Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Università
Dottorandi, sono i virologi
i protagonisti della Scuola
 
Ci sarà anche uno dei massimi esperti della ricerca e dello sviluppo dei farmaci antivirali, il tedesco Stephan Becker, martedì mattina alla Summer school organizzata dall'Università per la formazione di dottorandi e giovani ricercatori nel campo dello sviluppo di nuovi farmaci antivirali. Becker è direttore dell'istituto di Virologia dell'Università Philipps di Marburg: dirige uno dei pochissimi laboratori al mondo che soddisfano gli standard di sicurezza internazionali più elevati, che in questi giorni lavorano al vaccino contro il virus Ebola.
Altro relatore atteso è Giorgio Palù, presidente della Società europea di virologia e professore di virologia dell'Università di Padova, i cui laboratori testano un farmaco che blocca l'entrata del virus nelle cellule.
La scuola comincia oggi alle 19 (hotel Flamingo, Pula) con la lectio magistralis di Jan Balzarini, ma le giornate dei lavori sono dense di illustri relatori che fino al 3 ottobre si confronteranno sulle strategie nei confronti dell'avanzata del virus Ebola.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Il ministro in città
Nuovi rapporti tra Sardegna e Bielorussia
 
Il legame tra Cagliari e la Bielorussia è solido e ora si rafforzano i legami tra tutta l'Isola e la “Russia bianca”. L'aspetto più noto è la collaborazione per i soggiorni dei “Progetti Chernobyl”: anche quest'anno 150 bambini hanno potuto passare un periodo di vacanza ospiti di famiglie sarde, ma partendo da questo progetto ormai tradizionale la rete di rapporti negli ultimi anni si è consolidata in vari settori. Per rafforzarli ulteriormente, il ministro dell'Istruzione bielorusso Sergey Maskevich è venuto in visita in Sardegna e nei giorni scorsi ha avuto una serie di incontri nel capoluogo e a Sassari. A Cagliari ha avuto colloqui col presidente della Regione Francesco Pigliaru, con il prefetto Alessio Giuffrida e con il rettore Giovanni Melis. Tanti i progetti già avviati, in collaborazione con la Regione, il parco scientifico Sardegna Ricerche e l'Ateneo di Cagliari. Altre iniziative sono in atto per la formazione professionale, il turismo e la cultura, ma sono anche in cantiere pure nuove iniziative come la promozione e la divulgazione della cultura e della lingua sarda nelle Università bielorusse.
M. Z.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
FESTIVAL. Progetti di mobilità intelligente e uso del patrimonio culturale
La città diventa laboratorio Smart Cityness, un viaggio nello sviluppo urbano
 
Lo sviluppo urbano sostenibile, la rigenerazione urbana, l'innovazione sociale e tecnologica, ma anche l'autoimprenditorialità. Sono questi i temi cardine attorno a cui ruota la prima edizione del festival "Smart Cityness 2014", ideato e realizzato dall'associazione Urban Center Cagliari, che ha preso il via venerdì e si concluderà oggi a Cagliari, tra i locali del Ghetto degli Ebrei e del Chiostro della Facoltà di Architettura.
L'intento principale degli organizzatori di “Smart Cityness 2014” è provare a dare un contributo per favorire “una nuova forma di collaborazione locale, proponendo una visione innovativa del concetto di città e di cittadinanza, differenziandosi dagli altri eventi dedicati a queste tematiche nel panorama dell'offerta europea, per la volontà di coniugare le diverse dimensioni del cittadino intelligente, nel suo rapporto con spazio pubblico, cultura, mobilità, conoscenza e produzione locale”.
Tra i vari incontri pubblici previsti in calendario, ieri nella sala della Mura del Ghetto si è tenuto quello sul tema “Smart city: città come laboratorio urbano”, a cui sono stati invitati a partecipare anche i sindaci di Santander, Iñigo de la Serna, e di Cagliari, Massimo Zedda. Nel corso del convegno sono state affrontate soprattutto le questioni relative all'innovazione tecnologica e sociale, all'internazionalizzazione della città, agli investimenti nella dimensione culturale del territorio, ai percorsi e processi partecipativi, alla sinergia tra gli attori locali pubblici e privati.
All'interno del Ghetto sono state previste due zone espositive, riservate alle grandi aziende e alle startup innovative sarde. Nello stand del Crs4, ad esempio, è possibile avere le informazioni su HandyP@rking, il progetto di mobilità intelligente e innovativo, che prevede un monitoraggio dei parcheggi e che si propone di semplificare gli spostamenti di chi utilizza l'auto, facilitando la ricerca e l'utilizzo delle aree di sosta.
Per oggi, alle 17.30, nell'area meeting del Ghetto degli Ebrei, è stata organizzata la tavola rotonda su “Patrimonio culturale, le opportunità di sviluppo turistico e sociale”, a cui parteciperanno i ricercatori del Crs4 che hanno realizzato il geoportale Nurnet. Il festival “Smart Cityness” si chiuderà stasera con la conferenza finale, che inizierà alle 18.30, dove saranno presentati e premiati i lavori realizzati dai circa 60 partecipanti di Metropolis Lab, Creative Fab Lab, Communication design Lab e GeoCloud Lab, tavoli tematici inseriti nell'ambito del laboratorio di innovazione territoriale ColLabora. All'iniziativa hanno aderito anche il Crs4 e Sardegna Ricerche.
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Troppi predatori di energia
Accanto alle “rinnovabili” a Milis si riparla di nucleare e ricerca del metano
Il procuratore Mura: c'è del marcio in questa materia 
Roberto Cossu
 
