Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 July 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
L’era del credito in pillole
Nel 2013 calo dei finanziamenti anche in Sardegna
CONVEGNO. L’impatto su imprese e famiglie della riduzione di fido e prestiti
 
È un credito a piccole dosi quello che, sempre più spesso, viene concesso a tante famiglie e imprese, che si ritrovano stritolate nei meccanismi devastanti della crisi finanziaria. In base alcuni dati resi disponibili dalla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’Università di Cagliari, nel 2013 i prestiti alle imprese sono stati pari a 11.926.000 euro in Sardegna e 909.277.000 in Italia, a fronte di 12.469.000 euro nell’Isola e 962.507.000 a livello nazionale dell’anno precedente. Nel periodo 2010-2013 c’è stata una variazione dei tassi che, in ambito regionale, si è attestata su un -8.76% (a fronte del -7.47%, tra il 2007 e il 2009) e al -5.92% nel resto della Penisola (contro il 3.97% del 2007-2009).
CREDIT CRUNCH L’impatto e le implicazioni del “credit crunch”, ovvero della stretta del credito, saranno i temi al centro di un convegno internazionale, in programma domani dalle ore 9.30 a Cagliari, nell’aula magna della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, dove saranno presenti studiosi del settore, tra i quali anche Andrea Nobili, componente dell’Ufficio studi della Banca d’Italia. Promossa dal dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Ateneo cagliaritano, l’iniziativa è finanziata attraverso i fondi della legge regionale numero 7, con un progetto di ricerca coordinato da Stefania Rossi, docente di Economia nel dipartimento di Scienze economiche e aziendali. Oltre alla Rossi, del comitato scientifico dell’evento, che ha per tema “Financial Crisis and Credit Crunch. Micro and Macroeconomic implications”, fanno parte anche i docenti Roberto Malavasi e Paolo Mattana.
IL CONVEGNO L’appuntamento si configura come un’occasione di confronto tra economisti. Saranno analizzati aspetti e conseguenze della minore concessione di credito alle famiglie e alle aziende, legati alla crisi generale. Nel corso del convegno ci sarà spazio anche per soffermarsi sulla situazione del sistema finanziario sardo. Si discuterà, inoltre, delle conseguenze scatenate dalla crisi finanziaria per le banche, per la qualità e quantità di credito concesso all’economia reale. Il dibattito sarà animato anche dai contributi di numerosi economisti italiani e stranieri, tra i quali Philip Molyneux dell’Università di Bangor, Otto Hieronymi dell’Ateneo di Ginevra e Keavin Keasey dell’Università di Leeds.
TASSI ELEVATI Il meccanismo del “credit crunch” scatta nel momento in cui gli istituti di credito, per una serie di ragioni, concedono meno finanziamenti alle imprese, oppure quando vengono applicati elevati tassi d’interesse o richieste maggiori garanzie alle famiglie e alle imprese che richiedono un prestito. «Dall’estate del 2007», spiegano i docenti Stefania Rossi e Roberto Malavasi «i mercati finanziari sono interessati da una crisi che estende i propri confini e intensifica i propri effetti sulle economie reali, in particolare dei paesi strutturalmente più vulnerabili. Il dissesto della banca d’affari Lehman Brothers, giunta al culmine di una crisi inizialmente solo americana, ne ha, infatti, aperto una nuova globale a causa delle interconnessioni del gruppo con i sistemi finanziari di molti paesi, fino a quel momento ignote o ignorate. Da allora divampa una crisi generalizzata di fiducia che trascina il mondo avanzato in una grave recessione».
