Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 June 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 36 - Edizione CA)
Tirocini universitari alla Saras, accordo tra Moratti e l'Ateneo
FORMAZIONE. Ieri la firma dell'intesa valida anche per dottorati in apprendistato
 
«Una tradizione»: così Massimo Moratti, presidente della Saras, definisce i rapporti tra la più grande raffineria del Mediterraneo e la Sardegna, e anche tra la stessa Saras e l'Università cagliaritana. Gli impianti di Sarroch continueranno a essere la sede in cui gli studenti dell'Ateneo, particolarmente d'Ingegneria, svolgeranno i tirocini.
LA FIRMA Ieri pomeriggio, Moratti e il rettore Giovanni Melis hanno firmato il rinnovo di un protocollo d'intesa che va avanti ormai dal 1999. In questi quindici anni, 220 studenti dell'Ateneo hanno fatto il tirocinio alla Saras e ce ne saranno molti altri: «La novità sono i dottorati in apprendistato e le lauree in apprendistato», ha commentato il rettore poco prima della firma, nell'aula magna della facoltà d'Ingegneria in via Marengo. «Con l'Università di Cagliari», ha replicato Moratti prima di tenere una lectio magistralis organizzata assieme a Confindustria, «abbiamo sempre scambiato non solo opinioni e consulenze, ma anche tanti ragazzi che hanno studiato qui e poi sono venuti a lavorare da noi, e ancora ne arrivano. È bello», ha aggiunto il presidente della Saras, «rinnovare questa amicizia: il rapporto con la Sardegna per noi è tradizionale, antico, bellissimo. Noi ci sentiamo parte dell'Isola e spero che anche la Sardegna ci senta parte sua».
L'INTESA Ricerca scientifica e innovazione tecnologica sono i due punti chiave dell'accordo, che ha lo scopo di creare un ponte tra il sapere e l'esperienza sul campo. Il primo accordo fu siglato il 14 dicembre del 1999 e da allora il rapporto non si è mai interrotto. L'intesa ha due obiettivi principali: il primo è progettare e sviluppare tecnologie industriali attraverso studi e attività didattico-scientifiche per l'innovazione. Fin qui i vantaggi della Saras, ma ci sono anche quelli per l'Università: l'accordo consente di dare supporto agli studenti che vogliono trasferire le proprie competenze. Lo si farà con seminari, strumenti pratici, stage o training aziendali e borse di studio. L'obiettivo è consentire ai giovani di avvicinarsi a nuove opportunità professionali all'interno della Saras o di altre realtà industriali, e proprio per questo motivo l'intesa prevede anche lo sviluppo della collaborazione sull'apprendistato di alta formazione.
IL PASSATO Tra marzo e maggio, il personale della Saras ha condiviso con gli studenti le proprie conoscenze durante un seminario organizzato dal dipartimento di Ingegneria e dalla società petrolifera. Per tre mesi i dirigenti hanno offerto lezioni sulla raffinazione, sulle normative per la tutela di ambiente, salute e sicurezza nel luogo di lavoro e sull'organizzazione aziendale.
Luigi Almiento
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Sport (Pagina 18 - Edizione CA)
Moratti benedice Giulini
L'ex presidente dell'Inter: non ci siamo noi dietro l'affare Cagliari
 
L'ex numero uno dell'Inter, ora presidente onorario del club di Eric Thohir, a Cagliari per un incontro all'Università, dà il benvenuto a Tommaso Giulini fra i proprietari delle società di calcio di vertice.
Massimo Moratti, un mese fa lei ha quasi benedetto lo sbarco di Giulini nel calcio da numero uno.
«Mi sembra una cosa molto simpatica, molto bella. È una persona che conosco bene, è stato nel consiglio di amministrazione dell'Inter. Essendo una famiglia a me molto vicina e di tradizione interista, sono stati i primi azionisti dell'Inter appena sono diventato presidente, diciamo qualche anno fa. Gente perbene, che lavora qui in Sardegna e che conoscete bene. Credo abbia delle prospettive interessanti, anche perché i progetti sono molto belli».
Che tipo di presidente potrà essere per il Cagliari, se si concretizzerà l'operazione, secondo lei che è competente?
«Chissà se un presidente diventa competente... mi riferisco a me. Però è una persona intelligente e anche simpatica, capace di capire l'ambiente. Conosce il calcio, spero che abbia successo»:
I tifosi sono in subbuglio, magari sperano che dietro Giulini ci sia lei.
No, credo che questo sarebbe stato un problema per Giulini ( sorride ), no, non ci siamo noi alle spalle di Giulini, ma di certo gli sono molto amico e mi farà piacere vederlo far bene».
Con Massimo Cellino in partenza per l'Inghilterra, il calcio italiano perde uno dei suoi personaggi principali?
«Certamente: Cellino è un personaggio intelligente e vivacissimo. Ci guadagna il calcio inglese, questo è sicuro».
