Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 28 - Edizione OR)
«Basta con i cervelli in fuga, abbiamo deciso di restare» 
NUORO. Alla notte dei ricercatori le esperienze in controtendenza
 
Dalla loro scelta di rimanere arriva un speranza di riscatto. Tra tanti cervelli in fuga dall'Isola c'è anche chi ha deciso di restare e di costruire qui il proprio futuro.
RESTARE IN SARDEGNA Una scelta di campo precisa, malgrado negli anni non siano mancate le tentazioni e opportunità per lavorare oltre Tirreno e all'estero. Ieri, i quasi cento studiosi presenti a “La notte dei ricercatori”, l'evento organizzato dallo Sportello Europa dell'amministrazione comunale, sono stati tra i protagonisti di una giornata nata per sottolineare l'importanza fondamentale della conoscenza e della ricerca per lo sviluppo del territorio. Questi i valori che i ricercatori hanno cercato di trasmettere ai tanti studenti delle scuole superiori, che in mattinata hanno incontrato nei momenti riservati all'orientamento per una scelta consapevole.
LE STORIE «Lavoro all'università da venticinque anni. La mia è stata una lunga trafila tra contratti a tempo, dottorati di ricerca e borse di studio», racconta Gianfranco Fancello, 50 anni, ricercatore nel settore Trasporti della facoltà di Ingegneria di Cagliari, «sono stato anche a Londra ma sono voluto tornare in Sardegna. Io credo molto nel mio lavoro. Anni fa ho rifiutato un contratto a tempo indeterminato con un ente per un dottorato di ricerca triennale. Il tempo mi ha dato ragione e ora sono molto soddisfatto».
L'ARCHITETTO Gianfranco Capra, 39 anni, nuorese, è invece ricercatore all'Università di Architettura di Alghero. Anche lui non ha ascoltato le sirene che lo spingevano fuori dall'Isola. «La sfida più importante è fare ricerca qui, dove tutto è più difficile, ma anche gratificante, non a Oxford», spiega il ricercatore barbaricino, «e poi, devo dire che ho anche una situazione soddisfacente dal punto di vista economico e viaggio molto per lavoro».
L'EMIGRATO In Sardegna c'è anche chi l'Isola l'ha dovuta imvece abbandonare per cause di forza maggiore. «Sono un consulente dell'Università di Modena e Reggio Emilia per la New Holland nel settore innovativo», dice Francesco Pintore, 31 anni, nuorese. «Sono partito nel 2007 da Cagliari per seguire un dottorato di ricerca. Anche il nostro è una sorta di precariato a tutti gli effetti. La mia speranza è essere assunto a tempo indeterminato in un'azienda. Ho pensato più volte di tornare in Sardegna, ma il vero problema è trovare un impiego adeguato nel mio settore».
L.U.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Corsi per semplificare le procedure degli appalti
ANCI. A Cagliari il master destinato agli amministratori ma anche agli avvocati
 
La vita dell'amministratore pubblico è complicata. «Ogni giorno», dice il presidente dell'Anci, Piersandro Scano «noi sindaci ci disperiamo nella gestione delle procedure degli appalti. C'è un problema di formazione e uno di semplificazione». Il Master in contrattualistica pubblica organizzato da Ancitel Sardegna in collaborazione con l'Anci e con il patrocinio del Sole 24Ore, punta a dotare amministratori e non solo, di strumenti utili a lavorare nella disciplina complessa degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. Tra i temi trattati nelle 27 lezioni previste (190 ore di formazione) che si terranno a Cagliari tra novembre e giugno patto di stabilità, crediti delle imprese verso la Pubblica amministrazione, legge anticorruzione e mercato elettronico della Pubblica amministrazione.
Non solo. «I partecipanti», spiega il direttore del Comitato scientifico, Ivana Falco «verranno aiutati a districarsi nella matassa dei tantissimi cambiamenti introdotti dal legislatore». Uno dei docenti, Riccardo De Lisa (Ordinario dell'Università di Cagliari), aggiunge che «il corso mira a fornire competenze agli studenti su come spendere al meglio le risorse pubbliche e private».
