Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 August 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 11 - Edizione CA)
Bufera su Schettino
Il coro: «Vergogna». I pm furibondi
CONCORDIA. L'ex comandante in cattedra alla Sapienza
 
ROMA Smessa la divisa, per un giorno Francesco Schettino ha vestito i panni del docente in un seminario universitario dedicato alla «Ricostruzione dell'evento critico della Costa Concordia». Una presenza, quella del Comandante della nave schiantatasi il 13 gennaio del 2012 sugli scogli delle Scole al Giglio, che suona come una beffa.
«Schettino che insegna la gestione del panico? È come se La Sapienza avesse chiamato Dracula a tenere un corso sull'anemia» ha commentato ironicamente il capo della protezione civile, Franco Gabrielli.
Il fatto risale al mese scorso, è accaduto il 5 luglio nell'ateneo romano la Sapienza, ma è venuto fuori soltanto in queste ore, con un clamore che non stupisce. La procura di Grosseto ha deciso di acquisire tutta la documentazione, audio compreso, della lezione in questione per verificare eventuali dichiarazioni di interesse per il processo in corso.
«Il mio è stato un intervento tecnico sulla scorta delle mie conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio» ha spiegato Francesco Schettino, attraverso i suoi legali che denunciano una «campagna mediatica volta unicamente a denigrare». Ma la credibilità del Comandante della Costa Concordia è seriamente compromessa da tempo e le sue spavalderie, dal post naufragio al White Party di Ischia, non hanno certo contribuito a un recupero di immagine. Ora in caduta libera la reputazione di Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense che ha reclutato l'ex comandante. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha definito «sconcertante» l'episodio.
Intanto a bordo del relitto della Costa Concordia è stato trovato un teschio, ma non è detto che si tratti dei resti del cameriere indiano, unico ancora disperso. Al via accertamenti sul Dna.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 39 - Edizione CA)
«Il museo Nivola non è al capolinea»
ORANI. L'assessore regionale Firino rassicura dopo l'annuncio della possibile chiusura
 
«La Sardegna non perderà le opere di uno dei suoi artisti più illustri e geniali. La Regione sta facendo la sua parte, alla ricerca di una soluzione per tenere aperto il museo di Orani ed entrerà al più presto in contatto con gli eredi Nivola per evitare ogni ipotesi di perdita delle opere nel futuro». L'assessore regionale della Pubblica istruzione Claudia Firino rassicura sul futuro del museo e smorza l'allarme lanciato dal presidente della Fondazione Nivola, Giulio Chironi. «I fondi regionali - 120 mila euro contro i 250 mila degli anni passati - sono finiti. Bastano per sei mesi, siamo riusciti a reggere il settimo mese. Ora andiamo avanti con un contributo straordinario della Fondazione Banco di Sardegna. Ma a metà settembre, senza altre risorse, chiudiamo», ripete ieri Chironi.
«Sa bene il presidente della Fondazione Nivola, con cui ci siamo incontrati poche settimane fa - dice Claudia Firino - che siamo sensibili al tema e non stiamo perdendo tempo. Come per tutte le altre situazioni che abbiamo ereditato in stato di sofferenza o sotto minaccia per via dei tagli, stiamo vagliando la possibilità di attingere da altre fonti di finanziamento, fondi europei in primis, in quanto sgravati dal patto di stabilità. Inoltre, siamo molto attenti alle contrattazioni che stanno avendo luogo in ambito europeo sulla prossima programmazione relativa alla cultura, in modo da avere accesso alle più ampie fonti di finanziamento. Certo è che in un momento di crisi la razionalizzazione delle spese è un imperativo non ovviabile».
Secondo Firino «è verosimile riuscire ad attingere in maniera trasversale da diversi obiettivi della programmazione europea sebbene l'intervento della Regione non possa limitarsi a finanziare gestioni o progetti, ma debba concretizzarsi soprattutto in atti di programmazione, indirizzo e regia, prevedendo attività di sostegno per la crescita del settore». L'assessore annuncia un cambio: «Finora si è proceduto a macchia di leopardo, finanziando in maniera diversa esperienze simili, senza omogeneità né certezza. Questa situazione cambierà presto. Paghiamo la mancata applicazione della legge regionale, l'inesistenza di un Piano triennale e di una programmazione capace di trainare un comparto che, per le ricchezze di cui la Sardegna è dotata, dovrebbe essere uno dei volani di sviluppo». Firinu annuncia la realizzazione del Sistema regionale dei musei con l'avvio della procedura per la presentazione delle richieste di riconoscimento dei musei e delle raccolte che, rispondenti a standard di fruibilità, potranno contare su finanziamenti ingenti.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Meno soldi per sociale e imprese
L'assessore Paci: cercheremo di tagliare sulle voci meno urgenti
IL BILANCIO. Un colpo pesante per le casse pubbliche, la spesa rientra nel Patto di stabilità
 
Una botta pesantissima per le esangui casse regionali. Il bonifico di quasi 84 milioni di euro fatto dalla Ragioneria alla “Nuova iniziative Coimpresa” per l' affaire Tuvixeddu, imporrà tagli, sacrifici e rinunce. Con tanti soldi si sarebbero potute fare cose importanti, come ad esempio ristrutturare scuole disastrate, dare contributi alle imprese, finanziare centri antiviolenza e case d'accoglienza per le donne maltrattate, investire in cultura e musei, risarcire adeguatamente le popolazioni colpite dall'alluvione del novembre scorso (dato che lo Stato ha messo appena 20 milioni di euro), e via stilando un elenco infinito di necessità e urgenze.
