Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 September 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Architettura
«Città brutte e invivibili? C'è da cambiare la società»
La lezione critica di Jospeh Rykwert alla Summer School di Cagliari
 
L e città moderne sono brutte, tutte uguali, invivibili? Non è (solo) colpa degli architetti. «Le città sono la metafora della società. Se volete che siano migliori, cambiate la società». Non è un'auto-assoluzione, ma un potente appello al senso di comunità, al sentirsi parte di un interesse collettivo sotteso al visibile e all'invisibile del vivere urbano. Joseph Rykwert, architetto, storico e filosofo, ha 88 anni. Nato a Varsavia, formatosi nel Regno Unito, ha lavorato e insegnato fra l'Europa e gli Stati Uniti. Appassionato studioso (e traduttore) di Leon Battista Alberti, ha trasportato nel suo lavoro lo spirito dell'umanesimo. Sin dagli anni Sessanta con i suoi saggi (“L'idea di città”, “La casa di Adamo in Paradiso”, “La seduzione del luogo”, pubblicati in Italia dal 1979) ha ammonito che l'architettura è ben più che metri cubi razionalmente organizzati e/o esteticamente suggestivi. E che la storia dei luoghi interagisce con gli interessi delle comunità che li abitano.
Nell'aula magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura, a Cagliari, Rykwert parla agli allievi e ai docenti della Terza scuola estiva internazionale di Architettura, promossa dagli atenei di Cagliari e Sassari: dieci giorni di conferenze, confronto e lavoro comune. Tema: “Il territorio dei luoghi / Paesaggi Culturali”.
Racconta, Rykwert, nella sua lectio magistralis, la sua storia del rapporto tra l'edilizia e il potere, «che noi oggi identifichiamo con il danaro, ma che esiste ben prima di esso». Oggi «non c'è più un potere così da forte da rendere un dio l'architetto», come accadde a Imhotep, che costruì a Saqqara la piramide a gradoni e poi entrò nel pantheon egizio come fondatore della scienza medica. Segno che il costruire bene, per i vivi o per i morti, era già allora legato al benessere. Oggi non ci sono i faraoni. E neanche il Re Sole, che pur nel suo dispotismo costruisce a Versailles una reggia aperta, «un luogo per il pubblico». Oggi, argomenta Rykwert, l'edilizia è al servizio del potere politico ed economico nel cancellare - secondo la lezione thatcheriana - l'interesse della società a favore di quello privato. «Oggi le grandi società internazionali consumano il territorio innalzando di gran fretta edifici colossali di pessima qualità, che crollano prima che qualcuno li abiti. O immensi centri commerciali che restano vuoti», tuona, per quanto può farlo, questo anziano signore gentile. Scorrono, sul duplice schermo alle sue spalle, immagini della Cina capital-comunista. Ma anche quelle di Londra e del London Eye, simbolo del turismo di massa, «questo consumatore di energia». Centotrentacinque metri d'altezza e molte tonnellate di cemento in fondo al Tamigi, la ruota panoramica sorge davanti alla County Hall eduardiana, che era sede del Greater London Council, il parlamento metropolitano: abolito da Margaret Thatcher perché si opponeva alle sue politiche liberiste. Il Palazzo Municipale, privatizzato, ospita un hotel e un acquario.
Rykwert parla a voce bassa, in italiano. Non è trascinante come Francesco Venezia, che ha aperto la Scuola estiva. Né ha il fascino travolgente di Alberto Campo Baeza, che la chiuse l'anno scorso fra gli applausi. Ma agli studenti che la notte prima non hanno dormito per concludere i progetti avviati nei laboratori; ai futuri architetti che hanno esplorato ipotesi per recuperare il legame di Cagliari con il suo porto o le saline del Molentargius, il maestro Rykwert ha consegnato una lezione cruciale. Nell'era delle archistar, che innalzano in aree sottratte alla normale pianificazione urbanistica monumenti al potere finanziario avulsi dal contesto (che si chiamino ironicamente Gherkin o pomposamente Shard) in questa era di apparente potenza, gli architetti sono sempre più deboli. Ridotti spesso al ruolo di professional designer, decoratori di volumi. Visione nera, se non fosse che Rykwert crede nella politica dal basso. Nella resistenza organizzata. E nel dovere civile degli architetti di coinvolgere le comunità. Per costruire - come scrive ne “La seduzione dei luoghi” - ambienti «che la gente possa abitare e di cui possa appropriarsi senza farsi violenza».
Daniela Pinna
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Università
A scuola di creatività
per fare dell’edilizia
architettura sostenibile
 
