Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 July 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
CAMERA. In commissione molte novità in materia di pensioni
La nuova Pa da oggi all'esame dell'Aula
ROMA. Per il decreto legge di riforma della Pubblica amministrazione comincia oggi l'esame della Camera dei deputati. Dopo il via libera della commissione Affari costituzionali, il provvedimento sarà esaminato dall'assemblea, dove con molta probabilità sarà approvato con voto di fiducia, e poi passerà al Senato per la seconda lettura.
Numerose le novità inserite durante i lavori della commissione, a partire dalle nuove regole per andare in pensione, che interessano i manager pubblici.
I dirigenti pubblici potranno essere pensionati a 62 anni, cioè quattro in anticipo rispetto alla riforma Fornero per i trattamenti di vecchiaia (resta l'obbligo dei 42 e 3 mesi di contributi). Restano fuori magistrati, che potranno restare in servizio fino a 70 anni, e medici e professori universitari (che potranno lavorare fino a 65 anni). Intervento anche sui trattamenti d'anzianità, con la cancellazione dei disincentivi per chi lascia il lavoro in anticipo. Viene poi reintrodotta la “quota 96” (numero dato dalla somma dell'età anagrafica a quella contributiva), che consentirà a 4.000 insegnanti di andare in pensione a settembre se accetteranno di riscattare il trattamento di fine rapporto alla data prevista dalla riforma Fornero.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Università
Contributi per le attività culturali e sociali
Via alle domande per ottenere parte dei centomila euro a disposizione delle associazioni studentesche universitarie per organizzare attività culturali e sociali. Fino al 10 settembre sarà possibile presentare le domande on line per chiedere i finanziamenti all'Ateneo compilando un apposito questionario che si trova all'indirizzo https://webstudenti.unica.it. Sul sito dell'Università di Cagliari si trovano sia il bando sia una guida che spiega agli studenti le procedure da seguire per chiedere i finanziamenti. «Possono presentare richiesta di contributo le associazioni studentesche che abbiano almeno due rappresentanti nei Consigli di Facoltà nell'anno accademico 2014-15 e i sodalizi a cui aderiscono come associati almeno cinquanta studenti regolarmente iscritti o preiscritti a un corso di laurea, in corso o fuori corso da non più di un anno nell'anno accademico 2014-15. Il bando è inoltre aperto ad altri gruppi composti da almeno cinquanta studenti (ogni studente può sostenere un solo progetto)».
(m. z.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
FORMAZIONE ALL'ESTERO.
L'assessore Mura: «Strumento fondamentale, lo perfezioneremo»
Gli studenti del Master&back: «Chi torna non trova lavoro»
«Il percorso di rientro non deve essere una nuova forma di precariato cosi come è ora». E ancora: «Bisogna pianificare da subito anche il back. Altrimenti non ha nessun senso spendere tanti soldi per formare una persona che o non tornerà mai in Sardegna o, se tornerà, rimarrà disoccupata». Il tenore degli oltre duecento commenti è più o meno lo stesso: i ragazzi che hanno partecipato al Master and back si lamentano della seconda parte del progetto, quella che avrebbe dovuto farli tornare in Sardegna con un biglietto da visita da spendere e sfruttare nel mondo del lavoro sardo. Invece così non è stato: secondo l'analisi fatta dalla società Iris, che ha valutato il programma per conto della Regione, dopo sei mesi dal termine del percorso formativo il 53 per cento dei ragazzi non era tornato in Sardegna.
«Al momento i dati elaborati sono parziali, il rapporto del valutatore indipendente si riferisce esclusivamente alle edizioni 2008 e 2009: sul totale della popolazione nel lavoro di analisi, sono solo circa 900 i destinatari che non erano tornati in Sardegna a un anno dalla conclusione del percorso», spiega l'assessore al Lavoro Virginia Mura, che aggiunge: «Il numero potrebbe essere diminuito successivamente». Insomma: ufficialmente la Regione non sa ancora quanti sono i “cervelli in fuga” dopo l'esperienza del master all'estero. Ma la relazione della società Iris parla di 4.070 progetti approvati e pagati dalla Regione al 31 dicembre 2013. E se le percentuali dei giovani che non hanno fatto ritorno nell'Isola dopo il master (53 per cento a sei mesi dal termine, 48 per cento a un anno) sono attendibili, circa duemila persone sono rimaste nella altre regioni italiane o all'estero.