Invece il collegio arbitrale «ha ritenuto di dover privilegiare l'impresa privata rispetto all'ente pubblico» e ha stabilito il versamento a stretto giro di posta. La richiesta di sospensiva, in attesa del giudizio di merito che arriverà tra due anni, non è stata accolta, la Regione ha dovuto sborsare gli 84 milioni, salvo poi eventualmente richiederli indietro se la magistratura dovesse decidere che l'impresa a cui è stato bloccato il progetto edilizio sul colle cagliaritano della necropoli punica non aveva diritto al maxi-risarcimento.
L'assessore al bilancio, Raffaele Paci, insieme con il presidente Francesco Pigliaru, ha combattuto, e la stessa operazione era stata tentata dal precedente esecutivo. La memoria difensiva presentata dall'ufficio legale della Regione al collegio composto dal presidente emerito della Corte costituzionale Franco Bilé, dal docente di diritto privato Nicolò Lipari, e dal magistrato in pensione Gianni Olla, spiegava «il grave pregiudizio che deriverebbe all'ente Regione e a tutta la comunità sarda dal pignoramento in pendenza del giudizio di impugnazione». Sottolineava che «l'importo in oggetto corrisponde a quasi il triplo di quanto destinato per gli ammortizzatori sociali, al triplo di quanto previsto per le politiche in materia di beni culturali, è equivalente allo stanziamento destinato all'incentivazione del sistema produttivo».
Insomma, si è cercato di convincere gli arbitri - dice Paci - «che sarebbe stato vitale non sottrarre quella cifra alle casse regionali, specificando comunque che l'ente pubblico è solvibile in ogni momento, mentre altrettanto non si può sostenere per il privato». Purtroppo non è bastato, «abbiamo ereditato questa situazione e non c'è stato verso di rinviare, di attendere il giudizio di merito del tribunale, previsto per il 2016. Non neghiamo che ci siano dei danni per l'impresa, ma una cifra così elevata è decisamente fuori scala, perciò siamo fiduciosi del fatto che in futuro ci daranno ragione», prosegue Paci.
A settembre la Giunta dovrà fare un assestamento di bilancio per recuperare gli 84 milioni di euro versati il 10 luglio alla “Nic”, spesa che tra l'altro rientra in pieno nel Patto di stabilità, ma che è stata comunque accantonata prima dei recenti accordi con il Governo. «Cercheremo di tagliare attenuando il più possibile l'impatto sociale», aggiunge l'assessore.
Per dare una misura del colpo inferto alle casse regionali, gli avvocati hanno estrapolato una serie di tabelle dal bilancio, con competenze e residui per le varie voci. Tra le altre, contributi in conto capitale alle imprese artigiane (72 milioni di euro), contributi in conto interessi alle imprese commerciali (13 milioni 700 mila), contributi per l'imprenditoria femminile (5 milioni). Ancora: fondo per l'assunzione di lavoratori socialmente utili (2 milioni 825 mila), piano per il lavoro (30 milioni); oppure trasferimenti ai Comuni per la gestione del patrimonio culturale (18 milioni 800 mila), per servizi realtivi a biblioteche, promozione della lettura, funzionamento dei centri per i servizi culturali Unla (11 milioni di euro).
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Spese e sprechi, Asl nel mirino
Forniture elettriche, telefonia, gasolio per oltre 12 milioni
SPENDING REVIEW. I controlli del commissario Cottarelli. La replica: nessuna irregolarità
 
Forniture elettriche, linee telefoniche e gasolio acquistati con soldi pubblici, ma forse non sempre al prezzo più conveniente per la collettività. È questo il dubbio che ha spinto Raffaele Cantone e Carlo Cottarelli, rispettivamente, presidente dell'Autorità anti-corruzione e commissario straordinario alla revisione della spesa a inviare in tutta Italia duecento lettere con richiesta di chiarimenti ad altrettanti enti pubblici. Sei delle quali destinate alla Sardegna.
Secondo un elenco compilato dalle due Autorità (pubblicato ieri sul quotidiano Repubblica.it), nel mirino sono finiti per alcune spese sospette la Asl 8 di Cagliari, la 2 di Olbia, la 5 di Oristano, le aziende universitarie del Brotzu e di Sassari e il Comune di Carbonia. Il periodo su cui i due commissari si stanno concentrando riguarda il biennio 2012-13. Le violazioni commesse da Asl e amministrazioni contrasterebbero con le direttive di spending review che impongono (per l'acquisto di servizi essenziali come elettricità, gas, carburanti, combustibili da riscaldamento, contratti telefonici) il passaggio attraverso la centrale nazionale di acquisto Consip o quelle regionali. A meno che, indipendentemente, si riesca a strappare condizioni più favorevoli.
Per questo motivo sotto la lente di Cantone e Cottarelli sono finiti i 5,6 milioni di energia elettrica pagati dall'Azienda ospedaliera del Brotzu, gli oltre 2,1 milioni pattuiti dall'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari per gli stessi servizi; il contratto da 1,2 milioni firmato dall'Asl 2 di Olbia tra il 2012 e 2013 con Enel e l'accordo da 1,8 milioni di euro raggiunto dall'Asl 8 di Cagliari per i servizi di telefonia. Ma lista stilata a Roma ha incluso anche 446 mila euro pagati dal Comune di Carbonia per l'energia elettrica e gli oltre 750 mila euro stanziati dall'Asl 5 di Oristano per onorare la bolletta Enel nel primo semestre del 2013.
