioni
Assalto al sito: carabinieri in aiuto dell’unico vigilante
La vigilanza andava organizzata da subito. E magari occorreva pensare come gestire eventuali numerosi visitatori, come accaduto domenica pomeriggio: un assalto a Mont’e Prama ha creato il panico all’unico vigilante. E che dire della mancata sistemazione di cartelli a indicare il sito archeologico del Sinis che ha custodito per lungo tempo i Giganti? Un gran polverone sta investendo Mont’e Prama, la fetta di terreno del Sinis finita nell’occhio del ciclone (nel bene e nel male) per la straordinaria scoperta archeologica: quei Giganti dallo sguardo tanto misterioso che hanno sollecitato la curiosità di tanti, oltre ad aver suscitato l’entusiasmo degli studiosi di fronte a questa meravigliosa novità.
LA VIGILANZA IN RITARDO Non ci voleva molto a capire che sarebbe accaduto quello che poi è successo in questi ultime settimane a Mont’e Prama: dalla scoperta di nuovi Giganti all’arrivo di tombaroli, liberi di entrare nel cantiere lasciato incustodito. E non ci voleva molto a capire che, per questo motivo, era necessario da subito preoccuparsi di dotare il sito archeologico di una adeguata vigilanza. Quella località, a pochi chilometri dalla spiaggia candida di Mari Ermi, continua a richiamare curiosi.
TUTTI A MONT’E PRAMA Tanto che domenica sera il vigilante, che ogni giorno arriva alle 17 al termine degli scavi e va via alle 8 del mattino successivo quando tornano in cantiere studiosi e operai, non è riuscito a gestire i tanti visitatori giunti per scoprire dove le monumentali statue sono state trovate. La guardia giurata ha dovuto, così, chiedere l’intervento dei carabinieri per contenere il desiderio delle tante persone che fremevano per vedere la località tanto reclamata fin dall’inizio di quest’anno. Non ci sono stati problemi particolari ma era necessaria la presenza di più persone, che invitassero i curiosi a prestare attenzione, quanto mai necessaria in un luogo piuttosto delicato che accoglie reperti archeologici. All’interno del cantiere si può passare, evitando con cura di oltrepassare la recinzione che tutela gli scavi.
LE INDICAZIONI E IL BUIO Inevitabile che il sito diventasse meta di visitatori. Ma questo non ha convinto il Comune a sistemare cartelli con indicazioni sul posto: chi nutre il desiderio di vedere la tanto reclamata località deve darsi da fare per chiedere informazioni ai cabraresi o a chi conosce i luoghi del Sinis. La notte calano le tenebre. Fino a qualche giorno fa, quando in un blitz il deputato di Unidos Mauro Pili ha sistemato un gruppo elettrogeno a bordo di un mezzo ai limiti del cantiere che consente di illuminare il sito.
LA SICUREZZA Da ieri la vigilanza a Mont’e Prama viene garantita grazie all’Università di Cagliari, che si è alternata all’ateneo sassarese: l’archeologo Momo Zucca aveva lanciato una provocazione (ma fino a un certo punto) affermando di voler mettere di tasca i quattrini pur di evitare che i tombaroli entrassero e facessero scempio del sito. Cosa, peraltro, accaduta il 22 settembre: una tomba era stata profanata riducendo in pezzi uno scheletro. Nemmeno gli studiosi sanno che cosa contenesse.
Da lunedì 20 altro capitolo: l’area entra, infatti, nella gestione diretta del Ministero per i beni archeologici e culturali che, a quel punto, dovrà anche occuparsi della sicurezza.
Patrizia Mocci


Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Videolina documenta la tensione tra archeologi e funzionari Mibact
STOP ALLE UNIVERSITÀ SARDE
Scaveranno gli emiliani
Via le università sarde, a scavare a Mont’e Prama arriverà una società emiliana. Il Ministero modifica gli scenari nell’area archeologica di Cabras con una decisione, annunciata domenica dalla sottosegretaria ai Beni e le attività culturali Francesca Barracciu, destinata a suscitare inevitabili polemiche.
