Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 October 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di sabato 4 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
COMUNE. Funziona il progetto d’inserimento condiviso con Ersu e Asl
La terapia studentesca I ragazzi prendono casa con i sofferenti mentali
Come s’insegna a un paziente psichiatrico non grave ad avere una vita sociale? Ad esempio, facendolo abitare in un appartamento assieme ad altre persone che hanno il suo stesso problema e a studenti universitari. Se si aggiunge il supporto anche di psichiatri, educatori, psicologi e assistenti sociali, poi, il successo è garantito. Infatti, così è stato.
IL SUCCESSO Il progetto “Abitare condiviso” che ha messo insieme Comune, Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) e Asl, ha dato risultati al confine con il commovente: lo dimostra il fatto che, chiuso il progetto, alcuni dei pazienti psichiatrici che avevano difficoltà a socializzare, e rapporti tesi con le famiglie di origine, sono diventati autonomi, senza più il supporto degli studenti universitari, dai quali hanno appreso le regole del vivere insieme. «Visti i risultati», festeggia l’assessore comunale alle Politiche sociali e Sanità, Luigi Minerba, «la Giunta ha intenzione di ripetere l’esperienza al più presto. Il segreto», aggiunge, «è stato il lavoro di squadra di Comune, Ersu e Dipartimento di salute mentale dell’Asl: spendendo poco, abbiamo ottenuto molto. Le convivenze tra studenti e persone con problemi mentali di età compresa fra i 35 e i 55 anni sono andate bene, e nei momenti di criticità psichiatri, assistenti sociali, psicologi ed educatori hanno garantito il proprio supporto, consentendo a tutti di superarli». I pazienti hanno ancora gli stessi problemi di salute mentale, ovviamente, ma ora sanno stare al mondo, con gli altri.
IL METODO La formula è semplice: partendo dai dati del Dipartimento di salute mentale dell’Asl - circa il 65 per cento dei pazienti è affetto da schizofrenia, disturbi psicotici o dell’umore -, si è scoperto che quelli tra il 35 e i 55 anni sono molti, disoccupati e vivono con genitori anziani, che amano i figli ma non ce la fanno più ad accudirli. Così sono stati creati i gruppi di convivenza, ciascuno composto da quattro pazienti e due studenti, ai quali sono stati affidati gratuitamente (ovvio) due appartamenti del Comune, in centro, dove abitare insieme per un anno. La Regione ci ha messo i soldi. I ragazzi selezionati dall’Ersu sono stati la terapia dei sofferenti mentali - tutti non gravi -, assistiti dall’Asl, dal Comune e dai familiari degli stessi pazienti. I risultati raggiunti dai 16 pazienti, grazie soprattutto agli otto universitari, sono stati superiori alle previsioni: alcuni sofferenti mentali ora abitano da soli, alcuni con altri pazienti. Qualcuno ha trovato lavoro, molti vanno nuovamente d’accordo con i familiari. Bene, bravi. E bis, soprattutto.
Luigi Almiento
 
 
 
 
 
2 - L’Unione Sarda di sabato 4 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Domani alla Biblioteca Universitaria di Cagliari
Domeniche di carta: i giornali e la guerra
   