Luigi Almiento
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il San Raffaele e la sanità sarda
«Salveremo i piccoli ospedali»
IL VERTICE. L'assessore Arru ha incontrato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil
 
I tecnici della Regione incontrano quelli della Qatar Foundation e del Bambin Gesù. Domani altra tappa del ruolino di marcia nella messa a punto del progetto San Raffaele di Olbia dopo l'incontro di giovedì scorso a Villa Devoto tra il presidente Francesco Pigliaru e lo sceicco Faisal Bin Thani Al Thani che intende investire 1,2 miliardi di euro per il presidio che dovrà essere polo di eccellenza dell'assistenza e della ricerca in Sardegna. Ma quale sarà lo spazio per un nuovo ospedale da 260 posti letto nel quadro complessivo dell'assistenza regionale sanitaria, in un'isola dove peraltro sono ben otto i piccoli nosocomi che passeranno al setaccio del Patto per la Salute 2014-2016 che il Governo varerà a breve?
LE VERTENZE Si è parlato del San Raffaele, dell'urgenza di un piano sanitario regionale (l'ultimo è quello Dirindin-Soru) e di mille vertenze aperte, da quella dell'Aias alla stabilizzazione di duemila precari, ieri mattina a Cagliari durante l'incontro (il primo) tra l'assessore alla Sanità Luigi Arru e i rappresentanti sindacali di Cgil (Marinora De Biase e Nino Cois), Cisl (Ignazio Ganga) e Uil (Adolfo Tocco). È stato un arrivederci a presto, visto che - aperto quello che in sindacalese si chiama tavolo di confronto permanente - ci si incontrerà già il 25 giugno per affrontare la questione dei dipendenti Aias che da mesi non vedono la busta paga. Poi finiranno in agenda i temi della rete ospedaliera, del piano sanitario e socio-assistenziale e della spesa farmaceutica.
IL POLO DI ECCELLENZA «Vogliamo che ci sia una risposta adeguata - ha avvertito Marinora De Biase, segretaria Cgil - ai bisogni di salute e assistenza. Abbiamo assistito a una crescita della spesa senza che ci sia stato un miglioramento del servizio». È in questo quadro che il San Raffaele può diventare «un'opportunità per tutta l'isola per i riflessi positivi che potrà avere come struttura di eccellenza e di ricerca integrativa al servizio sanitario pubblico». Sulla stessa linea Ignazio Ganga, segretario Cisl: «Il progetto San Raffaele dovrà arricchire il sistema sanitario dell'Isola affermandosi come centro di alta specializzazione, eccellenza clinica e di ricerca integrata con l'offerta ospedaliera pubblica. Una struttura che dovrà evitare sovrapposizioni all'interno dell'offerta sanitaria regionale e che dovrà necessariamente tradursi come opportunità di sviluppo regionale non depotenziando l'attuale modello ospedaliero pubblico». «Un'opportunità favorevole - anche per Alfredo Tocco, Uil-Funzione pubblica - ma è necessario che non crei problemi al resto della rete sanitaria isolana».
POSTI LETTO Se il progetto San Raffaele quaglia davvero, i laboratori dell'ospedale dovranno collaborare con i centri di ricerca, dall'Università a Sardegna Ricerche al Cnr. È questo, ha detto l'assessore Arru, uno dei punti fermi per la Regione. Quanto ai 260 posti letto, «la questione è renderli compatibili, in un'ottica di integrazione, col sistema regionale». Solo un esempio. La Sardegna ha pochissimi posti letto per post-acuto e, proprio per questo, 100-110 posti letto del San Raffaele saranno dedicati alla riabilitazione.
CASE DELLA SALUTE E poi è da vedere quale sarà il destino dei piccoli ospedali, adesso che la magnificenza del San Raffaele si profila all'orizzonte e «che con il Patto per la Salute presto varato dal Governo si restringeranno i parametri sui posti letto che passeranno da 100 a 60», hanno avvertito i sindacati. Cosa succederà al Cto di Iglesias, al Merlo di La Maddalena, al San Camillo di Sorgono, al San Marcellino di Muravera, al Marino di Alghero, allo Zonchello di Nuoro, al Microcitemico di Cagliari e al San Giuseppe di Isili? «Non si parlerà di chiusura, ma - ha puntualizzato l'assessore - di riconversione e di adeguamento della rete ospedaliera per garantire un'assistenza territoriale adeguata». Case della salute e ospedali di comunità, poliambulatori con i servizi essenziali dove, obiettivamente, non si potranno pretendere le grandi specialità. Ora la sfida, ha chiarito Luigi Arru, «è razionalizzare l'assistenza senza penalizzare la qualità del servizio». E da lavorare ce n'è parecchio, in una regione dove negli ultimi anni la sanità è precipitata in un deficit consolidato di 400 milioni di euro.
Piera Serusi
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 49 - Edizione CA)
Università, arrivano i primi fondi
NUORO. La Regione sblocca i residui, oggi il decreto
 
Buone nuove dal fronte della vertenza dei lavoratori di Ecotopia che erogano servizi al Consorzio universitario nuorese e, dopo mesi senza stipendio, da lunedì stanno incrociando le braccia. Oggi dovrebbe arrivare il decreto con il quale la Regione sblocca il saldo 2012 (560 mila euro) e parte dei fondi 2013. Se così fosse lo scioperò sarà revocato.