Che la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna intendesse estromettere le università di Cagliari e Sassari lo aveva svelato L’Unione Sarda domenica 12 ottobre rivelando il contenuto di una lettera della direzione generale del Mibact che invitava gli archeologi a levare le tende dal terreno di Cabras. Le dichiarazioni di Barracciu, che aveva annunciato l’inizio di una nuova campagna di scavi con una «una gestione diretta del sito» da parte del Ministero, avevano gettato benzina sul fuoco.
 SCAVI AGLI EMILIANI Ad aggiudicarsi la gara da 430.898,70 euro (IVA esclusa) per il “Recupero, indagine scientifica e valorizzazione delle aree archeologiche di Tharros e Mont’e Prama” è stata una società dell’Emilia Romagna. L’aggiudicazione è avvenuta attraverso quella che nel sito del Ministero è definita una “procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando in corso di espletamento, per la quale, pertanto, sono stati già individuati gli operatori economici invitati alla gara”.
Una procedura che, per quanto legittima, suscita polemiche e perplessità: «Considerata l’importanza di livello mondiale di questo ritrovamento appare singolare che si utilizzi un procedimento che, benché legittimo, tende a limitare a soggetti già individuati la possibilità di partecipazione», osserva Ugo Cappellacci. Secondo il quale «tutto questo avviene con un Ministero che assume un atteggiamento da buttafuori nei confronti degli esperti delle Università di Cagliari e di Sassari che finora hanno curato con grande impegno e competenza la campagna di scavi. Assistiamo», aggiunge l’ex governatore, «agli effetti di una linea politica ed amministrativa, improntata ad un becero spirito centralista, che stride con gli accordi sottoscritti e con l’opera svolta per due Legislature dalla Regione Sardegna. Peraltro - ricorda Cappellacci- l’accordo stipulato nel 2011 con il Ministero prevede espressamente sia una cabina di regia permanente in cui la Regione ha un ruolo da protagonista nelle decisioni riguardanti il complesso scultoreo di Mont’e Prama». Scettico anche il deputato Mauro Pili: «Grazie agli archeologi delle Università di Cagliari e Sassari. Unidos è con loro».
 SCOOP DI VIDEOLINA Ieri il Tg di Videolina ha fornito le prove della tensione e dei veleni che serpeggiano tra Soprintendenza archeologica e Università. Un servizio ha mostrato un dialogo piuttosto acceso tra Massimo Casagrande, responsabile della comunicazione della Soprintendenza, e Raimondo “Momo” Zucca, l’archeologo (è direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Sassari) che ha coordinato le équipe delle università di Cagliari e Sassari. Il primo contesta al secondo che «la terra non è grigliata» il secondo ritiene che i lavori siano stati fatti correttamente e lo sfida ad inviargli una lettera di addebito se è convinto di ciò che sostiene.
 SCENA POCO EDIFICANTE Immagini e audio sono stati registrati da un turista che nei giorni scorsi è andato a vedere l’area di scavo ed è incappato nella scena poco edificante. Che lo ha lasciato allibito. Un’accesa discussione che dimostra ancora una volta l’incapacità dei sardi di unirsi attorno a una grande risorsa, qual è Mont’e Prama, e valorizzarla. Così chi ha condotto gli scavi fino ad oggi, dopo aver terminato i finanziamenti (ma ce ne sarebbero altri in arrivo dalla Fondazione Banco di Sardegna) sarà estromesso dai lavori e probabilmente non avrà più voce in capitolo. «Vedremo se ci sono le condizioni per un’eventuale collaborazione», ha detto Barracciu. Ad oggi una futura coesistenza sembra difficile.
Fabio Manca


Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
A 40 anni dal colpo di aratro che svelò le statue non si fermano gli scontri nel loro nome
I Kolossoi, dal sonno secolare alle polemiche quotidiane
Si chiamano Giganti, è inevitabile che siano ingombranti. E presumibilmente lo sarebbero anche se li chiamassimo Kolossoi, come li battezzò - con scarsa fortuna mediatica - Giovanni Lilliu.
