Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 - L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 19
Agenda Cagliari
SUMMER SCHOOL
 
Da domenica 28 settembre sino a venerdì 3 ottobre, nell'hotel Flamingo di Pula, si terrà la seconda edizione della Summer School “Innovative approaches for the identification of novel antiviral agents”, iniziativa per la formazione di dottorandi e ricercatori. Tema centrale dei lavori di quest'anno l'esigenza di elaborare e sviluppare farmaci più efficaci e rapidi contro il virus Ebola, Hiv ed epatite C.
 
L’UNIONE SARDA
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Policlinico, neonati registrati all'anagrafe di Monserrato
 
«I nuovi nati al Policlinico di Monserrato saranno registrati direttamente a Cagliari», è stata la promessa fatta al taglio del nastro del Blocco Q, dove sono stati trasferiti i reparti di Ginecologia e Ostetricia del San Giovanni di Dio. Invece - nonostante siano passati dieci mesi - la possibilità di scrivere «nato a Cagliari» sui documenti d'identità ancora non esiste: colpa del sistema informatico della struttura universitaria, che non è in grado di elaborare la richiesta, fatta già da tanti genitori.
Norme alla mano, dovrebbe essere tutto molto semplice: per il Policlinico dovrebbe valere il concetto di extraterritorialità, simile a quello che regola i rapporti tra gli Stati (un esempio ospedaliero è il Gemelli di Roma, in territorio italiano ma considerato del Vaticano), visto che l'ospedale è sì sul territorio di Monserrato, ma la sede dell'università - proprietaria della struttura - è a Cagliari. Lo stesso discorso vale per il Brotzu: l'ospedale cagliaritano è in gran parte costruito su un'area del Comune di Selargius.
«Per una carenza del sistema Sisar, i neonati vengono ancora registrati automaticamente all'anagrafe di Monserrato», racconta Gian Benedetto Melis, direttore della clinica Ostetrica. Il dettaglio non ha però avuto ricadute negative sulle statistiche delle nascite. Anzi: «A dieci mesi dal trasferimento del reparto, abbiamo registrato un incremento dei nuovi nati del 30 per cento. La media al San Giovanni era di circa 1400 bambini all'anno, mentre ora dovremmo superare i 1700. Rimane da aggiornare il sistema informatico. Dopo la nascita è possibile chiedere il “trasferimento” nell'anagrafe cagliaritana, ma sulla carta di identità dei bambini rimarrà «nato a Monserrato».
Michele Ruffi
 
L’UNIONE SARDA
3 - L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 30 - Edizione CA)
Edifici di culto
Sant'Antioco, convegno
 
L'undicesima edizione del “Convegno di archeologia cristiana”, in programma a Cagliari fino a sabato prossimo, fa tappa a Sant'Antioco. Domani, a partire dalle 15, la sala consiliare del Comune ospiterà una sessione di studi dedicata all'argomento “Edifici di culto cristiani, architettura tra isole e terraferma”.Organizza l'Università di Cagliari in collaborazione con l'Ateneo di Sassari e la Pontificia Università Teologica della Sardegna.
(s. c. )
 
L’UNIONE SARDA
4 - L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 15 - Edizione OR)
Tombaroli a Mont'e Prama
Una talpa dietro il furto?
CABRAS. Usai: solo noi studiosi eravamo a conoscenza di quella fossa
 
