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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
 
 
Università
Tre Atenei gemellati per le nuove traduzioni dei romanzi del Nobel nuorese
Cagliari, Hong Kong, Malaga
Parte il progetto Deledda
 
 
E mozionato al limite della commozione, saluta il pubblico con poche parole: «Quando sono entrato in questa Aula Magna il mio primo pensiero è stato “yes, we did it”.
Sì, ce l'ha fatta Ciriaco Offeddu benchè, un anno fa, il suo piano fosse poco più di un sogno ad occhi aperti. Stabilire un ponte culturale fra Asia e Sardegna, gemellare le università di Hong Kong e Cagliari nel nome di Grazia Deledda, non era prospettiva facile in tempi in cui c'è ancora tanta gente (compresa quella che popola le nostre istituzioni regionali...) abituata a pensare che la cultura non dà da mangiare e non produce consenso. L'unico a dare il proprio aiuto, agli albori del progetto, l'Istituto italiano di cultura, nella persona del dottor Matteo Fazzi, la cui lungimiranza va sottolineata.
E così ieri, in Rettorato a Cagliari, la delegazione composta da docenti, studenti, poeti, scrittori e giornalisti provenienti da Hong Kong ha potuto celebrare ufficialmente la partenza di un ambizioso programma che porterà alla nuova traduzione in inglese di “Canne al vento” e in futuro - si spera - alla pubblicazione in cinese delle opere di Grazia.
Al culmine di una settimana sarda che ha vissuto le tappe salienti in Barbagia, nei luoghi deleddiani per eccellenza, ieri la “squadra” assemblata dal manager nuorese Offeddu e capitanata da Xu Xi, preside del dipartimento di scrittura creativa della City University of Hong Kong, è stata ricevuta dal Rettore dell'Università di Cagliari, professor Giovanni Melis, e ha poi partecipato all'incontro nel quale è stato illustrato il piano di lavoro che vedrà coinvolta anche l'Università spagnola di Malaga, ieri rappresentata dal professor Giovanni Caprara. È un progetto rivolto essenzialmente ai giovani e che favorirà il confronto culturale fra studenti dell'area mediterranea e quelli degli atenei orientali. Giuseppe Marci ha coordinato gli interventi della pro rettrice Paola Piras, del professor Ignazio Putzu e ha introdotto le relazioni delle professoresse Luisanna Fodde e Isabella Martini che sono entrate nel dettaglio di ciò che si farà, partendo dall'ultima traduzione disponibile di “Reeds in the wind”, ad opera di Martha King, datata 1998.
Dopo la tappa cagliaritana e una serata a San Sperate in compagnia di Pinuccio Sciola, artista sempre sensibile alle operazioni culturali di spessore, la delegazione orientale è tornata a Nuoro. Oggi concluderà la “missione deleddiana” a Galtellì ma non potrà certo dimenticare altre tappe di questo viaggio, dalla magnifica ospitalità ricevuta dai dorgalesi a Cala Gonone, alla fantastica giornata trascorsa mercoledì a Mamoiada dove il sindaco, l'assessore alla cultura e i vertici della Pro Loco hanno organizzato un'accoglienza straordinaria. È nel paese dei mamuthones che gli amici di Hong Kong hanno forse percepito la vera essenza della sarditudine, quella fierezza senza fronzoli, l'orgoglio ancestrale di un popolo che non si vuole piegare all'omologazione. Un villaggio di 2700 abitanti che è riuscito ad allestire un piccolo polo culturale che ha nel museo delle maschere mediterranee il suo pezzo forte. «Fino a un po' di anni fa si aveva persino vergogna a parlare di Mamoiada», dice Giannino Puggioni, ex presidente della Pro Loco, riferendosi evidentemente al passato di sanguinose faide. «Oggi, insieme all'agricoltura e alla viticoltura, i giovani possono invece scommettere sulle iniziative culturali».
Può così accadere che in una magica serata alla Corte Rosada i Mamuthones mangino e bevano assieme agli ospiti di Hong Kong, sfidandosi da una tavolata all'altra fra canti della tradizione sarda e cori della cultura anglosassone. O che il poeta filippino Luis Francia possa declamare le sue opere fra un piatto di culurgiones e un brindisi “a chent'annos”, e l'intellettuale israeliano Evan Fallenberg scatti un'istantanea della Sardegna ispirandosi al post di un anonimo spettatore dopo un magnifico concerto di Paolo Fresu. Piccoli particolari emozionanti di un viaggio da ricordare. Dal quale si può trarre una lezione: l'unico vero collante universale è quello prodotto dalla cultura.
Massimo Crivelli
 
