Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione OR)
Nella City University si studiano i libri della nuorese premio Nobel nel 1926
Dalla Cina per Grazia
Venti ricercatori di Hong Kong nei luoghi della Deledda
Il tuffo nell’universo deleddiano ha provocato subito emozioni forti. Per il gruppo di venti studiosi della prestigiosa City University di Hong Kong chiuse le pagine dei romanzi della scrittrice Nobel nel 1926 - che hanno imparato ad apprezzare in questi mesi di studi in un master di scrittura creativa - si sono aperti i primi e suggestivi scorci reali su quei luoghi raccontati con dovizia di particolari da Grazia Deledda.
SULLE TRACCE DEL NOBEL Ieri la delegazione composta da docenti e ricercatori, ma soprattutto scrittori di nazionalità diverse (filippini, americani, indiani e cinesi) ha assaporato - nel primo giorno in Barbagia - quella natura così forte e vera che emerge nei romanzi deleddiani. Dalle foglie, al Supramonte, senza dimenticare le querce e il granito che ben identificano il paesaggio.
OMAGGI DEL SINDACO Ad accoglierli sul prato del monte Ortobene il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi e l’assessore alla Cultura Leonardo Moro. «Ci fa enormemente piacere avervi tra noi. Siamo orgogliosi che gli studi e l’interesse per Grazia Deledda siano arrivati così lontano suscitando un grande interesse», ha detto Bianchi rivolgendosi agli studiosi. A guidare gli ospiti nei vari siti c’erano e ci saranno anche nei prossimi giorni di questa settimana che rappresenta una full immersion nella cultura barbaricina in particolare (ma è prevista anche un’incursione all’Università di Cagliari e a San Sperate dall’artista Pinuccio Sciola) gli studenti del Liceo scientifico “Fermi” e dell’Istituto tecnico “Ciusa”.
La comitiva ieri ha ammirato la statua del Redentore, la chiesetta della Madonna del Monte e quella a valle della Solitudine. Luoghi deleddiani per definizione come sarà anche la visita di venerdì a Galtellì.
LA STUDIOSA «La lettura di Grazia Deledda ci ha davvero affascinato. La sua scrittura ha una forza dirompente, così come la sua storia di donna che riesce a emergere in un ambiente non facile. Ci dispiace che non venga valorizzata abbastanza. Noi ci impegneremo ad approfondire diversi aspetti della sua letteratura e promuovere dei progetti che migliorino la qualità delle traduzioni dei suoi romanzi, sia in inglese che in cinese», ha detto Xi Xu, preside dell’Università di Hong Kong.
INTERESSE GENUINO Gli scrittori della City University hanno letto principalmente “La Madre“ e “Canne al vento”, ma non esiterebbero a nuove incursioni nella vasta produzione deleddiana se esistessero degne traduzioni. Nei mesi scorsi in Cina a parlare della scrittrice nuorese c’era il professor Ugo Collu. «Sono rimasto molto meravigliato per l’interesse genuino che hanno mostrato durante i nostri incontri. L’opera della scrittrice è per loro autentica e ricca di personalità», ha detto Collu, «dopo aver conosciuto Grazia Deledda nelle pagine dei libri ora vogliono vedere quel mondo, quei luoghi e quella natura così marcati e identitari nei suoi romanzi».
IMPRESSIONI L’esordio non poteva essere migliore. «Erano tutti estremamente soddisfatti», dice Ciriaco Offeddu, manager nuorese promotore dell’iniziativa, «stanno veramente iniziando a toccare con mano le suggestioni di questo territorio. Ma il viaggio in Barbagia prosegue con tante tappe interessanti a Dorgali e Mamoiada per poi concludersi venerdì nella Galte di Canne al Vento».
Luca Urgu


 
L’UNIONE SARDA

2 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Non solo cassintegrati e fabbriche chiuse. L’esempio di Sardegna ricerche
Disoccupati e innovazione, è un’Isola a due velocità
Hanno iniziato quando non avevano neanche vent’anni. Un posto in fabbrica e uno stipendio che garantiva serenità ai tempi della stagione d’oro dell’industria tessile nel Marghine. Ora le ex ragazze degli anni Novanta vedono volare via la speranza di un lavoro insieme all’assegno di mobilità. Qualcuna può contare sulle ultime briciole (300 euro) per qualche mese ancora, prima che cali definitivamente il sipario su quell’epoca finita troppo in fretta e con troppi contributi divorati. Non ci sono più i maglifici né i calzaturifici nella Sardegna centrale e con loro se ne sono andate centinaia di buste paga, nell’ottanta per cento dei casi destinate a lavoratrici.
Nell’Isola piegata dalla crisi c’è però uno spiraglio. Come quello regalato da Sardegna ricerche, il centro di eccellenza istituito dalla Regione e riconosciuto in tutta Italia, impegnato nella promozione della tecnologia e della ricerca e nell’affiancamento alle imprese che si affidano all’innovazione.
DITEL, SERUSI ALLE PAGINE 2, 3