Il master in contrattualistica (giunto alla sua terza edizione) è a numero chiuso, assicura 24 crediti formativi per gli avvocati e la pubblicazione della miglior tesi finale nella rivista specialistica del Sole 24Ore, costa tremila euro più Iva (ne sono esenti solo i dipendenti pubblici) e si prevede che sarà frequentato per un buon 80% da dipendenti di Comuni provenienti da tutta la Sardegna. Per informazioni, www.ancitel.sardegna.it.
Roberto Murgia
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 19 - Edizione OR)
Archeologi al lavoro a Mont'e Prama per recuperare la testa del Gigante
CABRAS. Si scava intorno alla statua ritrovata due giorni fa: la terra cela altri tesori
 
La verità è ancora sotto la terra del Sinis. Le pietre cementate una sopra l'altra sono tante, ecco perché capire subito se l'ultimo Gigante ritrovato due giorni fa a Mont'e Prama ha la testa ben salda al collo non è semplice. Ieri gli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari hanno lavorato senza sosta dalla mattina alla sera, ma ancora non si intravede nulla che faccia pensare alla presenza di una pietra tondeggiante, che possa assomigliare al capo della statua.
LA SCOPERTA Si tratta di un lavoro molto delicato. A turno, gli studiosi, ma anche i quattro detenuti del carcere di Massama, spostano la terra con i piccoli pennelli per liberare l'enorme reperto incastrato al suolo. Ogni passaggio è importante proprio per evitare fratture: secondo gli addetti ai lavori presenti sul posto, in tutta la storia delle statue di Mont'e Prama, non si era mai scoperto un Gigante così ben conservato e con un'iconografia precisa e dettagliata. Sono ben evidenti le gambe, il busto, il bacino ma soprattutto l'avambraccio destro protetto dal guantone che arriva sino alla mano.
LA FUGA DI NOTIZIE Intanto, per evitare fughe di notizie e la presenza di estranei che potrebbero disturbare il lavoro degli esperti, da ieri mattina alle dodici in punto il sito è blindato. I tanti curiosi che sino a due giorni fa raggiungevano il posto con la macchina fotografica in mano, ora dovranno fare marcia indietro. Da oggi infatti le scoperte potrebbero essere sempre più grandiose: verranno aperte anche le altre tombe, circa un decina. Ma non solo: perché vicino all'ultimo Gigante ora sotto la lente d'ingrandimento, c'è anche un'altra grossa pietra che potrebbe raccontare tanto altro della storia antica. Non si esclude infatti che sia un'altra statua del Sinis.
IL TRASPORTO Intanto il Comune di Cabras è già al lavoro per capire come trasportare gli enormi reperti dalla collina di Mont'e Prama al museo civico “Giovanni Marongiu” dove a breve saranno messi in esposizione prima del restauro. «Stiamo lavorando per procurare un mezzo adatto - precisa il primo cittadino di Cabras Cristiano Carrus - Per noi è un grande onore ospitare subito le ultime scoperte». I visitatori, nella sala Cuccuru is Arrius, potranno ammirare i due enormi betili e il Gigante scoperto due giorni fa appena questo verrà liberato dalla terra. Ma anche tre teste, diverse mani, piedi, braccia, busti, bacini, parte di uno scudo e poi due modellini di nuraghe.