LE BANCHE Il convegno promosso domani a Cagliari sarà un’opportunità per affrontare le problematiche legate al sistema creditizio, sotto i profili di analisi macro e microeconomica. «Da un punto di vista macroeconomico», chiariscono Rossi e Malavasi «si intende indagare se e come le recenti politiche messe in atto dai Governi e dalle Autorità monetarie europee abbiano in qualche modo determinato comportamenti opportunistici e/o aggiustamenti nelle modalità di articolazione degli attivi bancari. In una prospettiva micro si osserveranno le caratterizzazioni dinamiche della domanda di credito e i processi di modifica delle strutture finanziarie delle piccole e medie imprese per valutare gli effetti finali degli specifici interventi di sostegno adottati. La valutazione dei risultati permetterà così di migliorare i complessivi interventi di policy, permettendo anche l’individuazione di un modello predittivo complesso, capace di adattarsi dinamicamente ed elasticamente alle fattispecie concrete dei vari settori dell’imprenditoria regionale, con focus particolare sul mondo delle piccole e medie imprese».
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 15 - Edizione CA)
Neuropsicomotricità, palestra al San Giovanni di Dio
CAGLIARI. L’azienda ospedaliero-universitaria trova una soluzione per i bambini in cura
 
Soluzione temporanea in vista per la ventina di bambini autistici, epilettici e affetti da altri problemi psichiatrici che, dalla settimana scorsa, non possono più effettuare la terapia neuropsicomotoria nella piccola palestra della clinica Macciotta. Se la Asl 8 non troverà entro oggi uno spazio adatto, l’Azienda ospedaliero-universitaria (Aou) si impegna a individuarne uno al San Giovanni di Dio.
Il direttore generale Ennio Filigheddu ha compiuto ieri sera un sopralluogo nell’ospedale civile (anch’esso in corso di smantellamento) insieme a un ingegnere: l’ipotesi è di mettere a disposizione dei piccoli pazienti un locale al pian terreno dove, prima del trasferimento, si trovavano dei laboratori. «Vogliamo trovare una soluzione - fanno sapere dai vertici dell’Aou - non è giusto che a subire i disagi siano questi bambini».
L’APPELLO DI UN PADRE Il problema era emerso la settimana scorsa quando Antonello Spiga, padre di uno dei piccoli coinvolti nella vicenda, aveva scritto un post polemico sul suo blog e spedito una lettera all’assessorato regionale alla Sanità, ai vertici della Asl e al responsabile del reparto di Neuropsichiatria infantile. Reparto, quest’ultimo, trasferito quattro mesi fa insieme alla Clinica pediatrica dalla clinica Macciotta (Aou) all’ospedale Microcitemico, diventato ora anche Pediatrico (della Asl 8). Qui, con un piano ancora in fase di ristrutturazione, non si è riusciti a trovare un locale analogo a quello che al Macciotta era destinato alla neuropsicomotricità (servono una cinquantina di metri quadri): le sedute erano così continuate nella clinica di via Porcell. Fino a dieci giorni fa, quando il servizio era stato improvvisamente sospeso. I vertici dell’azienda mista, allora, avevano spiegato la novità con l’urgenza di liberare completamente l’edificio, in cattive condizioni strutturali e al centro di un progetto di riqualificazione al termine del quale sarà a disposizione dell’università, che intenderebbe ospitarvi laboratori e uffici.
SOLUZIONE TEMPORANEA Al San Giovanni di Dio lo spazio resterebbe a disposizione dei piccoli autistici ed epilettici per qualche mese, in attesa che la Asl ne trovi uno definitivo all’interno delle strutture di sua competenza (difficilmente la palestra potrà essere attivata al Pediatrico-Microcitemico). Questo in attesa che il trasferimento dei reparti della vecchia clinica Macciotta sia completato anche sotto il profilo amministrativo: attualmente, medici e infermieri di Clinica pediatrica e Neuropsichiatria infantile, da quattro mesi al Pediatrico-Microcitemico, risultano ancora alle dipendenze dell’Aou. Il perfezionamento dovrebbe avvenire entro il prossimo gennaio. E allora le responsabilità saranno tutte della Asl 8.