L’UNIONE SARDA

3 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
INCHIESTA - L’ISOLA CHE FUNZIONA
L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 - Pagina 2 
Quando un’idea diventa progetto
Uno sogna. Poi, il sogno diventa idea. E l’idea ha bisogno di gambe solide per camminare, correre, produrre, dare lavoro, generare utili. Uno si domanda: come si fa? La risposta sta in una sigla - Sardegna Ricerche -, che non è il solito carrozzone dove trovano alloggio ex politici frustrati o pletore di raccomandati un tanto al chilo, ma un insieme di dirigenti e addetti che rendono la vita più facile a chi intende trasformare quell’idea in attività. Dietro quelle due parole c’è tutto un progetto in progress studiato per venire in aiuto a chi vuol fare impresa, non così tanto per dire, ma a chi crede nei valori della ricerca e dell’innovazione, e assegna alle nuove tecnologie un valore essenziale per la crescita nel sistema produttivo di un’isola che paga più di altre il prezzo della crisi. Anche Sardegna Ricerche insomma è un’eccellenza
Istituito dalla Regione nel 1985 con il nome “Consorzio Ventuno”, l’ente ha assunto l’attuale denominazione nel gennaio del 2007, e da quel giorno è stata disegnata la nuova mission nella promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico nell’ambito dell’economia della conoscenza.
GLI SCOPI Una mission che si articola in diversi punti programmatici: supportare l’innovazione del sistema produttivo, favorendo il trasferimento di tecnologia dalle Università e dai centri di ricerca verso le imprese; favorire la nascita di imprese innovative e l’attrazione in Sardegna di società high-tech ; promuovere, gestire e sviluppare il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna; valorizzare il capitale umano con programmi di formazione specialistica e di tirocinio; erogare servizi a favore delle piccole e medie imprese sarde, finalizzati all’introduzione di nuove tecnologie e nuovi prodotti e alla modernizzazione dell’organizzazione aziendale.
IL MANAGEMENT A guidare Sardegna Ricerche, dal dicembre del 2010, come presidente del Comitato di gestione, c’è Ketty Corona, un’imprenditrice che - come sottolinea lei stessa - «intanto parla con chi ha un’idea, intende fare impresa e molto spesso non sa come barcamenarsi nei meandri di leggi, leggine e disposizioni. Ricevo molte telefonate e mi metto a disposizione con autentico spirito di servizio (giuro che non è una frase fatta): la cosa mi appassiona e mi viene facile perché parlo la stessa lingua degli imprenditori in pectore». Stupisce, ma solo fino a un certo punto, che in una Regione come la nostra questa sorta di aiuto incontri tanti favori e assurga ad attività di successo. «Certo - ammette la Corona -, noi ci troviamo a operare in Sardegna e siamo costretti a sforzi enormi per superare il gap che ci divide da altre realtà. Spesso sottolineiamo il fatto che siamo un’isola e tutto ci riesce più difficile, ma la nostra condizione di insularità non è solo fisica ma di sovente anche mentale: ebbene dobbiamo superare questo handicap».
IL CREDIT CRUNCH Lo stretto legame con l’ente pubblico (leggi Regione) diventa, nelle parole della presidente, «un essenziale supporto ai giovani, ma anche ai meno giovani, per crescere dopo un’attenta e severa selezione da parte nostra». Il discorso cade sul FabLab , un laboratorio di digital fabrication ad accesso aperto in cui tutti possono ideare e realizzare concretamente i loro oggetti e le loro invenzioni. È accessibile a chiunque sia dotato di creatività, immaginazione e voglia di progettare e costruire in uno spazio condiviso. Sardegna Ricerca dunque dà aiuti diretti e mirati. Dà soldi, eroga voucher fino a 50mila euro, una buona base di partenza. Un ostacolo alla trasformazione di un’idea in un progetto che marci con gambe proprie potrebbe essere il cosiddetto credit crunch , la difficoltà di accedere al credito per l’atteggiamento di chiusura da parte delle banche. «Per le startup - obietta Ketty Corona - ci siamo rivolti ad alcuni istituti di credito, per verificare la disponibilità ad anticipare le somme che, in base all’aiuto economico, vengono spalmate in più stati di avanzamento, e la Banca di Sassari per esempio è stata sensibile e ha aderito. Speriamo che lo faccia anche il Banco di Sardegna. Si consideri in ogni caso che è operativo un accordo con la Sfirs per l’indispensabile co-garanzia a favore delle startup». Quanto spende la Sardegna Ricerche per assistere chi vuole gettarsi nella mischia? «Siamo nell’ordine di venti milioni - risponde il numero uno dell’ente -, ma una parte consistente (tra i 7 e gli 8 milioni) viene assorbita dal Crs4 che ha quasi 180 dipendenti. C’è poi Porto Conte Ricerche che dipende sempre da noi. In ogni caso, vorrei rimarcare che noi trattiamo le risorse, tutte le risorse, comprese quelle che provengono dall’amministrazione regionale, come se fossero fondi europei».
GLI SPORTELLI Soldi ma non solo soldi. Gli sportelli di Sardegna Ricerche erogano servizi e consulenze a getto continuo. C’è lo sportello sulle energie rinnovabili che riscuote successo, al pari del Master sulla bioedilizia. Un altro valore aggiunto è quello della formazione. La sinergia tra Sardegna Ricerche, università di Cagliari e le imprese resta un punto fermo soprattutto per il decollo dei Master post diploma, e i campi d’azione sono i più disparati. Si va dall’informatica alla nautica, dall’odontotecnica, al turismo.
SPOIL SYSTEM Insomma, il lavoro non manca. Ma Ketty Corona, già assessore regionale agli Affari regionali, poi rimossa da Ugo Cappellacci che però l’ha riconfermata alla guida di SR alla fine dell’anno passato, esponente ed espressione di un’area politica non proprio vicina al centrosinistra («beh, sono stata vittima anche del centrodestra»), sa bene che tra non molto potrebbe essere rimossa, intrappolata nel cosiddetto spoil system . «Non ci penso - chiosa la presidente di Sardegna Ricerche -, ma se accadesse non mi stupirebbe anche se occorre una legge». E i rapporti con la giunta regionale? «Con l’assessore Raffaele Paci ottimi. Buoni anche con il presidente, persona assai sensibile all’aspetto della ricerca».
Augusto Ditel @augustoditel
 


