Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 May 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
Sa Duchessa, l’inaugurazione dopodomani al campo del Cus
MILLE STUDENTI IN GARA: OLIMPIKA È SPORT E CULTURA
Sa Duchessa è in fermento già da settimane. Due giorni ancora ed esploderà di sport, musica e divertimento. Grazie a OlimpiKa, le Olimpiadi universitarie che si apprestano a tornare con nove giorni dedicati agli sportivi universitari e non solo. La seconda edizione - sempre organizzata dall’ateneo cagliaritano in collaborazione con l’associazione studentesca Il Paese delle Meraviglie e il Cus - è già un successo, prima ancora di cominciare: gli iscritti sono oltre mille da sei facoltà (nel 2013 furono seicento), il programma ricco di gare ed eventi collaterali e aperto a tutta la cittadinanza.
«La rassegna incarna tutti i valori dello sport», ha dichiarato il rettore Giovanni Melis, ieri durante la presentazione, «crescita fisica e culturale, socializzazione e integrazione, visto che coinvolgerà tutti gli studenti del nostro ateneo, il 70% dei quali fuori sede». In avvicinamento a Olimpika, gli studenti hanno frequentato tre seminari (e ottenuto crediti formativi) su sicurezza degli stadi e fair play finanziario, marketing strategico degli eventi e legame tra sport e salute. Alla cerimonia d’inaugurazione, venerdì alle 18 con la sfilata di tutte le squadre e l’accensione del braciere, saranno rappresentate le comunità filippina, indiana, cinese, ucraina e senegalese. Sabato pomeriggio, le prime gare di qualificazione.
Con l’inserimento last minute del badminton, le discipline sono otto: atletica leggera, pallacanestro, calcio a cinque (che farà la parte da leone, con 62 squadre), tennis, tennistavolo, pallavolo e nuoto. Escluso quest’ultimo, che sarà ospitato alla piscina Acquasport di viale Diaz, tutto il programma si svolgerà a Sa Duchessa, ogni giorno dalle 15 fino a mezzanotte. «Chiediamo ai residenti un po’ di pazienza», ha precisato il presidente del Cus Cagliari, Adriano Rossi, «anzi, invitiamo tutti a partecipare». Destinata proprio ai cittadini, una mezza maratona sotto forma di staffetta, nella giornata finale di sabato 7 giugno: i concorrenti confluiranno in squadre da diciassette persone. Esami sportivi a parte attendono anche studenti di alcuni licei cittadini, accolti nella Olimpika junior.
Gli eventi collaterali. Ogni sera, terminate le competizioni, spazio agli spettacoli. Sono in calendario concerti, presentazioni di libri, serate etniche e tipiche sarde. Il programma completo della manifestazione è su www.olimpika.net
Clara Mulas
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 24 - Edizione CA)
Il sogno di Bachisio Bandinu, antropologo
Lingua sarda, dopo Babele la Pentecoste
«No alla Torre di Babele, ci vuole una Pentecoste». Invoca lo Spirito Santo, Bachisio Bandinu, 75 anni, di Bitti, antropologo, giornalista e scrittore. Una vita impegnata nella difesa della cultura sarda. Invoca lo Spirito Santo perché paventa la maledizione della Genesi: i sardi litigiosi e incapaci di comprendere la lingua degli altri. Ben altra carica danno gli Atti degli Apostoli: «Apparvero lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo». E quindi cominciarono a parlare le lingue. «Tutte diverse, ma tutti si capivano». Che, in fondo, è quanto capita in Sardegna. «Ci comprendiamo, da sempre, anche se ciascuno parla la sua varietà di sardo». Una ricchezza, della mente e dello spirito, purché non sia fattore di contesa. Magari su base ideologica o politica. Perché Bandinu, che legge i sardi come un solo popolo e la Sardegna come una nazione, spera che si ritorni a prima della Torre: quando tutta la terra «parlava la stessa lingua e usava le stesse parole», secondo il mito biblico.