«D 'accordo con Rykwert: abbiamo le città che ci meritiamo. E il punto debole, ma anche cruciale, oggi, sono le periferie». Antonello Sanna è il direttore del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell'Università di Cagliari. Se, come ha ricordato Rykwert, «l'architettura è l'edilizia che è capace di raccontare le storie», si può ben dire che Sanna è impegnato da decenni nell'impresa di trasformare in architettura l'edilizia sarda. Per mettere rimedio alla cattiva qualità di città cresciute in fretta e male, martoriando i centri storici e divorando le campagne. «Ma attenzione: questo profluvio di quantità è stato anche vissuto come riscatto da scarsità millenarie. Non possiamo demonizzarlo. Non serve un atteggiamento estetizzante».
Riqualificare l'inqualificabile, rendere città e paesi vivibili anche in termini di risparmio energetico e sostenibilità è la sfida dei futuri architetti. Che progettino urbanizzazioni o edifici, nuove costruzioni o restauri. Che lavorino in studio o nei Comuni. «Settore cruciale, la tecnostruttura pubblica, che se non è messa in condizioni di lavorare bene diventa un freno». Dalla collaborazione fra Dipartimento di Architettura e Comune di Carbonia è nato il progetto Carbonia Landscape Machine, Premiato nel 2011 dal Consiglio d'Europa. «Ma che si può fare, se lo Stato taglia e i privati affondano? «Tanto. Molte risorse in passato sono state sprecate in modo inaccettabile. Puntiamo sulla creatività». (d. p.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Incertezze sugli alloggi, i fuori sede “occupano” l'Ersu
 
Un blitz negli uffici dell'Ersu in corso Vittorio per chiedere certezze sugli alloggi. Gli studenti del Collettivo Universitario Autonomo ieri mattina hanno occupato la sede dell'ente universitario per pochi minuti, il tempo sufficiente però a ottenere un colloquio con il presidente Antonio Funedda, disponibile a un faccia a faccia molto schietto e informale con i manifestanti. I ragazzi hanno espresso preoccupazione in vista del prossimo primo ottobre, giorno in cui avverranno le assegnazioni definitive delle camere nelle case dello studente. «Oltre il 50 per cento dei richiedenti resterà senza una stanza», spiega Nicola Piras, membro del collettivo. «Ci sono 130 posti letto in meno rispetto al 2012, non sono più disponibili 40 stanze singole del College in via Cadello e non sappiamo ancora quando riaprirà la struttura di via Roma».
Il numero uno dell'Ersu non ha potuto che confermare i disagi. «Ma non si tratta certo di un'emergenza, la carenza di alloggi è un dato assodato. Stiamo cercando di fare il massimo e ridurre i disagi con i fondi a disposizione. La struttura di via Montesanto potrebbe presto accogliere 60 studenti in più, quella di via Roma invece sarà pronta, a meno di imprevisti, il prossimo anno. Ma soltanto con il completamento del campus potremo soddisfare tutte le richieste».
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 44 - Edizione CA)
Effetto studenti
È un costo aggiuntivo per inquilini fuorisede
 
Se riformare scuola e università è essenziale per garantire al Paese una strada verso il futuro, dice Renzi, «altrettanto essenziale è rendere praticabile il diritto allo studio», rispondono gli studenti. A cominciare dalle case. Quest'anno, a complicare la situazione si è aggiunta la Tasi che, secondo l'Udu (unione degli universitari) rappresenta un ulteriore peso economico per le famiglie dei fuorisede.
UN ESEMPIO A Sassari uno studente in affitto deve pagare 80 euro, mentre un fuorisede dell'università di Cagliari 42,50 euro. E questo perché, nella discrezionalità delle decisioni delle amministrazioni, Sassari ha stabilito per gli inquilini una quota Tasi del 30%, mentre Cagliari si è fermata al 15%. «Non saranno costi esorbitanti, ma quando l'affitto di una stanza incide ogni anno per almeno 3.000 euro, l'aggiunta della Tasi fa la differenza», afferma Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale Udu.
L'IDEA Dopo l'analisi, la proposta. «I comuni potrebbero evitare di far pagare questo costo ulteriore ai fuorisede». Alle critiche alla Tasi si unisce anche l'associazione proprietari case e immobili. «Questa tassa è solo formalmente collegata ai servizi comunali, ma è una patrimoniale», sottolinea il coordinatore regionale Stefano Tolu. «Si propone quindi di rendere stabile l'esenzione della Tasi per le prime case evitando in tal modo la reintroduzione camuffata dell'Imu sulla stessa». ( ma. mad. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 42 - Edizione CA)
Sassari
Diagnosi tumori
 