Marco Noce
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 23 - Edizione CA)
Convegno
Due giornate domani e sabato
Come salvare il paesaggio della Sardegna
 
S i comincia da una semplice quanto efficace domanda, «Quale futuro?», e si arriva ad abbracciare una moltitudine di temi tutti legati alla salvaguardia del paesaggio che significa tutela del benessere intellettuale e materiale delle comunità. Partendo dall’interrogativo posto durante l’ultimo convegno nazionale del Fondo ambiente italiano (lo scorso maggio a Ivrea), domani e sabato il Fai Sardegna organizza due giornate di incontri, introdotti e coordinati dal presidente Maria Antonietta Mongiu. La prima si terrà in uno dei centri che maggiormente ha tenuto viva la tradizione. Sedilo alle 17.30 (a Sa prima Ighina) sarà lo scenario ideale per sviluppare il tema “Quale rinascita? I Novenari: un patrimonio materiale ed immateriale da conoscere e salvaguardare”, visto che conserva un importante santuario dedicato a San Costantino, dove il 6 e il 7 luglio si corre l’Ardia. Di tradizione religiosa e comunitaria da recuperare dalla trascuratezza e dall’abbandono, dopo i saluti del sindaco Umberto Cocco, parleranno lo storico dell’architettura Franco Masala che interverrà su “I luoghi delle feste lunghe”, mentre Paolo Piquereddu, direttore dell’Isre, affronterà il tema “Il patrimonio visivo sui Novenari e sulle feste della Sardegna”, Franco Saba (associazione Caminantes) parlerà del “Cammino di San Giorgio vescovo della Ecclesia Barbariensis” mentre sarà dell’architetto Monica Stocchino il “Contributo per un Catalogo e per la tutela dei Novenari”. Agli architetti Giuseppe Vallifuoco e Franco Niffoi il compito di intervenire su due casi esemplari di restauro: il Carmelo di Sassari e il Novenario di San Mauro a Sorgono. Sabato sarà invece Santu Lussurgiu a ospitare nell’ex Monte Granatico l’appuntamento “Quale rinascita? Esperienze di Comunità in Sardegna e sviluppo locale”. A interrogarsi per cercare di capire se i piccoli centri possono ancora essere attori di sviluppo e di sviluppo sostenibile e se è possibile praticare politiche che privilegino il recupero dei centri storici e del paesaggio e la centralità dell’agricoltura e dell’artigianato saranno il sindaco di Santu Lussurgiu Emilio Chessa, lo storico Gianluca Scroccu, che parlerà della Sardegna del secondo dopoguerra “L’Autonomia e la Rinascita tra difficoltà e dinamismo” mentre Benedetto Meloni, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio dell’Università di Cagliari, affronterà “Il progetto OECE come progetto di comunità”. Il sociologo Nicolò Migheli farà luce su “L’esperienza del Gal Montiferru: un modello di sviluppo locale”, il filosofo Silvano Tagliagambe illustrerà “Il progetto di una comunità operante ed educante” e Antonello Sanna direttore del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari, porterà l’esempio del “Recupero del centro storico di Santu Lussurgiu: un caso di studio”.
Grazia Pili
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 37 - Edizione CA)
Lunedì e martedì
Serve sangue
Due giornate per donare
 
Serve sangue: come ogni estate, le donazioni diminuiscono drasticamente, ma non diminuiscono le necessità di chi è malato.
L’allarme è stato rilanciato nei giorni scorsi dall’associazione Thalassazione.
Lunedì e martedì prossimi si passa all’azione: l’Ersu di Cagliari, in collaborazione con la sezione provinciale dell’Avis e i volontari del servizio civile nazionale, promuove una campagna di raccolta rivolta ai donatori di sangue e a chi vuol diventarlo. In particolare, l’invito è rivolto agli studenti universitari, a tutti i volontari del servizio civile di Cagliari e dell’hinterland, a tutte le associazioni che collaborano con Ersu e Università.
Lunedì, dalle 8,30 alle 12,30, un’autoemoteca dell’Avis sosterà nel piazzale della Casa dello Studente di via Trentino (dove resterà anche il giorno dopo) e una nei pressi della Facoltà di Ingegneria vicino a piazza d’Armi.
