Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 June 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 40 - Edizione CA)
Concorso vinto due volte, il Tar boccia il candidato
UNIVERSITÀ. Revocato il posto da ricercatore a un medico sportivo
 
Giugno non è certamente il mese più fortunato per Filippo Tocco, medico sportivo dall'eccellente curriculum, per due volte vincitore del concorso per ricercatore universitario bandito dal dipartimento di Scienze dell'esercizio fisico e dello sport nella Facoltà di Medicina e, per due volte, “licenziato” dai giudici del Tar.
IL DOPPIO STOP Lo scorso anno la sua consacrazione era stata annullata dai magistrati perché il presidente della commissione, il docente ordinario Alberto Concu, non si era astenuto nonostante le varie pubblicazioni firmate assieme. Qualche giorno fa, dopo la nuova vittoria di Tocco, i magistrati amministrativi gli hanno ancora una volta levato il posto perché - stando alla sentenza - gli sono stati assegnati alcuni punti in più ai danni della seconda classificata. Avvantaggiato, dunque, ma solo a causa degli errori.
LA CAMPIONESSA In questi due anni, a contendere l'ambito posto, sempre a suon di ricorsi vinti, è stata l'eterna seconda: l'ex campionessa sarda di ginnastica artistica ed ex atleta della Nazionale, Myositis Massidda, cagliaritana di 37 anni, ora ricercatrice universitaria. L'ex ginnasta (difesa dall'avvocato Fabrizio Traina) ha scelto di rivolgersi nuovamente al Tar per contestare la ri-aggidicazione del concorso vinto ancora una volta dal collega.
IL PRIMO RICORSO Lo scorso anno, col professore-incompatibile in commissione, Filippo Tocco (difeso dall'avvocato Sergio Tocco) aveva vinto il contratto triennale con l'Università messo a concorso con 91,25 punti contro i 63,60 dell'ex ginnasta. I giudici, però, il 6 giugno 2013, avevano annullato tutto perché dagli atti è emerso «un peculiare e stretto legame» col presidente della commissione: tutte le 12 pubblicazioni presentate erano state redatte in collaborazione con Concu, compresa la tesi.
IL SECONDO RICORSO Il 10 giugno è arrivata la seconda bocciatura del Tar, sempre su ricorso di Myosotis Massidda: la nuova commissione, più stretta nei voti, ha dato 79,25 punti a Tocco, ma avrebbe comunque sbagliato alcune valutazioni a suo favore. Cinque punti anzichè 4 sul conteggio degli assegni di ricerca, 4 punti anziché 2 per il valore di una rivista scientifica, ma soprattutto i commissari avrebbero escluso «illegittimamente» - si legge in sentenza - 4 pubblicazioni dell'ex campionessa. Risultato: contratto di assunzione annullato.
Francesco Pinna
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 53 - Edizione CA)
In duecento a scavare nei segreti di Monte Sirai
CARBONIA. Ha preso il via l'ottava Summer School di archeologia
 
CARBONIA Arriva l'estate e almeno una “fabbrica” riapre: quella della cultura coniugata all'archeologia. Non ha operai in senso stretto, ma un esercito di esperti, ricercatori, studenti e appassionati (circa 200), molti provenienti dalle Università europee e asiatiche che sino al 26 luglio saranno protagonisti di due appuntamenti divenuti imprescindibili per la città: la 51esima campagna di scavi nell'acropoli e necropoli di Monte Sirai e l'ottava edizione della Summer School (scuola estiva) di archeologia fenicio punica.
DUE INIZIATIVE Due iniziative in simbiosi perché alle ricerche sul terreno (coordinate dall'archeologo Michele Guirguis con Elisa Pompianu, Antonella Unali e Gabriele Carenti), parteciperanno studenti dell'Ateneo di Sassari, della prestigiosa Università di Parigi Sorbonne, della Universidad Pompeu Fabra di Barcellona, dell'Ateneo di Alicante nonché quello di Cadice ed, infine, della Kansai University del Giappone. L'accesso agli scavi è poi riservato a liceali di Carbonia e Sant'Antioco «che - conferma l'archeologo Piero Bartoloni, “padre” della Summer School e delle campagne a Monte Sirai iniziate nel '63 - potranno così partecipare in prima linea alla riscoperta delle radici culturali del territorio dando vita a questa sorta di industria alternativa».
I LAVORI La Summer School è già decollata: l'11 giugno la prima lezione, poi di nuovo a Carbonia giovedì 19 con Guirguis e Paolo Bernardini in aula consiliare, il 3 luglio con Carla Perra e Giovanna Pietra. Organizzano Università di Sassari, Comune e lavoratori Ati Ifras: «Condividere e diffondere i risultati della ricerca scientifica - sostiene Guirguis - è una formula vincente». La conferma arriva dalle parole di uno degli studiosi già all'opera, Octavio Torres, Alicante: «Nel Sulcis l'esperienza è insostituibile, da noi in Spagna sono rare le occasioni per studiare il fenicio punico». Stesso entusiasmo anche per gli universitari sardi, come Paolo Frassetto, di Sorso: «È la mia prima esperienza, vedere aprirsi la storia sotto i propri occhi non ha prezzo».
ALTRE CAMPAGNE E dato che di fabbrica della cultura si parla, doveroso ricordare che in questo momento a Carbonia sono attive (ma slegate dalla Summer School) altre tre campagne: la Villa Romana nel Pip, il Nuraghe Sirai e la necropoli prenuragica di Cannas di Sotto. E se a dare un futuro alla città fosse il suo passato?
Andrea Scano
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 58 - Edizione CA)
La lenta agonia dell'Università
«Basta col commissariamento» 
NUORO. Primi sì alla svolta chiesta dall'assessore regionale alla Cultura Firino
 
