Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Allarme Ebola
Antivirali, Becker all'Università
 
È stata avviata nei giorni scorsi una sperimentazione clinica di fase 1 di un nuovo vaccino anti-Ebola, che si svolgerà inizialmente in Germania e nei prossimi mesi - una volta accertata la sua non tossicità - coinvolgerà anche pazienti non europei.
Lo ha detto ieri Stephan Becker, uno dei massimi esperti del settore della ricerca e dello sviluppo dei farmaci antivirali, intervenendo alla Summer School organizzata dall'Università di Cagliari, e coordinata dai docenti Enzo Tramontano ed Elias Maccioni, per la formazione di dottorandi e giovani ricercatori nel campo dello sviluppo di nuovi farmaci antivirali. Becker dirige l'istituto di Virologia dell'Università Philipps di Marburg, dove si sta sperimentando il nuovo vaccino, ed è un vero guru del settore.
Ieri lo studioso ha quindi fatto il punto sull'epidemia e sulle contromisure in atto, ribadendo che «la situazione in Africa è drammatica ed è urgente un intervento più articolato». Ha quindi descritto i diversi bersagli virali attualmente oggetto di sviluppo di piccole molecole ad azione antivirale, quali le proteine virali VP30, da lui studiata, e VP35 studiate dai gruppi di ricerca di Tramontano e Maccioni, docenti del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università. All'Hotel Flamingo, a Pula, fino a venerdì gli esperti proseguiranno il confronto.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Sotto la chiesa di Lussorio emerge la basilica fantasma
Storia Lo studio presentato durante il convegno di Archeologia cristiana a Cagliari
 
A nche l'archeologia cristiana rilegge la storia dei suoi “giganti” - uomini che pagarono con la vita l'adesione alla nuova fede - e delle architetture che ne testimoniano il culto. Nell'ultimo Congresso nazionale dedicato alla disciplina, svoltosi la scorsa settimana tra Cagliari e Sant'Antioco, è stata resa nota una scoperta che stravolge ciò che fino ad oggi si sapeva di uno dei più importanti santuari martiriali dell'Isola, quello di San Lussorio a Fordongianus.
Per decenni gli archeologi - indagando su quanto emerso da campagne di scavo degli anni '80 - sono andati alla ricerca di un edificio di culto in cui, dopo un primo tentativo di monumentalizzazione della sepoltura e prima ancora del santuario edificato dai monaci Vittorini in piena età medievale, si venerasse Lussorio, decapitato durante l'impero di Diocleziano perché non volle rinnegare la fede. Avevano anche provato a definirne l'impianto, indicando all'interno del suo perimetro la cripta con la sepoltura eccellente e le tombe privilegiate che vi si addossarono perché i proprietari - in virtù della vicinanza - potessero conquistare la salvezza eterna.
Quella mappa è stata cancellata da una rilettura delle strutture murarie fatta durante l'estate. Vincenzo Fiocchi Nicolai e Lucrezia Spera, docenti di Archeologia cristiana e tardo antica all'Università romana di Tor Vergata, hanno così disegnato la pianta della “chiesa fantasma”.
L'edificio di culto che gli studiosi hanno individuato è quello che la comunità cristiana di Forum Traiani, la città edificata come avamposto tra la pianura romanizzata e le regioni montuose popolate dalle civitates Barbarie, fece costruire sulla tomba del santo (originariamente inserita in un preesistente cimitero pagano), nei decenni centrali del V secolo d.C. «La chiesa, realizzata con grossi blocchi squadrati in calcare, aveva una larghezza di circa 12 metri e una lunghezza di 23. Misure analoghe - sottolinea Fiocchi Nicolai - a quelle della prima basilica che a Porto Torres venne dedicata al culto del martire Gavino. All'interno del presbiterio, rialzato rispetto alla navata, c'era poi la cripta in cui furono collocate le spoglie di Lussorio». Si tratterebbe quindi di un impianto simile a quelli che si costruivano nell'Occidente cristiano. La presenza di mausolei e tombe attorno alla chiesa documenta anche la consuetudine di associare alla basilica martiriale un'area cimiteriale. Tutti elementi che mostrano come la Sardegna e quindi la diocesi di Forum Traiani (esistente almeno dal 484 d.C.) non vivessero una situazione di isolamento. Perfettamente inserite nella primitiva organizzazione ecclesiastica, adottavano schemi costruttivi e modalità insediative ritrovabili anche nella Penisola.
«La lettura dei colleghi è attendibile. Si tratta di un'ipotesi che incoraggia nuove ricerche e la rilettura di insediamenti già noti», sottolinea Pier Giorgio Spanu, docente di Archeologia cristiana a Sassari e autore degli studi su Fordongianus, oltre che sugli altri santuari martiriali sardi. Sul tavolo degli studiosi sono tanti i problemi aperti. Resta da chiarire definitivamente se nelle città sarde che furono sede di diocesi le basiliche martiriali (cosa mai sostenuta per Fordongianus, ma ipotizzata per Sant'Antioco di Sulci, San Simplicio di Olbia e San Gavino di Porto Torres) fossero anche cattedrale. Da decifrare anche il caso di Cornus. Qui il complesso episcopale si collocherebbe - in maniera eccezionale rispetto ai modelli noti nella Penisola - in un ambito rurale.
Manuela Arca
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
La giunta Zedda ci crede
Capitale europea della cultura 2019: rush finale
Presentati ieri al Maxxi di Roma i progetti legati alla candidatura
Pietro Picciau
 