«Basta con la disamistade linguistica». Invoca lo Spirito Santo, Bachisio Bandinu, e invita alla pacificazione molti gherradores vecchi e nuovi. L’un contro l’altro armati - sui blog, sulle riviste, nei convegni, ma anche nei corridoi del potere. È rimasto senza dirigente l’Uffìtziu Limba e Cultura della Regione. Giuseppe Corongiu, che lo guidava dal 2008, è uscito di scena per un cavillo burocratico. Ma non si può dire che sia stato difeso a spada tratta dall’assessora alla Cultura Claudia Firino. Il che ridà speranza ai nemici della cosiddetta Limba sarda comuna. Ovvero lo standard ortografico introdotto da Renato Soru nel 2008 a titolo sperimentale. E portato da Giuseppe Corongiu (su direttive della Giunta Cappellaci e del Consiglio) nelle scuole, negli sportelli linguistici, sulle radio e sulle tv. Eduardo Blasco Ferrer, docente di Linguistica all’Università di Cagliari, interpreta i desiderata di molti sardi del sud: scompaia la Lsc (e anche l’Uffìtziu), si riscrivano le politiche linguistiche sulla base di due standard, uno per il “campidanese” e uno per il “logudorese”. La battaglia è cruenta fra i diversi schieramenti, specie sul web. Bandinu invita alla prudenza. Tutti. «È importante andare verso una lingua nazionale. Ma non può essere imposta dall’alto». Nel concreto: «Insegnare la Lsc alle elementari di Bitti crea un’opposizione che va a discapito dell’obiettivo». In classe deve entrare la lingua materna. La Lsc va introdotta per gradi. «In modo che scolari e famiglie si abituino al codice ufficiale unitario». Senza sentirsi aggrediti. «È vero che una lingua imposta a scuola prima o poi si afferma. Ma a che prezzo?».
Bisogna rovesciare il punto di vista, esorta Bachisio Bandinu. Partire da chi parla il sardo. E ancora prima lo sente, nel profondo. «I discorsi sulla lingua in genere sono centrati sul significato. Ma il cuore di una lingua è il significante. Se dici a un uomo in coma fizzu miu è possibile che lui si risvegli. Ma se allo stesso uomo dici fillu miu non susciti la stessa reazione emotiva (a meno che non sia un campidanese)». L’inconscio riconosce la parola carica di ricordi. E respinge quella che sente estranea. «Nel lavoro fatto finora c’è molto di buono, ma spingere troppo la Lsc è un rischio».
Sulla stessa linea Paolo Pillonca, 72 anni. Nato a Osilo, giornalista, traduttore (ha volto in sardo anche classici come l’Aiace e l’Antigone), scrittore, autore di versi per musicisti come Piero Marras, Franco Madau e altri. Fine conoscitore della letteratura isolana. «È stato avviato un percorso prezioso. La Lsc è un utile esperimento e come tale va trattata, modificandola se necessario». Non è necessaria una rivoluzione, ma buon senso: «Le lingue non si possono imporre. Anche gli idiomi maggiori hanno bisogno di attingere dalla ricchezza dei dialetti per non atrofizzarsi». Che sarebbe dell’italiano senza l’apporto di Gadda, di Camilleri, di chiunque scriva in un italiano regionale? argomenta Pillonca. Lo standard è indispensabile, ma può arrivare per gradi. La presunta l’inconciliabilità delle varianti “campidanese” e “logudorese” è solo «un fantasma». Non ha peso reale. «Da sempre i cantadores logudoresi si esibiscono in Campidano. E il pubblico li capisce e li apprezza», dice il giornalista. «A San Sperate - ricorda - ho sentito un giovane improvvisatore di Irgoli, Giuseppe Porcu, gareggiare con un rapper di Mogoro: l’uno in ottave, l’altro con il suo ritmo. Si capivano e si rispondevano benissimo».
Musica, teatro, cinema: secondo il giornalista Tore Cubeddu la Regione dovrebbe investire in questi settori per veicolare la lingua sarda. Il regista Giovanni Columbu ha usato il sardo in “Arcipelaghi” (2001) e nel più recente “Su Re”. Però mette le mani avanti: «La lingua non deve entrare in un film per un proposito politico o a scopi di promozione, ma solo se è coerente con le ragioni interne dell’opera». Il regista, che è stato assessore alla Cultura del Comune di Quartu, dichiara di sostenere, da cittadino, le politiche linguistiche. Senza eccessi, però. «Trovo utile uno standard di scrittura. Non l’omologazione del lessico». Irrigidire la lingua significa impoverirla: «Meglio sarebbe incominciare a parlarla». Nella sua lettura cinematografica del Vangelo, ogni attore ha portato la propria varietà di sardo. «L’espressione linguistica nativa è rivelatrice dell’identità. Se cambi la lingua di un attore, cambia la sua personalità». Sul set, ovviamente, nessun equivoco: tutti si comprendevano. Come nella Palestina di Gesù: «Quando Pietro rinnega Cristo, viene riconosciuto dall’accento: era un galileo in Giudea». Anche allora lingua era identità .