Eppure le grandi statue di Mont’e Prama non sono state sempre al centro di contrasti e polemiche rabbiose. A parte il silenzio degli almeno ventotto secoli che hanno passato sotto la terra del Sinis, hanno trascorso quietamente anche la maggior parte degli ultimi quarant’anni. Tanti ne sono passati dal marzo del 1974, quando Sisinnio Poddi e Battista Meli cominciarono a imbattersi con una certa regolarità in frammenti di arenaria scolpita, restituita dalla terra che lavoravano per la semina.
Una volta indicato il ritrovamento alla Soprintendenza (fu l’archeologo Giuseppe Pau a segnalarlo, avvisato dal proprietario del terreno, Giovanni Corrias) cominciò una campagna di scavi, frammentata quasi quanto le statue che nei decenni vennero alla luce. Una prima iniziativa ebbe luogo quello stesso anno e un’altra l’anno successivo. Poi ci fu il 1977 che vide diversi archeologi sondare il terreno per capire quale - e quanta - fosse quell’eredità misteriosa: ci furono gli scavi Pau, gli scavi Lilliu, Tore, Atzeni, poi gli scavi Ferrarese-Ceruti Tronchetti e dopo ancora, nel 1979, quelli del solo Tronchetti).
La prima polemica si scatena molto più tardi, paradossalmente quando i frammenti - dopo decenni di attesa - vengono spostati da Cagliari a Li Punti. Non è uno scippo ma l’inizio di una lunga e minuziosa opera di restauro: in cinque anni, dal 2007 al 2012, le dieci tonnellate di reperti prendono forma di pugilatori, arcieri, guerrieri e modelli di nuraghe.
Da quel momento i Giganti, oltre che un affascinante enigma archeologico, diventano occasione e campo di battaglia per contrapposizioni di ogni tipo. Ci sono - comprensibilmente - i timori di Cabras all’idea che il complesso venga esposto altrove in modo permanente. Poi viene individuata una soluzione che mette d’accordo i protagonisti istituzionali: a Li Punti il museo del restauro, a Cabras la grande maggioranza dei Giganti tranne quattro, uno per ciascuna delle tipologie, che staranno a Cagliari. Mentre si trova il compromesso ripartono gli scavi e sono sempre più entusiasmanti, ma intanto nuove polemiche sull’idea di esporre un Gigante al Quirinale oppure all’Expò. Infine lo scontro fra ministero e Università sarde. Dalla preistoria alla cronaca di ieri.
( cel. ta. )

 
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
TRASLOCO. Il Gigante imbragato in una gabbia di legno costruita ad hoc
“Il pugilatore” trasferito al museo di Cabras
CABRAS Visi tesi e sudati. Bocche cucite sin quando l’enorme Gigante non ha toccato il pavimento del museo civico Giovanni Marongiu di Cabras. Solo dopo quel momento, i restauratori della Soprintendenza che si sono occupati del trasferimento del reperto dalla collina di Mont’e Prama a Cabras hanno tirato un sospiro di sollievo.
L’operazione è stata difficile e molto delicata: due lunghe ore da quando la gru è arrivata nel Sinis per prelevare la statua di 250 chili. Il reperto scoperto dagli archeologi delle Università di Cagliari e Sassari era dentro una gabbia di legno costruita su misura. Alle tre in punto, dopo diversi tentativi per trovare il giusto equilibrio, le classiche fasce utilizzate per i trasporti pesanti hanno sollevato il Gigante per poi caricarlo nel cassone. Ma a Mont’e Prama ancora non si gioisce. Gli addetti ai lavori, per scaramanzia, preferiscono finire l’intera operazione. Giusto qualche parola arriva dall’archeologo Momo Zucca: «Provo gioia immensa. Il pugilatore ora sarà a disposizione di tutti». Il mezzo quindi va verso Cabras, destinazione via Tharros. L’ingresso al museo non è semplice: 11 gradini per raggiungere la porta molto bassa. Ma dopo diversi tentativi l’impresa è fatta. «Finalmente - afferma l’archeologo della Soprintendenza Alessandro Usai -. Il trasferimento non è stato semplice, ma le persone che hanno portato avanti l’operazione sono esperte». Anche Carla Del Vais, direttrice del museo si sbilancia solo dopo che tutto è finito: «Da oggi abbiamo un reperto molto prezioso, per noi è importante». Ha seguito con ansia il trasporto anche il sindaco di Cabras Cristiano Carrus: «Sono felice che a breve la statua sarà messa in esposizione e tutti potranno vederla da vicino». Ora il pugilatore è sistemato all’interno della sala Cuccuru Is Arrius. Tra pochi giorni, al suo fianco, ci sarà anche l’altro Gigante, quello con la testa ben salda al collo.