Le repliche dei direttori delle strutture chiamate in causa non si sono fatte attendere, unanimi nel difendere il loro operato. L'Asl di Cagliari ha respinto le accuse di spreco sottolineando che «la cifra contestata riguarda non soltanto i costi di telefonia fissa e di traffico dati, ma anche i servizi relativi all'outsourcing dell'infrastruttura tecnologica, informatica e di telecomunicazioni della Centrale operativa del servizio di emergenza sanitaria 118, affidati per legge a Telecom Italia».
Alessandro Cattani, direttore generale della'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari ha espresso invece «sorpresa e rammarico» precisando però che «la fornitura di gasolio al centro degli approfondimenti è stata aggiudicata tramite una gara europea grazie alla quale si è ottenuto un risparmio di 39,230 euro ogni 1000 litri di prodotto rispetto al prezzo praticato dalla convenzione Consip».
La Asl di Olbia ha contestato i dati pubblicati spiegando che le spese messe in dubbio «si riferiscono esclusivamente ai debiti pregressi maturati dalla Asl di Olbia con Enel Energia spa, i quali, una volta saldati, hanno permesso la successiva Convenzione Consip».
Antonio Garau, manager del Brotzu, cade invece dalle nuvole. Ammette di non aver ricevuto alcuna comunicazione in merito ma afferma con certezza «che cinque milioni di euro di energia elettrica sono fuori dalle possibilità economiche della nostra azienda. Attendo con fiducia qualsiasi verifica perché abbiamo sempre gestito le gare d'appalto con trasparenza».
Insomma, tutti ostentano una coscienza pulita. Il duo Cantone-Cottarelli non si accontenterà di parole: entro quindici giorni attenderà le giustificazioni scritte provenienti da ciascun ente. A chi risponderà con ritardo o in maniera non veritiera sono destinate sanzioni da 25 a 50 mila euro.
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Riforma della sanità, prove di dialogo dopo lo scontro
CONSIGLIO. Cocco (Pd): «La legge 71 è solo l'avvio». Pittalis (FI): «Spese da ridurre»
 
Prove di dialogo il giorno dopo lo scontro sulla proposta di legge di riordino della sanità firmata Pd. A prescindere dalla proposta numero 71 (su cui ieri la commissione Sanità ha completato la discussione generale, deliberando il passaggio agli articoli), tutti i partiti attendono il disegno di legge della Giunta da cui scaturirà la riforma, e che Francesco Pigliaru ha annunciato per settembre.
«Ci auguriamo - ha detto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis - che la riforma della Giunta arrivi al più presto per razionalizzare il sistema nell'ottica del contenimento della spesa». Insomma, «anziché analizzare una proposta come quella del Pd, speriamo di vedere subito il disegno di legge dell'Esecutivo». Lo stesso capogruppo del Pd, Pietro Cocco, primo firmatario della proposta di legge (dai Riformatori definita funzionale solo al commissariamento delle Asl) ha ricordato ieri che «una volta approvata, entro novanta giorni la Giunta presenterà comunque un disegno di legge che verrà discusso in Consiglio regionale», e ha insistito sul fatto che la 71 costituisce solo «un avvio della riforma».
Efisio Arbau (La Base), dopo aver precisato di essere «un sottoscrittore della legge di riordino 71», ha detto che le decisioni sulla riduzione delle Asl potranno essere prese solo «quando la Giunta presenterà un disegno di legge all'insegna della razionalizzazione». Arbau ha aggiunto che «la proposta dei Riformatori di invitare gli attuali manager delle Asl alle dimissioni, è sensata». Daniele Cocco (Sel) è invece a favore del commissariamento, «ma solo con commissari di alto profilo». Da parte sua, il coordinatore dei Riformatori, Michele Cossa, ha sottolineato che «con la nostra iniziativa abbiamo fermato una proposta di legge dannosa. Ora siamo disponibili a un confronto per una sanità al servizio del cittadino e non degli interessi della politica». I Riformatori sono stati anche gli unici a presentare emendamenti alla proposta del Pd. Oltre duecento. Il più importante prevede una Asl unica al posto delle otto attuali o delle 12 della proposta del centrosinistra. La Asl sarebbe divisa in otto circoscrizioni sanitarie, coincidenti con il territorio delle ex Province. «Questo perché - hanno spiegato i Riformatori - a essere presi di mira sono i costi inutili delle Asl (come le poltrone e gli incarichi di consulenza), sottraendo così la spesa sanitaria al controllo delle maggioranze di turno».
Con gli altri emendamenti viene eliminata l'Azienda delle emergenze «che rischia di complicare il sistema delle urgenze», e viene aumentata la dotazione degli organici delle Centrale di committenza, «quella struttura che, stando alla proposta del centrosinistra, sarebbe dotata di appena cinque persone».
