Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 May 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 42 - Edizione CA)
INGEGNERIA, ACCESSO AI CORSI
Pubblicato il bando per l’accesso ai corsi di laurea in Ingegneria. Prima possibilità il 30 maggio, ma in caso di insuccesso il test può essere ripetuto fino a settembre. Info sul sito dell’Ateneo.
 
 
 
2 - Cronaca di Cagliari (Pagina 37 - Edizione CA)
Premiazione dei vincitori
Giochi della chimica
Ieri si è svolta alla Cittadella Universitaria la premiazione delle finali regionali dei Giochi della Chimica. Tra i vincitori Stefano Mangiatordi, Michele Spiga e Gabriele Pirodda.

 
 
3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 26 - Edizione CA)
REGIONE L’Uffìtziu resta senza direttore
Lingua sarda, il futuro è a un bivio
  
C’è chi spera. Come Eduardo Blasco Ferrer, docente di Linguistica sarda all’Università di Cagliari: «Ora potremo liberarci della Limba sarda comuna». E chi si preoccupa, come il sociologo Nicolò Migheli: «Smantellare l’Ufficio per la lingua sarda può voler dire negarla come lingua di nazione. Relegarla in ambito tradizionale. Contribuendo alla sua scomparsa». Comunque la si veda, non è senza conseguenze l’uscita di scena (temporanea?) di Giuseppe Corongiu, dal 2008 responsabile dell’Uffìtziu Limba e Cultura sarda della Regione. Il suo mandato è scaduto per motivi tecnici. Un tentativo di rinnovarlo in extremis è andato a vuoto. Ora l’incarico è vacante. E non è chiaro quale politica linguistica intenda perseguire l’assessore Claudia Firino. Che si dovrebbe fare? L’abbiamo chiesto a una serie di personalità della cultura isolana. Le proposte sono molto diverse, ma una preoccupazione è comune: la lingua sarda non può fare marcia indietro.
ATTILIO MASTINO, RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI SASSARI Nello Statuto del nostro ateneo c’è la difesa della lingua sarda. Siamo disposti a contribuire, con i nostri docenti, a una politica linguistica moderna che difenda la ricchezza della cultura sarda. Non sono per principio contrario al processo di standardizzazione ed è giusto difendere ciò che si è costruito di buono in questi anni, compresi gli sportelli linguistici. Peraltro, già esiste un Osservatorio sulla lingua sarda, composto da membri degli atenei, della scuola e dell’associazionismo: perché non si riunisce da due anni? Lo si rimetta in moto, affinché arrivi a costituire un protocollo, aggiornando e rettificando la Lsc secondo le indicazioni dei linguisti.
ALEXANDRA PORCU, PRESIDENTE DEI SARDI A BERLINO Mi auguro che l’Uffìtziu rimanga. Con un nuovo dirigente, affiancato da un linguista. Manager e operatori scelti per concorso. Persone giovani e democratiche, del Sud e del Nord: o non si risolverà mai il problema “logudorese” / “campidanese”. L’Uffìtziu dovrebbe sperimentare sia la Lsc che il doppio standard. Se non lo faranno loro, lo faremo noi giovani che parliamo il sardo. Peraltro, qualcuno di noi ci dovrebbe essere, in quell’Uffìtziu.
SALVATORE CUBEDDU, GIORNALISTA L’Uffìtziu dovrebbe essere stabilizzato e diventare il punto di riferimento della politica linguistica regionale. La Lsc va ancora sperimentata. Collaborando con chi può contribuire alla politica linguistica e non solo subirla: l’università, la scuola, i media. C’è da investire sul sardo in modo capillare, con un piano triennale condiviso che tocchi i settori marginalizzati dalla politica linguistica: cinema, musica, teatro.
NICOLÒ MIGHELI, SOCIOLOGO Le lingue si difendono usandole nell’ufficialità. Se fossi l’assessore, parlerei prevalentemente in sardo nelle occasioni istituzionali. E continuerei nella politica delle precedenti amministrazioni: il primo Piano triennale fu varato da Maria Antonietta Mongiu della giunta di centro-sinistra. Abbiamo già uno standard per la lingua scritta. Imperfetto forse, ma gli standard linguistici si affinano con l’uso.
NANNI FALCONI, SCRITTORE S’Uffìtziu è un’istituzione politica, quindi deve avere come direttore un politico che abbia a cuore il sardo. La Lsc è osteggiata solo da una minoranza. Ormai io la uso per scrivere le mie opere, perché voglio essere letto da tutti i sardi, non solo a Pattada. Però sono necessarie piccole modifiche. Roberto Bolognesi ha fatto proposte, sinora ignorate. Potrebbe occuparsene una commissione di esperti. Non aspiro a farne parte: troppe rogne.
ROBERTO BOLOGNESI, LINGUISTA E TRADUTTORE La Lsc ha permesso ai sardi di abituarsi all’idea di una lingua ufficiale. Bene. Però va emendata. Era chiaro da subito che non sarebbe mai stata accettata al Sud. Invece si è tentata anche una standardizzazione (a base “settentrionale”) del lessico. Giungendo allo scontro frontale. Ora, dopo anni di cosiddetta “sperimentazione”, non c’è più neanche un’ortografia normalizzata: basta vedere come scrive la redazione di “Limba Sarda 2.0”. È una strada possibile: in Corsica l’hanno chiamata “polinomia”. Accontenterebbe gli estremisti “campidanesi” che una loro norma se la sono data. L’altra strada possibile è quella di adottare una grafia che permetta varie pronunce, accettando soluzioni doppie per alcune parole: fillu/figiu o lingua/limba. La Regione potrebbe bandire un referendum.
EDUARDO BLASCO FERRER, DOCENTE DI LINGUISTICA È l’occasione per liberarsi della Lsc. La storia della lingua ha creato due macrovarianti: quella campidanese, che ha già il suo standard, e quella logudorese, che può darselo. Anche l’Uffìtziu non è indispensabile. Per supportare le politiche linguistiche dell’assessore alla Cultura basta una commissione di esperti: cinque dal mondo dell’università, cinque da quello della scuola e cinque dalle associazioni. Bisogna varare al più presto programmi per introdurre il sardo nelle scuole, dalla materna alle superiori. A partire dalla lingua naturale della comunità. Inoltre, l’assessore dovrebbe mettere al lavoro giuristi e linguisti per predisporre un vero linguaggio tecnico-amministrativo.
DIEGO CORRAINE, STUDIOSO, TRADUTTORE, EDITORE La Lsc non è perfetta, ma è il miglior compromesso raggiunto da due commissioni di studiosi sardi e stranieri che hanno lavorato tra il 1999 e il 2006. Giunte diverse hanno operato unitariamente per un sardo ufficiale e una politica linguistica coerente. Non si può avere una lingua ufficiale con due standard. Le parlate locali sono importanti e devono essere rafforzate nelle comunità, nelle scuole. Lo standard è per l’ufficialità. Inoltre, la Lsc ha già al suo attivo correttore ortografico e dizionario di riferimento. Non possiamo rinunciare al lavoro fatto. Gli scontenti propongano una mediazione senza luddismo.
Daniela Pinna
 