L’UNIONE SARDA

4 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Provincia Medio Camp (Pagina 27 - Edizione CA)
Sanluri, solidarietà
TORTE PER LA SLA
Oltre 300 torte, crostate e dolci vari sono stati venduti dai rotariani del Campidano in occasione della Festa della borgo. Il ricavato andrà a favore di un ricercatore dell’Università di Cagliari, impegnato nello studio della Sla. «Il bilancio positivo - dice il promotore dell’iniziativa, Felice Musa- spinge il Rotary a proseguire su questa strada». (s. r.)
 
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
SANITÀ. Garau: «Niente confronti tra ospedali che fanno cose diverse»
QUANTO COSTA IL BROTZU Spese per il personale sopra la media nazionale
Spende più della media per il personale ma, in generale, il Brotzu è fra gli ospedali italiani virtuosi: un posto letto costa il 6 per cento in meno della media nazionale. I dati del ministero della Salute non sono recentissimi (2011); ricavati dai bilanci, elaborati dal Centro studi sanità pubblica dell’università Bicocca di Milano e pubblicati ieri dal Corriere della Sera , scattano una fotografia del caos contabile degli ospedali italiani. C’è chi per le pulizie spende fortune (il Cardarelli di Napoli: in un anno 17.583 euro a posto letto utilizzato) e chi pochissimo: il Brotzu è il più economico, con appena 3.504 euro a posto letto, meno della metà della media nazionale. Variazioni altrettanto clamorose sui capitoli più vari: dalle spese telefoniche a quelle per l’elettricità.
Il più grande ospedale sardo ne esce, in generale, bene. Non solo per i soldi: anche la degenza media ordinaria in chirurgia è più bassa della media nazionale. Ma accanto ai dati positivi ce ne sono anche di negativi. Per esempio, il Brotzu spede per il personale sanitario 181.521 euro a posto letto utilizzato, l’11 per cento in più della media nazionale; le cliniche universitarie di Sassari, per dire, ne spendono solo 126.189. E tanto per alimentare confronti fra Capo di Sopra e Capo di Sotto, per il personale non sanitario (tecnici e amministrativi) Cagliari spende 34 mila euro, Sassari solo 11 mila.
IL MANAGER L’accostamento non piace ad Antonio Garau, direttore generale del Brotzu: «I raffronti - dice - andrebbero fatti tra aziende omogenee: non è corretto raffrontare i costi di un’azienda ad alta specializzazione e di rilievo nazionale, come il Brotzu, con quelli di ospedali differenti. Noi non solo abbiamo il doppio del volume d’affari dell’azienda ospedaliero-universitaria di Sassari ma facciamo i trapianti e altre attività complesse. Se raffrontiamo i nostri costi con il Careggi (di Firenze, ndr) , che fa le nostre stesse attività, vedremo che noi spendiamo 370 mila euro all’anno a posto letto contro i loro 616 mila. Lo stesso discorso vale per l’Umberto I di Roma che costa circa 512 mila euro a posto letto. Quindi significa che stiamo lavorando bene: questo è un ospedale che funziona e ha costi inferiori a quelli di strutture affini. Anche per questo avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte della Regione».
Come commenta, il general manager, il dato sui costi per il personale sanitario? «Spendiamo l’11 per cento in più della media - ammette - ma anche qui il raffronto andrebbe fatto con aziende affini. A mio avviso, però, su questo dato c’è un’incongruenza, perché il personale sanitario delle aziende universitarie è pagato in parte con fondi universitari (per l’attività di ricerca) e in parte dalla Regione (per l’attività ospedaliera). Secondo me nella ricerca in questione è stata considerata solo una di queste voci».
IL SINDACALISTA Perplesso anche Attilio Carta (referente Cisl nell’ospedale): «I numeri, messi così, non evidenziano gli sprechi: bisogna vedere a che servizi corrispondono quei costi. Per esempio, il Brotzu spende poco per le pulizie, è vero, ma poi l’ospedale è pulito? Bisogna verificare voce per voce. Il costo del personale sanitario è più alto della media: vuol dire che c’è una migliore assistenza o un numero troppo elevato di dipendenti rispetto ai pazienti? Al Brotzu ci sono molte terapie intensive, dove il rapporto pazienti/personale dev’essere di uno a uno; in altri ospedali ce ne sono di meno. Resta la forte disparità di costi fra ospedali: l’idea di accorpare, creare una centrale unica per i costi, va nella direzione giusta».
Marco Noce
 
 
 