Martedì un’autoemoteca sarà presente nella Cittadella universitaria, a Monserrato.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
San Raffaele, arriva l’ultimo sì
Ora mancano solo pochi dettagli per la firma finale tra Regione, Qatar e Bambin Gesù
di Umberto Aime
 
CAGLIARI Sul San Raffaele, ora Giunta e Consiglio regionale hanno la coscienza a posto. Con un voto unanime, scontato, la commissione Sanità ha messo in poche ore il timbro sulla proposta di delibera dell’accoppiata Pigliaru-Arru, presidente della Regione e assessore alla Sanità. È l’atto amministrativo con cui dopo 26 anni d’attesa, partenze fasulle, fallimenti e rischi che «restasse un’incompiuta a vita», il nuovo ospedale di Olbia può cominciare a esistere per davvero. La politica ha fatto la sua parte: doveva dire sì in sette giorni, sono bastate sette ore, fra martedì e ieri, perché tutti avevano voglia di «stappare lo spumante». Entro questa settimana la Giunta approverà la delibera definitiva e poi il mazzo di carte ritornerà nelle mani della Qatar Foundation, l’investitore, e del Bambin Gesù di Roma, partner scientifico, per la stesura del contratto. Sì, all’appello manca solo quel carteggio, sarà materia esclusiva di chissà quanti avvocati e notai, per riaprire il cantiere dello «scatolone bianco» alle porte di Olbia, poi incrociare le dita (nessuno vuole intoppi) e puntare a questa data per l’inaugurazione: il 25 marzo del 2016. Prima è ovvio ci dovrà essere la firma ufficiale sul contratto ma su questa data fondamentale il presidente Pigliaru non si è voluto sbilanciare: «Sarà a breve». Forse alla fine della prossima settimana, o al massimo fra due. È realtà. Doveva essere tutto facile, ma l’ultima tappa, il voto in commissione, qualche impiccio l’ha avuto. Dopo l’insistenza di ventiquattr’ore prima, il centrodestra ha chiesto e ottenuto (senza per la verità grandi resistenze) che nel documento finale aumentassero le garanzie, per evitare «future e spiacevoli sorprese». A cominciare da una verifica attenta e continua sul «soggetto imprenditoriale» che sarà accreditato alla rete ospedaliera regionale. Insomma, non basta dire Qatar Foundation e Bambin Gesù, «dobbiamo sapere con chiarezza non solo chi firmerà il contratto, ma anche quale società gestirà il San Raffaele», questo chiedeva la minoranza e l’ha ottenuto. Così come la stessa Qf e gli altri suoi partner scientifici – è scritto in un altro passaggio del documento – «dovranno indicare con precisione l’entità degli investimenti e la cronologia del piano industriale». Soldi (si sa che in ballo ci sono 1,2 miliardi spalmati in dieci anni) e i tempi «devono essere una certezza» e «non potranno esserci dal momento della firma del contratto modifiche in corsa». Terza garanzia è che «i futuri passaggi sull’accreditamento dei 242 posti letto siano sempre garantiti da un’istruttoria da parte del Nucleo tecnico per le autorizzazioni sanitarie». Ottenute queste clausole per iscritto, la minoranza ha avuto dal governatore anche altre due parole d’onore. La prima è quella «di una verifica continua del reale investimento privato rispetto agli impegni economici della Regione», che come si sa ha previsto una spesa massima di «55,6 milioni l’anno per la convenzione con la struttura ospedaliera privata». La seconda è «l’impegno della Giunta a una verifica attenta delle procedure di acquisizione delle strutture finora costruite (intorno al 77 per cento del progetto esecutivo) da parte dei nuovi proprietari dal concordato fallimentare della Fondazione San Raffaele Monte Tabor». È la vecchia società del prete-imprenditore Don Verzè, quella travolta dai debiti e che fino a poco tempo fa ha rischiato di fallire nelle aule del tribunale civile di Milano. Ma quella procedura non è ancora chiusa e quindi spetterà alla Regione verificare che non ci siano incidenti di percorso nel passaggio della proprietà dai curatori fallimentari alla Qf». Il documento. In quello votato dalla commissione c’è anche tutto il resto che si sapeva. L’impegno che buona parte dell’investimento sarà