 
 
2 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Speciale (Pagina 43 - Edizione CA)
Da domani
A Cagliari il congresso di Neurologia
Tre giorni di dibatti e convegni con il meglio della neurologia italiana. Da domani fino al 14 ottobre nelle sale della Fiera in viale Diaz a Cagliari si svolgerà il quarantacinquesimo congresso della Sin, Società italiana di neurologia. Ai lavori daranno un importante contributo anche i ricercatori e i docenti dell'ateneo cagliaritano impegnati principalmente negli studi sulla sclerosi multipla guidati dalla professoressa Maria Giovanna Marrosu. Ma sarà anche l'occasione per un confronto tra i migliori specialisti d'Italia ed eminenze internazionali del settore come Aldo Quattrone, presidente Società italiana neurologia e rettore Università di Catanzaro; Giancarlo Comi, direttore della clinica neurologica San Raffaele di Milano) e Maria Troiano, direttrice della clinica neurologica a Bari e presidente della Società internazionale studi sclerosi multipla. (l.m.)
 

 
3 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Speciale (Pagina 43 - Edizione CA)
LA NEUROLOGA Parla Maria Giovanna Marrosu
SCLEROSI MULTIPLA la battaglia della Sardegna
La Sardegna è in prima linea nella battaglia contro la sclerosi multipla. E non potrebbe essere altrimenti visto che nell'Isola il numero dei casi è più che doppio rispetto alla media italiana. Alla vigilia del congresso nazionale dei Neurologi, in programma a Cagliari da domani al 14 ottobre, la professoressa Maria Giovanna Marrosu, ordinario di Neurologia dell'ateneo cagliaritano e direttore del Centro Sclerosi Multipla dell'ospedale Binaghi di Cagliari analizza i dati regionali e anticipa le strategie terapeutiche del futuro.
«L'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna è stimata fra 3,4 e 6,8 casi ogni anno per centomila abitanti - spiega la professoressa -, attualmente si stimano quindi fra 150 e 210 casi ogni centomila abitanti. La variabilità dei dati riflette soltanto le diverse epoche di studio e i differenti territori presi in esame». In assenza di una mappatura regionale completa, gli studiosi hanno notato un picco di casi in zone specifiche. «L'incidenza più elevata è stata riscontrata nel Sulcis Iglesiente - spiega ancora la neurologa -, in uno studio più dettagliato abbiamo anche evidenziato l'esistenza di aree circoscritte, più suscettibili di altre alla malattia, come quella del paese di Domusnovas, mentre nell'Isola di San Pietro l'incidenza è inferiore alle medie. Queste discrepanze ci hanno spinto a intraprendere uno studio in collaborazione con alcuni geologi per la ricerca di un'eventuale responsabilità degli inquinanti ambientali».
Al di là dei casi particolari, tutta la Sardegna registra un'incidenza superiore alla media nazionale. Lo studio sui residenti potrebbe rivelarsi utile all'individuazione dei fattori scatenanti. «Le cause dell'elevata prevalenza della sclerosi multipla nella popolazione sarda non sono ancora chiare - conferma la specialista -, è certo tuttavia che il particolare assetto genetico dei sardi giochi un ruolo fondamentale. Dati recenti su altre popolazioni mostrano che la predisposizione è legata a una molteplicità di geni che tendono ad attivare le risposte del sistema immunitario nei confronti di stimoli esterni».
Il Dna dei sardi si conferma unico. Nel bene e nel male. «La popolazione sarda è arricchita da numerose varianti genetiche - prosegue la Marrosu -, questo potrebbe essere il meccanismo chiave alla base della malattia. Non dobbiamo pensare a “geni cattivi”, ma a un'interconnessione fra questi e l'ambiente. Tra i fattori ambientali maggiormente studiati in questa interazione deleteria ci sono la vitamina D, la cui carenza sembra avere un ruolo importante nello scatenamento della patologia, il virus della mononucleosi, la dieta eccessivamente ricca di sale, il fumo o altri ossidanti naturali».
Benché il traguardo di una cura definitiva sia lontano, il contributo della ricerca ha garantito nel frattempo ai pazienti una qualità di vita migliore del passato. «Molti dei farmaci che abbiamo a disposizione riescono, se utilizzati tempestivamente, a rallentare il decorso della malattia, con il risultato di allontanare nel tempo la disabilità neurologica conseguente al processo di degenerazione. Il nostro obiettivo rimane il trattamento precoce della patologia con il miglior farmaco possibile e con i minori effetti collaterali, fondamentali per la qualità di vita degli ammalati. Il sogno di una cura risolutiva esiste sempre nella mente di chi si impegna nelle ricerche sulla sclerosi multipla, ma ancora non siamo in grado di dire se e quando questa avverrà».
Luca Mascia
 

