Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 May 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
CRENOS. Domani il rapporto
Le imprese sarde cercano la strada per poter ripartire
 
Qual è l'eredità che due consecutive recessioni hanno consegnato al sistema economico regionale? Quali sono i settori produttivi che si comportano meglio e su cui puntare? In quali campi è utile che si concentri l'azione politica? A queste e ad altre domande si propone di rispondere il rapporto del Crenos sull'economia della Sardegna, giunto alla ventunesima edizione, fornendo così un contributo informativo sull'andamento dell'economia isolana e un strumento di valutazione delle decisioni di politica economica. L'appuntamento è per domani alle 10 nell'aula magna della facoltà di ingegneria a Cagliari.
L'ANALISI Come ogni anno sarà presentata un'analisi strutturale sulle tendenze dell'economia regionale, concentrando l'attenzione sulle principali variabili macroeconomiche, sul mercato del lavoro, sul settore turistico, sui servizi pubblici e sui fattori di competitività e di sviluppo. Quest'anno, pur confermando la stessa struttura delle precedenti edizioni, il contenuto di ciascun capitolo viene reso coerente con il dibattito economico attuale e si arricchisce di nuovi contributi tra i quali l'analisi sul tessuto imprenditoriale sardo, sul fenomeno dello scoraggiamento nel mercato del lavoro e sui possibili costi dell'insularità. ( lan. ol. )
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 26 - Edizione CA)
Il tour sardo di Hirschman, la grande voce dei più piccoli
Il poeta oggi a Sassari, domani alla Baracca Rossa di Cagliari, sabato a Bosa e Asuni
 
Come mentore ebbe Hemingway, che lo incoraggiò a scrivere. Come stella polare Neruda e come allievo, ai tempi della cattedra di letteratura alla Ucla, Jim Morrison. Oltre ai tanti studenti ai quali regalava una “A” sul libretto qualunque cosa dicessero all'esame pur di non farli partire per il Vietnam.
Gli costò il licenziamento dall'università californiana, ci guadagnò popolarità inestinguibile fra i liberal antimilitaristi dell'America di allora e di sempre e una riga in più sulle biografie online che, generalmente, lo inquadrano con quattro parole inevitabili: “Ultima voce della generazione Beat”.
In realtà, per quanto abbia frequentato un po' tutti i letterati anticonformisti d'Oltreoceano, dire che Jack Hirschman è un beat è un po' come definire Antonio Gramsci un socialista: lo fu, certamente, ma poi si spostò notevolmente e notoriamente a sinistra. E così fece il poeta newyorkese, che da Ginsberg, Corso and company prese le distanze in quanto “rivoluzionari borghesi” per avvicinarsi al radicalismo stile Black Panther e sposare poi la causa degli homeless, gli intoccabili che l'America metropolitana produce in quantità. «La mia lotta - spiegò tre anni fa a Cagliari, prima di leggere le sue poesie al pubblico di “Parco in festa” a Monteclaro - è stata semplicemente un'identificazione con la lotta degli operai e dei senzatetto. A questo punto, essere un poeta o essere comunista è la stessa cosa». Facile immaginare quindi che gli piacerà leggere i suoi versi e incontrare i suoi lettori in un posto che si chiama “Baracca Rossa”, il locale di via Principe Amedeo 33 dove Hirschman sarà domani alle 19,50 per la tappa cagliaritana del suo “Sardinian Tour - The Arcanes e altre Americhe” che lo porterà oggi a Sassari e sabato a Bosa e ad Asuni.
Nel centro al confine fra Marmilla e Barigadu Hirschman inaugurerà la biblioteca, realizzata con tremila libri arrivati in dono da tutta Italia. Una presenza significativa: che l'ottantenne poeta ribelle aveva aderito all'appello lanciato dall'amministrazione comunale che, povera di finanziamenti ma non di sogni e orizzonti, aveva chiesto a lettori e scrittori di buona volontà di regalare un volume agli scaffali comunali.