Daniela Pinna
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Sassari – Pagina 28
Oggi nell’aula magna dell’ateneo si terrà un dibattito tra i cinque docenti in corsa
Nell’incontro, organizzato da Fondazione Segni, i temi della campagna elettorale
IL FUTURO DELL’UNIVERSITÀ VISTO DAI CANDIDATI RETTORE
SASSARI Appena concluse le votazioni per il rinnovo del consiglio comunale si riprende a parlare di un altro importante appuntamento: quello con la scelta del nuovo rettore dell’università di Sassari da parte del mondo accademico e dei dipendenti dell’ateneo. Oggi alle 17,30 nell’aula magna dell’università è in programma un confronto fra tutti i candidati alla carica di rettore. L’evento è organizzato dalla Fondazione Segni e sarà moderato dal direttore della Nuova Sardegna Andrea Filippi. Durante l’incontro saranno affrontati i principali temi in discussione in una campagna elettorale che si sta dimostrando appassionata e capace di coinvolgere non soltanto i vari comparti dell’università (docenti e personale amministrativo) ma l’intera città che vede nella storica presenza dell’ateneo un prospettiva concreta e necessaria per il suo futuro. Al dibattito parteciperanno dunque i cinque candidati rettore. Si tratta di Giuseppe Pulina, direttore del Dipartimento di Agraria, Andrea Montella, direttore del Dipartimento di Scienze biomediche, Massimo Carpinelli, docente di Fisica nel Dipartimento di Chimica e Farmacia, Marco Vannini, docente del Dipartimento di Economia aziendale ed Eraldo Sanna Passino, direttore dell’ospedale veterinario dell’omonimo Dipartimento. I temi in discussione sono tanti e sono già stati parzialmente sviluppati nei vari incontri che si stanno tenendo nelle sedi universitarie. Si va dalla didattica, vero tallone di Achille dell’ateneo, alla ricerca, che presenta problemi in particolare per quanto riguarda il precariato in tutti gli istituti. I candidati poi si confronteranno sulla base dei propri programmi che sono visibili, assieme ai curricula, online in nuovorettoreuniss.blogspot.it. È sufficiente cliccare sulle foto dei candidati per ottenere le informazioni. Tra i punti che quasi tutti hanno inserito nel loro progetto c’è quello relativo a Sassari città universitaria con al centro il dibattito sulla collocazione del campus per gli studenti fuorisede. L’accoglienza infatti è vista come un punto strategico per rendere attrattiva l’università visto che negli ultimi anni il numero degli iscritti è calato considerevolmente. C’è poi il tema del rapporto con il territorio e con il suo tessuto economico: è infatti sulla professionalizzazione dei corsi di laurea e sui possibili sbocchi occupazionali che si giocherà il futuro dell’ateneo. In molti programmi anche lo sviluppo dell’edilizia sulla quale il rettore in carica Attilio Mastino ha puntato molto con progetti ambiziosi per rendere più efficiente il sistema didattico e allo stesso tempo razionalizzare le spese. L’elezione del nuovo rettore si terrà il 17 giugno e, in caso di ballottaggio, si tornerà alle urne il 25.
 
 
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Fatto del giorno - Pagina 2
Il sindaco: sinergie più strette con la Regione e gli altri centri del nord ovest
«Chimica verde, bonifiche e iniziative non inquinanti. Nuovi piani per la Ztl»
«RILANCERÒ SASSARI», PAROLA DI NICOLA SANNA
di Giovanni Bua
SASSARI Si è consumato le suole passando tre mesi in giro per i quattro angoli della città, partendo dal suo avamposto nel cuore del centro storico, al confine tra il salotto buono e la casbah multietnica e degradata. Ha fatto saltare per aria equilibri e correnti di Pd e coalizione, per poi ricomporre tutto e guidare il centrosinistra a una delle sue più clamorose vittorie: 13mila voti in più del miglior Ganau, 50 punti di distacco dai secondi classificati, un annichilito centrodestra e il Movimento 5 stelle a cui ha “scippato” 15 punti dalle urne delle Europee. E non ha intenzione di fermarsi. É Nicola Sanna, l’agronomo dal volto gentile, comunista «dalla nascita» e chierichetto al duomo, cuperliano in un partito di renziani, soriano quando comandava Cabras, figlio di pastore e affamato di rivalsa. Ha raccontato questo e tanto altro in una lunga intervista (integralmente disponibile sul sito web della “Nuova”). Pensava di stravincere? «Se devo essere sincero pensavo di vincere al primo turno. Ma devo ammettere che, dopo i risultati delle Europee, ho iniziato a preoccuparmi un po’». Il M5S ha perso per strada quasi 15 punti. «Beh, per cambiare le cose a Sassari non ci si può rivolgere certo a Beppe Grillo. E anche chi ha votato M5S alle Europee questo lo sa bene. In certi momenti conta guardarle in faccia, le persone». E il centrodestra? «Il crollo del centrodestra era più prevedibile. Ormai è emarginato politicamente a