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6 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
MONSERRATO. Lavori mai iniziati all’ex Cries. Il sindaco si rivolge alla Regione
Il Centro vaccini non arriva: pazienti in trasferta
I tempi si allungano e i vaccini si continuano a fare in trasferta. Per far ripartire il centro in via Tito Livio dieci mesi non sono bastati, dodici, dunque continua il pellegrinaggio dei cittadini e dei loro figli nei paesi vicini. «Temiamo che quella struttura possa diventare un’altra incompiuta», ha detto Rita Mameli dei Riformatori, perché per ora non c’è alcuna intenzione di riaprirla. «Dunque, per i vaccini bisogna andare a Selargius e questo comporta disagi soprattutto per le persone, anziane che hanno difficoltà ad arrivarci», aggiunge Mameli.
L’ex Cries in via Tito Livio era stato chiuso dai vigili del fuoco lo scorso 6 dicembre, e da allora non è stato più riaperto. «I lavori non sono mai cominciati, ho presentato un’interrogazione ma non ho avuto riscontri positivi», aggiunge la consigliera dei Riformatori: «Il sindaco pensa a spostare tutto all’ex Cries, ma stento a credere che sarà aperto in tempi brevi».
Gianni Argiolas da tempo è in contatto con l’Asl per la riapertura della struttura, che permetterebbe di ospitare un centro ospedaliero universitario e di proseguire il programma di area vasta. «Abbiamo un progetto preliminare per l’ex Cries, ma per adesso è bloccato per via della condizione di incertezza all’Asl. Per quest», continua il sindaco Argiolas, «ho detto che, se i tempi dovessero essere lunghi, troveremo un altro locale per realizzare il centro vaccini». Proprio ieri il sindaco avrebbe parlato della questione all’assessore regionale alla Sanità, Arru. Per il consigliere Mameli «non è comunque una buona idea chiudere i siti e lasciarli in abbandono, senza intervenire, e metterne in moto altri disperdendo nuove risorse».
Il centro vaccini non è l’unico servizio che reclamano i monserratini: manca anche la guardia medica. »Prima di parlare di mercato civico o altro, sarebbe opportuno ridare ai cittadini servizi come questi: i disagi sono troppi». Anche in questo caso i residenti sono costretti a spostarsi altrove, a Pirri. Inoltre «ci sarebbe anche la necessità di tenere aperti gli asili nido il sabato mattina», ma le spese troppo elevate per adesso non lo permettono: «Così ha detto il sindaco», conclude Mameli, «e a noi non resta che prenderne atto».
Virginia Saba
 
 
 
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7 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Esteri (Pagina 9 - Edizione CA)
È un ricercatore di Iglesias
Anche un pizzico di Sardegna lotta per Hong Kong
HONG KONG Poche centinaia di manifestanti sono ancora nelle strade di Hong Kong dopo otto giorni di proteste per la democrazia che hanno cambiato per sempre il volto politico dell’ex colonia britannica. Le altre migliaia di persone, in maggioranza studenti, che hanno partecipato a otto giorni di veglia e di occupazione di alcune delle strade centrali della metropoli, si sono ritirate sia per la stanchezza fisica che per le difficoltà degli organizzatori ad articolare una politica concreta per il movimento di protesta.
A familiarizzare con loro c’è anche un giovane ricercatore sardo. È di Iglesias, si chiama Enrico Santus, ha 28 anni e dopo la laurea ha vinto una borsa di studio grazie alla quale da 14 mesi vive in Oriente. «In questi mesi il movimento è cresciuto moltissimo», racconta Santus all’Ansa, «ma ora il passaggio è delicato. L’atteggiamento duro della polizia aveva fatto guadagnare consensi ai ragazzi, ma ora gli agenti stanno ignorando i giovani e la loro occupazione, che crea inevitabili disagi, rischia di mettere la popolazione contro di loro anche se il movimento studentesco è sempre stato e resta estremamente pacifico». Santus, ricercatore di linguistica computazionale, con un passato da free lance e collaboratore di alcuni quotidiani in Italia, è rientrato ieri a Hong Kong dopo una settimana di ferie a Taiwan. «Gli studenti stanno occupando l’arteria principale che conduce al quartiere finanziario», racconta. «C’è grande calma, ma anche le barricate che impediscono il passaggio dei veicoli. La situazione, conferma Santus, va lentamente tornando alla normalità, ma i presidi dei giovani dissidenti restano attivi nel cuore della city finanziaria».

 
 
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8 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Esteri (Pagina 9 - Edizione CA)
STOCCOLMA Nobel Medicina a 3 neuroscienziati
STOCCOLMA Il premio Nobel per la Medicina è stato assegnati a tre neuroscienziati: sono l’americano John O’Keefe e i coniugi norvegesi May-Britt ed Edvard Moser. Hanno scoperto le cellule nervose che costituiscono il sistema di posizionamento nel cervello: un sistema che ci permette di orientarci, come una sorta di «Gps biologico», avendo costantemente le coordinate spaziali del luogo in cui ci troviamo. Studi che hanno dimostrato l’esistenza di una base cellulare, organica, anche per le funzioni cognitive più elevate.
May-Britt Moser ha saputo di essere stata premiata mentre si trovava nell’Università in cui lavora, a Trondheim in Norvegia. «Ha pianto per un minuto e ha parlato con il suo team» ha detto una portavoce dell’ateneo.
 