Sarà una buona occasione per ascoltarlo mentre spiega - come fece proprio ad Asuni nel 2005, intervistato da Francesca Falchi - che «tutti siano dei poeti. La mia lotta rivoluzionaria deve essere intesa non solo in senso politico ma anche in senso culturale: il fine è quello di rivelare che tutti sono poeti. Non bisogna cambiare solo le condizioni economiche: bisogna cambiare soprattutto le coscienze».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 26 - Edizione CA)
Conferenza a cagliari
NordAfrica: le “Primavere” e le università
 
Si terrà domani a Cagliari - dalle 9.30 nell'aula Salis in Viale Nicolodi 102 - la conferenza “La primavera della cultura. Giovani, Università e primavere”. Introduce Gianfranco Bottazzi (“La modernizzazione complicata dei Paesi arabi”), seguito da Massimo Campanini (“Moltitudine, giovani protagonisti, Gramsci e il “fallimento” delle primavere arabe”), Vincent Geisser “Le rôle de l'Université tunisienne dans les protestations contre la dictature)”, Habib Kazdaghli (“Tunisie: La situation de l'Université dans un pays en transition”), Patrizia Manduchi (“Università e dissenso nella storia dell'Egitto contemporaneo”) e Nivine Khaled (“Mouvements étudiants dans les universités égyptiennes”).
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 56 - Edizione CA)
Domenico Ruiu, laurea ad honorem
Lo studioso dei grifoni emozionato nell'ateneo di Sassari
 
Laurea ad honorem in Sistemi forestali e ambientali al fotografo-scrittore naturalista nuorese Domenico Ruiu. A conferirla, ieri nell'aula magna dell'Università di Sassari, il rettore Attilio Mastino, il direttore del Dipartimento di Agraria Giuseppe Pulina, Pietro Luciano, presidente del corso di laurea in Sistemi forestali e ambientali di Nuoro. Emozionato, Ruiu, lo specialista dei grifoni, ha tenuto una lectio doctoralis sul ruolo ecologico dei rapaci e la loro salvaguardia. Domenico Ruiu è un appassionato osservatore della vita degli animali selvatici del territorio sardo. «Ha unito la passione di naturalista all'impegno nella comunicazione divulgativa e scientifica, raccogliendo una consistente documentazione sui rapaci estinti in Sardegna - si legge in un comunicato dell'ateneo - rendendo noti i risultati attraverso articoli sulla stampa, libri e volumi. Pubblicazioni ricche di immagini fotografiche di grande pregio». «Tale onorificenza mi è giunta in modo inaspettato e l'ho accolta con grande emozione», ha commentato Ruiu. ( fr. gu. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
I candidati disegnano l’ateneo del futuro
Ieri il confronto pubblico tra gli esponenti del mondo accademico in corsa per l’elezione, il 17 giugno, del nuovo rettore
 
Tutti e cinque i candidati al rettorato sognano una città universitaria sul modello di Cambridge oppure di Pisa, per stare in terra italiana. Una città attraente per gli studenti stranieri, piena di locali, con un centro storico definitivamente recuperato, con eventi culturali e musei, con una grande biblioteca dove tutti i cittadini si possono ritrovare. Sogni pronti a diventare realtà nei programmi che ieri sera i docenti in corsa per la massima carica universitaria (che sarà rinnovata il 17 giugno) hanno esposto rispondendo alle domande del direttore della Nuova Sardegna Andrea Filippi nel corso di un confronto pubblico che ha avuto luogo nell’aula magna dell’università. All’evento, organizzato dalla Fondazione Segni, erano presenti l’attuale rettore Attilio Mastino, molti rappresentati del mondo accademico e anche il sindaco neoeletto Nicola Sanna al quale i candidati si sono rivolti soprattutto per parlare di Sassari città universitaria, delle prospettive di accoglienza e dei servizi che in un centro urbano di questo tipo non possono mancare. La proposta, accolta dal sindaco, è quella di un’alleanza tra ateneo e municipalità per fare in modo che i la città possa puntare a diventare una meta ambita per gli studenti di tutta Europa. E a questo proposito tutti i candidati hanno affrontato il tema del campus, al centro, negli ultimi mesi, di un incalzante dibattito politico, dicendo che ci sono immobili dell’università messi a disposizione per questo scopo (si tratta dell’ex brefotrofio di via Delle Croci) e che comunque le residenze