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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 July 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


L’UNIONE SARDA Unione Sarda ONLINE

MASTER&BACK, UNA FABBRICA DI CERVELLI IN FUGA
In duemila hanno lasciato l’Isola per lavorare

L’Unione Sarda ONLINE
Master & back, una fabbrica di cervelli in fuga 
Ecco la valutazione del programma Master & back fatta da una società per conto della Regione. Buono il numero degli occupati (63,6 per cento), ma il 53 per cento di questi lavora fuori dall’Isola.

 

"Punteremo sul progetto Garanzia Giovani per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro", ha annunciato l’assessore al Lavoro Virginia Mura. "Il progetto servirà a sostenere i giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in corsi di formazione. In questa condizione purtroppo ci sono tanti ragazzi in Sardegna". Sarà indispensabile anche una riorganizzazione dei Centri servizi per il lavoro. "E’ pronta una profonda revisione. I centri dovranno sostenere i giovani, intervistarli, chiedere quali sono le loro aspettative e le necessità, per accompagnarli nell’ingresso nel mondo del lavoro".
La Giunta regionale ora ha intenzione di sostenere l’occupazione dei giovani con altri progetti, che l’assessorato al Lavoro sta programmando in questi primi mesi di Governo.
Sono buoni, se confrontati con i dati della disoccupazione giovanile nell’Isola (si supera il 40 per cento) i numeri dei giovani che lavorano dopo il Master and back. "Un primo indicatore dell’impatto occupazionale del programma è senz’altro costituito dallo status occupazionale dei beneficiari a 6 mesi dalla conclusione del percorso in uscita o di Rientro. Nel complesso, il 63,6% di coloro che hanno svolto il programma si sono dichiarati occupati, il 27,5% disoccupati e il 3,5% inattivo, mentre il 5,5% si è definito ancora studente", è scritto nella relazione della società Iris.
E allora, oltre ai pregi, è emerso il lato negativo: i finanziamenti milionari concessi dall’Unione europea sono serviti per formare dei giovani che però nel cinquanta per cento dei casi non sono tornati in Sardegna. Insomma: circa duemila cervelli in fuga, con il benestare della Regione. La valutazione ha evidenziato che a sei mesi dal termine dei programmi di alta formazione, il 53 per cento dei giovani era rimasto lontano dall’Isola.
"Il neo del progetto, che ha dato un alto livello di occupazione ai giovani che lo hanno sperimentato, è quello dell basso numero di studenti che sono tornati a lavorare nell’Isola. Più del 50 per cento dei ragazzi è rimasto fuori dalla Sardegna", spiega Massimo Bressan, della società di valutazione Iris. E’ stato lui ad analizzare i programmi legati dai Fondi Por.
Questo è il bicchiere mezzo pieno del Master and back, programma varato nel 2006 dalla Giunta Soru che ora, a otto anni di distanza, è stato valutato da una società specializzata per conto della Regione.
Oltre quattromila progetti avviati, quasi 120 milioni di euro distribuiti agli studenti sardi per garantire un’alta formazione e, in molti casi, un futuro migliore di quello che avrebbe potuto offrire il panorama sardo, sia per quanto riguarda i corsi post universitari, sia per le possibilità lavorative.
Michele Ruffi(ruffi@unionesarda.it)
 