Casualità o i tombaroli sapevano dove scavare? Sembra infatti che chi nella notte tra domenica e lunedì ha violato una tomba nella collina di Mont'e Prama, sapesse dove andare e quindi in quale punto preciso si trovasse la fossa con sopra una lastra pesantissima coperta di terra. «Non hanno toccato nient'altro - precisa l'archeologo della Soprintendenza Alessandro Usai - ecco perché non capiamo come mai i delinquenti abbiano potuto agire con precisione. Oltretutto, la tomba non era nemmeno ancora stata aperta dagli studiosi che erano a conoscenza solo della posizione».
FUGA DI NOTIZIA A questo punto la domanda è solo una: chi ha parlato? Ma c'è anche da dire che il sito sino a ieri non è mai stato sorvegliato e il fine settimana era diventato luogo di attrazione. Quindi non si esclude che qualcuno negli ultimi giorni avesse notato qualcosa di strano. «Una spia? Non lo so - dice Usai - Ora pensiamo a mettere in sicurezza Mont'e Prama. Mi rasserena sapere che dopo aver analizzato l'interno della fossa non abbiamo trovato alcun tipo di residuo del corredo funerario». Intanto anche ieri gli archeologi delle Università di Sassari e Cagliari erano lì alla ricerca di altri tesori. Con loro, ci sono anche 4 detenuti del carcere di Massama.
I CONTROLLI Da lunedì, dalle 20 alle 8, a sorvegliare il sito ci sono due guardie giurate di una ditta oristanese. «Ancora è campato tutto per aria, nel senso che non abbiamo un contratto in mano - conclude Usai». Ma dall'Università di Sassari arrivano buone notizie: «Per i prossimi 10 giorni pagheremo noi il servizio di sorveglianza - ha dichiarato il rettore Attilio Mastino - questo per consentire agli archeologi che stanno analizzando il dna presente nella terra di operare senza problemi».
LE INTERROGAZIONI Intanto, con un'interrogazione al ministro della Cultura Dario Franceschini, la parlamentare Caterina Pes ha chiesto «quali misure intenda adottare per evitare che simili episodi si ripetano». «Istituire subito il servizio di guardiania senza aspettare un bando regionale per la creazione di una rete di vigilanza», è invece quanto chiede il capogruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale Attilio Dedoni, in un'interrogazione rivolta all'assessore Claudia Firino. Altra interrogazione dell'Irs che chiede al presidente della Regione «se intenda utilizzare il corpo Forestale per la protezione dell'area degli scavi». ( s. p. )
 
L’UNIONE SARDA
5 - L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 21 - Edizione OR)
NUORO. Dipendenti a rischio
L'Università non ha più fondi, sos della coop
 
Cinquanta lavoratori sull'orlo del baratro. Si riducono le speranze per i lavoratori della cooperativa Ecotopia che erogano servizi per il Consorzio universitario di Nuoro. Quest'ultimo non riceve soldi dalla Regione e i loro stipendi saranno pagati fino ad agosto. Il prossimo, forse, a novembre - decideranno gli equilibri di bilancio - per ora l'unica realtà è che i rubinetti sono chiusi. Insomma, sembra proprio che la clamorosa protesta inscenata lo scorso giugno abbia avuto effetti dalla vita breve. I 540 mila euro che avevano rimpolpato seppur in minima parte le casse del Consorzio, sono bastati a pagare due fatture e mezzo a Ecotopia (che ha ricevuto 200 mila euro) il restante è andato a coprire gli altri debiti pendenti nei confronti di tutta un'altra serie di creditori.
Un bel problema. «Siamo amareggiati», dice la presidente di Ecotopia Gina Loi, «e molto preoccupati. Qui ci sono padri e madri di famiglia in condizioni drammatiche. Che non solo non riescono a pagare il mutuo, ma nemmeno a far fronte alle spese minime. C'è chi vive con i prestiti delle Finanziarie o grazie all'aiuto dei genitori». Sullo sfondo un paradosso: «Mentre l'Università rischia di chiudere i battenti, anche per colpa delle istituzioni locali che non vogliono impegnarsi», conclude Loi, «l'offerta formativa cresce, alla scorsa selezione per Scienze forestali c'erano 60 candidati, e alla notte dei ricercatori che si terrà a breve le nostre eccellenze saranno in vetrina».
Fr. Gu.
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Barracciu: la vigilanza spetta all’ateneo
Il sottosegretario indica nell’università i responsabili della sicurezza e annuncia: «Tra 20 giorni il Ministero gestirà gli scavi»
di Luca Fiori
 