 
4 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Speciale (Pagina 43 - Edizione CA)
I progressi della ricerca
Una diagnosi precoce migliora la vita
Tutti uniti contro la sclerosi multipla. Al congresso nazionale dei neurologi di Cagliari si farà anche il punto sulla ricerca di una cura definitiva alla malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale: nuovi protocolli e tecniche sperimentali arricchiscono l'armamentario terapeutico a disposizione degli specialisti. Il professore Gianluigi Mancardi, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Genova sottolinea il ruolo fondamentale di una diagnosi precoce. «Riconoscere i sintomi iniziali è importante nel trattare qualsiasi patologia - spiega Mancardi -, ma lo è ancora di più nella sclerosi multipla per la quale le cure dei casi più gravi e conclamati risultano ancora poco efficaci o inutili. Le tecniche diagnostiche sono invece di grande aiuto: le risonanze magnetiche spinale e cefalica ci aiutano ad avere valutazioni sempre più in anticipo e accurate».
Ma in venti anni di studi i passi avanti sono stati molti. Il più importante è stato sicuramente fatto nella cultura dei cittadini, ora maggiormente consapevoli e preparati nel riconoscere e affrontare subito i sintomi. «L'Aism, l'associazione italiana sclerosi multipla, è tra le organizzazioni più affermate del Paese - spiega il professore -, la conoscenza e la tempestività nelle cure rimangono le nostre armi più utili».
Leandro Provinciali, professore di Neurologia e direttore della Clinica Neurologica degli Ospedali Riuniti ad Ancona, sottolinea inoltre i risultati raggiunti dai farmaci iniettabili per via endovenosa. «È una terapia consolidata, ora anche meno traumatica per il paziente perché somministrabile a giorni alterni e non più quotidianamente. Arriviamo al congresso di Cagliari con più fiducia e speranza, consci che ci sia tanto lavoro da fare, ma consapevoli anche che la qualità di vita dei pazienti è stata significativamente migliorata grazie proprio al costante contributo di specialisti e ricercatori clinici».
Agire in fretta è indispensabile, considerato anche la giovane età nella quale si manifesta più frequentemente la sclerosi. La media all'esordio è 31 anni, il 5 per cento ha un esordio prima dei 16 anni. Alcuni studi fatti proprio nell'Isola dividono i malati in 68 per cento donne e 32 uomini. «Siamo sulla strada giusta - sottolinea Mancardi - e oggi lo dimostrano le oltre dieci terapie a nostra disposizione». «Basta saperle sceglierle con consapevolezza - aggiunge Provinciali - tradizionali o nuove che siano, avendo ben presenti benefici ed effetti collaterali». (l.m.)