Per l'assessorato al Lavoro una cosa è certa: «Il Master and back non va “in soffitta” ma continuerà a essere uno strumento di fondamentale importanza nelle strategie della Regione. È infatti un preciso impegno dell'attuale Giunta continuare a lavorare affinché le stesse opportunità siano offerte anche in futuro ai giovani sardi», dice Virginia Mura.
Secondo l'assessore regionali bisogna sottolineare il tasso di occupazione (63,5 per cento) di chi ha completato il Master and back: «Per capire meglio quanto è positivo il dato, è utile il confronto con i dati Alma laurea sui laureati sardi che non hanno usufruito del programma. A un anno dal conseguimento del titolo di studio i laureati sardi sono occupati sono nel 41,6 per cento dei casi».
(m. r.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 32 - Edizione CA)
SILIGO. La scoperta della scuola estiva di archeologia
Alla luce un pezzo di medioevo
Intorno all'antica chiesetta di Mesumundu, durante la campagna di scavi archeologici delle scorse settimane, è stato rinvenuto un minuscolo fazzoletto di terreno intatto, nonostante secoli di sterri più o meno autorizzati e clandestini. Tanto che gli specialisti avevano paragonato il sito a una "gruviera". La scoperta ha permesso di leggere i tempi che vanno dall'abbandono delle terme romane sino alla costruzione della chiesa bizantina. È un vero successo per la Scuola Estiva di Archeologia Medievale organizzata dal Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università di Sassari e dal Comune di Siligo in regime di concessione ministeriale. A poca distanza dalla 131 sono stati portati alla luce 1300 anni di storia, dal periodo cesariano-augusteo fino alla conquista catalana della Sardegna.
«Sono state delimitate altre aree non intaccate in passato - ha affermato il direttore dei lavori, Marco Milanese, Ordinario di Archeologia Medievale presso l'Ateneo turritano - ed è stata individuata un'ampia area cimiteriale che dall'alto-medioevo arriva sino all'età giudicale». Al fianco di Milanese hanno operato gli archeologi Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Gianluigi Marras, Matteo Pipia, Martina Zipoli, Anna Rita Becciu, Antonella Bonetto e circa cinquanta fra studenti e laureati in archeologia di numerose università italiane e straniere: Sassari, Pisa, Milano, Napoli Federico II, Barcellona, Madrid, Santiago e Lione. Per far luce sull'insediamento monastico cassinese che si trova tra Santa Maria di Bubalis e Monte Santo, occorrerà invece un'altra campagna di scavo.
Salvatore Taras
 

 


LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna / Provincia di Sassari (Pagina 17 - Edizione OR)
Il Tar del Lazio iscrive d’ufficio alla Sapienza una romana che si era dovuta trasferire a Sassari per studiare Medicina
Ministero sconfitto da una studentessa
di Daniela Scano
SASSARI. Non si possono cambiare le regole del gioco durante la partita. Applicando questo semplicissimo principio, non solo sportivo, e argomentandolo con le complesse regole del diritto amministrativo, nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha bacchettato il ministero della Istruzione per il pasticcio dei “bonus maturità” eliminati (e successivamente reintrodotti) nell’estate del 2013 mentre erano in corso in tutta Italia i test di accesso alle facoltà a numero chiuso. A causa di quel susseguirsi frenetico di decreti, circolari interpretative e nuove regole, numerosi studenti avevano perso il treno per la sede universitaria dei propri sogni. È il caso di Francesca S., giovane romana che nei giorni scorsi ha ottenuto la soddisfazione di una sentenza (la numero 7309/2004) del Tar del Lazio che annulla la graduatoria nazionale per l’ammissione ai corsi di laurea magistrale in Medicina, cancella le norme con cui il ministero aveva disapplicato e successivamente riapplicato il “bonus maturità” e corregge la graduatoria con cui Francesca S. era stata costretta a iscriversi in soprannumero alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Sassari mentre avrebbe avuto diritto a entrare alla Sapienza, nella sua città. A Roma invece la candidata era stata superata da colleghi che avevano un punteggio inferiore al suo, notevole, di 44,70 che era crollato a 35,70 per il taglio dei nove “punti bonus” che le sarebbero spettati per il 100 conseguito alla maturità. Stessa sorte era capitata, a Sassari, a numerosi ragazzi costretti a trasferirsi nella penisola per poter studiare medicina. Dopo avere ingoiato il rospo per il “bonus maturità” volatilizzatosi