La Regione rianima l'università in agonia trasferendo l'ultima tranche dei fondi del 2012, ma anche spronando il consorzio a voltare pagina. «Se vogliamo che le cose funzionino davvero è necessario che la svolta parta dal superamento del commissariamento», dice l'assessore all'Istruzione Claudia Firino. Quelle parole riaccendono il dibattito sul futuro di un ente da cinque anni affidato a un commissario in attesa della Fondazione mai nata. «Penso che il commissariamento finirà presto», commenta Caterina Loi, esponente Pd, al timone del consorzio da quattro anni. «Il progetto della Fondazione è sempre valido, si ipotizza aperta all'ingresso di istituzioni e imprese per coinvolgere l'intero territorio».
IN CASA PD «Dobbiamo ripartire là dove il consorzio ha fallito visto che non è stata allargata la base di soggetti finanziatori. Il commissario non garantisce neppure la normale amministrazione. Non serve un consorzio o un qualsiasi altro ente che non programma», sottolinea Fabrizio Satta, consigliere comunale Pd con esperienza da capogruppo. «Cinque anni di commissariamento hanno portato di fatto al superamento della Fondazione che poteva essere un valido strumento soprattutto allora». Nel frattempo soprattutto la Provincia, grande sponsor della Fondazione, è ente indebolito dalla riforma in arrivo, che le sfila le competenze su cultura e istruzione, e dalle finanze prosciugate. «Per il solo trasferimento di fondi dalla Regione - sostiene Satta - non c'è bisogno di un ente intermediario. Abbiamo già due figure deputate per trattare con i rettori e con la Regione: il sindaco e il presidente della Provincia». Aggiunge: «A Nuoro non serve un postificio, la parte amministrazione può gestirla il Comune. Dobbiamo ripensare una università che non debba di anno in anno chiedere i fondi per le spese di gestione ma abbia una prospettiva». Chiarisce: «Meglio parlare di una università a Nuoro, non di Nuoro».
OPPOSIZIONE La fine del commissariamento piace anche a Marcello Seddone, consigliere di Psd'az-Nuoro futura. «Dal 2008, anno in cui la Provincia guidata da Roberto Deriu revoca l'adesione al consorzio, viviamo una situazione di precarietà e il superamento del commissariamento, di cui hanno parlato anche il sindaco e Deriu nel dicembre 2012, è sacrificato all'altare della debolezza del centrosinistra nuorese, più attento a evitare guerre intestine per le nomine che non a dare risposte agli studenti. Se il sindaco non procederà in tempi brevi a indicare i componenti dell'organo amministrativo in quota al Comune chiederò formalmente che sia il Consiglio ad occuparsene».
Marilena Orunesu

 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Campus universitario, si riparte da zero
La commissione tecnica ha scartato l’ipotesi dell’ex Brefotrofio, al via la nuova gara per le proposte progettuali
di Luigi Soriga
 