Sara Pinna

 
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
9 - La Nuova Sardegna di martedì 14 ottobre 2014 / Pagina 8 – Sardegna
Il sottosegretario: «I lavori passano al ministero come da accordi, si sapeva già»
Barracciu: stop ai veleni sugli scavi
di Roberto Petretto
ORISTANO Polemiche quasi quotidiane sui Giganti di Mont’e Prama. Come le nuove scoperte. Le ultime: sull’avvicendamento di archeologi nell’area archeologica e sulle modalità di assegnazione del nuovo progetto. Sottosegretario Barracciu, come risponde alle accuse? «In questo momento di tutto c’è bisogno tranne che di polemiche preventive e sterili, che si nutrono di sentito dire». La realtà qual è? «La realtà è che il ministero, anche attraverso le proprie diramazioni territoriali, ha sempre agito con senso di collaborazione e con disponibilità». Non sembra proprio che ci sia un clima idilliaco tra Soprintendenza e Università... «Conta la sostanza dei rapporti tra ministero, Soprintendenza e Università. E la sostanza dice che il ministero si è subito aperto alla proposta dell’Università e ha concesso, e poteva non farlo, di realizzare su Mont’e Prama il progetto in atto. La sostanza sono i risultati ottenuti, gli scavi che portano quasi ogni giorno alla scoperta di nuovi tesori. Il frutto di lavoro fatto con professionalità». Torniamo alle polemiche di questi giorni e agli archeologi estromessi... «Ogni tentativo di avvelenare i pozzi va fermato. Lo sta facendo il rettore e lo voglio fare io. A me interessa solo il bene del sito. Veniamo alla questione che tante polemiche sta suscitando e alle presunte estromissioni. L’accordo in atto, che porta a utilizzare il finanziamento regionale di 140mila euro, a cui se ne sono poi aggiunti altri 60mila dell’università, era chiarissimo. Tutto andava fatto nelle more del progetto finanziato da Arcus. Si sapeva bene già da prima che sarebbe partito il cantiere gestito dal ministero». Comunque la prevista estromissione degli archeologi che hanno lavorato sinora non è stata accolta bene. «Ripeto, polemica preventiva sterile e dannosa. E mi sorprende che la faccia il prof. Zucca che conosce benissimo l’accordo. Addirittura, ad agosto, quando nacque un’altra polemica sul rischio di una interruzione della campagna di scavi, precisai che non ci sarebbe stata alcuna interruzione e che, alla fine di questa campagna di scavi, sarebbe partito immediatamente il progetto di Arcus che è sottoposto alle leggi degli appalti pubblici». E cosa dice dell’assegnazione fatta con “procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando”, sulla quale montano nuove polemiche? «Procedura prevista dal codice degli appalti, per importi inferiori ai 999mila euro. Sono state invitate 17 ditte, hanno risposto in 11, tra le quali anche ditte sarde. Sono state escluse le offerte anomale e c’è stata un’aggiudicazione provvisoria. Non ci sono dubbi da sollevare, tanto è vero che non c’è stato mezzo ricorso. Mi sorprende che un ex presidente di Regione non conosca il codice degli appalti e che abbia bisogno, per farselo spiegare, di un’interrogazione». Ammetterà che, sul piano dell’immagine, non è una bella cosa. Pensi a cosa sarebbe successo se al professor Lilliu avessero tolto la competenza sugli scavi a Barumini... «La mia preoccupazione è che gli scavi siano portati avanti da persone che hanno studiato a altissimo livello la materia, a prescindere da nome e cognome. Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile. Del resto mi pare che il professor Zucca a Mont’e Prama non avesse mai scavato prima. Invito tutti a spersonalizzare il problema». Ma ora che i fondi per Mont’e Prama stanno per finire e che il nuovo progetto non è stato aggiudicato, cosa accadrà? «Sono in corso le verifiche previste dalla legge. A breve ci sarà l’aggiudicazione definitiva e il ministero vigilerà perché sia impiegata la massima professionalità. E non escludo affatto nuove collaborazioni con l’università, anzi saranno oggetto dell’incontro tra me e il rettore di Sassari. Una cosa è certa: non ci saranno interruzioni. Ora serve un clima sereno, serve la massima collaborazione di tutti. L’università ha fatto un ottimo lavoro e ci saranno vie di proficua collaborazione. L’Arcus non è un organismo decotto. Funziona, ha rinnovato i propri vertici ed è pronto a partire secondo il nuovo modo di intervento tracciato dal ministero». @Petretto
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
10 - La Nuova Sardegna di martedì 14 ottobre 2014 / Pagina 17 - Lettere e commenti
LA PAROLA AI LETTORI RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Ma perchè non lasciare in pace i Giganti?