Apertura straordinaria della Biblioteca Universitaria domani dalle 10 alle 20 per un’intera giornata nell’ambito della manifestazione nazionale “Domeniche di carta: la voce dei libri”, organizzata dal ministero dei Beni culturali (Mibac) in tutte le biblioteche ed archivi statali. La sala Settecentesca e ampi spazi dell’edificio di via Università ospiteranno la presentazione di un libro sulla storia dei quotidiani sardi, un incontro su giornali e riviste a cavallo della Prima Guerra Mondiale e una mostra di documenti (molti inediti) sempre sullo stesso tema in occasione delle iniziative per i cent’anni dell’inizio del conflitto.
Si comincia alle 11 con la presentazione del volume di Carlo Figari “Dalla linotype al web, storia dei quotidiani sardi e l’avventura di Video On Line” (Cuec editore). Con l’autore, vicedirettore de L’Unione Sarda e docente nella facoltà di Lettere, interverrà Ester Gessa, direttrice della Biblioteca universitaria ed organizzatrice dell’evento cagliaritano: «Con “Domeniche di carta” anche noi vogliamo dare voce ai libri ed alla carta stampata, comprendendo ed esaltando una di queste voci , i quotidiani che dalla fine dell’Ottocento ad oggi hanno avuto un ruolo determinante nell’informazione in Sardegna, dove l’insularità rendeva ancor più difficile la comunicazione nei tempi passati», sottolinea Ester Gessa: «L’Isola però, come racconta Carlo Figari nel suo libro, ha saputo colmare questo gap e si è posta all’avanguardia in Italia e in Europa con l’avvento di Internet. L’Unione Sarda, infatti, è stato il primo quotidiano italiano ad entrare nel web nel 1994».
Partendo dall’attuale grave momento dell’editoria nazionale, che ha colpito pesantemente anche i media sardi, Figari ripercorre la storia dei giornali, dalle Gazzette del Settecento ai primi veri quotidiani di fine Ottocento. Dalle vicende de L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, che hanno superato i 120 anni di vita, alle numerose e spesso velleitarie iniziative dei quotidiani aperti e poi chiusi nell’ultimo trentennio.
L’incontro proseguirà con l’intervento di Stefano Pira, docente di storia contemporanea dell’Università, che illustrerà aspetti inediti o poco conosciuti sulla stampa sarda alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia e gli effetti che ebbe durante il conflitto. Seguirà la presentazione della mostra “La Sardegna e Sardi nella Grande Guerra: l’eco della stampa” , organizzata dal Club Modellismo Storico Cagliari in collaborazione con l’associazioneItinera del Friuli Venezia Giulia. Alberto Monteverde, esperto di storia militare e della Brigata Sassari, spiegherà i contenuti dell’esposizione nelle sale della Biblioteca, con riviste e giornali d’epoca. Il suo intervento sull’ “Iconografia della Grande Guerra dei Sardi“ sarà incentrato sulla costruzione del mito della Sardegna guerriera attraverso il sapiente uso dell’immagine.
La mostra presenta una serie di riviste dedicate alla Grande Guerra dei Sardi tra le quali l’Illustrazione Italiana, La Tribuna Illustrata e soprattutto la Domenica del Corriere con le sue splendide copertine realizzate dal disegnatore Achille Beltrame. Pochi sanno che numerose furono dedicate al valore dei sardi in guerra. Sarà inoltre proposta una raccolta di fotografie realizzate a Vicenza nel febbraio del 1918 all’arrivo della Sassari dopo la Battaglia dei Tre Monti, le prime pagine di alcuni quotidiani nazionali recanti le gesta dei Sassarini, una raccolta di rari cimeli storici, tra cui una giubba da combattimento in panno grigio verde indossata da un capitano della Bigata Sassari sul Piave ed una preziosa collezione di pregevoli modelli in scala. (red.cult.)



3 - L’Unione Sarda di sabato 4 ottobre 2014 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Il professore dell’Università di Torino ieri a Cagliari per “1914: attacco a Occidente” Rusconi: «La Germania e la catastrofe inaspettata»
«La Prima Guerra Mondiale è un conflitto intra-occidentale, non inevitabile e che non era stato pensato come poi effettivamente si svolse». La pensa così il politologo e storico Gian Enrico Rusconi, professore emerito dell’Università di Torino, intervenuto ieri a Cagliari alla conferenza dal titolo, ripreso da un suo volume edito dal Mulino, “1914: attacco a Occidente. La Germania e la Grande Guerra” Un incontro moderato dal docente di storia contemporanea Cecilia Novelli e organizzato dall’Acit Cagliari e dal Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni in collaborazione con la Cineteca Sarda e il patrocinio del Goethe-Institut e dell’Ambasciata di Germania in Italia.
Ad avviso di Rusconi, per comprendere i fatti del 1914, sono essenziali non solo gli aspetti politico-diplomatici ma anche l’analisi delle strategie militari, non tanto sul piano specialistico quanto su quello interpretativo e di comprensione degli eventi: «Si prenda solo una battaglia emblema di modernità come quella della Marna, dopo la quale i tedeschi capirono che il colpo sul fronte occidentale non era riuscito e che bisognava guardare a quello orientale».
Il peso del cambio di schieramento nel 1915 da parte dell’Italia, legittimo secondo lo studioso, fu certamente rilevante nel determinare lo svolgimento del conflitto: «Oggi la storiografia militare austriaca riconosce che se non ci fosse stato il confronto con l’esercito italiano l’attacco ad est avrebbe avuto successo e probabilmente il conflitto l’avrebbero vinto Germania e Austria-Ungheria».
Parlare del ruolo tedesco nel ’14-’18 porta inevitabilmente a richiamare quello ancora più determinante nel ’39-’43. L’opinione di Rusconi su questo punto è netta: «Nella seconda guerra mondiale in poco meno di tre settimane i militari tedeschi riprendono lo schema del 1914, aggirandone però consapevolmente il verso, e stavolta sconfiggono il forte esercito francese, non riuscendo però a ripetersi contro l’Unione Sovietica».
Il discorso corre inevitabilmente all’oggi: si può riscontrare anche nella Germania di Angela Merkel il desiderio di guidare le altre nazioni europee come fu nel 1914? «La Germania guglielmina non c’è più e quella di oggi è un’altra cosa. Ha però il solito problema: è troppo grande per essere uguale alle altre, è troppo piccola per imporsi sulle altre. Ha una forte capacità di freno e di condizionamento, ma non quella di guidare e di esercitare la sua leadership».
Gianluca Scroccu