LA SOLIDARIETÀ Intanto continuano ad arrivare numerosi attestati di solidarietà. «La gravissima situazione, che avevo già denunciato nel 2012 quando ricoprivo l'incarico di consigliere regionale, oggi si ripete», scrive il senatore Pd Giuseppe Luigi Cucca, «sintomo evidente che non sono ancora stati individuati gli strumenti per risolvere il problema una volta per tutte. Sono tanti i dipendenti di consorzi e cooperative a trovarsi in condizioni di precarietà, ad esempio quelli della biblioteca Satta». Sulla vicenda Ecotopia scende in campo anche Rifondazione comunista: «Da anni la cooperativa si trova davanti al muro dell'inconcludenza della Regione che non rispetta mai i tempi previsti nella finanziaria per l'erogazione dei contributi alla sedi universitarie e quindi anche degli stipendi. Nonostante i continui e ripetuti ritardi ha garantito il normale svolgimento dell'attività didattica senza creare disguidi o difficoltà di carattere tecnico- amministrativo».
Fr. Gu.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Traffici marittimi, piano per rilanciare la Sardegna
IL PROGETTO. Duecento milioni per i collegamenti via mare, l'ipotesi hub a Porto Torres
 
«Nel 2013 sono transitati nei tre porti del Nord Sardegna circa 6 milioni di passeggeri, 250 mila croceristi e sono state movimentate 12 milioni di tonnellate di merci». Carlo Guglielmi, segretario generale dell'Autorità portuale del Nord Sardegna sottolinea i dati precisando che «lo scalo marittimo di Porto Torres sta risentendo della grave crisi del Nord dell'Isola, ma ha il vantaggio di avere una posizione strategica». Per rafforzare i collegamenti tra i porti del Mediterraneo si sta valutando di creare un hub a Porto Torres e un altro a Beirut. L'occasione è rappresentata dal Progetto Optimed, finanziato con quasi 2 milioni di euro, con il programma Enpi (Strumento europeo di vicinato e partenariato) Cbc bacino del Mediterraneo 2007-2013, che prevede circa 200 milioni di euro di risorse. L'obiettivo è ottimizzare tempi e costi dei traffici commerciali marittimi lungo la direttrice Nord-Ovest e Sud-Est del Mediterraneo, incentivando la cooperazione tra Spagna, Francia e Italia con Libano, Egitto, Siria e Giordania. Susanna Diliberto, responsabile della comunicazione del Programma Enpi chiarisce che «l'Unione europea chiede progetti e processi di cooperazione virtuosa, armonica e sostenibile con la valorizzazione dei contesti locali». Il progetto è stato illustrato ieri a Cagliari. Per la Sardegna sono coinvolti la Direzione generale della Presidenza della Regione (capofila del progetto), il Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità dell'Università di Cagliari e l'Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci. Per la Spagna ci sono l'associazione delle Camere di commercio del Mediterraneo e la Scuola europea di trasporto marittimo a corto raggio, mentre per il Libano sono interessati la Camera di Commercio di Beirut, il Ministero dei Lavori pubblici e dei Trasporti, e la Direzione generale dei Trasporti marittimi e terrestri. «La Sardegna», spiega l'assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, «è in una posizione centrale e Porto Torres potrebbe diventare un interessante punto di contatto perché si trova sulla diagonale e sulla rotta ordinaria nell'alto Mediterraneo». L'intento è riuscire ad accorciare i tempi per la consegna delle merci. «Un imprenditore sardo che vuole inviare merci in Siria», conclude Paolo Fadda, direttore del Cirem, «deve mandarle a Genova, dove stanno ferme finché il cargo non è a pieno carico. La sfida è rispondere alle indicazioni dell'Ue tese a svuotare le autostrade e incrementare i traffici marittimi».
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Per clima e ambiente 3,4 miliardi
PROGRAMMA LIFE. Oggi a Cagliari la giornata di informazione
 
L'Unione Europea questa volta non ha badato a spese: per proteggere clima e ambiente ha rinnovato fino al 2020 il programma Life, stanziando 3,4 miliardi di euro, il 40% in più rispetto ai sette anni precedenti per progetti ecocompatibili. La Sardegna è in corsa per aggiudicarsene una fetta, ma servono più competenze. Per questo motivo lo “Sportello Ricerca europea” di Sardegna Ricerche, in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari, ha organizzato oggi alle 9,30 nell'auditorium della Banca di Credito Sardo, in viale Bonaria a Cagliari, una giornata informativa sullo strumento finanziario messo a disposizione dall'Ue e sui primi bandi, attesi per il 16 giugno.
L'incontro vedrà la partecipazione di Stefania Betti, punto di contatto nazionale Life al Ministero dell'Ambiente. Sarà compito suo orientare i possibili beneficiari nel mare di opportunità “green” aperte dallo stanziamento di Bruxelles. Il nuovo programma introduce diverse tipologie progettuali (i piani integrati e di assistenza) che migliorano l'interazione tra politiche ambientali e climatiche nella pianificazione nazionale e regionale favorendo la movimentazione di ulteriori fondi. Inoltre la selezione degli eco-progetti avverrà solo sulla base del loro valore e non di una quota minima riservata a ciascun Paese.
Acqua, rifiuti, qualità dell'aria e tutela della natura: le candidature di progetti meritevoli di finanziamento potranno essere proposti da enti pubblici e privati, organizzazioni no profit o qualsiasi soggetto giuridico che operi nell'ambiente. L'Ue ha deciso inoltre di assegnare un quarto dei fondi alla riduzione delle emissioni dei gas serra e alla comunicazione e diffusione di informazioni sugli interventi per limitare i cambiamenti climatici.