Roberto Murgia
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 5
Sotto accusa l’Aou di Sassari e tre Asl
Anche il Brotzu e il Comune di Carbonia tra gli enti finiti nella black list per aver violato le norme sugli appalti pubblici
 
C’è anche il Comune di Carbonia, tra gli enti che hanno ricevuto richiesta di informazioni su gare d’appalto. Il dito è puntato sulla fornitura di energia elettrica agli edifici e strutture comunali, un contratto di 446 mila euro che sarebbe stato effettuato “con procedura negoziata senza previa pubblicazione”. «Gli Enti non sono obbligati a rivolgersi al Consip se sono previsti nei contratti che stipulano corrispettivi inferiori a quelli indicati nelle convenzioni e accordi quadro di Consip – ha spiegato il sindaco Giuseppe Casti -. Il nostro contratto con Enel è perfettamente in linea. D’altronde, con i tempi che corrono, e con le difficoltà in cui i comuni si dibattono, saremmo pazzi a sprecare risorse e a non cercare i maggiori risparmi. (Gianfranco Nurra)di Luca Fiori wSASSARI Ci sono anche tre Asl sarde, un’azienda mista (la Aou di Sassari), il più grosso ospedale dell’isola (il Brotzu di Cagliari) e un comune (Carbonia) nell’elenco dei “cattivi” (o presunti tali) stilato dal commissario straordinario alla revisione della spesa e dal presidente dell'Autorità anti-corruzione del Governo Raffaele Cantone e Carlo Cottarelli, pubblicato ieri dal sito internet del quotidiano La Repubblica. I mesi scorsi 200 amministrazioni pubbliche in tutta Italia hanno ricevuto una lettera con la richiesta di chiarimenti su spese che riguardano i seguenti beni o servizi essenziali: elettricità, gas, carburanti, combustibili da riscaldamento e contratti di telefonia fissa, cellulare o per traffico dati. In questi casi gli acquisti dovrebbero passare per la centrale nazionale Consip e per quelle regionali. Le amministrazioni – enti locali, università, ministeri, aziende sanitarie – potrebbero scegliere di fare da sole ma a prezzi inferiori a quelli garantiti da Consip, che altro non è che una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze (che ne è l'azionista unico) che opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della pubblica amministrazione. La lista dei sospetti è venuta fuori da un lavoro di intelligence del Ministero dell’Economia. Ci sono finiti dentro enti locali, ministeri, aziende sanitarie o università che nel 2012 e nel 2013 si sono comprate elettricità, gas, benzina o telefonate da soli, disinteressandosi della legge. Le amministrazioni coinvolte nell’isola, oltre all’azienda ospedaliero universitaria sassarese e al comune di Carbonia, sono le Asl di Cagliari, Oristano e Olbia, oltre al Brotzu. I due commissari hanno minacciato sanzioni ai funzionari che esitano a rispondere (25 mila euro) e a quelli che «forniscono dati non veritieri» (51 mila). Tra i destinatari della lettera ci sono anche ministeri, come quello dell’Interno e quella della Difesa, ma anche comuni come Roma, grosse università come la Statale di Milano e addirittura i carabinieri e la polizia. Alle tre Asl sarde e alla Aou vengono richiesti chiarimenti differenti. Per quanto riguarda la Asl 8 di Cagliari i commissari vogliono far luce sulle spese di 1,8 milioni di euro per i servizi di telefonia fissa e 500mila euro per la fornitura di gasolio. L’Azienda sanitaria locale numero 2 di Olbia finisce nel mirino dei due commissari per un contratto di 1,2 milioni per la fornitura di energia elettrica, alla Asl di Oristano viene contestato di aver saltato a piè pari la gara d’appalto anche in questo caso per la fornitura di energia elettrica (pari a poco meno di 752mila euro) mentre all’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari di aver speso più di cinque milioni di euro sempre per l’erogazione di energia. Stessa contestazione fatta al Comune di Carbonia (per 446mila euro) e infine alla Aou di Sassari sono state richieste spiegazioni per 2.148.000 euro di spese per il gasolio. A tutte le amministrazioni contattate sono stati dati 15 giorni per fornire copia dei contratti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 5
«Senza la Consip risparmiati 39mila euro»
L’azienda ospedaliera-universitaria si difende: «Abbiamo operato in linea con le direttive giuridiche»
 
SASSARI Com’era prevedibile alla direzione dell’Azienda ospedaliero universitaria non è piaciuto essere chiamata in causa fra gli enti pubblici non in regola con gli acquisti di beni e servizi. L’Aou sassarese, in particolare, non si è avvalsa della centrale nazionale acquisti Consip per il gasolio da riscaldamento e per una fornitura di energia elettrica. Nel primo caso, si legge in tabella, ha speso due milioni e 148 euro, nel secondo 560mila euro. «La tabella allegata all’articolo del quotidiano - precisa la direzione - individua una serie di acquisizioni che gli enti hanno effettuato in autonomia, senza avvalersi della centrale nazionale degli acquisti Consip, modalità peraltro prevista dalla normativa a patto che si acquisti a prezzi inferiori rispetto a quelli garantiti. La richiesta di chiarimenti da parte dell’Autorità anticorruzione è arrivata alla Aou circa un mese fa e noi abbiamo risposto tempestivamente producendo la documentazione necessaria. C’è da rimanere stupiti nel vedere riportata una spesa senza legarla neppure a un periodo temporale. Per il 2013 il costo del gasolio è stato di un milione e 122mila euro per un consumo di 927 litri. La fornitura è stata aggiudicata con