nei centri di ricerca scientifici transnazionali, in cui saranno coinvolte anche le università di Cagliari e Sassari, più il Crs4. Subito dopo, l’impegno che «gran parte delle assunzioni dovranno essere di sardi» sia nel riavvio del cantiere, sia quando «l’ospedale comincerà a ingaggiare il personale medico e paramedico». L’ultima raccomandazione: «Dal Governo aspettiamo in tempi rapidi la legge che allarga per tre anni in Sardegna la griglia dei posti letto e per lo stesso periodo non obbliga l’isola a ridurre la spesa sanitaria privata». Senza questa legge, addio alle prossime bottiglie di spumante.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 11
ricerca
Un progetto per assumere 24mila giovani
 
ROMA «Stiamo lavorando a un grande piano per l’assunzione di giovani ricercatori, per l’esattezza all’assunzione di 6.000 giovani ricercatori all’anno per almeno quattro anni». Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, intervenendo alla Giornata della Ricerca, al Campus bio-medico di Roma. «Per realizzare questo piano quadriennale occorrono 600 milioni di euro - ha precisato la titolare di viale Trastevere - il premier Renzi si è impegnato per il settore dell’istruzione e spero quindi che riesca a dare una risposta anche in questo senso. Se riusciremo a fare questa operazione credo che questo governo potrà giustamente definirsi rivoluzionario». «Il piano - ha continuato il ministro Giannini - deve ricoprire un periodo di almeno quattro anni altrimenti sarebbe soltanto un intervento spot». Il ministro ha infine spiegato che per intervenire nel settore della ricerca si sta lavorando a due provvedimenti: il primo è un decreto legge e conterrà le misure urgenti; il secondo invece è una legge delega, per quegli interventi come il riordino degli enti di ricerca che necessitano di più tempo. «Ci sono 23 enti di ricerca in Italia di cui 12 sono sotto il Miur - ha detto il ministro - e di certo c’è il bisogno, confrontandosi prima con loro, di un riordino per tornare ai livelli competitivi. Delle riforme strutturali sono comunque necessarie». Giannini non ha però specificato in quale dei due provvedimenti verrebbe inserito il piano quadriennale di assunzioni per i giovani ricercatori. Il ministro non si è nemmeno sbilanciato sui tempi di realizzazione del piano: «Dipende dalle decisioni politiche che prenderemo», ha risposto ai cronisti a margine del suo intervento.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Il futuro di agronomi e forestali
Gli studenti della Facoltà Agraria incontrano gli Ordini professionali
 
SASSARI Nei giorni scorsi gli studenti del dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Sassari hanno incontrato i vertici dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali. L’appuntamento è stato organizzato dall’Associazione studenti di Agraria nell’ambito del progetto “Agronomando 2014”. Hanno partecipato il presidente della federazione degli Ordini della regione Sardegna, Ettore Crobu, e Manuela Sedda e Marcello Caredda, rispettivamente presidenti dell’Ordine di Sassari e dell’Ordine di Nuoro. Gli studenti hanno avuto modo di conoscere meglio l’Ordine al quale, una volta finito il percorso universitario e superato l’esame di abilitazione, si iscriveranno per poter svolgere la libera professione da dottore agronomo o dottore forestale, o la libera professione da agronomo Junior o forestale Junior nel caso di laureati triennali. Oltre che delle modalità di iscrizione all’Ordine, si è parlato anche degli sbocchi occupazionali del dottore agronomo e del dottore forestale. Gli ambiti di azionespaziano dalla protezione delle piante, alla gestione alimentare di un’azienda zootecnica, dalla tutela del paesaggio alle stime di terreni e fabbricati. Questo incontro aprirà la strada a una maggior collaborazione tra l’Associazione studenti di Agraria e l’Ordine, attraverso i tirocini post lauream, i corsi preparatori all’esame di Stato e le partecipazioni ai convegni che si terranno prossimamente.

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