Luca Mascia
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Economia
«Pronti a ridiscutere il progetto Eleonora»
L’ad della Saras Massimo Moratti a Cagliari per firmare un protocollo d’intesa con l’università
di Felice Testa
 
CAGLIARI «C’è un bene in più in Sardegna, oltre alle bellezze dell’isola, alla cultura e al mare: il gas nel sottosuolo». L’amministratore delegato della Saras, Massimo Moratti, nell’aula magna della facoltà di Ingegneria di Cagliari, risponde alla domanda sulla disponibilità, sua e dell’azienda, a riscrivere interamente il progetto di trivellazione “Eleonora” per la ricerca di idrocarburi, accolto con molte critiche dalla popolazione di Arborea. «Siamo disposti a fare in modo che venga capito – precisa –. Non abbiamo intenzione di danneggiare nessun territorio. Siamo convinti di trovare quantità rilevanti di gas nel sottosuolo dell’isola, non andiamo avanti in modo avventuroso. Siamo abbastanza sicuri che ci sia un giacimento importante, ma non vogliamo creare situazioni di polemica e di conflitto. Se l’obiettivo è quello di raggiungere una soluzione più giusta per tutti, compresa la nostra esigenza di andare a vedere cosa c’è nel sottosuolo, perché non riscrivere i termini dell’intervento condividendolo con la popolazione? Se riusciamo a trovare un modo condiviso, siamo sempre a disposizione. Altrimenti c’è il rischio di andare avanti eternamente su posizioni contrapposte e non serve a nessuno». Massimo Moratti e il rettore dell’università di Cagliari, Giovanni Melis, hanno firmato, ieri, il rinnovo del protocollo d’intesa siglato nel 1999, che ha permesso l’ingresso nel Gruppo Saras a 220 tirocinanti dell’ateneo cagliaritano, con lo scopo di progettare e sviluppare tecnologie in campo industriale, attraverso studi e attività didattico-scientifiche mirate alla ricerca per l’innovazione. Un obiettivo al quale si aggiunge l’esigenza di dare supporto agli studenti e trasferire loro competenze, attraverso seminari in aula, e strumenti pratici, grazie a stage o training aziendali e borse di studio che permettano loro di avvicinarsi a nuove opportunità professionali, nello specifico ambito aziendale e in altre realtà industriali. Rivolto agli studenti, Massimo Moratti si sofferma sulla crisi economica con un messaggio da imprenditore coraggioso: «Questo non è uno dei momenti più felici ma nessuno di noi ha intenzione di farsi spaventare troppo dalla crisi. Bisogna cercare di razionalizzare le risorse, di tagliare gli sprechi, però bisogna stare attenti nel tagliare perché alla fine c’è il rischio di restare con un remo solo in barca. L’ingresso di un gruppo internazionale, una delle più grandi aziende al mondo del settore, non deve essere motivo di preoccupazione. Un partner forte è semmai una garanzia in più. La nostra raffineria, legata alla storia della mia famiglia, alla storia di mio padre Angelo, è in Sardegna, abbiamo il 99% di personale sardo e speriamo di essere visti dai sardi come gente che lavora e vogliamo restare in Sardegna». Alla firma del protocollo d’intesa, erano presenti Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Sud Sardegna, Alberto Scanu presidente regionale di Confindustria, Francesco Marini, direttore dello stabilimento Saras.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 – Economia
Il pavimento che produce energia
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI Piedi per terra. Ma anche voglia di volare. Sole, vento, mare. E anche piedi. Sì, proprio i piedi. L’energia alternativa, quella pulita che non tocca l’ambiente, può arrivare anche da una passeggiata sul pavimento della biblioteca, delle poste o del museo. La proposta è arrivata da tre giovani neolaureati dell'università di Cagliari, Alessio Calcagni, 31 anni, Giorgio Leoni, 35, Simone Mastrogiacomo, 30. Che, per uscire allo scoperto hanno scelto un interlocutore d'eccezione, Massimo Moratti, amministratore delegato della Saras. È stato proprio Calcagni a chiedere la parola durante l'incontro nell'aula magna a cui partecipava l'imprenditore milanese per un faccia a faccia con gli studenti cagliaritani. L'ingegnere ha spiegato senza perdere molto tempo di che cosa si trattava. Il progetto dice molto in tre parole. Sef, ovvero “smart energy floor”. Un pavimento intelligente che produce energia. Il video realizzato dai tre giovani per presentare la loro idea spiega tutto in poche immagini. Ci sono persone che camminano su una superficie. Questa, in seguito al passaggio delle persone si anima quasi come la linea del vecchio Carosello Lagostina. L'energia raccolta va a finire in una presa di corrente. Che, naturalmente, accende una lampadina. «Si tratta di un'idea nata interamente nell'isola – ha spiegato Alessio Calcagni a margine dell’incontro “Fare impresa a cui ha partecipato anche l’ex presidente dell’Inter –. Il principio è che il sistema funziona in un luogo affollato: più gente c'è, più si crea energia». Il materiale per accumulare la tensione è plastico ma facilmente integrabile con legno o piastrelle. Insomma non rovina l'estetica di un appartamento o di un monumento. Il principio è quello dell'energia solare. Solo che in questo caso la forza generatrice non sono calore e raggi, ma dei semplici piedi in movimento. I tre giovani neolaureati stanno presentando la loro idea in giro per l'Italia e per il mondo. Loro ci credono. Ma ora c'è bisogno di qualcuno che creda in loro. E nella loro idea. I vertici di Confindustria, il rettore dell’ateneo cagliaritano e lo stesso Massimo Moratti hanno ascoltato con interesse. Le loro facce e le loro espressioni sembrano volere dire: ecco le proposte che vogliamo dalle nuove generazioni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 – Economia