 
  
4 - L’Unione Sarda / Speciale (Pagina 31 - Edizione CA)
L’EVENTO Migliaia di giovani per l’incontro di stili e band pensato da Ready to celebrate!
LA DANZA SENZA PIOGGIA Successo a Monte Claro per il Loud Open Air

Fosse stato programmato il giorno prima, quando un temporale si è abbattuto su Cagliari, il Loud Open Air avrebbe galleggiato in un mare d’acqua, e il bagno di folla che l’altro ieri ha riempito l’area parcheggio del Parco Monte Claro si sarebbe trasformata in una folla bagnata. Per fortuna le cose sono andate diversamente e, a dispetto di un cielo minaccioso, l’evento organizzato dall’associazione universitaria Ready to celebrate!, con la complicità del Red Bull Tourbus, si è svolto nel migliore dei modi, rappresentando anche quest’anno un’antenna pronta a captare e ritrasmettere i suoni e gli stili sprigionati dai concerti e dalla club culture.
Il viavai di migliaia di ragazzi, iniziato nel pomeriggio e col passare delle ore è aumentato fino a comporre una considerevole massa d’ascolto, si è protratto fino alle due del mattino, garantendo così il successo di una kermesse grazie alla quale in tanti hanno potuto intrecciare esperienze nuove, amicizie, passioni, emozioni, vibrazioni, sogni elettrici, amori hip-hop, e condividere, oltre alle note, un ventaglio di proposte collaterali messe in campo dai promoter, skate contest, live painting, gare di basket a tre, beer pong, giusto per non nutrirsi di solo ritmo e dando in questo modo un respiro più ampio alla manifestazione.
Anche se a tenere banco, naturalmente, è stata la musica, come era lecito aspettarsi. Musica suonata con strumenti veri, o affidata alla mani esperte dei dee-jay che, dalla consolle, hanno trasformato lo spazio in un grande dancefloor sotto le stelle. Musica e parole lanciate da un palco inusuale, il tetto di uno sleeping bus anni ’60, che di sotto finivano tra le braccia del pubblico assiepato alle transenne. Un programma che ha abbracciato il punk di giovani gruppi come i Goodnight Jesus e Andes Empire, l’hard-rock dei più navigati Riff Raff, straordinaria cover band degli Ac/Dc, che da anni interpreta alla perfezione il repertorio di Angus Young e soci (in scaletta sono sfilate le storiche Hell ain’t a bad place to be , Back in black , Shoot to thrill , High Voltage ), e la dance contagiosa che scorreva a suon di hip-hop-trap, electro-house, new wave, macinata a turno dai dee-jay succedutisi al mixer, tra cui Andy dei Bluvertigo. Dopo la tappa di ieri a Sassari, il Red Bull Tourbus conclude il proprio giro in Sardegna oggi alle 16.30 a Nuoro, nell’area del centro commerciale Conad.
Carlo Argiolas

 

 


 
QUOTIDIANI NAZIONALI

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