Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 August 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
L’Udc: «Turismo religioso nel centro d’accoglienza»
Proposta del consigliere comunale Chessa in vista del trasferimento del servizio
 
È umido, l’edificio che da dieci anni ospita in viale Sant’Ignazio il Centro d’accoglienza “Giovanni Paolo II” del Comune, il cui compito è dare sostegno immediato a persone o famiglie che perdono la capacità di mettere insieme, letteralmente, il pranzo con la cena. Da tempo il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno - proposto dal consigliere Gianni Chessa, dell’Udc - che impegna la Giunta a spostare quel centro da viale Sant’ Ignazio a un locale più idoneo.
Mentre si cerca un’altra sede, possibilmente in una zona senza salite ripide, il Centro continua a preparare trecento pasti al giorno e a offrire un riparo notturno a vagabondi e famiglie di carcerati. In attesa che il Comune trovi un’altra sede, Chessa rilancia con un secondo ordine del giorno, per il dopo. Nei locali di fronte all’Anfiteatro, il consigliere dell’Udc propone di creare una sorta di ostello per il turismo religioso, una delle tante nicchie del settore turistico che in molte zone si stanno curando per sostituire almeno in parte le presenze che la crisi sta portando via. Secondo Chessa, i numeri per giustificare l’operazione ci sarebbero, come accade a Padova per grazia ricevuta da Sant’Antonio. «E noi abbiamo San Saturnino, Sant’Efisio e Sant’Ignazio da Laconi», fa notare il consigliere dell’Udc, «che tra l’altro in quell’edificio ha abitato per quarant’anni, fino alla sua morte. Ecco perché lo trasformerei in struttura ricettiva per il turismo religioso dando la prelazione ai Francescani».
L’ordine del giorno deve ancora superare l’esame dell’Aula, ma qualche problema sembra già esserci. Il sindaco, Massimo Zedda, per ora non commenta la proposta, considerato che il Consiglio ancora non si è espresso. Sembra però che da tempo siano in corso contatti con l’Università, che in quel viale ha il proprio polo giudirico-economico e vorrebbe ottenere quei locali. La trattativa è ancora da iniziare, ma l’interesse c’è e tanto potrebbe bastare per far naufragare l’idea del turismo religioso.
Luigi Almiento
 

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Sblocca Italia, fuori il San Raffaele
Nel maxidecreto, 351 milioni per la 131 e la Sassari-Alghero, manca la deroga promessa per l’ospedale
 
CAGLIARI Le strade statali sì, il San Raffaele non ancora, ma potrebbe essere recuperato nelle prossime ore salvo che il governo non abbia cambiato idea sulle deroghe da concedere alla Regione sui posti letto e la spesa sanitaria. È questo lo spazio riservato (o da riservare) alla Sardegna nel decreto legge «Sblocca Italia» del governo Renzi. Da venerdì, a Roma, circola una bozza di massima del piano «ammazza incompiute», ma Palazzo Chigi ha annunciato per domani o al più tardi martedì l’elenco completo e finale delle opere da far ripartire. In tutto, alla Sardegna sono stati assegnati 351 milioni, Carlo Felice. La fetta più grossa dello «sblocca cantieri», 260 milioni, finanzierà i due lotti della Carlo Felice, nel tratto da Oristano a Sassari, secondo le regole previste dal protocollo firmato a giugno fra la Regione e l’Anas. In particolare, il progetto prevede l’eliminazione degli incroci a raso (Paulilatino, Macomer, Bonorva e Cossoine) e il riammodernamento della Carlo Felice dal chilometro 109 fino a Sassari, tra l’altro abbandonato da troppo tempo. Finora l’Anas aveva pensato solo al tratto da Cagliari a Sanluri, seppure in malomodo con i cantieri fantasma di Nuraminis, Serrenti e Villasanta che sono ripartiti proprio in queste settimane e dovrebbero finire, almeno una buona parte entro la prossima primavera. Ora, all’indomani, del decreto «Sblocca Italia «si comincia a parlare anche del secondo tratto della Carlo Felice, l’Oristano-Sassari, per cui esiste un vecchio progetto della Regione. Nel vertice di giugno, l’Anas si è impegnata ad aggiornare a proprie spese ed entro metà novembre gli studi e a proporre poi i tempi necessari per bandire la gara e assegnare i lavori. A proposito di tempi, il decreto del governo Renzi pretende rapidità, bisognerà vedere se l’Anas riuscirà a tenere il passo. Sassari-Alghero. Sono 81 i milioni finanziati per il completamento della quattro corsie della Statale 291 da Olmedo fino ad Alghero e all’aeroporto di Fertilia. È la seconda volta che la strada della Nurra, com’è conosciuta, è inserita nell’elenco delle opere strategiche del ministero per le Infrastrutture. La prima risale al 2009, quando fu messa in testa alla tabella delle grandi opere per il G8 di La Maddalena. Poi tutti sanno com’è andata finire quella storia: in un bluff. Stavolta la speranza è che lo Stato tenga fede alle promesse. Nel vertice di giugno fra Regione e Anas, l’azienda si è impegnata – si legge nel verbale – «a rimettere in moto la progettazione», ma neanche una parola sui tempi. Lo «Sblocca Italia» dovrebbe dare l’attesa scossa. San Raffaele. Per ora è un mistero. A giurare che la deroga per il nuovo ospedale privato di Olbia, finanziato dal Qatar e gestito dal Bambin Gesù di Roma, sarebbe stata inserita nel primo decreto utile sono stati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin. Lo avevano scritto insieme nella famosa lettera d’intenti consegnata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, prima che la stessa Regione desse come poi ha fatto il via libera all’ingresso del San Raffaele nel Sistema sanitario regionale. Ebbene, stando alla prima bozza del decreto, il giuramento non sarebbe stato mantenuto e senza la deroga la riapertura del cantiere alle porte di Olbia rischia di saltare. Per riepilogare la storia, la deroga è indispensabile e senza la Sardegna non può caricare sulla rete ospedaliera i 178 posti letto (entro giugno 2015) del San Raffaele e ancora meno, nel 2016, i 242 posti a regime. In più, la Regione ha bisogno della deroga anche per uscire dai vincoli dell’accordo Stato-Regioni sul taglio della spesa sanitaria privata. Dunque, è il Governo, come giurato da Delrio e dal ministro Lorenzin, che deve fare ancora tutto ma non ha fatto nulla. È possibile che fra lunedì e martedì Palazzo Chigi rimedi alla dimenticanza e inserisca il San Raffaele (considerato un’incompiuta seppure privata) nel decreto legge «Sblocca Italia». Se non lo facesse, la partita con il Qatar (che in settimana dovrebbe presentare l’offerta d’acquisto per la struttura) rischia di ritornare punto e a capo. (ua)

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