Porto Torres hub del Mediterraneo
La Regione con fondi Ue pensa a un futuro dello scalo. Diventerà centrale nella direttrice dei traffici tra Spagna e Turchia
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI La Sardegna, sinora esclusa dalle autostrade del mare, (cioè quei percorsi alternativi alle strade per trasportare le merci), cerca di rientrare nelle «rotte che contano». Lo fa con un programma finanziato dai fondi europei che si chiama Enpi Bacino del Mediterraneo. «È interessante l’obiettivo strategico», premette l’assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, «si tratta di creare un network tra la sponda ovest del Tirreno e il sud est del Mediterraneo. E in questo caso Porto Torres si trova nel bel mezzo dell’asse». Il progetto battezzato Optimed si basa su poco meno di due miliardi di euro. Sono coinvolti la direzione generale della presidenza della giunta regionale sarda, l’ateneo di Cagliari con il Cirem, l’Autorità portuale del Nord Sardegna, l’Ascame, associazione Camere di commercio del Mediterraneo, la Scuola europea di navigazione in Spagna, la Camera di commercio di Beirut, il ministero dei Trasporti e dei Lavori pubblici del Libano. Paolo Fadda, ingegnere, ex assessore ai Lavori pubblici negli anni Novanta, spiega: «Il progetto nasce con l’intento di rafforzare le connessioni tra i porti del Mediterraneo attraverso la creazione di una piattaforma logistica virtuale strutturata su un porto da convertire in hub - e cioè Porto Torres - al fine di ottimizzare i tempi e i costi dei flussi commerciali marittimi lungo la direttrice Nord-ovest e Sud-est del Mediterraneo, favorendo la cooperazione tra i territori dei paesi dell’arco latino del Mediterraneo, Spagna, Francia, Italia, e i paesi della sponda Sud, Libano, Egitto, Siria e Giordania. «Per Porto Torres», spiega Massimo Deiana, «l’importante è dare centralità a una progettualità così alta». L’88 per cento delle merci che si muovono in Italia viaggiano sulle strade e non è difficile capire che da questa realtà discendono una serie di problemi dalla sicurezza alla congestione del traffico. E naturalmente di costi che lievitano perché il trasporto delle merci via mare costa di meno. Con qualche doverosa precisazione: il trasporto costa di meno quando le merci sono in mare ma se poi stanno ferme su una banchina, i conti cambiano. Facciamo un esempio: un imprenditore sardo che vuole inviare merci in Siria deve mandarle prima a Genova. Lì stanno ferme fino a che il cargo non è a pieno carico. La totale incertezza dei tempi è letale, i costi aumentano. «Il sistema deve garantire affidabilità, costi e tempi certi e ridotti rispetto ai trasporti via terra, relazioni stabili tra i Paesi coinvolti e un insieme di servizi efficienti», dice Fadda, «da qui, la nostra piattaforma che prevede simulazioni e test virtuali e su mare. La sfida? Rispondere alle indicazioni dell'Ue tese a svuotare le autostrade e incrementare i traffici marittimi». Il mare può far risparmiare tempo, questa è la conclusione. Ma sarà scelto dai trasportatori solo se sarà in grado di assicurare la consegna door to door in un giorno, o in un’ora, stabiliti da venditore e compratore. La sperimentazione si farà, prima virtuale poi con le applicazioni pratiche, nel nord Sardegna. Nella sperimentazione sono previsti due porti hub: 1) Porto Torres per la direttrice Tirreno Valencia-Salerno, e l’area delle coste Sud mediterranee,; 2)Beirut, Mersin in Turchia e Alessandria d’Egitto. I test valutano l’efficienza delle strutture portuali e la catena della logistica. Per Cagliari, invece, Paolo Fadda ipotizza una piattaforma moderna orientata verso i principali porti del Nord Africa visto che già oggi quelle destinazioni valgono il 10% del totale movimentato.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 – Commenti
interessi pubblici e privati
Legge urbanistica regionale: che tuteli davvero il territorio
La giunta Pigliaru non segua l’esempio del ministro Lupi: il suo nuovo disegno di riordino della materia è ancora concentrato sull’edilizia espansiva
di Antonietta Mazzette
 