 
 
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9 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Provincia di Oristano (Pagina 14 - Edizione OR)
PROVINCIA. Sei anni fa gli archeologi avevano scoperto reperti nuragici
Sa Osa, a dicembre nuova campagna di scavi
Sa Osa, località nei pressi del ponte di Brabau: a dicembre ripartono gli scavi di ricerca archeologica. A condurli sarà l’Università di Sassari. La decisione è stata presa dalla Giunta provinciale di Oristano.
La prima campagna di scavi a Sa Osa, area compresa tra la strada provinciale Rimedio-Torregrande e il ponte di Brabau, era stata avviata nel 2008, a seguito della richiesta presentata dalla Soprintendenza ai Beni archeologici delle province di Oristano e Cagliari. Un’attività di ricerca che, come ricordano dalla Provincia, aveva «messo in luce un insediamento di epoca nuragica costituito da fondi di capanne, silos, pozzi che hanno restituito una grande quantità di resti non solo archeologici, ma anche zoologici e botanici definiti dalla stessa Soprintendenza di straordinaria importanza sia per il numero che per la qualità dei reperti».
A sei anni di distanza dalla prima campagna di ricerca, il 21 agosto è arrivata la seconda richiesta, quella dell’università turritana, per il «rilascio di autorizzazione all’effettuazione di saggi di scavo stratigrafico volti a identificare eventuali ulteriori strutture dell’insediamento e al recupero di nuovi dati archeologici e ambientali». Un’operazione volta, «oltre che alla conoscenza del patrimonio storico-scientifico e archeologico, alla sua tutela e valorizzazione», che è finanziata tramite un progetto di ricerca e che perciò non dovrebbe gravare in alcun modo sulle casse della Provincia, che in sostanza dà solo l’autorizzazione a procedere. Gli scavi saranno effettuati nel periodo compreso tra dicembre 2014 e gennaio 2015, con possibilità di proroga fino al 15 febbraio. Due mesi di tempo per provare a riportare alla luce qualche nuovo pezzo di storia fino ad oggi rimasto custodito tra le viscere della terra.
Fabrizio Carta
 

 
L’UNIONE SARDA

10 - L’Unione Sarda di martedì 7 ottobre 2014 / Cronaca di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
NUORO. VENERDÌ AL TRIBU Gli imprenditori dialogano con 70 laureati
Settanta laureati a confronto con gli imprenditori venerdì prossimo a Nuoro nella sala del museo Tribu. L’iniziativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è rivolta soprattutto ai cento giovani che hanno conseguito il titolo nelle due edizioni del Must-Master universitario in sviluppo turistico e ai 24 diplomati nel Muat-Master universitario in amministrazione del territorio, organizzati in Sardegna dall’ateneo su incarico della Regione.
Il confronto è stato voluto anche per fornire ai giovani specializzati ulteriori stimoli e prospettive visto che, riconoscono i promotori, «la crisi economica, drammatica in Sardegna, rende tra l’altro più difficile il passaggio dalla qualificazione professionale alla concreta opportunità per chi ha frequentato i master di trovare uno sbocco occupazionale, anche di tipo autonomo e imprenditoriale».
Venerdì il seminario sarà introdotto e moderato da Antonello Menne, coordinatore master e docente di Diritto commerciale, e Paolo Sabbioni, direttore master e docente di Diritto pubblico. Interverranno Agostino Cicalò (presidente della Camera di commercio); Sergio Zuncheddu (editore de L’Unione Sarda); Sandro Bianchi (sindaco di Nuoro); Pierandrea Costa (presidente cooperativa Solidarietà 2008); Paolo Porcu (consigliere di amministrazione Sardaleasing); Alessio Raggio (direttore hotel Faro di Capo Spartivento); Nicola Pirina (innovation strategist); Giovanni Pirisi (segretario generale Camera di commercio). Gli interessati possono iscriversi con una mail da inviare ad annalisa.castellani@unicatt.it.




LA NUOVA SARDEGNA
11 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / Pagina 32 - Nuoro
L’EVENTO - L’ATENE SARDA
Una delegazione dell’università di Hong Kong sbarca in Barbagia alla scoperta dell’isola e del Nobel per la letteratura
GRAZIA DELEDDA APRE LE PORTE DELLA CITTÀ
di Luciano Piras
NUORO Justin Hill è uno scrittore britannico osannato dal Sunday Times come pure dal Washington Post. Vive e lavora a Hong Kong, domenica scorsa è sbarcato a Nuoro sulle tracce di Grazia Deledda dopo aver letto The mother, La madre. Presto leggerà Reeds in the wind, Canne al vento. Dice che la forza letteraria del Nobel nuorese sta nei luoghi che descrive, nella cultura e nelle tradizioni dell’isola. Un’isola tutta da scoprire, come sta facendo in questi giorni Xu Xi, anche lei scrittrice di fama internazionale, cinese indonesiana di Hong Kong. Ci sono poi: Ravi Shankar, indiano, direttore del Drunken Boat, giornale online di arte e poesia; Matthew Muller, insegnante e scrittore americano nomade per natura; Ingvild Solvang, norvegese, antropologa; Mags Webster, inglese di nascita, naturalizzata australiana, vive e lavora a Hong Kong. E ancora: Sharmista Mohanty, Sophie Kalkreuth, Robin Hemley, Sreedhevi Iyer, Sheree Chua, Hung Der, Evan Fallenberg, Weili Fan, Luis Francia, Colum Murphy, James Scudamore. E l’italianissimo Ugo Uberti Foppa, bergamasco che a Hong Kong ha messo su un e-commerce specializzato in cibi e vini made in Italy. Insomma: è una vera e propria comitiva di scrittori, aspiranti scrittori, professori e studenti dell’Hong Kong City University, quella che due giorni fa è arrivata a Nuoro al seguito di Ciriaco Offeddu, ingegnere e manager nuorese da cinque anni di casa nell’ex colonia inglese. È lui il promotore di questa intensa settimana di appuntamenti culturali sotto il segno di Grazia Deledda. Il Nobel oggetto di studio e approfondimento al master di Scrittura creativa dell’ateneo asiatico. Tanto che Hong Kong e Macao, nella prima metà dell’anno, hanno dedicato ben quattro convegni all’opera della scrittrice sarda. «Molto più amata e conosciuta fuori che da noi» punzecchia professor Ugo Collu, ieri nel parco verde in cima al monte Ortobene, con il sindaco Sandro Bianchi e l’assessore alla Cultura Leonardo Moro che davano il benvenuto al gruppone cosmopolita. Una ventina, in tutto, curiosi di vedere dal vivo la statua del Redentore, la chiesetta di Nostra Signora del Monte. È l’Ortobene, infatti, la loro prima tappa in Sardegna, con gli studenti delle superiori cittadine che hanno fatto da guide e interpreti. Nel pomeriggio, invece, visita alla Casa museo Grazia Deledda, nel cuore di Nuoro, breve passaggio in via Guerrazzi, nella palazzina della Ilisso edizioni, e infine al Museo Man, sempre con gli studenti del Fermi e del Ciusa a fare da Ciceroni rigorosamente in lingua inglese.
 