ROMA «Il futuro è ora, e noi ci siamo dentro». Lo dice convinta. Guarda il pubblico specializzato del Museo nazionale delle arti Maxxi e prosegue: «Dopo aver letto il bando ci siamo detti: queste cose noi le stiamo facendo da alcuni anni e proseguiremo a prescindere dall'esito finale della competizione». Luisa Anna Marras, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici (il sindaco Massimo Zedda è stato trattenuto a Cagliari da una riunione) risponde alle domande di Lorenzo Paolini, vicedirettore de L'Unione Sarda, con consapevole ottimismo: «Siamo portatori di idee semplici anche se difficili da realizzare. Ma è quel che stiamo facendo con buoni risultati». Alla destra del vicesindaco c'è Maria Luisa Mulliri (coordinatore dei progetti di rigenerazione urbana legati alla candidatura di Cagliari a Capitale europea della cultura 2019): l'architetto ha pronte immagini e prospetti, dati e considerazioni per spiegare come il Comune sta “trasformando la città”.
Nella mezz'ora concessa a ciascun Comune candidato, Marras racconta che il «filo rosso che accompagna il progetto di Cagliari-Capitale europea della cultura evoca Maria Lai e unisce, come avrebbe immaginato l'artista sarda, i luoghi e le persone». Il pubblico vuole però scoprire i segreti della città che si sente già dentro il futuro. I temi del riuso e del recupero, il miglioramento del trasporto pubblico e la riduzione dei consumi energetici vengono riassunti con i dati. Marras spiega che l'amministrazione ha in cassa 260 milioni di euro e «cantieri reali per 393 milioni». Sono state utilizzate tutte le risorse europee del 2007-2013: «Stiamo progettando in linea con la candidatura sui fondi Por e “Pon metro” per il 2014-2020». Paolini chiede perché un imprenditore dovrebbe investire a Cagliari. «Il nostro Comune è il miglior datore di lavoro dei privati», risponde il vicesindaco. «Perché gli imprenditori vengono da noi? Paghiamo le imprese a 30 giorni, e Cagliari offre una vita tranquilla». Altri punti a favore: «Premiamo la qualità e non il massimo ribasso. Nei nostri bandi, con gli appalti integrati complessi o la finanza di progetto, chiediamo di immaginare nuovi spazi integrati con quanto esiste già».
I progetti che resteranno nel tempo: «I lavori sul lungomare Poetto hanno come punto d'arrivo la valorizzazione del fronte-mare e la riqualificazione della spiaggia». Soldi da spendere: «Per il Parco del Molentargius sono disponibili venti milioni, altre decine di milioni li stiamo investendo sulla mobilità sostenibile, sulla metropolitana leggera, sui sistemi di scambio e sull'intermodalità». Sant'Elia, capitolo che appassiona per l'impegno e gli sviluppi: sui 111 milioni destinati a Cagliari dal “Piano Città” ne sono stati spesi 11.
L'architetto Mulliri incalza il pubblico con le immagini. «Il piano dei lavori», spiega, «punta a trasformare la città mettendo a sistema le risorse naturali e la riqualificazione complessiva dei lungomare Poetto e Sant'Elia, inseriti nel parco urbano che comprende le aree umide di Molentargius e Santa Gilla, dove insistono temi di forte interesse culturale legati intimamente al paesaggio, all'archeologia, al turismo ed alle attività produttive». I progetti che stanno a cuore a Mulliri e all'intero staff che ha lavorato al progetto: «Gli scavi del tempio di Ashtarte Ericina, il progetto di valorizzazione dell'Anfiteatro Romano, l'ampliamento della Galleria Comunale d'Arte, e molti altri che compongono un mix di progetti di ricucitura urbana».
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano (Pagina 13 - Edizione OR)
Università
Senza fondi corsi a rischio
 