La sentenza definitiva è molto chiara: i bronzi di Riace non possono viaggiare, sono troppo fragili. Devono quindi rimanere in via precauzionale a Reggio Calabria, bisogna proteggerli non dalla nebbia padana ormai estinta ma dai perfidi barbari in camicia verde che in quella pianura sono numerosi e ignoranti a tal punto da fare ritenere che non siano degni di ospitare un esempio di arte classica come quello. Dopo due millenni sott’acqua senza conseguenze ora temono una permanenza di appena sei mesi a Milano. Invece non è possibile che in tutto il tempo intercorso da quando c’è stata l’assegnazione dell’Expo a nessuno sia venuto in mente di realizzare ed esporre una copia dei famosi bronzi: con le tecnologie attuali non è difficile, anche a costo di replicarli non in bronzo e con una stampante in 3D. È stato fatto negli anni ’80 con la statua equestre di Marco Aurelio e nonostante questo i turisti salgono ugualmente fin sulla piazza del Campidoglio per vederla. L’idea della copia potrebbe essere usata anche in Sardegna per i meravigliosi Giganti di Mont’e Prama: così si eviterebbero anche da noi le polemiche sulla divisione e lo spostamento delle statue.
Andrea Bassu, Nuoro
* * *
L’ingombrante polemica sui bronzi di Riace non è ancora finita, e l’augurio è che finisca prima della chiusura dell’Expo. Il fatto è che in Italia siamo specialisti in tre cose: primo, non lasciamo lavorare la gente che sa che cosa fare, e lo sa perché ha studiato e ha l’autorevolezza culturale per dirlo; secondo, il potere politico tende a intromettersi in cose complicate, che in genere esulano da quelle che sono le conoscenze dei ministri e spesso anche dalle conoscenze degli alti funzionari dei loro ministeri; terzo, quelli che sanno non decidono e quelli che comandano decidono a testa loro. Altrettanto potrebbe succedere ai Giganti, non solo facendogli girare la Sardegna ma anche davanti all’ipotesi di portarli (uno, due o tutti, non si sa) a vedere l’Expo. Per adesso quelli di Baldinca li hanno portati a Cagliari e quelli di Mont’ePrama a Cabras. L’ideale sarebbe che il presidente della Regione, che conosce l’Università sarda e sa che qualcuno competente c’è, nomini una commissione, appunto, di competenti e si faccia dire che cosa fare dei Giganti: se metterli su una nave container o, dopo averli risvegliati dal sonno millenario, lasciarli di nuovo in pace, magari proprio a casa loro.