4 - L’Unione Sarda di sabato 4 ottobre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
CAPITALE DELLA CULTURA 2019. Il verdetto atteso per venerdì 17 ottobre
La città sotto esame Visita nei quartieri della commissione europea
Lo spagnolo e l’italiano non si sono fatti sorprendere. La commissaria estone, con spesse calze velate nere, è rimasta spiazzata: non si aspettava di trovare un clima estivo. Sole, colori, rumori e profumi che solo Cagliari sa offrire hanno fatto da cornice alla visita della delegazione europea chiamata a scegliere, tra sei contendenti, la città italiana Capitale europea della cultura 2019. Il capoluogo della Sardegna è la prima tappa di un tour che si concluderà il 13 ottobre. Venerdì 17, alla faccia degli scaramantici, la giuria emetterà il verdetto. «Un’occasione unica per elevare il proprio profilo internazionale, ricevere visibilità, incrementare il turismo locale, dare nuova linfa alla vita culturale».
IL TOUR Anu Kivilo (Estonia), Paolo Dalla Sega (Italia), Jordi Pardo (Spagna) e alcuni rappresentanti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sono sbarcati a Elmas poco prima delle 10. A fare gli onori di casa ai tre componenti della commissione europea e ai rappresentanti del Ministero l’assessore alla Cultura Enrica Puggioni e Anna Maria Montaldo, direttore dei musei civici. Una breve sosta in albergo e poi via, a bordo di un bus del Ctm, al tour per scoprire gli angoli tipici della città. Prima tappa al Palazzo di Città, dove il sindaco Massimo Zedda, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’arcivescovo Arrigo Miglio e una folta delegazione dei sindaci dei Comuni coinvolti nell’iniziativa (Monserrato, Selargius, Iglesias, Portoscuso, Carbonia, Settimo San Pietro) hanno offerto un rinfresco agli ospiti. Il giro è proseguito a piedi tra le stradine di Castello. La Porta dei Leoni, il rettorato, il museo civico poi di nuovo a bordo del bus che, scortato da due vigili urbani in moto, ha raggiunto il mercato di San Benedetto. Una tempesta di odori, rumori e colori. I componenti della commissione hanno gradito gli assaggi di bottarga offerti dalla titolare di un box. Niente era preparato, studiato o artificiale. Se non fosse stato per la comitiva che si muoveva compatta tra i banchi e le magliette rosse che caratterizzavano lo staff nessuno si sarebbe accorto dell’ incursione tra sogliole, granchi e orate di mare.
Il giro d’esame è proseguito al parco della Musica e al porto di via Roma, dove i tre commissari e la delegazione hanno visitato lo spazio di Luna Rossa. A bordo di un gommone hanno poi raggiunto il porticciolo di Marina Piccola. Da lì, vista l’ora, sono stati accompagnati in un ristorante di Sant’Elia. Il pomeriggio è stato altrettanto intenso. Una sosta al Lazzaretto ha preceduto una fermata in un’abitazione di via Schiavazzi, a casa di un detenuto dove un anno fa l’associazione Sant’Elia Viva aveva messo in scena Approdi . Nuovamente a bordo del bus del Ctm per raggiungere il Poetto e fare il punto sullo stato dei lavori nel lungomare. La serata si è chiusa in quello che vuole diventare il tempio della cultura e dell’arte in città: l’ex manifattura Tabacchi.
IL RESOCONTO L’assessore Puggioni è tesa. Più rilassato il sindaco Zedda. «I commissari mi sono sembrati entusiasti. Stupiti per un clima davvero eccezionale, per l’atmosfera che ci ha regalato una giornata estiva». Cagliari sarà la capitale europea della cultura? «Penso di sì. La nostra carta vincente è il mare. Per il resto - conclude Zedda - incrociamo le dita e speriamo bene. Non possiamo perdere un’occasione del genere».
LE CONCORRENTI I tre commissari e la delegazione ministeriale lunedì 6 ottobre saranno a Lecce, il 7 a Matera, il 9 a Siena, il 10 a Perugia e il 13 a Ravenna. Il 17 ottobre il responso finale.
 