proprio mentre sosteneva i test di accesso, alla fine del 2013 Francesca S. e tanti altri studenti nelle sue condizioni avevano successivamente riacquistato – in virtù di nuove norme promulgate in sede di conversione del decreto legge 104/2013 – il diritto al punteggio. Il ministero aveva stilato una nuova graduatoria, calcolata sommando il punteggio del test e il “bonus” maturità, ma nel frattempo i posti erano stati assegnati con la graduatoria stilata senza calcolare i bonus. Francesca e tanti altri come lei si erano di conseguenza dovuti “accontentare” di una iscrizione in soprannumero nelle facoltà rimaste dopo l’assegnazione dei 117 posti con la graduatoria nazionale sbagliata. La giovane romana si era dovuta iscrivere a Sassari, l’ultima delle sedi universitarie indicate nella domanda, mentre alla Sapienza di Roma (la sua prima scelta) era stata scavalcata da candidati con un punteggio inferiore del suo riconquistato 44,70. Secondo i giudici amministrativi della sezione terza bis del Tar del Lazio, quella girandola di nome determinò una sostanziale disparità di trattamento in quanto «gli stessi candidati che avrebbero avuto diritto al punteggio relativo alla valutazione del percorso scolastico e che, in assenza dell’abrogazione del bonus si sarebbero potuti iscrivere ai corsi – scrivono i giudici – dopo la corretta formulazione della graduatoria si sono visti preclusa la possibilità di accedere al corso di studi al quale avrebbero avuto diritto di iscriversi in quanto i relativi posti hanno continuato ad essere assegnati anche sulla base della prima graduatoria, che non è mai stata annullata in autotutela». E così quell’elenco è stato annullato dal Tar: Francesca S. studierà nella capitale. La sentenza del Tar riguardava, ovviamente, il caso personale della studentessa romana, ma interessa molti altri candidati nelle sue condizioni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna / Provincia di Oristano (Pagina 15 - Edizione OR)
San Vero Milis, conclusa la campagna di scavi con archeologi di fama mondiale
I tesori del complesso di S’Urachi
SAN VERO MILIS. Sono stati presentati venerdì scorso i risultati della campagna di scavi 2014, eseguiti nel sito archeologico di s’Urachi. L’imponente monumento continua a fornire elementi sulla vita degli antichi abitanti del luogo e sulle loro attività. Il progetto predisposto dall’archeologo Alfonso Stiglitz, accolto dall’amministrazione comunale sanverese e dalla Brown University di Providence, articolato in tre campagne di scavi, non ha usufruito di alcun finanziamento statale o regionale. Nonostante le poche risorse disponibili l’equìpe, composta da una ventina di studiosi provenienti da varie parti del mondo, guidata dai due direttori scientifici Peter Van Dommelen e lo stesso Stiglitz, sta restituendo reperti di grande interesse scientifico. Nell’area adiacente la vecchia strada provinciale è stato riportato alla luce una porta realizzata con blocchi di basalto sbozzati perfettamente, che poggiano sui resti di un pavimento che testimonia la vita presente nel sito durante tutto il primo millennio avanti Cristo. «Stiamo scavando per trovare risposte alle domande su come vivevano gli uomini e le donne a s’Urachi – ha detto Stiglitz –. Il complesso monumentale di s’Urachi è una struttura che non si esaurisce nella definizione riduttiva di nuraghe. Del nuraghe conosciamo almeno due torri ma non la pianta. Nel passato abbiamo ipotizzato che fosse un quadrilobato o un pentalobato, ma a ogni scavo tornano dubbi che fanno abbandonare i modelli precedenti. Il nuraghe sorgeva in un luogo già sede qualche millennio prima di un insediamento di Cultura di Ozieri, del neolitico recente». In questa campagna di scavi l’attenzione degli archeologi si è concentrata sullo studio delle fasi della vita produttiva e rurale. «Ci siamo chiesti – ha detto Andrea Roppa, dell’Università di Licester e direttore di una delle due aree di scavo –: chi viveva qui, come viveva e cosa faceva per vivere. Le risposte le stiamo ottenendo dall’esame dei materiali che emergono». Secondo Peter Van Dommelen, «Nei nuraghi si svolgevano attività produttive rurali. A farcelo ritenere sono le informazioni che attingiamo dai reperti trovati: Ossa di animali e Ceramica. Sappiamo che gli animali venivano utilizzati per scopi alimentari e agricole. La varietà dei frammenti ceramici, invece, ci consente di stabilire datazione e provenienza».
Piero Marongiu
 

 

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