SASSARI «La responsabilità della sicurezza all’interno dell’area degli scavi è dell’Università, ma tra una ventina di giorni il Ministero subentrerà all’ateneo e da quel momento la vigilanza sarà tutte nelle nostre mani». Si leva un sassolino dalla scarpa il sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu, dopo gli attacchi arrivati in seguito alla razzia notturna nella necropoli di Mont ’e Prama, e ne approfitta per dare una notizia. «Più o meno tra una ventina di giorni - annuncia il sottosegretario - l’università dovrebbe concludere la sua parte per poi dare il cambio negli scavi al Ministero». Quanto accaduto i giorni scorsi per Francesca Barracciu è comunque un fatto grave. «Di cui non ci siamo disinteressati - spiega l’esponente del Pd - il nostro funzionario lunedì notte ha dormito nell’area della necropoli proprio per vigilare. Non voglio in nessun modo fare polemica - precisa il sottosegretario - ma voglio spiegare in modo preciso come stanno le cose. In modo preliminare va chiarito che questo è un fatto increscioso e che non si deve ripetere, ma la responsabilità della sicurezza è dell’Università. E lo è - spiega Francesca Barracciu - sulla base di una convenzione firmata dai rappresentanti dall’ateneo quando i lavori di scavo sono iniziati. Il Ministero dei beni culturali - aggiunge - ha più volte sollecitato la necessità di vigilare un’area archeologica preziosissima. Io stessa sono andata a Mont’e Prama per accertarmi di persona come venissero portati avanti gli scavi e quali fossero le condizioni all’interno del sito». Il sottosegretario ai Beni Culturali era stata a Cabras due mesi fa, lanciando proprio dal sito archeologico l’idea che uno dei Giganti approdasse al Quirinale. «Quando sono andata a Mont’e Prama - spiega Francesca Barracciu - l’ho fatto per garantire che gli scavi avrebbero avuto continuità. Ora diamo seguito a quelle parole. Noi, come da programma - aggiunge - abbiamo stanziato 210mila euro. Un finanziamento che servirà per continuare i lavori - aggiunge - da parte dell’impresa che l’8 agosto, quando sono state aperte le buste della gara bandita dal Ministero, ha vinto l’appalto. Il raid dei giorni scorsi non ha portato a danni irreparabili, pare non siano stati sottratti reperti, ma è gravissimo da un punto di vista dell’immagine - conclude il sottosegretario - questi fatti non si ripeteranno appena il cantiere passerà nelle mani del Ministero». E sulla vicenda ieri è intervenuta anche la deputata del Pd Caterina Pes con un’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura Franceschini per chiedere quali misure intenda adottare per evitare il ripetersi di episodi come quelli che hanno interessato il sito archeologico: «una realtà importantissima - ha detto Pes - che non può essere lasciata incustodita».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
l’assessore
Firino: «Più controllo nei siti
e due milioni per il museo»
 
CAGLIARI Un piano straordinario di scavi per riaprire i siti e valorizare le professionalità nel campo dell’archeologia, rivolgendo un’attenzione particolare ai giovani archeologi, con l’inserimento, in ogni scavo, di almeno una professionalità junior. Ma anche un servizio di guardiania per i siti archeologici. È la promessa dell’assessore regionale della Cultura Claudia Firino (foto) che all’indomani della profanazione della necropoli da parte dei tombaroli annuncia «a breve la firma dell’accordo di programma per 2 milioni e trentamila euro che consentirà di proseguire i lavori di ampliamento del museo di Cabras, la valorizzazione del complesso scultoreo in generale e la promozione a livello nazionale e internazionale». Il piano annunciato dall’assessore per gli scavi prevede invece «interventi per concretizzare una gestione efficiente dell’offerta culturale, la messa in rete del patrimonio, anche attraverso la sperimentazione di sistemi territoriali di gestione ed il potenziamento, ai fini della valorizzazione dei siti, delle Summer School. Comprendiamo le difficoltà della Soprintendenza - conclude Claudia Firino - la soluzione che abbiamo in mente prevede azioni di controllo in generale e di guardiania per i casi più urgenti. Organizzare e qualificare l’offerta culturale rimare un obiettivo primario di questo assessorato».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
Mastino: «Sorveglieremo gli scavi»
Il rettore dell’università di Sassari garantisce da subito maggiore attenzione
di Pasquale Porcu
 
SASSARI Alla vigilanza di Mont’e Prama penserà l’università di Sassari. Parola del magnifico rettore dell’ateneo turritano Attilio Mastino, da sempre attento alla conservazione e alla tutela del patrimonio archeologico sardo. «Certo il nostro impegno non può durare a lungo_ dice il rettore _ ma non possiamo certo accettare passivamente che i tombaroli possano irrompere nel sito nel tentativo di saccheggiare, distruggere, deteriorare comunque un bene così prezioso che è patrimonio di tutti. Un sito ora particolarmente vulnerabile dal momento che gli scavi sono ancora in corso e non sappiamo che cosa ci potranno riservare». «Vorrei ricordare a questo proposito– continua Mastino– che alcuni specialisti dell’università di Sassari, coordinati dal professor Salvatore Rubino, stanno procedendo nello studio del Dna di alcuni scheletri ritrovati nel sito. Ebbene, ne parlerò tra qualche ora col professor Raimondo Zucca, ma posso assicurare che finchè non avremo messo al sicuro tutti i reperti, a partire dagli scheletri, l’Università di Sassari si impegna a garantire la vigilanza notturna di quel sito».
Detto questo, il problema della tutela di quell’importante area archeologica si porrà ancora per il futuro. Secondo il professor Mastino occorre requisire subito l’area dei ritrovamenti di Mont’e Prama. «Poi- dice il rettore- la Regione sarda si deve far carico di recuperare tutta l’area curando innanzitutto l’aspetto della protezione del sito da incursioni di tombaroli e vandali. E agire facendo in modo che tutti possano vedere in quali condizioni quei luoghi siano stati visti dai Fenici e dai Romani». La cronaca di questi giorni ha scatenato un vero e proprio dibattito sulla tutela che dovrebbero avere tutti siti di interesse storico e architettonico e non solo . I problemi dovuti alla riduzione dei finanziamenti a favore della cultura da parte delle amministrazioni pubbliche rendono i recenti fatti di cronaca di Mont’e Prama drammaticamente urgente la necessità di adottare subito dei provvedimenti a tutela del patrimonio archeologico. «La vigilanza di un luogo come Mont’e Prama- osserva l’archeologo Marcello Madau_ è compito primario sul quale investire, che non può pesare sull’iniziativa singola o la generosità di un volontariato; delicato, professionale, anche rischioso: non è un caso che la custodia dei beni culturali, nei musei, preveda una vigilanza armata. Serve un lavoro retribuito che tenga conto di tutto ciò». «Si deve investire su questo lavoro, se ci teniamo a Mont’e Prama– ribadisce Madau–. Attorno ad esso scendano in campo i mille occhi dell’amore verso i propri beni comuni, consolidando il controllo e isolando ogni complicità. Ecco il grande ruolo sociale, sussidiario, del volontariato. Se Mont’e Prama è un bene comune, creiamo su di esso lavoro e tutela allargata».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
L’archeologo paga di tasca propria
Il coordinatore degli scavi Momo Zucca ha ingaggiato una guardia a sue spese
di Claudio Zoccheddu
 
CABRAS Adesso la notte non fa più paura. A vigilare sul sito di Mont’e Prama, anche quando il sole si nasconde dietro la collina dei giganti, c’è una guardia armata che presidia il sito durante tutto l’arco della nottata. Il vigilante è stato pagato dall’archeologo Raimondo Zucca, che coordina gli scavi per conto del Consorzio Uno, ma presto le spese saranno sostenute dall’Università di Sassari. L’agenzia, infatti, è la stessa che sorveglia i locali universitari di via Carmine a Oristano, dove ha sede il Consorzio. «Non sto facendo nulla di importante», ha detto ieri Zucca che pagherà di tasca la guardia giurata anche nei prossimi giorni, «gli scavi di Mont’e Prama sono un bene culturale inestimabile e la loro tutela è la cosa più importante». A dare una mano alla guardia del corpo dei giganti ci penseranno le forze dell’ordine: polizia, carabinieri, corpo forestale e guardia di finanza sono pronti a intensificare gli sforzi per evitare che si ripetano episodi come quello dello scorso fine settimana, quando una delle dieci “nuove” tombe rinvenute dagli archeologi è stata profanata da un gruppo di tombaroli. Un rischio che era stato annunciato. L’annuncio si era concretizzato nell’innalzamento di una recinzione, tra l’altro pressoché inutile perché facilmente aggirabile. Dubbi sulla sicurezza a parte, ieri a Monte Prama sono ripresi i lavori. Gli archeologi si sono concentrati sui reperti stratificati nella “discarica”, una porzione di scavo in cui in antichità venivano accumulati i resti della pietra lavorata. Quasi come se fosse una cava in cui gli scultori nuragici gettavano i giganti meno riusciti, o come se fosse l’accumulo di monumenti distrutti dopo una violenta invasione dei popoli del mare. In ogni caso, le tombe scoperte qualche tempo fa sono rimaste inviolate. La pioggia di ieri ha sconsigliato l’inizio delle ispezioni del team di microbiologi guidati da Salvatore Rubino, docente dell’Università di Sassari. L’indagine alla ricerca del Dna, o degli agenti patogeni che potrebbero aver causato la morte degli individui seppelliti nelle tombe a pozzetto otto secoli prima di Cristo, è stata pianificata sul campo ieri sera e presto verrà realizzata dagli specialisti guidati da Salvatore Rubino e coordinati dagli archeologi del Consorzio Uno. Nel frattempo, l’eco delle polemiche che hanno infiammato il panorama politico è arrivata anche sulle colline del Sinis. Le replica degli archeologi, però, è sintonizzata sul poltically correct: «Mont’e Prama è un bene di tutti e non ci dovrebbero essere divisioni nella classe politica», ha spiegato Raimondo Zucca.

Questionnaire and social

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