SASSARI Si riparte da zero, con un nuovo bando pubblico, e con un mare di incognite all’orizzonte: a cominciare dai finanziamenti e dalla consapevolezza che Sassari in questi mesi non ha cambiato e non cambierà fisionomia. Se un’area idonea per la realizzazione del nuovo campus universitario in due anni non è stata in grado di offrirla, perché dovrebbe estrarla dal cilindro da qui al 30 di giugno? L’Ersu due giorni fa ha pubblicato il bando e per chi parteciperà i requisiti non sono cambiati. La struttura ideale dovrà ospitare 500 studenti, e nel caso un edificio così grande fosse impossibile da prevedere, i posti letto dovranno essere non meno di 300. E l’area dovrà essere dimensionata per contenere sale polifunzionali per attività didattiche, impianti sportivi polivalenti, campi, piscina, palestre, caffetteria, punti ristoro, aree destinate all’aggregazione e alle attività culturali, cinema, teatro, e infine zone verdi attrezzate. Dopodiché il bando sancisce una serie di caratteristiche che attribuiranno un maggiore punteggio alle offerte. Innanzitutto la distanza da Piazza Università, individuata come il punto cardinale attorno al quale gravita il mondo universitario. Vengono concessi 20 punti ai progetti localizzati entro un chilometro di distanza da piazza Università, mentre ne prendono appena 5 le aree che si trovano a 3-4 chilometri. Fondamentale sarà anche l’estensione: 60mila mq valgono ben 35 punti. Dopodiché incide nella valutazione della commissione lo studio di fattibilità presentato. E un altro aspetto che verrà tenuto tenuto in considerazione sarà l’accessibilità del futuro Campus, con possibilità di raggiungerlo a piedi o in bicicletta. E anche l’eventuale connessione con i servizi di prevalente interesse degli studenti. Infine un ultimo paletto, che da solo costituisce la vera palla al piede del progetto: le aree devono possedere i requisiti urbanistici per poter ospitare una residenza per studenti. Non si tratta certamente di novità, perché tali parametri erano contenuti esattamente uguali anche nel bando precedente. Purtroppo però tutte le aree presentate in busta chiusa non possedevano la vocazione urbana oppure non erano sufficientemente vicine al centro, oppure non avevano una adeguata cubatura o estensione verde. Gli strumenti urbanistici di Sassari non aiutano a risolvere le difficoltà. Infatti il vecchio Prg non contempla delle aree strategiche con una destinazione d’uso compatibile. Il nuovo Puc, da parte sua, va nella stessa identica direzione, e non a caso: l’amministrazione Ganau ha sempre spinto per una residenza universitaria diffusa, localizzata preferibilmente nel centro storico. Un’occasione, secondo il Comune, per riqualificare e rivitalizzare un cuore della città troppo spento. Ecco perché diverse proposte progettuali presentate all’Ersu avrebbero avuto bisogno di una variante urbanistica per essere idonee. Si sono arenate così le ex Semolerie Azzena, che hanno tenuto banco per un intero anno. Il Prg le individuava come zona industriale, il Puc non è stato ancora approvato e il Consiglio comunale non è mai stato dispodibile a concedere una variante urbanistica. Tramontate le Semolerie, si è affacciata sulla scena un’altra ipotesi, che in fase di selezione progettuale era stata scartata dai tecnici dell’Ersu: l’ex Brefotrofio di via delle Croci, di proprietà dell’Ateneo. La proposta sembrava allettante: prevedeva un’interlocuzione tra due Enti pubblici, e dunque avrebbe consentito di glissare un altro bando di gara. L’Università avrebbe ceduto l’area all’Ersu in cambio di un compenso e di alcuni spazi. Però, visto che l’ex Brefotrofio era stato già bocciato nel 2012, l’Ersu ha affidato a una commissione tecnica la valutazione sull’idoneità dell’area. Una decina di giorni fa i commissari hanno depositato la loro relazione, e ancora una volta le perplessità sono diverse. Innanzitutto il vincolo della Soprintendenza, che preclude la possibilità di una demolizione totale dell’edificio e la successiva ricostruzione. Questo paletto, da un punto di vista della cubatura disponibile è un limite gravoso, perché un intervento di ristrutturazione dell’esistente non consentirebbe di realizzare 300 posti letto, ma solo 115. Se poi si aggiunge che anche la superficie verde circostante non è congrua con le ambizioni di un campus universitario, e che la destinazione d’uso è quella sanitaria ospedaliera, ecco che l’ex Brefotrofio è stato cassato per la seconda volta. L’Ersu, che non era troppo ottimista su questa soluzione, per fortuna era già corso ai ripari e aveva preparato il nuovo bando di gara. Ma è come ripartire dal via al Monopoli dopo un inciampo, perché le caselle e il percorso non sono cambiate.

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