una gara europea grazie alla quale si è ottenuto un risparmio di 39mila euro rispetto all’aggiudicazione Consip». Nel dossier di Cottarelli e Cantone l’Aou viene citata anche per un consumo relativo all’acquisto di energia elettrica nel secondo semestre del 2012. «Inizialmente l’utenza per l’elettricità era intestata all’università degli studi di Sassari - spiega Roberto Manca, responsabile del servizio tecnico -. Al momento della voltura necessaria per modificare l’intestazione del contratto in favore dell’Azienda ospedaliero universitaria, l’Enel ha proposto all’azienda la stipula di un contratto che presentava le medesime condizioni di quello siglato con l’università. Tale proposta è stata accettata al fine di evitare una interruzione del servizio in un momento già di per sè delicato perché c’erano da effettuare interventi tecnici alle cabine elettriche. Dopo un anno, giunti al termine della durata minima per non incorrere in rilevanti penalità previste nel contratto, l’Aou ha aderito alla convenzione Consip e ciò ha comportato, come comunicato alla Autorità competente, un incremento del costo unitario dell’energia di oltre il 4% rispetto al precedente contratto». La direzione ritiene dunque di aver operato in linea con le direttive giuridiche e con il buon senso e che all’azienda sanitaria sassarese non potrà mai essere contestato un danno erariale da parte della Corte dei Conti. (g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
Rivoluzione sanitaria, spunta l’Asl unica
A settembre la commissione esaminerà nel dettaglio la proposta del Pd, ma la Giunta pensa a una sua bozza
di Umberto Aime
 
CAGLIARI Una proposta di legge su come riorganizzare la sanità c’è ed è quella storica del Pd, ma a settembre potrebbe valere poco o nulla. Qualcuno dice addirittura carta straccia; perché, alla ripresa dei lavori, sarà la Giunta a riprendere in mano il pallino fino a proporre una sua bozza di riforma «totale e complessiva» e non «più a pezzi». È questo l’ultimo bollettino ufficioso dal campo di battaglia che ormai è diventato lo scontro, dovunque e sempre, su Aziende sanitarie, ospedali e spesa sanitaria. Ora però ci sono le ferie e ieri, nell’ultima riunione della commissione Salute del Consiglio regionale, maggioranza e opposizione hanno concluso la discussione generale sulla bozza proposta dal Partito Democratico e avviato quello che i regolamenti della politica, chiamano il «passaggio agli articoli». In parole più semplici, dopo le vacanze comincerà il confronto, punto per punto, sulla proposta di legge che prevede una dodicesima Asl, è destinata a coordinare le urgenze, il Centro unico regionale per gli appalti e le spese, la trasformazione dei piccoli ospedali in ambulatori territoriali, eccetera e eccetera. Ma alla fine questo rituale, potrebbe non iniziare se dovesse entrare in campo la Giunta con un suo progetto. A sollecitare questo possibile cambio di programma in corsa è tutta la minoranza, ma da settimane anche alcuni partiti di maggioranza premono perché a settembre il progetto del Pd a sia accontonato e si parli d’altro. La partita è aperta e anche il futuro degli attuali direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, sono quelli nominati a suo tempo dal centrodestra, è ancora tutto da scrivere. Gli emendamenti. Nell’attesa di capire come andrà a finire, c’è chi si è portato avanti già con il lavoro. I Riformatori hanno presentato oltre 200 emendamenti alla proposta di legge del Partito Democratico. Il più significativo è questo: un’unica Asl per tutta la Sardegna al posto delle attuali otto (resterebbero staccati solo i due policlinici di Cagliari e Sassari e il Brotzu) o delle 12 studiate dal Pd. L’ipotesi è dettagliata, nella spiegazione del coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa: «La Asl sarà unica, abbiamo pensato di chiamarla Azienda Sanitaria Sardegna, e servirà proprio a rafforzare il sistema sanitario e di assistenza nel territorio, per essere poi divisa in otto circoscrizioni, con i confini delle ex Province. Questo servirà a prendere davvero di mira i costi inutili delle Asl, dalle poltrone agli incarichi di consulenza, e a sottrarre anche la spesa al controllo delle maggioranze di turno. Solo così potrà finire l'era della moltiplicazione degli appalti che finora ha fatto fa salire i costi e soprattutto renderà più efficiente il servizio regionale». Passerà o non passerà l’Asl unica? Lo si saprà a settembre. Anche Forza Italia ha annunciato che alla ripresa, «presenterà una valanga di emendamenti», ma si dice «pronta al dialogo se nel frattempo dovessero cambiare le carte sul tavolo», sono state le parole del capogruppo in Consiglio, Pietro Pittalis. Alle grandi manovre settembrine parteciperà certo l’Udc, che potrebbe farsi avanti con una sua proposta di legge. Anche nella maggioranza c’è chi ha mente più di un emendamento. Il Centro Democratico ha confermato che proporrà «il trasferimento del servizio veterinario dalle Aziende sanitarie all’Istituto zooprofilattico». Il Partito dei sardi potrebbe rilanciare quel suo progetto delle Asl dimezzate, nel numero, presentato molto prima del Pd, ma poi messo da parte dalla commissione. Per questo e molto altro ancora, la battaglia è apertissima. Il sindacato. Dopo le critiche della Cgil alla proposta del Partito Democratico, sono arrivate quelle della Cisl. Sono racchiuse in un decalogo di quello che la sanità in Sardegna non dovrebbe essere e invece è. Ecco l’elenco: inefficienze