Il Ministro del Governo Renzi, Maurizio Lupi, ha fatto predisporre al suo Gruppo di Lavoro "Rinnovo Urbano" un secondo disegno di legge urbanistica. Il primo lo aveva presentato come ministro di Berlusconi, ritirato grazie alla denuncia di autorevoli studiosi in materia di territorio per la clamorosa sottomissione degli interessi pubblici a quelli privati. Anche il secondo disegno di legge esprime questa sottomissione che è esplicita fin dal titolo: Principi fondamentali in materia di governo del territorio, proprietà immobiliare e accordi pubblico-privato. Come a dire, il "Lupi perde il pelo ma non il vizio". Se escludiamo i generici preamboli e i riferimenti alla Costituzione, in nome della sussidiarietà, partecipazione e via discorrendo, l'idea niente affatto sottesa è che la rendita immobiliare e fondiaria sia il vero cardine del disegno di legge urbanistica. Idea che ritroviamo in modo diffuso in tutti i commi dei 21 articoli. A partire dall'art. 1, comma 4, dove si dichiara che: "Ai proprietari degli immobili è riconosciuto, nei procedimenti di pianificazione, il diritto di iniziativa e di partecipazione, anche al fine di garantire il valore della proprietà conformemente ai contenuti della programmazione territoriale. Le procedure di pianificazione assicurano la partecipazione dei privati anche nell'esecuzione dei programmi territoriali senza dar luogo a sperequazioni tra le posizioni proprietarie". Per proseguire con espressioni quali "leale collaborazione con il privato" (art. 5, comma 6); oppure con la esplicitazione che gli interessi privati "si intendono come preliminari di piani urbanistici attuativi" (comma 7). Ma il clou di questa sottomissione lo troviamo negli articoli 10 (Perequazione), 11 (Compensazioni) e 12 (Trasferibilità e commercializzazione dei diritti edificatori), nei quali è ben chiaro che il disegno di legge parte dal presupposto che un proprietario di suolo ha automaticamente un diritto di edificazione e che, se non glielo si concede, magari perché l'area è sottoposta a tutela, allora il pubblico (ossia la collettività) lo deve compensare in modo congruo. Orbene, da molti anni studiosi del territorio chiedono che l'Italia si doti di un nuova legge urbanistica nazionale, giacché quella del 1942 con oltre 70 anni di deroghe, ha perso significato e nei fatti ha consentito a troppi speculatori di trasformare gli interessi della rendita fondiaria in quel mostro che divora tutto e che ha potuto agire sulla società in modo corruttivo. Ma una nuova legge urbanistica dovrebbe essere impostata, anzitutto, alla luce di quel che è successo nei territori italiani in questi decenni, soprattutto a partire dagli anni '80. Anni di scempio e saccheggio di cui ci scandalizziamo e allarmiamo solo quando si scoprono tangenti e disastri; in secondo luogo, dovrebbe andare di pari passo con un'idea di sviluppo economico e sociale. In ragione di ciò, la legge urbanistica dovrebbe essere un insieme di regole (cornice), a mio avviso essenziali ma chiare e inderogabili, entro cui collocare i piani regionali, di area vasta, comunali. Regole dettate all'insegna di alcuni principi quali: 1) non consumare altro territorio, non perché si è nemici della proprietà privata, ma perché la cementificazione selvaggia ha impoverito le persone e i territori, in cambio di poco lavoro instabile e, peraltro, non rispondendo alla crescente domanda di case delle popolazioni più svantaggiate; 2) il territorio è una risorsa scarsa e irriproducibile e perciò bisogna averne cura; 3) i processi di risanamento e riqualificazione del patrimonio esistente vanno regolamentati, dove è possibile all'insegna della bioedilizia. L'on. Pigliaru ha dichiarato che entro il 6 luglio presenterà una bozza di legge urbanistica regionale. Spero che la sua direzione sia opposta a quella del ministro Lupi che continua a pensare che il "sostegno all'economia" sia da concentrarsi sull'edilizia espansiva e non su quella finalizzata alla riconversione e contenimento.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Un’università fusa col resto del mondo
È il progetto di Massimo Carpinelli, candidato rettore, che punta sui rapporti con la rete internazionale di ricerca
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Nel libro dei sogni c’è il Collegio di Merito, un’istituzione che accoglierebbe i migliori studenti delle scuole superiori con la copertura totale delle spese universitarie, alloggio gratuito e borse di studio. Ma soprattutto c’è il respiro internazionale con collegamenti alle grandi reti mondiali della ricerca e dell’innovazione. «Soltanto dando prestigio al nostro ateneo potremo sciogliere i nodi che le fanno segnare il passo, come la didattica e l’offerta di servizi». A parlare è Massimo Carpinelli, docente ordinario di Fisica nel Dipartimento di Chimica e Farmacia e candidato alla carica di rettore assieme ad altri quattro colleghi: Eraldo Sanna Passino, Giuseppe Pulina, Marco Vannini ed Andrea Montella. Scienziato di fama internazionale, Carpinelli è nato nel 1964 a Benevento ma si è formato a Pisa dove ha insegnato a lungo la fisica delle particelle e dove è diventato professore associato. La cattedra di ordinario invece l’ha ottenuta a Sassari dove insegna dal 2006 e dove è stato preside della facoltà di Scienze Matematiche e Fisiche dal 2010 al 2012. È forte di un curriculum di alto profilo in cui la “mediana” delle sue pubblicazioni, una sorta di misurazione della qualità delle ricerche stabilita dal ministero, è più alta della media di 20 volte. «Ritengo di avere i numeri per ricoprire questo incarico – ha detto Massimo Carpinelli – perché sono abituato da sempre a lavorare in grandi gruppi di ricerca formati da centinaia di persone di diverse