 
 
 
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11 - La Nuova Sardegna di martedì 14 ottobre 2014 / Pagina 14 - Attualità
La bozza del documento da ieri on-line sul sito della Camera
INTERNET, ECCO LA CARTA DEI DIRITTI
ROMA La Carta dei diritti di internet stilata dalla omonima commissione, istituita da Laura Boldrini e guidata dal giurista Stefano Rodotà, è finalmente pronta. La bozza presentata ieri ad una delegazione di 27 parlamentari europei e disponibile sul sito www.camera.it, si compone in tutto di quattordici articoli incentrati su tematiche fondamentali per il web come il diritto all’accesso, la neutralità della rete, la tutela della privacy e il diritto all’oblio. In tal senso, la bozza rappresenta la prima proposta di “Magna Charta” da parte di un Parlamento nazionale, progetto che pone l’Italia all’avanguardia in materia di ridefinizione giuridica dei rapporti tra cittadinanza e web. Punto di partenza della carta è che internet costituisce ormai uno spazio pubblico - dati alla mano popolato da circa tre miliardi di persone - caratterizzato da equilibri economico-sociali altamente strutturati e tali ormai da richiedere una crescente attenzione giuridica. Ne è un’evidente conferma in queste ore, la scelta operata da Google di diffondere i primi risultati relativi alle rimozioni di link eseguite a seguito dell’applicazione del diritto all’oblio richiesto da circa cinquecentomila utenti. La Dichiarazione, che prende l’avvio dall’articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, si propone appunto come uno «strumento indispensabile per dare fondamento costituzionale a principi e diritti nella dimensione sovranazionale» per internet. I primi tre articoli riguardano il «riconoscimento e la garanzia dei diritti, il diritto di accesso e la neutralità della rete». Quest’ultima e il diritto di accesso «sono condizioni necessarie per l’effettività dei diritti fondamentali della persona». E per garantire l’accesso effettivo servono «adeguati interventi pubblici contro il divario digitale e culturale». Alla tutela dei dati personali con le sue varie declinazioni sono dedicati gli articoli successivi. Ogni persona, recita la Dichiarazione, ha diritto alla protezione dei dati che la riguardano e a sapere chi li tratta e dove, per poter chiedere rettifiche o cancellazioni. Senza autorizzazione giudiziaria, inoltre, i dati personali devono essere inviolabili. Per quanto riguarda i temi dell’anonimato e dell’oblio, la bozza sottolinea come comunicare elettronicamente in modo anonimo, per poter esercitare libertà civili e politiche, è un diritto, così come lo è quello di farsi cancellare dagli indici dei motori di ricerca. La proposta della commissione sarà dal 27 ottobre oggetto di una consultazione pubblica, mediante una piattaforma on-line dove i cittadini potranno inviare commenti e segnalazioni. La consultazione durerà quattro mesi. Soddisfatta della bozza la presidente della Camera Laura Boldrini che ha dichiarato: «Non possiamo lasciare il web in mano ai potenti. La priorità è tutelare i diritti di tutti i cittadini».
 
 
 
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12 - La Nuova Sardegna di martedì 14 ottobre 2014 / Pagina 20 - Oristano
Sit-in davanti alla sede del Consorzio Uno promosso dai giovani di Forza Italia
Dai consiglieri regionali d’opposizione critiche alla decisioni della Giunta Pigliaru
CENTRODESTRA ALL’ATTACCO: «SALVARE L’UNIVERSITÀ»
di Michela Cuccu
ORISTANO «La politica della Giunta regionale sta ponendo a repentaglio l’esistenza delle università sul territorio». A denunciarlo sono i giovani di Forza Italia, che ieri mattina hanno tenuto un breve sit in di fronte alla sede del Consorzio Uno. Preoccupazioni che nascono dalla legge di assestamento del bilancio, che prevede tagli del 25 per cento dei finanziamenti da destinare all’Università diffusa, «pari a 1milione e mezzo di euro su un importo totale di 6 milioni: troppi per realtà importanti che non solo garantiscono la possibilità di studiare per coloro che vivono lontano dai grossi centri, ma che negli anni, grazie alle scelte degli atenei, offrono corsi specifici di alto livello, talvolta addirittura unici, come nel caso di Oristano, con la Scuola di specializzazione in Archeologia subacquea». Antonio Iatalese, componente della direzione nazionale dei Giovani di FI, ha spiegato i motivi dell’iniziativa che sarà ripetuta anche nelle