per gli studenti dovrebbero stare al centro dell’area urbana. Ma prima di questo argomento erano stati affrontati altri temi cruciali per il futuro dell’università. A cominciare dalla didattica, vero punto debole della struttura universitaria: «Dobbiamo puntare sulla qualità – ha detto Massimo Carpinelli, docente di Fisica nel Dipartimento di Chimica e Farmacia –. Soprattutto dei corsi, all’interno dei quali darei molto più spazio ai laboratori. Allo stesso tempo penso a grandi iniziative come la scuola nazionale Sant’Anna di Pisa». Sulla necessità di un orientamento più efficace già dalle ultime classi delle superiori ha posto l’accento Giuseppe Pulina, direttore del Dipartimento di Agraria: «È l’unico modo per fermare il continuo calo delle iscrizioni. Dobbiamo puntare a far salire il tasso del 51 per cento di immatricolazioni (rispetto al numero dei diplomati) oltre il 60 per cento». Mentre dell’opportunità di tagliare il numero dei corsi, attualmente 51, ha parlato Andrea Montella, direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche: «Questo ateneo ha bisogno di una buona reputazione per essere attraente» e sulla rivisitazione del numero dei corsi si sono espressi più o meno allo stesso modo anche Eraldo Sanna Passino, professore ordinario nel Dipartimento di Veterinaria e direttore dell’omonimo ospedale e Marco Vannini, docente del Dipartimento di Economia aziendale. Quest’ultimo ha premuto il tasto dei fondi ministeriali ridotti di decine di milioni di euro negli ultimi anni: «Ci vogliono risorse aggiuntive rispetto al Fondo di funzionamento ordinario – ha detto – . E diventano importanti il reperimento di finanziamenti europei e le triangolazioni con la Regione per ottenere altre risorse». Mentre riguardo alla ricerca, altro tema scottante toccato nel corso del dibattito, Eraldo Sanna Passino ha detto che «ci sono 82 colleghi ricercatori che hanno consentito al nostro ateneo di crescere in qualità. È a loro che penserei per primi visto che i ministri nel tempo non hanno mai mantenuto le promesse relative all’accesso dei lavoratori a tempo determinato nel sistema universitario come associati». Tutti i candidati infine si sono detti contrari alla fusione e scettici rispetto alla federazione con l’università di Cagliari. Il concetto espresso è che le sinergie non possono essere poste su base geografica ma devono servire a dare respiro internazionale all’università.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Da oggi l’appuntamento annuale di psichiatria forense
 
SASSARI Si aprirà da oggi al 31 maggio, all’Hotel Catalunya di Alghero, l'annuale appuntamento formativo, giunto alla XVII edizione, dal titolo “Psichiatria forense e psichiatria di genere: aspetti clinici e responsabilità”. Un evento promosso dal prof. Gian Carlo Nivoli, presidente della Società italiana di Psichiatria forense. Negli ultimi anni si è andato consolidando un profondo cambiamento culturale della medicina concretizzatosi nell'Evidence-based Medicine (Ebm) e nelle "Buone pratiche cliniche". Nel congresso di questo anno si confermerà la scelta strategica della valorizzazione della medicina basata sulle evidenze e della divulgazione delle buone pratiche cliniche, dedicando una specifica attenzione e un approfondimento alle problematiche delle differenze di genere in ambito psichiatrico. Non potrà mancare l'aspetto psichiatrico forense propriamente detto legato alle specifiche situazioni che vedono più frequentemente coinvolta, più spesso come vittima, la dimensione femminile. In particolare il congresso si propone di esporre contributi scientifici di approfondimento in tema di patologia post-partum, stalking, comportamento violento intrafamiliare, omicidio, suicidio, farmaci e sostanze nel mondo femminile, vittimologia ecc. È previsto, inoltre, un momento di approfondimento, scambio e confronto fra le diverse professionalità partecipanti all'evento avente come obiettivo la ricerca di una visione comune in tema di protocolli minimi di buona pratica in tema di suicidio, comportamento violento, contenzione e prescrizioni off-label. Il congresso mira ad offrire non solo importanti elementi di conoscenza e aggiornamento in tema di psichiatria clinica e forense, ma lo stesso si pone anche come momento apicale di ragionamento, approfondimento nonché confronto e diffusione di saperi tra discipline differenti e differenti culture gestionali e organizzative.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Stasera a Sassari l’autore di “The Arcanes”