La situazione dell'università oristanese è stata al centro di un incontro fra il presidente del Consorzio Uno, Pupa Tarantini, e il direttore generale, Eugenio Aymerich, con i consiglieri regionali Attilio Dedoni, Antonio Solinas, Gianni Tatti e Mario Tendas.
Il Consorzio non ha ancora ricevuto il contributo regionale dell'anno 2013 di due milioni di euro e, nel momento in cui stanno prendendo il via lezioni dell'anno accademico 2014/2015, non ha ricevuto ancora l'assegnazione del contributo per l'anno 2014. Questi ritardi determinano, ovviamente, una situazione di grande difficoltà nella gestione ordinaria, con un indebitamento crescente, e l'impossibilità di procedere alla programmazione delle attività.
I consiglieri hanno condiviso la necessità di porre in essere le iniziative per risolvere i problemi nonostante la situazione di grande difficoltà.

 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Università, almeno 20mila i fuori corso
Isola maglia nera per Il Sole 24 Ore. Ma gli atenei di Sassari e Cagliari contestano i dati: le nostre performance sono migliori
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Fuori corso in Sardegna 25mila universitari? O "solo" 20mila su un totale di 50mila iscritti nei due atenei? C'è incertezza su percentuali e cifre esatte. Ma a ogni modo nell’isola questi numeri fanno riflettere. «A Sassari e a Cagliari un iscritto su due è in ritardo», ha sostenuto il "Sole 24 Ore". Ma le università sarde replicano: «Dati sbagliati». La classifica negativa per la Sardegna - pubblicata ieri dal quotidiano di Confindustria - è basata su rilevazioni dell'Agenzia per le valutazioni del sistema universitario. In quest'elenco l’ateneo di Sassari è al sesto peggior posto, con un 49% di fuori corso, su 59 sedi italiane. Quello di Cagliari viene indicato persino più in basso: con il 51,3% sarebbe preceduto nel non invidiabile primato unicamente da Potenza e dall'Aquila. Ma le due università contestano con forza questa ricostruzione. E forniscono percentuali differenti. Cagliari parla di un 43%, che la collocherebbe a metà graduatoria. Mentre a Sassari il numero dei fuori corso viene conteggiato in poche migliaia e la percentuale ridimensionata addirittura al 33%, fatto che la inserirebbe tra le migliori. Non è improbabile che sulla discrepanza tra statistiche influiscano definizioni non omogenee del termine "fuori corso" tra vecchio e nuovo ordinamento universitario. Da Sassari in particolare viene fatto osservare che per la graduatoria del “Sole” sarebbero stati presi in considerazione gli studenti “non regolari”, e non “i fuori corso”. Nell'isola il fenomeno si conferma comunque di proporzioni impressionanti. E solleva interrogativi. Come mai tanti ritardi? Le cause sono molteplici. E in qualche misura accomunano molte università del Meridione. Ma la tendenza non ha effetti negativi solo sulle prospettive dei singoli. Incide in maniera pesante anche sul futuro economico degli atenei. Infatti una parte del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che ogni anno da Roma viene stanziata per tutte le università pubbliche, già oggi è collegata alla stima di queste performance. Più il dato è sfavorevole e più si riducono gli stanziamenti, nonostante nell'isola ci siano misure di compensazione basate sui numeri storici di ogni singolo quadro d'ateneo e sul minor reddito medio pro capite delle famiglie sarde rispetto ad altre regioni. Sia a Sassari sia a Cagliari il maggior numero di fuori corso si riscontra nelle facoltà umanistiche e in scienze giuridiche. La tendenza è meno accentuata a Medicina e in altri dipartimenti con test d'accesso rigidi. Sullo sfondo, al di là di percentuali così contrastanti, resta il perché di tanti fuori corso. Diverse le ragioni. Intanto, molti di loro non figurano nel regime universitario riservato agli studenti-lavoratori. Il motivo? Sono in parecchi a svolgere prestazioni in nero pur di frequentare i corsi e riuscire a laurearsi. Si va dalle baby-sitter alle colf e ai pony express delle pizzerie sino a tecnici, meccanici, pastori, contadini, operai: tutti in ostaggio di un sommerso che li penalizza due volte. Un'altra parte dei fuori corso è formata da pendolari con difficoltà nei trasporti che impediscono di frequentare le lezioni con regolarità. Questione della quale costituisce un sotto-problema, soprattutto a Cagliari, la mancanza di alloggi Ersu per tutti gli universitari che ne fanno richiesta. Tra gli altri punti grigi, oltre alla scarsa preparazione media a livello scolastico che parecchi si trascinano dietro nei primi anni di università con ovvii contraccolpi nel rendimento in facoltà, c'è infine un dramma sociale. L'impossibilità da parte di molti genitori cassintegrati, disoccupati o che hanno perso il posto di lavoro all’improvviso di garantire il pagamento costante delle tasse. E quindi di permettere ai figli universitari di rispettare anni e tempi prefissati per gli esami.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Il rettore Melis:
«Numeri sbagliati, c’è una flessione»
 