IL BENVENUTO DEL SINDACO
L’occasione per approfondire la cultura sarda in genere
NUORO «Sono sicuro che questi giorni saranno interessanti, molto proficui. Ho visto che ci sarà l’occasione per fare degli approfondimenti, sicuramente sulla figura della Deledda, ma anche sulla cultura sarda più in generale». Il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi (nella foto) parla alla comitiva arrivata da Hong Kong. Parla in italiano, il primo cittadino della città del Nobel, mentre Ciriaco Offeddu traduce in simultanea, nel parco verde in cima al monte Ortobene. Un saluto, un benvenuto in terra di Nuoro. È l’amministrazione comunale che stringe la mano a questo gruppo dell’Hong Kong City University. «È giusto che faccia dei ringraziamenti – sottolinea il sindaco, e con lui c’è l’assessore alla Cultura Leonardo Moro –: innanzitutto al dottor Offeddu, il protagonista di questo evento, il professor Ugo Collu... e devo anche ringraziare doverosamente la Fondazione Banco di Sardegna e la presidenza del Consiglio regionale della Sardegna per un contributo molto importante al nostro Comune che ci ha consentito di sostenere, sebbene modestamente, queste giornate e la vostra visita qui. Vi auguro – chiude il sindaco Bianchi – giornate interessanti ma anche buon divertimento». (l.p.)

 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA

12 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / Pagina 16 - Economia Sardegna
Putzolu (Cisl): «Una battaglia per regolarizzare i contratti»
Orari ridotti ma spesso è un falso con evasione di contributi
UNO SU TRE È IN NERO Part-time e precari record nell’isola
di Alfredo Franchini
CAGLIARI Nella crisi economica (e dopo la riforma Fornero) crescono i contratti part time con un’unica pecca: un dipendente su tre è falso. O meglio lavora a tempo pieno ma l’azienda versa all’Inps contributi ridotti. Questo scenario è disegnato dall’Istat in uno studio che fotografa il mercato del lavoro, collegato all’evasione fiscale. Flessibilità. La parola magica è flessibilità. In Sardegna (sempre dati Istat), negli ultimi quattro anni, la quota del part time è stata pari al 17,7% dell’occupazione complessiva, un valore superiore alla media italiana (15,4%) e del Mezzogiorno (13,8%). Falsi occupati. Lo studio dell’Istat fa venire alla luce i falsi part time e i falsi full time. Il primo gruppo è rappresentato da lavoratori con contratti part time ma che, dalle rilevazioni Istat, svolgono in realtà lavoro a tempo pieno; il secondo gruppo è composto da persone con contratti a tempo pieno e che invece affermano di essere occupati solo parzialmente. Il primo fenomeno è legato all’evasione contributiva; il secondo è legato principalmente alle caratteristiche di alcuni settori: su tutti costruzioni, trasporti, Quale la convenienza di questi speciali lavoratori full time? Questi casi sono legati alla necessità di un’azienda di ricorrere al lavoro straordinario e quindi avere lavoratori iscritti a libro paga come full time risolve il problema, aumentando la flessibilità della gestione delle ore di lavoro se è il caso di occupare una persona per tutto un giorno o per tutta la settimana. E c’è di più: i full time abbattono l’imponibile dell’impresa detassando gli utili. Contributi. I falsi part time valgono in ore almeno il 40 per cento in più delle ore dichiarate e retribuite. E valgono un dimezzamento dei contributi versati all’Inps. Lavoro nero. «La Cisl sta facendo una battaglia per dire basta all’omertà sui veri precari», afferma Oriana Putzolu, segretaria generale della Cisl sarda, «non è in discussione lo strumento del part time, che è eccellente, ma l’uso che se ne fa». Una battaglia che attraversa l’intero sindacato nazionale: «Vogliamo abbattere il lavoro irregolare», dice la segretaria della Cisl, «è un punto fondamentale». Settori. I contratti di lavoro a carattere temporaneo in Sardegna sono più diffusi nei settori dei servizi e, in particolare, in quelli del commercio: in questi due settori che rappresentano i due terzi dell’occupazione complessiva, il 16,6% degli occupati aveva un contratto a termine (12,7% il dato nazionale). Nel comparto industriale l’incidenza del part time è più contenuta. Il part time, invece, imperversa nel settore delle pulizie dove capita (alle donne) di lavorare 4 o 5 ore la settimana. Donne. Inutile dire che la formula del part time, almeno nella fase iniziale, era stata utilizzata soprattutto dalle donne (circa un quinto in Sardegna contro un decimo degli uomini). Ma la formula tocca anche i giovani il cui accesso del lavoro – quando c’è – avviene in buona parte con forme contrattuali flessibili. Tipo involontario. Tra i lavoratori part time ci sono coloro che hanno scelto di fare un orario ridotto (part time volontario) e coloro che non sono riusciti a trovare un’occupazione a tempo pieno (part time involontario). In Sardegna, secondo i dati relativi al quadriennio 2009-2012, ben 70 lavoratori su cento erano di tipo involontario con un incremento di dieci punti percentuali (13 per le donne). Le cause? La debolezza della domanda di lavoro, la recessione imperante e l’aumento dell’offerta di questo tipo di impiego per compensare le riduzioni di reddito. Busta paga. I redditi sono in calo e la busta paga dei sardi è persino più leggera: 1.191 euro al mese (dato Istat sugli indici del 2012), a fronte di 1.254 euro della media nazionale.
 