gestionali, caotica pluralità dei modelli sanitari, sistemi di controllo poco chiari, scarso spazio alla prevenzione, ancora poca formazione del personale, ridotti investimenti nell’innovazione, idee confuse sui nuovi assetti delle Asl, troppi lavoratori precari, infrastrutture superate e mancato rilancio dei «piani territoriali dei servizi alla persona». Tutto questo – secondo la Cisl – deve essere eliminato, per ritornare all’efficienza: «È impensabile, ad esempio, che in Sardegna piccolo (inteso come piccolo ospedale) sia sempre sinonimo di scarso funzionamento, mentre grande (il grande ospedale) sia sempre associato all’alta qualità. Non è così: basta con i tagli lineari e, allo stesso tempo, il sistema sanitario regionale non può continuare a essere stritolato fra spendig review e vincoli di bilancio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 9
Sos erosione: è inarrestabile
l’avanzata del mare sulle spiagge
 
SASSARI Erosione delle coste: è allarme rosso. Per la Sardegna si confermano le previsioni catastrofiche delineate da gruppi di specialisti nell'isola anche pochi mesi fa. Ma questa volta l'Sos è generalizzato, si allarga all'intero Mediterraneo. A rilanciarlo è l'Ingv, Istituto italiano di geofisica e vulcanologia. Le premesse sono chiare ma drammatiche: il mare aumenterà di un livello pari a 1 metro entro la fine del secolo e di 2 metri entro l'anno 2200. Ovvie le conseguenze più gravi: arretramento dei litorali e una quantità di danni devastanti. L'unico vantaggio? Il processo sarà lento. E permetterà, al contrario degli effetti causati da uno tsunami, di studiare contromisure per tempo. Ma l'isola sotto questo profilo è comunque tra le aree descritte come più esposte. Altrettanto in pericolo la foce del Po, la laguna veneta, le Eolie e i litorali della Calabria. Nauralmente, alla base di questi fenomeni, ci sono i cambiamenti climatici. Gli stessi all'origine dello scioglimento dei ghiacci polari, dei movimenti delle placche tettoniche, dei terremoti e dell'attività vulcanica. La nuova diagnosi arriva dallo studio "Coastal structure, sea-level changes and vertical motion of the land in the Mediterranean". L'ha realizzato appunto l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. E il report è stato pubblicato sula rivista della Geological Society di Londra. La ricerca, che è servita a fare un quadro delle zone maggiormente a rischio, è stata finanziata dal Miur, dal Cnr e dall'Unesco, sotto l'egida dell'International union for quaternary research (Inqua). «Si è trattato di un lavoro lungo e complesso, iniziato circa 10 anni fa - afferma Marco Anzidei, primo ricercatore dell' Ingv e coordinatore dello studio - Abbiamo individuato le zone dove l'aumento del livello marino è maggiore per il lento e progressivo abbassamento verticale dei fondali. Fenomeno che produce, non solo un aumento locale del livello dell'acqua, ma anche l'arretramento della linea di costa con conseguente restringimento delle spiagge». Il processo comporterebbe anche in Sardegna un progressivo pericolo di allagamenti. Con conseguenti esposizioni a contraccolpi per le zone turistiche e per le altre a elevato valore industriale, commerciale, culturale. Soprattutto a questa linea di tendenza si sommano nubifragi e mareggiate. «Lo stesso discorso -rileva in ultima analisi il ricercatore - vale purtroppo per Turchia e Grecia che non a caso sono anche le regioni più sismiche del Mediterraneo». Meno esposte risultano invece le coste pugliesi, parte dell'isola di Creta, la costa israeliana e la stragrande maggioranza dei litorali nordafricani. (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 10
La Regione: troveremo le risorse ma resta il rischio chiusura
L’assessore Firino: «Siamo impegnati a reperire i fondi, e parleremo con gli eredi dell’artista»
Il presidente della Fondazione: «A settembre si va a casa», il sindaco di Orani: «Intervenga Pigliaru»
di Luca Rojch
 
SASSARI L’assegno da 120mila euro la giunta Pigliaru lo stacca per ora alla “Banca delle promesse”. La Regione narcotizza rassicurante. «Il museo Nivola non chiuderà, le opere resteranno in Sardegna». L’assessore alla Cultura Claudia Firino garantisce di essersi già attivata per reperire le risorse e rilancia con un piano di sviluppo rivolto al futuro. Tutto grandi opere e Europa. Ma qualche preoccupazione rimane. Con cortese diplomazia il presidente della fondazione Nivola, Giulio Chironi, ringrazia la Regione. «Mi fa piacere che l’assessore si dimostri sensibile al nostro grido di aiuto – dice –, ma nel comunicato non leggo rassicurazioni sulla continuità del museo, mi preoccupa che senza risorse a settembre chiuderemo non potremo pagare i dipendenti. Per noi sarebbe un dramma». La giunta Pigliaru deve risolvere una delle tante emergenze ricevute in eredità dal governo Cappellacci, il taglio delle risorse per il museo, passate da 250mila euro a 120mila. E trovare in poche settimane i 130 mila euro che servono per mantenere aperta la struttura non sembra un’impresa semplicissima. «La Regione fa la sua parte da tempo, alla ricerca di una soluzione per tenere aperto il museo di Orani ed entrerà al più presto in contatto con gli eredi Nivola – dice l’assessore Firino –, per sventare ogni ipotesi di perdita delle opere nel futuro. Siamo sensibili al tema e non perdiamo tempo. Come per tutte le altre situazioni che abbiamo ereditato in stato di sofferenza o sotto minaccia per via dei tagli, vagliamo la possibilità di