Andrea Artizzu
 
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
5 - La Nuova Sardegna di sabato 4 ottobre 2014 / Pagina 33 , Ed. Nazionale
di Claudio Zoccheddu
CABRAS Fino a qualche giorno fa era solo una speranza. L’idea che aveva solleticato l’immaginazione degli archeologi è diventata una certezza quando la collina di Mont’ e Prama ha restituito un guerriero di pietra quasi intero. Uno degli ultimi due giganti, quelli che somigliano come una goccia d’acqua a un bronzetto nuragico rinvenuto nelle necropoli etrusca di Cavalupo, è una scultura completa dalla testa alle caviglie. All’appello mancherebbe solo il basamento che la sorreggeva in antichità. Anche se, i piedi del gigante di pietra potrebbero coincidere con quelli già rinvenuti. L’ultimo dei giganti di Mont’e Prama è il pezzo più pregiato proprio per la sua completezza. Si tratta di una scultura di circa 190 centimetri che culmina in una testa molto simile a quelle rinvenute durante gli scavi del 1975 e del 1979. Lo sguardo del gigante più completo che sia mai venuto alla luce è però privo del suo elemento più caratteristico. Almeno per il momento. Gli occhi rotondi e magnetici, che nelle intenzioni degli scultori nuragici dovevano rappresentare il disco solare, sono ancora coperti dai sedimenti che li hanno nascosti fino a poco tempo fa. Per scoprire lo sguardo del gigante ci vorrà ancora tanto lavoro, soprattutto in fase di restauro. Gli archeologi hanno comunque iniziato a ripulire il volto del guerriero di pietra ma le setole delicate dei pennelli fanno fatica a spazzolare via la terra che ha coperto il pugilatore millenario. La conta degli ultimi ritrovamenti, dunque, deve essere aggiornata. Dal fazzoletto di terra indagato durante gli ultimi mesi sono stati ritrovati almeno otto pezzi significativi: «Le teste che abbiamo rinvenuto fino a oggi sono quattro, di cui una ancora attaccata al corpo di un pugilatore», spiega Alessandro Usai, archeologo della soprintendenza, «poi ci sono due torsi e due bacini, oltre che alcuni basamenti». I nuovi giganti potrebbero essere quattro. Il conto, però, è approssimativo. Le parti rinvenute potrebbero non combaciare tra loro e il numero delle sculture potrebbe crescere. Proprio come le scoperte degli archeologi del Consorzio Uno e dell’Università di Sassari che portano avanti lo scavo sotto un sole cocente e che sono costretti anche a gestire l’incredibile flusso dei visitatori che ogni mattina invade il sito archeologico. Una seccatura che ieri ha assunto proporzioni colossali. La notizia del nuovo gigante ha portato a Mont’e Prama una schiera di curiosi che si sono spinti fino a pochi centimetri dal nuovo gigante. Cabraresi, perlopiù, ma anche tante parsone capitate in zona per caso. Come il pullman diretto a Tharros che ha scaricato una quarantina di turisti tedeschi assetati di informazioni e foto ricordo. All’invasione si sono aggiunti passanti richiamati dalla folla e addirittura una coppietta accompagnata da un cagnolino che, prima di andare via, faceva le bizze: «Voleva scavare anche lui», ha detto il padrone mentre lo trascinava via. La tentazione di chiedere informazioni è difficile da resistere, tanto più quando per soddisfare la curiosità è sufficiente parcheggiare l’auto sul ciglio della strada e superare una recinzione che blocca solo un lato dello scavo. Uno scambio di informazioni costante a cui non partecipa uno dei responsabili dello scavo, l’archeologo Alessandro Usai: «Non possiamo comunicare il risultato delle nostre scoperte in tempo reale, i rapporti con il pubblico sono gestiti dalla soprintendenza».
 