MILIS Energie rinnovabili: quasi una poesia nel paesaggio di un mondo che «si sta irrimediabilmente mangiando tutto». Oppure un inferno. Soprattutto in Sardegna. «C'è tantissimo marcio in questa materia», dice il capo della Procura di Cagliari, Mauro Mura. E rovescia, o meglio chiarisce di colpo, il senso dell'incontro organizzato a Milis dal Fai. Si parla di energia in tutte le declinazioni, una serata di analisi e autoanalisi, un vagone di messaggi, critiche e proposte per la «politica». Soprattutto di competenze che si intrecciano per una narrazione a 360 gradi. Fino a quando si capisce che la criminalità - in tutti i suoi rivoli, geografia compresa - sta mettendo le mani sulla “poesia”.
Intervistato dal direttore dell'Unione Sarda, Anthony Muroni, il magistrato usa toni pacati, quasi burocratici, ma la sostanza è impressionante: «Ci sono comportamenti predatori», il saccheggio esponenziale del territorio, «ma dobbiamo fare una fatica immane per cercare di capire le fattispecie di reato». Terreno vergine, la “cassaforte” è nuova e c'è il sospetto che i mascalzoni abbiano giocato d'anticipo. Hanno capito al volo come arraffare. Mentre chi è deve controllare, bloccare e punire, è costretto ad affrontare un viluppo di regole, sentenze e contraddizioni. Una montagna, insomma. Che «apre varchi enormi all'illecito». Per dirla con Muroni, «la politica ha generato un mostro a più teste». Tra le fauci si infilano piccoli e grandi. Non è un caso che Totò Riina in una telefonata intercettata parli di una mafia che «si dedica ai pali della luce».
Discorso nazionale, ma Mura fa capire che «soprattutto» la Sardegna è nel mirino. Una nuova variante del “prendi-i-soldi-e-scappa”. Tutto semplice, chi non verrebbe attratto se per un impianto, fra incentivi e altro, «in 4 o 5 anni recupera l'intero capitale investito?». Si mette su un “fotovoltaico”, si sistemano le serre (un pretesto, una maschera, nel giro di due anni scomparirà tutto) e niente problemi di mercato e globalizzazione. Persino le banche sono ben disposte, e con ragione. «Una vacca grassissima». Per la quale «nel nostro territorio gli imprenditori sardi sono solo la foglia di fico».
Il sardo fa la domanda perché solo lui può farla «e poi trasferisce la società ad altri» che ramazzano il guadagno. «Più facile di così». Non resta che tornare «da Napoli o dalla Sicilia» o da altrove per ritirare i soldi. Si intende che nel frattempo, magari in buona fede, «si complica la normativa». Che attira anche le multinazionali. Per costruire appunto «serre che non producono nulla». Giusto qualche rosa che compare, per poche ore, nei negozi cagliaritani. Al termine della drammatica descrizione, una sensazione: sì, la storia culminata in Mani Pulite si ripete, «ma sento che le cose stanno cambiando», dice Mura: «Ho visto una straordinaria attenzione dell'opinione pubblica sulla vicenda dei vitalizi dei consiglieri regionali. E la stampa ha fatto un grande lavoro», ma la preoccupazione resta. Si aprono praterie per una rapacità che si coltiva tra faccendieri, politici e criminali.
Intanto, al di là della coltre nera, c'è da spiegare, e spiegarsi, che cosa vogliamo dalle rinnovabili e come la vogliamo. Tenendo sempre conto che l'Isola ha un surplus di produzione di energia del 42,9 per cento, come ricordano un po' tutti e fra questi il geo-pedologo di Sassari Sergio Vacca (che ha collaborato all'organizzazione del convegno voluto dalla presidente regionale del Fai, Maria Antonietta Mongiu). Nella lunga serata, guidata da Nicolò Migheli, spunta un'immagine: cosa può provocare un'iniezione, una puntura di spillo, nella pelle di Gaia, ovvero il pianeta vivente, alla caccia del metano? Allusione al caso Arborea. Molti non approvano la bocciatura del progetto Saras. In omaggio al principio «un sondaggio non ha effetti devastanti sull'ambiente», parole del geologo dell'università di Sassari Giacomo Oggiano. E almeno «guardiamo cosa c'è sotto».
Paolo Randaccio, fisico dell'ateneo di Cagliari, riprende le redini del nucleare, «se non vogliamo rimanere destinati a dipendere dall'estero». Dal collega cagliaritano, Luciano Burderi, versione opposta: «Convertire alle rinnovabili è una grande opportunità». Se non altro perché «nel giro di cent'anni le energie fossili si esauriranno». Il problema è che gli impianti «si fanno dove si dovrebbe fare altro». Agricoltura soprattutto. Che invece è un'altra foglia di fico. O di cardo, tanto per alludere a Portotorres. Lo dicono in molti: «Non siamo protagonisti nelle scelte che ci riguardano». Ma «ogni apocalisse - avverte la Mongiu - ha una via d'uscita». A patto magari che «si costruisca un'opinione pubblica» guerriera.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
in breve
Master and back
 