Quei numeri, secondo l’ateneo di Cagliari, non solo non sono corretti: falsano i dati in controtendenza emersi in questi ultimi anni. Dall’università ricordano infatti come, anche durante l’inaugurazione del più recente anno accademico, il rettore avesse indicato la percentuale del 43,6% per i fuori corso del 2013, stesso anno di riferimento della graduatoria del “Sole”. Quello relativo a questi studenti è fra l’altro un dato in costante flessione, spiega adesso Giovanni Melis. Che aggiunge: «Resta una percentuale certamente importante, sulla quale stiamo lavorando, ma non ha di sicuro le dimensioni indicate». Gli uffici dell’università di Cagliari stanno prendendo contatto con l’Anvur - «che risulta aver fornito la percentuale sbagliata» - per comprendere la natura dell’errore commesso: perché «anche nell’Anagrafe degli studenti d’ateneo figura una percentuale molto più contenuta».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
IL RETTORE MASTINO
«Per ora molti punti di tenuta forte»
 
Il rettore dell'ateneo sassarese, Attilio Mastino, chiaramente è preoccupato per il mancato rispetto dei tempi da parte di troppi studenti. Ma tiene a sottolineare che per ora ci sono comunque forti punti di tenuta. E, sul piano finanzario per l’ateneo, spiega il perché. «Il calcolo del fondo 2014 non si discosterà molto da quello del 2013 – puntualizza – E un eventuale taglio non potrà superare il 3,5%. Il nostro bilancio di previsione - approvato in pareggio a dicembre - è già su questa linea». «In realtà non ci saranno così riduzioni rispetto al 2013: perché il costo standard per studente si limiterà quest'anno al 20% della quota base», sottolinea ancora. Non solo: «Alla base del 75% calcolata sulla spesa storica si sommano una quota premiale, prevalentemente sulla ricerca, del 18%, dato per Sassari discreto, e un intervento perequativo del 2,5% per Medicina ex Policlinici e per il disagio socioeconomico». E l'ultimo dato dovrebbe avvantaggiare Sassari. Non è però finita qui. Per il rettore sassarese, infatti, «risulta evidente che l'ateneo dovrà con rapidità migliorare le performance della didattica e aumentare il numero degli iscritti, perché il costo standard per studenti è destinato in futuro a essere l'indicatore principale per il calcolo del Fondo ordinario». Proprio per queste ragioni dall'università dell'isola sono partite di recente iniziative tese a rendere più attrative le università sarde e a far arrivare da noi ragazzi e ragazze di altri Paesi. «Una è quella avviata di recente con la Fondazione Banco di Sardegna che farà iscrivere gratuitamente nei nostri corsi gli studenti del Maghreb», ricorda a titolo esemplificativo Mastino.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Ebola, annunciate contromisure più efficaci
A Cagliari il super-esperto tedesco: «Stiamo sperimentando un altro vaccino per arginare l’epidemia»
 