 
 
6 - La Nuova Sardegna di sabato 4 ottobre 2014 / Pagina 33 , Ed. Nazionale
Cannabis, luci e ombre della legalizzazione
di Pinuccio Saba
STINTINO Sessione dedicata agli aspetti giudiziari, soprattutto alla luce della cancellazione della legge Fini-Giovanardi da parte della Corte Costituzionale, del convegno sulle sostanze stupefacenti dalle potenzialità terapeutiche, convegno in corso di svolgimento all’hotel Cala Rosa e che nella prima giornata di lavori ha affrontato gli aspetti storici, botanici, fitochimici e tossicologici. Un convegno (organizzato dalla Società Italiana di Fitochimica, Dipartimento di Chimica e farmacia dell’Università di Sassari, Fondazione Banco di Sardegna, Comune di Stintino, Parco dell’Asinara, Consiglio dell’Ordine Forense di Sassari e coordinatoto dal professor Giorgio Pintore) che, però, non ha potuto evitare di affrontare una dei temi più dibattuti degli ultimi tempi e cioè la possibilità di liberalizzare la produzione e la commercializzazione di alcune sostanze stupefacenti, soprattutto hashish e marijuana. Ovviamente non è stato perso di vista il punto centrale del convegno e cioè la possibilità di individuare risvolti positivi, cioè terapeutici, di alcune sostanze stupefacenti. Fra tutti i derivati della cannabis indica, utilizzati per curare alcune malattie come il glaucoma, oppure gli effetti collaterali della chemioterapia o ancora per un complessivo miglioramento delle condizioni degli ammalata di sclerosi multipla. E proprio per quanto riguarda l’utilizzo della cannabis è stato accertato che un derivato, il “cannabidiolo” è in grado di annullare gli effetti psicotropi del “thc” (9-tetracannabinolo), la molecola attiva che fa dell’hashish e della marijuana sostanze stupefacenti. Nel caso della terapie mediche, annulla gli effetti “secondari” della droga. Resta da stabilire, cosa si intenda per sostanza stupefacente”, una lettura differente fra l’aspetto scientifico e quello legale. Come ha raccontato Vincenzo di Marzo, del Cnr di Napoli, su internet è possibile acquistare non meno di 700 sostanze stupefacenti. E questo senza incorrere in alcun reato. La differenza sta solo nella legge: quando una sostanza psicotropa è inserita nelle tabelle ministeriali (Sanità, Grazia e giustizia) allora diventa “stupefacente”, come ha spiegato l’avvocato Valerio Spigarelli, già presidente dell’Unione Italiana delle Camere Penali. Avvocati, ma anche giudici e magistrati, che negli ultimi mesi hanno docuto fare i conti con la sentenza della Corte Costituzionali che ha abrogato la legge Fini-Giovanardi, che non faceva alcuna distinzione fra droghe “pesanti” e droghe “leggere”. Una sentenza che in pratica, ha detto Gianni Caria, sostituto procuratore della repubblica di Sassari, ha resuscitato la legge Iervolino-Vassalli che prevedeva una pena da due a sei anni per lo spaccio di cannabis, e da 8 a 20 anni per lo spaccio di eroina e cocaina. Della Fini-Giovanardi, però, è rimasta in piedi una parte e cioè quella relativa alle pene: la legge prevedeva infatti una condanna per gli spacciatori da sei a vent’anni e (come prevede la Costituzione) in questo caso si applica la sanzione più favorevole al reo. Il problema, ha sottolineato l’avvocato Spigarelli, sta nel fatto che il legislatore vara alcuni provvedimenti sulla spinta dell’emotività o delle emergenze, senza alcun contatto con la realtà sociale e senza consultare gli studiosi. Tant’è che proprio la Fini-Giovanardi, era inserita nel decreto sulle olimpiadi invernali di Torino. La realtà è quindi molto più complessa, soprattutto su un tema quale gli stupefacenti. E anche fra gli antiproibizionisti della prima ora, come lo scienziato Gianluigi Gessa, affiorano i dubbi. «La mia nuragica convinzione comincia a vacillare – ha detto nel corso di uno spumeggiante intervento – quando penso che saranno le multinazionali a gestire il commercio della cannabis. Multinazionali che puntano al guadagno, a nuovi clienti e quindi sui giovani. E allora non so più cosa pensare».
 

7 - La Nuova Sardegna di sabato 4 ottobre 2014 / Pagina 22 , Ed. Nazionale
Mercoledì incontro sugli spazi della Pa
Il Sistema di geolocalizzazione e gestione degli spazi, degli uffici, delle attività e dei beni mobili utilizzati dalle pubbliche amministrazioni sarà il tema dell’incontro dal titolo “ReS: Risorse e Spazi”, organizzato dal Dipartimento di Architettura, in programma mercoledì alle 15 nell’aula Eleonora d’Arborea dell’ateneo, in piazza Università. Arnaldo Cecchini, direttore del Dadu, parlerà dell’uso delle risorse interne come alternativa all’esternalizzazione dei servizi personalizzati”, Maurizio Minchilli presenterà il Progetto ReS. Sarà presente Massimo Carpinelli, rettore eletto dell’ateneo.


8 - La Nuova Sardegna di sabato 4 ottobre 2014 / Ed. Nazionale
Cresce l’esercito dei Giganti: l’ultimo appare quasi intatto 
La vincitrice: graduatoria da rifare
SASSARI La vera vincitrice del concorso riposizionato dal Tar dopo un caso di parentopoli chiede l’esecuzione della sentenza. La ricercatrice Martina Giuffrè attraverso i suoi legali ha inviato un ultimatum alle autorità accademiche sassaresi. E tutto ciò perché finora manca qualsiasi notifica di un eventuale ricorso in secondo grado di giudizio, preannunciato ma non arrivato nei termini ai destinatari. In aprile il Tar aveva ritenuto irregolare la posizione della prima classificata, figlia di un docente della stessa università, annullando non le prove ma solo la graduatoria. «La candidata risultata vincitrice Rossella Castellaccio - si erano soffermati a spiegare i giudici - non avrebbe mai dovuto venire ammessa perché la proposta d’avvio della procedura è stata approvata con delibera del Consiglio della facoltà di lettere della quale all’epoca il padre Angelo era vicepreside: e rimase in tale ruolo fino al 30 giugno 2012». «Pertanto - avevano rilevato - sia al tempo dell’approvazione sia al tempo della pubblicazione del bando e delle domande per partecipare sussisteva incompatibilità». Per l’esattezza, una violazione della legge Gelmini: nella parte che prevede l’esclusione da certi incarichi di chi si trova in determinati rapporti familiari con dirigenti e professori già in servizio. Da qui l’ordine perentorio del Tar: «L’amministrazione universitaria dovrà adottare un nuovo provvedimento di nomina del vincitore e di approvazione della graduatoria». Scontato, dunque, il passaggio al primo posto di Martina Giuffrè, a suo tempo piazzatasi seconda con un solo punto di scarto. Dall’ufficio legale dell’ateneo, guidato dall’avvocato Rosanna Ruiu, era stato annunciato appello: un passo a cura dell’Avvocatura generale dello Stato di Roma. Però i tempi per ricorrere al secondo grado sono abbondantemente scaduti. Così ora da Sassari stanno chiedendo informazioni sull’accaduto. «Ma in realtà ci sono solo due possibilità - osservano gli avvocati Giulia e Giuseppe Andreozzi - O c’è stato qualche improbabile disguido nelle notifiche o l’Avvocatura, che valuta in maniera discrezionale il da farsi, ha deciso di non appoggiare la richiesta dell’ateneo sassarese». A questo punto comunque è inevitabile, secondo i legali, l’esecuzione della sentenza del Tar. E perciò l’assegnazione a Martina Giuffrè dell’incarico triennale in Demo-etno-antropologia nel polo umanistico universitario. (pgp)




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link:
rassegna stampa MIUR

 

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