Sara Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Ateneo-Coni
Ginnastica per anziani, martedì un seminario
 
Aiuta a prevenire il diabete, migliora l'equilibrio, l'umore e più in generale la qualità della vita. Non si contano, i benefici dell'attività sportiva sugli over 65, tema del seminario in programma martedì alla Cittadella universitaria di Monserrato. Organizzato dall'Ateneo cittadino e dal Coni, nell'ambito delle attività della Scuola dello sport, è diretto soprattutto a studenti e laureati dei corsi di Scienze motorie, Fisioterapia, Professioni sanitarie e ai tecnici sportivi delle associazioni sportive dilettantistiche. È possibile iscriversi, fino a esaurimento dei posti, fino a lunedì inviando una mail a scuoladellosport@conisardegna.it). Introdotta dal presidente regionale del Coni, Gianfranco Fara, la mattinata sarà scandita dagli interventi di specialisti per approfondire i vantaggi che l'attività sportiva porta alle persone della terza età. Il pomeriggio sarà invece dedicato a docenti e gestori del progetto provinciale intitolato “A chent'annos in salude”. (cl. m.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
Mont’e Prama, uno dopo l’altro: ecco un nuovo gigante
L’annuncio dell’archeologo Zucca in un incontro ad Alghero
La statua è identica a quella venuta alla luce 2 giorni prima
di Antonio Meloni
 
ALGHERO Il sottosuolo di Mont’e Prama restituisce un altro prezioso tassello dell’immenso puzzle sepolto da ventisette secoli nelle viscere della terra. Ieri pomeriggio gli archeologi impegnati nella nuova campagna di scavo hanno ritrovato un’altra statua, uguale a quella riportata alla luce proprio nei giorni scorsi. La straordinaria scoperta è stata rivelata ieri dall’archeologo Momo Zucca intervenendo ad Alghero, nel dipartimento di architettura, al convegno promosso per presentare il volume “Giganti di pietra”. Le notizie, ancora scarse e frammentarie, descrivono una scultura, la trentunesima, del tutto somigliante a quella riportata alla luce giovedì e raffrontata con il bronzetto di Cavalupo a Vulci: «Una statua gemella – dice Zucca – con una serie di elementi riconducibili a quella rinvenuta l’altro ieri». Un altro eccezionale ritrovamento che, al di là del comprensibile entusiasmo, solleverà una serie di questioni se è vero, come sostiene Raimondo Zucca, che Mont’e Prama cela ancora numerosi segreti. Al di là delle questioni accademiche legate alla datazione, alle somiglianze e al significato ancora tutto da indagare. «Sarà forse necessario – continua Zucca – cominciare a ripensare a una nuova musealizzazione che garantisca adeguata fruibilità di questi preziosi reperti». Ma le sorprese non sono ancora finite, infatti, di pari passo, prosegue il meticoloso lavoro d’indagine scientifica dell’équipe di bioarcheologi guidata da Salvatore Rubino dell’università di Sassari. Sui resti umani rinvenuti nella necropoli, sotto il deposito di statue, gli specialisti avrebbero rilevato particolari di assoluto interesse. Sembrerebbe, come ha accennato Zucca, che uno dei defunti esaminati dall’équipe del professor Rubino abbia subito una scarnificazione perché le ossa risultano ricomposte in modo parziale e dai resti mancherebbe perfino una mano. Gli individui sepolti nella necropoli, inoltre, sarebbero tutti di sesso maschile, di età postpuberale, non anziani, dunque, e solo uno risulta essere appartenente a una donna. Notizie straordinarie, ma parziali che naturalmente dovranno essere integrate da ulteriori rilievi e altrettante indagini. La sensazione che si respira a Mont’e Prama è che le sorprese siano solo all’inizio e che la nuova campagna di scavo, ripartita nei mesi scorsi sotto il coordinamento delle Università di Sassari e Cagliari e della Soprintendenza cagliaritana, sarà presto foriera di altre notevoli scoperte. Ulteriore testimonianza del grande interesse con cui la gente segue le vicende dello scavo è il tutto esaurito registrato ieri nel dipartimento di architettura di Alghero in occasione della presentazione del volume pubblicato da Fabula, la casa editrice diretta da Enrico Clemente. La sala in cui si è svolto il convegno, moderato dall’architetto Vanni Maciocco, presente, oltre all’archeologo Raimondo Zucca anche l’editore e lo storico Guido Clemente era letteralmente straripante. Non resta che attendere nuovi particolari dell’ultimo ritrovamento con la speranza che il nuovo “colossoi” riservi altre rivelazioni capaci di sfoltire la cortina di mistero che ancora avvolge le statue.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 38