Da qualche giorno, a Sassari, stanno sperimentando l'esame con la Pet-Tc, strumento d'avanguardia. Risultato importante quello raggiunto dall'unità di medicina nucleare dell'Aou di Sassari, diretta da Angela Spanu. La nuova strumentazione, attiva da martedì, unirà il lavoro della Pet con quello della Tc, una sorta di Tac di ultima generazione che permetterà di stabilire la sede dei problemi e la diagnosi precoce di tumori. «Risultato possibile grazie alla collaborazione di tanti» ha detto il direttore generale Alessandro Cattani, per un macchinario che vale 1 milione e 800 mila euro, acquistato con fondi regionali e il contributo dell'Università . ( a. br. )
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Cus Cagliari e Cusi
Borsa studio e torneo per ricordare Lilli Coiana
 
Un torneo di pallacanestro femminile ai massimi livelli, una borsa di studio, un accordo a sostegno del percorso di formazione degli specializzandi in medicina. Sono le iniziative, avviate da Cus Cagliari e Cusi per ricordare Leonardo Lilli Coiana, medico sportivo, presidente del Centro Universitario Sportivo Italiano e vice presidente del sodalizio universitario cagliaritano, scomparso nel febbraio scorso all'età di 76 anni.
Si comincia , oggi e domani a Sa Duchssa, con il quadrangolare che impegnerà, oltre alle padrone di casa del Cus, anche le vice campionesse d'Italia del Passalacqua Ragusa, la Saces Mapei Dike Napoli e le spagnole di El Pajariel Bembibre. Il torneo, al quale parteciperanno i diversi settori giovanili del Cus Cagliari, si aprirà alle 17.00 con un video inedito sulla figura di Coiana, pioniere delle discipline mediche e sportive in Sardegna, coordinatore sanitario di 8 Olimpiadi (da Città del Messico '68 a Barcellona '92) e di quaranta Universiadi in giro per il mondo. (cl.m.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 31
Il Banco frena la cessione
il Comune vota l’esproprio
Sardaleasing, capopool dopo il crac della Fondazione Monte Tabor di Don Verzé,
non ha ancora dato il via libera per l’acquisto da parte della Qatar Foundation
 