Una delle voci della controcultura americana
«Uso la poesia contro l’ordine del mondo»
di Costantino Cossu
 
Da Karl Marx alla cabala passando per da James Joyce e Vladimir Majakovskij. Versi scagliati contro l’ordine del mondo. Uno dei maggiori poeti americani viventi, icona della controcultura Usa, Jack Hirschman è in Italia per un tour di presentazione dell’edizione completa dei suoi “Arcanes” (Multimedia Editore, 1000 pagine, 50 euro). Una tappa è prevista a Sassari, oggi alle 20,30 al Vecchio Mulino di via Frigaglia come anteprima del festival “Ottobre in poesia” organizzato da Leonardo Onida . In Sardegna sono in programma altri tre incontri con Hirshman: domani alle 19,30 a Cagliari nella sede del “Gruppo della baracca rossa”; sabato ad Asuni nella nuova Biblioteca comunale; domenica alle 20 a Bosa nella Casa del popolo. Lei è nato a New York da una famiglia di origini russo-ebraiche. New York e le sue origini familiari come hanno condizionato la sua vita? «New York ha avuto una forte influenza nella mia biografia, nonostante io abbia vissuto in altre città d'America sin da quando avevo ventuno anni. Per quanto riguarda le mie origini familiari, il loro peso è incommensurabile. Niente di ciò che sono sarebbe potuto essere senza New York e la mia infanzia». Lei è uno dei poeti americani più legati alla cultura europea. Attraverso quali percorsi? «Sì, sono diventato un eurofilo da teenager grazie a James Joyce, Dylan Thomas, Raymond Radiguet, Rainer Maria Rilke e, nei miei vent'anni, grazie a Vladimir Majakovskij». Che peso hanno avuto nella sua poesia la cultura yiddish e la cabala? «Ho studiato la cabala per più di sessant'anni e questo ha influenzato soprattutto i miei "Arcanes". La cabala è la poesia del giudaismo e mi ha aiutato a fare dei miei poemi opere comuniste. La dialettica di Dio e la sua essenza, il Nulla, sono state per me una forte spinta ad esprimere il mio punto di vista anti-sionista, all’interno di una visione internazionalista entro la quale rientrano tutte le altre posizioni anti-fasciste espresse negli "Arcanes"». Qual è stato il rapporto con la Beat generation e come ha influenzato la sua poesia? «La Beat generation fu un'invenzione di Allen Ginsberg. Loro avevano una filosofia sbagliata. La sostanza della beat generation era, ed è ancora, il consumo di droghe. Ed è per questo che si continua a parlarne. Molte persone sentono il bisogno di assumere sostanze stupefacenti perché l'imperialismo, il capitalismo, i ceti dirigenti organizzati nelle corporazioni economico-finanziarie che dominano il pianeta in un nuovo fascismo hanno causato così tanta sofferenza in ogni nazione che le persone devono sfuggire in qualche modo all'orrore dell’esistere e di non avere la possibilità di rovesciare il sistema. Anche se credo che un giorno sarà esattamente questo che le persone faranno». Che cosa pensa della sinistra americana? «Non c'è sinistra che abbia una qualche importanza negli Stati Uniti. Nel 2009 quattro poeti californiani (Sarah Menefee, Cathleen Williams, Bobby Coleman e io stesso) hanno formato la RPB (Brigata dei poeti rivoluzionari), mettendo insieme poeti impegnati socialmente e politicamente nel tentativo di organizzare una resistenza alla catastrofe imperialista e capitalista. La RPB doveva ispirarsi alla Brigata internazionale della guerra civile spagnola, scegliendo come arma la poesia. La Brigata ha migrato da San Francisco a Los Angeles, al New Mexico, al Vermont, a Parigi e anche a Roma. Abbiamo pubblicato due antologie». Perché nel 1966 è stato espulso dalla University of California di Los Angeles? «C’era un forte movimento pacifista in quegli anni negli Usa. Ho cercato di impedire che gli studenti delle mie classi (erano più di seicento) venissero arruolati nella guerra in Vietnam e per farlo ho dovuto infrangere qualche legge». Lei è stato membro del Communist Labor Party dal 1980 sino al 1992, anno in cui quella organizzazione si sciolse. Si definirebbe