attingere da altre fonti di finanziamento, fondi europei in primis». La Regione spera di trovare nei fondi europei qualche risorsa. Ma l’assessore spiega anche che in futuro la gestione finanziaria cambierà. «La Regione non può limitarsi a finanziare gestioni o progetti – afferma –, ma deve avere un ruolo di programmazione e regia. Fino a oggi si è proceduto a macchia di leopardo. Si è finanziato in maniera diversa esperienze simili, senza omogeneità né certezza. Questa situazione cambierà presto. Paghiamo la mancata applicazione della legge regionale, l’inesistenza di un Piano triennale e di una programmazione capace di trainare un comparto che, per le ricchezze di cui la Sardegna è dotata, dovrebbe essere uno dei maggiori volani di sviluppo e benessere». L’assessore lavora al piano regionale dei musei. «Dopo molti anni di stallo, abbiamo firmato l’accordo sul museo e centro di documentazione regionale della Sardegna giudicale con sede a Oristano in Palazzo Arcais e a Sanluri nell’edificio ex Monte Granatico». Ma l’assegno che farà restare aperto il museo Nivola ancora non si vede. E non nasconde la sua preoccupazione il sindaco di Orani, Franco Pinna. «Mi rivolgo al governatore Francesco Pigliaru che ho sostenuto dal primo momento – dice Pinna –. Gli chiedo che si occupi subito e in prima persona del futuro del Museo Nivola, che non è un patrimonio di Orani, ma dell’intera Sardegna. Il Comune per completare il museo ha investito 4 milioni di euro. È stato premiato come eccellenza per avere speso in modo corretto i fondi comunitari. Trovo paradossale che la Regione non trovi 100mila euro per mantenere aperto un museo simbolo della Sardegna. So che le responsabilità di questa emergenza è della giunta precedente, ma è indispensabile trovare subito una soluzione. Il tempo è finito. E non possiamo perdere le opere di uno dei più grandi artisti sardi. Quando l’ho incontrato mi ha garantito che avrebbe affrontato l’emergenza del museo. Spero sia di parola».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 13
La Sapienza nella bufera
Schettino sale in cattedra
Invitato a una lezione parla agli studenti per 7 minuti delle fasi del naufragio
L’ira del rettore: «Iniziativa indegna di un docente già deferito al Comitato etico»
 
ROMA Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, imputato per il naufragio da 32 morti e 110 feriti, è intervenuto in un seminario dell’Università degli studi di Roma La Sapienza. È successo il 5 luglio scorso, ma la notizia si è diffusa solo ieri. Non si è trattato di una lectio magistralis su come gestire il panico, come si era creduto in un primo momento, tra lo sdegno e l’ironia collettivi («La Sapienza convoca Schettino per una lezione sulla gestione del panico. A seguire Pistorius con “Come risolvere i problemi di coppia”», scrive @pio_palmieri su Twitter). Piuttosto di un intervento «tecnico» nell’ambito di un master dal titolo “Dalla scena del crimine al profiling”, a commento di una ricostruzione in 3D del grave incidente avvenuto nella notte del 13 gennaio del 2012. Dunque in una sede istituzionale, senza un contraddittorio e con un procedimento giudiziario penale in corso, come ha sottolineato, adirato, il rettore dell’Ateneo Luigi Frati che della lezione è venuto a conoscenza solo ieri, definendo l’invito rivolto al comandante una «scelta indegna e inopportuna», «una iniziativa autonoma presa da un docente». Il rettore si è scagliato contro il professore in questione, psichiatra e criminologo clinico, Vincenzo Mastronardi, titolare della cattedra di psicopatologia forense della facoltà di Medicina e autore di «patetiche scuse», deferendolo al Comitato Etico «perché ne valuti i profili, anche ai fini disciplinari». Schettino, fa sapere il docente sotto accusa, avrebbe parlato solo per sette minuti davanti a 60 persone. «Non ci sono stati applausi, né fischi, ma una domanda alla fine sul perché dell’avvicinamento della nave all’isola del Giglio - ha spiegato Mastronardi -. Sono stati proprio i legali di Schettino a telefonarmi per chiedermi di essere presenti. Fino all’ultimo mi sono augurato che non venisse, ma quando è arrivato cosa dovevo fare?». Per conto suo l’ex comandante, protagonista di recenti selfie con ammiratrici e per cui si era parlato di una presunta candidatura all’Isola dei Famosi, tramite i legali ha ribadito che si è trattato solo di un «intervento tecnico» sulla scorta delle sue «conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio». A Roma avrebbe offerto la sua versione di quanto avvenuto nella notte del naufragio. E infatti la procura di Grosseto che lo sta processando ha acquisito un filmato della lezione. Inutile dire che, anche se breve, tecnico e rivolto a una platea limitata, l’intervento ha scatenato polemiche. È intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini definendo l’accaduto «sconcertante». «L’autonomia universitaria - ha detto - non può essere declinata in spregio alle famiglie delle vittime della tragedia della Concordia che rappresenta ancora una ferita aperta per questo Paese. Non si può certo pensare di rendere più attrattivi Master e seminari sfruttando l’onda mediatica perché si tratta di un atteggiamento che non fa onore alla nostra Accademia».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Lavori pubblici, tutto più semplice
Approvata la delibera di Maninchedda sulle procedure di affidamento diretto
 