«Il nostro è un atto di supplenza, prendiamo il posto di chi non ha ancora fatto il proprio dovere». Gian Piero Scanu, parlamentare e consigliere comunale del Pd, protagonista riconosciuto fin dall’87 (allora sindaco) della vicenda San Raffaele e oggi della nascita del nuovo ospedale, sferra un attacco senza mezzi termini che richiama senza fare nomi le prime file del Pd rappresentate anche al vertice della Fondazione Banco di Sardegna. «Il Qatar ha nella sua disponibilità l’edificio dell’ex San Raffaele ma non i terreni. Il Banco di Sardegna e Sardaleasing non hanno dato una risposta. Parliamo di una zona agricola che il Comune di Olbia ha trasformato in area G, esclusivamente per servizi ospedalieri, servizi di primario interesse pubblico. Cosa aspettano – ha incalzato Scanu –, cosa vogliono ottenere in quell’area questi due istituti di credito? Questa oggi è la nostra risposta. Queste due banche possono impedire quello che vogliono la Sardegna, l’Italia, il Vaticano? Qui non parliamo di un casinò, di una bisca o di fabbriche che inquinano, ma di un ospedale e di un centro di ricerca. Ma si vergognino, approfittano di Olbia in ginocchio dopo l’alluvione». Il parlamentare conclude: «Non facciamoci prendere in giro». (gpm)OLBIA Il Comune lancia la sfida al Banco di Sardegna: se non volete vendere il San Raffaele, noi lo espropriamo. Così, alle 15, i 25 consiglieri comunali in aula hanno votato per l’avvio delle procedure di acquisizione delle aree di pertinenza delle struttura: 72mila metri quadrati. La motivazione prestata dalla burocrazia per una decisione così forte è: «dare maggiore celerità al procedimento». La ragione tecnica e politica è di ben altro tono e scaturisce dalle lotte politiche che s’intrecciano nella vicenda dell’ex San Raffaele e delle aspettative sul nuovo piano sanitario regionale. Ma il rallentamento del Banco e di Sardaleasing viene ora stoppato con un vincolo per gli stessi alla cessione del San Raffaele e delle aree annesse imposto dalla procedura di esproprio. Il rischio. Il punto oggi è: se Qatar Foundation Endowment non avrà in tempi rapidi la disponibilità del compendio per dare corpo all’investimento, il progetto rischia di saltare. «Ma non ci faremo fermare», è il messaggio lanciato dall’assemblea civica, presente la delegazione dei tecnici del Qatar guidata da Lucio Rispo, che ne è il portavoce e rappresentante, al quale si deve la trattativa con lo Stato italiano, la Regione sarda e il Comune di Olbia. E che ribadisce: «Ce la metteremo tutta per fare in modo che le promesse fatte a voce e su carta siano rispettate per potere rispodere nel modo migliore a tutte le aspettative». Il freno. Il rallentamento dell’operazione nasce dal ritardo della Sardaleasing nell’assenso alla vendita. La banca è capopool degli istituti creditori (Banca Intesa, Unicredit, Mediocredito) che nel fallimento della società San Raffaele Monte Tabor (Don Verzé) hanno acquisito titolo sulla proprietà immobiliare. Quindi devono dare il proprio parere alla vendita. Gli altri istituti hanno dato il via libera. La Sardaleasing ancora non ha deliberato, benché il presidente Franco Rabitti, il 10 agosto scorso, abbia comunicato al Comune di Olbia l’accettazione da parte delle altre banche. Un preavviso di disponibilità che ora Comune e Qatar Foundation potranno quasi certamente far valere come titolo di possesso per coprirsi le spalle. Scenari. In lontanza e al momento sul piano del tutto ipotetico, si possono prevedere scenari da conflitto internazionale. Se Banco di Sardegna-Sardaleasing decidesse di opporsi al procedimento espropriativo si potrebbe prevedere un contenzioso tra la banca sarda e il Qatar non esattamente equilibrato sul piano amministrativo e finanziario. La proroga. La società Innovation Arch Sarl, con sede in Lussemburgo, interamente controllata dalla Qatar Foundation Endowment, cofirmataria dell’Accordo di programma stipulato con la Regione il 28 agosto, ha intanto chiesto l’altro ieri la proroga dei termini per il completamento e l’ulteriore sviluppo del complesso ospedaliero sino al 30 dicembre 2019. I tecnici hanno inserito alcune modifiche progettuali nella struttura centrale e disegnato le opere di perfezionamento dei servizi sportivi e sanitari complementari. La stessa società, con la delibera varata ieri, si è impegnata a coprire tutte le spese di esproprio e eventuali contenziosi. In gioco ci sono i 30 milioni per l’acquisto dell’ospedale e 3.8 milioni per l’acquisto dei 72.838 metri quadrati (28mila dei quali destinati a parcheggio) e 2500 già di propietà comunale (ceduti dalla società Cescana che ne era titolare con una convenzione del 2010) destinati alla viabilità. Il dibattito. La scelta dell’amministrazione cittadina è un atto politico forte nel confronto con la banca ma è anche una rappresentazione con la schiena dritta della propria scelta nei confronti di chi ancora si oppone al progetto. Lo hanno detto senza mezzi termini il sindaco Gianni Giovannelli quando ha parlato di «livelli che ancora non ci sembrano sufficientemente attivi» e dell’ombra di chi ancora potrebbe «fare il gioco delle tre carte», e lo ha detto più volte il presidente dell’assemblea civica Vanni Sanna. Allo stesso modo si sono pronunciati i gruppi politici, che poi hanno votato all’unanimità sia la variante per i parcheggi e sia la procedura d’esproprio. (gpm)
 

Questionnaire and social

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