altre sedi delle università diffuse della Sardegna e alla quale seguiranno anche altre forme di protesta come una raccolta di firme. Alla manifestazione di ieri mattina presenti anche i consiglieri regionali dell’opposizione: Oscar Cherchi, Gianni Tatti e Attilio Dedoni, che, oltre a criticare le scelte dell’esecutivo, hanno ribadito le perplessità legate alle riduzioni dei finanziamenti per i corsi universitari “gemmati”. «Che non sono doppioni, ma, anzi, sono il risultato di scelte oculate che permettono ai giovani sardi di seguire corsi di studio legati all’economia del territorio». Anche il presidente del Consiglio provinciale, Mauro Solinas, ha voluto portare «solidarietà, ma anche impegno per sostenere la presenza dell’Università nel territorio». La conferma delle difficoltà che negli ultimi tempi deve affrontare l’università a Oristano è arrivata dal presidente del Consorzio Uno, Pupa Tarantini, che ha ricordato come le erogazioni dei finanziamenti della Regione risultino bloccate dal 2013. «Per continuare ad andare avanti i componenti del Consiglio di amministrazione hanno rinunciato ai gettoni di presenza e i docenti alle indennità di trasferta. La situazione è pesante e stiamo facendo l’impossibile per assicurare l’esistenza dei corsi di studio» ha aggiunto. Un messaggio di solidarietà è arrivato anche da rappresentanti degli studenti nell’Ersu di Sassari. «Eppure le soluzioni esistono– ha concluso Iatalese – razionalizzando meglio l’utilizzo delle risorse da parte della Regione».



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13 - La Nuova Sardegna di martedì 14 ottobre 2014 / Pagina 22 - Provincia di Oristano
Terralba, esperti dell’università lavorano alla messa in sicurezza del Rio Mogoro
Un progetto contro le alluvioni
di Cristina Diana
TERRALBA L’università di Cagliari studia il modo migliore per mettere in sicurezza il Rio Mogoro. A quasi un anno dall’alluvione che ha sconvolto la vita della comunità arriva qualche buona notizia dal fronte della sicurezza. Nei giorni scorsi il sindaco Pietro Paolo Piras ha incontrato il direttore dell’Autorità di Bacino e gli esperti dell’Università di Cagliari per parlare del Piano stralcio fasce fluviali. «Dal livello degli auspici e dei bisogni siamo passati a livello concreto del fare – spiega il sindaco –. Gli esperti dell’università di Cagliari hanno illustrato i primi risultati di una simulazione sugli effetti di un progetto di messa in sicurezza del Rio Mogoro, che è ormai in fase avanzata di studio, stanno valutando se alzare gli argini, aumentare portata e tante altre possibilità per avere il massimo beneficio col minimo costo». Un grosso passo in avanti è stato quindi fatto rispetto a quando le relazioni tra Comune e Autorità di bacino erano solo improntate a un braccio di ferro sull’estensione dell’area da considerare a rischio. La priorità ora è quella di mettere in sicurezza il territorio ed evitare il ripetersi di simili fatti. In questo modo poi si avrebbe l’ulteriore beneficio dell’eliminazione dei vincoli di edificabilità sul territorio. «Una volta realizzato, il progetto consentirà di eliminare tutti i vincoli che il piano stralcio delle fasce fluviali del 5 dicembre 2013 ha imposto al nostro territorio – continua Pietro Paolo Piras –, ma la strada è ancora molto lunga, visto che per realizzare il progetto occorrono fondi molti consistenti e sono tanti i paesi che reclamano a gran voce interventi di messa in sicurezza». Il sindaco ha apprezzato il fatto che l’Autorità di Bacino abbia dato priorità al Terralbese. «Dopo Olbia, lo studio del nostro territorio è il primo in tutta la Sardegna che viene affrontato in modo operativo dall’università. Tuttavia, la credibilità sul progetto sta nella certezza dei finanziamenti e dei tempi di realizzazione – prosegue il primo cittadino –. Per questo è necessario che la fase di studio si concluda in tempo affinché il finanziamento del progetto sia inserito nella finanziaria della Regione». Su richiesta del Comune, l’Autorità del Distretto Idrografico della Sardegna e gli esperti dell’università hanno dato la loro disponibilità a partecipare ad un incontro a Terralba, nel quale illustreranno agli amministratori locali ed alla cittadinanzai dettagli del progetto di mitigazione. L’incontro dovrebbe essere alla fine del mese.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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