ancora un comunista? «Certo che sono un comunista. Lavoro con la Lega dei rivoluzionari per una nuova America. E' un'organizzazione di comunisti. Non è un partito, ma lavora per la creazione di un partito capace di raccogliere tutti coloro che vogliono opporsi allo stato attuale delle cose». Che cosa significa, oggi, essere comunista? «Essere comunista vuol dire riconoscere che il vedere un uomo o una donna mangiare cibo da un cassonetto per strada esige che il sistema capitalistico sia rovesciato». Cosa pensa del presidente Barack Obama? «Obama è un bugiardo imperialista, servo delle banche, delle corporazioni, dell'esercito. Può essere qualcosa di diverso "il comandante in carica" quando i suoi droni uccidono donne e bambini innocenti?» Quali poeti italiani conosce e apprezza? «Ferruccio Brugnaro, Beppe Costa, Anna Lombardo, Marco Cinque, Alessandra Bava, Andrea Zuccolo, Ludovica Lanini, Andrea Garbin, Igor Costanzo. Sono tutti ancora vivi e in forma, come si dice. Non sono molto conosciuti, consiglio a tutti di leggerli. Tra i poeti del passato che sento più profondamente vicini vorrei citare Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro e Cesare Pavese». Tra i poeti sardi che lei conosce ci sono Alberto Masala e Mirella Setzu. Che cosa le interessa della loro poesia. E ci sono altri poeti sardi che conosce e apprezza? «Alberto Masala, che ora sta a Bologna, è un poeta eccellente e ho tradotto due dei suoi libri. Mariella Serzu è una brava poetessa che vive in Sardegna, come Michele Licheri, Francesco Carlini, Leonardo Onida e Alberto Lecca, giusto per nominare alcuni dei molti meravigliosi poeti sardi». Si può cambiare il mondo con la poesia? «La poesia in se stessa non può cambiare il mondo. Ma può fare luce sulle ingiustizie, sull'oppressione e aiutare ad organizzare una resistenza contro di esse. E visto che la poesia – quando è espressa profondamente – può contenere qualcosa del futuro, come ad esempio faceva quella di Pier Paolo Pasolini, il lavoro dei poeti può indicare la via da seguire, perché il suo sguardo è sempre puntato all’avvenire. Questa è la nostra grande speranza».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
“Marina Cafè Noir”
Cultura, relazioni e politica
Presentata a Cagliari la rassegna di settembre: teatro, reading e musica
I temi riprendono la vocazione sociale per non arrendersi alle logiche di mercato
 
Da domani fino al 13 giugno a Sassari. La “Sardegna in nero: quattro scrittori sardi raccontano il crimine e il mistero”. Sarà questo il filo conduttore della quinta edizione della rassegna letteraria che la Libreria Azuni di Sassari dedica nel 2014 al giallo e al noir. Ospiti degli appuntamenti con il pubblico di quest'anno saranno Ciro Auriemma (collettivo Sabot), Gianfranco Cambosu, Gianni Tetti e Roberto Alba; tutti autori sardi che si sono confrontati, attraverso la scrittura, con il crimine e il mistero, osservando da prospettive originali la Sardegna e non solo e affrontando nei propri lavori due elementi ricorrenti: il tempo e l'identità. Oggialle 18.30 incontro con Ciro Auriemma (collettivo Sabot) per la presentazione di “Padre nostro”. Scritto con altri due autori cagliaritani, Piergiorgio Pulixi e Stefano Cosmo. Venerdì 6 giugno alle 18.30 incontro con Gianfranco Cambosu per la presentazione di “La metà del gigante”. Il libro è ambientato a Sassari negli anni '90.di Roberta Sanna wCAGLIARI «Non tutto è in vendita. Non sono in vendita la libertà, i sorrisi, le piazze, le buone letture, i rapporti umani, la leggerezza, la gioia, il confronto. E nemmeno le stagioni». Con un tema che riprende la vocazione politica, per riflettere sull’economia della cultura e non arrendersi alle logiche di mercato, il “Marina Cafè Noir”, festival di letterature applicate, popolare e gratuito, giunto alla 12° edizione, tornerà dall’11 al 14 settembre, con quattro giorni di teatro, reading, incontri, musica e arte. Lo annunciano, ma senza ancora fare anticipazioni sui nomi degli scrittori e antropologi che amplieranno il dibattito dalla monetizzazione delle proposte culturali all’economia delle relazioni e dei beni comuni, gli organizzatori della squadra di Chourmo (composta da Giacomo Casti, Francesco Canu, Simone Murru, Francesco