CAGLIARI È stata avviata nei giorni scorsi una sperimentazione clinica di fase 1 di un nuovo vaccino anti-Ebola, che si svolgerà inizialmente in Germania, ma una volta accertata la sua non tossicità, coinvolgerà anche pazienti non europei. Lo ha annunciato ieri mattina a Cagliari Stephan Becker, uno dei massimi esperti nel settore della ricerca e dello sviluppo dei farmaci antivirali.
Lo specialista, come ha reso noto l’ufficio stampa della università di Cagliari, è intervenuto alla Summer School «Innovative approaches for identification of antiviral agents». Dove l’iniziativa è stata organizzata appunto dall'ateneo sardo. Stephan Becker dirige l'Istituto di virologia dell'università Philipps di Marburg, una struttura nella quale in questa fase si sta sperimentando il vaccino con il quale si spera di arginare in qualche modo la terribile epidemia. Lo studioso ha fatto il punto circa il devastante quadro della diffusione del virus, oltre che sulle ripercussioni che questa tragedia sta provocando in questo momento in molti Paesi. E, prendendo posizione sulle contromisure in atto, ha ribadito che «la situazione in Africa è non solo drammatica ma potenzialmente destabilizzante». Becker ha quindi affermato che è urgente un intervento più articolato di quello attualmente messo in campo per contrastare l'avanzata del virus. Lo specialista ha infine descritto i diversi bersagli virali, oggi al centro di uno sviluppo di piccole molecole ad azione antivirale, quali le proteine virali VP30, da lui studiata, e VP35, presi in esame dai gruppi di ricerca guidati da Enzo Tramontano e Elias Maccioni, docenti del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'università di Cagliari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 25
L’Ersu non replica: «Va avanti il bando per il campus»
Il sindaco ha proposto come sede la caserma La Marmora
All’ente di via Coppino è già quasi pronta la graduatoria
di Paoletta Farina
 
SASSARI La notizia è arrivata come una doccia gelata nel palazzo dell’Ersu. Dove non si fanno commenti ufficiali al progetto spiazzante del sindaco Nicola Sanna di dare sede al campus universitario nella caserma La Marmora. L’unica dichiarazione che filtra dalla stanza del presidente Gianni Poggiu è che nell’ente di via Coppino si continua lavorare al bando, pubblicato lo scorso 13 giugno, per l’acquisizione dell’area dove realizzare con 40 milioni di euro la residenza universitaria all’inglese, contrastata dall’amministrazione comunale che vuole invece il campus diffuso con gli studenti universitari all’interno della città. «Concluderemo l’iter del bando, perché non si può interrompere», è l’unica dichiarazione a cui il presidente si è lasciato andare. Iter che è alle battute finali. Proprio ieri a Cagliari si è tenuta l’ultima riunione della commissione tecnica, presieduta dal direttore generale dell’Ersu, Maria Assunta Serra, e composta da Manuela Abis, docente universitaria con competenze in urbanistica, Antonio Zara, dirigente della Provincia ed esperto in opere pubbliche, e Ivana Falco, esperta in procedure a evidenza pubblica. Commissione che deve stilare la graduatoria delle sette offerte ammesse alla gara: e cioè i progetti presentati dall’Immobiliare San Giacomo, dei fratelli Salis, che propone un terreno in via Budapest; Guido Clemente-Segni, con il terreno più vasto in gara, e che si trova vicino alla rotatoria per Ittiri; Cator Srl (che rilancia l’area degli ex Mulini Azzena); Francesca Chessa, Gavino Sechi (con una superficie a Funtanazza); Cism Srl, che mette a disposizione una proprietà a Caniga, nei pressi dell’Azienda Trasporti; e, infine, l’Università con l’area a ridosso del tribunale dei minorenni dopo che è definitivamente caduta l’ipotesi dell’ex Brefotrofio per motivi tecnici. La graduatoria potrebbe essere resa nota già questa o la prossima settimana in un incontro pubblico. Ma certo dopo la proposta del sindaco, l’Ersu vede un nuovo stop all’idea del campus extraurbano. Nicola Sanna, che ha nel suo passato una lunga esperienza come rappresentante degli universitari, è determinato a portare nel centro cittadino gli studenti, per creare le basi della rinascita della città vecchia e utilizzando un immobile come è la caserma La Marmora che è nella disponibilità pubblica e la cui acquisizione sarebbe a costo zero. L’Ersu aveva riproposto il bando dopo la bocciatura del progetto nelle ex Semolerie Azzena da parte del Comune, allora guidato da Gianfranco Ganau. Dopo le dimissioni anticipate di Ganau per correre alla Regione, l’Ersu aveva interloquito con il commissario straordinario Guido Sechi, e avviato un nuovo bando. Poi a Palazzo Ducale è arrivato Sanna con idee ben chiare su cosa fare.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 37
Marcia indietro, cade il black out sulle notizie
Dopo le polemiche, la Soprintendenza nomina un “coordinatore per la comunicazione”
di Roberto Petretto
 