livello nazionale. E a Sassari più che mai, visto che non si è levato contro l’esclusione preconcetta che la Regione di Cappellacci ha fatto contro di noi». È ai livelli del miglior Ganau. «Ho preso quasi 13mila voti in più. Il motivo è semplice: per la prima volta è stato scelto un sindaco con un procedimento nuovo, anche sofferto, come le primarie. Questa è una buona politica, che fa risvegliare la partecipazione». Pace fatta? «Per Ganau ho immensa stima nonostante le diverse opinioni sulla gestione del partito. E poi tra tutti si è dimostrato il più sensibile al sentire dei cittadini. È stato il primo a riconoscere la mia vittoria, alle primarie e anche lunedì». Eppure le cose stavano per andare come ad Alghero. «Su Alghero l’analisi è banale: le primarie le hanno fatte i cittadini visto che il Pd non ha fatto in tempo. Ora l’appello è uno solo: la città va governata. E va governata dal centrosinistra». Tre eletti alle Europee. «Finalmente siamo tornati dentro il processo di cambiamento. Sia per le personalità che abbiamo espresso, come Soru, che rimane un marchio strategico per la Sardegna, sia per il ruolo generale che in questo processo dobbiamo deciderci a recitare». È vero che ha incontrato il presidente del Cnr Nicolais? «Sì. Mi ha detto che vuole investire in territori che sono disposti a fare ricerca applicata. E a creare qui il polo nazionale della chimica verde. Chiaramente non una monocultura del cardo, ma una industria ecosostenibile e rispettosa delle prerogative agricole della Nurra. Quello dell’Eni è solo un approccio, che tutta la Sardegna deve percorrere». Crede ancora nella chimica? «Siamo di fronte alla fine dell’era petrolifera. Per cui o diventiamo protagonisti nel settore della ricerca e della sperimentazione o rimarremo ai confini del mondo». E le bonifiche? «Le bonifiche marciano insieme. Bonificare il sito garantisce l’insediamento delle imprese, noi dobbiamo attirare imprese in un sito bonificato». Molti tra i suoi alleati non saranno d’accordo. «Gli ambientalisti, anche duri, sono utili a tutti e ci richiamano all’attenzione massima su certi problemi. Ma non cadiamo nel ridicolo facendo finta di voler vivere senza industria. Certo bisogna pretendere che vengano rispettate norme e protocolli che in Italia sono già rigidissimi. E avere investimenti rispettosi della gente e dell’ambiente». Che rapporti ha con i nuovi sindaci di Sorso e Castelsardo Morghen e Cuccureddu? «Sorso e Castelsardo sono parte di un progetto che deve comprendere tutto il nord Sardegna. Quando i rappresentanti delle comunità dialogano sui programmi di sviluppo gli steccati politici cadono giù molto rapidamente. Il vero assente in questi anni era la Regione». E ora? «Ora è tornata. Guardi il Centro intermodale: si era rasentato il ridicolo. Bloccando uno dei cantieri più importanti della città e del territorio per due anni. Ora finalmente la sua realizzazione è in capo a noi e ci metteremo subito al lavoro per realizzarla entro il mandato. Basta lavori pubblici infiniti». I 200 milioni in arrivo per polo sanitario e università? «Dobbiamo trovare il modo d’impiegare queste risorse per rivitalizzare il centro. Un’idea è quella di riutilizzare la caserma La Marmora di piazza Castello come residenza studentesca». Dicono che il Comune non sappia nemmeno quanti immobili possieda. «Il fatto che il Comune non conosca il suo patrimonio è una favola da campagna elettorale. Noi censiamo i nostri immobili annualmente e li mettiamo in bilancio. Certo si possono usare meglio, senza tante titubanze. Bisogna fare un regolamento per l’utilizzo, che aiuti associazionismo e volontariato. Bisogna fare una importante lotta all’abusivismo. E un programma a lungo termine per il ripopolamento. Oltre che una campagna di detassazione per il rilancio del commercio». Il Puc è pronto? «Andremo subito a vedere le carte. Qualche correzione va fatta, qualche chiarimento. E queste sono prerogative fondamentali del consiglio comunale. E se sarà necessario un atto del consiglio lo si assumerà. Certo i tempi saranno strettissimi». La Ztl? «Per ora lasciamo i confini attuali, lavorando sugli orari. Poi impostiamo un lavoro serio che comprenda sensi di marcia, confini, detassazione, azioni di rilancio. Il punto centrale è che la Ztl è uno strumento per sostenere l’attività economica e residenziale dentro la Ztl. Quindi cercheremo il modo migliore di portare la gente al centro. E non a bordo di un auto, ma a passeggio dentro un grande centro commerciale naturale, con servizi aggiuntivi, consegne a domicilio, taxi, auto elettriche». Come va col totoassessori? «Al primo posto metterò una grande competenza. Perché c’è tanto da lavorare e bisogna farlo bene e in fretta. La sfida sarà lavorare più di me. E vi assicuro che non sarà per niente facile».