 
5 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Saggi Biografia del clinico cagliaritano: vicende personali e ricordi di illustri colleghi
Ugo Carcassi, sessant'anni di medicina in Sardegna
Sin da giovanissimo l'aspirazione di Ugo Carcassi era diventare medico. In famiglia abbondavano musicisti, militari, bancari, ma lui sapeva che prima o poi avrebbe indossato il camice bianco. «Questa aspirazione derivava da un misto di sensazioni corporali e da precoci esigenze cognitive. Come molti adolescenti del tempo ero afflitto dalle varie malattie infettive... Successivamente anche dalla malaria. Avevo capito che le febbri che comparivano con forti brividi erano, quasi sempre, dovute alla puntura di zanzare che trasmettevano la malaria, mentre quelle che si accompagnavano a profuse e continue sudorazioni erano imputabili alla febbre maltese prodotta dall'infezione di un germe che io avevo contratto per aver bevuto latte di vacca non sterilizzato».
BIOGRAFIA Queste riflessioni giovanili spingevano il ragazzo, negli anni Trenta studente del liceo Azuni di Sassari, ad alimentare una innata passione verso la medicina attraverso lo studio e la ricerca. Lo esaltava l'idea di scoprire le malattie, trovare le medicine e le terapie adatte, guarire i pazienti. Una passione che presto maturò negli studi universitari. Dopo la guerra combattuta in prima linea nel deserto libico con i carristi dell'Ariete, cominciò la professione con una carriera inarrestabile, faticosa, ma anche ricca di successi. Medico condotto nei paesi di una Sardegna ancora poverissima, reumatologo e internista, docente universitario, ha insegnato nelle facoltà di Siena, Roma La Sapienza e Cagliari dove per dieci anni è stato preside e anche direttore della Clinica medica, membro di numerose società internazionali delle varie specializzazioni. Oggi ad oltre novant'anni - non ama precisare l'età - Ugo Carcassi si rivede com'era a quei tempi e ripercorre passo passo le tappe di una vita sul filo dei ricordi. Una memoria di ferro e una lucidità impressionante che gli permettono di continuare a fare il medico, il ricercatore, il conferenziere e a scrivere saggi sui personaggi della storia.
 IL LIBRO A questo punto del lungo cammino ha pensato bene che era il momento di raccogliere e mettere ordine tra gli innumerevoli ricordi per raccontare la vita di “Un medico in Sardegna” in un volume di 185 pagine edito dall'amico sassarese Carlo Delfino. Un'autobiografia anomala perché in realtà non è solo la storia del cagliaritano Ugo Carcassi, dal sogno liceale alla consacrazione scientifica a livello internazionale, ma è anche il racconto di oltre sessant'anni di medicina nell'Isola. Un racconto in prima persona di chi ha vissuto da protagonista eccezionali scoperte (la lotta alla malaria, alla talassemia, a tante malattie rare ed endemiche). Di chi ha seguito le lezioni e gli insegnamenti di illustri maestri della medicina. Di chi poi, passando in cattedra, è diventato a suo volta caposcuola ed è stato lui pure un classico barone universitario.
Nel libro Carcassi rende omaggio a tutti gli uomini che hanno fatto la storia della medicina nell'Isola (citati affettuosamente uno ad uno), dagli anni pionieristici del secondo dopoguerra sino agli allievi di allora che oggi, con qualche capello bianco, continuano a guidare cliniche e reparti.
Carlo Figari



 
6 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Biodiversità
Dai piccoli progetti nasce il sostegno  a un modello di vita più ecostenibile
Si chiama “Adotta un albero” ma è solo una scusa. L'albero è il simbolo dal quale partire per parlare di biodiversità e delle opportunità che questo grande patrimonio terrestre e marino offre per migliorare la vita degli esseri umani.
A questi temi è dedicato un ciclo di incontri all'orto botanico di Cagliari che si concluderà venerdì 17 ottobre e che ha visto gli interventi di amministratori locali, ambientalisti, responsabili degli enti di salvaguardia del territorio ma soprattutto di studiosi della biodiversità.
«L'Italia, e in particolare il mare Mediterraneo - ha spiegato Stefano Boschi, agronomo dell'università degli studi di Milano - sono un vero paradiso delle biodiversità. Un paradiso ancora in parte inesplorato ed in parte anche minacciato dall'opera dell'uomo».
«Ma anche le città, pur apparentemente aride e piene di cemento, possono essere - come ha detto l'ingegnere ambientale Renato Casagrandi illustrando uno studio condotto dal politecnico di Milano - oasi di biodiversità.
“Adotta un Albero”, nato per iniziativa dell'architetto Linda Poletti, apre un dialogo e confronto tra amministrazione, aziende, professionisti e cittadini del territorio per arrivare all'individuazione di progetti concreti per uno sviluppo eco-sostenibile.
Piccoli progetti, piccole realtà che, insieme, possono rendere una città consapevole. L'ultimo appuntamento all'orto botanico è previsto venerdì 17 ottobre alle ore 19. Per partecipare all'incontro bisogna iscriversi su adottalbero@gmail.com.