Interrogazione di Comandini Il consigliere regionale del Pd Piero Comandini ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di ripristinare i finanziamenti previsti dal programma Master and back, per le borse di studio a favore di dottorati di ricerca e delle scuole di specializzazione. «Senza un motivo chiaro dal 2010 in poi – scrive nell’interrogazione – questi percorsi sono stati cancellati dai bandi e i finanziamenti concessi solo ai master universitari».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 19
L’università a caccia di start up
Parte il progetto dell’ateneo cagliaritano CLab per trovare i nuovi imprenditori
 
CAGLIARI I Bill Gates del futuro muovono i primi passi con in mente un bersaglio: chi azzecca l’idea imprenditoriale migliore vola a New York. Con 112 studenti al via si è aperto il Contamination lab dell’università di Cagliari. “Fatti contaminare” è lo spot del percorso di formazione avanzata creato per gli imprenditori del terzo millennio. Un mix di giovani ingegneri, informatici, economisti e letterati si mette in gioco per creare un’impresa che attecchisca sui mercati locali e nazionali. «Giovani aperti al mondo, senza preclusioni: CLab – spiega il pro rettore Paolo Fadda –. Nasce per preparare i ragazzi al confronto internazionale e alla creazione di una start up». Da qui, cinque seminari, il primo dedicato alla formazione. Il CLab dell’ateneo di Cagliari punta sulla conduzione di idee vincenti. Con cinque seminari in aula, quattro on line (web on air) con il docente-coach, una piattaforma facebook protetta. Intanto, la reputazione del Laboratorio cresce: anche l’ambasciata americana a Roma affianca il laboratorio curato dalla direzione ricerca. Il team vincitore andrà per dieci giorni a New York nel 2015 per presentare il proprio progetto agli imprenditori Usa. Dei centoventi selezionati - a maggio erano oltre 300 i candidati - otto non seguiranno il corso per concomitanze di studio. Dopo aver superato il test motivazionale, gli allievi hanno seguito la sessione estiva. «I ragazzi hanno a disposizione le strutture dell’ateneo per portare avanti le idee di impresa. Il CLab è un’opzione di crescita anche per l’ateneo e il territorio». ha detto la professoressa Maria Chiara Di Guardo, responsabile del progetto. (m.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 23
caserma lamarmora
Sanna: «Il campus Ersu? Sarà in piazza Castello»
 
SASSARI Durante la sua relazione per la Fondazione Segni sembrava un po’ averla buttata là. Ma il macigno lanciato nello stagno era invece ben calibrato. Per colpire in pieno il bando Ersu in corso di svolgimento da qualche mese per determinare l’area in cui costruire il nuovo Campus universitario. Campus che per Sanna può finire in un posto solo: la caserma Lamarmora in piazza castello. Che, spiega: «È entrata per il 50 per cento nelle disponibilità del Demanio». Seimila metri quadri in pieno centro che l’esercito non usa più e a cui il Comune è sicuro di poter accedere sia per vie brevi (la classica concessione di 99 anni) sia in forma definitiva (i beni statali dismessi dal demanio dovrebbero passare alla Regione che poi li gira ai Comuni, anche se non sempre la cosa è così lineare e scontata). A cui Sanna vuole aggiungere l’altra metà. «Tratteremo con l’esercito, e ci faremo dare tutta la caserma. E lì metteremo la residenza universitaria per gli studenti. I posti letto non mancano, ci sono due cortili. Per la mensa si convenzionano attività locali. Per il verde si collega il sistema delle valli. A un passo c’è il Verdi per le assemblee. Insomma, un campus diffuso». Progetto di cui è difficile calcolare tempi e costi. Anche perché, a quanto si è detto fino ad ora, i 40 milioni (20 della Regione e 20 di fondi europei) sono vincolati a un progetto ben preciso di Campus, non urbano e diffuso ma all’inglese. Quello su cui l’Ersu sta lavorando con un bando arrivato all’ultimo metro. Su cui Sanna non metterà bocca. «Ma quando verranno in Comune per chiedere la variante urbanistica necessaria – sottolinea duro – semplicemente dirò che non siamo interessati a portare gli studenti fuori città. Per quanto mi riguarda il Campus si farà in piazza Castello. Lo considero un progetto strategico per la città, e non permetterò certo a un ente di decidere le linee di sviluppo urbanistico di Sassari». La trama si complica insomma. E per l’Ersu, che già si è vista affondare dal Comune il progetto Semolerie, si annuncia l’ennesimo clamoroso stop.

Questionnaire and social

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