L’Isre ci ripensa: i musei restano aperti al pubblico
La chiusura era stata annunciata a partire dal primo ottobre per carenza di fondi
Il presidente Murgia: l’istituto farà uno sforzo, con la Regione ora dialogo aperto
 
Il Sieff (Sardinia International Ethnographic Film Festival) è l’evento che ogni due anni attira a Nuoro esperti e registi del cinema antropologico ed etnografico e un pubblico numeroso. La 17esima edizione, in programma dal 20 al 27 settembre, in un primo momento era stata cancellata per la crisi finanziaria dell’ente, ora si apprende che è stata rinviata, dunque potrebbe ancora svolgersi nel corso del 2014. I film selezionati sono 39 su 312 pervenuti alla giuria.di Paolo Merlini wNUORO Contrordine, i musei dell’Isre restano aperti. Lo annuncia il presidente Bruno Murgia: «L’Isre farà uno sforzo e terrà aperti i musei, nel frattempo prosegue la positiva interlocuzione con l'assessorato regionale alla Cultura per venire incontro alle esigenze dell'istituto, rilanciarne le attività e confermarne il prestigio. Apprezziamo molto – continua Murgia – il lavoro che l'assessore Firino porta avanti con entusiasmo, soprattutto dovendo fronteggiare la ormai nota carenza di risorse a disposizione». È passato poco più di un mese dal grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Istituto regionale etnografico, che annunciava per il primo ottobre la chiusura dei tre musei (casa Deledda ed Etnografico a Nuoro, collezione Cocco a Cagliari) per i tagli subiti dalla Regione. Insieme alla “cancellazione”, per lo stesso motivo, del Festival biennale del cinema etnografico (era in calendario dal 22 al 27 di questo mese) e «tutti gli eventi programmati». In realtà, come aveva chiarito a stretto giro di posta l’assessore Firino, non si trattava di tagli ma del meccanismo di compensazione a fronte di un disavanzo di due milioni di euro non utilizzati che l’Isre manteneva nel proprio bilancio da qualche anno. Dalla polemica si è passati nel giro di qualche settimana a una rinnovata collaborazione tra Regione e Isre, che evidentemente ha dovuto prendere atto di come il meccanismo di compensazione sia stabilito da una norma di legge e non da una scelta della giunta regionale di turno. Ma l’Etnografico avrà ulteriori fondi a disposizione per il 2014 oltre i circa sette milioni che la Regione versa annualmente? Su questo il presidente Murgia non rilascia dichiarazioni, né lo fa l’assessore Firino. Certo è che, oltre a mantenere aperti i propri musei, gli eventi cancellati – in primo luogo il festival Sieff – sono solo rinviati, come si apprende dal sito web dell’istituto, dove si legge però che «l’istituto non è al momento in grado di stabilire le nuove date». E così anche per il Video workshop che era in programma nei giorni scorsi. La buona notizia però al momento è che i musei restano aperti e che l’ente sino a fine anno non si limiterà al pagamento del personale, come aveva annunciato il mese scorso il presidente. Ed è probabile che l’intervento della Regione interesserà il settore della ricerca etnografica anche attraverso l’inserimento di nuove figure, come aveva detto l’assessore Claudia Firino: «Credo che proprio l’elemento della ricerca sia meno forte di altri. Mi ha stupito la situazione del personale, dove la figura del ricercatore sostanzialmente non esiste», aveva sottolineato in un’intervista alla Nuova.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 37
Era sana Eleonora d’Arborea? Lo rivelerà il Dna
Dalla collaborazione delle Università di Pisa
e di Sassari è nato un centro studi dei popoli
di Eugenia Tognotti
 
Se si riuscisse a localizzarne la tomba, quante cose potrebbero dirci i resti di Eleonora d'Arborea, analizzati dai paleopatologi, dagli antropologi, dai paleoimmunologi, dagli esperti di Dna antico del neonato Centro di Studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli sardi e del Mediterraneo, costituito su iniziativa di studiosi dell'Università di Sassari e di Pisa. Con i raffinati metodi d'indagine della paleopatologia e grazie alle tecnologie biomediche più moderne e allo studio del DNA antico (aDNA) sarebbe possibile ottenere una serie di informazioni su ambiente, stile di vita, malattie, episodi di stress, attività fisica, dieta, causa di morte della giudicessa, una delle figure femminili più famosi - e tra le meno conosciuti - della storia della Sardegna e dell'Italia medievale . Quanto era alta Eleonora? Le ossa e i resti scheletrici potrebbero dirci quanto era alta la nostra eroina nazionale. Se era bella o brutta. Se era aggraziata e se aveva le gambe dritte , elemento