 
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13 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / Pagina 19 - Lettere e commenti
SASSARI E IL SUO ATENEO
Tra città e università un dialogo nuovo per crescere insieme
di EUSEBIO TOLU, Delegato per i Rapporti con il Territorio Università di Sassari
Parliamo di Università, come patrimonio dei cittadini sassaresi e dell’intera area del centro-nord Sardegna. A dire il vero si parla da tempo di Sassari città universitaria, una città universitaria incompiuta, frequentata da circa 14mila studenti, di cui circa 5.300 fuori sede, provenienti in gran parte dai territori del centro-nord della Sardegna. Malgrado gli studenti rappresentino circa 1/7 della popolazione residente, la città di Sassari non sembra aver percepito ancora nella sua interezza questa realtà. La città non sembra mostrare l’interesse dovuto nei confronti della "sua" Università, e forse la stessa Università, appagata da un eccesso di autoreferenzialità, non sembra lavorare in questa direzione. Anzi, a ben vedere le cose, la città appare spesso indifferente nei confronti della "sua" Università, e non si è mai posta concretamente il problema, tanto per fare un esempio, dell’accoglienza dei tanti giovani, soprattutto dei fuori sede, che scelgono di iscriversi all’Università di Sassari. In altri termini, poco ha fatto per rendere appetibile la scelta di questa Università e di questa città. L’emigrazione dei giovani verso altre sedi soltanto perché offrono più servizi è un fenomeno reale. È necessario fare di più. La città di Sassari accoglie un numero significativo di studenti fuori sede e di pendolari, ai quali non sempre viene concesso un minimo di cittadinanza riconosciuta, e anzi sono spesso vittime del meccanismo di rialzo del canone d’affitto. La proposta di realizzazione del "campus" universitario nella Caserma la Marmora, avanzata dal sindaco di Sassari, è di per se una buona nuova, di notevole significato politico. Infatti è la prima volta che il Comune di Sassari mostra un concreto interesse per l’accoglienza dei giovani e propone con autorevolezza e con senso della realtà la soluzione di uno dei problemi più antichi degli studenti fuori sede. Che siamo vicini a promuovere Sassari città universitaria? E sì, perché fino a oggi si era parlato delle residenze studentesche come strumento per rivitalizzare le aree degradate del centro storico o le periferie abbandonate. Come se fosse compito degli studenti fuori sede risolvere i problemi delle aree della città cronicamente disagiate. Parrebbe di no! La Caserma La Marmora può essere veramente la soluzione. La struttura è ubicata nel cuore della città, vicino al centro storico e a quell’area che viene a ragione definita il salotto di Sassari. Gli studenti con la loro presenza stimolerebbero il dialogo economico e sociale fra le due realtà, fra la città e l’università. Stiamo parlando, cioè, di integrazione degli studenti nella sede dell’ateneo che li ospita, al fine di giungere, con la dovuta gradualità, a forme di residenza e di cittadinanza che permettano agli studenti di partecipare alla vita sociale della città dove studiano. Questa è una città universitaria. Nella situazione attuale di crisi economica senza precedenti, da più parti si sente dire che bisogna rilanciare lo sviluppo del territorio utilizzando al meglio le risorse disponibili, sia di natura materiale che culturale. A ben vedere, questi due versanti del problema sono entrambi presenti nella città e nell’università di Sassari, anche se è necessario valorizzarli con intelligenza e lungimiranza. L’augurio è che l’Ersu, impelagato da anni in discutibili valutazioni di gare di appalto, prenda una decisione definitiva. Poiché è evidente che non utilizzare le risorse a disposizione, in un territorio devastato dalla crisi è puro autolesionismo. Anche la Regione Sardegna dovrebbe comprenderlo.