CABRAS È durata poco la consegna del silenzio. Anzi: dalla Soprintendenza dicono che si è trattato di un equivoco, che il blocco delle informazioni sugli scavi di Mont’e Prama non c’è mai stato. Un cambiamento, di certo, lo si è però registrato: ieri mattina è arrivata la nomina di un “coordinatore per la comunicazione”, che dovrà, appunto, coordinare l’attività di divulgazione delle scoperte che, di volta in volta, saranno fatte dagli archeologi, nell’area di Mont’e Prama. Per ricoprire questo ruolo è stato scelto Massimo Casagrande, archeologo. «Il blocco delle informazioni, in realtà, non c’è mai stato – dice Casagrande –. Il testo della circolare ricordava solo che la comunicazione è di pertinenza della Soprintendenza. Ma non c’è mai stata la volontà di chiudere le comunicazioni. Anzi: si va nella direzione opposta: fornire una informazioni più puntuali e precise. Si vuole soddisfare la legittima curiosità di tutti». Di certo gli archeologi si sono trovati a affrontare un assalto al quale probabilmente non erano preparati: «Siete diventati in tanti – dice ancora il coordinatore della comunicazione, riferendosi agli operatori dell’informazione che si stanno interessando a Mont’e Prama –. C’è grande attenzione da parte di tanti mass media». Nessun blocco, quindi. Eppure la circolare della direzione regionale ha fatto discutere e creato reazioni nel mondo politico, in quello dell’informazione, tra i cittadini comuni, curiosi di conoscere quanto più è possibile sulle scoperte nell’area archeologica. Ma forse, nel “chiarimento” sul senso della circolare, ha pesato soprattutto il fatto che i partner della Soprintendenza in questa avventura hanno fatto sentire la propria voce. Università di Cagliari e Sassari, soprattutto. È stato pacatamente ricordato il contenuto del protocollo d’intesa firmato a maggio dalla Soprintendenza, dalle Università di Sassari e Cagliari, dal Comune di Cabras, dal Consorzio Uno e dalla direzione della casa circondariale di Massama. Un protocollo d’intesa che innanzitutto sancisce un rapporto paritario tra Soprintendenza e Università, che di fatto co-dirigono la campagna di scavi. E poi stabilisce che la “diffusione delle conoscenze” deve essere rivolta anche al pubblico e con presentazioni anche in corso d’opera. Quindi, così come è avvenuto sinora, anche durante la campagna di scavi. Il coordinatore assicura che il flusso di informazioni non si arresterà, ma sarà anzi più organico. Il sottosuolo di Mont’e Prama sembra possa riservare una serie di nuove scoperte anche in tempi rapidi: la nuova organizzazione della comunicazione sarà probabilmente messa presto alla prova.

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