desumibile dalla curvatura delle tibie. Lo studio dei denti e l'analisi di eventuali carie dentarie , invariabilmente associate a certi cibi, potrebbero testimoniare della dieta della giudicessa e di quella della corte giudicale. E, ancora, se soffriva di malattie come l'artrosi, che com'è noto si manifesta direttamente sulle ossa . Sarebbe possibile anche appurare un eventuale trauma fisico dovuto ad una caduta da cavallo, ammesso che l'indomita giudicessa fosse incorsa in un simile incidente in uno dei suoi spostamenti nell'implacabile guerra contro gli Aragonesi. Sarebbe uno squarcio di luce anche su un pezzo di storia sarda. L'esistenza e la fine della nostra eroina nazionale - a cui si deve la "Carta de Logu" , uno degli esempi giuridici più straordinari del tempo - sono circondate da tenebre fitte. Non esiste un ritratto Abbiamo solo vaghissime informazioni circa i luoghi in cui visse, o trascorse qualche periodo, tra guerre e ribellioni, tra Castelsardo, Oristano, Cabras . Di lei non abbiamo nessuna descrizione . Non esiste nessun ritratto 'accertato' ( a parte l'immagine presente in uno dei peducci dell'abside della chiesa di San Gavino Monreale) : cosa che renderebbe difficile anche un nuovo tipo di studio fisiognomico attraverso una scansione laser tridimensionale del cranio, seguita da sovrapposizione cranio-facciale sui ritratti dell'epoca. L'indagine paleoimmunologica ci direbbe se davvero Eleonora è morta di peste .Non conosciamo neppure, con precisione, l'anno in cui morì ( tra il 1401 e il 1404) e dove. Sulla causa- la peste- sembrano concordare storici e divulgatori che , lungo i secoli, hanno riproposto, questa versione che dobbiamo accettare sulla fiducia: l'unico, labile indizio è dato dal fatto che , in effetti, un'epidemia si verificò in quegli anni nell'isola. Tuttavia, dato il terrore suscitato da quel 'castigo de Dios' - che induceva alla fuga - è difficile credere all'edificante ricostruzione fatta dagli agiografi che rappresentano Eleonora intenta a curare gli appestati. Morì di peste Ed è ancora più arduo credere che ad un morto di peste - sia pure del suo rango - siano state riservate le esequie solenni, con grande concorso di popolo, descritte dall'oratore ufficiale, Salvatore Uras, nel discorso per l'inaugurazione del suo monumento nel maggio del 1881:«Al disperato dolore degli astanti , fece eco il pianto e il cordoglio di tutta la città e l'isola ... Splendide ed affettuose furono le esequie : un'immensa folla di popolo con a capo il clero e i vescovi del giudicato ne accompagnò la salma alla chiesa primaria della città , la quale era sfarzosamente parata a lutto, con le pareti tappezzate a nero, dove vedeansi elegantemente simboleggiate le gesta e le vittorie dell'inclita eroina. Lo stendardo d'Arborea sormontava il catafalco attorno al quale apparivano effigiati molti simboli , ed erano bell'ornamento i suoi stemmi , le sue bandiere, ed altri insigni trofei , oltre un un'innumerevole quantità d'ardenti ceri. Compiutasi la sacra cerimonia, lo stendardo fu collocato per memoria insieme al cadavere nella sepoltura». La Sardegna medievale non è la Toscana dei Medici. A Firenze, le sepolture - come quelle delle Cappelle Medicee di Firenze di Firenze - le ossa, i resti scheletrici e i corpi mummificati hanno raccontato quello che si nascondeva dietro lo splendore delle vite avventurose e affascinanti di dame e grandi condottieri. I denti cariati di Maria Salviati Gli studi di un'équipe dell'Università di Pisa , diretta dal paleopatologo Gino Fornaciari - che fa parte del nucleo sassarese - hanno appurato che Maria Salviati, moglie del più celebre capitano di Ventura del Rinascimento, Giovanni dalle Bande Nere , e madre di Cosimo de' Medici, primo granduca di Toscana, soffriva di una grave malattia parodontale, con 10 denti cariati. Nei suoi ultimi anni di vita ( morì nel 1543) , la dama, rimasta vedova nel 1526 soffriva di febbri, cefalea, coliche addominali, ulcere anali e perineali e una anemizzazione progressiva, per non parlare dei danni della sifilide al terzo stadio. Un 'regalo', questo, che le mogli di capitani e soldati di ventura ricevevano frequentemente dai loro mariti di ritorno da guerre e conflitti territoriali e dinastici . I risultati hanno permesso di risolvere anche alcuni 'gialli storici' .Come quello della morte del granduca Francesco I e di sua moglie , la bellissima Bianca Cappello, che non furono avvelenati in una congiura di corte , come si è sempre sostenuto, ma morirono banalmente di malaria.
 

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