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
Prima Guerra mondiale,
addio alla vecchia Europa
È il centenario dell’avvio di un massacro. «L’inutile strage», il «suicidio dell’Europa civile», nelle celebri parole di Papa Benedetto XV. Per la retorica nazionalista italiana rappresenta l’apice del Risorgimento. Per Emilio Lussu è il momento della rivolta morale contro le classi dirigenti; per i tanti che lo seguiranno è l’ora di una presa di coscienza in chiave sarda e sardista. Per Antonio Gramsci è «la frattura storica», l’inizio della dissoluzione dello Stato liberale. Per i reduci, i prigionieri, le famiglie spezzate è un’esperienza di dolore spesso non comunicabile, se non dopo decenni. Molte sono le narrazioni possibili della Prima Guerra mondiale in ciascuna delle nazioni che vi hanno preso parte e che hanno contributo al conteggio di otto milioni di morti e venti milioni di feriti sul suolo europeo. Nella sola Italia, 750 mila caduti tra militari (680 mila) e civili.
Aldo Accardo, 64 anni, docente di Storia contemporanea all’Università di Cagliari, è il coordinatore per la Sardegna del Comitato storico scientifico che organizza le celebrazioni del Centenario. In un quadro di iniziative nazionali e sovranazionali. Perché in questo 1914 si cercherà di costruire un programma di manifestazioni, e una visione, per quanto possibile condivisi.
La narrazione dominante oggi, spiega Accardo, vede nel 1914 l’inizio di una guerra civile durata trent’anni, che ha cambiato la faccia dell’Europa e gli equilibri fra i Continenti. «Prima c’erano gli imperi, le società gerarchiche, governate da élites aristocratiche. Al termine di questo lungo processo ci sarà la società di massa, la democrazia». E lo spostamento del potere economico e politico dall’Europa agli Stati Uniti. «Il libro-simbolo di questo processo, sottolinea il professor Accardo, è “La ribellione delle masse”, di Ortega y Gasset: scritti del 1929, pubblicati un anno dopo. Oltre dieci anni dopo la fine del conflitto. Ma ci vuole del tempo perché la società metabolizzi i cambiamenti epocali. «Dal fronte si torna diversi. Come individui e come istituzioni. Nascono, o si consolidano, i partiti di massa. Acquistano influenza le organizzazioni femminili. Le donne, che hanno sostituito in fabbrica gli uomini richiamati in guerra, resteranno sulla scena sociale».
Cambia anche l’eros, «come testimonia L’amante di Lady Chatterley ». Anche se la sua influenza popolare esploderà solo negli anni Cinquanta, il romanzo di D. H. Lawrence esprime il terremoto sociale post-bellico, le nuove libertà possibili per l’individuo.
Se Ungaretti ha cambiato la poesia italiana narrando lo shock della strage, ogni nazione, su ogni fronte, ha le sue testimonianze di sofferenza tradotte in capolavori artistici. Riflette Accardo: «Mi tornano spesso in mente i versi di William Noel Hodgson, morto poco più che ventenne nel primo giorno della battaglia della Somme». In un breve poemetto che oggi viene interpretato come una profezia di morte, Hodgson invoca “Fa’ di me un soldato, Signore” e poi “Fa’ di me un uomo”. E infine “Aiutami a morire”. Il coraggio, il sacrificio. In sintesi: l’eroismo. «Un valore che noi contemporanei non apprezziamo come allora. È vero, è stato esagerato, mistificato. Però è stato motivo di costruzione dell’identità». Pensiamo alla Brigata Sassari, all’affetto e all’aura quasi mitologica che ancora la circondano. «Bisognerà spiegare ai ragazzi - afferma Accardo - come fosse il mondo dei loro bisnonni, ragazzi di ieri che uscivano dalle trincee sapendo di andare a farsi ammazzare».
Molta attenzione nel programma delle celebrazioni è riservata alle scuole. Alla formazione dei docenti e agli incontri degli alunni con il mondo degli storici. Ma anche con le memorie condivise della famiglia, del paese. Imprescindibile quindi il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico regionale, ma anche dei Dipartimenti di Storia delle Università di Sassari e Cagliari, dei Comandi militari, della Soprintendenza archivistica. Anche la Federazione degli emigrati farà la sua parte, aiutando gli scambi di documentazione tra scuole e comuni della Sardegna e del Friuli Venezia Giulia. “Arte, avanguardia e guerra” sarà tema di collaborazione con i Conservatori di Cagliari e Sassari, col Teatro Lirico. Infine, la storia, come occasione di aprire gli occhi sull’attualità: «Vale la pena di cogliere l’occasione per riflettere su temi che si ripropongono a distanza di anni», osserva Accardo. « I sonnambuli di Christopher Clarke parla di Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra . Ma ci interroga anche sulla crisi odierna in Ucraina».
Daniela Pinna




LA NUOVA SARDEGNA

2 - La Nuova Sardegna / Sardegna - Pagina 4
L’obiettivo è trasformare le idee innovative in aziende vincenti
START UP, SERVIZI E FINANZIAMENTI
CAGLIARI Sardegna Ricerche ha dato il via libera a tre programmi per sostenere le imprese ad alto tasso d’innovazione che vogliono passare dalla fase di realizzazione alla produzione. L’inserimento nel mercato delle start up, secondo le direttive del comitato tecnico di Sardegna, presieduto da Maria Paola Corona, deve sfruttare il programma «Dall’idea al business model», che punta proprio allo sviluppo delle idee, perché non si fermino nella prima fase, quella della progettazione. Il secondo programma è garantire una rete di servizi destinati a sostenere l’avvio di aziende innovative e snelle. Per chiudere con gli aiuti finanziari a sostegno delle piccole e medie imprese nella realizzazione finale dei progetti, per puntare al mercato. Sempre Sardegna Ricerche, stavolta con lo sportello appalti-imprese, ha promosso e co-progettato con l’Università Tor Vergata di Roma il master di primo livello riservato a residenti nell’isola in “Management degli approvvigionamenti pubblici”. Il master sarà organizzato a Cagliari e sono previste 22 borse di studio. Le domande devono essere presentate entro il 19 settembre all’indirizzo www.sportelloappaltimprese.it/master-maap.





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