 
7 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Marghine Planargia (Pagina 25 - Edizione OR)
NUORO, CORSI ALL'AILUN
All'Ailun (Associazione per l'istituzione della Libera Università Nuorese), in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa sono ancora aperte le iscrizioni ai corsi di contratti pubblici sulle nuove direttive comunitarie e più recenti interventi normativi e giurisprudenziali. La prima lezione è in programma il 23 ottobre, dalle 15 alle 19. (l. u.)


 
8 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
MANDAS. Convegno sulle zone interne, la Cisl chiede un cambio di rotta
C'è un'Isola che sparisce: via i giovani e niente lavoro
INVIATO Roberto Cossu
 MANDAS «Non è compito della Regione creare posti di lavoro». Le parole di Raffaele Paci gelano la Biblioteca di Mandas. Tecnicamente sarà così, ma in una sala dove la parola “lavoro” è già stata ripetuta un centinaio di volte e le cifre dello spopolamento dell'Isola trasudano dai muri, l'effetto depressione è garantito.
L'assessore alla Programmazione si affretta a precisare che la Regione «deve creare le condizioni» perché le imprese creino lavoro. E aggiunge che da Stato e Regione nelle zone interne pioverà un centinaio di milioni. E comunque una strategia di rilancio c'è. O ci sarà. Grazie, però l'umore resta cupo. Anche perché Gianfranco Bottazzi, docente dell'Università di Cagliari che scava da tempo su questo versante della crisi, ha appena ammesso: «Sono pessimista. Le zone interne sul piano elettorale pesano poco. E più si spopolano e meno contano». A voler essere fiscali, insiste alla fine Oriana Putzolu, segretario generale della Cisl sarda, «non è sempre vero che la Regione non crea lavoro. Basta pensare alle sue partecipate pubbliche».
Il fatto è che in questo convegno organizzato proprio dalla Cisl la pazienza sembra esaurita. Le parole si sono prese tutto il tempo e «bisogna muoversi subito». Se il 55 per cento degli abitanti di Sindia se n'è andato all'estero, forse si arriva persino tardi. Il quadro lo dipinge, per la segreteria sindacale, Ignazio Ganga. Con un documento da non mettere agli atti ma all'opera. Accorato e impietoso. Molto più che «un sasso nello stagno». Solo pochissimi dati fra i molti (agghiaccianti) raccolti dalla Cisl: nell'arco di 60 anni rischiano di sparire altri 31 Comuni dell'Isola. L'Istat profetizza nei prossimi 40 anni circa 200 mila abitanti in meno. E la metà avrà più di 55 anni. Si diffonderà solo la categoria dei pensionati. «Anno dopo anno, la Sardegna cambia pelle, alle prese con una manifesta difficoltà nel contrastare uno stallo demografico che sta cambiando il corso di una storia millenaria».
È evidente, conferma Bottazzi nel dibattito (coordinato dal giornalista dell'Unione Sarda Giuseppe Deiana), che «se la popolazione non c'è lo sviluppo non si può fare». E allora? Il presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, cita anche il rapporto Svimez («terribile») e allarga il campo. Prima che La Cina si compri Gesturi e produca “pardule”, c'è da chiedersi se la crisi più grave «si può affrontare con politiche restrittive». In poche parole, «Renzi a Bruxelles deve rovesciare un tavolo» dove si inventano «regole idiote». Non è un problema di servizi («che in molti piccoli paesi sono assolutamente decenti») ma di lavoro. «Che non c'è».
Eccola la parola chiave. Sì, conferma Paci, «il problema è il lavoro. Non ce ne sono altri». Ganga accenna alla possibilità di attrarre le giovani coppie con «una più agevole politica della casa», ma se gli sposini «arrivano nelle zone interne e non trovano lavoro cosa accade?», chiede l'assessore. E quale sia il nodo della questione lo spiega anche Maria Carmela Folchetti, vicepresidente di Confartigianato Sardegna (e presidente della sezione di Nuoro): «Siamo la categoria più frustrata dalle difficoltà dell'accesso al credito e dai debiti della pubblica amministrazione. Ci sentiamo molto soli». Eppure si parla di 38 mila imprese che danno lavoro a ottantamila artigiani. Cinquemila «hanno abbassato le serrande e non si vede una strategia». Spuntano testimonianze dirette: quella per esempio di Gianni Dessì, operaio forestale di Seui: «I cantieri forestali sembravano una boccata d'ossigeno ma ora pure lì si riducono i posti di lavoro: da 54 a 32. Disagi? Il primo presidio sanitario è distante un'ora». Fate voi.
Tempo di ammissioni. Pietro Pittalis, capogruppo di FI al Consiglio regionale, lo riconosce: «Finora la politica non ha saputo costruire un progetto. Ha fallito». E forse è il caso di «rimeditare i tagli» decisi dalla Regione. Intendiamoci, l'analisi non è semplice e Bottazzi attacca qualche luogo comune: «Una ricerca dice che i giovani vanno via dai piccoli centri perché soffrono di eccessivo controllo sociale». E in molti si domandano perché concentrare enti, costruire autodromi, musei (e teatri, aggiungiamo noi), dove la gente non c'è. Giusto e necessario che la Regione «faccia ciò che non ha fatto finora», ma se a Sanluri investono milioni in una vigna e poi il vino viene esportato allora è vero che «i buoni modelli esistono». E possono partire dal basso. Alla Regione il compito di agevolarli, magari «semplificando i passaggi amministrativi». Serve una “soft economy” che sostenga le eccellenze, dice Ganga, e soprattutto, sottolinea Oriana Putzolu, «una politica del fare». Cambiando decisamente rotta.
 