 
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14 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / Pagina 36 - Sassari
ATENEO TURRITANO
La laurea honoris causa all’afghana Mareya Bashir
di Antonio Meloni
SASSARI Il conferimento di una laurea ad honorem è il riconoscimento importante che l’Università riserva, di solito, alle persone speciali, quelle che grazie alla loro attività e al loro impegno hanno segnato una svolta. Lei, Mareya Bashir, di svolte ne ha segnate diverse e lo ha fatto in un contesto particolarmente critico caratterizzato dalla guerra e dalla povertà. Primo magistrato donna in Afghanistan, procuratore generale della provincia di Herat, classe 1970, di etnia tagika, Bashir ha portato avanti una intensa attività sociale mirata alla promozione della causa femminile tanto da consentirle di ricevere, nel 2011, dal dipartimento di stato americano, l’ambito premio “The international women of courage Award”. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato il dipartimento di Architettura dell’ateneo sassarese a proporre al ministero dell’Istruzione e della Ricerca il conferimento della laurea honoris causa alla giovane magistrata afghana. La cerimonia sarà celebrata domani, alle 11, nell’aula magna della segreteria centrale, alla presenza delle autorità universitarie e di una rappresentanza delle scuole cittadine. L’iniziativa è stata illustrata ieri, nella sala Milella, dal rettore Attilio Mastino, affiancato da Paola Pittaluga, presidente del corso di laurea in Pianificazione, politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio. Iniziativa maturata nell’ambito degli ottimi rapporti instaurati, negli anni, tra Sassari e Herat grazie alla presenza dei militari della Brigata Sassari che a più riprese (il rientro dall’ultima missione è dei giorni scorsi) hanno fatto parte delle operazioni Nato per la salvaguardia della democrazia di quel paese martoriato dalla guerra. «Le motivazioni della laurea ad honorem a Mareya Bashir _ ha spiegato la professoressa Pittaluga _ sono legate soprattutto alla sua militanza politica grazie alla quale ha saputo gettare le basi per la ricostruzione morale e culturale di un paese lacerato dalla guerra». Ulteriore riprova dell’amicizia maturata in questi anni tra Sassari e Herat è la destinazione di tre borse studio ad altrettanti dottorandi afghani «che presto entreranno a far parte _ ha detto Mastino _ della futura classe dirigente afghana». Il rettore, durante l’incontro con la stampa, ha anche annunciato l’istituzione, per il prossimo anno accademico, di ulteriori borse di studio da destinare a laureati afghani che saranno ospitati a Sassari. L’apertura della cerimonia è per domani alle 11, con gli interventi di Mastino, Cecchini e Pittaluga. A seguire, la laudatio curata da Sergio Vacca (Dipartimento di Architettura) e, infine, la lectio doctoralis della procuratrice afghana: “Donne al voto per le elezioni presidenziali: una nuova conquista della donna in Afghanistan, sfide e prospettive future”. Alla colonna sonora penserà il coro dell’università di Sassari diretto dal maestro Laura Lambroni, la cerimonia potrà essere seguita in streaming sul sito www.uniss.it
 
 
 
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15 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / Pagina 36 - Sassari
UNIVERSITÀ
Architettura: accordo con la Turchia
Nei giorni scorsi è stato rinnovato in Turchia l’accordo relativo al Dottorato Internazionale di Ricerca in Architettura, stipulato lo scorso anno tra l’Università di Sassari e l’Università di Karabuk Si tratta di uno dei primi Dottorati internazionali avviati in Italia a sèguito delle riforme. L’accordo rinnovato è stato integrato con modifiche richieste da entrambi gli atenei in merito ai Dottorati e sottoscritto dai due Rettori. La sede dell’Università turca, Karabuk, ha più o meno lo stesso numero di abitanti di Sassari così come Safranbolu, sede della Facoltà di Architettura, ha circa lo stesso numero di abitanti di Alghero.
 
 
 
 
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16 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / La Nuova Sardegna / Pagina 36 - Sassari
Un giovane gruppo ha disegnato l’immagine per la struttura universitaria
INCUBATORE: PREMIATA L’IDEA-LOGO
SASSARI L’Incubatore dell’Università ha finalmente un nome e una immagine coordinata. A spuntarla, in un concorso agguerrito e pieno di idee, è stato il gruppo composto da: Gioia Casu, Nicola Locatelli,Giulia Pepato e Giulia Serpi. L’altra mattina nei locali dell’incubatore, sito in via Rockefeller 54, il gruppo, premiato dal rettore, Attilio Mastino, e dal Delegato al Trasferimento Tecnologico, Prof. Emilio Turco, ha presentato il logo e l’immagine coordinata illustrando l’idea e il suo sviluppo. «CubAct - ha spiegato il capogruppo Locatelli - è nato dall’idea di Cube, la figura geometrica legata alla sede fisica dell’incubatore e l’immagine caratterizzante il logo. Act esprime il concetto di azione, stimolo, spinta a fare che rientra tra i servizi e le attività dell’incubatore». L’incubatore universitario accoglie futuri e neo imprenditori interessati a realizzare un proprio progetto di impresa e partecipa insieme a loro ai percorsi necessari per trasformare un’idea innovativa in un business di successo.
 
 
 
 
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17 - La Nuova Sardegna di martedì 7 ottobre 2014 / La Nuova Sardegna / Pagina 36 - Sassari
Aou: salute mentale al femminile
SASSARI Venerdì 10 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale sulla salute mentale, la Clinica Psichiatrica della Aou, diretta da Liliana Lorettu, aderisce all’iniziativa nazionale "Ospedali a porte aperte" promossa da Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna) e patrocinata dalla Società Italiana di Psichiatria. "Giornata a porte aperte" nel corso della quale i professionisti che operano nella struttura saranno a disposizione dei cittadini per fornire consulenze e informazioni in merito ad alcune fra le più frequenti problematiche di disagio psichico femminile:ansia e depressione in gravidanza e post partum, disturbi del comportamento nell’alimentazione o ansia e depressione in menopausa. «È importante che le donne siano informate - spiega la professoressa Lorettu - e che prendano coscienza del fatto che questo tipo di problematiche si possono manifestare e non c’è niente di sbagliato in questo». Appuntamento ore 9-13 sala conferenze della struttura sanitaria di San Camillo.



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Link: rassegna stampa MIUR

 

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