 
  
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Sport – Pagina 44
Venerdì negli impianti sportivi del Cus Cagliari il via alle gare studentesche
Spazio anche per gli Special Olimpics, manifestazioni culturali e seminari
Otto discipline (basket 3vs3 e 5vs5, calcio a 5, volley misto, atletica, nuoto, tennis, tennistavolo, badminton), 1.055 iscritti (il doppio del 2013), le sei facoltà in campo. Olimpika 2014, studenti, docenti e personale: il 7 giugno il Cus Cagliari ospita anche la mezza maratona a staffetta (17 atleti per squadra). L’ateneo di Cagliari - 31mila iscritti, 60 per cento fuori sede - coinvolge municipalità, associazioni e federazioni sportive. Il Paese delle meraviglie è all’opera da mesi. In scaletta anche un concorso fotografico. Gli studenti curano anche Gazzetta Olimpika, su carta e on line in tempo reale. (m.f.)


L’ATENEO SI METTE IN GIOCO,
RITORNA OLIMPIKA 2014
di Mario Frongia
CAGLIARI Un gol che unisce ateneo, Comune e Cus Cagliari. Olimpika 2014, nove giorni di competizione e agonismo nel cuore della città. Ma anche seminari, crediti formativi, didattica e ricerca. Dal 30 maggio al 7 giugno giochi aperti a Sa Duchessa. Con boom di iscritti, concerti e spettacoli. E al campus di Sa Duchessa sono presenti anche i liceali cagliaritani e le delegazioni di Cina, India, Senegal e Ucraina. Le Olimpiadi universitarie partono col piede giusto. «Olimpika è socializzazione e cultura. Sport e studio vanno di pari passo. Mi aspetto la partecipazione del personale docente e no» dice il rettore, Giovanni Melis. In gara ci sono anche gli Special Olimpics. Mentre Avis, Aimo (donatori di midollo) e altri volontari arricchiscono un evento che si apre con inno nazionale, fanfara e sfilata. «Olimpika integra e coinvolge i giovani e il territorio. L’università cresce e si sviluppa con Cagliari» aggiunge il professor Melis. Agonismo e scienza. Ad esempio, con i seminari formativi. «Abbiamo aperto i lavori su Impianti, fair play finanziario e diritto sportivo. Poi, si è dibattuto di Marketing e sport e su Salute, sport e cultura. Temi formativi attuali e basilari per i nostri studenti» spiega Paola Piras, animatrice dell’evento e pro rettore alla didattica. Di fatto, un passo avanti per la simbiosi tra attività sportive, ricerca e formazione avanzata. «Una strada che accomuna le filosofie dell’amministrazione e dell’ateneo» precisa l’assessore comunale alla cultura, Enrica Puggioni. «Olimpika 2014 è sintesi ideale: studenti, impianti, sport e formazione» segnala Adriano Rossi, presidente del Cus Cagliari, braccio operativo delle gare. Alessio Correnti, numero uno del Paese delle meraviglie, associazione che cura l’evento, rilancia: «Inauguriamo la seconda edizione con ottimismo. Le news? Il nuoto, ospiti della piscina Acquasport, e il concerto presentato da Massimiliano Medda e Matteo Bruni, a Monte Claro con Tamurita, Joe Perrino e altri noti artisti sardi. Ringrazio l’ateneo, il Cus e gli sponsor». Alla conferenza stampa, tra gli altri, anche Giovanna Maria Ledda (pro rettore vicario), Massimiliano Piras (Scienze giuridiche), Alessandra Carucci (Ingegneria), Elisabetta Gola (Scienze della comunicazione), Antonio Funedda (presidente Ersu). «Ottimo segnale, lo sport isolano matura» rimarca Gianfranco Fara, patron del Coni con al fianco i presidenti di basket, atletica e golf, Bruno Perra, Sergio Lai e Stefano Arrica. Venerdì si parte.


    

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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