Adamo, Carlo Birocchi, Donatella Mendolia) in occasione dell’importante anteprima al festival che vede in questi giorni la tournée sarda del poeta americano Jack Hirschman, in collaborazione Progetto Ottobre in Poesia, Baracca Rossa, Morepost e Biblioteca di Asuni. La rete di collaborazioni sarà un punto qualificante, con numerosi progetti inediti e maggiore apertura alle associazioni, invito valido fino alla definizione del programma. Quella di Hirschman non sarà l’unica anteprima, né l’unica novità. Oltre alla ricollocazione a fine estate, dopo la forzata edizione invernale del 2013, ci sarà anche un nuovo spazio. Solo il primo giorno del festival si svolgerà alla Marina. «Con questo quartiere c’è un rapporto forte e simbolico» – sottolineano gli organizzatori– «qui siamo nati e abbiamo svolto il nostro compito di operatori culturali, ma vogliamo guardare anche oltre e altrove».Così nei giorni successivi ci si sposterà nel Chourmo Village, da allestire, con la chiusura al traffico della prima parte del viale Regina Elena, tra il Giardino Sotto le Mura, con due palchi per le esibizioni, e il Terrapieno con stand informativi, e dove è stata predisposta una libreria temporanea e un punto ristoro. Nessuna anticipazione per ora sui costi, in attesa di conferma dei contributi pubblici, dopo le difficoltà dell’anno scorso superate con il ricorso al crowdfunding, che vide rispondere con generosa partecipazione una gran parte di quel pubblico affezionato che è andato sempre crescendo dalla prima edizione del 2003.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
La lezione del dottor Domenico Ruju
Ieri la laurea ad honorem a Sassari al grande fotografo naturalista nuorese
di Antonio Mannu
 
SASSARI Una lezione di ambientalismo consapevole, calato nei contesti, naturali e sociali, fatta da chi sa che è da una forma di rispettosa relazione che nasce la capacità di accostarsi, con cautela e attenzione, a quella natura senza la quale, noi umani, semplicemente non siamo. E' il distillato della lectio doctoralis del fotografo dei rapaci, Domenico Francesco Ruiu, a cui ieri mattina, nell'Aula Magna dell’Università, è stata conferita la laurea ad honorem in Sistemi forestali e ambientali. Il fotografo nuorese, conosciuto in particolare per il suo monumentale lavoro sui rapaci, ha ricevuto l'importante riconoscimento su proposta del Dipartimento di Agraria. Durante la cerimonia di conferimento sono intervenuti il rettore Attilio Mastino, il direttore del Dipartimento di Agraria, Giuseppe Pulina, e Pietro Luciano, presidente del corso di laurea in Sistemi forestali e ambientali. Il rettore nel suo intervento ha detto che “questo di oggi è un riconoscimento inusuale, per un fotografo di altissima qualità e un appassionato ambientalista. Un modo per dire che l'Università di Sassari si apre al territorio, apprezza l'impegno di una vita, riconosce un'eccellenza, una passione e una visione non convenzionale del mondo.” Il professor Pulina ha segnalato che il conferimento della laurea cade nella ricorrenza dei venti anni dall'apertura, a Nuoro, del corso in Sistemi forestali e ambientale. Il professor Luciano ha illustrato il vasto curriculum di fotografo, naturalista e pubblicista di Domenico Ruiu. Che poi ha preso la parola per la sua lectio, intitolata “I rapaci: ruolo ecologico e loro salvaguardia”. Durante la quale ha illustrato l'importanza degli uccelli da preda per l'equilibrio ambientale, auspicando e proponendo una loro più attenta salvaguardia, toccando temi affascinanti e anche controversi. Ha ricordato l'antico rituale de “Sos verbos”, alla preghiera “pro prendere s'ave”, sorta di pratica sciamanica volta a scongiurare gli attacchi dell'aquila. Ha parlato dell'unica colonia naturale di grifoni in Italia, in territorio di Bosa, dove un progetto di edilizia turistica prevede la realizzazione di campi da golf, “con buona pace dei grifoni e del loro futuro”. Ha segnalato la necessità di maggiore attenzione tra chi pratica il documentarismo e la fotografia naturalistica, attività che, con il digitale, han conosciuto enorme espansione. Purtroppo “spesso non si tiene conto del danno che può causare l'invadenza e il disturbo.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie