Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 October 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
I Giganti di Monti Prama
Non sappiamo custodire i tesori
Giuseppe Marci
 
Ha un alto valore la vicenda dei Giganti di Monti Prama: dice di noi, della nostra storia, della fortuna che ci accompagna e del modo in cui trattiamo i suoi doni, delle qualità di cui disponiamo e delle incapacità gestionali e politiche che caratterizzano il nostro patrimonio genetico collettivo.
La terra nella quale abitiamo è uno scrigno che contiene tesori: non cose di poco conto ma imponenti testimonianze di una civiltà in larga parte misteriosa. Così è accaduto che un contadino, arando il suo campo, abbia scoperto l'esistenza di frammenti di statue monumentali. Quaranta anni fa. Non ci voleva molto, neppure allora, per capire che la sorte ci aveva rimesso nelle mani un patrimonio perduto. E lo capirono, gli studiosi, ma non poterono vincere le complessità burocratiche e amministrative che per un lungo periodo di tempo hanno sottratto le sculture alla fruizione pubblica. Va detto che parte di quel tempo è stato impiegato in un eccellente lavoro di studio, restauro, predisposizione delle statue per l'esposizione. Purtroppo si è deciso di dividerle, tenendole in due luoghi distinti e non nell'unico sito dove erano state interrate per secoli e che poteva (e ancora può) essere considerato un sacrario della memoria. Cambiando un poco i versi che Ugo Foscolo dedicava all'Italia, potremmo dire: “Che ove speme di gloria agli animosi / intelletti rifulga e alla Sardegna / quindi trarrem gli auspici”.
Ma forse non abbiamo “animosi intelletti”: o più semplicemente non abbiamo intelletto. Non ci ha spiegato nulla l'afflusso dei visitatori giunti ai musei di Cabras e Cagliari per vedere quelle forti figure di guerrieri, i modellini dei nuraghi e i betili. Né ci ha colpito il racconto di quanto ancora emerge dal suolo per gli sforzi congiunti degli ingegneri che indagano con loro tecnologia le profondità della terra e degli archeologi che portano alla luce e interpretano i manufatti giorno dopo giorno scoperti. In quaranta anni si sono succedute amministrazioni regionali di ogni colore e soprintendenti di ogni orientamento. Possiamo in sintesi dire che le loro azioni non sono state dirette a buon fine e che tutto sommato hanno rasentato il disastro?
L'ho pensato, nella Notte dei ricercatori, sentendo il professor Ranieri dire che ingegneri e archeologi hanno pagato di tasca propria la sorveglianza per tener lontani i tombaroli. A questo siamo ridotti, dopo oltre sessant'anni di speciale Autonomia che su quei reperti dovrebbe fondarsi: a non saper custodire il nostro tesoro.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Enti locali, si cambia
Pigliaru: tagliare le Asl
Monito del governatore agli alleati sulla riforma sanitaria
 
Non è più un'indiscrezione. La voglia di Francesco Pigliaru di tagliare le Asl diventa ufficiale in una conferenza stampa dedicata, in teoria, ad altri temi: «Siamo molto interessati a ridurre il numero delle Aziende sanitarie locali».
Il governatore la butta lì, con casualità ben studiata. È un messaggio agli alleati, nei giorni in cui il Consiglio regionale esamina la proposta di riforma sanitaria. «Ne stiamo discutendo, miriamo a proporre una significativa diminuzione delle Asl», ripete Pigliaru. E quando gli si chiede se è possibile che arrivi in aula un emendamento della Giunta, conferma senza tentennare.
I MANAGER Al suo fianco, l'assessore alla Sanità Luigi Arru aggiunge: «Per i commissariamenti degli attuali manager potrebbe bastare la legge in discussione». Ma, a maggior ragione, con un taglio delle Asl sarebbero quasi automatici.
Altrettanto chiaro, Pigliaru, nello smentire una sua contrarietà all'Agenzia dell'emergenza-urgenza, prevista dalla proposta di legge del Pd: «La Sardegna ha una popolazione scarsa su un vasto territorio, l'Areu avrebbe un senso. Non c'entra col taglio delle Asl».
Posizioni che peseranno sul tavolo della maggioranza, quando si farà il punto sulla riforma. Nel frattempo si fanno sentire i Rossomori: «Non è tempo di polemiche per interessi di parte o visibilità», scrivono i consiglieri regionali Emilio Usula e Paolo Zedda, «la proposta di riordino discussa in commissione non può essere contrabbandata come una riforma definitiva del sistema sanitario. Contiene novità perfettibili, ma che possono migliorare in tempi brevi alcune criticità. Perciò la sosteniamo».
IL SORVEGLIA-ASL L'occasione per parlare della questione è la presentazione del comitato permanente per il monitoraggio della spesa e dei servizi nella sanità, istituito ieri dalla Giunta. Oltre all'assessore, riferisce Arru, ne faranno parte un delegato della presidenza della Regione, uno dell'assessorato alla Programmazione e tre esperti di bilanci. «Faremo una verifica trimestrale dei conti - dice l'assessore - ma anche dei servizi resi». Per esempio in riferimento alle liste d'attesa.
ENTI LOCALI Nella stessa seduta sono stati concordati anche gli indirizzi per la riforma delle autonomie, necessaria con la scomparsa delle Province. «Il riassetto arriverà con un disegno di legge - precisa l'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu - ma prevediamo di istituire l'area metropolitana di Cagliari, che comprenderà sedici Comuni, e alcuni distretti amministrativi regionali per le funzioni sovracomunali». Quanti? «Sicuramente meno delle otto Province». Il numero però resta da definire.
Si punterà anche sulle Unioni dei Comuni, una quarantina. Gestiranno in maniera associata alcune funzioni comunali: per altro la legge nazionale lo imporrà, dal 31 dicembre, per i centri con meno di 5mila abitanti. La riforma sarà congegnata insieme all'assessorato degli Affari generali: «Si va verso un sistema integrato Regione-enti locali - conferma l'assessore Gianmario Demuro - in cui le Unioni dei Comuni cureranno soprattutto i servizi alla persona, e i distretti la programmazione delle funzioni di area vasta».
ACQUISTI ELETTRONICI Nella riorganizzazione rientra la nuova piattaforma telematica per gli acquisti centralizzati di beni e servizi e degli appalti della pubblica amministrazione: «Nasce di fatto una centrale unica di committenza - riprende l'assessore Erriu - per la Regione e i suoi enti, i Comuni, le Asl, le Università». «Siamo tra le prime regioni d'Italia a dotarci di uno strumento informatico simile», sottolinea Pigliaru: «Fa parte di una serie di provvedimenti che contribuiranno a creare economie di scala ed efficienza delle istituzioni».
Giuseppe Meloni
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 19 - Edizione OR)
BOSA. Due giorni di studi
L'Università celebra la storia della cittadina
 
Alla fine di ottobre, Bosa sarà per due giorni sede di un convegno sulla sua storia, organizzato dall'Università di Sassari, Dipartimento di Storia e dal Centro interdipartimentale di studi storici. L'appuntamento è per venerdì 24 e sabato 25 ottobre, nell'Episcopio di Bosa, per il convegno intitolato «Bosa. La città e il suo territorio dall'età antica al mondo contemporaneo». Vi parteciperanno oltre cinquanta studiosi che si confronteranno su numerosi temi riguardanti la storia della città e il suo territorio con particolare attenzione agli aspetti archeologici, giuridici, ambientali ed economici. L'evento si svolge nei giorni conclusivi del mandato del Rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino: quasi un omaggio dello studioso e dell'Università che egli ha retto per diversi anni, alla città cui Mastino è totalmente legato. ( a. n.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
In Breve
TECNOLOGIE
 
Domani, alle ore 9,30, nell'aula Maria Lai della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in via Nicolodi, si terrà la giornata informativa Ict in horizon 2020. L'iniziativa ha lo scopo di illustrare i contenuti dei bandi sulle Ict (Information and communication technologies) per l'anno 2015 nell'ambito di Orizzonte 2020, programma-quadro europeo per la ricerca e l'innovazione.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Tfr anticipato, è caos totale
L'accusa: Renzi cerca voti. La Cisl: scelta volontaria
LA DISPUTA. Numerosi interrogativi sulla tassazione e l'efficacia della proposta
 
Diktat del premier con avallo di un paio di ministri: Pier Carlo Padoan, economia, e Giuliano Poletti, welfare. Mazzata per le imprese, dubbi sulla tassazione, inganno per i lavoratori, libera scelta degli stessi. Questa storia di mezzo Tfr (trattamento di fine rapporto) in busta paga a partire da gennaio 2015, escogitata da Matteo Renzi che l'ha addirittura inserita nel documento finale della direzione (a maggioranza bulgara) del Pd dopo averla anticipata a Fabio Fazio domenica sera, sta facendo arrabattare un po' tutti. Il dibattito, serrato quanto ricco di tante sfaccettature, non sta chiarendo i dubbi e le perplessità che si levano da ogni parte. Era già accaduto quando furono annunciati, sempre da parte del capo del governo, i famosi 80 euro, il cui effetto benefico sui consumi non c'è mai stato o comunque è stato inferiore alle aspettative.
L'ECONOMISTA «Di primo acchito - commenta Beniamino Moro, dell'università di Cagliari -, la cosa mi puzza non poco. Anzi, mi sembra un'autentica porcheria. La proposta di Matteo Renzi, per quanto ne ho potuto apprendere dalla lettura dei giornali, non ha alcun fondamento economico. Si tratta invece di una manovra propagandistica, che serve a rastrellare voti: eh già, perché Matteo Renzi, il furbissimo Matteo Renzi, in cuor suo è convinto che gli italiani saranno chiamati alle urne nella prossima primavera, contrariamente a quello che lui ripete sulla scadenza naturale della legislatura. Il premier sa che il suo partito non raggiungerà il 41 per cento, e dunque ha bisogno di consensi».
Il professor Moro dunque boccia senza mezze misure l'ipotesi del Tfr anticipato, legandola agli 80 euro «che si sono persi nel mare magnum del Pil nazionale: a fronte di 1200 miliardi di incidenza dei consumi nel Prodotto interno lordo, gli 80 euro sono costati 10 miliardi: un'inezia. Se gli 80 euro o la metà del Tfr fossero un aumento stabile e duraturo, beh, avrebbero una conseguenza sul tenore di vita dei beneficiati, ma in questo caso la provvisorietà dell'erogazione di denaro ha un'utilità quasi nulla».
LA TASSAZIONE Uno degli aspetti ancora oscuri riguarda il regìme fiscale. Rispetto a uno stipendio “normale”, tassato direttamente alla fonte come indicato in busta paga, il trattamento di fine rapporto è soggetto a una tassazione separata. La domande dei tecnici sono numerose: intanto, quale sarà l'aliquota di riferimento? Renzi ha parlato di una quota mensile (è stato calcolato che su uno stipendio di 1500 euro, l'ìncremento per il lavoratore dipendente sarebbe di 55 euro) da inserire per un anno (da estendere a tre), altri obiettano che bisognerebbe versare la somma tutta insieme. «Renzi - argomenta ancora Beniamino Moro - vuole scassare un meccanismo storico come quello del Tfr ignorando altri due aspetti: le pensioni dei lavoratori dipendenti, alla fine, saranno molto più magre; eppoi le imprese, che non vivono un momento florido, sarebbero penalizzate per la ridotta liquidità». Secondo il docente universitario, infine, «non bisogna farsi incantare dall'assicurazione di Renzi sull'applicazione di nuove tasse. Sono sicuro che il premier, per trovare le risorse, procederà a una tassazione secondaria e dunque gli effetti di questa sua nuova sortita non si vedranno proprio».
IL SINDACATO È normale che il dibattito sul Tfr, al pari dell'abolizione dell'articolo 18, coinvolga il sindacato. «Non dobbiamo commettere l'errore - attacca Oriana Putzolu, numero 1 della Cisl - di rimanere imbrigliati nell'ideologia. Il mondo del lavoro sta vivendo un momento assai delicato e tutto va affrontato e discusso con discernimento». Per la sindacalista, l'idea di Matteo Renzi «ha un vantaggio e un limite al tempo stesso. Il vantaggio è che il lavoratore dipendente si ritrova in busta paga qualcosa in più, e dunque può contribuire all'aumento dei consumi, un po' com'è accaduto per gli ottanta euro. Il limite è che, una volta andato in pensione, il lavoratore dovrà accontentarsi della metà di quanto aveva previsto di poter riscuotere».
Spunta così una terza via. «La Cisl - argomenta la Putzolu - ha deciso di assumere una posizione precisa: scelta volontaria del lavoratore, nessuna imposizione per legge. Dovrà essere il dipendente a decidere se la busta paga mensile dovrà essere più ricca oppure se è più opportuno incassare il Tfr alla fine della carriera lavorativa. Si tenga comunque presente che il netto percepito, su uno stipendio di 1500 euro, si aggira sui cinquanta euro. E anche questo sarà un elemento di riflessione».
Augusto Ditel
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione OR)
Gavoi
Una vetrina dell'agroalimentare
nell'ex caserma ottocentesca dell'Arma
 
Un milione di euro per restituire all'antico splendore l'ex caserma ottocentesca dei carabinieri. Continuano gli interventi dei privati e dell'amministrazione comunale per rendere sempre più attrattivo e funzionale il centro storico del paese barbaricino. La ditta di Gesuino Monni di Arzana, che ha vinto l'appalto per recuperare con un restauro il complesso, è già al lavoro da alcuni giorni. L'obiettivo è concludere in un anno l'intervento che restituisca alla comunità un nuovo tassello che assecondi la vocazioni turistica, commerciale e culturale del paese. «I lavori prevedono la realizzazione di tre piani con la costruzione di un moderno showroom nei primi due, mentre il piano terra sarà destinato a uno spazio sugli studi dei centri storici dei paesi barbaricini in collaborazione con il dipartimento di Architettura dell'Università di Cagliari con il quale abbiamo stipulato una convenzione triennale», ha detto l'assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Sedda.
Il finanziamento che consentirà il recupero dell'ex caserma dell'Arma, è sicuramente uno dei più importanti che il comune di Gavoi ha avuto negli ultimi anni. «Lo showroom dell'agroalimentare è stato pensato per assecondare la vocazione del paese e del territorio», ha aggiunto l'assessore Sedda, «è una delle carte principali in chiave di sviluppo che ci sentiamo di percorrere con convinzione».
Il restauro dell'edificio ottocentesco si collega agli interventi in corso di realizzazione al Museo del Fiore sardo a Casa Lai e ai lavori di miglioramento della facciata di Casa Maoddi, uno degli spazi più frquentati del Festival L'Isola delle storie. ( l.u. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Atenei, tasse bloccate nell’isola
E gli iscritti chiedono più servizi e borse di studio accessibili
 
Nessun aumento delle tasse universitarie nell’isola. Gli atenei sardi hanno deciso di tenere calmierate le tariffe per le iscrizioni. Con una crisi sociale tanto devastante niente aumenti, quindi: meglio incoraggiare l’ingresso nei corsi di laurea. Ma gli studenti chiedono più servizi, una didattica aperta e borse di studio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Tasse bloccate negli atenei
Sos degli iscritti: più servizi
A Sassari e a Cagliari il costo per frequentare le lezioni resta tra i più bassi d’Italia
Agevolazioni per andare incontro ai meritevoli nel quadro generale delle spese
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Tutto confermato: nessun aumento delle tasse universitarie nell’isola. Gli atenei sardi hanno deciso di tenere calmierate le tariffe per le iscrizioni. Con una crisi sociale tanto devastante niente aumenti, quindi: meglio incoraggiare l’ingresso nei corsi di laurea (scadenze per la prima rata di pagamento previste a metà ottobre), anziché costringere i ragazzi a rinunciare del tutto a qualsiasi chance oppure a dirigersi subito verso altre sedi accademiche. Ma gli studenti chiedono più servizi, una didattica aperta, garanzie di maggiore efficienza operativa. E contestano, in parte anche ai Consigli di amministrazione dei due Ersu, una serie di carenze. A Sassari come a Cagliari. I provvedimenti. C’è comunque da sottolineare in maniera positiva la scelta fatta dai due atenei sardi. In tutta Italia la crescita delle tasse negli ultimi 10-12 anni è stata notevole. Ovunque, una corsa affannosa per recuperare entrate. Il motivo? Sopperire ai tagli al Fondo di finanziamento ordinario imposti dalla riforma Gelmini. Così la via più breve sulla penisola è stata far pagare di più gli studenti. E ritoccare in modo generalizzato le tariffe per le prestazioni: ticket per gli esami di Stato, i tirocini e i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, spese per i corsi di dottorato e per quelli di specializzazione, contributi per i master e per il loro perfezionamento-aggiornamento. Gli incentivi. A Sassari e a Cagliari, al contrario, previste agevolazioni per gli iscritti che sono in regola con gli esami e che prendono buoni voti. Più penalizzate le migliaia di fuori corso: almeno 20mila su u totale di 50mila iscritti nell’isola. A Sassari, per esempio, ragazze e ragazzi che nel corso dell’anno accademico maturano almeno 40 “crediti formativi universitari” (Cfu) su 60 avranno diritto a una riduzione di 50 euro sull’importo delle tasse. «È una nuova misura premiale che si aggiunge a quelle che erano già a regime e che sono state confermate», spiegano in ateneo. Gli interventi e le risorse. Sempre a Sassari, ecco qualcuna delle chance offerte da tempo a chi ha conseguito maggiori meriti sul campo. Gli studenti che hanno preso il diploma di maturità con una votazione di 100/100 più la lode, e che si iscrivono per la prima volta in corsi di laurea triennale o magistrale a ciclo unico, per il primo anno sono esonerati dal pagamento della seconda e della terza rata. Gli iscritti che invece sono in regola con gli esami, e che alla fine ottengono il titolo finale con una votazione di 110/110 e lode entro l’ultima sessione estiva utile per restare in corso, avranno diritto al rimborso della seconda e terza rata. Le altre misure. Anche a Cagliari sono stati fissati contributi e agevolazioni economiche per chi riesce a percorrere senza intoppi il proprio percorso di studi. E certo in una realtà sociale difficile come l’isola la volontà dei due Senati accademici è stata orientata nel senso di creare nuovi incentivi alla frequenza. Così come quella dei rettori: Attilio Mastino sino a novembre per Sassari, dove tra un mese sarà sostituito dal nuovo eletto, Massimo Carpinelli, e Giovanni Melis, per Cagliari, cambio di guardia programmato per il prossimo anno.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
i livelli delle prestazioni erogate nell’isola
Sconti per i redditi bassi e maggiorazioni per i fuori corso
 
SASSARI Le università oggi si presentano sempre più come fabbriche dell’istruzione, dell’aggiornamento, della preparazione professionale. Così il discorso delle spese da parte dei “fruitori” di diversi servizi non è limitato alle imposte: si estende fino ad abbracciare campi diversi. Qualche esempio delle “prestazioni” e delle “tariffe” nei due atenei dell’isola consente di capire meglio questo mondo da tempo in profonda trasformazione. Per comprendere il quale varrà comunque la pena di cominciare sempre dal pacchetto-tasse. A Cagliari per uno studente al 2° anno fuori corso l’importo mimino è di 285 euro, il massimo di 3.262. Per uno al 3° anno fuori corso, o più, si va da 305 euro a 10 volte tanto.
A fronte di queste maggiorazioni per chi non è in regola con i tempi, sono fissate riduzioni in altri casi. Riguardano studenti a tempo parziale (-10%), oppure che ogni anno hanno almeno 50 Crediti formativi universitari (-10%) o i fuori corso che comunque superano la soglia di un certo numero di Cfu o di esami. Per quest’anno, sempre a Cagliari, a seconda del dipartimento nel quale si studia c’è solo una minima variazione nelle tasse sul “contributo di facoltà”: l’importo minimo di 43 euro è previsto per Scienze economiche, giuridiche e politiche, il massimo - 153 euro - per Medicina. Sia a Sassari sia Cagliari il calcolo delle imposte è in funzione dell’Iseeu, parametro fiscale che oltre al reddito familiare dichiarato si allarga a indicatori diversi, compresi quelli immobiliari e patrimoniali in genere.
Significativa poi, a Cagliari, l’entità di altre cifre. 50 euro (come a Sassari e dappertutto in Italia) il costo per partecipare ai Tirocini formativi per l'abilitazione all'insegnamento, ma 2.500 euro quello per la frequenza. Corsi di specializzazione: se l’importo non è deciso dal Miur, la spesa per prendere parte al test d’accesso è di 22 euro, come per i corsi di laurea. Quella annuale per la frequenza delle Scuole varia da 1.615 euro per la professione legale, a 955 euro per le specializzazioni mediche, sino a 861 euro per i Beni archeologici.
Ulteriori informazioni sono disponibili su internet cliccando sul link www.unica.it e nel sito del ministero http://statistica.miur.it/.
Ecco invece la situazione su una serie di servizi forniti dell’ateneo di Sassari (www.uniss.it, di particolare interesse il Manifesto generale degli studi, oltre alla Normativa generale in materia di tasse). Contributo per gli esami di Stato: 180 euro per i medici, 150 euro per le altre categorie. A proposito di questa specifica “voce” comunque l’ateneo turritano sostiene di spendere molto di più di ciò che incassa. E questo perché esistono disposizioni ministeriali secondo le quali le commissioni devono essere sempre formate da docenti e professionisti, naturalmente tutti da retribuire ti. D’altronde, viene ancora sottolineato a Sassari come a Cagliari, «avere la possibilità di sostenere esami del genere in Sardegna permette ai candidati di risparmiare sui costi di una eventuale trasferta -viaggi, hotel, pasti e così via - per ottenere l’abilitazione in altre regioni italiane». «A ben vedere, quindi, nessuna stangata, piuttosto un servizio che l’università rende alla città e all’intera regione», dicono a Sassari, non dimenticando di far notare che chi sostiene l’esame di Stato non è più uno studente. Sempre da Sassari, un’ultima notizia sui tributi da versare per le scuole di specializzazione mediche. Sono pari a 848,78 euro all’anno. Così suddivisi: prima rata 529 euro (tassa di iscrizione 319,56, imposta di bollo 16, contributo di laboratorio 193), seconda rata: 319 euro.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
le richieste degli studenti
«Biblioteche e ‘borse’ sempre accessibili, aule e spazi per tutti»
 
SASSARI Soddisfatti per lo stop ai rincari. Molto meno per l’affidabilità e l’efficienza dei servizi. È un coro di proteste, su quest’ultimo versante, quello che arriva da molti studenti degli atenei sardi. E, soprattutto, dai loro delegati: i ragazzi e le ragazze che siedono nei Cda e nei Consigli dei corsi di laurea. «È vero: le tasse nell’isola si basano in genere su parametri più bassi di centro e nord Italia – riconosce Giulio Tupponi, per il Forum rappresentante degli studenti nel Senato accademico di Sassari - Però ci sono cose che non capisco. Mi risulta per esempio inspiegabile la differenza nella prima rata tra facoltà scientifiche - 366 euro - e umanistiche, per le quali se ne versano 306. Dicono che dipende dai laboratori. Ma in alcuni dipartimenti fanno comunque pagare i 60 euro di scarto, come nel caso di Lingue, anche se i laboratori non sempre sono agibili». «Esistono poi altri disagi - incalza - Perché le biblioteche non restano aperte nei fine settimana? E per quale motivo, se manca o non viene pagato il personale, non si usano gli studenti delle “150 Ore”?». Altro punto dolente: i dottorandi. «Come Forum abbiamo appena ottenuto dal Cda una mozione per cancellare le tasse ai neo-iscritti senza borse di studio - attacca Tupponi – Ma il regime andrebbe allargato a tutti. Che logica c’è stata finora nel consentire l’agevolazione solo ai dottorandi che avevamo anche la borsa di studio?».
Critiche da Giacomo Dessì, ex rappresentante degli studenti medi a Cagliari, oggi al terzo anno di università: «Intanto, dal 2012 a oggi c’è sempre stato qualche piccolo aumento delle tasse - precisa – E poi non vedo che aule sporche e sovraffollate, tanti ricercatori ma pochi docenti di prima e seconda fascia». «Sì, troppi servizi sono carenti – conferma Federica Atzeni, iscritta a Ingegneria e rappresentante di UniCa 2.0 nel Senato accademico – Mancano i luoghi di aggregazione destinati a tutti per dibattiti, cineforum e altre iniziative. Solo due biblioteche restano aperte sino a mezzanotte, ma solo dal lunedì al venerdì». «E l’Ersu non ha alloggi per tutti quelli che ne hanno diritto: pochissimi dei 12mila fuori sede trovano un posto – accusa – Pochissime le borse di studio e troppe difficoltà economiche: 300 miei colleghi quest’anno non hanno potuto continuare perché le famiglie non potevano più pagare: è una vergogna». Tatiana Giuranna, ex delegata per Giurisprudenza a Sassari, è scettica persino sul basso livello medio delle tasse. «In realtà – spiega – è solo il risultato della povertà diffusa: si paga meno perché i redditi dei sardi, a parte quelli dei dipendenti pubblici, livellati, sono tra i più bassi d’Italia». «E le “borse”? Ci sono tanti idonei che non le ottengono mai perché la Regione discrimina Sassari a favore di Cagliari – continua – E in una situazione del genere c’è stato a Sassari persino chi ha proposto la decadenza per i fuori corso: un doppio scandalo». (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
Riforma delle Asl, passano da otto a cinque
La proposta portata avanti dal governatore e dall’assessore Arru punta a tagliare i costi
 
CAGLIARI Il numero delle Asl sarà ridotto, qualcuno azzarda addirittura dimezzato: da otto a quattro. A giurarlo è anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Lui non crede che la proposta di legge in discussione nella stanzetta della commissione Sanità del Consiglio regionale finirà per aumentare le spese, nonostante sia previsto in più quella regionale che si occuperà del 118 e di tutti i pronto soccorso. Anzi, come ribadito anche dall’assessore Luigi Arru, la proposta sarà il punto di partenza per ridurre un disavanzo ora intorno ai 400 milioni, ma che «in quattro anni vogliamo azzerare». Il primo passo è stato fatto con l’assestamento di bilancio: 110 milioni alle Asl, per pagare i debiti commerciali, quello successivo sarà tutto politico col commissariamento delle attuali undici Aziende e l’allontanamento dei manager nominati anni fa dal centrodestra. Quanto e come avverrà questo passaggio è ancora da decidere, forse con la stessa proposta che a ottobre sarà discussa dal Consiglio, oppure con gli emendamenti che saranno presentati in aula da alcuni partiti della maggioranza e dalla Giunta. La terza ipotesi è questa: saranno Pigliaru e Arru a fare tutto, dal commissariamento alla riorganizzazione. Nell’attesa i due, insieme anche all’assessore alle Finanze, Crisitiano Erriu, hanno sistemato due paletti importanti. Sono la Centrale unica di spesa e appalti per enti locali, società controllate, agenzie e quindi anche le Asl, e il Comitato permanente di monitoraggio della gestione delle Aziende sanitarie e del «livello di qualità dei servizi» che garantiscono. Centrale. Già prevista dalla bozza in discussione in Consiglio, ora sarà aperta anche al resto della macchina regionale e finirà per gestire 1,6 miliardi. Con l’accentramento degli acquisti, il concetto di base è questo, sarà più facile ottenere prezzi vantaggiosi dai fornitori, dalla carta per le fotocopiatrici fino agli appalti più grossi. Nella sola sanità – è la previsione di Arru – il risparmio sarà dal 5 al 20 per cento, con un media del 15 su ad esempio siringhe, cerotti e medicinali. Va detto che le Asl e il resto della truppa di enti dovrà rivolgersi per forza alla Centrale unica, o al massimo a quella nazionale. «È un’operazione – ha detto Pigliaru – che ci permetterà di tenere sempre sotto controllo le uscite al centro ma manche in periferia». Comitato. Saranno in tre a far parte del nuovo ufficio che avrà il compito di indagare sui conti delle Asl: i direttori generali dell’assessorato alla Sanità e al Bilancio, più un funzionario scelto dalla Presidenza. Il monitoraggio – ha detto Arru – sarà continuo e preventivo: «Ogni tre mesi ci sarà una verifica per ridurre al minimo gli sprechi». A essere messo sotto osservazione sarà anche il «livello essenziale dell’assistenza», con «valutazioni ad esempio sulle liste d’attesa». Appena sarà insediato, a giorni, il Comitato prenderà in mano i bilanci presentati dagli attuali manager (finchè rimarranno in carica) poi continuerà con i commissari (da novembre in poi?) e infine si occuperà dei direttori chea dicembre saranno nominati dalla Giunta di centrosinistra. Con Arru deciso nel dire: «La spesa va razionalizzata in fretta. Dobbiamo liberarci della sanità mangiasoldi, soprattutto l’anno prossimo quando avremo a che fare con il pareggio di bilancio». Dal primo gennaio non saranno ammessi più errori. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 29
Un seminario sul neo local design
Iniziativa per sostenere la proposta di un nuovo corso di laurea
 
ALGHERO Il Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Sassari, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell'ateneo di Cagliari, organizza una Scuola estiva da venerdì 3 a venerdì 10 ottobre. Al termine della scuola estiva è programmato inoltre un seminario internazionale sul "Neo-Local Design" tra il 10 e 11 ottobre. L'iniziativa si svolgerà nel complesso di Santa Chiara sui bastioni della città murata e gli eventi fanno parte del percorso che si pone l'obiettivo di favorire la costituzione di un nuovo corso di Laurea magistrale in design in Sardegna. La scuola estiva si terrà dalle 9.30 alle 18.30, tutti i giorni dal 3 ottobre, incluso il sabato, esclusa la domenica, e si articolerà in tre workshop progettuali paralleli diretti da docenti internazionali. Lezioni in inglese e italiano. Nella mattinata di venerdì 10 i progetti sviluppati durante la scuola estiva saranno discussi con gli esperti che partecipano al seminario. Il seminario (dal pomeriggio di venerdì 10 fino alle 18 circa continuerà nella giornata di sabato dalle ore 10 che si terrà sempre nel complesso di Santa Chiara) sarà incentrato sul tema del patrimonio locale dell'artigianato tra tradizione, design e innovazione, letto in una prospettiva internazionale grazie alla partecipazione di docenti ed esperti, ricercatori e progettisti, attivi in diverse scuole europee, che porteranno i loro punti di vista e le loro esperienze in campo didattico, di ricerca e progettuale. Un arricchimento quindi del confronto. La lingua ufficiale dell’evento è l’inglese. Al seminario parteciperanno come docenti Roberta Morittu, designer, docente Dadu; Massimo Brignoni, Designer, Ricercatore presso l’Università di S. Marino/IUAV Venezia; Mark Anderson, Designer, Docente Dadu; Julien Pajot, Designer, consulente strategico design Cultural Heritage, Madrid-New York; Alfredo Calosci, designer e docente Dadu; Gülname Turan, docente in Design presso la Istanbul Technical University; Tibor Uhrin, docente in Design presso la Kosice Technical University, Slovacchia; Nicolò Ceccarelli, docente in Design Dadu e Valentina Frosini, Designer e Ricercatrice, Università di Firenze.(g.o.)
 

Questionnaire and social

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