 
 
9 - L’Unione Sarda di venerdì 10 ottobre 2014 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Metodi tipici dello squadrismo
Se la barbarie dilaga sul web
Sul web accadono cose strane. Accade che esista un blog che, se una persona esprime idee invise ai suoi tenutari, questi scrivano al Direttore del dipartimento in cui questa persona lavora, sino a costringerla al silenzio. Accade che un linguista militante ma di solida formazione accademica sia deriso perché è arrivato tardi agli studi superiori. Accade che una storica attivista antimilitarista e un pubblico ministero siano attaccati sul piano personale e anche per il loro aspetto. Accade che un archeologo dell'Università che comunica le novità di Mont'e Prama venga ugualmente attaccato.
Sotto pseudonimo, ma con un linguaggio riconoscibile, adottano un metodo tipico dello squadrismo: insulto, derisione, denigrazione personale. Vorrebbero difendere paradigmi e teorie scientifiche alle quali presumono di ispirarsi, e in generale difendere lo status quo (come dimostra il rifiuto della linguistica computazionale, o la ridicolizzazione di qualsiasi tesi storica o archeologica non condivisa, e l'attacco a chi denuncia l'inquinamento causato da basi e installazioni militari in Sardegna), ma attaccano anche chi, nell'accademia stessa, non sia allineato con la loro idea. Al dibattito scientifico e al confronto delle idee preferiscono il bullismo. Vogliono la distruzione dell'avversario e desiderano che il loro opponente non parli. Gioiscono del fatto che una delle loro vittime abbia annunciato la chiusura del suo blog.
Tutto questo è barbaro e getta un'ombra sui modi di funzionamento e sulla legittimità stessa del dibattito culturale in Sardegna, un bene comune che vogliamo difendere. La sua regressione è un grave pericolo e apre la strada alle peggiori manifestazioni di violenza. Vogliamo anzitutto esprimere la nostra solidarietà alle persone che sono state attaccate sul piano personale, perché non allineate con le posizioni che ispirano questo blog. Facciamo inoltre un appello a tutte gli studiosi, alle autorità accademiche, ai mass media, ai cittadini, perché il dibattito culturale, che è un bene comune e appartiene a tutti, mantenga qualità civili. Chiediamo alle autorità responsabili, di prendere posizione contro questa forma di squadrismo intollerabile.
Chiediamo infine ai responsabili di questo blog di confrontarsi con le idee dei loro opponenti e di usare argomenti, e non insulti personali o caratterizzazioni degradanti. Tutto questo vi squalifica e, se veramente amaste la cultura come possibilità di conoscere e non solo come autorità, vi dovrebbe fare vergognare di voi stessi. Restiamo, tutte e tutti, umani.
Marcello Madau, Simone Mereu Canepa, Nicolò Migheli, Alessandro Mongili, Omar Onnis Deidda
 