nazionalità che operano ciascuna con il proprio ruolo ma tutte proiettate verso un obiettivo comune. Con questa metodologia mi appresterei a riorganizzare l’università di Sassari, unico e solo motore economico del Nord Sardegna». Punti d’arrivo facili da condividere ma, come lui stesso ammette, più lontani a causa di una congiuntura estremamente sfavorevole. «Il mio programma si ispira a un principio semplice e ineludibile: l’università turritana deve riappropriarsi con forza del suo ruolo propulsivo al servizio dello sviluppo culturale ed economico del territorio sardo e non deve cadere nella tentazione di ripiegarsi su se stessa: è invece proprio questo il momento di accogliere tutte le sfide del presente con generosità e abnegazione, consapevoli del ruolo cruciale che il nostro ateneo ricopre nel futuro dell’intera regione». Ma il programma di Massimo Carpinelli si concentra molto anche sull’idea di Sassari come città punto di riferimento per gli studenti che arrivano da fuori, con servizi che siano appetibili sia nella didattica, dove maggiormente si riscontrano le criticità, sia nell’accoglienza di tipo alberghiero. «Il cardine del mio progetto – dice Carpinelli – è la piena attuazione del diritto allo studio, da garantire attraverso una maggiore integrazione col mondo della scuola e del lavoro e il miglioramento dei servizi agli studenti e dell’offerta didattica. Anzitutto dobbiamo arginare la dispersione scolastica che in Sardegna è altissima e incentivare il più possibile le immatricolazioni dal resto della Regione. Il dato degli studenti che abbandonano l’iter universitario prima della laurea è preoccupante, così pure quello degli studenti fuori corso». Carpinelli parla anche di una carta vincente che la città non può non sfruttare e cioè la sua dimensione a misura d’uomo. «Questa è la premessa giusta per raggiungere uno standard di eccellenza nei servizi agli studenti che porti a incrementare rapidamente le iscrizioni e a innescare un circolo virtuoso che innalzerà i parametri dell’ateneo e farà crescere anche i finanziamenti dello Stato che come si sa contengono una parte di cosiddetta premialità». Il candidato rettore ha anche affrontato il tema della ricerca «vero cuore pulsante dell’università». Il proposito sarebbe quello di incentivare con ogni mezzo la ricerca di base e la ricerca applicata, portando allo stesso livello di eccellenza tutte le aree dell’ateneo «in una prospettiva di forte sinergia e collaborazione che consenta di mettere da parte «i vecchi schemi particolaristici». Quelli che ancora minacciano molti settori dell’università come ad esempio quello dell’assistenza ospedaliera: «Un ambito – conclude Carpinelli – che va curato per garantire ai medici di poter svolgere la missione di didattica, ricerca e assistenza nel migliore dei modi».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 34
Università nel caos: saltano gli esami e si allarga la protesta
Le promesse della Regione non fermano la mobilitazione
Ma l’assessore Firino ribadisce: «Ci stiamo lavorando»
 
«Il fatto– spiega il presidente provinciale di Legacoop, Totoni Sanna – è che finché i presidi culturali nuoresi saranno privi di un governo stabile, e continueranno a essere commissariati, ci saranno sempre problemi, sia di natura finanziaria, sia nella programmazione. Oltre all’università, infatti, è commissariata da anni anche la biblioteca Satta, e anche lì, per i soci della cooperativa che ne gestisce i servizi, i problemi sono gli stessi». Allarga il discorso, dunque, Totoni Sanna. E dal caso-ateneo si estende fino a inglobare anche un altro pilastro della cultura nuorese: la biblioteca Satta. Ce l’ha con i commissariamenti che non finiscono mai, Totoni Sanna, e con una situazione dei presidi culturali nuoresi che non promette nulla di buono. «Se non si risolve al più presto la questione dei commissariamenti – ribadisce – si rischia di tornare punto e a capo ogni volta, anche sul fronte dei finanziamenti. Bisognerebbe riuscire a equiparare il pagamento di questi servizi ai costi che la Regione sopporta come pagamenti diretti». (v.g.)di Valeria Gianoglio wNUORO Docenti a casa. Sedi universitarie ancora sbarrate, se si esclude quella centrale di via Salaris ma ridotta a mezzo servizio. Saltano, ieri, gli esami di Diritto pubblico romano, “in segno di rispetto e solidarietà con il personale del Consorzio universitario”. E gli studenti del corso di laurea in Scienze Ambientali, dopo un tam tam veicolato ieri pomeriggio da messaggini e social network, si riuniscono oggi per fare il punto della situazione. Mentre ieri sera si sono riuniti anche quelli della cooperativa Ecotopia, che nei giorni scorsi hanno fatto emergere la loro protesta per sette mesi di arretrati non pagati dalla Regione e altrettanti stipendi sospesi. L’assessore regionale. L’assessore regionale Claudia Firino, ieri sera, lo ha ribadito: «Siamo vicini ai lavoratori, ma chiediamo solo un po’ di pazienza, perché stiamo cercando di risolvere il blocco dei fondi legati al patto di stabilità. Ma sui tempi non posso, né preferisco, pronunciarmi, perché credo che sia meglio parlare a cosa fatte». Ma nonostante le sue rassicurazioni, quelle che stanno andando in onda tra Nuoro e Cagliari attorno al futuro dell’università nuorese, restano ore cariche di incontri, telefonate, e prese di posizione dai toni più o meno decisi. Ma se, da un lato, si registrano gli interventi e la solidarietà ai lavoratori della coop Ecotopia da parte di studenti, docenti universitari, del rettore, e di alcuni partiti – è di ieri l’intervento di Rifondazione comunista – gli stessi lavoratori registrano con sorpresa anche alcune assenze importanti, sul fronte interventi e manifestazioni di vicinanza, da parte delle istituzioni del territorio. Solo la Regione, del resto chiamata direttamente in causa, ha detto la sua attraverso l’assessore competente, Claudia Firino, che in una telefonata fatta alla presidente della cooperativa Ecotopia, ha assicurato che gli arretrati sarebbero arrivati entro pochissimo tempo. Certo è che, dopo tante promesse non tradotte in realtà, stavolta più di altre i lavoratori non si fidano e ora devono decidere se la rassicurazioni di Claudia Firino bastano per far loro decidere di sospendere la protesta, rientrare in servizio, e riaprire così le sedi nuoresi dell’ateneo. Rifondazione. Intanto, ieri mattina, attraverso un comunicato, Rifondazione comunista esprime «la sua piena e totale solidarietà ai 33 lavoratori della Cooperativa Ecotopia», ricorda che «ormai da anni i lavoratori si trovano davanti al muro dell'inconcludenza della Regione Sardegna, che non rispetta mai i tempi previsti nella finanziaria per l'erogazione dei contributi alla sedi universitarie e quindi anche degli stipendi dei lavoratori», e precisa anche che «nonostante i continui e ripetuti ritardi, la cooperativa ha garantito il normale svolgimento dell'attività didattica senza creare alcun disguido o difficoltà di carattere tecnico- amministrativo, sorvolando spesso sugli inaccettabili ritardi dell'amministrazione centrale. Forse questo è dovuto anche al particolare rapporto, anche affettivo, che questi lavoratori hanno sempre avuto nei confronti dell'Università nuorese, in quanto la ritengono una grande opportunità per i propri figli e per il territorio dove loro vivono». Ma sul finale del suo intervento, Rifondazione comunista pone anche una domanda alla Regione: «la Regione ritiene, come peraltro è stato ripetuto più e più volte in campagna elettorale dal presidente Pigliaru, che il radicamento della cultura e del sapere universitario, attraverso le sedi decentrate, possano diventare una grande opportunità di sviluppo corretto ed equilibrato delle zone interne della nostra isola?». Una domanda retorica, ovviamente, ma che presuppone, dopo una risposta positiva, un conseguente impegno di denaro. Gli studenti. Ma sempre ieri, sul caso-ateneo, anche gli studenti hanno detto la loro. E si sono dati appuntamento per oggi «per discutere della pessima situazione che sta vivendo l'università nuorese. L'appello è rivolto non solo agli studenti di Scienze Forestali ma anche a tutti gli altri universitari e a chiunque abbia idee. Siamo infatti convinti che l'assenza del polo universitario a Nuoro non debba preoccupare solo chi studia in questa città, ma sia invece un interesse della comunità nuorese. A Nuoro gli studenti vivono, mangiano, affittano stanze e fanno la spesa». «Chi studia qui a Nuoro – tengono a precisare – dà a questa città una grande e vitale prospettiva di crescita». Gli esami che saltano. Ieri mattina, infine, sono saltati i primi esami previsti per la sessione in corso. Si parte da “Diritto pubblico romano”. Come ha spiegato il docente Francesco Sini, gli esami di quella materia non si svolgeranno «in segno di rispetto e solidarietà con il personale del Consorzio universitario».
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 34
il senatore del Pd
Cucca: certezze e investimenti per la cultura nel territorio
 
NUORO «Mentre ieri il rettore Mastino si esprimeva positivamente sugli importanti risultati realizzati attraverso lo strumento delle sedi distaccate delle università sarde, i lavoratori che di questi risultati positivi sono parte fondante si trovano come al solito senza stipendio e come al solito a dover lottare per un diritto che dovrebbe essere certo e garantito. Mi riferisco in particolare ai dipendenti di Ecotopia». Per Giuseppe Luigi Cucca, senatore nuorese del Pd, la denuncia sulla situazione dell’università nuorese è un triste ritorno al passato. Già nel 2012, infatti, il parlamentare barbaricino che allora ricopriva l’incarico di consigliere regionale, si era trovato di fronte il caso-ateneo. «Mi pare – precisa Cucca – che questo sia il sintomo evidente che non sono ancora stati individuati gli strumenti per risolvere il problema una volta per tutte. Sono tanti i dipendenti di consorzi e cooperative che garantiscono questi servizi a trovarsi in condizioni di grave precarietà, come ad esempio quelli del Consorzio per la Pubblica Lettura “Sebastiano Satta”. Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru afferma che la cultura deve essere al primo posto. Per farlo è necessario prima di tutto garantire continuità e certezze per coloro che vi operano». (v.g.)

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie