Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
“Processato” il cda dell'Agenzia
 
Impossibilità di funzionamento, reiterate violazioni di legge e di regolamento, gravi irregolarità omissive e contabili rilevate dal collegio sindacale, rilevanti perdite derivanti dall'attività di gestione. Sono gli elementi che il 15 luglio scorso hanno indotto la giunta regionale, su proposta dell'assessore agli ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, a deliberare l'avvio del procedimento di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione di Area. Contestazioni alle quali il presidente del cda, Giorgio Sangiorgi, professore di Psicologia del lavoro e delle Organizzazioni all'Università di Cagliari - dunque collega di Francesco Pigliaru, Raffaele Paci, Paolo Maninchedda, Francesco Morandi e Massimo Deiana - ha ribattuto punto su punto. Ma la procedura di rimozione anticipata del cda, che scadrebbe naturalmente il 16 settembre, cioè tra dieci giorni, non è stata riconsiderata, come chiedeva Sangiorgi. «Nella delibera non ci sono contestazioni specifiche e comunque abbiamo fornito tutti i chiarimenti che ci hanno richiesto», aveva obiettato in linea generale il presidente. «Ritengo che non ci siano i presupposti di legge per chiedere lo scioglimento del Consiglio e francamente alla vigilia dalla scadenza del nostro mandato non mi aspettavo un attacco di questa portata con accuse pesanti e ingiustificate», si era difeso Sangiorgi. Che non ha escluso querele: «L'azienda e per essa il suo consiglio tutelerà in maniera appropriata la sua immagine diffamata», aveva messo nero su bianco.
F.Ma.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
Le ipotesi dopo i nuovi scavi
Quando Roma cacciò i fenici dal Monte Sirai
 
Grosso modo 80 a.C.: per far sloggiare in tutta fretta le genti puniche dal pianoro, piace pensare che i Romani, potendo utilizzarne ben altre, abbiano adoperato le armi della persuasione. È andata così? Forse non si saprà mai, ma resta il fatto che in quel periodo, anno più anno meno, l'insediamento fortificato di monte Sirai, nato grazie ai fenici, si svuota. E gli indizi suggeriscono che gli abitanti si riversino poco sotto, nell'attuale area artigianale dove, guarda caso, è in corso lo studio della cosiddetta Villa Romana. Ed allora tutto quadra. Quello della cacciata dalla cittadella fenicio punica è uno degli aspetti emersi nella recente campagna di scavi, la 50esima, che l'équipe guidata dall'archeologo Michele Guirguis ha condotto con la supervisione scientifica di Piero Bartoloni, i colleghi Elisa Pompianu, Antonella Unali, Sara Muscuso, Gabriele Carenti, Rosanna Pla Orquin, l'apporto dell'Università di Sassari, del Comune, della Sovrintendente Giovanna Pietra, degli operai Ati Ifras.
Riflettori, dunque, sia sul periodo dell'abbandono nei primi anni del I secolo a.C. («Roma - spiega Gurguis - non vedeva di buon occhio quell'insediamento fortificato e strategico»), sia sull'esame di due abitazioni (la casa Amadosi e quella di tufo) abitate fra il IV e il II secolo. Hanno permesso di confermare «come la cultura punica si sia aperta ai riflessi mediterranei e al mondo greco». Lo testimoniano le coppe per bere vino con imitazioni di forme greche in vernice nera prodotta su pasta: «Fu veicolata la moda simposiaca del bere il vino alla greca», precisa Guirguis. La casa di tufo sa invece di edificio pubblico: 170 metri quadrati dedicati al commercio, alla religione o all'organizzazione amministrativa? «Ce lo fanno intuire i perfetti vani strutturati con grossi blocchi appunto in tufo bianco e la banchina sulla strada». È in questo contesto che è stata scoperta una testina in terracotta di una divinità femminile, presumibilmente Demetra. Anche la necropoli e le sepolture puniche del V secolo hanno riservato sorprese, come i piatto con occhio apotropaico, brocche decorate e altri oggetti decorati alla maniera sulcitana dell'epoca.
Andrea Scano

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