 
 
 




LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna di venerdì 10 ottobre 2014 / Pagina 6 - Sardegna
24ORE IN SARDEGNA
CAGLIARI  L’isola ospita un congresso internazionale di neurologia
Cagliari e la Sardegna, ospitano per la prima volta, un congresso di neurologia. Disturbi del sonno, ictus, epilessia, Parkinson e sclerosi multipla. Ma anche le ultime novità sulle cellule staminali e su diagnosi e terapie di patologie neurologiche ad alto impatto sociale, quali l'Alzheimer e l'epilessia. Da domani (cerimonia inaugurale alle 17.30 alla Fiera Internazionale di viale Diaz) a martedì se ne parla al congresso della Sin (Società italiana di neurologia). Duemila specialisti prendono parte al congresso presieduto dalla professoressa Marisa Marrosu, direttore del Centro regionale sclerosi multipla. Gli studiosi approdano per la prima volta in Sardegna. Con gli esperti nazionali ed europei, ai lavori prendono parte i ricercatori e i docenti degli atenei di Cagliari e Sassari. (m.fr.)



 
11 - La Nuova Sardegna di venerdì 10 ottobre 2014 / Pagina 41 - Cultura e spettacoli
CAGLIARI
 
I cinesi scoprono la Deledda
Un accordo tra Università
di Roberta Sanna
CAGLIARI “Uomini siamo, Elias, uomini fragili come canne, pensaci bene. Al di sopra di noi c'è una forza che non possiamo vincere”. Queste celebri righe dall’”Elias Portolu” insieme ad altri romanzi di Grazia Deledda potranno nel prossimo futuro essere letti da milioni di cinesi nella loro lingua. «Quella di promuovere la traduzione in cinese è una fase ovviamente complessa e richiede del tempo» spiega Giuseppe Marci, docente di Linguistica, che insieme al Rettore Giovanni Melis, del Prorettore vicario Giovanna Maria Ledda, del Prorettore alla didattica Paola Piras e del Direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Ignazio Putzu ha accolto ieri la delegazione della City University of Hong Kong nell’Aula Magna del Rettorato. Si è trattato di un appuntamento del progetto condiviso dai due atenei dedicato all’opera della scrittrice insignita del Nobel nel 1926, inquadrata nello studio della letteratura mediterranea. Preparati da una serie di incontri e seminari ad Hong Kong e Macao avviati a maggio scorso, con proiezioni dei film tratti da romanzi della Deledda, i sette docenti e i dodici studenti della delegazione guidata da Xu Xi, leader del Master in Scrittura creativa dell’importante ateneo, ha appena trascorso una settimana a Nuoro e nei luoghi deleddiani, a partire da Galtellì, che corrisponde alla Galte di “Canne al Vento”. Proprio da questo romanzo partirà il prossimo passo del progetto che, aggiunge Marci, «vedrà un gruppo di studenti della nostra università cominciare una traduzione inglese di “Canne al Vento”, che ha bisogno di essere ripresa in mano e rinfrescata. L’università di Honk Kong con uno staff di numerosi docenti americani e inglesi esperti di scrittura creativa oltre che di traduzione, darà un contributo importante. Per la traduzione in cinese ci vorranno ulteriori passi – ribadisce Marci– per ora stiamo scommettendo su un percorso di formazione degli studenti nella traduzione che potrà avere un risultato positivo nell’immediato ma potrebbe richiedere tempi più lunghi». Oltre a Marci e Xu Xi, sono intervenute ieri le docenti di lingua inglese Luisanna Fodde e Isabella Martini, e Ciriaco Offeddu, ingegnere nuorese e manager di numerose aziende italiane in Asia, che proprio con la sua partecipazione al master in scrittura creativa a Hong Kong ha fatto nascere un primo interesse per Grazia Deledda da parte della prestigiosa università asiatica. Le conclusioni sono state affidate al Prorettore alla Didattica Paola Piras. «E’ un progetto fondamentale che si sposa con nostre linee d’azione per promuovere nuovi percorsi didattici nell’ambito delle relazioni internazionali tra gli atenei e in particolare degli scambi che il nostro Ateneo ha con la Cina e che riguardano tutte le discipline. In questo caso si apre all’approfondimento sull’opera della Deledda che prima in quei paesi non c’era» ha spiegato la docente. La ricerca è aperta anche ad altri atenei asiatici ed europei, a cominciare dall’Università spagnola di Malaga, presente all’incontro con un rappresentante, e si propone di ampliarsi a progetti di studio sulle opere degli scrittori di tutta l’area mediterranea. L’accoglienza dell’ateneo cagliaritano è proseguita nel pomeriggio con l’invito alla delegazione cinese ad una visita allo studio dello scultore Pinuccio Sciola a San Sperate.