CAGLIARI Senza bandi gara, l’affidamento degli appalti pubblici sarà più semplice e trasparente, e anche la progettazione diventerà veloce. Sono queste le novità previste dalle delibera presentata in Giunta dall’assessore ai lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e approvata mercoledì nel «pieno rispetto delle procedure di affidamento diretto dei lavori e di quelli in economia come previsto dalle leggi». Nessuna scorciatoia, dunque, ma l’azzeramento delle procedure che finora hanno rallentato anche gli appalti più semplici, con questo risultato già annunciato: ci sarà più lavoro per le imprese e le casse pubbliche risparmieranno. Sarà possibile per importi al di sotto di queste soglie: 40mila euro negli affidamenti diretti, 50mila se saranno in amministrazione diretta, 200mila attraverso la procedura del cottimo fiduciario, 300mila nel caso in cui si tratti di beni storici, artistici e archeologici, un milione nelle procedure negoziate senza bando anche nel settore dei beni culturali. Per i lavori sotto i 40mila euro, l’iter sarà ancora più semplificato, sempre nel rispetto delle norme europee, con la possibilità di affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento, mentre per quelli sotto i 20mila il contratto potrà essere firmato dal dirigente dell’ufficio pubblico. «È una svolta importante – dice l’assessore – per le nostre imprese e i nostri professionisti che potranno partecipare con più facilità alle assegnazioni, ma allo stesso vuol dire che molte opere pubbliche saranno subito cantierabili». Imprese e professionisti – stando alla libera – dovranno iscriversi on line a un elenco, presto disponibile sul sito ufficiale della Regione, e i lavori di volta in volta saranno assegnati a estrazione e rotazione. La cosiddetta micro contrattazione, che nei fatti i è quella riordinata dalla delibera, permetterà ad esempio l’affidamento in economia senza bando di gara per questi lavori: completamento delle opere incompiute, manutenzione ordinaria e straordinaria di opere e impianti, messa in sicurezza dei fabbricati, interventi su beni d’interesse storico, artistico e archeologico, abbattimento delle barriere architettoniche, ristrutturazione d’impianti anticendio, elettrici e illuminazione. E ancora lavori finalizzati alla difesa dalle inondazioni e alle manutenzioni idrauliche e forestali. Decisa e sicura la conclusione dell’assessore Maninchedda: «Era una semplificazione necessaria per rilanciare l’economia». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Precariato all’80 per cento nei reparti chiave dell’Aou
La denuncia arriva dalle organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri
«Colleghi superspecializzati costretti a rinnovi contrattuali ogni tre mesi»
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Difficile immaginare che dietro prestazioni sanitarie di altissima qualità, con l’utilizzo di macchinari sofisticati e la competenza di medici superspecializzati, si annidi il precariato più spinto, il rinnovo contrattuale di tre mesi in tre mesi, l’incertezza totale sul proprio futuro e su quello della propria famiglia. Questo succede in reparti delicatissimi delle cliniche di San Pietro dove il precariato raggiunge punte dell’80 per cento. La denuncia arriva dai sindacati che rappresentano i medici ospedalieri nell’Aou e che esprimono preoccupazione per la situazione dei loro colleghi. «Nell’Azienda ospedaliero universitaria - affermano - su circa 270 dirigenti medici ospedalieri ben un quinto sono attualmente precari. Tale percentuale risulta molto più elevata in alcuni settori strategici ed unici per il territorio del Nord e Centro Sardegna come ad esempio la Chirurgia Vascolare, la Chirurgia Maxillo-Facciale, la Chirurgia Pediatrica, l’Andrologia, la Chirurgia Plastica e la Neuropsichiatria Infantile che garantiscono prestazioni specialistiche di terzo livello e, in taluni casi, servizi di pronto soccorso (Pediatria, Otorinolaringoiatria, Urologia,Chirurgia Vascolare, Endocrinologia, Chirurgia Maxillo-Facciale etc.) la cui mancanza comporterebbe per i cittadini gravi carenze nell’erogazione delle attività essenziali di sanità pubblica». Risulta incomprensibile dunque come sia possibile che settori così importanti si basino sul precariato e, in fondo, sul grande senso di responsabilità di chi lavora in condizioni di continua preoccupazione. Recentemente infatti la stragrande maggioranza dei medici precari si è ritrovata con un rinnovo contrattuale di soli 3 mesi, con scadenza il 30 settembre 2014 con l’ipotesi di revoca dell’incarico in caso di mancato finanziamento regionale. «L’amministrazione dell’Aou - si legge nella nota sindacale - ha provveduto alla, doverosa s’intende, stabilizzazione della maggior parte del personale tecnico-amministrativo ma non di quello sanitario, che rappresenta una componente essenziale e insostituibile di un’azienda che deve erogare servizi per la salute dei cittadini». Le organizzazioni sindacali quindi chiedono, al fine di scongiurare possibili gravi disguidi, «che le istituzioni di concerto con i governi aziendali utilizzino tutti gli strumenti giuridico-amministrativi necessari per la stabilizzazione dei medici ospedalieri precari che negli anni hanno raggiunto elevati gradi di professionalità». Non bisogna dimenticare che alcuni di loro lavorano all’interno dei reparti da oltre dieci anni sempre in attesa di essere stabilizzati «e senza mai far mancare il loro apporto alla qualità delle prestazioni sanitarie».
 

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