12 - La Nuova Sardegna di venerdì 10 ottobre 2014 / Pagina 30 - Provincia di Nuoro
ISTRUZIONE
Orgosolo, borse di studio per gli studenti universitari
 
ORGOSOLO Il comune di Orgosolo incentiva l'istruzione. La giunta istituisce i cosiddetti "assegni di studio una tantum". Fino alle ore 12 del 31 ottobre prossimo sarà possibile presentare, all'ufficio protocollo, l'apposita domanda. Provvedimenti, come quello approvato recentemente dall'amministrazione del paese dei murales, rappresentano un unicum o un'eccezione isolata nel panorama provinciale e regionale. Si sceglie, infatti, dando l'avvio a partire dall'esercizio finanziario attuale, di riconoscere a tutti gli iscritti all'università un aiuto economico da parte del municipio. E si inserisce, inoltre, una specifica voce nel bilancio, intendendo rinnovare il bando anche nelle successive annualità. L'unico requisito richiesto è quello di essere residenti a Orgosolo. Indipendentemente dalla fascia di appartenenza e dalla dichiarazione di reddito ISEE. Un modo di pensare del tutto nuovo, dunque, che premia il merito, inteso in senso ampio, senza le discriminanti reddituali. Il solo frequentare un qualsiasi ateneo rappresenta, quindi, la volontà di mettersi in gioco, di puntare su sè stesso e sulle proprie capacità, di tentare un percorso di formazione, che, a prescindere dai futuri risultati, merita apprezzamento e incoraggiamento. Per questo motivo, allora, chi, nell'anno accademico 2014/2015, inizia il suo iter nel mondo delle facoltà e dei corsi o chi lo ha avviato o chi si trova, d'altra parte, un po' più avanti ma non ha ancora conseguito un titolo, potrà beneficiare di una somma di trecento euro. Che diventano quattrocento, se il giovane ha conseguito la laurea triennale nell’anno accademico 2013/2014 e cinquecento, se, invece, ha concluso il percorso, ottenendo la laurea magistrale. «Attraverso questo atto concreto è possibile configurare una scelta politica ben precisa – sostiene il sindaco Dionigi Deledda – Si vuole scommettere sulla formazione dei giovani, si vuole promuove e sostenere la cultura come l'istruzione». «Non ho alcuna remora a riconoscere – prosegue il primo cittadino – che questo é l'investimento più importante di tutto il nostro mandato, perché spendere fondi a favore delle nuove generazioni significa far crescere, progredire e migliorare la nostra comunità. Se c'é meno ignoranza – conclude il Sindaco– ci sono prospettive di vita migliori, c'è meno delinquenza e vandalismo, possibilità occupazionali di maggior livello e condizioni sociali decisamente più favorevoli». (ma.s)



QUOTIDIANI NAZIONALI
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